Verso il 65° Carnevale della Terrazza degli Iblei, sarà una settimana di festa tra spettacolo e musica

Melilli, Villasmundo e Città Giardino si preparano a vivere una settimana di festa straordinaria in occasione del 65° Carnevale della Terrazza degli Iblei, uno degli eventi più attesi dell’anno e parte della ristretta cerchia dei Carnevali Storici d’Italia. La macchina organizzativa è già in piena attività per regalare ai cittadini e ai visitatori un’edizione memorabile, ricca di ospiti d’eccezione, spettacoli unici e momenti di pura allegria. Le Comitive melillesi daranno vita a un tripudio di colori, creatività e tradizione, rendendo ancora una volta il Carnevale della Terrazza degli Iblei un appuntamento imperdibile. A fare da madrina d’eccezione quest’anno sarà la splendida Raffaella Fico, reduce dal successo teatrale de La Locandiera di Marechiaro, pronta a portare il suo charme e il suo carisma alla manifestazione.
Ma il Carnevale non sarebbe tale senza il giusto mix di spettacolo e comicità. Per questo, sul palco dietro la conduzione di Salvo La Rosa, si alterneranno Giuseppe Castiglia e Francesco Scimemi, con il suo show di illusionismo e comicità capace di trasportare il pubblico in un mondo surreale.
La colonna sonora dell’evento sarà garantita da alcuni dei più noti DJ set delle radio più seguite, tra cui Radio Studio Centrale, FMITALIA e RSO Radio Sud Orientale. Inoltre, il coinvolgente Show Live Carnival vedrà protagonista Luigi Zimmitti, affiancato dal format innovativo Party Salento, che unisce musica, giochi di luce, scenografie spettacolari e coreografie mozzafiato, tutto presentato dall’inconfondibile voce di Ruggero Sardo.
A completare il parterre di grandi artisti e performer, la presenza di DJ e producer di fama nazionale come Tony Renda, Comollo di Radio 105 e il leggendario Mario Fargetta pronti a far ballare il pubblico con le loro irresistibili selezioni musicali, e il poliedrico Dargen D’Amico.
Il Carnevale più Stretto d’Italia è pronto a regalare emozioni, divertimento e spettacolo per un’edizione che si preannuncia indimenticabile.




Nuovo ospedale di Siracusa, vertice a Palermo: atteso per fine febbraio l’ok del Ministero della Salute

Riunione questa mattina a Palazzo d’Orléans sul nuovo ospedale di Siracusa. Un incontro con tutti i soggetti coinvolti convocato e presieduto dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
“Si tratta di un progetto di edilizia ospedaliera molto importante, del valore di circa 400 milioni di euro, per cui mi sono impegnato in prima persona – ha detto il governatore -. Oggi, anche alla luce di alcune polemiche che di recente ho letto sulla stampa, ho voluto incontrare tutte le parti in causa per fare chiarezza e chiedere una decisa assunzione di responsabilità da parte di tutti sulla questione. La Regione ha fatto sempre puntualmente la sua parte”. Nel corso della riunione, infatti, Schifani ha potuto appurare che l’assessorato regionale della Salute ha prontamente risposto a tutte le richieste di chiarimenti arrivate da Roma, in ultimo confermando la natura di Dea di II livello dell’ospedale, anche nell’ambito della nuova rete ospedaliera, e confermando i 438 posti letto, di cui 26 di terapia intensiva. E il ministero della Salute ha comunicato che già il 24 febbraio il suo Nucleo di valutazione degli investimenti esaminerà, alla luce della corrispondenza intercorsa con la Regione, il progetto relativo alla realizzazione del nuovo ospedale di Siracusa.
“Da questo momento – ha concluso Schifani – chiedo che si vada avanti con la giusta sinergia. La mia attenzione resta alta perché il nostro obiettivo è quello di arrivare al più presto alla gara e all’avvio dei lavori”.
Alla riunione hanno partecipato l’assessore regionale alla Salute, Daniela Faraoni; il dirigente generale della Pianificazione strategica, Salvatore Iacolino; il capo di gabinetto della Presidenza della Regione, Salvatore Sammartano; il direttore generale dell’Asp di Siracusa, Alessandro Caltagirone; il commissario straordinario per la progettazione e la realizzazione del nuovo ospedale, Guido Monteforte, e il rup, Santo Pettignano.
In attesa che giunga il via libera dal ministero, il presidente Schifani ha convocato una nuova riunione tra sei giorni, giovedì 20 febbraio, per delineare le prossime azioni da mettere in campo per la realizzazione del nuovo nosocomio.




Maltempo, governo Schifani estende lo stato di crisi regionale ad altri 63 comuni: c’è Siracusa

Il governo Schifani ha esteso lo stato di crisi regionale ad altri 63 comuni e ha chiesto l’emergenza nazionale per i Comuni siciliani colpiti dall’ondata di maltempo nei giorni 16 e 17 gennaio; stato di crisi che inizialmente interessava 116 comuni, comprendendo altre 63 municipalità, per un totale di 179 centri abitati e relativi territori coinvolti. Inoltre, nello stesso provvedimento, la giunta regionale ha dichiarato lo stato di crisi per gli eventi meteo del 2 febbraio, relativi a 46 comuni, per lo più del Messinese.
La decisione è stata assunta in seguito alla conclusione dei sopralluoghi tecnici effettuati nelle zone colpite e alla dettagliata relazione presentata dal dirigente generale del dipartimento regionale della Protezione civile, Salvo Cocina. Il nuovo quadro di danneggiamento emerso ha comportato una significativa revisione al rialzo della stima dei danni, che passa da 70 a 85 milioni di euro, esclusi quelli in agricoltura, per gli eventi di gennaio. A questi si aggiungono ulteriori 53 milioni di euro per gli eventi del 2 febbraio. Si conferma un contesto di emergenze e di criticità che, in ragione dell’intensità, della gravità delle conseguenze sulle attività sociali ed economiche e dell’impegno finanziario ha portato il governo regionale ad attivare la procedura per la richiesta di deliberazione dello stato di emergenza di rilievo nazionale per la durata di un anno.
Nell’elenco c’è anche Siracusa e quasi tutti i comuni della provincia. (Augusta, Avola, Buccheri, Buscemi, Canicattini Bagni, Carlentini, Cassaro, Ferla, Floridia, Francofonte, Lentini, Noto, Pachino, Palazzolo Acreide, Portopalo di Capo Passero, Priolo Gargallo, Rosolini, Siracusa, Sortino, Melilli).
La mappatura aggiornata conferma che l’area metropolitana di Messina rimane la più gravemente colpita, seguita dalle province di Catania, Siracusa, Ragusa ed Enna. L’estensione dello stato di crisi permetterà di avviare con urgenza gli interventi necessari per la messa in sicurezza delle aree interessate, con particolare attenzione alle situazioni più critiche. La Protezione civile regionale ha già finanziato e avviato due interventi sul lungomare di Santa Teresa di Riva e sul depuratore consortile di Giardini Naxos, per un totale di 1,4 milioni di euro.
Comuni colpiti dall’evento meteo del 16 e 17 gennaio: Agrigento (1): Cammarata. Caltanissetta (2): Caltanissetta, Sutera. Catania (33): Aci Castello, Aci Catena, Aci Sant’Antonio, Acireale, Adrano, Bronte, Camporotondo Etneo, Castel di Iudica, Castiglione di Sicilia, Catania, Fiumefreddo di Sicilia, Giarre, Linguaglossa, Maniace, Mascali, Militello Val di Catania, Mineo, Misterbianco, Nicolosi, Palagonia, Pedara, Piedimonte Etneo, Raddusa, Ragalna, Ramacca, Randazzo, Riposto, San Giovanni La Punta, Sant’Agata Li Battiati, Scordia, Tremestieri Etneo, Valverde, Vizzini. Enna (15): Agira, Aidone, Assoro, Calascibetta, Cerami, Enna, Gagliano Castelferrato, Leonforte, Nicosia, Nissoria, Piazza Armerina, Regalbuto, Troina, Valguarnera Caropepe, Villarosa. Messina (83): Acquedolci, Alcara Li Fusi, Alì, Alì Terme, Antillo, Barcellona Pozzo di Gotto, Basicò, Capizzi, Capo d’Orlando, Caprileone, Casalvecchio Siculo, Castell’Umberto, Castelmola, Castroreale, Città Metropolitana di Messina, Condrò, Consorzio Rete Fognante Taormina, Falcone, Fiumedinisi, Fondachelli Fantina, Francavilla di Sicilia, Forza d’Agrò, Furci Siculo, Furnari, Galati Mamertino, Gallodoro, Gaggi, Giardini Naxos, Gioiosa Marea, Graniti, Letojanni, Librizzi, Limina, Lipari, Malfa, Malvagna, Mandanici, Mazzarà Sant’Andrea, Messina, Milazzo, Militello Rosmarino, Moio Alcantara, Monforte Sangiorgio, Mongiuffi Melia, Montalbano Elicona, Motta Camastra, Naso, Nizza di Sicilia, Novara di Sicilia, Oliveri, Pace del Mela, Pagliara, Patti, Piraino, Raccuja, Roccafiorita, Roccalumera, Roccavaldina, Roccella di Valdemone, Rodi Milici, Rometta, San Pier Niceto, San Piero Patti, San Salvatore di Fitalia, Santa Domenica Vittoria, Santa Lucia del Mela, Santa Marina Salina, Santa Teresa di Riva, Sant’Agata di Militello, Sant’Alessio Siculo, Sant’Angelo di Brolo, Santo Stefano Camastra, Saponara, Savoca, Scaletta Zanclea, Sinagra, Spadafora, Taormina, Torrenova, Tortorici, Tripi, Tusa, Ucria. Palermo (16): Altofonte, Autorità Portuale Sicilia Occidentale, Casteldaccia, Castronovo di Sicilia, Cefalù, Ciminna, Ficarazzi, Gangi, Geraci Siculo, Isola delle Femmine, Palermo, Pollina, Santa Flavia, Torretta, Trabia, Ustica. Siracusa (20): Augusta, Avola, Buccheri, Buscemi, Canicattini Bagni, Carlentini, Cassaro, Ferla, Floridia, Francofonte, Lentini, Noto, Pachino, Palazzolo Acreide, Portopalo di Capo Passero, Priolo Gargallo, Rosolini, Siracusa, Sortino, Melilli. Ragusa (9): Acate, Giarratana, Ispica, Modica, Monterosso Almo, Pozzallo, Ragusa, Santa Croce Camerina, Vittoria.




“Il tetto ci cade in testa, subito i lavori”, Quintiliano in piazza: studenti e insegnanti insieme

Alta la partecipazione alla protesta organizzata dagli studenti del liceo polivalente Quintiliano, che questa mattina sfilano in corteo per chiedere l’avvio dei lavori di riqualificazione e di efficientamento energetico fermi al palo da 4 anni, nonostante un finanziamento di circa 3 milioni di euro di cui sembra non si abbia più notizia. Una vicenda burocratica complessa, che vede coinvolte da una parte la Regione, dall’altra il Libero Consorzio Comunale. Traffico paralizzato da viale Teracati fino alla zona Umbertina. Alunni e insegnanti si sono dati appuntamento davanti al campo scuola Pippo Di Natale e in corteo sfilano verso il palazzo dell’ex Provincia di via Malta, dove la delegazione dei rappresentanti degli studenti e della Consulta chiederanno di incontrare i dirigenti dei settori competenti in materia (il V ed il IX). Nel 2018, all’interno del plesso centrale di via Tisia, si verificò il distacco di materiale dal soffitto. Da allora, nonostante tutte le rassicurazioni fornite nel tempo e nonostante la rete contenitiva apposta all’interno, nulla è concretamente accaduto, nonostante dal punto di vista burocratico ci siano stati diversi passaggi, nessuno dei quali ha condotto all’avvio dei necessari interventi. Gli studenti chiedono finalmente una soluzione, una scuola sicura, il riconoscimento dei loro diritti ed in questo hanno il supporto della dirigenza scolastica. La dirigente, Simonetta Arnone sarà con loro durante l’incontro previsto in tarda mattinata con i funzionari dell’ex Provincia. Nel tempo, la vicenda è stata affrontata anche da alcuni deputati regionali siracusani, con interrogazioni che, ad ogni modo, non hanno sbloccato l’impasse.




Il futuro del depuratore Ias? Scerra e Gilistro (M5S) richiedono alla Regione uno studio di fattibilità

Il futuro del depuratore Ias tiene ancora banco e il deputato regionale Carlo Gilistro ed il deputato nazionale Filippo Scerra, entrambi del Movimento 5 Stelle, richiedono alla Regione uno studio di fattibilità. “La Regione ci dica se esiste già uno studio di fattibilità per un possibile collegamento dei depuratori di cui si stanno dotando le aziende del polo industriale con l’impianto Ias di Priolo, come collettore finale e per un ulteriore trattamento. E ci indichi anche se è stata valutata la possibilità che, in alternativa, il depuratore consortile rimanga in esercizio con la sola funzione di depurazione civile per Priolo e Melilli, con l’ipotesi di un convogliamento dei reflui di Siracusa, o anche di Augusta. E qualora non vi fosse ancora traccia dello studio di fattibilità delle due opzioni, si attivi per realizzarlo nel più breve tempo possibile”. Così Gilistro e Scerra annunciano la presentazione di una richiesta (a firma Gilistro) al presidente Schifani, con cui si riportano d’attualità il tema del futuro del depuratore consortile, da cui peraltro dipende strettamente anche l’operatività nell’immediato dell’intero polo aretuseo.
Sulla vicenda il parlamentare Filippo Scerra (M5S) sottolinea: “L’idea di uno studio di fattibilità su cui poggiare un sostenibile piano B per il depuratore Ias era emersa nel corso del Tavolo territoriale per la zona industriale di Siracusa, ma non aveva tuttavia avuto un riscontro unanime da parte di tutti i partecipanti. L’iniziativa del collega Gilistro in Regione, che è la proprietaria dell’impianto, merita il massimo dell’attenzione e dell’apprezzamento. Non possiamo sempre attendere gli eventi o le soluzioni calate dall’alto o sotto emergenze – spiega Scerra – perchè quasi mai si sposano con il bene del territorio. Il presidente Schifani valuti allora la sostenibilità della proposta. Ed uno studio di fattibilità è la strada maestra”.
Il collegamento con i depuratori di cui si stanno dotando gli impianti industriali privati consisterebbe in una linea in entrata nel depuratore consortile che permetterebbe un ulteriore trattamento delle acque reflue. Dopo, potrebbero essere così riutilizzate per scopi irrigui, ambientali, industriali, civili. “Si metterebbe al sicuro il futuro del grande depuratore consortile, oggi in forte rischio, assicurando al contempo un maggiore rispetto dell’ambiente ed un diretto risparmio nell’emungimento di risorse idriche, prezioso per una regione che ha conosciuto l’impatto della siccità”, spiegano Scerra e Gilistro.




Due indagini, due risultati diversi: perchè il costo Tari a Siracusa varia così tanto?

Sul costo medio della Tari a Siracusa due distinte indagini portano a conclusioni sorprendentemente diverse. Lo studio nazionale pubblicato dalla Uil nelle ore scorse, ha riportato la città di Archimede sul podio delle più care in Sicilia: 481,46 (Tari 2024), costo medio secondo in regione solo a Trapani (510,98 euro).
Ma poche settimane addietro, la stessa analisi – condotta però da CittadinanzAttiva – aveva fornito un quadro diverso: a Siracusa, nel 2024, una famiglia ha speso in media 398 euro, con una leggero risparmio (-3,6%) rispetto all’anno precedente quando la spesa era stata di 413 euro. In Sicilia, per CittadinzAttiva, la Tari più cara in Sicilia si paga a Catania (594 euro), Trapani (453 euro) e ad Agrigento (428 euro) con Siracusa quarta.
Quasi cento euro di differenza sul costo medio stimato, una forbice molto ampia. Dovuta fondamentalmente al diverso campione di riferimento ed al diverso sistema metodologico seguito da Uil e da CittadinanzAttiva. La prima ha preso a campione un nucleo composto da 4 componenti con un’abitazione di 80 mq e reddito Isee di 25.000 euro. La seconda, invece, ha assunto come riferimento una famiglia tipo composta da 3 persone ed una casa di proprietà di 100 metri quadri. E’ chiaro che cambiando le variabili di riferimento, si modifica il risultato. E le variabili sono molteplici. Per una comparazione attendibile occorrerebbe considerare plurimi parametri di riferimento: categorie (utenze domestiche – utenze non domestiche), costi fissi e costi variabili, esenzioni, quota a carico del bilancio, superficie del territorio, produzione rifiuti, costi trasporto rifiuti in ragione della distanza dagli impianti, etc.
Indipendentemente dal secondo o quarto costo più alto in regione, resta il fatto che Siracusa si muova ancora al di sopra della media siciliana. Un fattore che, però, va letto abbinandolo al fatto che anche la produzione di rifiuti pro capite è superiore alla media.




Politica divisa sul Ccr Mazzarrona e spunta il concetto di “sostenibilità sociale”

Resta ampia la distanza tra opposizione e maggioranza per il centro comunale di raccolta progettato alla Mazzarrona. L’amministrazione resta ferma sulla necessità di realizzare i tre ccr urbani, il primo in via Don Sturzo, e incassa l’approvazione delle principali associazioni ambientaliste.
Contrari sono, però, i gruppi consigliari di FdI, FI, Pd e Insieme. Ed in Consiglio comunale hanno sollecitato la necessità di rivedere il progetto e il luogo scelto per la sua realizzazione. La discussione, piuttosto animata, ha lasciato però invariate le posizioni di partenza.
“L’amministrazione comunale ha manifestato ancora una volta i sintomi di una grave malattia per chi fa politica: la sordità e mancanza di dialogo con i cittadini”, attaccano dai banchi della minoranza. “Nessuno spiraglio per determinare lo spostamento dal CCR da via Don Luigi Sturzo. Per questo abbiamo depositato una mozione che verrà discussa martedì 18 febbraio con cui chiediamo l’impegno dell’amministrazione a valutare lo spostamento del realizzando centro comunale di Mazzarrona in altra area, lontana dalle abitazioni”.
Le opposizioni non sono contrari ai Ccr, “ma la scelta di Via don Luigi Sturzo in un’area da sempre abbandonata e priva di servizi, è un’offesa inaccettabile tanto più che è in una realtà tra le più belle e suggestive di Siracusa”.
Fabio Morreale, presidente di Natura Sicula, vede invece con favore le nuove realizzazioni. “Il capoluogo ha bisogno di altri CCR. Lo chiediamo da sempre. Quello di Targia non è sufficiente e pratico per tutti. Su Mazzarrona abbiamo sentito dire di tutto. A mio modesto parere, però, non ci saranno odori sgradevoli perchè il centro accoglierà solo frazione secca, che non produce odori; la viabilità non verrà intasata, le strade sono abbastanza larghe da consentire il passaggio di mezzi pesanti, anzi questa è una delle poche aree della città in cui non ci sono problemi di traffico; il paesaggio non verrà compromesso ma ingentilito dalla messa a dimora, lungo il perimetro, di filari di alberi; e soprattutto il centro di raccolta non sarà una discarica comunale, i rifiuti raccolti vengono subito dopo portati nelle piattaforme di riferimento o nelle ditte autorizzate al trattamento”.
Ma anche Natura Sicula ritiene che serva la cosiddetta “sostenibilità sociale”. Ovvero, si deve discutere con i residenti per arrivare ad una soluzione condivisa e che tenga giusto conto degli interessi di tutta la
collettività e non dei soli residenti o di qualche portatore di interessi privati. A Mazzarrona
come in qualsiasi altra area della città”.




Disco orario e 60 minuti di sosta per i 34 nuovi posti auto a servizio di Tisia-Pitia

Il parcheggio Damone non riapre, almeno non nell’immediato. E per la frequentata area commerciale e residenziale Tisia-Pitia è un bel problema. Una prima “toppa” arriva con un’ordinanza del settore Mobilità che permette di recuperare 34 posti auto tra via Filisto, via dell’Olimpiade e soprattutto nell’area Damone (ronco I). Sosta di 60 minuti, con esposizione del disco orario.
Con l’istituzione di questi posti auto si ritorna al passato, perché è stato disposto anche il senso di marcia tra ronco di via Tisia e ronco a via Damone, la strada parallela al nuovo parcheggio. Quel tratto, infatti, ritornerà ad essere percorribile a senso unico in modo da lasciare spazio ai posti auto (come era in passato, ndr). Nelle prossime ore verrà posizionata la segnaletica di riferimento.
Nel dettaglio, 6 nuovi posti auto istituiti su via Filisto sul lato destro in direzione Pitia, tra il civico 80 e 84; 8 posti su via dell’Olimpiade; e 20 lungo ronco I a via Damone.
Si sta lavorando – si apprende – al recupero di ulteriori stalli auto sempre a servizio dell’ampia zona riqualificata. Resta sempre valida la possibilità di utilizzare come area sosta di cortesia il parcheggio dell’istituto Quintiliano (via Tisia) negli orari non scolastici.




La Cgil siciliana dice no al piano Eni-Versalis, assemblea pubblica a Priolo

Iniziativa pubblica della Cgil siciliana “a difesa dell’industria chimica”. Martedì 18 febbraio, l’ex Ciapi di Priolo Gargallo, ospiterà il dibattito regionale dedicato all’analisi del piano Versalis che riguarda in particolare gli impianti di Priolo e Ragusa. La Cgil è contraria allo stop all’etilene ed alla successiva riconversione perchè – spiega – “governo ed Eni chiudono la chimica di base italiana e condannano l’industria siciliana al declino”.
Il sindacato chiama a raccolta la deputazione nazionale e regionale, i sindaci dei territori coinvolti e tutti i lavoratori dell’industria. Interverranno: Gabriella Messina, segretaria regionale della Cgil; i segretari regionali di categoria (Filctem e Fiom) Marco Falcinelli e Barbara Tibaldi; il segretario confederale nazionale Cgil, Pino Gesmundo.




Zona industriale, Reale (Confindustria): “L’attuale situazione impone la massima attenzione”

“Concordo con la posizione espressa stamane del Presidente di Confindustria Emanuele Orsini sulla difficoltà delle aziende e il calo della produzione industriale. Occorre urgentemente affrontare con la Commissione UE e con il Governo il tema dei settori energivori che perdono in maniera rilevante per l’aumento dei costi e il tema dell’eccessivo costo della CO2 per le imprese”. Così Gian Piero Reale, presidente di Confindustria Siracusa, ha commentato le parole del presidente di Confindustria Emanuele Orsini.
Il presidente di Confindustria Orsini ha infatti sostenuto che “è assolutamente necessario concentrare l’attenzione di tutti per affrontare le difficoltà che da due anni si addensano sulla nostra produzione industriale”.
“Riprendo l’accorato appello del mio Presidente Nazionale. – dice il Presidente di Confindustria Siracusa – E’ più che mai necessario che politica e istituzioni si concentrino e accettino la proposta di un piano serio di rilancio industriale. Servono scelte di realismo e soprattutto far ripartire gli investimenti. Senza industria non c’è crescita né coesione sociale”, sottolinea Reale. “In seconda istanza, – conclude il presidente di Confindustria Siracusa – condivido l’importanza di fare presto, ridurre la burocrazia e fare sistema con le forze politiche e sociali per salvaguardare le imprese del nostro territorio. Occorre agire subito. Anche Confindustria Siracusa è pronta a fare la sua parte”.