Segrega la compagna in una stanza, senza cibo nè acqua: arrestato per maltrattamenti

Una pesante storia di maltrattamenti in famiglia emerge grazie ai Carabinieri. Era persino arrivato a chiudere la moglie in una stanza, non consentendole di mangiare o di bere. Poteva solo andare in bagno, ma dopo aver ricevuto il permesso da parte del compagno. Dopo un’intera giornata segregata in questa maniera, è riuscita a liberarsi e fuggire.
I Carabinieri di Carlentini hanno arrestato l’uomo, un 33enne già ai domiciliari con braccialetto elettronico, in esecuzione di un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria aretusea. Ha posto in serie una serie di atteggiamenti iracondi e possessivi e violenze fisiche finendo per condizionare la donna, minacciando di uccidersi o farsi del male se fosse stato lasciato. In un’occasione, ha colpito la compagna con diversi pugni per poi privarla del cellulare e del bancomat.
Maltrattamenti consumati anche nei confronti della madre che, oltre a essere stata picchiata e offesa, è stata ferita dall’uomo con un posacenere in onice. La violenza si è accentuata al rifiuto della donna di consegnargli somme di denaro.
Dopo le formalità l’arrestato è stato tradotto presso il carcere di Cavadonna, come disposto dall’Autorità giudiziaria aretusea.




Voto di scambio con la mafia, archiviazione a Catania per Pippo Gennuso

“Ho sempre avuto fiducia nei magistrati. Sapevo che sarei uscito a testa alta da questa vicenda, perché nella mia vita ho sempre agito con trasparenza”. Così l’ex deputato regionale Pippo Gennuso commenta l’archiviazione del procedimento a suo carico, scaturito da una inchiesta della Dda di Catania su presunto voto di scambio con la mafia. Gennuso venne tratto in arresto nell’aprile del 2018 e per via di quella misura cautelare dovette lasciare il seggio all’Ars.
Secondo l’accusa, vi sarebbe stato un accordo a base di elargizioni in denaro tra Gennuso e gli altri indagati, ritenuti esponenti del clan Crapula, per ottenere i voti necessari per il seggio all’Ars. Ma il Gip del Tribunale di Catania, nel decreto di archiviazione, ribadisce “che l’attività captativa dimostrativa dell’attività illecita di compravendita di voti è inutilizzabile quanto al reato di corruzione elettorale continuata che, pertanto, risulta anch’esso sprovvisto di prova”. Nulla di penalmente rilevante sarebbe quindi emerso durante le scrupolose indagini.
Gennuso non nasconde l’amarezza per una vicenda giudiziaria che ha influito sulla sua carriera politica. “Non vi è stata compravendita di voti, né collusione con la mafia, né riciclaggio di denaro. Io i mafiosi li ho sempre denunciati e fatti arrestare”.




"No all'archiviazione, non fu suicidio": la famiglia di Vincenzo Cancemi non si arrende

Il gip del Tribunale di Siracusa Andrea Migneco si è riservato la decisione sulla opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura nel procedimento scaturito dalla morte di Vincenzo Cancemi. Il corpo del 42enne venne trovato il 28 aprile dello scorso anno, nella casa di campagna a Marzamemi, dalla sua fidanzata. La tesi del suicidio non ha mai convinto la famiglia che ha dato vita ad una battaglia anche mediatica ed a diverse manifestazioni, anche davanti Palazzo di Giustizia a Siracusa.
Non è stata disposta l’autopsia ed il corpo dell’uomo si trova ancora nella camera mortuaria del cimitero di Pachino. Come raccontato all’Ansa dall’avvocato Nunzia Barzan, che rappresenta la madre di Cancemi, il 42enne non aveva mai manifestati intenti suicidi. E lo stesso video inviato da Cancemi alla fidanzata poco prima del decesso – che per la Procura confermerebbe il gesto estremo – conterrebbe elementi che, secondo i familiari, alimenterebbero dubbi. Da mesi chiedono che venga disposta l’autopsia. Cancemi presentava una ferita al capo e non indossava una scarpa. Circostanze che, come ha raccontano la madre dell’uomo anche su Indignato Speciale (rubrica del Tg5) meriterebbero maggiore approfondimento.

foto archivio




Furto nel magazzino di un supermercato: fuga e arresto per due ladri

Erano già riusciti ad impossessarsi di merce per 400 euro, introducendosi nel magazzino di un supermercato e iniziando a fare razzia di prodotti. Un “lavoro” interrotto dall’arrivo degli uomini del commissariato di Avola, che hanno arrestato, al termine dell’intervento, due uomini, di 43 e 49 anni. Entrambi risponderanno di furto aggravato. E’ accaduto ieri, nella prima mattinata. I due, entrambi avolesi, stavano caricando scatole di merce di un supermercato del luogo quando i poliziotti sono sopraggiunti, sorprendendoli. Alla vista delle forze dell’ordine, i due hanno tentato la fuga. Tentativo risultato vano. Sono stati, infatti, bloccati senza senza troppa fatica. Uno dei due, il 49enne, è stato anche trovato in possesso di un coltello a serramanico.  Nelle vicinanze, rinvenuti anche altri generi alimentari ancora imballati, che i due avevano già rubato. I due arrestati sono stati posti ai domiciliari, la refurtiva è stata, invece, riconsegnata al legittimo proprietario.




Attentato dinamitardo di via Lentini, la Polizia arresta tre siracusani

Grazie all’attento lavoro delle forze dell’ordine, sono stati individuati i responsabili dell’attentato dinamitardo ai danni di una pizzeria di via Lentini. Era lo scorso 15 settembre ed un ordigno esplosivo danneggiò l’attività commerciale.
Gli agenti della Squadra Mobile di Siracusa hanno tratto in arresto un uomo di 30 anni, uno di 24 anni e uno di 47, tutti già ampiamente noti alle forze dell’ordine.
Le indagini hanno incrociato gli elementi forniti dalle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona, l’analisi dei tabulati telefonici e delle celle di aggancio dei cellulari dei tre. Gli uomini della Squadra Mobile sono così arrivati ad individuare ed identificare i responsabili del grave episodio.
In particolare, le indagini hanno permesso di ricostruire con precisione la dinamica dell’attentato. L’ordigno viene consegnato ad uno dei tre dagli altri due complici, insieme alla bottiglia contenente il liquido infiammabile ed allo scooter utilizzato poi per raggiungere l’esercizio commerciale preso di mira dai malfattori.
Collocato l’ordigno e cosparsa la saracinesca con il liquido infiammabile, veniva innescata la bomba artigianale che ha provocato la deflagrazione che ha gravemente danneggiato l’ingresso del locale.
Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, il trentenne ed il ventiquattrenne sono stati posti agli arresti domiciliari; mentre al quarantasettenne, che è già detenuto nel Carcere di Cavadonna per altra causa, è stata notificata l’ordinanza di carcerazione.




Spaccio di droga, la Polizia arresta un pusher. Sequestro di crack e coca in viale dei Comuni

Un 44enne siracusano è stato arrestato dagli agenti delle Volanti. Deve rispondere di detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti. Sottoposto a perquisizione personale, è stato trovato in possesso di 467 grammi di droga e di 1.920 euro in contanti, verosimile provento dell’attività di spaccio. Denunciato per evasione l’uomo trovato in compagnia dello spacciatore: doveva essere ai domiciliari nella sua abitazione.
Rinvenuta e sequestrato stupefacente in viale dei Comuni, una delle note piazze di spaccio cittadine. La droga – 14 dosi di crack e 7 di cocaina – era nascosta all’interno del manico di plastica della paletta alza immondizia. In questo caso sono stati gli agenti del Commissariato “Ortigia” ad intervenire.




Pesca abusiva nella zona di massima tutela dell'Area Marina Protetta: denunciato

Grazie alle segnalazioni del Consorzio Area Marina Protetta del Plemmirio, la Guardia Costiera ha bloccato e denunciato un diportista intento alla pesca abusiva nello specchio acqueo della riserva integrale (zona A) dell’Area Marina.
A bordo di un’unità da diporto priva di licenza per l’esercizio della pesca professionale, è avvistato attraverso il sistema di videosorveglianza dell’Area Marina Protetta del Plemmirio, installato presso la sala operativa del Comando della Capitaneria di porto di Siracusa. Dalla sala operativa è stata disposta l’uscita in mare di una motovedetta. Interrotta l’attività di pesca, si è proceduto ad identificare l’uomo. L’attrezzattura da pesca, non conforme alla normativa nazionale in materia di pesca ricreativa, è stata sequestrata.
Il capitano di vascello Sergio Lo Presti, comandante della Capitaneria di porto di Siracusa, raccomanda il capillare rispetto delle zonazioni dell’Area Marina Protetta del Plemmirio e coglie l’occasione per ricordare che le attività di pesca “illegittime” condotte all’interno della zona “A” dell’Area Marina del Plemmirio sono perseguite penalmente.




Niente perizia psichiatrica per Massimo Cannone, rinvio a giudizio per l'omicidio della moglie

Rinvio a giudizio per Massimo Cannone, il 45enne lentinese accusato di aver ucciso la moglie. Il femminicidio si è consumato nella casa di Lentini dove i due vivevano, a marzo dello scorso anno. La donna, Naima Zahir, venne raggiunta da una coltellata risultata fatale.
La difesa del tappezziere aveva richiesta una perizia psichiatrica sull’imputato. Ma il gup del Tribunale di Siracusa ha respinto quella istanza, decidendo invece per il rinvio a giudizio.
Fermato poco tempo dopo il delitto, il 45enne avrebbe confessato le sue responsabilità nel corso dell’udienza di convalida. “Mi sentivo oppresso”, avrebbe detto al magistrato prima di fornire la sua versione di quanto accaduto. Secondo l’accusa, Cannone non avrebbe subito chiamato i soccorsi ma sarebbe prima “andato a bere una birra”, per presentarsi a casa solo dopo.
Intervistato prima del fermo dalla trasmissione di Rai 2 “Ore 14”, l’uomo aveva parlato di un suicidio e del suo tentativo di salvarla.




Crack, denunciato 18enne trovato con 20 dosi

E’ stato trovato in possesso di 20 dosi di crack. Per questo la polizia del commissariato di Ortigia ha denunciato, nell’ambito di servizi finalizzati al contrasto allo spaccio e al consumo di droga, un giovane di 18 anni. Nelle scorse settimane è scattato l’allarme crack tra i giovanissimi in provincia di Siracusa. Secondo il Dipartimento di Salute Mentale, tuttavia, il fenomeno, che si registra in linea con l’andamento nazionale, riguarda anche un alto numero di adulti, anche di mezza età.




Elezioni regionali: il ricorso di Fiumara "inammissibile", confermato l'esito del voto

La Prima Sezione del Tar di Palermo ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Luigi Fiumara per l’annullamento parziale dei dati relativi alle elezioni regionali dello scorso settembre. Fiumara, candidato nella lista “De Luca Sindaco di Sicilia – Sud chiama Nord” nella circoscrizione di Siracusa, ha manifestato il sospetto di presunti errori di calcolo e sviste nella compilazione dei verbali, lasciando aperta la porta al dubbio circa un eventuale utilizzo della cosiddetta scheda ballerina.
Per i giudici amministrativi non sono i presupposti per considerare inficiato il risultato elettorale. In giudizio si erano costituiti anche i deputati regionali Giuseppe Carta e Carlo Gilistro mentre gli altri componenti della deputazione – pur chiamati in causa – non si sono costituiti.
“Una sentenza che riconosce la legittimità delle elezioni svolte e il rispetto dei principi della legalità, oltre la buona fede dei candidati che, comunque, non era mai stata messa in dubbio”, commenta Giuseppe Carta. Per Gilistro si tratta di “un pronunciamento con cui si mette un freno alla cultura del sospetto, quella che porta a disconoscere il lavoro di apparati importanti e di garanzia del nostro sistema democratico, finendo per allontanare i cittadini dalla partecipazione democratica”.

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