In bici per la città anziché ai domiciliari: 38enne sorpreso e arrestato

Non si trovava in casa, nonostante sottoposto ai domiciliari. Gli agenti del Commissariato di Ortigia, dopo avere appreso della sua assenza, hanno raggiunto l’abitazione di un uomo di 38 anni, constatando che non si trovava nemmeno sul luogo di lavoro, per il quale era autorizzato. Avviate le ricerche, l’uomo è stato sorpreso in bicicletta nei pressi del Santuario. E’ quindi emerso che da diversi giorni il 38enne non si recava presso l’officina presso cui doveva prestare la propria attività lavorativa. E’ stato, dunque, arrestato e nuovamente posto ai domiciliari.




Insofferente ai domiciliari, 27enne arrestata per evasione: sconterà oltre 5 anni in carcere

Era ai domiciliari per spaccio di stupefacenti e furto. Ma per una 27enne di Floridia evidente era l’insofferenza verso la misura cautelare. Era stata arrestata per evasione lo scorso dicembre e una decina di giorni addietro era, nuovamente, risultata assente durante i controlli.
I Carabinieri hanno avviato le ricerche per rintracciarla ed hanno nel frattempo richiesto all’Autorità giudiziaria di Siracusa l’aggravamento della misura cautelare. La donna è stata rintracciata in casa di un’amica. E’ stata arrestata e condotta in carcere, dove sconterà la condanna residua di 5 anni e mezzo di reclusione.




Lavoratrice in nero in residence per anziani, sanzione e rischio sospensione dell'attività

Controlli amministrativi in un residence per anziani a Noto. In campo agenti del Commissariato e personale medico dell’Asp di Siracusa. Al momento dell’ispezione, nell’attività erano presenti, oltre alla titolare, il marito ed un’operatrice che, al controllo, è risultata sprovvista di contratto di lavoro. Rilevate anche carenze nei servizi igienici.
Si è proceduto, pertanto, a segnalare il lavoro irregolare all’Ispettorato del lavoro per la relativa sanzione che ammonta a 3.600 euro. Il residence rischia anche un periodo di sospensione dell’attività imprenditoriale.

foto dal web




L'elicottero della Guardia Costiera sorprende un pescatore abusivo al Plemmirio

Durante un’attività di sorvolo sull’Area Marina Protetta del Plemmirio, l’elicottero Nemo della Guardia Costiera ha individuato un’imbarcazione intenta ad effettuare attività di pesca in zona “B”, dove è consentita solo una piccola pesca artigianale ad opera delle imprese locali, autorizzate secondo le modalità disciplinate dall’ente gestore.
Quella imbarcazione è stata intercettata dalla motovedetta CP 322 che ha provveduto a far desistere immediatamente il trasgressore dalla sua azione di pesca abusiva. E’ stato sanzionato con una multa da 200 euro.
A Portopalo, elevata una sanzione ammnistrativa di 1.500 euro nei confronti di un ristoratore per mancata tracciabilità di 7 kg. di prodotto ittico, risposto presso le celle frigorifere della cucina. Il pescato è stato sottoposto a sequestro.




Fucile in caso senza autorizzazione, denunciato un 47enne a Noto

Dopo un attento lavoro di indagine, agenti del Commissariato di Avola hanno denunciato un 47enne per detenzione abusiva di armi. A seguito di controllo, i poliziotti hanno accertato che il titolare di un porto di fucile uso caccia era deceduto da circa 5 anni. Effettuato un sopralluogo nell’abitazione di residenza, hanno verificato che vi abitava il figlio il quale non aveva dichiarato in Commissariato il possesso del fucile, detenuto così abusivamente. Era custodito sopra un armadio.
Il fucile è stato sottoposto a sequestro penale e l’uomo denunciato per detenzione abusiva di armi.




Terremoto al Comune di Portopalo: concussione, arrestati due consiglieri ed una terza persona

Arrestati dai Carabinieri e posti ai domiciliari due consiglieri comunali di Portopalo ed il padre di uno dei due, già consulente del sindaco. Sono accusati di concussione in danno di imprenditori della provincia, nel periodo marzo-ottobre 2020. All’epoca dei fatti contestati, i due consiglieri ricoprivano la carica di vice sindaco e di assessore all’ecologia.
Nello specifico, l’indagine dei Carabinieri è partita a settembre 2020 dalle dichiarazioni del sindaco di Portopalo circa “possibili episodi di concussione” da parte dei tre arrestati. Le attività tecniche disposte dall’autorità giudiziaria, oltre alle dichiarazioni acquisite dai Carabinieri, hanno permesso di ricostruire il primo episodio contestato. Gli indagati – spiegano gli investigatori – facendo leva sulla posizione ricoperta, richiedevano a un imprenditore 10.000 euro per interessarsi alla liquidazione di una fattura di euro 20.000 per lavori svolti in favore del Comune, richiesti dagli stessi indagati su incarico “diretto” e mai proposti dall’Ente. La richiesta del 50% dell’importo della fattura ha trovato il netto rifiuto della vittima che, sentito dal personale del Nucleo Operativo di Noto, ha confermato la vicenda.
Dopo il primo caso accertato, i Carabinieri hanno condotto ulteriori approfondimenti per evidenziare eventuali connivenze tra dipendenti e funzionari. Dall’incrocio dei dati amministrativi, delle risultanze investigative e delle dichiarazioni degli imprenditori entrati in contatto con i 3 indagati, sono emersi ulteriori due episodi concussivi.
Nel 2020, gli indagati avrebbero chiesto ad un imprenditore edile, in rapporto con il Comune di Portopalo, 2.000-3.000 euro per lavori commissionati e spesati dall’Ente per la manutenzione della zona portuale. Al rifiuto dell’imprenditore di corrispondere il denaro, i tre avrebbero preteso lavori di manutenzione straordinaria, per un ammontare di circa 3.000 euro, di un immobile del compagno dell’indagata, non versando la predetta cifra all’imprenditore al termine dei lavori.
Dalla complessa attività di indagine è emerso che i tre indagati non si limitavano a richiedere denaro ai titolari delle attività ma ricercavano anche altri vantaggi per amici e parenti. I due consiglieri comunali in carica, tra giugno e settembre del 2020, hanno chiesto al titolare della ditta che gestiva la raccolta dei rifiuti urbani – rivelano sempre gli investigatori – di dare “incarichi privilegiati” a tre dipendenti, tra cui il compagno dell’indagata. In caso di rifiuti, avrebbero prospettato all’imprenditore “gravi penalità contrattuali”.
E ancora, tra marzo e giugno 2020, per agevolare il fratello di uno degli indagati, i tre avrebbero minacciato un altro imprenditore, “affinché prima assumesse l’uomo con uno stipendio di euro 500 mensili a fronte di una sola ora di lavoro al giorno, e successivamente, gli elevasse il salario a 900 euro mensili, sempre per lo stesso orario di lavoro”. Al rifiuto, uno dei tre indagati avrebbe addirittura minacciato fisicamente l’imprenditore.




Rifiuti abbandonati ed incendiati, padre e figlio nei guai. Sequestrati mezzi e 250mila euro

Per due persone disposta l’interdizione dall’esercizio della loro attività di impresa. Operano nel settore del trasporto dei rifiuti e sono stati sorpresi dalla Guardia di Finanza di Siracusa mentre conferivano illecitamente materiale di vario genere, su diversi terreni della provincia.
Le indagini hanno consentito di smascherare un imprenditore siracusano il quale, nonostante la regolare
iscrizione all’Albo Nazionale dei Gestori Ambientali per la raccolta e il trasporto di rifiuti, con l’aiuto del figlio, ricorreva ad altri (e non leciti) sistemi di smaltimento.
I Finanzieri hanno registrato diversi episodi in cui gli indagati agivano secondo un consolidato modus operandi:
trasporto dei rifiuti, tra cui guaine in gomma ed eternit, prelevati da diversi committenti della provincia aretusea e successivo sversamento nonché incendio del materiale che ha generato, nel tempo, “un grave pericolo per
l’ambiente e per la salute dei cittadini”, spiegano le Fiamme Gialle.
Nel corso delle investigazioni, è stato perquisito il deposito dell’impresa nonché l’abitazione degli indagati dove è stata rinvenuta e sequestrata la somma di oltre 250 mila euro in contanti, ritenuta il frutto del provento dell’attività illecita.
Gli indagati sono stati denunciati, inoltre, per furto di energia elettrica perchè è stato accertato un allaccio
abusivo alla rete elettrica nazionale nella villa con piscina e nel deposito dell’impresa.
Per tre mesi non potranno esercitare la propria attività d’impresa. I mezzi utilizzati per il trasporto sono stati preventivamente sequestrati, in previsione di una possibile confisca. Sarà il procedimento penale ad accertare nel dettaglio effettive responsabilità ed eventuali ulteriori azioni.

foto archivio




Spara dopo una lite con il figlio, ai domiciliari un 63enne siracusano

È finito ai domiciliari il 63enne siracusano accusato di detenzione e porto illegale di arma da sparo e munizioni e di minacce aggravate nei confronti del figlio. Sono stati gli agenti della Squadra Mobile ad eseguire, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente, un’ordinanza cautelare. L’uomo, noto alle forze dell’ordine per reati in materia di stupefacenti, dovrà anche indossare il braccialetto elettronico.
I fatti risalgono allo scorso 7 gennaio, quando la vittima ha chiamato il numero di emergenza dicendo che il proprio padre aveva esploso al suo indirizzo alcuni colpi di pistola all’interno di un ristorante in contrada Isola. Prontamente giunti sul posto, gli investigatori della Squadra Mobile hanno fatto luce sull’accaduto appurando che, poco prima, vi era stata una violenta lite tra padre e figlio e il sessantatreenne, armatosi di pistola, aveva esploso un colpo per poi fuggire.
Il giorno dopo, incalzato dalle ricerche degli investigatori, si è presentato spontaneamente in Questura ed ha permesso il ritrovamento dell’arma, un revolver calibro 38.
Le successive attività investigative, che si sono avvalse anche dei filmati estrapolati dai sistemi di videosorveglianza presenti sul luogo dei fatti, hanno cristallizzato un solido quadro probatorio consentendo alla Procura di richiedere ed ottenere dal Gip del Tribunale di Siracusa il provvedimento restrittivo.




Spaccio di droga, 22enne arrestato in viale dei Comuni: vendeva crack e cocaina

Intensificati i controlli antidroga anche nella zona di viale dei Comuni, altra fiorente piazza di spaccio cittadina. Agenti del Commissariato “Ortigia” hanno arrestato un 22enne. Il ragazzo è stato sorpreso mentre cedeva della sostanza stupefacente ad un assuntore arrivato a bordo di un motociclo. Questi, alla vista dei poliziotti, è riuscito ad allontanarsi.
All’arrestato, invece, sono state sequestrate 16 dosi di cocaina, 2 di crack e la somma di 380 euro, probabile provento dell’attività di spaccio.
Il ventiduenne, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato posto agli arresti domiciliari in attesa della direttissima.




Autore di una rapina ad Avola, arrestato in Francia: la fuga termina in aeroporto

Un avolese è stato arrestato a Parigi, in esecuzione di un mandato di arresto europeo. E’ ritenuto responsabile di una rapina a mano armata commessa nell’ottobre del 2022 ai danni di una gioielleria della cittadina. Le indagini del commissariato di Avola, su delega della Procura di Siracusa, hanno permesso di identificare l’autore ed ottenere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere già a novembre dello scorso anno.
L’indagato, però, si era reso nel frattempo irreperibile. Le attente attività condotte dalla Polizia hanno comunque permesso di rintracciarlo in Francia ed ottenere così un mandato di arresto europeo.
In collaborazione internazionale tra forze dell’ordine, sono stati acquisiti tutti gli elementi per individuare la residenza dell’uomo che lavorava nei pressi di Parigi. Così, lo scorso 23 gennaio una pattuglia del Commissariat de Securité Publique di Boulogne si è presentata all’indirizzo individuato per procedere all’arresto. Il ricercato si è dato precipitosamente alla fuga. E’ stato comunque arrestato ai varchi di sicurezza dell’aeroporto di Parigi Orly, mentre tentava di lasciare lo Spazio Schengen.