Lampade votive: “Nessuna condizione giuridica giustifica proroghe alla concessionaria”

“Sulla vicenda delle lampade votive non esistono condizioni giuridiche per giustificare ulteriori proroghe e la prosecuzione dell’attività dell’attuale concessionaria”.
Il gruppo di Fratelli d’Italia ha posto oggi l’attenzione sul tema nel corso del Question Time in consiglio comunale. L’interrogazione ha ottenuto risposta scritta degli Uffici. I consiglieri Paolo Cavallaro e Paolo Romano entrano nel merito ed informano “dell’avvenuta richiesta di parere legale, che consentirà, così scrivono gli uffici, di chiarire le determinazioni da assumere in ordine ai riflessi economico finanziari della gestione medio tempore espletata dalla ditta concessionaria, per quanto attiene al pagamento del canone”. FdI contesta le tempistiche. “È noto che gli uffici conoscono questa vicenda da circa un anno-fanno notare Cavallaro e Romano- Perché viene chiesto soltanto ora il parere e nessuno dall’ Amministrazione si è preoccupato di informare per trasparenza i cittadini in ordine alla vicenda di cui parlano da mesi tutti i giornali? Quando arriverà il parere legale e quando saranno prese decisioni definitive sulla vicenda?”.
Altro tema affrontato, quello relativo ai canoni di concessione degli assegnatari degli alloggi di edilizia residenziale popolare.
“Risulta che il 41% degli immobili – evidenziano i consiglieri di Fratelli d’Italia- sono occupati abusivamente e che per gli anni dal 2020 al 2024 sono state iscritte a ruolo somme non pagate per oltre 6 milioni e 300 mila euro, una somma enorme che stride fortemente con le giuste rivendicazioni dei cittadini in ordine allo stato manutentivo delle case popolari. Un problema sociale enorme. A fronte del 41% di case popolari occupate abusivamente, ci sono migliaia di cittadini indigenti e non che cercano case in affitto e non le trovano se non a fronte di canoni insostenibili”.
Il gruppo consiliare ha annunciato l’intenzione di presentare in commissione consiliare un ordine del giorno per verificare la possibilità, “prevista dalla legge 431/1998, di intervenire con agevolazioni al fine di ampliare l’offerta di proposte locative ai cittadini”. L’idea di Cavallaro e Romano è che “recupereremo pochissimo dei 6 milioni di canoni non riscossi, con grave danno all’erario, che poteva essere evitato attraverso una gestione accorta del patrimonio comunale”.
Infine i chiarimenti richiesti in merito ai lavori di realizzazione della sala operativa di protezione civile sulla via per Floridia. “È tutto fermo -tuonano i consiglieri di FdI- in attesa della definizione di una consulenza tecnica d’ufficio disposta dal Tribunale, in conseguenza della contestazione dell’Amministrazione comunale in ordine ai lavori eseguiti dalla ditta appaltatrice. Non viene detto nulla sulla probabile tempistica per la ripresa dei lavori oramai sospesi da parecchi anni. Eppure il tema della protezione civile è fondamentale, in una zona altamente sismica, come la nostra, e con svariati problemi anche di natura idrogeologica. Chiediamo di accelerare in modo che si completino i lavori e si apra la nuova sala operativa della Protezione civile”.




Sp Floridia-Priolo, verso i lavori? “Sopralluogo del Libero Consorzio, ora si faccia presto”

“Via libera all’iter che condurrà all’esecuzione degli interventi sulla strada provinciale 25 Floridia-Priolo”. Il sindaco di Priolo, Pippo Gianni esprime soddisfazione per l’esito dell’interlocuzione avviata con il Libero Consorzio Comunale, retto dal presidente Michelangelo Giansiracusa. “Spero che il sopralluogo effettuato sul posto dai tecnici dell’ente- afferma Gianni – non sia fine a se stesso ma che possa portare al più presto all’inizio dei lavori. Ho inviato al presidente Michelangelo Giansiracusa diverse lettere per chiedere l’avvio degli interventi sulla SP 25 e a fine ottobre ho inviato un’altra lettera per richiedere anche un intervento per la realizzazione di una rotatoria all’incrocio tra Via Salso, la S.P. 25 e Contrada Spatinelli, a tutela della sicurezza pubblica e della viabilità urbana ed extraurbana. Tale nodo stradale, insistente su un’arteria di competenza provinciale, risulta caratterizzato da un elevato volume di traffico veicolare e da comprovate criticità in termini di sicurezza e fluidità della circolazione”.
Il Comune di Priolo ha predisposto un documento di indirizzo alla progettazione (Dip) che individua criteri, linee guida e obiettivi funzionali dell’opera, se servisse a disposizione del Libero Consorzio per “accelerare i tempi”.
“Obiettivo -conclude il sindaco Gianni- è quello di tutelare le esigenze di sicurezza della collettività”.




Ragazzina aggredita, bulle in Ortigia. La denuncia: “sabato sera violento”

Un’aggressione in corso, un gruppo di giovanissime ne accerchiano una, le tirano i capelli, la mettono in seria difficoltà. La scena non sfugge ad altri giovanissimi, che notata l’azione del branco, la interrompono, tentando di allontanare dalla vittima chi si stava avventando contro lei. Ne scaturisce, poco dopo, una rissa più importante, quando le ragazze chiamano “rinforzi”, gli amici. La vicenda si conclude con delle lesioni lievi e tanta amarezza. Sarebbe accaduto sabato sera nei pressi di Porta Marina secondo quanto denuncia attraverso il suo profilo social l’ex assessore comunale Carlo Gradenigo.
Questo il suo racconto.
“Sabato sera Porta Marina 29 novembre: un gruppo di ragazzine stanno menando una loro coetanea. L’azione del branco viene interrotta da dei giovani che attratti dalle urla della ragazzina accerchiata intervengono per sedare la rissa tirandone via una di quelle più attive a strappare i capelli della vittima. Ma è a quel punto che l’aggressore si trasforma in aggredita sentendosi violata da colui che per allontanarla dalla sua azione avrebbe osato toccarla. Esplode così in un mix sconclusionato di femminismo e patriarcato racchiuso nella frase: “I fimmini nun si toccunu, ora chiamo i masculi e viremu…” terminata la quale si sarebbero materializzati 4 soggetti alla volta dei giovani che nel frattempo stavano andando via. L’attimo seguente uno ha un taglio sopra l’occhio destro a seguito di un pugno scagliato da dietro sugli occhiali, l’altro finito a terra viene preso ripetutamente a calci, un terzo amico accorso per aiutarlo si becca una testata in pieno volto. Solo l’intervento di un esercente e l’arrivo della polizia da quest’ultimo allertata fa dileguare gli aggressori evitando il peggio. Dalle prime ipotesi si tratterebbe di soggetti già conosciuti alle forze dell’ordine e dediti a questo genere di attività organizzate”.
L’amarezza di Gradenigo è evidente. “Tutto ciò- fa notare- avviene di sabato sera in pieno centro, nel nostro quartiere simbolo (Ortigia) ad opera di siracusanissimi ragazzini e ragazzine ai quali andrebbero aperti gli occhi sul significato di valori e prospettive, a partire dalla legalità e rispetto del prossimo. Fattori importanti affinché da un lato non si ripetano tali episodi e dall’altro non passi il messaggio omertoso che davanti agli stessi sia meglio farsi gli affari propri e passare oltre. Perché si può campare anche 100 anni -conclude l’ex assessore- ma la qualità dell’ambiente in cui li trascorri può fare una gran differenza”.
La polizia sta conducendo delle indagini per fare luce sulla vicenda e chiarire l’esatta dinamica di quanto accaduto.




Ragazzina aggredita, Gilistro(M5S): “Gioventù violenta, sono i nostri figli”

I contorni sono ancora da chiarire ma lascia certamente sgomenti e con un forte senso di amarezza l’episodio che si è verificato lo scorso sabato sera in Ortigia, nel cuore del centro storico e della movida siracusana. Secondo quanto denunciato attraverso i social dall’ex assessore Carlo Gradenigo, mentre una ragazzina veniva aggredita da un gruppo di coetanee, un altro gruppetto di giovani, notando la scena, sarebbe intervenuto in suo soccorso. Uno di loro avrebbe toccato, per allontanarla, la ragazzina che appariva maggiormente aggressiva. Ne sarebbe scaturito un ulteriore motivo di violenza, con l’intervento successivo di altri amici ed una rissa che avrebbe provocato ad alcuni dei partecipanti delle lesioni, per fortuna lievi. La polizia indaga per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto ma le reazioni di sgomento ed anche di preoccupazione, soprattutto da parte di genitori di figli adolescenti, si moltiplicano e viaggiano anche attraverso i social. Sul tema è intervenuto anche il deputato regionale Carlo Gilistro del Movimento 5 Stelle.
“Quello che è successo sabato sera a Porta Marina- il suo commento carico di amarezza- non è “una rissa tra ragazzi”. È una pugnalata allo stomaco. Una ragazzina circondata e picchiata da altre ragazzine, dei giovani che intervengono per aiutarla, poi il branco che arriva, pesta, ferisce e scappa. Nel cuore di Ortigia, che dovrebbe essere il posto dove portare i figli a respirare bellezza, non paura. Io questa storia la sento prima di tutto da papà e da nonno- puntualizza il parlamentare dell’Ars e pediatra- E mi arrabbio. Perché questi ragazzi non sono alieni: sono cresciuti nelle nostre case, nelle nostre scuole, nelle nostre strade. La violenza non nasce sotto un lampione: nasce molto prima, nelle parole che usiamo, nei modelli che offriamo, nelle volte in cui minimizziamo, nelle scene a cui assistiamo facendo finta di niente. Nasce quando chi interviene per aiutare viene trattato da sciocco invece che da esempio.
Se una ragazzina può urlare “i fimmini nun si toccunu, ora chiamu i masculi” mentre picchia un’altra ragazza- continua Gilistro- vuol dire che abbiamo confuso tutto: parole importanti usate per giustificare l’opposto. Questo cortocircuito non l’hanno creato da soli i ragazzi. L’abbiamo costruito noi adulti, mattone dopo mattone, tra silenzi, superficialità e rassegnazione”. Urgente, secondo il deputato regionale correre ai ripari.
“È qui che entra in gioco la Comunità educante-ricorda- Non è uno slogan, è una scelta: decidere che famiglia, scuola, istituzioni, quartiere parlano con una sola voce. La stessa, ovunque. Che dice chiaro che la violenza non è normale, che il branco non è un gioco, che chi tende la mano non è un ingenuo ma una risorsa. Allora vi chiedo una cosa scomoda ma necessaria: guardiamoci allo specchio. Io, tu, ognuno di noi. Come parlo davanti ai miei figli? Cosa giustifico? Cosa faccio finta di non vedere? Perché di questo passo non promette bene, per niente. Ma non è scritto che debba finire così. Possiamo cambiare rotta, se cominciamo da qui: smettere di essere spettatori indignati e tornare ad essere adulti presenti. Una comunità che educa davvero è la sola cosa che, domani, potrà rendere di nuovo sicuro anche un sabato sera a Porta Marina”.




Siracusa, provincia in mutande. “Responsabilità diffuse, poca maturità collettiva”

Quel penultimo posto tra le provincie italiane, nella classifica sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, è un dato schiacciante per Siracusa. Per inquadrarlo bene, anzitutto, bisogna andare oltre la ricerca del colpevole facile. “Quando si precipita così in basso – dice Giampaolo Miceli di Cna Siracusa – le responsabilità ricadono in larga parte su chi governa i processi decisionali. Ma non solo. Alcuni indicatori raccontano molto anche del nostro comportamento civico”.

Il paradosso più evidente è in uno degli oltre 90 indicatori alla base dello studio. “Siamo 94esimi per partecipazione elettorale. A molti non interessa neppure andare a votare. Non si può dire ‘è sempre colpa della politica’ senza fare un minimo di autocritica collettiva. Pecchiamo di maturità”, dice Miceli. Un deficit culturale che si riflette anche nella facilità con cui il territorio si divide su ogni tema, dagli investimenti industriali ai servizi turistici. “È tutto ridotto al tifo. Questo impedisce scelte mature”.
Tra i dati più preoccupanti, quelli legati alla salute: mortalità evitabile (105° posto), mortalità per tumore (104°), speranza di vita alla nascita (106°). “Siracusa – denuncia Miceli – è fra le province più penalizzate dalle scelte della sanità pubblica nell’ultimo decennio. Quando i redditi sono bassi, come qui, curarsi diventa ancora più difficile”.
Ecco, il quadro economico è altro elemento di fragilità. Siracusa è tra le province con più pensionati, molte ore di cassa integrazione e redditi tra i più bassi del Paese. “La zona industriale, pur con tutte le sue criticità, resta l’unica che garantisce reddito ed export. Tutto il resto è ancora debole”, analizza Miceli. Il turismo rimane tra gli asset più promettenti, ma la sua forte stagionalità non garantisce stabilità ai redditi. Il patrimonio museale è ricco, ma poco valorizzato. “Abbiamo musei chiusi e siti inutilizzati: il valore non diventa reddito. E ogni volta ci dividiamo anche su questo”.
A questo si aggiunge un elemento particolarmente allarmante, la quasi totale assenza di start-up innovative. “È il segnale che manca crescita culturale d’impresa. Siamo ultimi in Italia per numero di laureati, ritratto di un territorio addormentato e che dice troppi no”. Dal rigassificatore agli investimenti privati, “il problema non è dire ‘no’ ma il dirlo senza competenza e senza un’alternativa. Se si dice no a tutto, senza visione e conoscenza dei fatti ma solo per inseguire del consenso facile, si finisce al 120° posto…”. Si rinuncia, insomma, alla responsabilità di essere alla guida – al comando – di una collettività.
Da chi o da cosa ripartire? “Dai sindaci del territorio provinciale. Non per addossare colpe – precisa – ma per assegnare responsabilità: sono il primo terminale del rapporto con i cittadini. Devono essere i primi a fare squadra sui grandi temi. E noi, come imprese e comunità, dobbiamo fare la nostra parte. Non basta dire ‘fatelo voi’. Bisogna iniziare a fare le cose insieme”.
Woody Allen, con una battuta, diceva che la maturità non si misura dall’età, ma da come reagisci quando ti ritrovi in mutande davanti a tutti. “Noi oggi siamo quella persona in mutande. Tutti ci guardano perché siamo penultimi. Ora dobbiamo reagire”.
Miceli conclude con un invito che è anche un monito. “Le classifiche non vanno subite. Sono un’occasione. Bisogna ragionare in modo maturo, individuare le priorità e lavorare insieme. Sindaci, imprese, associazioni, cittadini. Non c’è un uomo solo con la bacchetta magica che può risolvere le situazioni. C’è una comunità che deve tornare a essere adulta”.




Rilancio del commercio, Diana: “Bene gli incentivi in Borgata, ma occhio al caro affitti”

Un rilancio commerciale per tirare fuori la Borgata dalla marginalità in cui è sprofondata. Una delle due azioni allo studio del Comune di Siracusa è un programma di sgravi concessi a chi decide di avviare servizi o attività commerciali nel rione storico del capoluogo. “È la strada giusta”, commenta subito il presidente di Confcommercio Siracusa, Francesco Diana. “Tra l’altro questo è un programma che a livello nazionale Confcommercio sta mettendo in piedi con il suo progetto ‘cities’, ovvero un percorso di rigenerazione urbana di quei luoghi urbani che non sono più al centro dell’economia. L’idea degli sgravi ben si sposa con questo progetto, di cui parlerò nei prossimi giorni al sindaco di Siracusa. Lavoriamo su questi spunti, sono interessanti per la Borgata”.
L’idea è semplice: dare un taglio ai costi di avvio di un’impresa, rinunciando a tributi locali o riducendoli per un periodo di tempo determinato e coerente con le finalità della misura. Dal suolo pubblico alla Tari, alla tassa per l’insegna. “Utili sarebbero anche delle facilitazioni burocratiche”, suggerisce il presidente di Confcommercio Siracusa. “E poi c’è il discorso relativo ai proprietari degli immobili. Diversi oggi sono sfitti. Calmierare i prezzi, senza insistere con canoni da centro città e spesso fuori mercato, è un altro elemento da considerare se vogliamo davvero incentivare aperture e start up in Borgata”, osserva Diana.
Ma quali strumenti si possono mettere in campo? “Non molto più di azioni dolci come la moral suasion. Dobbiamo far capire al proprietario dell’immobile che un affitto ridotto non è una sconfitta. Le nuove aperture, i servizi rappresentano un valore aggiunto. Paradossalmente, contribuiscono ad aumentare il valore commerciale di un immobile o di una zona. Con uno schema di aumenti progressivi, si metterebbe in moto una vera azione di riqualificazione”. Certo, ci vuole pazienza e lungimiranza. Rinunciare tutti a qualcosa oggi per un affare di prospettiva e redditizio per gli anni a venire. Ma qui servirà qualcosa in più di una semplice moral suasion.
“Gli studi di Confcommercio Italia mostrano chiaramente la relazione tra la desertificazione commerciale di una zona ed il valore degli immobili presenti in quell’area. Cioè, se la città o un quartiere si desertifica commercialmente, vale a dire che chiudono e spariscono le saracinesche, anche gli immobili perdono valore”. Ecco perchè sostenere il commercio di vicinato è un’azione che – in senso lato – supporta l’intero sistema di un quartiere. In Ortigia la magia è riuscita: piano Urban. legge speciale e boom del turismo hanno trasformato il centro storico in un vero e proprio marchio territoriale. Una ricetta che, in parte, è replicabile in Borgata.




‘Trinca’ a Villa Reimann: “Individuati i responsabili, ferma condanna da parte degli altri studenti”

Individuati e richiamati dai responsabili universitari gli studenti di infermieristica notati mentre giocavano a pallone o alla “trinca” nei momenti di relax tra una lezione e l’altra a Villa Reimann. Si rasserenano gli animi dopo la nota dello scorso venerdì, a firma del presidente dell’associazione Christiane Reimann, Marcello Lo Iacono, secondo cui ci sarebbe un’evidente disparità di trattamento utilizzata dall’Ufficio Cultura del Comune di Siracusa rispetto alla chiusura dello storico immobile. “In particolare-ricorda Lo Iacono- non comprendevamo come mai i pericoli esistenti in Villa, che sono stati motivo della chiusura della villa alle visite delle scolaresche, dei visitatori e dei turisti, agli incontri ed alle manifestazioni culturali ed alla celebrazione dei matrimoni civili non fossero considerati pericoli anche per i 94 studenti del corso di infermieristica dell’Università di Catania che durante le pause delle lezioni utilizzano gli spazi del Parco”. Fin troppo chiaro che “non tutti i 94 studenti giocavano a pallone ed alla “trinca”. Quelli che hanno praticato tali attività, in effetti- chiarisce il presidente dell’associazione- sono pochi studenti che sono stati individuati e richiamati dai Responsabili universitari. La restante parte ha condannato tali atteggiamenti non consoni e ha dato prova di rispetto dei luoghi, di serietà, di applicazione agli studi, riconoscendo l’alto valore storico della Villa e della Donatrice Christiane Reimann che proprio nell’ambito infermieristico si è spesa ricoprendo per dodici anni la carica di Segretaria Generale del Consiglio Internazionale degli Infermieri”.




Otto nuove imprese a Priolo: presentato il nuovo Piano degli Insediamenti Produttivi

Pronte a fare impresa otto nuove aziende, che avvieranno la propria attività nell’area Pip di Priolo.
Il nuovo Piano Insediamenti Produttivi, è stato presentato nell’aula consiliare del Comune di Priolo Gargallo, alla presenza delle imprese interessate.
Sbloccato l’iter procedurale e assegnate le aree alle otto aziende che hanno presentato relativa richiesta e che potranno adesso realizzare le loro attività nel Comune di Priolo.
Motivo di soddisfazione per il sindaco, Pippo Gianni e per il suo vice e assessore alle Attività Produttive, Alessandro Biamonte, che insieme al consulente del sindaco per le Attività Produttive Francesco Garufi hanno presentato il piano.
Il Piano Insediamenti Produttivi è un progetto nato nel ’91 con l’allora amministrazione Gianni. Ottenne un primo finanziamento di 9 miliardi di lire.
Nel 2022, vista la scarsa richiesta da parte delle attività artigiane che non avevano le capacità economiche per creare un opificio in quel sito, il sindaco ha presentato richiesta alla Regione e ottenuto il nullaosta per procedere a cambiare le percentuali di insediamento, che prima erano del 30% per le piccole e medie imprese e del 70% per gli artigiani. Adesso le PMI avranno una percentuale fino al 70% e gli artigiani al 30%.




Stazione di Posta, servizi sanitari per gli ‘homeless’: incontro tra operatori e Asp

Continuità assistenziale garantita agli ospiti della Stazione di Posta 48, la nuova struttura di viale Ermocrate che accoglie temporaneamente persone senza fissa dimora. Questa mattina si è tenuto un incontro informativo tra gli operatori della struttura, gestita dall’Ats guidata dalla cooperativa Kolbe con Passwork, Il Sorriso e il Sicomoro, e i responsabili di vari servizi dell’Asp di Siracusa. L’azienda sanitaria provinciale garantisce, per le persone prese in carico dalla struttura, l’accesso ad ambulatori odontoiatrici e di medicina interna, le attività a sostegno delle famiglie di pazienti con patologie psichiatriche, l’assistenza post partum al domicilio alla mamma e al bambino, attività di screening oncologico per la prevenzione dei tumori della mammella, della cervice uterina e del colon retto.L’incontro di oggi rientrava nell’ambito del programma nazionale “Equità nella salute INMP-PNES”. Per l’Asp hanno partecipato la referente per gli aspetti sanitari PNES/INMP Marine Castaing, la responsabile dei poliambulatori del Distretto di Siracusa Maria Serra e la responsabile Informazione e Comunicazione e Urp Adalgisa Cucè, assieme ai responsabili e agli operatori dei diversi progetti, sono stati illustrati nel dettaglio i servizi di prossimità attivati.
Stefano Elia, presidente della cooperativa Kolbe, ha sottolineato l’importanza del “fare squadra” per restituire dignità e percorsi di ripartenza.
La referente Marine Castaing ha evidenziato come l’Asp sia pienamente impegnata nel rafforzare queste sinergie tra istituzioni e associazioni del terzo settore. “Non si tratta solo di offrire assistenza – ha precisato – ma anche di restituire dignità attraverso interventi di prossimità efficaci, garantendo equità nell’accesso alle cure per tutti”
L’incontro si è concluso con l’impegno a proseguire la collaborazione e gli incontri con le altre associazioni per consolidare la rete tra istituzioni e terzo settore.




Fatti di Avola, rievocazione in contrada Chiusa di Carlo. I sindacati: “La storia è un monito”

La ferita resta aperta e 57 anni dopo c’è ancora rabbia, commozione, dolore e la continua ricerca della verità su quello sciopero del 2 dicembre 1968 che si tradusse nell’assassinio di Giuseppe Scibilia e Angelo Sigona, braccianti agricoli. Questa mattina, durante la rievocazione in contrada Chiusa di Carlo, i segretari generali di Cgil e Cisl territoriali Franco Nardi e Giovanni Migliore insieme al segretario generale regionale della Uiltec Andrea Bottaro, hanno portato la vicinanza dei lavoratori alle figlie di Scibilia.
Con loro anche i rispettivi segretari sindacali dei lavoratori agricoli, Fai, FLAI e Uila,
Sergio Cutrale, Nuccio Giansiracusa e Sebastiano Di Pietro, Insieme al sindaco di Avola Rossana Cannata e al presidente del Libero Consorzio Comunale Michelangelo Giansiracusa, gli studenti e il baby sindaco.
“In questo territorio si consumò un evento con conseguenze drammatiche, con morti
e feriti – hanno commentato Nardi, Migliore e Bottaro – La storia è un monito per tutti
noi: i diritti vanno coltivati giorno dopo giorno e oggi vanno riconquistati con la stessa
determinazione. Il sindacato resta baluardo unico contro qualsiasi violazione dei diritti
dei lavoratori e sentinelle sempre vigili perché il sacrifico di Scibilia e Sigona resti
scolpito nella storia di questa provincia”.