Pachino. Pensionata di 69 anni denunciata per molestie telefoniche

Temeva che il suo compagno la tradisse con un’altra donna. Un tarlo fisso per una donna di Pachino. Sembra una storia come tante, ma la protagonista di questa è una pensionata di 69 anni. Per scoprire l’eventuale “tresca”, l’anziana aveva iniziato a tempestare di telefonate anonime il compagno, causando anche qualche litigio.  Stanco delle molestie, l’uomo si è rivolto alla polizia. Fino al colpo di scena: era la stessa pensionata ad effettuare quelle chiamate con cui sperare di smascherare l’eventuale liason clandestina. E’ stata così denunciata in stato di libertà per  ingiuria e molestie telefoniche.




Siracusa. In via Piave distrutta una Mercedes

Auto in fiamme nella notte in via Piave. Un violento incendio ha distrutto una Mercedes classe B posteggiata lungo la strada. Coinvolta nel rogo anche una Opel Astra parcheggiata accanto. Potrebbe trattarsi di dolo, ipotesi non ancora confermata dagli investigatori.




Siracusa. Furto di uno scooter, due denunce

Intervento dei poliziotti di quartiere che hanno denunciato due giovani di 19 e 23 anni perchè ritenuti autori del furto di uno scooter. I due sono entrambi siracusani e già conosciuti alle forze di polizia.




Solarino. Rissa per accaparrarsi qualche indumento usato

Un pakistano, un afgano e un nigeriano. Ma la barzelletta finisce qui, per dare spazio ad una secca notizia di cronaca. I tre sono stati arrestati a Solarino dai Carabinieri per rissa aggravata. I tre – Amir Zahir, Mohmand Jamil e Eki Kon –  si sono casualmente incontrati in via Vittorio Veneto. Volevano rimediare qualche nuovo indumento alla settimanale distribuzione di vestiti usati raccolti dalla popolazione locale. E proprio il  bisogno di accaparrarsi i vestiti sarebbe alla base della contesa fra i tre che non si sono risparmiati in calci e pugni. Ad avere la peggio è stato Amir Zahirche ha riportato traumi e contusioni giudicati dai sanitari dell’Ospedale Umberto I guaribili in quindici giorni, salvo complicazioni. Si è già tenuta l’udienza di convalida degli arresti. I tre sono stati rimessi in libertà.




Omicidio Leone: conoscevano la donna, conoscevano la casa. Il criminologo: uccisa senza pietà

Gli investigatori torneranno nell’appartamento di piazza della Repubblica nel fine settimana. Un nuovo sopralluogo, altri riscontri e forse qualche nuovo dettaglio da verificare. E questo in attesa di confrontare i primi, eventuali sospetti con i risultati dei rilievi effettuati dai Ris di Messina e dall’unità Crimini Violenti del Ros di Rom, al lavoro peraltro anche per tracciare il “profilo” dell’assassino o degli assassini. Al momento, il fatto certo è la data dell’omicidio: sarebbe avvenuto nella mattina di domenica 30 marzo. Da qui si comincia per ogni tentativo di ricostruzione di quanto avvenuto al sesto piano di quel signorile stabile. Sarebbe stata la vittima, Elvira Leone, ad aprire la porta. Niente effrazione, con ogni probabilità conosceva quella figura o quelle figure comparse nello spioncino. Persona riservata, non avrebbe aperto a chiunque. Lo hanno confermato agli inquirenti le amiche della sfortunata insegnante in pensione. Poi succede qualcosa per cui quella che con ogni probabilità doveva essere una rapina sfocia in un barbaro omicidio.
Abbiamo chiesto un parere all’esperto in criminologia Gianni Murè, psicologo e psicoterapeuta consulente di parte in alcuni casi giudiziari degli ultimi anni. “E’ plausibile pensare che conoscessero la loro vittima ma soprattutto che conoscessero la casa. Sapevano cosa c’era dentro e dove trovarlo”, esordisce. Una eventualità che sarebbe confermata anche dalle modalità con cui è stato consumato l’omicidio. “Il sacchetto in plastica calato sulla testa della donna potrebbe essere letto come una forma di riverenza e rispetto. Come dire che chi ha materialmente commesso il delitto non ha voluto guardare la fine della sua vittima, perchè persona a lui nota. Non è raro in criminologia un simile modus operandi, con l’assassino che si piazza alle spalle e copre il volto della persona da eliminare per non dover vedere direttamente cosa sta facendo”, spiega ancora Murè. Uccidere Elvira Leone non sarebbe stato però nei piani di chi è entrato all’opera in quell’appartamento. “Sulla base degli elementi disponibili, è verosimile. Volevano rubare. Sapevano che c’era qualcosa da rubare. Ma non trasformarsi in assassini. Forse la donna si è rifiutata di consegnare denaro e preziosi, di aprire la cassaforte,  magari ha reagito. Cosa che avrebbe spiazzato i rapinatori. Che potrebbero essersi innervositi sino all’epilogo finale. Con quel filo elettrico stretto con forza al collo perchè devono fare in fretta e non possono agire diversamente”, ipotizza l’esperto in criminologia Gianni Murè. Omicidio senza “pietas” quindi. Opera, e anche questa è solo un’ipotesi, non di professionisti. “Potrebbe essere. In questo caso potrebbero aver commesso degli errori, seminando indizi che non saranno sfuggiti agli esperti investigatori”.
Ma chi ha ucciso Elvira Leone? “Non posso certo rispondere io. Basandomi sull’esperienza e sui miei studi, potrei spingermi a ritenere che si sia trattato di persone estranee al nucleo familiare ma non alla signora”. Che conoscevano la casa. Domestici? Pare che si servisse di questo tipo di servizi ma non aveva del personale fisso. Sarebbero stati diversi nell’ultimo periodo. Ed è una delle piste seguite dagli investigatori, che si stanno muovendo a tutto tondo senza lasciare niente indietro.




Augusta. Oggi in porto la nave Maestrale e il pattugliatore Foscari con 550 migranti a bordo

Oltre mille migranti soccorsi in poche ore, tra ieri pomeriggio e la notte scorsa, dalle navi della Marina Militare al largo del Canale di Sicilia. Nell’ambito dell’operazione Mare Nostrum, le fregate Maestrale ed Euro e i pattugliatori Foscari e Sirio hanno soccorso tre natanti in difficoltà, provenienti dalle coste del nord Africa, avvistati dall’elicottero della fregata Maestrale e da un drone dell’Aeronautica militare. Tra i mille e 49 migrati salvati, 151 donne e 91 minori, compresi 3 neonati. La nave Maestrale e il pattugliatore Foscari si stanno dirigendo verso il porto di Augusta, dove arriveranno con  550 migranti a brodo. Il pattugliatore  dovrebbe approdare al porto megarese nel primo pomeriggio, mentre è previsto per le 18 l’arrivo della nave. Le navi Euro e Sirio fanno, invece, rotta verso il porto di Pozzallo.




Siracusa, scene di ordinaria violenza in corso Umberto. Aggressione per un cellulare

Un somalo di 34 anni, da tempo residente a Siracusa, ha aggredito un eritreo di 37 anni per portagli via il cellulare. Senza farsi troppi scrupoli, lo ha attaccato alle spalle brandendo come arma il collo di una bottiglia rotta con cui lo ha ferito all’orecchio sinistro. Preso con forza il telefono si è dato alla fuga nelle traverse di corso Umberto. Alcuni passanti hanno assistito all’aggressione, avvenuta in una zona centrale di Siracusa, ed hanno avvertito i Carabinieri. In poco tempo i militari sono riusciti a rintracciare e bloccare Ali Siad, il presunto aggressore. Incensurato e disoccupato, è stato condotto a Cavadonna. L?accusa per lui è rapina e lesioni. La sua vittima ha riportato una prognosi di dieci giorni, salvo complicazioni.




Siracusa, furto in villetta: due ventenni arrestati a Fontane Bianche

Due floridiani arrestati nella notte a Fontane Bianche. Le manette sono scattate ai polsi di Alessandro Verga e Carmelo Correnti. I due, entrambi ventenni, sono accusati di furto aggravato in una villetta della frazione balneare siracusana. Carmelo Correnti è stato anche denunciato per il reato di porto ingiustificato di arma da taglio.




Avola. Picchia la moglie al culmine di una lite: 33enne in manette

Un’ennesima discussione in famiglia, gli animi  si riscaldano sino all’aggressione tra le mura domestiche. E’ successo ieri sera ad Avola. Il 33enne Alessandro Mauceri, già noto per reati contro il patrimonio e la persona, al culmine di una litigata con la maglie – peraltro nata per futili motivi – si sarebbe scagliato contro la consorte, procurandogli lesioni ed escoriazioni varie. Seppur spaventata, la donna è riuscita a chiedere l’aiuto dei Carabinieri, accorsi sul posto. Dopo aver ricostruito i fatti appena accaduti e le precedenti violenze subite dalla donna – pare infatti non fosse la prima volta -hanno arrestato il 33enne per maltrattamenti in famiglia. E’ stato condotto a Cavadonna.




Noto. Paura per tre turisti inglesi: accerchiati e rapinati alla stazione

Brutta avventura per tre turisti inglesi in visita nel siracusano. Mentre aspettavano il treno per Siracusa nella stazione di Noto, sono stati avvicinati da un gruppetto di giovani malintenzionati. Quattro, forse cinque ragazzini. Individuate le loro vittime, le avrebbero accerchiate.
In un primo momento, i tre inglesi – tutti sulla settantina – non hanno ben compreso cosa stesse accadendo. Ma quando le minacce si sono fatte esplicite ed anche fisiche – pare che i giovinastri avessero con sè alcuni oggetti contundenti, probabilmente dei bastoni – hanno purtroppo ben compreso cosa stesse loro accadendo. La gang si è fatta consegnare allora i soldi che i turisti avevano in tasca e le carte di credito. Poi sono scappati, facendo perdere le loro tracce.
Solo all’arrivo del treno a Siracusa i tre, con comportamento davvero british, hanno denunciato la loro disavventura. Immediate le indagini curate dalla squadra Mobile.