Percepiva il reddito di cittadinanza ma lavorava in officina: beccato dalla PolStrada

Percepiva il reddito di cittadinanza in quanto disoccupato ma, intanto, lavorava “in nero” presso un’officina. Un operaio di 55 anni, di Francofonte, è stato denunciato dalla Polizia Stradale durante un controllo. E’ emerso che l’operaio prestava la propria opera abusivamente, sprovvisto di ogni copertura previdenziale e assicurativa, pur essendo destinatario di reddito di cittadinanza.
Ogni mese riceveva un sussidio di 500 euro oltre ai soldi in nero da parte del datore di lavoro. Entrambi sono stati segnalati per omessa comunicazione della variazione del reddito e/o del patrimonio alla Direzione Provinciale dell’Inps di Siracusa ed alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa.
Il datore di lavoro è stato denunciato per “intermediazione illecita e sfruttamento della manodopera in cambio di una retribuzione sottopagata” oltre alle sanzioni amministrative previste dalla normativa vigente”.
Per l’operaio avviate le procedure per la sospensione del rdc e potrebbe essere chiamato a restituire quanto indebitamente percepito.




Getta droga nel wc, i Carabinieri la trovano con l’escavatore: denunciata una 50enne

Si era disfatta frettolosamente della droga gettandola nel wc, peraltro allacciato abusivamente alla fognatura. Ma i Carabinieri, intervenuti anche con un escavatore, non hanno avuto problemi a recuperare quell’involucro contenente oltre 20 grammi di cocaina. Lo stupefacente era conservato dentro un involucro in plastica.
La donna, una 50enne di Rosolini, è stata denunciata. La perquisizione domiciliare ha consentito di rinvenire ulteriori 10 grammi di marijuana e alcuni grammi di hashish, divisi in dosi e pronti per lo spaccio, oltre a 5.500 euro, ritenuti provento dello spaccio, nonché un bilancino di precisione e materiale per il confezionamento.
Quando i carabinieri hanno bussato alla sua porta, la donna ha cercato di liberarsi senza troppe cautele della droga che aveva sul tavolo, gettandola nel wc. Ma i militari, certi che in quella casa si svolgesse un’attività di spaccio, sono prontamente intervenuti.




Maxi confisca ad un imprenditore: beni per 20 milioni di euro

Beni mobili e immobili, denaro, preziosi, compendi societari. E’ quanto confiscato ad un imprenditore, nell’ambito di attività di indagine coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania. A dare esecuzione sono stati  i finanzieri del Comando Provinciale di Catania. Il noto imprenditore siciliano è già destinatario di decreto di sequestro in materia di prevenzione antimafia, eseguito dai militari delle fiamme gialle etnee il 13 marzo 2020.
Si tratta, in particolare, di un patrimonio del valore di circa 20 milioni di euro, costituito da 6 attività imprenditoriali, 3 fabbricati, 1 motociclo, denaro contante e diversi preziosi.
L’indagine di prevenzione  si collega all’operazione “VENTO DI
SCIROCCO”, condotta dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Catania della Guardia di finanza e dai Carabinieri del Nucleo Investigativo etneo, all’esito della quale l’imprenditore è stato arrestato insieme a 22 persone, in quanto ritenuto responsabile di associazione di tipo
mafioso, associazione per delinquere, estorsione in concorso, intestazione fittizia di beni, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, falsità commessa dal privato in atto pubblico, emissione di fatture o altri
documenti per operazioni inesistenti, occultamento o distruzione di scritture contabili, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare il clan mafioso etneo dei “Mazzei” (cd. “Carcagnusi”).
I successivi approfondimenti svolti da unità specializzate del GICO del predetto Nucleo PEF volti all’applicazione delle misure di prevenzione, hanno permesso di inquadrare il proposto quale soggetto caratterizzato da “pericolosità qualificata” che avrebbe vissuto abitualmente con i proventi di attività delittuose, essenzialmente consistenti nella perpetrazione continuata di articolate frodi fiscali e di contrabbando aggravato.
La carriera criminale,secondo la Guardia di Finanza, avrebbe avuto inizio nel 2007 sotto l’egida mafiosa dello zio della moglie, all’epoca, capo del clan “SCIUTO-TIGNA”. Dopo la carcerazione di quest’ultimo capo
clan, l’imprenditore siciliano, tra il 2009 e il 2011, sarebbe finito sotto l’ala protettrice dei Mazzei, i quali si sarebbero avvalsi del suo operato per il contrabbando di prodotti petroliferi.
L’uomo, al di là delle sue stabili frequentazioni con soggetti gravati da rilevanti precedenti penali e di polizia, è risultato inoltre coinvolto in molteplici vicende giudiziarie per reati edilizi, furto continuato, associazione a delinquere finalizzata alla sottrazione di pagamento dell’accisa sul gasolio da autotrazione e al contrabbando di prodotti petroliferi immessi nel mercato nazionale in evasione d’imposta (Accise e IVA). Sull’indagato sono state notate rilevanti sproporzioni nel periodo considerato (2007-2017) tra le attività economiche possedute, dal medesimo e dal suo nucleo familiare, e i redditi dichiarati.  Confiscati:  4 società e 2 ditte individuali, operanti nel settore del commercio di prodotti petroliferi aventi sede tra Catania, Augusta e Sant’Agata Li Battiati (CT);
– 3 immobili, di cui 2 siti a Catania e 1 in Giardini Naxos (ME);
– diversi beni mobili (un motociclo, denaro contante e diversi preziosi),
per un valore di circa 20 milioni di euro.




Tentata violenza sessuale, minaccia e lesioni aggravate: 37enne ai domiciliari

Uno straniero di 37 anni, residente a Siracusa, è stato posto ai domiciliari. Ad eseguire l’ordinanza di custodia cautelare sono stati gli agenti della Squadra Mobile. Il provvedimento è stato emesso dal Gip del Tribunale di Siracusa. L’uomo è accusato di tentata violenza sessuale, minaccia aggravata e lesioni aggravate perpetrate nei confronti dell’ex compagna, una donna anch’ella straniera di 30 anni.




Acquisto di un’auto, l’intermediario intasca i soldi: denunciato per truffa a Noto

Un uomo è stato denunciato per truffa, a Noto. La vittima, un 44enne, ha consegnato ad un intermediario la somma pattuita di 1600 euro, di cui 350 quale corrispettivo per il passaggio di proprietà di un’autovettura. L’uomo avrebbe dovuto inoltrare la somma di denaro ad una concessionaria, al fine di perfezionare l’acquisto ed il passaggio di proprietà.
Tuttavia, a distanza di mesi, la vittima non poteva utilizzare il veicolo poiché non era mai stato perfezionato il passaggio di proprietà. L’attività investigativa ha permesso l’acquisizione della documentazione da cui sarebbero emersi profili di responsabilità penale dell’intermediario il quale, mediante raggiri, vendeva il veicolo, intascando la somma di denaro di 1600 euro senza mai inoltrarla alla concessionaria per definire la vendita del mezzo.




Arrestato il Direttore dell’Ispettorato del Lavoro: corruzione e concussione le accuse

Corruzione, concussione e rivelazione di segreto d’ufficio. Sono le accuse di cui dovrà rispondere il direttore dell’Ispettorato territoriale del Lavoro di Siracusa, Michelangelo Trebastoni, 60 anni, posto ai domiciliari a seguito di un intervento della Guardia di Finanza. Ai domiciliari, secondo quanto spiega l’Ansa,  anche una persona di sua fiducia di 54 anni che fungeva da intermediario tra l’Ispettorato e le aziende. La Guardia di Finanza ha eseguito le ordinanze del gip. Notificati anche tre provvedimenti interdittivi della durata di un anno nei confronti di due imprenditori nel settore della vigilanza privata (divieti di esercitare uffici direttivi presso persone giuridiche e imprese) di 56 e 58 anni entrambi di Siracusa, e del consulente del lavoro di 47 anni di Siracusa (divieto di esercitare la professione) che avrebbero assicurato l’assunzione del personale segnalato dal dirigente dell’Ispettorato.
I militari delle Fiamme Gialle della Compagnia di Noto avrebbero scoperto episodi di corruzione, concussione e rivelazione di segreto d’ufficio di dirigenti e funzionari dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Siracusa i quali “in cambio di utilità di varia natura, avrebbero condizionato la pianificazione o l’esito delle attività ispettive in favore di diversi soggetti economici”.

Le indagini, condotte dalle Fiamme Gialle della Compagnia di Noto, hanno svelato l’esistenza di un consolidato circuito corruttivo alimentato da solidi legami di amicizia che univano corrotti e corruttori.
In particolare, nel corso di un controllo in materia contributiva e previdenziale nei confronti di un istituto di vigilanza privata – inizialmente eseguito in forma congiunta a personale dell’INPS – i funzionari dell’Ispettorato Territoriale, su disposizione del loro direttore, avrebbero omesso di contestare i rilievi emersi, ricevendo in cambio, da parte del rappresentante legale della società oggetto dell’ispezione con la compiacenza del proprio consulente del
lavoro, l’assunzione di un soggetto segnalato dallo stesso direttore dell’Ispettorato.
“Contrariamente ai propositi illeciti di quest’ultimo-spiega una nota della Guardia di Finanza-  l’INPS ha proseguito l’attività ispettiva, approfondendo
analiticamente il contesto di competenza ed elevando sanzioni pari a circa80 mila euro per violazioni di carattere amministrativo. Secondo le Fiamme Gialle, “le investigazioni hanno consentito di ricostruire una fitta rete di contatti mirata a sfruttare l’influenza derivante dalla posizione dominante del direttore dell’ITL di Siracusa per favorire svariate situazioni inerenti ai suoi interessi personali o a quelli di persone a lui vicine”. Il dirigente infatti, abusando del proprio incarico e dei propri poteri, avrebbe convocato più volte negli uffici dell’Ispettorato un socio di una nota scuola di lingue estere al fine di ottenere un trattamento di favore e un’assistenza dedicata in vista dell’iscrizione del figlio a un corso di inglese. Non avendo ricevuto un feedback positivo da parte dell’imprenditore, il direttore avrebbe disposto  nei giorni successivi l’avvio di un accertamento
ispettivo.
In un’altra occasione, ad essere convocati con urgenza presso la direzione dell’ITL sarebbero stati  i titolari di un negozio di ottica, a cui sarebbe stata ventilata  l’ipotesi di accertamenti sulla loro società con l’individuazione di
sicure anomalie, scongiurate grazie all’intervento del direttore il quale, in cambio, avrebbe dovuto ottenere la promessa di un trattamento di favore per l’acquisto di occhiali da vista.
L’alto dirigente, inoltre, nel corso di alcuni incontri con i responsabili di numerosi supermercati della Sicilia Sud-Orientale avrebbe prospettato alle controparti la pianificazione di controlli in modo da condizionarne l’esito senza
l’irrogazione di sanzioni amministrative, ottenendo in cambio l’assunzione di persone da lui segnalate in diversi punti vendita.




Spaccio di droga, contrasto costante in via Santi Amato: ancora controlli

Via Santi Amato è ormai tristemente nota per essere un supermarket della droga. Nella nota piazza di spaccio cittadina sono quotidiani i controlli da parte della Polizia. Nelle ore scorse, agenti delle Volanti hanno identificato un uomo di 47 anni che stazionava a bordo di una autovettura. Aveva con sè una modica quantità di hashish per uso personale e, pertanto, è stato segnalato all’Autorità Amministrativa competente.
Segnalazione alla Prefettura anche per un 20enne di Melilli, sorpreso a Priolo con modica quantità di marijuana.




Ricordato il sacrificio del Carabiniere siracusano Carmelo Ganci, ucciso 35 anni fa

Commemorato oggi a Siracusa il 35.o anniversario della tragica scomparsa del carabinieri Carmelo Ganci. Al cimitero di Siracusa, picchetto d’onore e mazzo di fiori sulla tomba del militare.
Carmelo Ganci era nato a Siracusa il 30 luglio del 1964, a 18 anni si arruolò nell’Arma e fu ammesso a frequentare il corso d’istruzione presso la Scuola Allievi Carabinieri di Iglesias (CA). Fu destinato alla Stazione Carabinieri di Massa Lubrense (NA), vicino Sorrento. In seguito venne trasferito in provincia di Caserta, presso la Stazione Carabinieri di Castel Morrone, dove prestò servizio per circa una decina di giorni prima di quel tragico 4 dicembre 1987, data in cui compì l’atto di valore per il quale venne insignito della Medaglia d’Oro al Valor Militare, concessa con D.P.R. del 31 ottobre 1988, con la seguente motivazione: “A diporto in abito civile unitamente a pari grado, appreso che poco prima quattro malviventi armati avevano perpetrato rapina ai danni degli avventori di un esercizio pubblico dandosi poi alla fuga a bordo di autovettura di grossa cilindrata, con altissimo senso del dovere e cosciente sprezzo del pericolo, si poneva alla loro ricerca con la propria autovettura. Intercettati i fuggitivi ed ingaggiato con essi conflitto a fuoco, nel corso di prolungato inseguimento ad elevata velocità fuoriusciva con l’auto dalla sede stradale finendo nella sottostante scarpata, ove, ferito ed impossibilitato a difendersi, veniva vilmente ucciso dai criminali con numerosi colpi d’arma da fuoco. Luminoso esempio di elette virtù militari, ammirevole abnegazione e dedizione al servizio spinto fino all’estremo sacrificio”.
Un destino beffardo accomunò in quel maledetto giorno il giovane carabiniere Ganci e il collega Pignatelli che, liberi dal servizio, a bordo di una Fiat Ritmo si lanciarono immediatamente all’inseguimento della Saab 9000 di una banda responsabile di una rapina consumata pochi minuti prima nel centro abitato campano. Per un’incredibile coincidenza, dopo un lungo inseguimento e pur non avendo percorso la stessa strada, i due Carabinieri intercettarono l’auto incriminata tra Castel Morrone e Piana di Monte Verna. I rapinatori, dopo una curva ed approfittando dell’oscurità, svoltarono in aperta campagna, e, spegnendo i fari, attesero il passaggio di Ganci e Pignatelli. I due militari, raggiunti, affiancati e mandati fuori strada, diventarono bersaglio facile dello spietato commando che, imbracciando un fucile si accanì con inaudita violenza contro di loro. I due militari rimasero feriti e, pertanto, impossibilitati a muoversi e a difendersi; una condizione di debolezza che, secondo la sentenza che anni dopo condannerà all’ergastolo i tre autori, non sfuggì ai rapinatori. I tre, da quanto emerso dall’inchiesta, scesero dalla loro Saab e, a sangue freddo, fecero di nuovo fuoco per essere sicuri di aver ucciso i militari tant’è che a terra furono ritrovati oltre 60 colpi esplosi.




Sgomberati locali occupati abusivamente al cimitero di Siracusa: blitz della Municipale

Operazione anti-abusivismo al cimitero di Siracusa. Nel primo pomeriggio, quindici agenti di Polizia Municipale, insieme a personale della struttura cimiteriale, hanno sgomberato locali occupati senza alcuna autorizzazione. Si tratta di cinque sottoscala di alcuni colombai, all’altezza del terzo cancello e dell’area monumentale.
Utilizzati come deposito di materiali vari, tornano adesso a disposizione della struttura comunale. Dalle risultanze d’intervento ed indagine dipenderanno le eventuali decisioni anche della magistratura.
“Con professionalità e coraggio, nell’interesse della legalità, abbiamo riconsegnato alla disponibilità dell’ente pubblico spazi che erano stati arbitrariamente sottratti”, commenta il delegato del sindaco Giovanni Di Lorenzo.




Assunto come badante, ruba i gioielli di famiglia: fermato prima della fuga

Era stato assunto come badante di un’anziana coppia, ma le sue attenzioni si sarebbero concentrate sui gioielli in oro di famiglia. Per questo motivo, un campano di 45 anni è stato posto in stato di fermo dai Carabinieri di Palazzolo Acreide. L’uomo, con precedenti per reati contro il patrimonio ed altro, era stato “scelto” via internet.
Secondo quanto riferito dagli investigatori, l’uomo si era fatto assumere come badante ma non aveva mai assistito veramente il marito della donna che, in più di una circostanza era stato lasciato solo a casa nonostante le condizioni di salute. Insospettita dal comportamento poco professionale del badante e dalla sua improvvisa disponibilità di denaro, ha richiesto l’intervento dei Carabinieri che hanno constatato in casa il furto di tutti gli oggetti d’oro.
Le immediate ricerche del 45enne hanno consentito ai militari di rintracciare l’uomo, pronto per la fuga, all’interno di un bar poco lontano con al seguito un trolley. Le successive verifiche hanno permesso di individuare a chi erano stati venduti gli oggetti d’oro, che sono stati recuperati e restituiti alla coppia. Il fermato è stato condotto presso la Casa Circondariale Cavadonna di Siracusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
L’Arma dei Carabinieri è impegnata giornalmente nello svolgimento di iniziative di sensibilizzazione, presso parrocchie, centri anziani, emittenti radio televisive e teatri per informare e mettere sull’avviso gli anziani e le persone fragili sulle più frequenti pratiche di raggiro e truffe, adottate dai malviventi per carpire la fiducia delle loro vittime; malintenzionati che approcciano le vittime sia nelle loro abitazioni, sia per strada nelle circostanze di vita quotidiana. “La chiamata al 112 rimane la prima cosa da fare ogni volta che si ha il sospetto di avere a che fare con un malfattore”, ricordano dal Comando Provinciale.