Analisi del sangue, la protesta dei laboratori: “Da oggi solo a pagamento”

Stop alle analisi del sangue in esenzione a partire da oggi. “Dall’1 settembre si lavorerà esclusivamente in regime privatistico”. E’ la comunicazione che ha fatto la propria comparsa in alcuni laboratori della provincia di Siracusa. Il problema non è nuovo, al contrario, si ripropone ciclicamente, con il relativo braccio di ferro tra le strutture convenzionate e la Regione Siciliana. Per spiegarla in breve, “i budget assegnati annualmente dalla Regione alle strutture sanitarie private si sarebbero dimostrati insufficienti a garantire l’esecuzione delle prestazioni di analisi cliniche”, secondo quanto spiegato negli avvisi affissi. “Negli ultimi anni abbiamo operato in regime di convenzionamento, anche oltre il limite del budget assegnato, assumendoci il rischio di non avere rimborsate tutte le prestazioni eseguite. Questa politica, tuttavia- il messaggio è chiaro- non può più essere mantenuta perché le norme attuali hanno confermato con assoluta certezza che le prestazioni eseguite oltre il budget mensile non saranno rimborsate dal Sistema Sanitario Regionale”. Per questa ragione da oggi e fino al 31 dicembre prossimo, le analisi saranno- nelle strutture che hanno deciso di adottare la linea dura- esclusivamente a pagamento, eccezion fatta per le prestazioni esenti con codice 048 e quelle prenotate con prescrizione cumulativa. Una scelta che penalizza certamente gli utenti ma che, proprio per questo, rappresenta il tentativo di costringere la Regione a riaprire il confronto con i rappresentanti dei sindacati e delle strutture sanitarie convenzionate siciliane. A prescindere dai percorsi portati avanti dalle sigle di categoria, in realtà, le singole strutture adottano da tempo le proprie decisioni, a seconda del budget mensile di cui dispongono e del momento dell’anno in cui questo viene esaurito. “In effetti- spiega Alessandro Costa, responsabile di un noto laboratorio analisi della zona via di via Tisia- nel nostro caso, in media, il budget si esaurisce a giugno. Abbiamo scelto di far pagare 5 euro agli utenti, per evitare di penalizzarli ma non sappiamo se in futuro saremo costretti ad adottare provvedimenti più drastici, come hanno fatto altre strutture del territorio. Il problema è sempre lo stesso. La Regione Siciliana è perfettamente a conoscenza dei flussi, che mensilmente vengono comunicati dai laboratori. Significa che le esigenze sono note, ma non si agisce comunque di conseguenza. Consideriamo anche che le domande di prestazione aumentano, cresce il numero di cittadini che hanno diritto all’esenzione, sia per patologia e sia per reddito. A fronte di tutto questo, non abbiamo ancora nemmeno il contratto del 2025. Una situazione sempre più difficile- conclude Costa- di cui si deve necessariamente tenere conto”.




Cambiano i vertici della Polizia in provincia di Siracusa: nuovi incarichi ad Avola e in Questura

Cambiano i vertici di due Uffici della Polizia di Stato in provincia di Siracusa. Il dott. Pietro D’Arrigo, dal luglio 2022 dirigente del Commissariato di Avola, è stato chiamato a ricoprire l’incarico di dirigente della Squadra Mobile della Questura di Siena. In questi anni alla guida del Commissariato avolese ha conseguito significativi risultati sia sul fronte della prevenzione che della repressione dei reati. Nonostante la giovane età e i pochi anni di servizio come funzionario della Polizia di Stato, si è distinto per le spiccate doti professionali e umane, che hanno permesso agli operatori del Commissariato di lavorare in un clima di serenità e proficuità. Rilevante anche il suo impegno nel dialogo con la società civile, i cittadini e le autorità scolastiche e comunali, sempre improntato a una collaborazione sinergica con le istituzioni del territorio.
A sostituirlo ad Avola sarà la dott.ssa Roberta Corsaro, già dirigente dell’Ufficio Volanti della Questura di Siracusa. In questi anni ha acquisito una solida esperienza nel controllo del territorio che metterà a disposizione del nuovo incarico con lo stesso entusiasmo e la stessa professionalità già dimostrati.
Alla guida delle Volanti della Questura subentra invece il dott. Giuseppe Garro, Commissario Capo, proveniente da Licata, dove ha diretto il Commissariato dopo aver ricoperto l’incarico di responsabile della Squadra Investigativa del Commissariato di Gela.
Il Questore Roberto Pellicone questa mattina ha ricevuto la dott.ssa Corsaro e il dott. Garro per augurare loro un proficuo lavoro a servizio della cittadinanza ed ha ringraziato il dott. D’Arrigo per il lavoro svolto in questa provincia augurandogli ulteriori risultati per il suo nuovo incarico.




Completati ad Avola i lavori edili della prima Casa della Comunità in provincia di Siracusa

Sono stati completati, nella sede dell’ex ospedale “G. Di Maria” di Avola, i lavori della prima Casa della Comunità realizzata sul territorio della provincia di Siracusa.
Si tratta della prima infrastruttura completa degli interventi previsti dal PNRR, mentre è a pieno regime dallo scorso anno il progetto sperimentale della Casa della Comunità e dell’Ospedale di Comunità negli spazi esistenti del presidio ospedaliero “G. Trigona” di Noto.
L’intervento, nel vecchio ospedale di Avola, ha interessato una superficie di circa 920 mq al piano terra dell’edificio, con opere di ristrutturazione e rifunzionalizzazione volte a restituire al territorio spazi moderni, sicuri ed efficienti.
“Si tratta di un traguardo storico per la sanità locale grazie all’impegno dell’Ufficio Tecnico aziendale, del RUP e dell’impresa esecutrice dei lavori – commenta il direttore generale dell’ASP di Siracusa Alessandro Caltagirone -, la nuova struttura sarà un punto di riferimento per cure e servizi di prossimità, avvicinando l’assistenza sanitaria ai cittadini e rafforzando la rete di presidi territoriali.
Sono in corso gli accertamenti e le attività di collaudo che presumibilmente saranno completate entro 30 giorni circa, mentre sono state avviate le procedure per l’acquisto di arredi e attrezzature e per il reclutamento del personale così da programmare l’entrata in esercizio della struttura di Avola ancora prima della scadenza del 31 marzo 2026 prevista dal PNRR. Confidiamo di poter dare presto notizia di ulteriori completamenti relativi alle altre 11 Case della Comunità attualmente in corso di esecuzione e ai quattro Ospedali di Comunità distribuiti sull’intero territorio provinciale, interventi fondamentali per ampliare l’offerta sanitaria e garantire strutture di prima cura, pilastri del potenziamento della sanità territoriale secondo i più recenti modelli e standard ministeriali”.




“Compro oro” a Siracusa, il Codacons denuncia possibili pratiche scorrette

Il Codacons denuncia possibili pratiche scorrette a Siracusa da parte di alcuni negozi appartenenti a una nota catena di “compro oro” operante in Sicilia.
“All’interno di questi esercizi commerciali – spiega l’avvocato Bruno Messina, presidente del Codacons Siracusa – la pratica che ci è stata segnalata è la seguente: il negoziante indicherebbe alla persona un corrispettivo di 65 euro al grammo per l’oro conferito, cifra che corrisponde alla quotazione dell’oro puro a 24 carati. Tuttavia, una volta conclusa la transazione, al consumatore verrebbe comunicato che i propri gioielli (collane, bracciali, orecchini, ecc.) non sono in oro puro, bensì a 18 carati, e quindi l’importo effettivamente riconosciuto sarebbe pari a soli 59,40 euro al grammo”.
Il Codacons sottolinea che se quanto denunciato venisse confermato, si tratterebbe di un comportamento fuorviante. “Il contesto economico attuale – prosegue Messina – ha spinto sempre più siciliani a monetizzare i propri beni di valore, come i gioielli, per far fronte alle spese quotidiane. Molte famiglie, non potendo attendere i tempi bancari o accedere ai prestiti delle finanziarie, si rivolgono ai “compro oro”. L’oro, avendo un valore intrinseco relativamente stabile, può essere convertito rapidamente in denaro, rendendo questi negozi un punto di riferimento nelle emergenze. È chiaro: non tutti gli operatori del settore agiscono in questo modo, ma taluni – purtroppo – parrebbero adottare pratiche ingannevoli che ledono i diritti dei consumatori, sfruttando le difficoltà economiche delle persone. Sempre più siciliani, anche per fronteggiare emergenze sanitarie familiari, si rivolgono ai compro oro per monetizzare vecchi oggetti custoditi in casa”.




Si chiude a Canicattini il 31° “Canicattini Jazz”, tre giorni di musica tra tradizioni e inclusione

Si sono spente le luci domenica 31 agosto sulla tre giorni della 31ª edizione del Festival Jazz di Canicattini Bagni, diretto dal sassofonista canicattinese Rino Cirinnà e promosso dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Paolo Amenta, con il patrocinio della Regione Siciliana – Assessorato al Turismo, Sport e Spettacolo.
Tre giorni di grande musica internazionale che, da tre decenni, ancora una volta sono riusciti ad emozionare ed entusiasmare il numeroso pubblico che ogni anno ridisegna Piazza XX Settembre e il centro storico della “Città del Liberty, della Musica, dell’Accoglienza e dell’Inclusione”.
Perché il Jazz è contaminazione, accoglienza e inclusione, affondando le radici nella storia dell’emigrazione siciliana di fine Ottocento negli Stati Uniti, in particolare a New Orleans.
Una storia raccontata sabato 30 agosto al pubblico di Piazza XX Settembre da un attore del calibro di Andrea Tidona con lo spettacolo “Mizzica… questo è Jazz”, attraverso il testo di Marina Romeo, la regia di Alessandro Machia e le musiche di Rino Cirinnà, affiancato da Peppe Arezzo al piano, Salvo Riolo alla tromba, Nello Toscano al contrabbasso e Andrea Liotta alla batteria.
“In un contesto come quello di Canicattini Bagni – ha detto il Sindaco Paolo Amenta –, simbolo di quel crocevia culturale, musicale, solidale ed umano, al centro di un suggestivo territorio patrimonio dell’Umanità, tra storia antica, arte e paesaggi naturalistici, con una Banda musicale di ben 155 anni, un Raduno Bandistico di 42 edizioni, il Festival del Rifugiato, le tradizioni popolari rivissute nei 38 anni del Palio dedicato a S. Michele, e 11 anni di accoglienza e inclusione degli immigrati provenienti dalle aree più a rischio del mondo, il Jazz è la sintesi della nostra storia più recente. Una storia che ogni anno raccontiamo con la passione e l’impegno di tutta la Comunità, programmando, coinvolgendo e guardando, insieme, alla crescita futura. Il pubblico, i visitatori e gli appassionati, che soprattutto in queste ultime estati, sempre più numerosi, con le loro presenze stanno trasformando Canicattini Bagni in un grande “villaggio globale” che parla di cultura, bellezza, sostenibilità, accoglienza, inclusione e di pace, chiedendo l’immediata fine della guerra a Gaza, così come in Ucraina e nelle varie aree di crisi nel mondo, ha perfettamente compreso il messaggio di cui ci siamo fatti portatori e che tutte le manifestazioni che abbiamo messo in cartellone hanno colto a pieno”.
E la Pace, Gaza, lo stop all’uso delle armi e la coesione tra i Popoli sono stati il fil rouge che ha unito le tre serate del “31° Canicattini Jazz”, aperto venerdì 29 agosto dal quartetto guidato da Francesco Rubino (chitarra) e Tommaso Genovesi (piano), con il canicattinese Loris Amato alla batteria e Gaetano Cristofaro al sax, e il loro primo progetto discografico “Encounters”.
Un linguaggio creativo e polivalente quello di Genovesi e Rubino, che risente molto delle influenze della musica contemporanea, attingendo dal jazz, dalla world music, dal rock e dall’R&B.
Il pubblico – tra i presenti anche il Questore di Siracusa, Roberto Pellicone – ha poi accolto, sempre venerdì 29 agosto, il trio che con Rino Cirinnà rappresenta due grandi famiglie e generazioni di musicisti, frutto di quella grande fucina che è la Banda, oltre che della storia del Jazz a Canicattini Bagni e del suo prestigioso Festival riconosciuto a livello nazionale e internazionale: gli Amato Jazz Trio, dei tre fratelli canicattinesi Elio (pianoforte, trombone, flicorno, composizione), Alberto (contrabbasso, composizione) e Loris (che, dopo la tragica scomparsa il 13 dicembre 2003 del fratello Sergio, ne ha preso il posto alla batteria).
Musicisti di grande esperienza e versatilità, che hanno portato il nome della loro città e della loro terra in tutto il mondo. Il loro, in questo 31° Festival, è stato un appassionato e apprezzatissimo viaggio all’interno della loro più che quarantennale attività e discografia, iniziata nel 1988 con “Jazz Contest”, che ha occupato un posto di rilievo nel panorama jazzistico italiano e internazionale.
Infine, domenica 31 agosto, a chiudere la tre giorni di jazz canicattinese è stato il quartetto composto da Javier Girotto & Aires Tango.
Piazza XX Settembre tornerà a fare da scenario il 5 settembre alla musica popolare con un altro amato e apprezzato musicista, attore e polistrumentista, Mario Incudine, per l’apertura del 38° Palio di San Michele: l’appuntamento con le tradizioni e la cultura popolare della comunità canicattinese, con i suoni e i sapori della terra iblea. Un viaggio nella memoria storica della città di Canicattini Bagni di fine ’800 e inizio ’900 per omaggiare e onorare il Santo Patrono della città, San Michele Arcangelo, che si celebra il 29 settembre.




LithoSilver 2025, a Ferla 25 anni di tempo che lascia traccia

Dal 5 al 7 settembre 2025 Ferla ospita la XXV edizione di Lithos, il festival che in un quarto di secolo è diventato rito collettivo, memoria condivisa e identità culturale.
Non un semplice cartellone di spettacoli, ma un’esperienza viva che intreccia musica, parole e comunità: ogni edizione ha lasciato segni sulle pietre del borgo e nei cuori di chi partecipa, creando un filo che unisce generazioni diverse, viaggiatori e abitanti, passato e futuro.
Per i suoi 25 anni, LithoSilver – “Il Tempo che lascia traccia” propone tre serate di grande intensità: il 5 settembre Eugenio Bennato in concerto, il 6 settembre la serata corale “Il Tempo che lascia traccia” con voci e suoni del Sud,il 7 settembre Antonio Castrignanò & Taranta Sounds in Babilonia.
A fare da cornice, come sempre, la suggestiva Scalinata dei Cappuccini di Ferla, luogo simbolo che accoglie artisti e pubblico in un’atmosfera unica. Il festival è ideato e diretto da Carlo Muratori, condotto da Oriana Vella e patrocinato dal Comune di Ferla e dall’Assessorato alle Autonomie Locali e Funzioni Pubbliche.
Un anniversario che non si esaurisce nelle date del festival, perché ciò che rimane è il dono più prezioso: una comunità che sa riconoscersi nella propria cultura e trasformarla in futuro.
Anche il segno grafico contribuisce a questa memoria condivisa: il progetto visivo di Alina Catrinoiu interpreta con delicatezza e forza il tema del tempo che lascia traccia, trasformando l’identità di Lithos in immagine viva.
Per il Sindaco di Ferla, Michelangelo Giansiracusa, Lithos non è soltanto un festival ma un progetto speciale su cui ha sempre creduto e scommesso, riconoscendovi un’occasione di crescita culturale e comunitaria per l’intero paese. Le sue parole raccontano quanto questo rito collettivo sia diventato parte integrante non solo dell’identità di Ferla ma anche di se stesso:
“Lithos non è soltanto una manifestazione culturale conosciuta in tutta la Sicilia. Per me è molto di più: sono muri di pietra e gradini che, anno dopo anno, si costruiscono con fatica e amore, e che oggi ci permettono di vedere quanto sia cresciuto. È cuore, sentimento, famiglia. Venticinque anni fa l’ho visto nascere da cittadino e volontario, mettendomi subito a disposizione. Poi, da sindaco, ho continuato a crederci con la stessa forza. Oggi Lithos è parte di me, della nostra comunità e della sua identità più vera”.
Con parole che racchiudono la profondità e il senso di questo cammino, anche il direttore artistico Carlo Muratori racconta i 25 anni di Lithos: “Era l’inizio del nuovo millennio e il tempo per me aveva un sapore di birra e popcorn dentro un cinema di periferia. Orfano. Mi sentivo orfano. La pietra era muta e distante. La musica un desiderio urgente di occhi e del calore delle tue mani. Mi inerpicavo silente e indeciso per le stradine che dalla frattura di Pantalica mi portavano al presepe/paese di Ferla. Il tempo mi è trascorso come un filo dorato fra le dita sempre piene di ferite e di corde di chitarra. Il tempo mi ha regalato il miracolo di una pietra che diventa sempre più pelle di tamburo, senza rompersi, senza sgretolarsi. Una “timpa ca sona”. Questa gente di questo luogo mi ha cambiato. Io portavo musica e loro mi aprivano il cuore, io mi smarrivo fra le tempeste di un tempo acido e loro mi spalmavano miele e mirto sulle rughe. Questa gente mi ha guarito. Lithos è una preghiera laica che recito da un quarto di secolo sul far della sera insieme a migliaia di fedeli e di belle anime. Insieme non abbiamo cambiato il mondo, abbiamo semplicemente e inesorabilmente fatto miracoli.”




E’ polemica sul dimensionamento scolastico, l’Insolera alza la voce: “Rivendichiamo la nostra dignità”

Non arresta a spegnersi il dibattito sul dimensionamento scolastico a Siracusa. L’Istituto “Insolera”, infatti, è intervenuto dopo le polemiche.
A seguito del dimensionamento scolastico previsto dal decreto ministeriale dello scorso dicembre, una parte dell’Istituto Superiore “Filadelfo Insolera” è stata unita all’Istituto “Rizza”, dando vita al nuovo Istituto “Rizza–Insolera”.
Nei mesi di luglio e agosto, il presidente del Libero Consorzio di Siracusa, Michelangelo Giansiracusa, ha avviato un percorso di razionalizzazione dell’edilizia scolastica, incontrando i dirigenti scolastici del territorio. Durante questi incontri, è emersa una proposta – ad oggi non formalizzata – che prevede il trasferimento dell’Istituto “Rizza” nei locali dell’Insolera.
Sulla questione il Consiglio di Istituto dell’Insolera ha ritenuto necessario precisare alcuni punti fondamentali.
La sede attuale dell’Istituto, situata in via Modica (traversa di Viale Scala Greca), è un edificio moderno, progettato appositamente per ospitare una grande scuola. Dispone di quaranta aule tecnologicamente attrezzate, uffici amministrativi funzionali, un auditorium da 350 posti, una biblioteca, una sala conferenze, due campetti sportivi e un ampio parcheggio interno sia per le autovetture che per i motorini. Inoltre, gli spazi permettono un’ulteriore espansione, con la possibilità di realizzare altre dieci aule in vista di una futura crescita dell’utenza.
L’Istituto “Insolera” è fortemente orientato all’innovazione tecnologica, con nove laboratori didattici specializzati (tre di informatica, tre di grafica, uno linguistico, un di chimica/fisica e uno di robotica, attivato negli ultimi anni), per garantire un’educazione all’avanguardia.
L’attenzione all’inclusione sociale è un tratto distintivo dell’Istituto, che accoglie anche studenti provenienti da contesti economicamente e socialmente svantaggiati, mettendo in atto strategie educative che hanno dimostrato risultati concreti.
La zona nord di Siracusa, in cui ha sede l’Istituto, non può essere considerata una “periferia marginale”. Al contrario, si tratta di un’area in forte espansione demografica e scolastica, che già ospita altri quattro istituti secondari superiori, ed è ben servita dai trasporti per gli studenti pendolari.
La recente diminuzione nelle iscrizioni non riflette un calo della qualità educativa, ma è la conseguenza diretta della diffusione di voci, circolate già da anni in modo prematuro ed inopportuno prima e durante il periodo delle iscrizioni, sul possibile dimensionamento, che ha generato incertezze tra le famiglie.
“Siamo consapevoli di essere stati dimensionati con un Istituto al momento ubicato, in parte, in un edificio storico di Siracusa, e possiamo capire la volontà di volerci rimanere. – sottolinea il personale scolastico – Poiché però l’obiettivo del gestore dell’edilizia scolastica è di unificare il nuovo istituto Rizza-Insolera in un’unica sede, siamo dubbiosi sulla reale possibilità che il sito storico possa accogliere adeguatamente l’intero patrimonio umano e materiale della nuova scuola. Resta inoltre da verificare se tale edificio sia in grado di soddisfare tutte le esigenze funzionali e didattiche di un istituto superiore moderno, soprattutto in prospettiva di un auspicabile sviluppo futuro. A questo proposito, va ricordato che, secondo quanto stabilito dal D.M. 18/12/1975, la superficie minima per studente nelle scuole superiori è di 1,96 m² e non tutti gli spazi individuati in via Diaz risultano conformi a questo parametro e, di conseguenza, non possono essere adibiti ad aule didattiche.
Inoltre, la proposta presentata dall’Istituto Rizza, che prevede la sostituzione dei laboratori con carrelli mobili dotati di PC portatili, non risponde in modo adeguato alle reali esigenze didattiche di un istituto tecnico fortemente orientato alle attività laboratoriali. Tale soluzione risulta particolarmente inadeguata se si considera che l’Istituto Insolera comprende, tra gli altri, l’indirizzo con articolazione “Sistemi Informativi Aziendali”, in cui gli studenti svolgono numerose ore di laboratorio di informatica, attività che richiedono postazioni fisse, connessioni stabili e ambienti strutturati ad hoc.
Va inoltre sottolineato che lo spostamento dell’intero plesso di via Modica nei locali di via Diaz comporterebbe un significativo aumento del traffico veicolare nella zona, già di per sé congestionata. Si stima infatti che circa oltre 100 autovetture dovranno trovare parcheggio in un’area che presenta già evidenti criticità dal punto di vista della viabilità e della disponibilità di spazi di sosta.
Crediamo d’altra parte, fermamente, che non siano i muri a fare una scuola, ma le persone che la vivono: docenti, studenti, famiglie e personale che ogni giorno contribuiscono, con passione e impegno, alla sua crescita.
Rivendichiamo con orgoglio la nostra dignità, la qualità dell’offerta formativa e la professionalità di tutto il personale. Siamo pronti a guardare al futuro con fiducia e responsabilità, affrontando le sfide del dimensionamento scolastico e continuando a garantire alla città di Siracusa un’educazione di alta qualità”.




Concluse le Giornate Internazionali del Volontariato a Siracusa

Si sono concluse a Siracusa, nel salone dell’Urban Center, le Giornate Internazionali del Volontariato di Nuova Acropoli. Una sinergia tra istituzioni e associazionismo ha permesso a 200 volontari di Nuova Acropoli, provenienti da 14 città d’Italia e 21 paesi del mondo, di addestrarsi e confrontarsi nelle azioni più efficaci per il superamento delle emergenze derivanti dal rischio idrogeologico.
Tante le autorità intervenute, tra cui Sergio Imbrò, assessore alla Protezione Civile del Comune di Siracusa, Diego Giarratana, vice presidente del Libero Consorzio di Siracusa e Beatrice Santuccio del Dipartimento della Protezione Civile.
In tanti hanno voluto portare un saluto ai volontari e complimentarsi con l’organizzazione messa in atto, che ha permesso in soli tre giorni di coinvolgere le delegazioni in un intenso ritmo esercitativo avvalendosi di vari tipi di scenari e ricevendo lezioni all’Urban Center da istruttori qualificati di grande esperienza e provenienti da diversi Paesi in uno scambio di best pratics.
Primo fra tutti i formatori è stato il Direttore Internazionale Ivan Rodes, che ha guidato decine di missioni di soccorso nel mondo e che ha voluto iniziare proprio da Siracusa a promuovere incontri internazionali tra volontari. A questo primo ne seguiranno altri, chissà in quali Paesi.




Risiko della scuola siracusana, chi trasloca dal Palazzo degli Studi? Il piano del Libero Consorzio

Il Palazzo degli Studi che da 90 anni il liceo Corbino e l’istituto Rizza condividono, non è l’unico caso che agita le scuole superiori di Siracusa. Gli istituti scolastici devono fare i conti con alcune necessità riorganizzative segnalate dal Libero Consorzio Provinciale. L’ente – proprietario degli edifici – ha la necessità di azzerare o quasi i circa 600mila euro di affitti pagati ogni anno per spazi extra, da adibire ad aule e laboratori. E per riuscirci, ha preparato una bozza – presentata nei giorni scorsi ai dirigenti scolastici – con una serie di spostamenti e accorpamenti che, nelle intenzioni, dovrebbero razionalizzare e semplificare la situazione. Al momento, però, sono più le polemiche e le contrarietà che altro.
Il caso del Palazzo degli Studi è noto: l’edificio inaugurato nel 1935, da allora ospita il liceo Corbino da un lato e l’istituto Rizza dall’altro. Si tratta di due istituzioni scolastiche centenarie ed entrambe prestigiose. Motivo per cui, scegliere quale debba traslocare per fare spazio solo all’altra è questione delicata. Nel piano elaborato dai tecnici della ex Provincia – e presentato nel corso di un incontro a cui ha partecipato anche l’ufficio scolastico provinciale – toccherebbe al Rizza prendere armi e bagagli per spostarsi definitivamente in via Modica, nell’edificio dell’Insolera che – dal primo settembre – è accorpato amministrativamente proprio al Rizza. I conti che fanno al Libero Consorzio sono semplici: servono 64 aule alla scuola? Bene, il problema è risolto assegnato al Corbino l’intero Palazzo degli Studi. Ma, si potrebbe obiettare, perchè non dovrebbe essere il Corbino a spostarsi in via Modica (Insolera) mentre il Rizza potrebbe utilizzare l’intero Palazzo degli Studi per riunificare tutte le tre sedi?
In realtà questa opzione non potrebbe essere presa in considerazione in quanto l’Insolera è accorpato al Rizza e pertanto il Corbino non avrebbe titolo per “occupare” la sede di via Modica (dipendente dal Rizza, ndr). C’è comunque un’altra considerazione da fare: se il Corbino occupasse per intero il Palazzo degli Studi, rimarrebbero aule o laboratori vuoti? E se si, finirebbero poi “prestate” ad altri istituti, ri-generando condomini scolastici?
Come comprenderete, la questione è complessa e non si può pensare di risolverla esaustivamente solo limitandosi ad un calcolo di fabbisogno aule ed un istituto che trasloca (verosimilmente dopo dicembre 2025, ndr).
Tra l’altro, nel caso del Palazzo degli Studi, come ogni duplex che si rispetti, sin dall’avvio della convivenza sarebbero stati decine e decine i tentativi – ora di una scuola, ora dell’altra – di “mangiare” spazi al vicino. Quindi, come muoversi senza dare l’impressione di fare un torto a qualcuno? Altra bella grana per il Libero Consorzio.
Non solo Palazzo degli Studi, comunque. Gli altri casi riguardano l’alberghiero Federico II di Svevia, l’Einaudi, il Gargallo e il Quintiliano. Problemi considerati di portata minore, però forse neanche troppo. Nel piano del Libero Consorzio, l’Alberghiero e le sue 38 classi dovrebbero tutte essere allocate allo Juvara; l’Einaudi ha un fabbisogno di 53 aule, di cui 41 nella nuova sede della Pizzuta e potrebbe contare su altre 12 aule più 3 laboratori nell’edificio di via Pitia; il Gargallo ha bisogno di 49 classi, 45 nella sede della Pizzuta e altre 7 più 3 laboratori sempre in via Pitia; infine il Quintiliano, con 48 classi di fabbisogno: 38 nella sede centrale di via Tisia e 10 + 3 laboratori ancora nell’edificio di via Pitia che si confermerebbe così una sorta di condominio scolastico.
Pinella Giuffrida è la referente provinciale dell’Associazione Nazionale Presidi. “Una decisione, quella del Libero Consorzio, presa senza considerare tutta una serie di numeri oggettivi. Manca ogni riferimento al numero degli studenti di ogni singola scuola ed alla percentuale di occupazione delle classi. E poi, cosa significa spazi disponibili? E’ una definizione dentro cui può infilarsi di tutto, se non la si contestualizza”, spiega a Siracusaoggi.it. “Prima di assumere delle decisioni, dobbiamo capire la situazione dentro ogni singolo istituto. E quindi sapere quante classi utili ci sono e quante sono utilizzate o occupate, quali altri locali esistono e come sono impiegati; quanti studenti ci sono in ogni scuola, quali istituti sono vuoti e quali no e come riorganizzarli”, aggiunge Pinella Giuffrida.
Proprio sul caso del Palazzo degli Studi, centrale diventa la disponibilità di quanti più dati possibili, “per evitare di fare un torto a qualcuno”. E ancora: “tutta una scuola in un unico stabile sarebbe una cosa fantastica, finalmente si chiuderebbe l’era dei disfunzionali condomini scolastici. Prendiamo l’Alberghiero, finalmente lo si toglierebbe dai garage per dargli una sede decorosa per quanto con qualche anno sulle spalle., Ma nella nuova sede individuata, ci sono le cucine? Sono a norma e funzionali? Ci sono spazi per tutte le esercitazioni che gli studenti devono compiere nel loro corso di studi? Fare conto solo su fabbisogno aule e spazi disponibili, comprenderete, non ha logica alla prova dei fatti”.




“Mio figlio salvato da un ‘angelo'”, appello della madre per trovare chi l’ha soccorso

Un colpo di sonno mentre si trovava alla guida della propria moto, in piena notte, rientrando da una pesante giornata di lavoro; l’impatto, violento, contro l’asfalto. Era la notte del 14 agosto scorso e Giorgio, 18 anni, viaggiava verso Priolo per raggiungere la sua fidanzata. La fortuna ha voluto che dietro di lui ci fosse un’auto. A bordo viaggiavano due giovani, più o meno suoi coetanei e che, in pochi istanti, si sono trasformati nei suoi “angeli”, grazie ai quali ha potuto salvarsi.
A raccontare una storia che per fortuna ha un lieto fine è Viktoria, la mamma di Giorgio, che nei giorni scorsi, attraverso i social, ha lanciato un appello, per rintracciare chi- raccontava in un post- con il suo comportamento corretto e di cuore ha evitato che quel brutto incidente si trasformasse in tragedia senza rimedio.
“Giorgio era molto stanco- racconta la madre- Aveva lavorato senza un attimo di pausa. La stanchezza era tanta. Mentre guidava si è addormentato,è caduto, si è fatto molto male (avremmo scoperto dopo quali conseguenze ha riportato). Quando è rovinato contro l’asfalto, qualcuno si è per fortuna fermato, ha chiamato il 118, il numero d’emergenza 112 ed anche me. Il mio telefono ha squillato, erano le due di notte – racconta con la voce ancora rotta- Ho sentito una voce femminile, il numero era però quello di mio figlio. Ho subito avuto paura. Lei ha cercato di rassicurarmi, pur avvertendomi dell’incidente. Mi ha detto che Giorgio era vigile, che l’ambulanza lo stava trasportando al pronto soccorso dell’ospedale Umberto I e che era stato lui a fornire il pin per sbloccare il telefono e per avvertirmi. La corsa verso l’ospedale è una fase che non ricordo. Inizialmente sembrava che mio figlio non avesse riportato gravi danni. Per fortuna, però, i medici del turno successivo si sono resi conto che la situazione richiedeva,invece, il trasferimento a Catania. Aveva la testa spaccata, occorreva un intervento maxillofacciale. E’ stato operato, gli è stata posizionata una placca al titanio in fronte; la clavicola era rotta ed è stato indispensabile intervenire anche in questo caso. Mio figlio è vivo e per questo devo solo ringraziare chi non si è voltato dall’altra parte in quel momento, quando la fortuna ha voluto che si trovasse proprio dove mio figlio rischiava di concludere la propria vita. Prestare soccorso è obbligatorio, ma questo non lo rende affatto scontato e qualche ora dopo ad un altro giovane, più o meno in quella zona, è andata purtroppo diversamente, magari, chissà, proprio perché nessuno ne ha notato in tempo la presenza”.
L’appello sui social ha funzionato. Quasi subito Morena- questo il nome della giovane che ha soccorso Giorgio- si è fatta viva. O meglio, si è fatta viva la madre, che era a conoscenza di quanto accaduto. “Ho voluto incontrarle- prosegue Viktoria- Abbiamo chiacchierato a lungo, è stata una colazione insieme per me bellissima, perché ho potuto ringraziare chi, agendo con il cuore, ha salvato mio figlio. Il fatto che sia una ragazzina mi ha ancor più riempita di gioia. C’è una speranza, se i nostri giovani agiscono in questo modo, se in un mondo in cui è più facile voltarsi dall’altra parte, si fa invece la cosa giusta”. Morena aveva già raccontato ai carabinieri quanto aveva visto. “Lei e il suo ragazzo hanno visto mio figlio in moto-dice ancora Kira- poi hanno visto la caduta, le scarpe che volavano, poco dopo ha perso anche il casco, mentre strisciava sulla strada. La ragazza mi ha anche detto che avrebbe voluto avere notizie di Giorgio nei giorni successivi ma non conosceva il suo cognome, sapeva solo che siamo stranieri (moldavi), non sapeva come arrivare a noi”.
Da questa brutta storia sembra essere nata un’amicizia e ieri Giorgio è stato dimesso dall’ospedale di Catania ed è tornato a casa. Il percorso per lui è ancora lungo ma la gratitudine di mamma Viktoria è immensa.
“Non finirò mai di ringraziare questi giovani e il cielo per averli messi sulla stessa strada su cui viaggiava mio figlio- conclude Viktoria- Ho voluto raccontarlo a tutti, perché sia un esempio, un motivo di speranza, un modo per riflettere sulle conseguenze che un gesto può avere sulla vita di un’altra persona”.