Gravi difetti strutturali sul viadotto, problema serio in autostrada tra Avola e Cassibile

C’è un serio problema strutturale all’origine della chiusura del tratto autostradale tra gli svincoli di Avola e Cassibile. E potrebbero volerci tempi lunghi per rimettere in sicurezza il viadotto interessato da recenti ispezioni disposte dal Consorzio delle Autostrade Siciliane. Al momento, nessuna indicazione certa da parte del Cas. I disagi, però, sono quotidiani con tutto il traffico in direzione nord deviato sulla Statale 115.
Difficile avere informazioni precise, anche la Polizia Stradale è in pressing sul Consorzio per ottenere riscontri tali da operare una pianificazione delle attività. L’unico dato certo è che la situazione è grave. In particolare, il viadotto Cassibile non è più in grado di assicurare la piena capacità portante. Lo scrivono proprio i tecnici del Consorzio delle Autostrade Siciliane: “sul viadotto Cassibile (…) sono stati riscontrati dei difetti strutturali che riducono le capacità portanti del viadotto”. Non si tratterebbe di un vero e proprio rischio crollo ma sono stati riscontrati dei difetti strutturali importanti. Al momento non c’è alternativa alla chiusura del tratto Avola-Cassibile fino a quando non saranno ripristinate le necessarie condizioni di sicurezza. E i tempi potrebbero davvero essere lunghi.
Cosa fare nell’attesa? In valutazione c’è la possibilità di istituire il doppio senso sull’altra carreggiata del viadotto, ma solo per le auto. Non è così scontato, perchè le condizioni del viadotto sono serie.
Il deputato Luca Cannata (FdI) ha presentato un’interrogazione al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti riguardante la gestione del Consorzio Autostrade Siciliane (Cas), in relazione alla chiusura del tratto autostradale tra Avola e Cassibile sull’autostrada A18 Siracusa-Gela. “Riconoscendo la necessità di garantire la sicurezza degli utenti della strada, è fondamentale che vi sia massima trasparenza sulle tempistiche previste per la riapertura del tratto e sull’adozione di eventuali misure alternative per alleviare i disagi. Siamo certi che il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti offrirà pieno supporto al Cas, monitorando da vicino la situazione e garantendo tutte le risorse necessarie per accelerare gli interventi e ridurre al minimo i disagi per cittadini e imprese. E siamo certi che il Ministero interverrà in modo rapido ed efficace per tutelare la sicurezza degli automobilisti e garantire il ripristino della viabilità nel più breve tempo possibile”.




Industria, esuberi Sasol: il sindaco di Augusta, “I lavoratori non si toccano”

“La notizie del piano di riorganizzazione aziendale di Sasol, con il probabile “taglio” di 65 lavoratori pone un tema nuovo, che non era in discussione e che deve vedere la provincia compatta, a tutela dei cittadini”. Il sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare rende chiara la sua posizione rispetto ad una vicenda che sta allarmando la zona industriale e che pone interrogativi sul futuro occupazionale di decine di lavoratori. Di Mare non lascia spazio ai dubbi. “Nessuna riorganizzazione aziendale- afferma- si può operare sulle spalle del territorio. L’occupazione va tutelata. Altrettanto necessario, ovviamente, che le aziende vengano sostenute. Il Governo e la Regione l’hanno fatto in questi anni ma è giunto il momento di parlare di soluzioni”. Il primo cittadino di Augusta fa un’analisi del contesto in cui la notizie dei possibili 65 esuberi è arrivata, apparentemente come un fulmine a ciel sereno. “La prospettiva dei licenziamenti- commenta Di Mare- amplifica la crisi della zona industriale, perché si allarga al livello sociale. Questo è un territorio che ha dato tanto alle aziende ed al nostro Paese. Non è possibile valutare solo il punto di vista della convenienza economica”. Di Mare è pronto a raccogliere l’appello lanciato da Giuseppe Carta, deputato regionale e sindaco di Melilli, secondo il quale occorre fa fronte comune per evitare conseguenze disastrose per il polo industriale. “Sono d’accordo- dice ancora Di Mare- Noi sindaci abbiamo la responsabilità di far sentire la voce dei cittadini che rappresentiamo e siamo quindi pronti a qualunque azione sia necessaria per far comprendere all’aziende che non si opera ai danni delle famiglie del territorio”. Se l’emergenza riguarda Sasol, la questione è più ampia. “Il tema è complessivo- fa notare il sindaco di Augusta- Il Polo Petrolchimico è in crisi, probabilmente anche a causa di mancanze negli ultimi 15 anni. Oggi siamo davanti ad un malato e si poteva evitare di perdere tempo prezioso quando si iniziava a parlare di riconversione. La situazione adesso- riconosce Di Mare- è difficile da gestire ma dobbiamo farcela, con l’impegno di tutti. In questa provincia si avverte l’esigenza di crescere insieme, di unirci nelle battaglie, concretamente, con le azioni e nelle visioni. Solo se riusciremo a non rivelarci deboli riusciremo a superare l’emergenza sociale del nostro territorio”.




La piaga della pedopornografia, conversazione con don Fortunato Di Noto

Da oltre trent’anni don Fortunato Di Noto combatte la pedopornografia online. Con la sua associazione Meter è un vero e proprio baluardo nella lotta ad ogni forma di abuso sui minori. Il sacerdote avolese ha contribuito anche a riformare la legislazione italiana, oggi tra quelle all’avanguardia in materia.
Dopo i 12 arresti eseguiti oggi in tutta Italia, nell’ambito di un’operazione della Polizia di Venezia – con un arresto anche a Siracusa – emerge ancora una volta come il fenomeno non conosca ambiti o confini territoriali, con una produzione in aumento nonostante una nuova sensibilità e mille attenzioni, anche normative.
La nostra conversazione con don Fortunato Di Noto:




Verifiche su atti urbanistici ad Augusta, è scontro tra Gilistro (M5S) e il sindaco Di Mare

“Entro la fine di febbraio o al massimo a metà marzo, la Regione completerà l’esame dei documenti ricevuti dal Comune di Augusta e contestualmente deciderà se avviare o meno l’ispezione sulla serie di atti di indirizzo prodotti dall’amministrazione comunale volti alla realizzazione di piccoli e grandi centri commerciali e grandi insediamenti residenziali in aree che vengono ritenute di dubbia utilizzabilità, nelle more dell’approvazione del PRG”. Così il deputato regionale M5S Carlo Gilistro, al termine dell’audizione tenuta in commissione Ambiente all’Ars e da lui richiesta per fare chiarezza su una questione che va avanti da tempo e alla quale hanno partecipato i consiglieri comunali Roberta Suppo e Uccio Blanco (M5S) e Giancarlo Triberio e Milena Contento (PD). Lo scorso luglio il deputato pentastellato aveva presentato un’interrogazione e una richiesta di audizione sul tema. E poi la decisione della Regione di nominare degli ispettori da inviare al Comune di Augusta per verificare una serie di atti urbanistici.
“I dirigenti del dipartimento Ambiente della Regione presenti in commissione – ha detto Gilistro – sono stati chiari. A breve l’esame della documentazione inviata dal Comune sarà completata e con il quadro completo sarà deciso se inviare gli ispettori o meno. Questa audizione è stata importante per accendere luci e per fare chiarezza, per salvaguardare la cittadinanza, ma anche garantire agli imprenditori che tutto avvenga nella piena legalità e non si facciano passi falsi con procedure che poi potrebbero causare danni economici e procedure legali lunghe e costose. Bisogna sempre ricordare che la trasparenza e la legalità sono irrinunciabili per il futuro delle prossime generazioni”, conclude il deputato regionale del Movimento 5 Stelle.
Non si fa attendere però la replica del sindaco di Augusta Giuseppe Di Mare e del deputato regionale Carlo Auteri.
“Rispediamo al mittente le accuse di chi tenta di far passare per vere ricostruzioni prive di fondamento. Dal primo giorno operiamo con grande senso di responsabilità, nel pieno rispetto del territorio e sempre all’interno del dettato normativo, con l’obiettivo di garantire lo sviluppo della città e migliorare la qualità della vita dei cittadini di Augusta. Non ci facciamo intimidire da chi cerca di ostacolare il cambiamento con allarmismi ingiustificati e distorsioni della realtà”, dichiara il sindaco di Augusta, Giuseppe Di Mare, in risposta al deputato regionale del M5S Carlo Gilistro sulla presunta ispezione al Comune. “Ieri, durante la Commissione Ambiente all’Ars, alla presenza dei dirigenti del Dipartimento Ambiente della Regione Siciliana, è stato chiarito in maniera inequivocabile – aggiunge il deputato Carlo Auteri – che i pareri necessari sono tutti presenti e che l’unica ulteriore verifica richiesta riguarda un esame più approfondito della documentazione già trasmessa dal Comune. Non si è mai parlato di ispezioni, né tantomeno di irregolarità”. Chiosa quindi Di Mare: “Il percorso seguito dall’amministrazione comunale è stato e continuerà a essere caratterizzato dalla massima trasparenza e dalla ferma volontà di operare secondo le normative vigenti, garantendo al contempo investimenti e opportunità per la città. Augusta merita serietà e rispetto, non campagne di disinformazione e tentativi strumentali di bloccare il suo sviluppo”.




Palaindoor, inizia la costruzione. Gibilisco: “Il 17 febbraio la posa della prima pietra”

Finalmente c’è una data per l’avvio dei lavori di costruzione del Palaindoor di Siracusa, alla Pizzuta. L’importante è non essere scaramantici: 17 febbraio. “Una notizia che gratifica gli amanti dello sport”, esulta l’assessore Giuseppe Gibilisco. Superati tutti gli scogli dei mesi scorsi, pare finalmente esser tempo di posa della prima pietra attesa già ad ottobre 2024 e ora davvero ad un passo.
Il Palaindoor è un impianto al coperto polivalente, di forma triangolare, con struttura portante in acciaio e travi reticolari, ampie facciate con vetrate per una superficie coperta complessiva di 2.450 mq. E’ pensato per la pratica al coperto di discipline come salto con l’asta, salto in lungo, salto in alto e lancio del peso. La parte centrale del nuovo fabbricato sarà adibita ad ospitare attrezzature per la pratica della ginnastica artistica: su apposita pavimentazione anti-trauma ed antishock in gomma vi saranno installati attrezzi come parallele, sbarra, anelli e trampolini.
La realizzazione è stata finanziata con 2 milioni del Pnrr e 1,6 milioni di mutuo contratto con il Credito Sportivo, da restituire in 20 anni dal 2024. Il costo complessivo per la costruzione è quindi di 3.886.870,7 (240mila euro vengono coperti dal Fondo per l’avvio di opere indifferibili e con entrate proprie di Palazzo Vermexio).
Il nuovo spazio per lo sport al coperto era stato “pensato” per l’area del camposcuola Pippo Di Natale. La scelta di realizzare la struttura in un’area sottoposta a vincolo ed a due passi dalla zona archeologica della Neapolis, sollevò critiche e resistenze nel 2023, sino alla decisione, operata dal Comune di Siracusa, di “spostare” quella realizzazione – finanziata dal Pnrr e con l’accensione di un mutuo – alla Pizzuta. Una mossa in extremis, per non perdere il finanziamento nello stallo venutosi a creare.




Il Consiglio comunale passa la palla al sindaco: “Riapra immediatamente il parcheggio Damone”

Il caso del parcheggio di via Damone in Consiglio comunale. Una seduta, quella di ieri sera, in cui ha vinto una certa maturità nell’affrontare il caso, accelerando in particolare sul fronte delle soluzioni possibili, mettendo da parte la contrapposizione politica tout court. In attesa di accertare le eventuali responsabilità, hanno partecipato alla seduta anche i commercianti dell’area riqualificata Tisia/Pitia, direttamente interessati dalla chiusura dell’area di sosta. Le loro ragioni, in apertura di seduta, sono state illustrate dal presidente Cenaco, Franco Veneziano. “Bisogna trovare una soluzione”, la richiesta indirizzata all’assise.
Una esigenza emersa anche negli interventi dei consiglieri che hanno animato il dibattito. Al termine, è stata approvata all’unanimità la mozione proposta dal gruppo del PD e fatta propria da tutte le forze consiliari. Un provvedimento con cui si impegnare il sindaco “ad adottare tutti i provvedimenti necessari per aprire immediatamente il parcheggio di Via Damone”, nelle more della necessaria variazione urbanistica.
In base ad alcune previsioni normative, in particolare l’arti.50 del T.U. Enti Locali, il primo cittadino – spiegano Pd e FI – può adottare tutti i provvedimenti necessari per aprire il parcheggio immediatamente e consentire subito la sua fruizione ai tanti residenti della zona, a coloro che vi si recano per lavoro e a tutti i clienti dei tantissimi negozi del comprensorio di via Tisia, via Pitia, largo Dicone, via Polibio, viale Zecchino.
“Uno scatto d’orgoglio del Consiglio comunale che impegna così il sindaco ad assumersi il peso del suo incarico e di riaprire il parcheggio, come ha già fatto nei mesi precedenti”, ribadisce il capogruppo Pd.




Come nasce il pasticcio via Damone? “Dirigente andò in pensione e si perse di vista la variante”

A spiegare in Consiglio comunale come sarebbe nato l’errore al centro del noto caso parcheggio Damone è stato l’assessore Enzo Pantano. L’esponente della giunta Italia ha spiegato di avere lungamente approfondito il caso, anche nel corso di una telefonata con il dirigente che seguì l’iter del progetto di riqualificazione di via Tisia/Pitia nelle sue prime fasi, per poi andare in pensione. Era il 2007 e “l’architetto Di Guardo (il dirigente dell’epoca, ndr) mi ha detto che la problematica emerse e si cercò di avviare già allora il procedimento per avviare la variazione urbanistica. Quando Di Guardo è andato in pensione, però, i successivi rup hanno perso di vista la cosa. Svista o malinteso – dice in aula Pantano – questa cosa è passata inosservata”.
Negli anni, in sostanza, la premura per avviare l’intervento per scongiurare la perdita del finanziamento avrebbe poi ulteriormente spinto fuori dai radar il problema, emerso solo ad ottobre scorso.
“Buon senso chiede di trovare oggi una soluzione, perché la chiusura del parcheggio è un problema collettivo”, ha aggiunto l’assessore che non si è sottratto al confronto in Aula. “Abbiamo verificato la possibilità di attivare il percorso per la variazione urbanistica. I tempi non sono brevi. Dobbiamo predisporre la documentazione e poi inviare tutto in Regione”, ha spiegato. Almeno tre mesi di tempo. Ma non è finita così. “La Regione, una volta ricevute le carte, ha 90 giorni di tempo per rispondere. Se non risponde, toccherà al Consiglio comunale procedere con la variazione urbanistica”. Questa l’indicazione dell’assessore Pantano: almeno 6/7 mesi, salvo imprevisti.
“Avremmo potuto seguire questo iter anche col parcheggio aperto”, aggiunge con rammarico. “Iniziamo la procedura ma riaprirlo adesso è impossibile”, conclude Enzo Pantano.
Alternative per tamponare l’emergenza sosta in questi mesi? “Proviamo a trovarle, ma non è semplice. Nelle vicinanze – dice ancora Pantano – non ci sono aree pubbliche o private disponibili. La più vicina è a 400 metri di distanza. Abbiamo anche chiesto al supermercato di via Tisia possibilità di utilizzare il loro parcheggio interrato. Attendiamo. Ci sarebbe anche un terreno in via Paolo Caldarella, nei pressi della Cittadella dello Sport. Abbiamo chiesto alla Soprintendenza per verificare l’esistenza di eventuali vincoli. Se possiamo realizzare lì un parcheggio, acquisteremo l’area. Ma vogliamo essere sicuri che non ci siano vincoli o sorprese”.

Qui il video dell’intervento in Consiglio comunale




Parcheggio a servizio di via Tisia, adesso la priorità è riaprire. Milazzo (Pd): “Uniti per risolvere”

La priorità è quella di riaprire il parcheggio di via Damone. È quanto emerge dopo la seduta di Consiglio comunale in cui è stata approvata la mozione firmata dal capo gruppo di Insieme, Ivan Scimonelli. Partendo dal problema relativo agli allagamenti e dalle difficoltà del comprensorio di via Tisia, via Pitia e via Damone, è stato infatti trattato il tema del parcheggio di via Damone. “Da lì nasce la proposta del Partito Democratico di impegnare il sindaco a trovare gli strumenti amministrativi per un’apertura immediata”, dice il consigliere comunale del Pd Massimo Milazzo ai microfoni di FMITALIA. “A mio avviso è stata scritta una bella pagina, perché ieri il Consiglio comunale è stato unito nel dire all’Amministrazione attiva di risolvere il problema nell’immediato”.




Messina (FI), “Dopo il maltempo e il fango di ottobre ho scoperto il pasticcio Damone”

Il parcheggio di via Damone nella serata di ieri ha fisicamente chiuso i suoi cancelli. Dopo l’ordinanza firmata dal dirigente del settore Mobilità e Trasporti con il provvedimento di chiusura, le polemiche sono state tante e le ipotesi messe in campo per trovare una soluzione altrettante. Ma da dove nasce tutto? E soprattutto, perché questa difformità urbanistica non è stata denunciata prima? Sono queste le domande che si sarà posto ogni cittadino. L’opposizione nei mesi scorsi, con una interrogazione a firma di Fernando Messina e Ivan Scimonelli, ha fatto emergere come il parcheggio sia stato realizzato in una zona in cui il Prg prevedeva invece area a verde e giochi. Galeotto fu il maltempo di fine ottobre, con il parcheggio a servizio della riqualificata area commerciale Tisia/Pitia che è diventato una colata di fango.

Il racconto del consigliere comunale di Forza Italia, Ferdinando Messina.

A spiegare in Consiglio comunale come sarebbe nato il pasticcio di via Damone è stato l’assessore Enzo Pantano. L’esponente della giunta Italia ha spiegato di avere approfondito il caso, anche nel corso di una telefonata con il dirigente che seguì l’iter del progetto di riqualificazione di via Tisia/Pitia nelle sue prime fasi, per poi andare in pensione. Era il 2007 e “l’architetto Di Guardo (il dirigente dell’epoca, ndr) mi ha detto che la problematica emerse e si cercò di avviare già allora il procedimento per avviare la variazione urbanistica. Quando Di Guardo è andato in pensione, però, i successivi rup hanno perso di vista la cosa. Svista o malinteso – dice in aula Pantano – questa cosa è passata inosservata”.
Messina non usa mezzi termini sul caso, stigmatizzando con uno “stendiamo un volo pietoso”. Ma la proprietà dell’opposizione, come spiega lo stesso consigliere comunale di Forza Italia, è trovare una soluzione immediata per la riapertura del parcheggio di via Damone.




Campi da tennis della Cittadella: c’è un nuovo gestore ma è di nuovo polemica

Affidata all’Asd Circolo Tennis Farina la gestione dei campi da tennis della Cittadella dello Sport, ma la vicenda potrebbe subito approdare al Tar e non è escluso che arrivi al Giudice Civile e perfino in Procura. L’aggiudicazione definitiva è arrivata con una determina dirigenziale del 23 gennaio scorso, al termine delle procedure avviate nei mesi scorsi, con l’avvio della procedura nell’ambito della quale il Comune ha inizialmente invitato dieci associazioni sportive della città a partecipare. Solo due di queste hanno, entro il termine del 26 agosto, presentato la loro offerta: da una parte, l’Asd Circolo Tennis Farina, dall’altra il Country Club Tennis Siracusa 2.0, che negli anni passati ha svolto l’attività all’interno della struttura sportiva pubblica fino alla chiusura dei campi, decisa dal Comune lo scorso aprile.
Dopo l’apertura, in seduta pubblica, delle buste, entrambe le associazioni sono state ammesse, inizialmente con riserva per via della documentazione amministrativa incompleta. Il soccorso istruttorio si è concluso a settembre, quindi si è proceduto alla verifica delle offerte tecniche e poi a quelle economiche. Il punteggio accordato al Circolo Tennis Farina è stato di 73,41, mentre all’Asd Country Club Tennis Siracusa 2.0 è stato attribuito un punteggio di 56,47.
L’Asd Country Club Tennis Siracusa 2.0 contesta la decisione del Comune, ritenendo che possano esserci diversi profili di anomalia. Per questo, attraverso l’avvocato Giuseppe Fera, si prepara a ricorrere in diverse sedi della giustizia. “Il primo problema che salta all’occhio- spiega il legale dell’associazione sportiva esclusa- è che ad aggiudicarsi la gestione sia stata un’associazione che ha offerto, come canone annuo, una cifra più bassa rispetto alla concorrente, un danno per i siracusani che potranno contare, quindi, su un importo inferiore per il loro bene. Parlando in cifre, mentre il circolo Farina ha proposto un canone annuo di 15 mila euro, il Country Club ha messo sul tavolo 16 mila 200 euro l’anno. In secondo luogo-prosegue Fera- sorprende che si preferisca un’associazione che non ha mai lavorato all’interno della Cittadella rispetto ad un’associazione che ha anche investito nella struttura, per oltre 70 mila euro, in cui ha lavorato negli ultimi anni, tanto da ottenere targhe di encomio dallo stesso Comune. Non si comprende- aggiunge il legale del Country Club – cosa sia accaduto solo qualche settimana dopo la consegna di quelle targhe di encomio”. Un altro aspetto riguarda, a questo punto, “i beni che la nuova associazione aggiudicataria dovrebbe utilizzare. La titolare di tali beni (impianto di illuminazione, impianto idrico, panchine ecc) è l’Asd che rappresento. Non si capisce come il nostro concorrente debba adesso utilizzarle, cosa esattamente sia stato affidato all’associazione, insomma”. Secondo il legale del Country Club Tennis Siracusa 2.0 parla di “una serie di incoerenze al cospetto delle quali adesso ci troviamo. Teoricamente dovremmo riprenderci i nostri beni, sono nostri. In caso contrario potremmo anche trovarci davanti ad un’ipotesi di appropriazione indebita”. A questo si aggiungerebbero altre questioni, che riportano alla stessa stesura del bando. “La realtà descritta in quel bando- sostiene Fera- non esiste. Sono stati rappresentati beni con determinate caratteristiche, ma in realtà sono diverse. In un mondo di buon senso bisognerebbe fermare tutto”. Infine un’ultima considerazione. “Non ci scandalizza che si possa aver seguito un’opzione più politica che tecnica- conclude l’avvocato dell’associazione esclusa- ma questo orientamento si deve comunque muovere secondo criteri di legalità e ci sembra siano stati travalicati”.

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