Mafia: maxi confisca da 50 milioni di euro. Sequestrate aziende di trasporto

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Siracusa hanno eseguito un provvedimento di confisca di beni per un valore di ben 50 milioni di euro. E’ stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catania.
L’ingente patrimonio, costituito prevalentemente da importanti aziende di trasporto operanti nella Sicilia orientale, è ritenuto riconducibile ad un ergastolano per mafia che, nonostante lo stato di detenzione, continuava ad amministrarlo attraverso i familiari.
Si tratta di Filadelfo Emanuele Ruggeri, ritenuto organico al clan Nardo. Sigilli a due terreni a Carlentini ed al 100% delle imprese, delle quote societarie nonché di tutti i beni costituiti in azienda (157 motrici, 244 rimorchi, 6 autoveicoli e vari conti correnti di cospicua entità) delle ditte di trasporto su gomma “Ruggeri Francesco” e “Ruggeri Trasporti”, entrambe con sede legale a Lentini.
Gli stessi beni già lo scorso 7 febbraio 2020 erano stati sottoposti a sequestro finalizzato alla confisca dal Tribunale di Catania, su richiesta della Ddda, nell’ambito di una attività d’indagine a carico di Ruggeri e di quelli che sono considerati suoi prestanome.
L’indagine ha consentito di accertare che le attività economiche oggetto di sequestro di fatto sarebbero sempre state condotte sotto la gestione del detenuto Ruggeri. Attive nel “lucroso” settore dell’autotrasporto dell’ortofrutta (agrumi), avrebbero operato per il tramite di persone a lui riconducibili, avvalendosi di modalità mafiose – secondo gli investigatori – garantendo così al clan ingentissimi introiti.

Il provvedimento odierno ha accolto in pieno quanto emerso dalle attività investigative. Approfondendo i profili di riconducibilità di tali attività economiche sul piano decisionale, gestionale e degli utili, le indagini hanno chiarito che le stesse “erano strumentali alle attività illecite del clan e, facendo risaltare l’evidente sproporzione dei redditi dichiarati/leciti dei soggetti in parola con il patrimonio accumulato e con gli investimenti operati nel tempo, hanno consentito di operare la confisca dei detti beni”.
Le indagini, pertanto, hanno ancora una volta accertato le modalità con cui l’organizzazione mafiosa di riferimento continua ad esercitare il proprio “incisivo potere di infiltrazione nel tessuto economico del territorio”, assumendo il controllo di settori caratterizzanti dello stesso.




Picchiata da una bulla: “Se mi tocchi muori”. E il branco attorno filma e ride

Un nuovo video shock con adolescenti protagoniste. Ancora un grave episodio di bullismo in provincia di Siracusa. Una ragazzina è stata picchiata da una coetanea mentre tutt’attorno un gruppetto di amici e amiche ride divertito, senza che nessuno intervenga per difendere la vittima. Non una chiamata alle forze dell’ordine, una parola. Nulla. E’ successo nei giorni scorsi a Carlentini, durante la festa di Santa Tecla.
Una ragazzina rimedia sonori schiaffoni, spintoni e violente tirate di capelli. “Tu non mi devi toccare”, urla in dialetto la bulla. “Se mi tocchi di nuovo muori”, arriva addirittura a minacciare. E giù ancora violenze.
Il video, realizzato con un telefonino, ha iniziato a girare nelle chat di whatsapp ed è diventato in breve virale. E’ anche in possesso delle forze dell’ordine che stanno chiudendo il cerchio per identificare i protagonisti della vergognosa scena.
Nonostante le centinaia di incontri nelle scuole della provicnia per parlare di bullismo e cyberbullismo, ancora esiste una realtà parallela di violenza e sopraffazione con protagonisti giovanissimi e ragazze.




Lamin, picchiato dal branco a Pachino. “Cinque vigliacchi contro un ragazzo fantastico”

Lo hanno pestato in cinque, a Pachino, non lontano dall’istituto comprensivo Pellimo. Vittima del branco, un ventunenne straniero. A denunciare il grave fatto è il datore di lavoro del ragazzo, titolare della apprezzata gelateria Don Peppinu, a Marzamemi, borgo marinaro di Pachino. “Uno dei nostri preziosi collaboratori è stato brutalmente aggredito a Pachino da 5 vigliacchi in branco provocandogli anche delle ferite importanti. La cosa schifosa è che hanno aggredito un ragazzo fantastico come Lamin che è di una bontà infinita e che tra le altre cose a soli 21 anni si ritrova da solo e lontano migliaia di chilometri dalla sua famiglia biologica”, scrive su un post a cui affida la brutta storia.
E’ stata anche presentata regolare denuncia alle forze dell’ordine. In attesa di sviluppi, scatta la gara di solidarietà per il ragazzo pestato. “Lamin non è solo, e voglio usare la pagina ufficiale per dire che toccare Lamin è come toccare tutti noi della famiglia Don Peppinu, e lo dimostreremo mettendo a disposizione di Lamin il nostro ufficio legale per costituirsi parte civile nel futuro processo penale a carico di questi 5 gentiluomini”.




La rapina, l’inseguimento: i tre catanesi arrestati avevano gioielli per 3600 euro

Sono tre catanesi rispettivamente di 41, 37, e 35 anni gli arrestati per la rapina ai danni di una gioielleria di corso Gelone, a Siracusa. Tutti già conosciuti alle forze di polizia, sono stati bloccati dopo un inseguimento che ha visto protagonista anche la Polizia Municipale, insieme alla Polizia di Stato (leggi qui). A loro viene contestata la rapina aggravata dall’uso di un’arma da sparo e dalla circostanza di essere travisati.
Secondo quanto ricostruito, i tre erano entrati all’interno dell’attività commerciale pistola in pugno e con i volti coperti. L’arma si è poi rivelata essere a salve. In pochi istanti si sono impossessati di preziosi del valore commerciale di circa 3.600 euro.
Dopo il colpo sono stati bloccati dagli uomini della Polizia Municipale in collaborazione con gli agenti della Squadra Mobile aretusea.




Rimossa rete “fantasma” a largo di Avola, operazione coordinata dalla Guardia Costiera

Una “rete fantasma” che giaceva impigliata nel relitto di una nave mercantile affondata nel 1979, poco distante dal litorale nord di Avola, è stata rimossa al termine di una delicata operazione. Con il coordinamento della Capitaneria di porto di Siracusa, sono intervenuti i subacquei del nucleo Guardia Costiera di Messina, il personale subacqueo di “Sea Shepherd” e del diving “Marina di Ognina”.
La rete è stata dapprima monitorata con l’impiego del Rov (Remotely Operated underwater Vehicle) pilotato dai sub della Guardia Costiera. Successivamente è stata assicurata dal personale di Sea Shepherd e del Diving Marina di Ognina. Il successivo recupero è avvenuto con un verricello “salpa rete” dell’imbarcazione Sea Eagle dell’associazione ambientalista intervenuta.
Questo intervento rientra nella più ampia operazione nazionale denominata “reti fantasma”, svolta dalla Guardia Costiera su mandato del Ministero della Transizione Ecologica. Dal 2019 ad oggi, sono state rimosse circa 50 tonnellate di reti abbandonate sui fondali marini, pericolose per la sicurezza in mare e, ancora peggio, altamente dannose per il suo ecosistema.




Compra online una piscina fuori terra ma non la riceve: denunciato truffatore

Un calabrese di 49 anni è stato denunciato per truffa dal Commissariato di Noto. Il 14 giugno scorso aveva venduto online una piscina fuori terra ad una donna residente nella città barocca. Effettuato il pagamento, pari ad euro 479, la donna non ha però mai ricevuto quanto acquistato. Si è allora rivolta alla Polizia.
Gli accertamenti investigativi, espletati sull’intestatario del conto corrente e sulle utenze cellulari usate dal truffatore, hanno consentito agli investigatori di risalire all’identità dell’uomo e di denunciarlo.

foto generica dal web




Rapina in corso Gelone, Municipale e Polizia arrestano i tre fuggitivi

Sono stati arrestati i tre rapinatori che questo pomeriggio sono entrati in azione in corso Gelone, a Siracusa. Hanno preso di mira una gioielleria e una volta messo a segno il colpo, arraffando vari oggetti, hanno tentato di darsi alla fuga.
Sono stati però intercettati da una pattuglia della Municipale, a cui una passante aveva segnalato movimenti sospetti.
Ne è nato un inseguimento, concluso in via Costanza Bruno dove gli agenti della Municipale hanno arrestato uno dei fuggitivi. Nel frattempo, anche una Volante della Polizia ha dato manforte all’intervento, bloccando nei pressi di Piazza San Giovanni gli altri due uomini in fuga.
I tre sono stati condotti in Questura e dichiarati in arresto. Si tratta di rapinatori in trasferta, originari della provincia di Catania. Addosso, secondo quanto si apprende, avevano alcuni preziosi precedentemente trafugati.




I poliziotti arrestati, il pentito: “Sequestravano droga e la consegnavano a noi”

“Mi disse di preparare 10 buste da 50 grammi di mannitolo per poter fare lo scambio di droga dopo le analisi condotte a Catania sullo stupefacente sequestrato”. Il mannitolo (una sorta di diuretico) sarebbe poi stato utilizzato al posto dello stupefacente sequestrato che veniva, così, “recuperato”.
E’ solo uno dei passaggi delle rivelazioni di Cesco Capodieci sui rapporti con i poliziotti indagati a Siracusa, con l’accusa a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti e psicotrope, corruzione, peculato e falso in atto pubblico.
Nello specifico, la frase pronunciata dall’ex “re del Bronx” si riferisce ad uno dei poliziotti soprannominato “Occhi di Ghiaccio” e alle volte anche “Savastano”.
Nelle sue dichiarazioni, il collaboratore di giustizia riferisce di “appartenenti alle forze che sottraevano droga sequestrata, anche corpi di reato e si rendevano complici dello spaccio. Sequestravano stupefacente e lo consegnavano a noi”.
Vengono citati anche singoli episodi. In un caso, ad esempio, dopo un operazione antidroga, i poliziotti avrebbero consegnato al gruppo criminale 500 grammi di cocaina, dietro corresponsione di 20 mila euro. “In totale avrò dato 100 mila euro”, stima ancora Capodieci riferendosi a due dei poliziotti arrestati.
A loro carico, è stato disposto un sequestro preventivo di beni pari, rispettivamente, a 209.908 euro e 374 mila euro, cifre calcolate a seguito di indagini patrimoniali, prendendo in considerazione le entrate complessive dal 2001 al 2021 ed effettuando una serie di controlli incrociati con le banche dati a disposizione. A proposito di uno degli indagati, scrivono gli investigatori “risorse finanziare eccedenti a quelle frutto di redditi dichiarati”.
Un altro collaboratore di giustizia, Massimiliano Mandragona, con le sue dichiarazione lascia intendere che per i poliziotti infedeli vi fosse una sorta di stipendio. “Dal 2015 a 2017 ogni quaranta giorni consegnavamo 2000 euro. (…) Ci conveniva visto che ci avvisava di tutte le attività della polizia, dei carabinieri e della finanza riferendoci le informazioni che aveva in merito e che potevano danneggiare noi o il gruppo del Bronx”.




Stupefacenti: due arresti a Siracusa, la Polizia sequestra droga e una pistola

Agenti della Squadra Mobile di Siracusa hanno arrestato due uomini per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. I due, di 32 anni e 30 anni, erano già noti alle forze dell’ordine. Durante un controllo in viale dei Comuni, eseguito anche con unità cinofile, il trentenne è stato trovato in possesso di alcune dosi di cocaina e della somma di 265 euro, probabile provento dell’attività di spaccio. Una perquisizione domiciliare nell’abitazione dell’uomo, ha permesso di rinvenire altri 8,54gr di cocaina, 1,28 di hashish e bilancini elettronici oltre a vario materiale per il confezionamento, nonché due proiettili calibro 22.
Il trentaduenne, invece, è stato trovato in possesso di 182 dosi di cocaina, in parte nascosta in uno sgabuzzino nella disponibilità dell’uomo, oltre alla somma di 341 euro.
Nella terrazza della palazzina oggetto di perquisizione, è stata rinvenuta e sequestrata una pistola a salve marca Bruni modificata artigianalmente, munita di caricatore rifornito di tre cartucce calibro 7,65.
Nel corso dei “soliti” controlli nella nota piazza di spaccio di via Santi Amato, agenti del Commissariato Ortigia hanno rinvenuto e sequestrato 7 dosi di cocaina, 1 dose di hashish e 12 dosi di crack occultate in via Santi Amato.




Market della droga in casa: arrestato 48enne di Solarino

I Carabinieri della Stazione di Solarino, coadiuvati dai militari dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, nel corso un servizio finalizzato alla repressione dello spaccio di stupefacenti, hanno arrestato, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, un pregiudicato solarinese di 48 anni.
I Carabinieri, acquisita la notizia confidenziale da alcuni cittadini che avevano notato movimenti sospetti nei pressi dell’abitazione dell’uomo, già noto ai militari per i suoi precedenti per reati inerenti gli stupefacenti, hanno effettuato un servizio di osservazione e, notando un intenso viavai di giovani assuntori, hanno fatto irruzione nell’abitazione del 48enne che, nonostante avesse bimbi piccoli in casa, riponeva, senza alcuna cautela, due involucri contenenti rispettivamente 15 grammi di cocaina e 9 grammi di crack, sul tavolo della cucina unitamente a un bilancino e numerose bustine di plastica utilizzate per la suddivisione in dosi e il confezionamento.
Nel corso del servizio, inoltre, si accertava che il pagamento dello stupefacente da parte degli assuntori avveniva in modo particolarmente discreto, infatti alcune banconote dei circa 1.600 euro, presunto provento di spaccio, sono state rinvenute all’interno della cassetta postale, situata all’ingresso dell’abitazione e riportante un cognome fittizio.
La  droga, il denaro ed il materiale per il confezionamento sono stati sequestrati, mentre l’uomo è stato sottoposto agli arresti domiciliari .