Associazione a delinquere finalizzata allo spaccio: 2 anni e 11 mesi ad un 39enne

Arresto per un 39enne, riconosciuto colpevole di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti commesso nel 2016 a Siracusa e Napoli. Gli agenti della Squadra Mobile hanno eseguito la misura ieri pomeriggio come disposto dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Catania. L’uomo dovrà scontare una pena residua di  2 anni, 11 mesi e 5 giorni,
dopo le incombenze di rito è stato accompagnato presso la propria abitazione.




Chioschi di Ortigia, dieci giorni di chiusura per due: turbativa dell’ordine pubblico

Due chioschi di Ortigia chiusi per dieci giorni, a decorrere dal pomeriggio di domani. I Carabinieri hanno notificato ai titolari il provvedimento di sospensione disposto dal Questore di Siracusa.
I Carabinieri sono intervenuti in diverse occasioni, tra cui la tristemente nota rissa di Pasqua, per sedare turbative di ordine pubblico in prossimità delle due attività commerciali.
Più volte è stato accertato che i 2 chioschi erano anche ritrovo abituale di soggetti con precedenti di polizia.
In caso di ulteriori violazioni, verrà disposta la cessazione permanente dell’attività.
Le notifiche operate dai Carabinieri si inseriscono tra le misure di attuazione della cornice di sicurezza, legalità e leale concorrenza previste dalla cosiddetta Carta di Ferla, sottoscritta, su proposta della Prefettura di Siracusa, il 2 giugno scorso con i sindaci, le organizzazioni dei commercianti e artigiani maggiormente rappresentative e le Forze dell’ordine.




Otto giorni dopo la scarcerazione, nuovo arresto per Alessio Attanasio

Otto giorni dopo la sua scarcerazione, nuovo arresto questa mattina per Alessio Attanasio. Agenti di Polizia hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal Gup del Tribunale di Catania su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Attanasio è ritenuto dagli investigatori responsabile dell’omicidio di Giuseppe Romano, avvenuto a Siracusa nel marzo 2001.
Lo scorso 7 luglio era tornato un uomo libero ed aveva potuto lasciare, per espiazione della pena, il carcere di Nuoro dove era ristretto. E’ stato anche in passato detenuto in regime di 41bis ed è ritenuto dagli investigatori al vertice dell’organizzazione mafiosa denominata Bottato-Attanasio, egemone a Siracusa.
A gennaio 2022, proprio per l’omicidio Romano, Alessio Attanasio era stato condannato con sentenza di primo grado, ancora non definitiva, a 30 anni di reclusione.




Siracusa. Droga in via Santi Amato: arrestato 16enne

Un arresto per droga in via Santi Amato.

Ieri, nel primo pomeriggio, durante un controllo del territorio finalizzato al “contrasto al fenomeno del consumo e dello spaccio di sostanze stupefacenti che, nella giornata di ieri, in due diverse circostanze, ha portato all’arresto di tre persone”.
Agenti delle volanti hanno arrestato in flagranza di reato per detenzione ai fini dello spaccio, un sedicenne, trovato in possesso di 17 dosi di marijuana, 10 dosi di crack e 6 dosi di cocaina.
Il giovane, inoltre, è stato trovato in possesso di cinquanta euro, probabile provento dell’attività di spaccio. Il minore è stato accompagnato nel CPA per minori di Catania.

 




Brutta avventura per un automobilista: vettura in fiamme in via Elorina

Disavventura questa mattina per un automobilista siracusano. La sua auto ha preso fuoco in via Elorina. La vettura, una Mercedes classe A, era in marcia in direzione sud, verso le contrade balneari. Per cause al vaglio dei Vigili del Fuoco, forse un problema elettrico, in pochi minuti si è sviluppato un incendio che – dal cruscotto – ha poi avvolto la parte posteriore dell’auto.
Chi si trovava alla guida ha avuto la prontezza di arrestare la marcia e posteggiare a lato della strada, sfruttando lo spazio disponibile accanto alla recinzione del parcheggio stagionale di via Elorina.
L’auto è stata purtroppo distrutta dalle fiamme. I Vigili del Fuoco hanno temporaneamente chiuso la strada per procedere in sicurezza allo spegnimento e ad un accertamento tecnico per risalire alle cause del rogo.




Anniversario della tragica scomparsa del carabiniere Scala: cerimonia al cimitero

Cerimonia di commemorazione ieri per il 76esimo anniversario della tragica scomparsa del carabiniere Salvatore Scala. Ad omaggiarlo, in  mattinata, sono stati i Carabinieri del Comando Provinciale. L’Eroe, nato a Pozzallo (RG) il 05.04.1925, giovanissimo si arruolò nell’Arma dei Carabinieri e il 14 luglio 1946 a Monreale (PA) morì compiendo un atto di valore per il quale nel 2009 è stato insignito della Medaglia d’Oro al Merito Civile “alla memoria”, con la seguente motivazione:
“Con eccezionale coraggio e convinta abnegazione, mentre viaggiava a bordo di un autocarro unitamente ad un commilitone ed a tre civili, avvistati due banditi armati nascosti nella vegetazione circostante, non esitava ad ingaggiare un conflitto a fuoco con i malviventi. Colpito da una raffica d’arma automatica cadeva esanime al suolo. Nobile esempio di non comune senso del dovere e di elette virtù civiche, spinti fino all’estremo sacrificio”.
All’evento commemorativo hanno partecipato i nipoti dell’Eroe che risiedono a Siracusa, il Comandante Provinciale dei Carabinieri, Colonnello Gabriele Barecchia, il Sindaco Francesco Italia, il Cappellano Militare del Comando Legione Carabinieri Sicilia in Messina Don Rosario Scibilia nonché una rappresentanza dell’Associazione Nazionale Carabinieri e dell’Associazione Nazionale Polizia di Stato.
Presso la tomba del giovane Carabiniere, due militari in Grande Uniforme Speciale hanno deposto una corona di fiori mentre un Carabiniere trombettiere, con le note del silenzio, ha reso gli onori al caduto, il cui sacrificio, caratterizzato da elevatissimo spirito di abnegazione e profondo senso di responsabilità, viene così celebrato nel segno dell’indissolubile legame tra l’Arma ed i suoi Eroi e della continuità tra passato e presente, nella gelosa custodia dei valori della memoria.
Barecchia, rivolgendosi ai giovanissimi parenti del Carabiniere Scala intervenuti, ha paragonato l’atto eroico del caduto a quello di un supereroe, che ha realmente sacrificato la propria vita per salvare quella di altre persone, diversamente dagli eroi dei fumetti che tanto seguito hanno tra i giovani.




Incendio a Carancino, in fiamme 10 ettari di sterpaglie e vegetazione (e rifiuti abbandonati)

Un vasto incendio si è sviluppato poco prima delle 13 a Carancino, poco distante da Belvedere. Interessata dalle fiamme un’area di circa 10 ettari: sterpaglie e rifiuti vari abbandonati nei campi hanno generato una colonna di fumo visibile a chilometri di distanza.
Sul posto, ancora alle 18.30, lavorano incessantemente per domare le fiamme due squadre dei Vigili del Fuoco di Siracusa e due della Protezione Civile di Siracusa (Avcs).
Per la giornata di domani, il Dipartimento regionale di Protezione Civile ha diramato per l’intera Sicilia una nuova allerta arancione per rischio incendi e ondata di calore, con pericolosità media.




Il giallo del cadavere nella body bag, nuovi indizi a carico del titolare di agenzia funebre

Nuovi approfondimenti d’indagine disposti dalla Procura di Siracusa hanno fatto emergere “gravi indizi di colpevolezza” a carico di Adriano Rossitto. Secondo gli investigatori, il 39enne lentinese – già in carcere nell’ambito del procedimento per il duplice omicidio di Francesca Oliva e Maria Marino della scorsa estate – sarebbe responsabile anche della morte del bancario in pensione, Francesco Di Pietro.
Sul cadavere dell’uomo è stata rilevata una frattura nella zona della laringe che, insieme ad altri elementi acquisiti in sede di sopralluogo, ha portato a concludere che la morte del bancario sia stata conseguenza di una causa violenta. In una prima fase delle indagini questa conclusione era stata resa difficoltosa dalle condizioni del cadavere, in stato di putrefazione dovuto all’abbandono in aperta campagna.
L’indagine dei Carabinieri di Siracusa prese le mosse nell’agosto 2019 dal rinvenimento di un cadavere, in avanzato stato di decomposizione, tra i rovi di un agrumeto della contrada Ciricò di Carlentini. Era all’interno di una sacca per la conservazione dei cadaveri – la cosiddetta body bag – utilizzata solitamente dalle imprese di pompe funebri e dai dipartimenti di medicina legale.
Il corpo, reso irriconoscibile dai naturali fenomeni di decomposizione, venne identificato dai Carabinieri, con non poche difficoltà, attraverso una minuziosa attività info-investigativa suffragata dal successivo e decisivo esito dell’esame del DNA a cura dei colleghi del RIS di Messina.
Identificata la vittima, i Carabinieri hanno passato al setaccio la vita privata di Francesco Di Pietro, ricostruendo gli stili di vita, le frequentazioni, le disponibilità finanziare fino a delineare dettagliatamente le sue ultime ore di vita della vittima.
Nell’ultimo periodo di vita, sarebbe stato “giù di morale” a causa della separazione dalla moglie ed aveva preso a frequentare l’agenzia di pompe funebri di Lentini gestita da Adriano Rossitto. Qui, spiegano gli investigatori, aveva allacciato rapporti anche con altre persone che frequentavano l’agenzia e con le quali era solito trascorrere buona parte della sua giornata.
Partendo da questa pista investigativa, i Carabinieri di Siracusa, sotto la costante direzione della Procura della Repubblica di Siracusa, hanno analizzato il tracciato GPS della autovettura della vittima. Di Pietro era molto geloso della sua auto, tanto da non cedere il volante a nessuno, nemmeno per brevi tragitti. I Carabinieri hanno allora incrociato i tracciati dell’auto, ricostruendo tutti gli spostamenti dei giorni precedenti, confermando l’assidua frequentazione dell’agenzia di pompe funebri, fino alla data presunta della scomparsa ed hanno richiesto la collaborazione dei militari del RIS per ricercare eventuale impronte digitali sul veicolo, rinvenuto in sosta nei pressi dell’ospedale di Lentini.
È stata così isolata sull’auto della vittima l’impronta del pollice destro di Adriano Rossitto, nitidamente impressa sul tasto del freno a mano. Sarebbe questa, secondo l’accusa, la prova che Rossitto avrebbe spostato l’auto della vittima, parcheggiata nei pressi dell’ufficio postale, per condurla presso l’ospedale di Lentini. Comportamento in contrasto con quanto emerso circa le abitudini della vittima.
Altri decisivi riscontri investigativi sono giunti dall’esito delle numerose attività tecniche eseguite dai Carabinieri e che hanno sconfessato le dichiarazioni del sospettato. In particolare, sono stati acquisiti elementi circa la disponibilità di body bag da parte dell’uomo, non funzionali all’attività condotta dalla sua agenzia di onoranze funebri che non dispone di un cassone per il recupero delle salme. Inoltre, Rossitto, per allontanare da sé i sospetti, aveva riferito, tra l’altro, di frequentazioni del bancario con rumeni: situazione che non ha trovato riscontro nell’attività investigativa. Singolare è poi un sms inviato dal cellulare di Di Pietro all’utenza della ragazza che lo aiutava in casa.
Al riguardo, il gip del Tribunale di Siracusa ha ritenuto che vi siano “plurimi indizi” che portano a ritenere che quell’sms possa esser stato creato ad arte per evitare che venisse “riscontrata in tempi rapidi la sua insolita assenza”.




Campi di Archeologia in spiaggia: bambini e ragazzi diventano piccoli “Indiana Jones”

Un campo di Archeologia e Natura tra Eloro, Vendicari, Marzamemi e Portopalo, destinato ai bambini ed ai ragazzi tra i 10 e i 20 anni. E’ un’iniziativa di Archeoclub d’Italia, con la sede di Noto Marenostrum, la Scuola di Archeologia Subacquea El Cachalote e con la collaborazione della Soprintendenza del Mare della Sicilia.

I bambini tra i 10 e i 14 anni potranno diventare, dal 15 al 18 luglio, dei piccoli archeologi. Faranno altrettanto, dal 19 al 25 luglio, i ragazzi tra i 15 e i 20 anni.

Ad annunciare la campagna destinata ai più giovani è Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub D’Italia.

La scelta è dunque ricaduta sulla zona sud della provincia di Siracusa. “Un estate d’Archeologo”, però, è un’iniziativa che quest’anno viene riproposta per il 17esimo anno consecutivo.

 

 

 

 

 

 




Omicidio a Lentini, convalidato il fermo del 23enne. E’ in carcere a Cavadonna

Convalidato il fermo del 23enne di Lentini accusato di aver ucciso nella notte tra sabato e domenica il 38enne Roberto Raso. Il presunto assassino si trova in carcere, a Cavadonna, come disposto dal gip del Tribunale di Siracusa.
Via Silvio Pellico è stata teatro della lite tra i due, degenerata in un omicidio. Improvvisamente, dopo un alterco forse per motivi economici, il 23enne avrebbe preso un coltello con cui avrebbe ferito mortalmente Raso. Per il 38enne, nonostante i soccorsi, non c’è stato nulla da fare. E’ morto all’ospedale Generale di Lentini, dove era stato trasportato.
Il 23enne si è costituito poche ore dopo il delitto, accompagnato dal suo avvocato. Ha raggiunto domenica scorsa la caserma dei Carabinieri di Lentini. I militari erano già sulle sue tracce.