Estorsione, furto, danneggiamento e abbandono di rifiuti: arrestato ivoriano 23enne

I Carabinieri di Ortigia hanno arrestato, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, un pregiudicato ivoriano di 23 anni, responsabile di estorsione, furto, danneggiamento e abbandono di rifiuti.
A maggio scorso il titolare di un noto ristorante del centro storico siracusano aveva presentato una denuncia. Attraverso l’analisi delle telecamere e le testimonianze di alcuni clienti, è stato accertato che l’arrestato, per un periodo dipendente di quel ristorante, oltre a pretendere il pagamento di somme di denaro a titolo di liquidazione, aveva anche danneggiato nottetempo tavoli e arredi del ristorante.
Ulteriori attività di indagine hanno consentito di verificare che anche dopo il pagamento della liquidazione, l’ex dipendente aveva più volte preteso cifre di denaro che andavano dai 50 ai 200 euro, minacciando il titolare con il lancio di pietre.
Al culmine delle minacce, durante la notte, l’uomo aveva anche rubato un frigorifero dal ristorante e dopo averlo trasportato sulla scogliera adiacente al parcheggio “Talete”, lo aveva gettato in mare.
I Carabinieri sono riusciti a ricostruirne gli spostamenti e a denunciarlo anche per il furto ed il successivo abbandono di rifiuti speciali in mare.
Adesso la Procura di Siracusa ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, cui i militari hanno dato esecuzione, associando l’arrestato alla casa circondariale Cavadonna.




Prodotti ittici sottomisura, privi di tracciabilità o scadute: controlli e sanzioni

Contrasto alla commercializzazione illegale di prodotti ittici sottomisura, privi di tracciabilità e scaduti: operazione della Guardia Costiera di Siracusa. Effettuati 38 controlli rivolti in pescherie, ristoranti e centri della grande distribuzione in vari punti della provincia.
Le verifiche hanno permesso di accertare, in alcuni casi, oltre alla vendita di specie ittiche al di sotto della taglia minima prevista dalla normativa vigente, anche la commercializzazione di prodotto ittico congelato e fresco, privo di qualsiasi documento che ne attestasse la tracciabilità/provenienza.
Ai responsabili dell’infrazione sono state comminate sanzioni amministrative ed il prodotto ittico sottomisura e non tracciato è stato sequestrato.
L’operazione ha visto il coinvolgimento e la cooperazione del personale del Servizio veterinario dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Siracusa che, a seguito della prevista visita organolettica, ha stabilito in alcuni casi la non idoneità al consumo umano del prodotto sequestrato e, quindi, la successiva distruzione. In altri casi, invece, l’oggetto del sequestro è stato donato in beneficenza ad un istituto caritatevole di Siracusa.
In totale sono state elevate 4 sanzioni amministrative per un ammontare complessivo di 3.200 euro. Sequestrati oltre 500 kg di prodotto ittico.
La Capitaneria di porto di Siracusa ricorda che “le sanzioni amministrative per la violazione delle norme sulla tracciabilità prevedono importi elevati e lo sfruttamento indiscriminato e la cattura del novellame e di pesce sottomisura, oltre che essere contrario alla legge, impedisce alle specie ittiche dei nostri mari di raggiungere la taglia minima consentita per la commercializzazione e per la riproduzione”.




Droga, arrestato presunto pusher: in azione la Mobile e il commissariato Ortigia

Contrasto alla vendita e al consumo di droga nelle piazze dello spaccio siracusano.

Gli agenti della Squadra Mobile e del Commissariato di Ortigia hanno arrestato un giovane siracusano, 24 anni, sorvegliato speciale con obbligo di soggiorno. Per lui l’accusa è di detenzione ai fini di spaccio .
In specie, il giovane è stato bloccato in via Santi Amato mentre tentava di nascondere, sotto un’autovettura parcheggiata e presso un piccolo magazzino, alcune bustine di vari tipi di sostanze stupefacenti.
In totale, gli investigatori della Squadra Mobile e del Commissariato Ortigia hanno sequestrato 30 dosi di crack, 14 di cocaina, 24 dosi di marijuana e 3  di hashish.

Il giovane è stato posto ai domiciliari in attesa del giudizio direttissimo.




Interrogatorio di garanzia per i poliziotti arrestati: in due fanno scena muta

Davanti al gip del Tribunale di Catania, interrogatorio di garanzia dei due poliziotti siracusani arrestati nei giorni scorsi. Secondo le accuse, sarebbero stati complici dello spaccio in combutta con esponenti della criminalità organizzata.
In collegamento video dal carcere di Caltagirone e di Santa Maria Capua a Vetere (Campania), dove sono detenuti, i due – Rosario Salemi e Giuseppe Iacono – difesi dall’avvocato Sebastiano Troia, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, facendo scena muta.
Ha, invece, fornito la sua versione dei fatti e respinto ogni accusa l’altra poliziotta coinvolta nell’inchiesta, Claudia Catania. La donna si trova attualmente ai domiciliari.
Stessa misura cautelare per il netino Vincenzo Santonastato che – secondo l’accusa – avrebbe fiancheggiato i poliziotti nelle loro manovre illecite. L’uomo ha preferito non rispondere alle domande.




Mafia: maxi confisca da 50 milioni di euro. Sequestrate aziende di trasporto

I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Siracusa hanno eseguito un provvedimento di confisca di beni per un valore di ben 50 milioni di euro. E’ stato emesso dalla sezione misure di prevenzione del Tribunale di Catania.
L’ingente patrimonio, costituito prevalentemente da importanti aziende di trasporto operanti nella Sicilia orientale, è ritenuto riconducibile ad un ergastolano per mafia che, nonostante lo stato di detenzione, continuava ad amministrarlo attraverso i familiari.
Si tratta di Filadelfo Emanuele Ruggeri, ritenuto organico al clan Nardo. Sigilli a due terreni a Carlentini ed al 100% delle imprese, delle quote societarie nonché di tutti i beni costituiti in azienda (157 motrici, 244 rimorchi, 6 autoveicoli e vari conti correnti di cospicua entità) delle ditte di trasporto su gomma “Ruggeri Francesco” e “Ruggeri Trasporti”, entrambe con sede legale a Lentini.
Gli stessi beni già lo scorso 7 febbraio 2020 erano stati sottoposti a sequestro finalizzato alla confisca dal Tribunale di Catania, su richiesta della Ddda, nell’ambito di una attività d’indagine a carico di Ruggeri e di quelli che sono considerati suoi prestanome.
L’indagine ha consentito di accertare che le attività economiche oggetto di sequestro di fatto sarebbero sempre state condotte sotto la gestione del detenuto Ruggeri. Attive nel “lucroso” settore dell’autotrasporto dell’ortofrutta (agrumi), avrebbero operato per il tramite di persone a lui riconducibili, avvalendosi di modalità mafiose – secondo gli investigatori – garantendo così al clan ingentissimi introiti.

Il provvedimento odierno ha accolto in pieno quanto emerso dalle attività investigative. Approfondendo i profili di riconducibilità di tali attività economiche sul piano decisionale, gestionale e degli utili, le indagini hanno chiarito che le stesse “erano strumentali alle attività illecite del clan e, facendo risaltare l’evidente sproporzione dei redditi dichiarati/leciti dei soggetti in parola con il patrimonio accumulato e con gli investimenti operati nel tempo, hanno consentito di operare la confisca dei detti beni”.
Le indagini, pertanto, hanno ancora una volta accertato le modalità con cui l’organizzazione mafiosa di riferimento continua ad esercitare il proprio “incisivo potere di infiltrazione nel tessuto economico del territorio”, assumendo il controllo di settori caratterizzanti dello stesso.




Picchiata da una bulla: “Se mi tocchi muori”. E il branco attorno filma e ride

Un nuovo video shock con adolescenti protagoniste. Ancora un grave episodio di bullismo in provincia di Siracusa. Una ragazzina è stata picchiata da una coetanea mentre tutt’attorno un gruppetto di amici e amiche ride divertito, senza che nessuno intervenga per difendere la vittima. Non una chiamata alle forze dell’ordine, una parola. Nulla. E’ successo nei giorni scorsi a Carlentini, durante la festa di Santa Tecla.
Una ragazzina rimedia sonori schiaffoni, spintoni e violente tirate di capelli. “Tu non mi devi toccare”, urla in dialetto la bulla. “Se mi tocchi di nuovo muori”, arriva addirittura a minacciare. E giù ancora violenze.
Il video, realizzato con un telefonino, ha iniziato a girare nelle chat di whatsapp ed è diventato in breve virale. E’ anche in possesso delle forze dell’ordine che stanno chiudendo il cerchio per identificare i protagonisti della vergognosa scena.
Nonostante le centinaia di incontri nelle scuole della provicnia per parlare di bullismo e cyberbullismo, ancora esiste una realtà parallela di violenza e sopraffazione con protagonisti giovanissimi e ragazze.




Lamin, picchiato dal branco a Pachino. “Cinque vigliacchi contro un ragazzo fantastico”

Lo hanno pestato in cinque, a Pachino, non lontano dall’istituto comprensivo Pellimo. Vittima del branco, un ventunenne straniero. A denunciare il grave fatto è il datore di lavoro del ragazzo, titolare della apprezzata gelateria Don Peppinu, a Marzamemi, borgo marinaro di Pachino. “Uno dei nostri preziosi collaboratori è stato brutalmente aggredito a Pachino da 5 vigliacchi in branco provocandogli anche delle ferite importanti. La cosa schifosa è che hanno aggredito un ragazzo fantastico come Lamin che è di una bontà infinita e che tra le altre cose a soli 21 anni si ritrova da solo e lontano migliaia di chilometri dalla sua famiglia biologica”, scrive su un post a cui affida la brutta storia.
E’ stata anche presentata regolare denuncia alle forze dell’ordine. In attesa di sviluppi, scatta la gara di solidarietà per il ragazzo pestato. “Lamin non è solo, e voglio usare la pagina ufficiale per dire che toccare Lamin è come toccare tutti noi della famiglia Don Peppinu, e lo dimostreremo mettendo a disposizione di Lamin il nostro ufficio legale per costituirsi parte civile nel futuro processo penale a carico di questi 5 gentiluomini”.




La rapina, l’inseguimento: i tre catanesi arrestati avevano gioielli per 3600 euro

Sono tre catanesi rispettivamente di 41, 37, e 35 anni gli arrestati per la rapina ai danni di una gioielleria di corso Gelone, a Siracusa. Tutti già conosciuti alle forze di polizia, sono stati bloccati dopo un inseguimento che ha visto protagonista anche la Polizia Municipale, insieme alla Polizia di Stato (leggi qui). A loro viene contestata la rapina aggravata dall’uso di un’arma da sparo e dalla circostanza di essere travisati.
Secondo quanto ricostruito, i tre erano entrati all’interno dell’attività commerciale pistola in pugno e con i volti coperti. L’arma si è poi rivelata essere a salve. In pochi istanti si sono impossessati di preziosi del valore commerciale di circa 3.600 euro.
Dopo il colpo sono stati bloccati dagli uomini della Polizia Municipale in collaborazione con gli agenti della Squadra Mobile aretusea.




Rimossa rete “fantasma” a largo di Avola, operazione coordinata dalla Guardia Costiera

Una “rete fantasma” che giaceva impigliata nel relitto di una nave mercantile affondata nel 1979, poco distante dal litorale nord di Avola, è stata rimossa al termine di una delicata operazione. Con il coordinamento della Capitaneria di porto di Siracusa, sono intervenuti i subacquei del nucleo Guardia Costiera di Messina, il personale subacqueo di “Sea Shepherd” e del diving “Marina di Ognina”.
La rete è stata dapprima monitorata con l’impiego del Rov (Remotely Operated underwater Vehicle) pilotato dai sub della Guardia Costiera. Successivamente è stata assicurata dal personale di Sea Shepherd e del Diving Marina di Ognina. Il successivo recupero è avvenuto con un verricello “salpa rete” dell’imbarcazione Sea Eagle dell’associazione ambientalista intervenuta.
Questo intervento rientra nella più ampia operazione nazionale denominata “reti fantasma”, svolta dalla Guardia Costiera su mandato del Ministero della Transizione Ecologica. Dal 2019 ad oggi, sono state rimosse circa 50 tonnellate di reti abbandonate sui fondali marini, pericolose per la sicurezza in mare e, ancora peggio, altamente dannose per il suo ecosistema.




Compra online una piscina fuori terra ma non la riceve: denunciato truffatore

Un calabrese di 49 anni è stato denunciato per truffa dal Commissariato di Noto. Il 14 giugno scorso aveva venduto online una piscina fuori terra ad una donna residente nella città barocca. Effettuato il pagamento, pari ad euro 479, la donna non ha però mai ricevuto quanto acquistato. Si è allora rivolta alla Polizia.
Gli accertamenti investigativi, espletati sull’intestatario del conto corrente e sulle utenze cellulari usate dal truffatore, hanno consentito agli investigatori di risalire all’identità dell’uomo e di denunciarlo.

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