Sorpreso dalla Polizia con 75 grammi di cocaina in casa, ai domiciliari un 28enne

Un 28enne è stato arrestato ad Augusta dalla Polizia di Stato, per il reato di detenzione ai fini dello spaccio di droga. Gli investigatori, notando un andirivieni sospetto dalla casa dell’uomo, si sono appostati nei pressi e – all’arrivo di un assuntore – hanno fatto irruzione all’interno dell’abitazione, bloccando acquirente e spacciatore.
La perquisizione domiciliare ha consentito di rinvenire e sequestrare 75 grammi di cocaina e un bilancino di precisione. Il 28enne è stato posto ai domiciliari, l’assuntore invece è stato segnalato all’Autorità Amministrativa competente.




Evade per andare al centro commerciale, arrestato 36enne

Un 36enne, agli arresti domiciliari, è stato arrestato dai Carabinieri di Augusta, per essere stato trovato fuori dalla propria abitazione senza autorizzazione.
Nonostante la misura cautelare degli arresti domiciliari alla quale è sottoposto per resistenza a Pubblico Ufficiale e lesioni personali, i militari hanno trovato l’uomo all’interno di un centro commerciale della città megarese.
Come disposto dall’Autorità giudiziaria l’arrestato è stato ricollocato ai domiciliari.




Perde il controllo e si ribalta in via Elorina, un ferito in ospedale

Incidente autonomo questa mattina attorno alle 12 lungo via Elorina, tra la rotonda Isola e la cosiddetta strada del Malibù. L’uomo alla guida di una Mini rossa ha improvvisamente perso il controllo dell’auto, finita ribaltata probabilmente dopo aver sbandato. La ricostruzione della dinamica del sinistro è affidata alla Polizia Municipale, intervenuta insieme ai Vigili del Fuoco. Al momento non viene esclusa nessuna ipotesi, dal colpo di sonno alla distrazione.
La persona alla guida è riuscita ad uscire autonomamente dal veicolo. E’ stata condotta in ambulanza al Pronto Soccorso dell’Umberto I, per i controlli e gli esami del caso. Il tratto di strada interessato è stato chiuso al traffico per permettere le operazioni di rilievo e la messa in sicurezza dell’asfalto.




Vìola gli arresti domiciliari, arrestato 39enne di Floridia

Un 39enne è stato arrestato dai Carabinieri di Floridia, in esecuzione di un provvedimento di aggravamento della misura cautelare emesso dalla Corte d’Appello di Catania, per essere stato trovato fuori dalla propria abitazione senza autorizzazione. L’uomo era stato ristretto in casa perché gravemente indiziato di maltrattamenti in famiglia.
I militari hanno segnalato la violazione all’Autorità giudiziaria che ha emesso il provvedimento di aggravamento a seguito del quale il 39enne è stato associato presso la Casa Circondariale “Cavadonna” di Siracusa.




Operazione Asmundo, le intercettazioni: “Nun cia ficimu a fare acchianare a Sorbello”

Nell prossime ore si terrà l’interrogatorio di garanzia delle 12 persone arrestate dai Carabinieri al termine dell’operazione Asmundo. Dovranno rispondere, tra l’altro, di associazione mafiosa, estorsioni, minacce e voto di scambio politico-elettorale.
Per dieci di loro è stata disposta la custodia cautelare in carcere. Si tratta di Salvatore Arrabito, 34 anni, di Augusta; Antonello Costanzo Zammataro, 50 anni, di Melilli; Vincenzo Formica, 42 anni, di Melilli; Alfio Alberto Ira, 57 anni, di Carlentini; Andrea Mendola, 39 anni, di Melilli; Nunzio Giuseppe Montagno Bozzone, 58 anni, di Melilli; Antonino Puglia, 58 anni, di Agira; Salvatore Rasizzi, 37 anni, di Priolo Gargallo; Arturo Tomasello, 42 anni, di Lentini; Antonino Montagno Bozzone, 34 anni, di Melilli. Sono stati posti invece ai domiciliari Giuseppe Puglia, 39 anni, di Melilli, e Giuseppe Sorbello, 64 anni, di Melilli.
Secondo quanto accertato dagli investigatori, ai vertici del sodalizio criminale – attivo in particolare a Villasmundo – vi erano Giuseppe Nunzio Montagno Bozzone (nel 2013 condannato per associazione mafiosa e ritenuto affiliato al clan Nardo), Vincenzo Formica e Antonello Costanzo Zammataro (condannato nel 2018 per associazione mafiosa).
Le indagini condotte dai Carabinieri hanno portato alla luce l’accordo che l’ex assessore regionale ed ex sindaco di Melilli, Pippo Sorbello, avrebbe siglato con il sodalizio mafioso. Denaro e favori per ottenere una “spinta” decisiva nella corsa per la sindacatura all’appuntamento con le urne del 2022. In particolare – spiegano gli investigatori – Sorbello si sarebbe impegnato a favorire la scarcerazione del figlio di Montagno Bozzone, Antonino, detenuto a Caltagirone, non solo mettendo a disposizione i propri avvocati ma anche prospettando l’appoggio di un magistrato non meglio identificato.
In una intercettazione telefonica del 25 aprile 2022, due familiari di Montagno Bozzone parlano del denaro che avrebbero ricevuto da Sorbello. “Con quello là, con Pippo Sorbello per i voti, gli aveva detto la settimana scorsa che gli dava qualcosa di soldi e non si è fatto vedere proprio… ora stamattina si sono incontrati, essendo che ieri è venuto. E ora stamattina gli ha dato 500 euro”.
Ma già alcune conversazioni avvenute a maggio – ed ascoltate dagli investigatori – lasciano intendere l’esistenza di un’attività a sostegno della candidatura di Sorbello. Anche, ad esempio, intervenendo nei confronti di quanti lo criticavano, persino sui social. Lo stesso giorno delle elezioni, Giuseppe Montagno Bozzone – annotano gli investigatori – transita per le vie di Villasmundo, verosimilmente per controllare l’andamento delle votazione ed invitare alcuni elettori a recarsi al seggio.
In quelle ore, da quanto emerge nell’ordinanza, Sorbello chiama Montagno Bozzone e chiede un incontro per capire come vanno le cose: “Tu fatti nu giru drocu, vidi come è u fatto”. Il suo interlocutore lo rassicura.
Le elezioni, però, vedono la sconfitta di Pippo Sorbello che non va oltre il 24,7% dei consensi. L’ex assessore inizia a non rispondere alle chiamate del gruppo di Montagno Bozzone. Lui stesso, Montagno Bozzone, rimane deluso dal risultato e, in una conversazione del 17 giugno, si sfoga: “con i voti, diciamo, scritti, proprio scritti, con questi numeri saliva Pippo, non quello, come mai è stato eletto Carta”, dice in dialetto al suo interlocutore. “Nun cia ficimu a fare acchianare a Pippo Sorbello…se acchianava iddu, per dire, qualche cosa cangiava”.




Oltre un etto di cocaina in “viaggio” su un’auto: 67enne bloccato allo svincolo di Noto

Nascondeva in un involucro più di un etto di cocaina.

Gli agenti del commissariato di Noto hanno arrestato un uomo di 67 anni con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

In occasione di servizi di controllo organizzati nell’ambito delle attività poste a contrasto del traffico illecito di sostanze stupefacenti e/o psicotrope, i poliziotti hanno individuato l’uomo all’uscita dello svincolo autostradale di Noto. Era a bordo di un’auto e , alla vista della Polizia, avrebbe malcelato un certo nervosismo, gettando via un involucro e tentando la fuga.

Recuperato l’involucro, la polizia ha accertato che al suo interno erano contenuti 102 grammi di cocaina.

Dopo le formalità di legge, il sessantasettenne è stato arrestato e posto ai domiciliari.




Cocaina addosso e hashish in casa, arrestato 23enne

Detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti.

Di questo dovrà rispondere un giovane di 23 anni, arrestato dagli agenti delle Volanti nel corso di un servizio di controllo del territorio, condotto nell’ambito della quotidiana azione degli uffici operativi della Questura e dei singoli commissariati della provincia, per il contrasto al consumo ed alla vendita di droga.

Gli agenti hanno notato, nei pressi del Ronco II di viale Tica, la presenza del giovane. Insospettiti dal suo atteggiamento, hanno sottoposto il 23enne a perquisizione, rinvenendo 125 grammi di cocaina pura.

Estendendo la perquisizione alla sua abitazione, i poliziotti hanno rinvenuto e sequestrato  un grammo di hashish e 0,5 grammi di cocaina, oltre a materiale utilizzato per il confezionamento dello stupefacente.

 




In giro per il paese in alterazione psicofisica, arrestato 34enne evaso dai domiciliari

Era in stato di alterazione psicofisica, in centro, a Pachino. Raggiunto dal personale del 118, che intendeva soccorrerlo, l’uomo, un 34enne, si è avventato contro i due operatori dell’ambulanza, aggredendoli.

Sul posto sono intervenuti, i carabinieri della locale Stazione, coadiuvati da militari dell’Aliquota Radiomobile della Compagnia di Noto.

Il 34enne è stato arrestato per evasione. Una volta identificato, infatti, i carabinieri hanno scoperto che si trattava di una persona sottoposta alla detenzione domiciliare per un cumulo pene.

Dopo le cure sanitarie, l’uomo è stato ricondotto ai domiciliari come disposto dall’Autorità giudiziaria.




Voto di scambio elettorale politico/mafioso, ai domiciliari Pippo Sorbello

Tra i dodici arrestati nell’operazione Asmundo c’è anche l’ex deputato regionale e già sindaco di Melilli, Pippo Sorbello. Si trova ai domiciliari, con l’accusa di voto di scambio elettorale politico/mafioso. Nei prossimi giorni, l’interrogatorio di garanzia durante il quale potrà chiarire la sua posizione. Candidato sindaco alle elezioni amministrative del 2022, a Melilli, secondo le accuse avrebbe accettato la promessa di ottenere voti in cambio di denaro e dell’impegno ad operarsi per agevolare la scarcerazione del figlio di un affiliato. A quell’appuntamento elettorale, Sorbello è stato nettamente poi surclassato dal sindaco eletto, Giuseppe Carta, oggi anche deputato regionale (Mpa).
Scambio elettorale politico/mafioso, estorsioni, detenzione di armi e stupefacenti, introduzione in carcere di dispositivi telefonici, sono solo alcuni dei capi di imputazione contestati agli indagati.




“Asmundo”, scatta all’alba l’operazione antimafia dei Carabinieri

Alle prime luci dell’alba è scattata l’operazione antimafia “Asmundo”. Circa cento i Carabinieri in campo per eseguire un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 12 persone (10 in carcere e 2 agli arresti domiciliari) emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania. Colpito il clan mafioso dei Nardo, operante nell’area nord della provincia aretusea e ritenuta costola della famiglia di cosa nostra catanese “Santapaola Ercolano”.
I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Siracusa, al termine di una complessa attività di indagine iniziata nel mese di dicembre 2021, hanno fatto emergere un quadro indiziario piuttosto chiaro a carico dei 12 l. Secondo gli investigatori, avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo e dalla condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, sarebbero riusciti ad acquisire, in modo diretto e indiretto, la gestione o comunque il controllo di numerose attività economiche e imprenditoriali, prevalentemente nel settore agro-pastorale, nell’area nord della provincia siracusana.
Scambio elettorale politico/mafioso, estorsioni, detenzione di armi e stupefacenti, introduzione in carcere di dispositivi telefonici, sono solo alcuni dei capi di imputazione contestati agli indagati che, anche dopo la recente operazione “Agorà”, si sono velocemente riorganizzati. L’operatività del clan è ripresa con il solito modus operandi, minacciando, anche dall’interno degli istituti di pena – utilizzando illecitamente telefonini – chi si fosse rivolto alle forze dell’ordine, per denunciare un’estorsione o una minaccia subita, occultando armi ad alto potenziale offensivo, smerciando stupefacenti del tipo cocaina e marijuana – addirittura gestendo una florida piantagione composta da ben 731 piante.
Le armi, due fucili e una pistola, e lo stupefacente, circa 11 kg tra marijuana e cocaina, sono stati sequestrati dai Carabinieri durante la fase investigativa.
L’attività di indagine, condotta con metodologia tradizionale e supportata da innovative strumentazioni tecniche, ha consentito di delineare l’organigramma, ruoli e mansioni dell’associazione mafiosa del clan “Nardo”, ricostruire plurimi episodi di estorsione commessi dagli associati che, mediante minaccia e avvalendosi della forza di intimidazione, avrebbero costretto diversi imprenditori agricoli o esercenti commerciali a fornire somme di denaro o generi alimentari senza corrispettivo, pagare un servizio di “guardiania” per i propri terreni agricoli, sui quali sarebbero stati anche obbligati a tollerare il pascolo di capi di bestiame riconducibili agli associati, subire il “cavallo di ritorno” per la restituzione di escavatori ed altri mezzi oggetto di furto.
Di particolare rilevanza è infine il reato di scambio elettorale politico /mafioso contestato anche ad un candidato sindaco delle scorse elezioni amministrative del 2022 che avrebbe accettato la promessa di ottenere voti in cambio di denaro e dell’impegno ad operarsi per agevolare la scarcerazione del figlio di un affiliato.