Ambiente, Arpa si rafforza a Siracusa. Savarino: “Più monitoraggi e controlli”

Una nuova sede per Arpa a Siracusa, con laboratori e uffici nello stesso posto per potenziare le capacità di risposta della struttura e l’azione di protezione ambientale. E’ una delle novità emerse nel corso dell’incontro con l’assessore Giusy Savarino che proprio a Siracusa ha chiamato a raccolta i vertici dell’agenzia regionale per la protezione dell’Ambiente per presentare il Piano Strategico 2025-2027.
La sede individuata è quella del Cerica, a Priolo. Spazi ampi per ospitare tutte le attività della sezione provinciale di Arpa, incluse le nuove e rafforzate, per accorpare così le due attuali sedi siracusane (via del Porto Grande e via Bufardeci).
Ma per l’intera struttura regionale è pronta una iniezione di nuove risorse, umane ed economiche, grazie anche al finanziamento di due milioni di euro destinato alle aree maggiormente critiche: Gela e soprattutto Siracusa. “Per i prossimi tre anni l’Agenzia avrà la serenità di lavorare con una buona prospettiva di crescita e di svolgere il suo importante ruolo di monitoraggio e di controlli, anche sanitari, sul territorio. La nostra idea è quella di rafforzare questi interventi nei luoghi dove più critici, come il territorio AERCA di Siracusa”, ha ribadito l’assessore al Territorio e Ambiente Giusi Savarino.

Non cela la sua soddisfazione il presidente della commissione Ars Territorio e Ambiente, Giuseppe Carta, tra i promotori di una nuova politica di rilancio e rafforzamento per l’Arpa di Siracusa.

L’assessore ha sottolineato, ringraziando i vertici di Arpa per il lavoro svolto, come si sia sciolto il nodo con l’assessorato regionale alla Sanità riguardo i servizi essenziali dell’Agenzia pagati dal fondo Sanitario: “Quando mi sono insediata – ha detto – ho trovato un’Agenzia con grandissime potenzialità soffocate, però, da un problema di individuazione del fondo sanitario che le veniva contestato. Adesso abbiamo sciolto ogni dubbio e stabilito che ad Arpa, che svolge anche dei servizi essenziali molto importanti, debba essere assicurato un costante finanziamento sia da parte della Regione Siciliana che da parte del fondo Sanitario. Non dobbiamo avere paura che i controlli aumentino, perché questi aiutano le aziende sane: il nostro obiettivo è quello di tutelare il territorio nel rispetto di chi vuole fare sviluppo e allo stesso tempo economia, sostenendo anche l’ambiente e tutelando la biodiversità”.
Diversi i progetti che l’assessorato al Territorio e Ambiente sta portando avanti: “Vogliamo rafforzare l’azione di controllo delle acque siciliane marine, fluviali e lacustri – ha aggiunto Savarino – non soltanto per proteggere la biodiversità, tutelare l’ambiente e i suoi ecosistemi, ma anche per evitare che ci siano società o strutture che, in maniera spregiudicata, pensino solo all’introito economico trascurando il benessere ambientale”.
Savarino ha poi sottolineato l’impegno nel lavoro svolto dal suo assessorato affinché Arpa Sicilia, con la sua sede presso i locali dell’ex Roosevelt all’Addaura (Palermo), diventi un centro di riferimento anche a livello nazionale insieme ad Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
“Abbiamo attivato varie misure di conservazione e di tutela per i nostri siti Natura 2000 – continua l’assessore Savarino – affinché presso l’Agenzia siano canalizzati tutti i dati green e sbloccato fondi extraregionali per far sì che la sua sede diventi il primo green data center d’Italia, con la sala multimediale più grande della Sicilia. Sarà un punto di riferimento all’avanguardia per conservare dati che possano aiutarci sia nella strategia per lo sviluppo sostenibile che in quella per i cambiamenti climatici”.
“Sentiamo fortemente la fiducia del Governo regionale, ma anche una grande responsabilità – ha aggiunto il direttore generale di Arpa Sicilia, Vincenzo Infantino – e ci stiamo preparando per essere più presenti su alcune aree critiche: riorganizzare le attività di controllo territoriale è una delle nostre priorità, rivalorizzando il territorio con la collaborazione delle aziende che devono fare impresa senza tralasciare il rispetto e la tutela dell’ambiente”
Nel corso della giornata sono state presentate le priorità strategiche, i principali interventi e le azioni programmate da Arpa Sicilia: dall’organizzazione dell’Agenzia alle attività tecniche su controlli e monitoraggio, fino alle problematiche ambientali del territorio regionale.




Pillirina, l’assessore regionale Savarino: “Sarà istituita la riserva naturale terrestre”

Nel 2025 sarà portato a termine il processo di istituzione della riserva terrestre di Capo Murro di Porco/Pillirina. È l’assessore regionale Giusy Savarino ad ufficializzare la conclusione di un percorso avviato diversi anni addietro e poi rimasto arenato. Almeno sino ad oggi.
Intervenuta a Siracusa durante la presentazione del piano strategico Arpa Sicilia, l’assessore Savarino ha ricordato il recente inserimento in Finanziaria delle risorse necessarie per finalizzare l’istituzione della riserva.
Vicenda decennale, ha conosciuto un percorso burocratico a strappi tra sussulti e improvvisi stop lungo l’assenza Siracusa-Palermo. Diverse, poi, le mobilitazioni popolari guidate dal mondo ambientalista. Più recente una petizione online con migliaia di firme raccolte in pochi giorni. Anche il Fai ha sottolineato il valore della Pillirina e di Capo Murro di Porco, area cara anche al cantante Erlend Orye che lanciò alcuni addietro addietro una provocatoria proposta di acquisto.




No ai cellulari ai bambini, Ars approva la legge Gilistro. “Bene, evitiamo la catastrofe”

La Sicilia dice no ai cellulari in mano ai bambini. È stata approvata dall’Ars la legge voto targata M5S che mira a vietare i telefonini e le apparecchiature digitali ai bambini fino a cinque anni e a limitarne fortemente l’utilizzo nella seconda e terza infanzia e in età adolescenziale. Il disco verde è scattato ieri a sala d’Ercole, dove è stato approvato in maniera bipartisan e unanime l’intero articolato (manca solo il voto finale). Lo stop comunque non sarà immediato, perché la legge che porta la firma del deputato-pediatra Cinque Stelle Carlo Gilistro dovrà sbarcare a Roma e avere il via libera del Parlamento nazionale prima che diventi operativa.
“Purtroppo – dice Gilistro – una regione non può normare autonomamente in una materia del genere, per cui ora occorre il via libera da Roma. Il sì dell’Ars è comunque un segnale fortissimo, che arriva dal Parlamento della regione più grande d’Italia. E non può non essere tenuto nella dovuta considerazione, visto che Roma sta muovendosi in questa direzione, considerando che il ministro Valditara, giustamente, ha annunciato il divieto degli smartphone a scuola”.

“Ormai – continua Gilistro – dovunque si sta prendendo coscienza che le apparecchiature digitali sono fondamentali, ma vanno usate con enorme cautela, specie da parte dei più piccoli. I danni possono essere irreparabili e i genitori devono saperlo: gli smartphone che a cuor leggero consegnano ai propri bambini per tenerli buoni non sono innocui giocattoli, tutt’altro. Si rischia veramente la catastrofe”.
La legge prevede il divieto dell’utilizzo “dei dispositivi funzionanti tramite onde a radiofrequenza e dei videogame” nei primi cinque anni di vita e un uso limitato dai sei anni in su e, comunque, sotto la supervisione di un adulto. Il divieto di utilizzo delle apparecchiature elettroniche è previsto anche per gli alunni all’interno delle scuole medie e superiori durante le ore didattiche.
La legge prevede inoltre, da parte della presidenza del Consiglio dei Ministri e dei Ministeri della Salute e dell’Istruzione, la promozione e la realizzazione di campagne di sensibilizzazione e informazione rivolte a insegnanti e genitori, “finalizzate alla corretta informazione sui possibili danni causati alla salute psicofisica del bambino derivanti dall’uso smodato o distorto delle apparecchiature digitali”. Per le violazioni sono previste sanzioni da 150 a 500 euro.
“Siamo consapevoli – dice Gilistro – che un divieto del genere è difficile da far rispettare e quindi da sanzionare: ma la legge vuole essere soprattutto un disperato grido di allarme che risuoni forte nelle orecchie dei genitori, che molto spesso scambiano un cellulare per un babysitter e, per tenerli buoni, affidano ai propri figli, anche in tenerissima età, uno smartphone o un tablet, non sapendo che rischiano di minare per sempre la loro salute psico-fisica”.
Recenti studi dicono che in Italia il 30 per cento dei genitori usa lo smartphone per calmare i propri figli già durante il loro primo anno di vita e che su 10 bambini tra i 3 e i 5 anni, 8 sanno usare il cellulare dei genitori.
“Se i genitori – afferma Gilistro – fossero informati dei pericoli cui espongono i propri bambini, si guarderebbero bene dal consegnargli queste apparecchiature, che, è bene sgomberare il campo da possibili equivoci, sono importantissime e non vanno demonizzate se usate bene e alla giusta età, ma che, se lasciate in mano a bambini piccoli e per giunta molto a lungo, possono essere un attentato alla loro salute, provocando loro addirittura disturbi permanenti”.
I pericolosi e potenziali contraccolpi dell’uso smodato delle apparecchiature digitali in tenera età sono tantissimi. “Ansia, crisi di panico, scoppi di rabbia improvvisa, svenimenti – dice Gilistro – sono tra i più comuni, ma anche disturbi del sonno, alterazioni dell’umore, ritardato sviluppo del linguaggio, tachicardia, azzeramento, o quasi, dei rapporti sociali. Da non dimenticare tra le possibili devastanti conseguenze anche il cyberbullismo che in soggetti fragili può provocare casi di ritiro sociale volontario (il fenomeno degli hikikomori) fino a causare suicidi. Quasi sempre i bambini accusano sintomi aspecifici, innescando una serie di esami inutili e dannose radiografie alla ricerca di inesistenti patologie, cosa che non fa altro che provocare ulteriori danni ai bambini ed evitabili spese alla sanità, contribuendo giocoforza a gonfiare le liste d’attesa”.
Sulla necessità di normare l’uso degli apparecchi elettronici in età precoce si è espressa recentemente la Società Italiana di Pediatria, emanando le linee guida recepite dal ddl Gilistro.
Dopo il sì finale dell’Ars, la palla passerà a Roma, al Parlamento nazionale.
“Faremo di tutto – dice Gilistro – affinché la legge non finisca in un binario morto e i presupposti ci sono tutti. Il consenso alla legge qui è stato bipartisan e tutti cercheremo di sensibilizzare i colleghi romani alla sua approvazione. Intanto ringrazio tutti i colleghi parlamentari di ogni colore politico per la sensibilità dimostrata verso un fenomeno che nessuno può ormai ignorare”.




Crisi del commercio, Bandiera:”Fenomeno globale, riduttivo accusare il Comune”

“Attribuire ad un’amministrazione comunale la responsabilità della crisi del commercio significa non centrare il problema, che è notoriamente di portata nazionale e perfino, per certi aspetti, mondiale”. Così, l’assessore alle Attività Produttive Edy Bandiera interviene su un tema sollevato, nelle scorse ore, dal Partito Democratico, che lamenta mancanza di attenzione, da parte del Comune, rispetto ai problemi della città con soli”palliativi approssimativi e banali ai problemi da lei stessa causati”. Bandiera guarda la questione da un’altra prospettiva. “La crisi del commercio di vicinato non è di certo un problema esclusivo di Siracusa- ricorda il vicesindaco- Le statistiche dicono che in Italia chiudono quattro attività commerciali ogni ora. A Bologna, per fare un esempio, in un anno 400 negozi hanno chiuso battenti. Non si può ridurre questo fenomeno ad un problema siracusano o legato alla viabilità. Se la causa fosse quest’ultima- osserva Bandiera- i centri commerciali presenterebbero una situazione fiorente e non è purtroppo così. Anche all’interno delle strutture in cui il parcheggio di certo non manca, i negozi aprono e chiudono continuamente”.Bandiera parla, poi, dell’attività che il Comune ha avviato per affrontare la questione con “attività che possano fornire un supporto ai commercianti. Come amministrazione comunale- prosegue l’assessore alle Attività Produttive- ci siamo sentiti in dovere di creare un contesto che vede al lavoro un Tavolo per il Commercio insieme alle associazioni di categoria, iniziativa molto apprezzata dal settore, perché nonostante la crisi non si possa ascrivere alle politiche cittadine, con il confronto e l’ascolto si possono individuare accorgimenti che possano quantomeno alleviare”. Bandiera ricorda che il vero nodo della questione va ricercato “almeno in un duplice problema: da una parte il potere d’acquisto, notevolmente ridotto; dall’altra le nuove forme di acquisto, soprattutto online, che hanno preso piede e cambiato il mondo, oltre che le logiche di mercato. Infine una considerazione,che ha anche il sapore di una stilettata. “C’è chi cerca il problema e l’errore-conclude l’assessore della giunta Italia – e chi,invece, cerca soluzioni. Il nostro meccanismo è mirato a individuare tutto quello che può dare una mano al settore, auspicando, nel frattempo un’inversione di tendenza”.




Necropoli a Mazzarona, ‘inghippo’ per la costruzione del nuovo Ccr in via Don Sturzo

Hanno riservato una prima “sorpresa” i saggi archeologici avviati all’interno dell’area del cantiere per la costruzione del nuovo Ccr di Mazzarona. Le prime attività hanno portato all’emersione di quella che sembrerebbe una grande necropoli e di un tratto della cinta della Mura Dionigiane. Sono in corso le attività di rilievo e studio da parte degli archeologi della Soprintendenza di Siracusa.
Definire i ritrovamenti una sorpresa, in assoluto, è forse eccessivo: noto era il tracciato della cinta muraria che difendeva l’antica Pentapoli e il percorso che segue la vicina via don Sturzo venne dettato proprio dalla necessità di evitare l’attraversamento di quell’area.
Presto per dire cosa comporteranno questi scavi per l’effettivo avvio e costruzione del Ccr finanziato con poco meno di 718mila euro del Pnrr. Da valutare, per non perdere il finanziamento, la possibilità di spostare altrove la realizzazione. Se ne saprà di più nel corso delle prossime settimane, quando tutta la storia avrà una maggiore compiutezza. Intanto, operazioni ferme nell’area di cantiere per consentire l’attività archeologica.
I nuovi centri di raccolta per Siracusa sono tre: via don Sturzo, Pizzuta e tra le vie Giuseppe Brancato e Calogero Lauricella. Saranno dotati delle attrezzature e degli accorgimenti di ultima generazione per rendere il servizio “più comodo, più efficiente e meno impattante per il territorio”, spiegano fonti di Palazzo Veremxio. Vi si potranno ricevere tutte le tipologie di rifiuti urbani, gli inerti da piccole ristrutturazioni, gli pneumatici, gli ingombranti e le 5 tipologie di Raee (i piccoli elettrodomestici).
Inoltre saranno dotati di impianti per l’abbattimento degli odori e – da progetto – saranno circondati da una barriera verde realizzata con piante autoctone.




Nel siracusano le prove della più grande inondazione mai avvenuta sulla Terra

Da una vasta area siciliana, quella tra le province di Siracusa e Ragusa – Noto, Portopalo, Rosolini e Pozzallo -, e nelle aree sommerse del Golfo di Noto è stato possibile ricostruire la dinamica della Mega-Alluvione Zancleana che circa 5 milioni di anni fa fece riversare nel bacino del Mediterraneo milioni di metri cubi di acqua oceanica in pochissimo tempo, cambiando il paesaggio. È quanto emerge da uno studio condotto da un team internazionale di studiosi pubblicato sulla rivista scientifica “Communications Earth & Environment” di ‘Nature’, cui hanno preso parte – tra gli altri – l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e l’Università di Catania.
Il bacino del Mediterraneo, come dimostrato dagli studiosi, fu teatro del più impressionante evento geologico-ambientale avvenuto durante il Neogene: la “Crisi di salinità del Messiniano”. A seguito di un sollevamento generale dell’area dell’attuale Stretto di Gibilterra, il Mare Nostrum perse la sua connessione con l’Oceano Atlantico divenendo un bacino isolato e, in un tempo geologicamente breve (circa 600 mila anni), si prosciugò quasi del tutto. Ciò che rimase del Mediterraneo furono alcuni bacini ipersalini nei quali precipitarono, dalla colonna d’acqua in evaporazione, grosse quantità di sale e gesso, rocce oggi molto diffuse nella Sicilia centro-meridionale. L’area mediterranea, quindi, doveva apparire come una enorme distesa desertica salata, condizione che impedì a numerose specie marine di sopravvivere, segnando la loro estinzione.
“La nostra ricerca si è proposta di individuare la prova in grado di avallare la tesi del rapido e violento riempimento del Mediterraneo, e ha visto la partecipazione di studiosi provenienti da varie Università e Istituti di ricerca europei ed extraeuropei (Italia, Spagna, Germania, Inghilterra e California)” spiega Giovanni Barreca, Professore del Dipartimento di Scienze Biologiche, Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania e Associato di ricerca presso l’Osservatorio Etneo dell’INGV. “Ci siamo concentrati su una vasta area siciliana tra le province di Siracusa e Ragusa, nella parte più meridionale dell’altopiano ibleo – tra Noto, Portopalo, Rosolini e Pozzallo – e nelle aree sommerse del Golfo di Noto. Grazie a un approccio multidisciplinare siamo stati in grado di fornire le evidenze più convincenti del passaggio nella zona della Mega-Alluvione Zancleana circa 5 milioni di anni fa. Abbiamo notato come l’area studiata sia oggi dominata da più di 300 colline dalla forma stretta ed allungata, disposte in direzione Nord Est-Sud Ovest e separate da profondi solchi paralleli. Lo studio morfo-metrico e la modellizzazione idrodinamica hanno rivelato come le colline siano state verosimilmente modellate fluido-dinamicamente dall’azione su larga scala di un consistente flusso d’acqua turbolento avente direzione predominante verso Nord Est. – continua Barreca – Le analisi stratigrafiche hanno permesso di ricostruire il paesaggio in epoca precedente l’arrivo della catastrofica alluvione (cioè, prima di 5.33 milioni di anni). L’area doveva apparire come un’estesa baia di mare basso, sul cui fondale si depositavano sedimenti calcarei, gessi e sali. Parzialmente emersa alla fine della Crisi di salinità del Messiniano per via dell’abbassamento del livello del mare legato all’evaporazione, l’area venne poi inondata – secondo i risultati del nostro studio – dall’imponente massa d’acqua proveniente dal Mediterraneo Occidentale. La forza esercitata dal peso della colonna d’acqua e il suo impetuoso scorrere verso Est hanno fortemente rimodellato il paesaggio con l’escavazione di profondi solchi paralleli alla direzione del flusso. L’erosione del paesaggio ha prodotto enormi volumi di detriti rocciosi, strappati probabilmente dal vicino altopiano ibleo e oggi preservati sulle creste delle colline; l’enorme massa di acqua e detriti ha inoltre scavato un gigantesco canyon (il cosiddetto ‘canyon di Noto’)”, prosegue Barreca.
“La ricostruzione geologico-stratigrafica effettuata dal team di ricerca, supportata da realistiche modellizzazioni numeriche, fornisce dunque la prova visibile e più convincente della più grande mega-inondazione ipotizzata sul nostro Pianeta. L’area analizzata potrebbe diventare in futuro sito di interesse mondiale per gli studiosi di alluvioni catastrofiche, tema oggi sempre più attenzionato soprattutto nelle regioni periglaciali (ad esempio, India, Pakistan, Cina e Perù) dove, a causa dell’innalzamento delle temperature e dello scioglimento dei ghiacci, le inondazioni da collasso di laghi potrebbero diventare sempre più frequenti e pericolose, esponendo a questo rischio un totale di circa 15 milioni di persone nel mondo” conclude.

Fonte e foto: INGV.




Tributi speciali per i comuni vicino alle discariche, Lentini esulta

“Con la legge approvata oggi in Aula, finalmente viene definita la percentuale del tributo speciale per il conferimento dei rifiuti solidi da destinare ai comuni sedi di discarica e ai comuni limitrofi che vivono quotidianamente il disagio della presenza di tali impianti. Si tratta di un atto di giustizia nei confronti di quei territori che da anni sopportano l’impatto ambientale e sanitario derivante dallo smaltimento dei rifiuti, senza aver mai ricevuto un adeguato ristoro economico. Mi riferisco, ad esempio, a comuni come Lentini e territori limitrofi che dal 1995 attendono questa norma”. A dirlo è il deputato Giuseppe Carta, primo firmatario della proposta di legge, insieme ai colleghi deputati Mpa Giuseppe Lombardo, relatore del Ddl, Giuseppe Castiglione e Ludovico Balsamo, illustrando l’iniziativa legislativa che stabilisce la destinazione del 35% del gettito del tributo speciale ai comuni interessati.
“Le modalità attuative – proseguono i deputati Mpa – e la quantificazione degli importi spettanti a ciascun comune interessato sarà rimessa a un successivo decreto dell’Assessore regionale all’Energia e ai Servizi di Pubblica Utilità, previo parere della commissione territorio e ambiente, garantendo così un’equa ripartizione delle risorse. Questi fondi saranno impiegati per interventi di recupero ambientale, tutela igienico-sanitaria dei residenti, sviluppo di sistemi di controllo e monitoraggio ambientale, nonché per la gestione integrata dei rifiuti urbani”.
Il provvedimento assicura che le risorse derivanti dal tributo siano utilizzate in modo trasparente ed efficace, contribuendo a migliorare la qualità della vita nelle aree direttamente coinvolte nella gestione dei rifiuti.
“Si tratta di un passo concreto – concludono i deputati – verso un maggiore equilibrio territoriale che offre ai comuni sedi di discariche e ai comuni ad esse limitrofi uno strumento di perequazione fondamentale fino ad oggi disatteso”.




Vecchi e nuovi problemi della sanità siracusana, l’Osservatorio Civico incontra il presidente di Anci Sicilia

Fare il punto su una serie di problematiche della sanità siracusana. È stato l’obiettivo dell’incontro che si è tenuto tra il presidente regionale di Anci Sicilia e sindaco di Canicattini Bagni Paolo Amenta, il segretario provinciale della Confsal di Siracusa Alessandro Idonea e i rappresentanti dell’Osservatorio Civico Salvo Sorbello e Donatella Lo Giudice.
“A partire dal nuovo ospedale di Siracusa, – scrive l’Osservatorio Civico di Siracusa – per il quale non si hanno ancora notizie ufficiali del perfezionamento del finanziamento di 124 milioni di euro, in itinere presso il Ministero della Salute. Solo successivamente si potrà infatti procedere all’approvazione del progetto definitivo e alla dichiarazione del Nuovo Ospedale della Città di Siracusa quale opera urgente, indifferibile e di pubblica utilità, con l’avvio delle espropriazioni e con la progettazione esecutiva”. Un altro aspetto trattato è stato quello della nuova rete ospedaliera regionale che “non dovrà penalizzare la nostra provincia e che deve prevedere il riconoscimento, per l’ospedale di Siracusa, del secondo livello, con la presenza di reparti essenziali per l’area di emergenza come neurochirurgia e neuroradiologia interventistica e per la gestione di importanti patologie complesse”, conclude l’Osservatorio Civico.




Zona industriale,la Cisl invita alla concretezza: “Partire dalla mappatura esuberi-esigenze”

“L’area industriale siracusana è un sistema integrato di produzione da tutelare in maniera completa. Come ogni sistema integrato, rappresenta il nodo di quella macroeconomia che muove l’intero sistema produttivo, sociale ed economico. Ogni singola vertenza della zona industriale, interessa e ricade sull’intera area”.
Così il segretario generale della Ust Cisl Ragusa Siracusa, Giovanni Migliore, interviene su quanto sta accadendo nella zona industriale, che deve farci comprendere che è arrivato il momento di indirizzare il nostro impegno su tre livelli ben precisi.
Il primo riguarda -spiega Migliore- il piano complessivo di interconnessione delle aziende presenti nel nostro polo. Le loro produzioni, i loro scambi di prodotti, i problemi possibili nell’ipotesi di dismissione di questo o quell’impianto da parte di una di loro.
Dobbiamo sapere -prosegue- quale effetto domino potrebbe innescarsi in questi casi. È già accaduto e si sta ripetendo. Il mercato detta gli interessi delle aziende, le loro produzioni, ma dobbiamo essere in grado di ‘leggere’ in anticipo qualsiasi rischio.
Il secondo livello – dice ancora Migliore – deve riguardare un’attenta mappatura tra esuberi previsti durante la transizione dei siti e il reale fabbisogno professionale dopo la riconversione. Lavoratori diretti e dell’indotto rappresentano quel contesto sociale sorretto da un’area industriale importante. Dietro ognuno di loro c’è una famiglia che, spesso, vive con quel solo reddito. Qui i numeri vanno moltiplicati e non bisogna affatto sottovalutare alcun segnale.
Il terzo livello che bisogna approfondire perché certamente il più a rischio, – conclude il segretario generale della Cisl territoriale – riguarda la rete economica sociale alimentata grazie alla zona industriale. Chi lavora guadagna, chi guadagna spende sul territorio. È una legge dell’economia che probabilmente appare talmente scontata da sottovalutarla a volte. Non possiamo decantare la percentuale del Pil prodotto se poi non comprendiamo le sofferenze di quelle attività sulle quali si riversa la crisi occupazionale del polo.
Questo territorio non ha più bisogno di titoli ad effetto, ma di azioni che riempiano di contenuti le proposte da fare. Noi partiamo concentrandoci su questi tre aspetti, sui tavoli tecnici arrivino numeri e scenari attuali e possibili”.




Tributo speciale per rifiuti in sedi di discarica, Spada (Pd): “Bene dopo anni di negligenza”

“Il riconoscimento del tributo speciale per il conferimento dei rifiuti solidi da destinare ai comuni sedi di discarica è un risultato importante dopo vent’anni di negligenza per il mancato recepimento della norma nazionale”.
A sottolinearlo è Tiziano Spada, deputato regionale del Partito Democratico, dopo l’approvazione da parte dell’Assemblea Regionale Siciliana della legge che definisce la percentuale del tributo speciale per il conferimento dei rifiuti solidi da destinare ai comuni sedi di discarica e a quelli limitrofi.
“Il disegno di legge, a firma del presidente della 4^ Commissione Ambiente e Territorio,Giuseppe Carta, è stato modificato nel testo grazie all’emendamento proposto dal collega Nuccio Di Paola, che ho sottoscritto. Il contributo è stato aumentato di dieci punti percentuali, dal 25 al 35%. Come ho avuto modo di spiegare in aula, si è trattato di un intervento necessario e di una misura di correttezza per quei comuni della Sicilia che vivono quotidianamente il disagio della presenza degli impianti di smaltimenti dei rifiuti. Nella provincia di Siracusa, ad esempio, sarebbero beneficiari del contributo i comuni di Augusta, Lentini e Carlentini”.
Spada aggiunge: “La misura si è resa necessaria per l’incapacità, negli ultimi vent’anni, di recepire la norma nazionale e permettere ai comuni di beneficiare di questo ristoro. Considerato che non verranno liquidati gli arretrati, l’aumento di percentuale del tributo speciale per il conferimento dei rifiuti solidi è stato un atto di onestà intellettuale e politica nei confronti non solo delle amministrazione locali ma soprattutto dei cittadini”.