Siracusa. Incidente in via Grottasanta, 41enne muore sbalzato dallo scooter

Incidente mortale nel tardo pomeriggio di oggi a Siracusa, in via Grottasanta. A perdere la vita Paolo Garofalo, 41 anni, siracusano. L’uomo viaggiava a bordo del suo scooter quando, per ragioni ancora da chiarire, avrebbe tentato di evitare un’auto,forse in fase di sorpasso, perdendo il controllo del mezzo e scontrandosi con il veicolo. Garofalo avrebbe battuto violentemente la testa sull’asfalto. Un impatto che gli sarebbe stato fatale.Un’ambulanza del 118 lo ha trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Umberto I, ma per lui non c’è stato nulla da fare.
 
 
 
 
 
(Foto:repertorio)
 




Siracusa. Servizio idrico, silenzio del Consiglio Comunale e si profila il ritorno dei privati. Interessi dall'Alto Adige

Il futuro del servizio idrico a Siracusa non riesce davvero ad appassionare il Consiglio Comunale. E dire che i motivi non mancherebbero. Ancora poco più di un mese di gestione provvisoria, a guida dei curatori fallimentari, e poi bisognerà spiegare ai siracusani a cosa si andrà incontro.
Da una ipotetica società pubblica di cui si è tanto parlato ma la cui costituzione potrebbe slittare (se non saltare, ndr) dopo il cambio di assessore regionale e le conseguenti dimissioni del commissario straordinario dell’Ato idrico, Buceti, sino al ritorno dei privati. Il Tribunale potrebbe infatti autorizzare la cessione del ramo d’azienda (dipendenti, mezzi, banca dati) e si parla insistentemente di una società dell’Alto Adige che avrebbe mostrato vivo interesse per Siracusa, mentre si raffredda la pista che conduce a Caltacqua.
Al momento, proprio quest’ultima eventualità pare guadagnare consensi per le difficoltà della politica – soprattutto regionale – di condurre in porto lo sbandierato ritorno alla gestione pubblica dell’acqua. Ma in Consiglio Comunale non se ne parla. E non se ne parlerà, almeno per il momento. Ieri sera, in seconda convocazione, è stata bocciata la richiesta del consigliere Milazzo (Progetto Siracusa) che aveva chiesto di convocare una nuova seduta ad hoc con la presenza dei curatori di Sai 8. Non erano in aula ieri dopo essersi sorbiti l’intera convocazione di lunedì senza che il punto venisse poi trattato per mancanza del numero legale.
Eppure, il profilarsi all’orizzonte del ritorno dei privati nella gestione dell’acqua a Siracusa dovrebbe richiedere qualche interesse preventivo. “Devo registrare che la maggioranza consiliare e l’amministrazione comunale che da quella è sorretta si sono sottratte in maniera chiara ad un doveroso atto di assunzione di responsabilità. Hanno preferito fare calare il silenzio su temi  come il futuro dei tanti dipendenti della fallita Sai 8 e degli ancor più numerosi dipendenti delle aziende dell’indotto. Nessuna discussione sui costi del servizio per i cittadini, sulla qualità dell’acqua oggi  erogata, l’eventuale garanzia di nuovi investimenti”.
Chi prenderà la guida del servizio idrico quando il 26 maggio scadrà la gestione provvisoria, si troverà tra le mani un servizio che fa acqua – non è solo un modo di dire – da tutte le parti. Tra le perdite conclamate della rete e quelle economiche. Se Sai 8 perdeva al mese circa 600 mila euro, ora la curatela ha ridotto il disavanzo mensile a circa 200 mila euro. Anche per questo i responsabili della curatela sarebbero pure  disponibili a consegnare al Comune in anticipo gli impianti, persino prima della scadenza dell’incarico. “Ma la verità è che la maggioranza ha voluto fuggire dall’incontro e dal confronto con i curatori per nascondere la mancanza di idee e di iniziative politiche per risolvere il problema del servizio idrico”, attacca ancora Massimo Milazzo.
Non è stato l’unico ad intervenire in Consiglio Comunale. Hanno preso la parola anche Rodante, Bottaro, Acquaviva e Di Lorenzo. Poi la votazione che ha bocciato la richiesta dell’esponente di Progetto Siracusa e quindi il rompete le righe dopo circa 90 minuti di seduta.




Siracusa. Brogli alle regionali, verso il rinvio a giudizio dell'unico indagato per la "sparizione" dei plichi

Se non è un colpo di scena, poco ci manca. Sulla sparizione dei plichi elettorali dal tribunale di Siracusa le conclusioni delle indagini guidate dal procuratore capo Francesco Giordano avrebbero del clamoroso. Il famoso allagamento che era stato indicato come causa della distruzione dei plichi contenenti le schede elettorali delle Regionali 2012 sarebbe in realtà avvenuto in un’altra stanza dell’archivio e non nel locale dove erano conservate le buste. Sono comunque stati distrutti degli atti che riguardano sempre le regionali del 2012, “consapevolmente” secondo gli investigatori che potrebbero a breve richiedere il rinvio a giudizio per l’unico indagato, un dipendente di palazzo di giustizia. Gli atti mancanti non inciderebbero comunque sulla ricostruzione dei dati finali.
A carico dei presidenti e dei componenti dei seggi interessati dal “riconteggio” delle schede, non vi sarebbe alcuna ipotesi di reato contestata, come invece chiedevano nel loro esposto i deputati regionali eletti nel siracusano.
Disposto poi il dissequestro degli atti del Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo che erano stati acquisiti nelle settimane scorse dalla Procura di Siracusa. Indirizzate comunicazioni ufficiali alla Prefettura e alla Presidenza del Tribunale per “ogni utile valutazione”.
 




Siracusa. Brogli alle regionali, verso il rinvio a giudizio dell'unico indagato per la "sparizione" dei plichi

Se non è un colpo di scena, poco ci manca. Sulla sparizione dei plichi elettorali dal tribunale di Siracusa le conclusioni delle indagini guidate dal procuratore capo Francesco Giordano avrebbero del clamoroso. Il famoso allagamento che era stato indicato come causa della distruzione dei plichi contenenti le schede elettorali delle Regionali 2012 sarebbe in realtà avvenuto in un’altra stanza dell’archivio e non nel locale dove erano conservate le buste. Sono comunque stati distrutti degli atti che riguardano sempre le regionali del 2012, “consapevolmente” secondo gli investigatori che potrebbero a breve richiedere il rinvio a giudizio per l’unico indagato, un dipendente di palazzo di giustizia. Gli atti mancanti non inciderebbero comunque sulla ricostruzione dei dati finali.
A carico dei presidenti e dei componenti dei seggi interessati dal “riconteggio” delle schede, non vi sarebbe alcuna ipotesi di reato contestata, come invece chiedevano nel loro esposto i deputati regionali eletti nel siracusano.
Disposto poi il dissequestro degli atti del Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo che erano stati acquisiti nelle settimane scorse dalla Procura di Siracusa. Indirizzate comunicazioni ufficiali alla Prefettura e alla Presidenza del Tribunale per “ogni utile valutazione”.

 




Siracusa. Omicidio Leone, dalle immagini delle telecamere un primo sospetto. Celebrati i funerali

Chi è quell’uomo che gironzola nei pressi del palazzo di piazza della Repubblica dove è stata uccisa Elvira Leone? Osservando le immagini riprese da alcune telecamere di sicurezza, l’attenzione degli investigatori sarebbe stata attirata da un soggetto in particolare, un uomo appunto. Si starebbe lavorando per identificarlo e capire in che modo, eventualmente, possa essere coinvolto nell’omicidio dell’insegnante in pensione.
Ieri, intanto, a Santa Rita sono stati celebrati i funerali della donna. “Sei diretta verso l’ultima casa che non sarà bella come la tua ma spero che possa riservarti pace e tranquillità dopo tanta vilneza”, il breve pensiero letto da un’amica tra la commozione generale.
Sul fronte delle indagini, investigatori a lavoro a tutto tondo. Dall’ipotesi di una rapina architettata da persone che conoscevano la donna e la casa a quella di una banda organizzata penetrata nell’abitazione grazie ad un particolare grimaldello. L’omicidio probabilmente non era stato premeditato ma l’assassino o gli assassini non si sono fatti scrupoli quando un “imprevisto” ha scatenato la loro violenta e letale reazione.
(foto: il balcone di casa della vittima. Nel riquadro, Elvira Leone)




Siracusa. La Sics licenzia gli operai impegnati sulla 124. I sindacati: "Troppi appalti bloccati"

Arriva a sorpresa l’annuncio di 34 licenziamenti da parte della Sics, l’impresa impegnata nei lavori di ammodernamento della strada statale 124. Motivo di forte preoccupazione per i sindacati di categoria, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, che riconducono la drastica decisione alla lentezza della burocrazia, a causa della quale altri lavori, che l’impresa si è aggiudicata, rimangono bloccati . I lavoratori che a breve rimarranno senza occupazione, secondo quanto spiega una nota delle tre sigle sindacali, rimarranno dipendenti della Sics soltanto fino alla conclusione degli interventi di ammodernamento della 124. “Lo stillicidio si consuma ancora ai danni di un settore in grave crisi – hanno commentato i segretari generali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, Domenico Bellinvia, Paolo Gallo e Severina Corallo – Il paradosso è che questi lavoratori si ritroveranno a spasso perché la loro azienda, nonostante abbia già acquisito nuovi appalti, non può iniziare i lavori perché bloccati dalla burocrazia». I rappresentanti sindacali si riferiscono ai lavori nel porto grande di Siracusa, ma anche a quelli di manutenzione sul tratto autostradale Siracusa- Cassibile. “Gli inspiegabili ritardi nell’avvio di queste opere – hanno aggiunto i tre segretari – rischiano di nuocere pesantemente nell’economia di decine di famiglie. I 34 lavoratori che abbiamo incontrato questa mattina, sono l’incredibile paradosso di una politica e di una burocrazia che non sanno decidere o, peggio, allungano i tempi dell’esecuzione di lavori appesantendo la crisi strutturale”.Fillea, Filca e Feneal lanciano un appello al sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo affinché faccia tutto il possibile per sbloccare e accelerare i lavori di sua competenza all’interno del porto. 




Siracusa. La Sics licenzia gli operai impegnati sulla 124. I sindacati: "Troppi appalti bloccati"

Arriva a sorpresa l’annuncio di 34 licenziamenti da parte della Sics, l’impresa impegnata nei lavori di ammodernamento della strada statale 124. Motivo di forte preoccupazione per i sindacati di categoria, Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, che riconducono la drastica decisione alla lentezza della burocrazia, a causa della quale altri lavori, che l’impresa si è aggiudicata, rimangono bloccati . I lavoratori che a breve rimarranno senza occupazione, secondo quanto spiega una nota delle tre sigle sindacali, rimarranno dipendenti della Sics soltanto fino alla conclusione degli interventi di ammodernamento della 124. “Lo stillicidio si consuma ancora ai danni di un settore in grave crisi – hanno commentato i segretari generali di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, Domenico Bellinvia, Paolo Gallo e Severina Corallo – Il paradosso è che questi lavoratori si ritroveranno a spasso perché la loro azienda, nonostante abbia già acquisito nuovi appalti, non può iniziare i lavori perché bloccati dalla burocrazia». I rappresentanti sindacali si riferiscono ai lavori nel porto grande di Siracusa, ma anche a quelli di manutenzione sul tratto autostradale Siracusa- Cassibile. “Gli inspiegabili ritardi nell’avvio di queste opere – hanno aggiunto i tre segretari – rischiano di nuocere pesantemente nell’economia di decine di famiglie. I 34 lavoratori che abbiamo incontrato questa mattina, sono l’incredibile paradosso di una politica e di una burocrazia che non sanno decidere o, peggio, allungano i tempi dell’esecuzione di lavori appesantendo la crisi strutturale”.Fillea, Filca e Feneal lanciano un appello al sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo affinché faccia tutto il possibile per sbloccare e accelerare i lavori di sua competenza all’interno del porto. 




Siracusa. "Veleni" nel Pd provinciale, dura replica di Schiavo a Castelluccio. "Si strumentalizzano richieste lecite"

Si fa sempre più profonda la frattura all’interno del Pd provinciale. Ormai un lontano ricordo i tentativi di ricucitura dei rapporti tra l’area che sostiene la segretaria provinciale, Carmen Castelluccio e l’ “anima” che avrebbe voluto alla guida del partito, Liddo Schiavo. E’ proprio l’assessore alle Politiche sociali, vicino al sindaco, Giancarlo Garozzo ad esprimere una dura opinione nei confronti dell’attuale gruppo dirigente locale, a sua volta fortemente critico nei confronti del primo cittadino (leggi qui), soprattutto per la vicenda relativa alla richiesta di rimpasto avanzata da un gruppo di consiglieri di maggioranza. “Mi chiedo se il Pd che “rinnega” Garozzo – esordisce Schiavo – sia quello che qualche settimana fa è arrivato in città con il premier, Matteo Renzi o quello che in occasione del congresso provinciale ha interdetto al voto centinaia di sostenitori, militanti ed elettori”. Una “ferita” ancora aperta, “vicenda- chiarisce l’assessore alle Politiche sociali- su cui pesa ancora un mio ricorso”. Schiavo puntualizza di non voler sostenere che “esistono diversi Pd, ma che non si può riconoscere una segreteria provinciale unilaterale, eletta con soli 400 voti”. L’esponente della giunta Garozzo ricorda di non avere mai “rinnegato il Pd, così come non l’ha mai fatto il sindaco. “Al contrario -prosegue Schiavo- abbiamo svolto un costante ruolo di dirigenti politici e rappresentanti nelle istituzioni di Comune e Provincia, entrambi come capogruppo”. Poi il tono si fa più duro. “Non è sufficiente -osserva l’esponente dei “renziani” – elargire poltroncine, presidenze o posticini negli organismi per ottenere un consenso effimero. Se si vuole veramente il bene e l’unione provinciale occorre fare scelte drastiche, compiere un passo indietro e lasciare esprimere liberamente i nostri elettori, senza pregiudizi e prevaricazione”.Altrettanto chiara la chiosa di Schiavo. “Strumentalizzare il diritto di alcuni consiglieri di richiedere la rimodulazione della giunta- conclude l’assessore alle Politiche sociali- per lanciare anatemi contro il primo cittadino e costringerci a riconoscere organismi e segreteria sulla quale elezione abbiamo denunciato ufficialmente pesanti irregolarità non è corretto”.




Siracusa. "Veleni" nel Pd provinciale, dura replica di Schiavo a Castelluccio. "Si strumentalizzano richieste lecite"

Si fa sempre più profonda la frattura all’interno del Pd provinciale. Ormai un lontano ricordo i tentativi di ricucitura dei rapporti tra l’area che sostiene la segretaria provinciale, Carmen Castelluccio e l’ “anima” che avrebbe voluto alla guida del partito, Liddo Schiavo. E’ proprio l’assessore alle Politiche sociali, vicino al sindaco, Giancarlo Garozzo ad esprimere una dura opinione nei confronti dell’attuale gruppo dirigente locale, a sua volta fortemente critico nei confronti del primo cittadino (leggi qui), soprattutto per la vicenda relativa alla richiesta di rimpasto avanzata da un gruppo di consiglieri di maggioranza. “Mi chiedo se il Pd che “rinnega” Garozzo – esordisce Schiavo – sia quello che qualche settimana fa è arrivato in città con il premier, Matteo Renzi o quello che in occasione del congresso provinciale ha interdetto al voto centinaia di sostenitori, militanti ed elettori”. Una “ferita” ancora aperta, “vicenda- chiarisce l’assessore alle Politiche sociali- su cui pesa ancora un mio ricorso”. Schiavo puntualizza di non voler sostenere che “esistono diversi Pd, ma che non si può riconoscere una segreteria provinciale unilaterale, eletta con soli 400 voti”. L’esponente della giunta Garozzo ricorda di non avere mai “rinnegato il Pd, così come non l’ha mai fatto il sindaco. “Al contrario -prosegue Schiavo- abbiamo svolto un costante ruolo di dirigenti politici e rappresentanti nelle istituzioni di Comune e Provincia, entrambi come capogruppo”. Poi il tono si fa più duro. “Non è sufficiente -osserva l’esponente dei “renziani” – elargire poltroncine, presidenze o posticini negli organismi per ottenere un consenso effimero. Se si vuole veramente il bene e l’unione provinciale occorre fare scelte drastiche, compiere un passo indietro e lasciare esprimere liberamente i nostri elettori, senza pregiudizi e prevaricazione”.Altrettanto chiara la chiosa di Schiavo. “Strumentalizzare il diritto di alcuni consiglieri di richiedere la rimodulazione della giunta- conclude l’assessore alle Politiche sociali- per lanciare anatemi contro il primo cittadino e costringerci a riconoscere organismi e segreteria sulla quale elezione abbiamo denunciato ufficialmente pesanti irregolarità non è corretto”.




Siracusa. Acqua, il ddl per farla gestire ai Comuni non approda in aula. Vinciullo: "Ritardi insopportabili e rischiosi"

“Il rischio che in provincia di Siracusa la gestione dell’acqua possa tornare nelle mani dei privati è concreta, ma il parlamento siciliano continua a non trattare il disegno di legge che consentirebbe ai comuni di gestire il servizio nelle more dell’adozione delle modifiche regionali”. Il deputato regionale, Vincenzo Vinciullo è duro nei confronti dei colleghi dell’Ars, che rimarrebbero “sordi” di fronte ad una situazione complessa. “Nonostante le rassicurazioni ricevute dal presidente del parlamento siciliano, Giovanni Ardizzone- ricorda Vinciullo- e nonostante un referendum popolare che ha sancito il principio che l’acqua deve ritornare pubblica, il disegno di legge di cui sono primo firmatario non è ancora stato portato in aula per la sua approvazione. Il rischio è che non venga approvato nei tempi giusti”. Una scelta che l’esponente di “NCD” definisce “insopportabile”, perché “dimostra ancora una volta quanto certi modi di fare politica siano lontani dalle esigenze dei cittadini”.