Violento nei confronti della madre, 35enne arrestato. Il tentativo di colpirla col ventilatore

Un 35enne di Priolo è stato arrestato dalla Polizia di Stato. L’uomo, già noto alle forze dell’ordine, è stato colto nella flagranza del reato di maltrattamenti in famiglia ai danni della madre convivente, di 57 anni.
L’uomo, da circa due anni, avrebbe sottoposto a maltrattamenti la madre con reiterate molestie e minacce, al fine di assumere il controllo esclusivo della gestione della casa familiare. E sfogava poi la sua ira su mobili e suppellettili, quando la vittima non lo assecondava.
Nella serata del 3 novembre, il trentacinquenne avrebbe tentato di colpire la donna con un ventilatore, danneggiando la televisione e costringendo la vittima a lasciare l’abitazione. Nel corso di un sopralluogo nella casa familiare, l’indagato andava in escandescenza minacciando ancora una volta la madre alla presenza degli operatori. Dopo le incombenze di rito, l’arrestato è stato portato in carcere.




Scarcerati per fine pena, due stranieri espulsi: trasferiti in Cpr in attesa di rimpatrio

Agenti della Polizia di Stato, in servizio all’Ufficio Immigrazione della Questura di Siracusa hanno eseguito l’espulsione disposta dal Prefetto di Siracusa nei confronti di un ventisette del Gambia ed un 37enne del Marocco. In attesa di essere rimpatriati, sono stati trasferiti in un CPR dell’Isola. I due sono stati scarcerati dalla Casa Circondariale di Siracusa per fine pena.
Il ventisettenne annovera precedenti penali per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, mentre il trentasettenne per danneggiamento, oltraggio a pubblico ufficiale, interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità, resistenza a pubblico ufficiale, violenza o minaccia a pubblico ufficiale, furto aggravato, falsa attestazione o dichiarazione sull’identità a pubblico ufficiale, porto di armi od oggetti atti ad offendere, produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti o psicotrope, lesioni personali aggravate e tentato furto.




Agenti delle Volanti rianimano e salvano un 33enne in arresto cardiaco

Momenti di tensione a Siracusa, ieri pomeriggio, quando un intervento tempestivo della Polizia ha permesso di salvare la vita a un giovane colto da arresto cardiaco all’interno della propria abitazione.
La Sala operativa della Questura è stata contattata da una donna, in evidente stato di agitazione, che chiedeva aiuto per il figlio improvvisamente crollato a terra privo di sensi. Sul posto, in pochi minuti, sono giunti gli agenti delle Volanti.
Trovata la porta dell’abitazione aperta, i poliziotti hanno trovato la madre — una donna siracusana, classe 1971 — in lacrime, accanto al figlio, un trentatreenne riverso sul pavimento del corridoio, privo di conoscenza.
Gli operatori, richiamando le nozioni apprese durante i corsi di formazione di primo soccorso, hanno subito messo il giovane in posizione di sicurezza. Notando il volto e le labbra già scurite, hanno capito che si trovavano davanti a un arresto cardiaco. Senza esitazione, hanno avviato le manovre rianimatorie, alternandosi nei tentativi per diversi minuti, fino a quando l’uomo ha finalmente ripreso conoscenza.
Pochi istanti dopo è arrivato il personale del 118, che ha constatato che il giovane era tornato vigile e lo ha preso in cura.
La madre, ancora sotto shock, ha raccontato che il figlio, rientrato a casa poche ore prima in uno stato di evidente alterazione psicofisica, era improvvisamente crollato a terra. È stata lei a lanciare l’allarme, chiamando il numero di emergenza e consentendo così l’intervento che gli ha salvato la vita.




Un condomino “fantasma” per accedere al Superbonus: 11 indagati, sequestri per 10 mln

Un “condominio fantasma”, creato solo sulla carta per accedere in modo illecito al Superbonus 110%. È quanto hanno scoperto i militari della Guardia di Finanza di Siracusa, che hanno eseguito un sequestro preventivo di beni, conti correnti e crediti fiscali per oltre 10 milioni di euro.
Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Siracusa, il raggiro sarebbe stato architettato dal rappresentante di una società di costruzioni locale che avrebbe ottenuto indebiti vantaggi fiscali simulando la nascita di un condominio che, in realtà, non è mai esistito.
Tutto è partito dall’acquisto per circa un milione di euro di un ex albergo di oltre 5.000 metri quadrati, situato nel capoluogo. L’edificio, abbandonato da anni, è stato oggetto di un progetto di riqualificazione che lo ha trasformato in un moderno complesso residenziale. Parte degli appartamenti risulta già venduta, ma – secondo gli inquirenti – l’intera operazione sarebbe stata finanziata a spese dello Stato.
Per ottenere i benefici fiscali – è la tesi delle Fiamme Gialle – la società avrebbe frazionato catastalmente l’immobile in 101 unità tra appartamenti e box auto, stipulando poi cinque contratti preliminari di vendita con soggetti compiacenti, tra cui la moglie del rappresentante legale e alcuni familiari dei soci. Pochi giorni dopo, gli stessi soggetti avrebbero inscenato un’assemblea costitutiva di condominio, redigendo un verbale che sanciva la nascita di una realtà inesistente.
Dietro le carte, però, non c’era alcun effettivo trasferimento di proprietà. Tutti gli immobili restavano di fatto intestati alla società originaria, che ha poi presentato domanda all’Agenzia delle Entrate per il riconoscimento di crediti d’imposta per circa 15 milioni di euro, ottenendone 10.
I crediti, generati illecitamente, sarebbero stati successivamente ceduti al consorzio esecutore dei lavori, con sede nel Ragusano, e da questo monetizzati attraverso la vendita a una società multinazionale del settore energetico, risultata estranea alla frode.
L’Autorità giudiziaria ha iscritto nel registro degli indagati 11 persone, tra cui i titolari dell’impresa e i falsi acquirenti. Contestati i reati di truffa ai danni dello Stato e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo, anche per equivalente, dei beni e dei crediti fiscali per un valore complessivo superiore ai 10 milioni di euro.




Rapina con cesoie una tabaccheria e vandalizza monumenti, denunciato un 20enne

Denunciato in stato di libertà un 20enne per i reati di rapina, danneggiamento e deturpamento di bene immobile pubblico. E’ ritenuto il responsabile di una rapina commessa lo scorso 4 novembre ai danni di una tabaccheria di Francofonte. Brandendo delle cesoie, aveva minacciato la titolare e si era impossessato di 50 euro presenti nella cassa.
Le tempestive indagini avviate dai Carabinieri hanno consentito, attraverso l’analisi dei sistemi di video sorveglianza e le informazioni fornite da alcuni cittadini, di identificare il 20enne. Non solo, ulteriori accertamenti hanno poi consentito di individuare nel ragazzo l’autore delle scritte con vernice nera spray con cui avrebbe imbrattato il Monumento ai Caduti della Grande Guerra di Piazza Dante e i muri perimetrali del “II Istituto Comprensivo Dante Alighieri”, mentre la notte tra il 3 e il 4 novembre aveva danneggiato una statua della Madonna collocata nel giardino di pertinenza della chiesa San Francesco e le aiuole di via Onorevole Sebastiano Franco.
Durante la perquisizione domiciliare sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro un paio di cesoie e una bomboletta di vernice spray di colore nero.




Revolver e carabina nell’auto a noleggio, 52enne arrestato dai Carabinieri

I Carabinieri della Compagnia di Siracusa hanno arrestato un 52enne di Priolo Gargallo per detenzione abusiva di armi e munizioni e ricettazione.
Lo scorso martedì sera, i militari hanno sorpreso l’uomo alla guida di un’auto a noleggio. Essendo un soggetto noto, con precedenti penali per reati contro la persona e il patrimonio, è stata avviata una perquisizione veicolare che ha permesso di scoprire un revolver calibro 44, una carabina calibro 22 e circa 100 proiettili dei relativi calibri.
Le armi sequestrate saranno sottoposte ad accertamenti balistici.
L’arrestato è stato associato alla Casa Circondariale “Cavadonna” di Siracusa.




Furto con flex nel salone di una parrucchiera, un uomo e una donna arrestati dalla Polizia

Nelle prime ore di questa mattina, agenti delle Volanti sono intervenuti presso un salone di parrucchiera. Alcuni soggetti, con un flex, stavano aprendo la porta dell’esercizio commerciale.
All’arrivo dei poliziotti, i ladri si sono dati alla fuga. Grazie ad una sommaria descrizione, le altre Volanti in zona si sono attivate alla ricerca dei fuggitivi. Sono stati rintracciati e bloccati poco dopo, ancora in possesso di due borse contenenti articoli da parrucchieri. Così un 42enne e una donna di 44 anni sono stati tratti in arresto per furto aggravato.




Disordini e violenze fuori dallo stadio, altri 20 facinorosi denunciati e daspati

Altri 20 persone sono state denunciate dalla Questura di Siracusa. Si tratta, spiegano gli investigatori, di altri facinorosi coinvolti nei disordini dello scorso 25 ottobre, fuori dalla stadio, in piazza Cuella e vie limitrofe. In tre erano stati arrestati nelle ore successive ai fatti. Adesso, l’analisi di numerosi filmati, ha permesso le ulteriori identificazioni. Sono stati denunciati, a vario titolo, per i reati di lancio di oggetti pericolosi, accensione e lancio di grossi petardi illegali e violazioni del Daspo a cui alcuni di loro erano già sottoposti.
Anche a carico di questi venti denunciati sono stati predisposti dalla Divisione di Polizia Anticrimine e poi firmati dal Questore di Siracusa, altrettanti Daspo sportivi.
Poco istanti prima dell’inizio dell’incontro tra Siracusa e Casarano, ultimato l’ingresso dei tifosi locali all’interno dello stadio, alcuni ultras, appartenenti alla frangia più “calda” del tifo aretuseo – è la ricostruzione della Questua – si sono riuniti in piazza Cuella, non facendo ingresso allo stadio in segno di protesta per i deludenti risultati sportivi della squadra.
Poco dopo, si sono resi protagonisti di disordini e violenze iniziando un fitto lancio di fumogeni, bombe carta, bottiglie di vetro, pietre e altri oggetti pericolosi creando pericolo per i passanti e per gli agenti di polizia in servizio di ordine pubblico.




Violenza sulla compagna anche davanti alla figlia neonata: arrestato 33enne

Continue vessazioni: la violenza, le offese, anche davanti alla figlioletta, nata sette mesi fa dalla loro relazione. L’incubo che la compagna ha vissuto, almeno dallo scorso Natale, è finito martedì sera, quando la polizia ha arrestato l’uomo, un 33enne per maltrattamenti in famiglia e stalking. Gli agenti della questura sono intervenuti insieme ai colleghi della Squadra Mobile.
La misura restrittiva è stata eseguita in applicazione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Siracusa a seguito di un’intensa attività di indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Siracusa. Gli investigatori ritengono che l’uomo, che aveva avuto dalla compagna ventiquatrenne una figlia sette mesi fa, abbia costretto la donna, ininterrottamente almeno dallo scorso Natale, in preda ad una gelosia immotivata, a subire minacce, violenze e insulti, anche in presenza della neonata. Esasperata dalle continue vessazioni, la vittima si sarebbe vista costretta ad interrompere la convivenza, trasferendosi con la figlia a casa dei genitori. L’uomo però non si sarebbe rassegnato alla fine della relazione e avrebbe continuato a perseguitarla anche appostandosi sotto casa. Gli investigatori hanno quindi raccolto elementi tali da spingere la Procura a richiedere la misura restrittiva al fine di interrompere l’escalation di violenza.




Appalti nella sanità, il filone siracusano dell’inchiesta: gara servizi di ausiliariato

Una rete di favori, assunzioni promesse e subappalti “pilotati”. È questa, secondo la ricostruzione della Procura di Palermo, la trama che avrebbe accompagnato la gara d’appalto per i servizi di ausiliariato dell’Asp di Siracusa, oggi al centro di un’indagine che ipotizza i reati di corruzione e atti contrari ai doveri d’ufficio.
Sono 5 i dirigenti e funzionari dell’Azienda Sanitaria aretusea indagati: il direttore generale Alessandro Caltagirone, il direttore sanitario dell’Umberto I Paolo Bordonaro, il direttore amministrativo dell’ospedale riunito Avola-Noto Paolo Emilio Russo, il bed manager aziendale Vito Fazzino e la dirigente amministrativa del provveditorato Giuseppa Di Mauro. Tutti sono accusati di aver favorito, in cambio di vantaggi e promesse di assunzioni, la Dussmann Service poi risultata aggiudicataria dell’appalto. Russo, Fazzino e Bordonaro erano componenti della commissione di gara, con la Di Mauro invece Rup.
Secondo l’accusa, la gara sarebbe stata manipolata attraverso false sedute, rinvii strategici e presunte modifiche procedurali. In cambio, gli indagati avrebbero ottenuto assunzioni di persone segnalate, subappalti a ditte di riferimento e miglioramenti contrattuali per lavoratori indicati. Contestato anche l’incremento del valore delle prestazioni ed il volume di lavoro per la ditta Euroservice, che avrebbe avvantaggiato l’imprenditore palermitano 61enne Sergio Mazzola, anche lui indagato, ed indicato come amico personale da Romano agli altri soggetti implicati.
“La Dussmann si dissocia in maniera energica dai fatti riportati e assicura alle autorità competenti la massima collaborazione nelle indagini”, si legge in una nota dell’azienda in merito all’inchiesta della Procura di Palermo.
“A Dussmann non è stato notificato alcun atto inerente alle indagini in corso e l’azienda adotta da sempre rigidi standard di comportamento etico, trasparenza e conformità alle normative vigenti, in linea con il proprio Codice di Condotta e con le policy internazionali di compliance & integrity”. L’azienda ribadisce con forza “la propria assoluta estraneità a qualsiasi condotta illecita e la piena fiducia nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine” e “continuerà a operare con la consueta correttezza e professionalità confermando il proprio impegno a mantenere i più alti standard di legalità e integrità nella gestione di tutti i rapporti con enti pubblici e privati”.
Sono in totale 18 gli indagati nella nuova inchiesta sulla sanità siciliana. Secondo l’accusa, avrebbero dato vita ad un vero e proprio “comitato d’affari occulto”. Al vertice vi sarebbe l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, la cui lunga esperienza politica gli avrebbe consentito di esercitare un’influenza determinante. L’indagine, coordinata dal procuratore Maurizio De Lucia e condotta dai carabinieri del Ros, ipotizza che proprio l’ex presidente della Regione abbia esercitato un ruolo di pressione “nelle nomine di dirigenti e funzionari regionali” (anche per il vertice della sanità siracusana, ndr), oltre che in enti strategici nei settori della sanità, degli appalti e delle opere pubbliche.
Il quadro accusatorio complessivo finisce per tratteggiare un sistema illecito organizzato, in cui ciascun soggetto avrebbe avuto un ruolo preciso nel condizionare procedure pubbliche e orientare l’attività amministrativa a vantaggio di un ristretto gruppo imprenditoriale.
Gli indagati compariranno tra l’11 ed il 14 novembre davanti al gip che dovrà decidere sulla richiesta di arresti domiciliari.
Il direttivo nazionale della Democrazia Cristiana ha appreso nella giornata di ieri dell’apertura di indagini a carico del segretario nazionale Totò Cuffaro e di altri tre esponenti del partito. In una nota, oggi esprime “umana solidarietà e vicinanza al segretario e agli altri indagati (Carmelo Pace, Vito Raso e Antonio Abbonato) confidando che sapranno dimostrare la loro completa estraneità ai fatti contestati, nel pieno rispetto dell’operato della magistratura e dei principi di leale collaborazione istituzionale”.
“La vita del partito – prosegue la nota della DC – prosegue regolarmente, nel quadro di una presenza radicata su tutto il territorio nazionale e legittimata in tutte le sue articolazioni statutarie, con l’obiettivo della difesa dei valori della Costituzione, della cristianità e della legalità, nell’interesse della collettività e di tutti i cittadini”.