Torna in libertà Alessio Attanasio, il presunto boss siracusano ha scontato la pena

Il 51enne Alessio Attanasio è un uomo libero. Dopo avere scontato la pena detentiva a Nuoro, ha potuto lasciare il carcere sardo. Era stato condannato, in ultima istanza, per resistenza a pubblico ufficiale. In carcere dal 2002, secondo la Dda di Catania sarebbe a capo del clan Bottaro-Attanasio, egemone a Siracusa.
A febbraio scorso è stato però condannato in primo grado per l’omicidio Romano, avvenuto in via Elorina nel marzo del 2001. Stando alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, avrebbe fatto parte della spedizione mortale, insieme ad un altro uomo nel frattempo deceduto. La difesa ha già preannunciato ricorso. E’ inoltre sotto processo per l’omicidio di Angelo Sparatore, ucciso nel maggio del 2001 alla Mazzarona.
Negli ultimi 18 anni il nome di Attanasio è finito coinvolto in gran parte delle operazioni antimafia focalizzate su Siracusa. Durante la detenzione, Alessio Attanasio ha conseguito due lauree. La prima in Scienza delle Comunicazioni ed una seconda in Giurisprudenza.




Mafia, arrestato Gesualdo Briganti: sfuggito al blitz Agora, si nascondeva in campagna

Arrestato dai Carabinieri di Siracusa il latitante Gesualdo Briganti, ritenuto esponente del clan Nardo a Francofonte (Sr). Era sfuggito alla cattura lo scorso 16 giugno, in occasione dell’operazione Agorà. Gli investigatori, coordinati dalla Dda di Catania, lo hanno rintracciato a Militello Val di Catania dove si nascondeva nell’abitazione di campagna di una coppia. Alla vista dei militari, non ha opposto alcuna resistenza all’arresto.
Durante le ricerche, i Carabinieri hanno notato un’autovettura che lasciava l’abitazione dell’uomo e guidata da una donna. Una volta immesso il veicolo su strada, questa abbandonava la guida stendendosi sui seggiolini posteriori, mentre il passeggero si metteva al volante. Pedinando l’auto, i Carabinieri hanno raggiunto la casa dove si nascondeva Briganti.

Nei giorni scorsi, i Carabinieri di Siracusa avevano assicurato alla giustizia Tiziana Bellistri, di 48 anni. Era a bordo di una nave passeggeri a largo di Palermo. Raggiunta la nave in alto mare, sono saliti a bordo prima che questa attraccasse in porto, per evitare che la donna si confondesse tra migliaia di passeggeri.
E’ stata condotta in carcere a Messina mentre Briganti si trova nella casa circondariale di Siracusa, in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Denunciati pe favoreggiamento i proprietari dell’abitazione in cui si nascondeva l’uomo.




Si rompe una gamba in mare, giovane salvato dalla Guardia Costiera

Salvataggio ieri nella baia di Santa Panagia. L’allarme è scattato a seguito di una segnalazione al numero unico di emergenza 112. Un ragazzo si trovava in chiara difficoltà a causa di un infortunio ad un arto inferiore. 

La telefonata ha immediatamente attivato l’intero dispositivo di soccorso della Guardia Costiera di Siracusa. Disposta la missione S.A.R. (Search and Rescue) per la Motovedetta CP 323, con l’impiego di un’unità del servizio tecnico-nautico di pilotaggio con a bordo personale militare della Sezione staccata Santa Panagia della Capitaneria di porto di Siracusa.

Raggiunto il malcapitato, il comandante della motovedetta CP 323 ha disposto  l’impiego del rescue swimmer che, gettatosi tra i flutti, ha tratto in salvo il giovane issandolo a bordo.

L’intervento del rescue swimmer, (eccellenza del Corpo delle Capitanerie di porto) in forza alla Guardia Costiera Siracusana, si è dimostrato risolutorio in un tratto di mare caratterizzato dalla presenza di scogli affioranti e bassi fondali.

Una volta recuperato e messo in sicurezza il bagnante, che lamentava forti dolori alla gamba, la motovedetta ha fatto rientro nel Porto Grande. Un’ambulanza attendeva il giovane e l’ha condotto all’ospedale Umberto I di Siracusa per le cuere del caso.

La catena dei soccorsi attivata dalla Sala Operativa della Guardia Costiera di Siracusa ha evitato che la disavventura si trasformasse in tragedia, visto il serio infortunio di cui il ragazzo era rimasto vittima. 

Foto: repertorio




Non tentò di uccidere l’ex compagna, assolto Majdi Aberrazzak: “Sei anni di incubo”

Assolto con formula piena “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di atti persecutori e tentato omicidio.

Finisce così l’incubo per Majdi Aberrazzak , assistito dall’avvocato Stefano Francesco Pipitone . La sentenza è stata emessa il 4 luglio scorso daI Tribunale di Siracusa. Dopo 6 anni di complesso iter giudiziario, dunque, è arrivata l’assoluzione con formula piena.

I fatti risalgono al luglio del 2016, quando la presunta persona offesa,  Mounia Ouassa, è stata trovata dai  Carabinieri all’interno dell’abitazione del Majdi, suo ex fidanzato, priva di sensi e con una ferita da taglio al collo.
Ouassa, una volta ripresi i sensi, ha accusato l’ex di averla perseguitata per mesi e di aver  provato ad ucciderla, tagliandole la gola con un frammento di vetro.
Sin dal primo istante Majdi ha invece rappresentato alla Polizia Giudiziaria ed alla Autorità  procedente una storia diversa, secondo la quale quella ragazza si sarebbe inventata tutto, ferendosi il collo da sola al fine di rovinare la vita al proprio ex.
Una difesa assurda, inverosimilie, che è costata all’indagato l’arresto immediato e diversi mesi di  custodia cautelare, trascorsi nella Casa Circondariale di Siracusa, (cd. Carcere Cavadonna).
A distanza di 6 anni, dopo oltre 12 udienze ed una dialettica processuale a tratti tesa, caratterizzata da colpi di scena e insanabili contraddizioni, le prove hanno dimostrato la  verosimiglianza della versione dei fatti raccontata sin dal primo momento dall’imputato.

Tra i personaggi chiave del processo, un connazionale dell’imputato, testimone diretto, presente nel momento in cui la donna si è ferita tagliandosi il lato sinistro del collo,poco sotto l’orecchio , con un piccolo pezzo di vetro.

La prova tecnico-scientifica redatta dal medico legale Cataldo Raffino, inoltre, ha fatto emergere la non compatibilità delle caratteristiche di quello specifico taglio alla gola con l’azione (aggressione) di un soggetto terzo. La morfologia del taglio, la posizione, le tracce di sangue  convergono tutte verso un’unica conclusione: quella ferita è stata autoprodotta dalla stessa
persona offesa.
“Non c’è modo di rendere giustizia alle sofferenze patite da
un innocente ingiustamente accusato- commenta l’avvocato Pipitone- trascinato suo malgrado in una vicenda giudiziaria lunga 6 anni attraverso un complesso di accadimenti degni della sceneggiatura di un film o della
pubblicazione di un libro. Una cosa è certa. Il 4 luglio è stata ristabilita la Giustizia. Abderrazzak Majdi è innocente”.




Rimosso il natante affondato a Punta Izzo dopo lo sbarco di 80 migranti

Rimosso dal litorale tra il Faro di Punta Croce e Punta Izzo, ad Augusta, su richiesta della Procura della Repubblica di Siracusa, il natante affondato che lo scorso 30 giugno aveva condotto nelle acque siciliane 80 migranti. L’imbarcazione era stata posta sotto sequestro dalla Guardia Costiera.
Le operazioni di recupero, e le successive operazioni di traino nel porto di Augusta, sono state condotte dai Palombari della Marina Militare in forza al locale Nucleo SDAI e da un mezzo del Gruppo Barcaioli del porto di Augusta, con il supporto e la scorta di un’unità della Guardia Costiera.
Gli operatori subacquei della Marina Militare si sono inizialmente immersi per chiudere una grossa falla sulla prora dell’unità, che era stata la causa dell’affondamento; il giorno seguente sono state eseguite le operazioni di recupero del relitto, con l’impiego di palloni di sollevamento, gonfiati da aria compressa. Quando l’unità è stata fatta riemergere, sono iniziate le fasi di svuotamento dell’acqua all’interno dello scafo, attraverso l’impiego di una pompa di aspirazione e dopo alcune ore è stato ripristinato il galleggiamento della barca a vela.
I Palombari della Marina Militare erano intervenuti già il giorno dello sbarco, per verificare l’eventuale presenza di persone all’interno, contestualmente erano state rimosse diverse taniche contenenti carburante ed altri materiali plastici.

Sulla base delle direttive impartite all’Autorità Giudiziaria,grazie al personale subacqueo del nucleo SDAI  e di quello della Guardia Costiera, con il supporto del Gruppo Ormeggiatori e l’ausilio di un’impresa portuale, si è potuto effettuare il recupero in tempi brevi, scongiurando il rischio di un potenziale evento inquinante, a causa degli idrocarburi contenuti a bordo. Si tratta, peraltro, di una zona considerata a vocazione turistica.




Operazione antidroga, due arresti a Noto: in casa Gbl e “Shaboo” spediti dall’Olanda

Operazione antidroga ieri a Noto.

Gli agenti della Squadra Mobile hanno arrestato due uomini, un 36enne slovacco e un suo coetaneo rumeno, entrambi domiciliari a Noto.

Gli arresti sono scattati al termine di indagini finalizzate al contrasto del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti.
Nell’abitazione dei due, la polizia ha rinvenuto e sequestrato due flaconi contenenti  “GBL” di 250 ml ciascuno, ancora confezionati all’interno di un pacco poco prima consegnato da un corriere.
Nel proseguo delle operazioni, gli agenti hanno successivamente sequestrato a “Shaboo” (metanfetamina cloridrata), dal peso di grammi 3,90 ed un bilancino di precisione.
Le indagini hanno acclarato,inoltre, che i due uomini avevano acquistato la sostanza stupefacente GBL per corrispondenza, presso un rivenditore olandese.
Dopo le incombenze di legge, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria competente,  sono stati posti ai domiciliari in attesa dell’udienza di convalida.




Furti a raffica ed una rapina in tre mesi: arrestati “Bonnie e Clyde” di Noto

Una coppia, lui 25 anni, lei 32. In tre mesi avrebbero messo a segno cinque furti ed una rapina. In alcune circostanze avrebbero operato insieme, in altri casi, singolarmente.

Gli agenti della Squadra Mobile e del commissariato di Avola sono risaliti a loro ed hanno eseguito ieri l’ordinanza di custodia cautelare con cui il Gip del Tribunale di Siracusa, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha disposto per entrambi gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Il periodo in cui i due giovani avrebbero agito è quello che va da settembre a dicembre 2021.

I furti sono stati perpetrati ai danni di alcuni supermercati di Siracusa e di Avola, nonché dell’Autogrill sito sull’autostrada Catania – Siracusa, mentre la rapina è stata commessa all’interno di un’attività commerciale di Siracusa.

Acquisite le notizie di reato, sono iniziate le indagini della Squadra Mobile  e del Commissariato di Avola, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, che hanno consentito di individuare i due, peraltro già conosciuti alle forze di polizia, perché accusati in passato di analoghi reati. 

I due , secondo quanto appurato dagli investigatori, avevano messo a punto “modus operandi” ben consolidato che gli consentiva di perpetrare fino a due episodi delittuosi nella medesima giornata.

La complessa ed articolata indagine, esperita anche grazie alla minuziosa attività di accertamento tecnico effettuato sui filmati estrapolati dai sistemi di video sorveglianza, presenti nei pressi dei luoghi nei quali sono stati consumati i reati, ha consentito agli inquirenti di identificare i due soggetti.

Raccolto il materiale probatorio, gli investigatori hanno compendiato una corposa informativa di reato determinando l’Autorità Giudiziaria ad emettere le misure di cautelari finalizzate ad interrompere l’attività delittuosa posta in essere dagli indagati.

La coppia è stata rintracciata a Noto, dove i provvedimenti giudiziari sono stati notificati. 




Rca auto fantasma, denunciata 24enne napoletana: truffa su internet

Dovrà rispondere di truffa una giovane napoletana di 24 anni. A lei sono risaliti gli agenti del commissariato di Noto al termine di un’indagine condotto dopo un episodio che si è verificato lo scorso 28 marzo, quando un uomo residente a Noto ha sottoscritto la sua polizza assicurativa per la sua auto.

Ritenendo vantaggiosa una polizza al costo di 280 euro, presi contatti telefonici con un operatore, ha inviato la documentazione necessaria per la stipula del contratto assicurativo, effettuando un pagamento tramite carta postepay.
Nei giorni a seguire, non ricevendo alcun riscontro e ritenendo di essere stato truffato, la vittima ha sporto querela.
I successivi accertamenti, espletati dagli investigatori del Commissariato, sulle utenze e sul conto corrente, hanno consentito di identificare la donna campana che, rintracciata dalla polizia del luogo su delega del commissariato di Noto, è stata denunciata.




Controlli alla Mazzarrona: quattro denunciati e un segnalato

Non erano in casa nonostante i domiciliari, agenti delle Volanti hanno denunciato tre soggetti nel corso delle verifiche ed un altro uomo sorpreso in casa con una persona estranea al nucleo familiare.

Inoltre, nel corso dei servizi finalizzati al contrasto della vendita e del consumo di sostanze stupefacenti nelle cosiddette piazze dello spaccio siracusano, agenti delle Volanti hanno segnalato all’Autorità Amministrativa competente un siracusano di 30 anni, sorpreso in Via Algeri in possesso di una modica quantità di marijuana. Gli è anche stata ritirata la patente.




Lite tra condomini per la luce delle scale si trasforma in rissa: quattro denunciati

Una lite tra condomini si conclude con quattro persone denunciate. E’ dovuta intervenire la Polizia, a Noto, per riportare la calma. Dopo un’attenta attività investigativa, i poliziotti hanno denunciato quattro persone due uomini e due donne per rissa aggravata, minacce e porto di oggetti atti ad offendere.
I fatti risalgono allo scorso 5 giugno quando una Volante, poco dopo le 21.30, ha raggiunto ronco Cesare Pavese per una lite in corso. Una donna ed il suo compagno dal balcone attiravano l’attenzione degli agenti e raccontavano loro di avere avuto una lite con altri condomini.
Davanti all’ingresso dell’abitazione si sarebbe consumata un’aggressione per futili motivi, legati alle spese della corrente elettrica per l’illuminazione condominiale. Dopo un primo alterco, le due coppie sarebbero passate alle vie di fatto, colpendosi con schiaffi e con una mazza da baseball. Una delle persone coinvolte nel litigio avrebbe minacciato un rivale con un coltello, custodito in un borsello a tracolla.
Attraverso le immagini di videosorveglianza, la Polizia ha ricostruito i fatti ed identificato i partecipanti alla rissa.