Operazione Sotto Scacco, colpito il Clan Santapaola-Ercolano: arresti anche a Siracusa

Si è conclusa con circa 40 arresti, alcuni anche in provincia di Siracusa, l’operazione Sotto Scacco dei carabinieri del comando provinciale di Catania. Indagini coordinare dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Catania. Gli investigatori hanno così sgominato un gruppo dedito a varie attività criminali. Le accuse riguardano, a vario titolo, i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di sostanze stupefacenti, estorsioni ed associazione per delinquere finalizzata alla commissione di falsi e truffe ai danni dell’INPS.
Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, hanno consentito di ricostruire gli organigrammi dei gruppi mafiosi riconducibili alla famiglia Santapaola-Ercolano stanziati sul territorio della provincia etnea, in particolare a Paternò e Belpasso, con radicazioni e contatti anche in provincia di Siracusa. Individuate una serie di attività illecite poste in essere dai sodali: non solo un fiorente traffico di stupefacenti, in particolare marjuana e cocaina, ma anche estorsioni, riciclaggio, ricettazione e una situazione di grave condizionamento del tessuto economico locale.
Tra gli elementi di vertice dell’associazione, è stato identificato Santo Alleruzzo che, benché condannato all’ergastolo per duplice omicidio, mafia e traffico di droga e detenuto presso il carcere di Rossano (CS), approfittava dei permessi premio per ritornare nel paese d’origine (Paternò), dove nel corso di summit mafiosi continuava ad impartire ordini e direttive per la gestione degli affari del clan. I territori interessati dall’operazione sono quelli di Catania, Siracusa, Bologna, Cosenza.
In campo circa 300 carabinieri del Comando Compagnia di Paternò (CT), dei Comandi Provinciali di Catania, Palermo, Messina, Siracusa, Caltanissetta e dei reparti specializzati quali quelli del XII Reggimento “Sicilia”, dello Squadrone Elitrasportato Cacciatori di Sicilia, del Nucleo Cinofili di Nicolosi (CT) e del Nucleo Elicotteri di Catania.



Le indagini hanno preso le mosse nell’ottobre 2017 dalle dichiarazioni rese dapprima dai collaboratori di giustizia Mirko e Gianluca Presti e poi dai collaboratori Orazio Farina e Giuseppe Caliò. Emersi, nel corso degli approfondimenti investigativi, anche i contributi al sodalizio mafioso da parte di imprenditori di Paternò con condotte volte a favorire consapevolmente le illecite attività del clan.
L’indagine ha permesso anche di disarticolare tre diverse associazioni per delinquere finalizzate al traffico di stupefacenti. In particolare, è stato possibile accertare l’esistenza di tre diversi sodalizi, tutti collegati ai gruppi territoriali del clan “Santapaola-Ercolano” ed in particolare: un primo sodalizio diretto ed organizzato da Puglisi Pietro e Mobilia Giuseppe e facente capo principalmente alla famiglia mafiosa “Assinnata”; un secondo sodalizio diretto ed organizzato da Amantea Vito Salvatore e da Stimoli Barbaro, operante su Paternò e Belpasso; ed infine un sodalizio diretto da Stimoli Salvatore e sempre operante in Paternò.
Nel corso delle indagini è emersa anche la “specializzazione” di un altro gruppo, capeggiato da Amantea Salvatore Vito e Beato Giuseppe, nella commissione di truffa e falso in danno dell’INPS, al fine di fare ottenere indebitamente l’indennità di disoccupazione agricola a falsi braccianti agricoli compiacenti. Venivano procurati i nominativi di soggetti che dovevano figurare intenzionalmente come “braccianti agricoli” e con i quali il sodalizio si accordava per ottenere un compenso pari a circa 20 euro per ogni giornata lavorativa falsamente dichiarata. Veniva predisposta tutta la documentazione necessaria da inoltrare poi all’Inps. In questo modo il denaro pubblico destinato a sovvenzionare i braccianti agricoli stagionali per i periodi che non potevano lavorare, andava invece ad alimentare le casse del clan mafioso.
Tra gli arrestati anche tre siracusani. Custodia cautelare in carcere per Omar Francesco Borzì, 32enne di Augusta accusato di spaccio. Ai domiciliari sono stati, invece, posti Pasqualino Malandrino (Siracusa, 30 anni) e Sebastiano Saraceno (Siracusa, 56 anni).




Siracusa. Violento con la madre: primo provvedimento di sorveglianza speciale

Sorveglianza speciale per un anno con l’obbligo di soggiorno nel comune di residenza. E’ la prima volta che in Sicilia viene applicato questo provvedimento per un giovane ritenuto responsabile di maltrattamenti in famiglia e stalking nei confronti della propria madre. Si tratta di un 21enne augustano. Il provvedimento è stato predisposto dal Tribunale di Catania, su proposta del questore di Siracusa, in virtu’ delle indagini condotte dalla Sezione Misure di Prevenzione della Divisione Polizia Anticrimine di Siracusa.
L’uomo, a seguito delle ripetute lesioni e minacce rivolte alla madre, già nel dicembre 2019, era stato sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento. All’uomo è stato imposto anche il versamento della cauzione di mille euro.
Come si diceva, si tratta della prima misura di questo tipo applicata nella provincia di Siracusa, emessa a carico di una persona resasi responsabile del reato di maltrattamenti in famiglia. L’inserimento del reato di maltrattamenti in famiglia nel novero che consentono l’applicazione della sorveglianza speciale  è stata introdotta recentemente con il “Codice Rosso” entrato in vigore nel luglio del 2019, che è andato ad integrare le fattispecie già previste dal Codice Antimafia.

 




Arrestato a Siracusa narcotrafficante ricercato a Malta: è un 55enne aretuseo

Era ricercato dalle autorità maltesi per narcotraffico, è stato arrestato a Siracusa il 55enne Gaetano Campailla. Agenti della Squadra Mobile hanno così eseguito il mandato di arresto europeo che pendeva sull’uomo, originario proprio di Siracusa. E’ stato condotto in carcere a Cavadonna.
Nel corso di una perquisizione domiciliare effettuata nella sua abitazione, gli investigatori della Mobile hanno rinvenuto e sequestrato 70 grammi di hashish, già suddivisi in dosi e pronti per lo spaccio. Campailla è stato quindi denunciato anche per detenzione ai fini dello spaccio di droga.




Bomba carta tra le case popolari di Pachino, denunciato un secondo giovane

Gli agenti del Commissariato di Pachino, a seguito di intense indagini, sono riusciti a rintracciare ed a denunciare il secondo giovane che, nella serata dell’1 maggio, aveva fatto esplodere un ordigno rudimentale nell’area delle case popolari di via Bissolati.
Un altro giovane era già stato arrestato nell’immediatezza dell’evento, grazie all’intervento di un poliziotto libero dal servizio. L’episodio aveva scatenato comprensibile panico.




Siracusa. Positiva al Covid andava anche in vacanza: false dichiarazioni per eludere i controlli

Positiva al Covid-19, continuava tranquillamente a svolgere le proprie attività quotidiane, ignorando l’obbligo di isolamento presso il proprio domicilio. I carabinieri l’hanno denunciata. Si tratta di una 42enne, incensurata. Le violazioni si sarebbero ripetute più volte, nonostante il provvedimento sanitario cui era stata sottoposta.

I militari hanno appurato che la donna era andata a trovare la madre, a sottoporsi ad una visita medica ed aveva addirittura preso un alloggio in una casa vacanze. Ogni volta che doveva presentare delle autocertificazioni, la donna inseriva dichiarazioni false, per non incontrare ostacoli di sorta. L’ha fatto anche quando ha compilato le schede pazienti sottoponendosi a visita medica. Per alloggiare nella struttura ricettiva ha anche fornito false generalità per eludere i controlli, sapendo di essere inserita nell’elenco dei soggetti positivi al Covid.
I Carabinieri hanno rilevato alcune incongruenze tra le date di nascita che la donna aveva inserito in diverse dichiarazioni, scoprendo infine la verità.
Dopo la denuncia della donna alla Procura della Repubblica di Siracusa per i reati di false attestazioni o dichiarazioni rese e per la diffusione di una malattia infettiva dell’uomo, è seguita la cernita ed il successivo provvedimento di quarantena per tutte le persone entrate, loro malgrado, a contatto con la paziente positiva, tra cui familiari, personale medico e personale della struttura alberghiera dove alloggiava. Tutti saranno sottoposti nei prossimi giorni  a tampone per verificare se la condotta della donna ha avuto ulteriori  conseguenze.




Siracusa. Furto di scooter e cavallo di ritorno, baby gang in azione: "Hanno 13 anni"

Tre giovanissimi protagonisti di un grave atto criminale consumato ieri pomeriggio. Due di loro non hanno ancora compiuto 14 anni.
I tre minori utilizzando il metodo del cavallo di ritorno avevano richiesto ad un altro minorenne ed al padre di questo la somma di 250 euro per la restituzione del ciclomotore rubato la sera precedente.
La vittima aveva postato su un social network un annuncio per la restituzione del proprio ciclomotore dopo che gli era stato rubato. Uno dei ladri ha risposto a tale annuncio interagendo con la vittima e concordando un incontro. Informati di tutto, gli investigatori della Squadra Mobile hanno organizzato un idoneo servizio di polizia giudiziaria e, intervenendo all’incontro concordato con i tre giovani estorsori li hanno bloccati e, dopo averli segnalati alla Procura dei Minori, affidati alle rispettive madri.
“Il grave atto estorsivo, che richiama modalità solitamente poste in essere dalla criminalità organizzata, accende un campanello di allarme-fa notare la questura- su un contesto di degrado sociale e culturale in cui versano alcune fasce della popolazione siracusana in un territorio già depresso e compromesso.
Due dei tre minorenni, non ancora quattordicenni, per la legge italiana non sono imputabili e, pertanto, si aprirà uno scenario che coinvolge altri attori istituzionali che, a partire dalla Magistratura competente, dovranno porre in essere immediate azioni finalizzate al recupero dei ragazzi e al loro reintegro nella società civile.

Foto: repertorio, generica, dal web




Escalation di violenza nel carcere di Brucoli: ancora un agente aggredito

Non si ferma l’escalation di violenza all’interno della Casa Reclusione di Augusta.  Dopo le aggressioni del  27 e del 30 Aprile scorsi, denunciate dai sindacati della polizia penitenziaria, un nuovo episodio ai danni di un agente si è verificato all’interno della struttura di Brucoli.

E’ accaduto ieri mattina, intorno alle11,30, quando il poliziotto è intervenuto  per sedare una colluttazione tra due detenuti. Nel tentativo di ripristinare l’ordine, l’agente è stato a sua volta aggredito e costretto a ricorrere alle cure dei medici del pronto soccorso dell’Ospedale “Muscatello” di Augusta con una
prognosi di 6 giorni .
Oggi i sindacati di categoria, con un documento congiunto, lanciano un nuovo allarme e spiegano che “la situazione sta superando il limite della sostenibilità e della sopportabilità. Ormai andare a lavorare alla Casa Reclusione di Augusta per il personale è come andare in guerra. Non si può giocare con la vita delle persone”
Il personale si dice non più disposto “a subire angherie di ogni genere da parte di taluni facinorosi, dagli insulti, alle minacce, alle aggressioni senza che nessuno muova un dito”. Ipotizzano che “all’autorità dirigente della Casa Reclusione di Augusta stia sfuggendo di mano la gestione dell’ordine e la sicurezza, perché non è possibile che in poco meno di una settimana si siano verificate tre aggressioni al personale, con prognosi che vanno dai sei ai
venti giorni”.

Un andazzo che sarebbe tale da oltre sei mesi, secondo le denunce delle organizzazioni sindacali, che chiedono un intervento deciso da parte dello Stato, affinchè faccia sentire la propria presenza. La richiesta è quella di provvedimenti urgenti, ma anche di un cambio dei vertici  dell’amministrazione.




Ennesima aggressione in carcere ad Augusta, "vengano gli ispettori ministeriali"

Ancora una aggressione in carcere ad Augusta. Ieri mattina, verso le 11.30, un detenuto al rientro dal campo sportivo, per futili e
inspiegabili motivi ha aggredito e colpito con violenza al volto e
alla testa un assistente capo di Polizia Penitenziaria. Soccorso e portato in ospedale, è stato dimesso con una prognosi di 20 giorni.
“Il clima è ormai pesantissimo e gli agenti sono preoccupati e demotivati”, denunciano i sindacati. “Non si può consentire che i servitori dello Stato vengano impunemente aggrediti,
aggressioni che, ad Augusta si susseguono da oltre 6 mesi”.
Per questo chiedono l’invio di ispettori ministeriali. “Abbiamo anche chiesto l’avvicendamento del direttore di questa struttura, dopo aver più volte denunciato alle autorità superiori le gravi condotte antisindacali. La tensione è ormai altissima”.




Ocean Viking ad Augusta: tra i 236 migranti salvati anche 136 minori

Ci sono anche 136  minori, la maggior parte dei quali non accompagnati, tra i 236 migranti a bordo della Ocean Viking, nave dell’Ong europea Sos Mediterranèe. La nave, dopo avere ricevuto l’ordine delle autorità competenti, si è diretta al porto di Augusta. I passeggeri erano stati soccorsi martedì scorso, mentre si trovavano a bordo di due gommoni in difficoltà. L’equipaggio della Ocean Viking è lo stesso che nulla ha potuto per le 130 vittime del naufragio di una settimana fa in acque libiche. Dopo quanto accaduto, l’Ong si era appellata all’Europa invitando gli Stati membri al senso di responsabilità per evitare analoghe tragedie in futuro.




Siracusa. Droga, encomi ai carabinieri dell'Operazione Posto Fisso

Consegnati nella stazione dei Carabinieri di Ortigia gli encomi concessi dal Comandante della Legione Carabinieri Sicilia ai militari che hanno partecipato all’operazione antidroga “posto fisso”, che nel giugno 2020 portò all’arresto di 8 soggetti per traffico e cessione di sostanze stupefacenti, prevalentemente cocaina e marijuana.
L’indagine ha svelato l’esistenza di una vera e propria “piazza di spaccio” operativa tra via Alagona e Vicolo dell’Ulivo, in pieno centro storico, ad Ortigia, documentando come le attività degli spacciatori fossero pressoché continue, iniziando alle 11 del mattino e concludendosi alle 4 del giorno successivo, e permettendo ai soggetti che poi sono stati arrestati di trarre i propri guadagni quasi come se fossero impiegati “a tempo indeterminato” (particolare che a suo tempo diede il nome dell’indagine: “Posto Fisso”). In seguito agli arresti operati nel giugno del 2020 la Giustizia è stata rapida. Le condanne sono arrivate lo scorso marzo.
Il Comandante della Legione Carabinieri Sicilia, Generale di Brigata Rosario Castello, ha voluto premiare l’operato e l’impegno dei militari della Stazione di Ortigia con un encomio personale a ciascun Carabiniere che ha partecipato alle indagini, “testimonianza del continuo impegno dei militari di quel Reparto che quotidianamente lavorano e si battono per contrastare ogni forma di illegalità nel territorio dell’Isola”.