Nel covo, un arsenale da guerra. Arrestato un latitante ricercato per rapina

La Polizia ha messo fine alla latitanza di un 35enne di Lentini. Era destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Corte d’Appello di Catania. L’uomo, classe 1990, dovrà scontare adesso una pena di 9 anni, 3 mesi e 29 giorni di reclusione per una serie di rapine messe a segno ai danni di anziani, aggrediti all’interno delle loro abitazioni.
Sino all’arresto, aveva fatto perdere le sue tracce. Si nascondeva in un appartamento trasformato in un vero e proprio bunker domestico, collegato a un’altra abitazione nella disponibilità di un familiare. I due appartamenti erano connessi da un sistema di passaggi che consentiva spostamenti rapidi e sicuri. Per comunicare, l’uomo si era dotato di un interfono a circuito chiuso, in modo da eludere eventuali intercettazioni.
Non mancavano i comfort: oltre a sofisticate apparecchiature informatiche, all’interno del covo erano presenti smart TV e console per videogiochi, strumenti che rendevano più “sostenibile” la lunga permanenza in casa durante la latitanza.
Il blitz degli agenti del Commissariato di Lentini ha permesso di fare una scoperta ben più inquietante. All’interno di una finta parete, accuratamente occultati, sono stati rinvenuti 2 kalashnikov con sei caricatori, 2 pistole semiautomatiche, 1 revolver, 1 pistola ad aria compressa, 1 fucile a pompa calibro 12, oltre 400 cartucce di vario calibro. Un vero arsenale, capace di armare un commando.
Secondo gli investigatori, il 35enne contava su una rete di fiancheggiatori che lo avrebbe aiutato a mantenere una latitanza relativamente tranquilla. Restano da chiarire non solo le modalità con cui l’uomo sia riuscito a procurarsi un simile quantitativo di armi, ma anche l’eventuale utilizzo che ne avrebbe potuto fare.
L’arresto rappresenta l’epilogo di una mirata attività d’indagine condotta dai poliziotti del Commissariato di Lentini, che, insospettiti da alcuni movimenti anomali negli appartamenti, hanno stretto il cerchio fino alla cattura.
L’uomo, una volta sorpreso e ammanettato, è stato tradotto in carcere.




Truffa commessa nel 2018 nel messinese, arrestata una donna a Priolo

Una 55enne è stata arrestata a Priolo. I Carabinieri hanno dato esecuzione ad un ordine di espiazione di pena detentiva, ai domiciliari, emesso dalla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto (ME). La donna, con precedenti penali e di polizia per reati contro la persona e il patrimonio, è stata condannata per una truffa commessa nel 2018 a Milazzo (ME).
Intanto, i Carabinieri di Lentini hanno arrestato un 21enne, in esecuzione di un provvedimento emesso dal Tribunale di Catania. L’uomo, già sottoposto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per reati in materia di stupefacenti, è stato più volte segnalato dai Carabinieri per le violazioni alle prescrizioni legate alla misura cui era sottoposto e l’Autorità Giudiziaria ha emesso il provvedimento di aggravamento a seguito del quale il 21enne è stato posto ai domiciliari.




Candeggina nella borraccia, studentessa finisce in ospedale. Il sospetto: terribile scherzo

Uno scherzo a scuola poteva avere conseguenze ben più gravi. Una studentessa di Avola è finita in ospedale dopo aver sorseggiato dell’acqua che sarebbe stata contaminata con della candeggina. E’ successo all’interno di un istituto superiore. La ragazza è stata accompagnata in ospedale, al Di Maria, per controlli. Non è in pericolo di vita. Dell’accaduto sono stati informati i Carabinieri, intervenuti per chiarire i fatti.
L’ipotesi principale è che possa trattarsi di un pericolo scherzo tra compagni di scuola. Qualcuno, si sospetta, avrebbe approfittato di qualche momento di distrazione per versare poche gocce del prodotto nella borraccia della studentessa. Quando si è avvicinata per bere, avrebbe avvertito uno strano odore. Un primo sorso avrebbe svelato il retrogusto amaro. Sarebbe seguita la sensazione di malessere. Da lì i soccorsi e l’intervento dei Carabinieri.




Cadavere in avanzato stato di decomposizione, macabra scoperta in contrada Spalla

E’ un giallo il ritrovamento del corpo senza vita di un uomo, in contrada Spalla. Il rinvenimento ieri, in un terreno non molto distante dalla strada che collega alla zona commerciale alle porte di Siracusa nord. Della macabra scoperta sono state subito informate le forze dell’ordine, con l’intervento della Polizia Scientifica per tutti i rilievi del caso. Le indagini sono affidate alla Squadra Mobile di Siracusa.
Secondo i primi rilievi, la morte risalirebbe a diverso tempo addietro. Forse addirittura settimane, lascerebbe presupporre lo stato del corpo. Potrebbe trattarsi di un uomo di origine straniere, presumibilmente extracomunitario.
Indagini in corso per identificare la vittima e le cause della morte. Elementi utili sono attesi dall’autopsia, disposta dalla magistratura. In queste ore vengono verificate anche le notizie relative a persone scomparse nelle ultime settimane.




Viola l’affidamento in prova ai servizi sociali, 45enne di Francofonte finisce in carcere

I Carabinieri di Francofonte hanno arrestato un 45enne, dando esecuzione ad un provvedimento emesso dal Magistrato di Sorveglianza di Siracusa. L’uomo, già sottoposto all’affidamento in prova ai servizi sociali per reati in materia di armi, è stato più volte segnalato dai Carabinieri per le violazioni alle prescrizioni legate alla misura cui era sottoposto e l’Autorità Giudiziaria ha emesso il provvedimento di aggravamento. Il 45enne è stato associato alla casa di reclusione di Brucoli – Augusta.




Arrestato un 50enne, deve scontare 8 mesi per resistenza a pubblico ufficiale

Arrestato a Melilli dai Carabinieri un 50enne, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dalla Corte d’Appello di Catania. L’uomo, con precedenti penali e di polizia per reati contro la persona e il patrimonio, è stato condannato per resistenza a Pubblico Ufficiale commessa nel 2020 a Sortino (SR). L’arrestato è stato posto in detenzione domiciliare, come disposto dall’Autorità Giudiziaria.




Veicolo in fiamme sulla Siracusa-Catania,chiuso un tratto della strada

Lunghe code, fino a 4 chilometri, sulla strada statale 114 Siracusa- Catania, chiusa per un tratto, con uscita obbligatoria a Priolo Sud, per consentire le operazioni di rimozione della carcassa del veicolo andato in fiamme nella notte e del materiale che trasportava (ortaggi). Sul posto pattuglie della Polstrada, Anas e Vigili del fuoco.




Contrasto allo spaccio, sequestrati 380 grammi di cocaina. Denunciato un 36enne

Operazione antidroga della Polizia di Stato nella zona sud della provincia. Nelle ore scorse, gli agenti del Commissariato di Pachino hanno effettuato una serie di perquisizioni mirate a contrastare il consumo e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Nel corso dei controlli, in un fondo agricolo di contrada Burgio a Noto, i poliziotti hanno rinvenuto all’interno di un’autovettura in uso a un uomo di 36 anni ben 380 grammi di cocaina, parte della quale già confezionata in 250 dosi pronte per la vendita.
Il trentaseienne è stato denunciato all’Autorità giudiziaria per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. La sostanza è stata sequestrata e sono in corso ulteriori indagini per risalire alla rete di distribuzione e agli eventuali canali di approvvigionamento.




Allacci abusivi alla rete elettrica, maxi operazione di controllo in via Algeri

Da questa mattina nel quartiere Mazzarrona, a Siracusa, è in corso un servizio straordinario di verifica e controllo delle utenze di energia elettrica in alcuni stabili di via Algeri. L’attività, decisa dal Prefetto di Siracusa durante una recente riunione del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica e disposta dal Questore Roberto Pellicone, coinvolge tecnici Enel e forze dell’ordine.
Sul campo operano gli agenti delle Volanti, guidati dal dirigente Giuseppe Garro, con il supporto del Reparto Mobile di Catania, dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia Municipale. L’obiettivo è mettere in sicurezza numerosi allacci ritenuti abusivi e realizzati in modo artigianale, potenzialmente pericolosi per la pubblica incolumità, e individuare prelievi irregolari di energia elettrica.
Le prime verifiche hanno già fatto emergere diverse situazioni completamente fuori norma: tra gli allacci scoperti, alcuni alimentavano non solo utenze domestiche ma anche sistemi di videosorveglianza sofisticati.
Dei tanti collegamenti alla rete elettrica esaminati, 15 sono risultati irregolari. Cinque persone, nei confronti delle quali si è già concluso l’accertamento, sono state denunciate e sono al vaglio degli investigatori le posizioni di altri dieci soggetti che hanno posto in essere altrettanti allacci abusivi.
Più di un terzo sono state le utenze risultate irregolari che sono state poste in sicurezza dai tecnici dell’Enel a garanzia di tutte le altre utenze che ora sono più sicure.




“Restituzioni forzate” ad Avola, indagato il parlamentare Luca Cannata

Il deputato nazionale di Fratelli d’Italia, Luca Cannata, sarebbe indagato dalla Procura di Siracusa per le ipotesi di appropriazione indebita e falsità ideologica. L’inchiesta riguarderebbe il periodo 2017-2022 e sarebbe ancora in fase istruttoria, con altre persone informate sui fatti ascoltate dai magistrati di viale Santa Panagia. L’indagine, avviata diversi mesi fa dopo alcune denunce pubbliche ed esposti, vedrebbe complessivamente indagate sei persone.
La notizia, riportata oggi dal quotidiano La Sicilia (ma non ancora confermata da ambienti giudiziari, ndr), riguarda l’inchiesta sulle cosiddette “restituzioni forzate” delle indennità di assessori e consiglieri comunali avolesi, trasformate in contributi – secondo l’accusa non volontari – al movimento politico facente capo a Cannata.
A far emergere la vicenda sono state le denunce di due ex assessori comunali di Avola, Luciano Bellomo e Antonio Orlando, e dell’ex presidente del Consiglio comunale di Avola, Fabio Iacono, oggi passati a Forza Italia. Secondo la loro ricostruzione, durante l’amministrazione Cannata sarebbero stati “convinti” a versare tra i 250 e i 500 euro al mese, per anni, a sostegno delle attività politiche del gruppo dell’allora sindaco.
Alle loro testimonianze si è aggiunta quella di Giuseppe Napoli, ex coordinatore provinciale di FdI a Siracusa, che aveva segnalato i fatti anche ai vertici nazionali del partito, senza ricevere risposta.
Cannata ha sempre rispedito al mittente le accuse, a suo avviso dettate solo da risentimenti personali e politici. Il parlamentare ha sempre ribadito che i versamenti all’associazione culturale legata al suo movimento fossero liberi e volontari e lui era il primo a contribuire di tasca propria.