Siracusa. Rissa in via Agatocle, interviene la polizia: almeno quattro coinvolti

Rissa in via Agatocle. L’allarme è scattato dopo la segnalazione arrivata alla polizia attraverso il numero unico delle emergenze. Sul posto, gli agenti delle Volanti che, accertato quanto accaduto, hanno sorpreso due giovani, di 23 e 18 anni ancora impegnati nella disputa. Altri due, poco prima coinvolti nella rissa, sono riusciti, invece, a fuggire. I motivi dell’accaduto sono al vaglio degli investigatori. I due giovani bloccati sono stati denunciati.




Video. Maxi operazione dei Carabinieri tra Floridia e Solarino: sgominato sodalizio mafioso

Sono 24 le persone arrestate tra Floridia e Solarino nell’ambito della maxi operazione San Paolo. Oltre 100 i Carabinieri impegnati alle prime luci dell’alba, dopo un’indagine coordinata dalla Dda di Catania e durata oltre un anno.
Sono 19 le persone finite in carcere e 5 agli arresti domiciliari come da ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Catania, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia. Sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e usura, tentata estorsione ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria, aggravati dalla finalità di agevolare il clan Aparo attivo nel territorio di Floridia e Solarino.
Le indagini hanno permesso di sgominare quello che viene ritenuto un sodalizio mafioso riconducibile alla sfera di influenza del clan Aparo, storicamente dominante nei comuni dell’hinterland siracusano, come Floridia e Solarino, quest’ultimo comunemente denominato San Paolo, da cui il nome dell’indagine.

Al suo vertice dell’associazione ci sarebbe stato, secondo gli investigatori, Massimo Calafiore considerato il reggente “pro tempore” del clan su “nomina” diretta dello storico boss, Antonio Aparo, mediante l’invio di missive spedite mentre questi si trovava ristretto nel carcere di Milano, una volta terminato il regime del 41 bis.
Giuseppe Calafiore, Salvatore Giangravè e Angelo Vassallo sarebbero le altre figuri apicali del sodalizio. Gli ultimi due “gestori” dell’usura e del traffico di stupefacenti e da poco scarcerati dopo un lungo periodo di detenzione.
Il braccio armato del clan, utilizzato per mantenere il regime di sopraffazione ed omertà sul territorio, sarebbe stato costituito da Mario Liotta, recentemente deceduto, e dal figlio Francesco, ritenuti l’articolazione operativa del gruppo criminale, con compiti di intimidazione violenta a commercianti e ad altri privati.
Il clan, così composto, aveva dato vita a un vero e proprio dominio sui centri di Floridia e Solarino. Molteplici erano i campi di “influenza”: dall’usura agli stupefacenti, dalle estorsioni ai danneggiamenti mediante attentati incendiari.
L’indagine è partita da alcuni incendi avvenuti Floridia a danno di esercizi commerciali. Roghi accomunati dallo stesso modus operandi. Dall’analisi degli episodi, gli inquirenti sono riusciti a risalire agli autori materiali e ai loro mandanti, facendo venire alla luce l’esistenza di un’associazione di tipo mafioso radicata sul territorio, che si sarebbe resa responsabile di numerosi episodi di usura, di cui gli incendi e i danneggiamenti costituivano l’esortazione a pagare. A capo dell’associazione, vi erano, come detto, proprio i due Calafiore che, utilizzando denaro del sodalizio criminale, avrebbero concesso prestiti a tassi usurari a privati cittadini in stato di bisogno, tra cui anche commercianti in difficoltà, praticamente sostituendosi agli istituti bancari. A differenza di questi ultimi, però, i due applicavano tassi di interesse pari al 20% mensile e quindi al 240% annuo. Giuseppe Calafiore teneva la “contabilità” mediante appunti che materialmente erano custoditi dalla madre, Antonia Valenti, destinataria anche lei di misura cautelare. Negli appunti, oltre che sulle pagine dei calendari della casa della donna, erano annotati nominativi, ammontare delle rate, date in cui i pagamenti dovevano essere effettuati, oltre che la contabilità dei prestiti che erano poi stati erogati a titolo personale, fuori dall’influenza del clan. Le vittime di usura accreditavano ai loro strozzini le rate pattuite mediante bonifici bancari o trasferimenti monetari su Postepay, oltre che con il classico metodo del trattenimento di assegni dati in garanzia per l’ammontare del prestito. In caso di inadempimento, i Calafiore procedevano ad impossessarsi di autovetture, beni immobili e esercizi commerciali delle vittime, gettandole letteralmente sul lastrico.
Gli investigatori hanno posto in evidenza anche il ruolo delle donne. Non solo la madre di Calafiore ma anche la compagna, Clarissa Burgio, inizialmente vittima di usura da parte dei Calafiore e poi divenuta compagna di Giuseppe e quindi diventata il suo naturale sostituto, quando l’uomo era stato arrestato per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio e ristretto in carcere per un breve periodo.
Il giro dell’usura, emerso durante l’attività di indagine, è risultato di larga portata tanto da far ritenere configurato il reato di esercizio abusivo di attività finanziaria e creditizia. Solo di alcuni episodi è stata possibile la compiuta ricostruzione. In molti altri casi, infatti, mancando la collaborazione delle vittime, non è risultata possibile la contestazione.
L’associazione mafiosa, oggi disarticolata, non si occupava solo di usura. Florida era anche l’attività legata al traffico e spaccio di sostanza stupefacente. Le indagini hanno consentito, infatti, di accertare che il sodalizio criminale gestito dai Calafiore, per incrementare ulteriormente gli introiti, aveva deciso di utilizzare parte dei proventi derivanti dall’usura per l’acquisto di grosse quantità di stupefacenti, principalmente cocaina, hashish e marijuana, fornite dai “catanesi”. La sostanza stupefacente veniva poi rivenduta a numerosi acquirenti di Floridia alimentando lo spaccio al dettaglio in quel centro.
Dall’associazione dei Calafiore si rifornivano anche spacciatori indipendenti come Andrea Occhipinti, Paolo Nastasi, Antonio Amato (detto “Cappellino”) e Massimo Privitera, operanti tutti a Floridia.
Sempre seguendo il canale della sostanza stupefacente che da Catania giungeva a Floridia attraverso i Calafiore, è emersa l’esistenza di una vera e propria piazza di spaccio in via Fava, i cui promotori ed organizzatori sono stati individuati dalle forze dell’ordine in Maurizio Assenza e suo figlio Sebastiano Carmelo, che unitamente a Joseph Valenti, Antonio Privitera, Angelo Aglieco e Jacopo De Simone avrebbero dato vita ad una vera e propria organizzazione dedita allo spaccio di sostanza stupefacente (cocaina, hashish e marijuana).
Nel corso dell’indagine sono stati eseguiti numerosi riscontri, sequestrati complessivamente 300 grammi di cocaina. Sono stati altresì segnalati alla Prefettura, quali assuntori, circa venti clienti della piazza di spaccio di via Fava, nonché degli spacciatori “indipendenti”. Inoltre, sono state tratte in arresto sette persone per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio. L’introito stimato del giro di droga scoperto grazie a questa indagine si aggirava intorno ai 350.000 euro in soli quattro mesi.
Oltre all’usura e agli stupefacenti, l’associazione mafiosa si sarebbe dedicata anche ai danneggiamenti mediante incendi, utilizzati per far sentire la forza di intimidazione del clan sul territorio, per punire coloro che non erano puntuali nei pagamenti o che avevano interrotto i rapporti interpersonali con il clan o, a volte, anche semplicemente per dare fastidio alle Forze dell’Ordine quando queste ultime segnalavano qualcuno dei consociati per violazione degli obblighi cui erano sottoposti.
Almeno quindici si sono rivelati gli atti incendiari attribuibili all’associazione, sia a danno di autovetture che di esercizi commerciali. Emblematiche talune motivazioni: l’incendio dell’autovettura dei proprietari di un bar di Solarino, rei di non aver praticato uno sconto su una torta acquistata da Massimo Calafiore per il compleanno del figlio, addirittura facendogli pagare un lecca – lecca che lo stesso, all’atto del ritiro del dolce, aveva acquistato alla figlia che lo accompagnava. Altro episodio è rappresentato dall’incendio di un intero pub di Floridia dopo che Giuseppe Calafiore aveva giudicato troppo caro un tagliere di formaggi e non aveva potuto ricevere le ostriche e champagne, da lui richieste, ma non disponibili.
Nel corso dell’indagine è emersa altresì la figura di Domenico Russo, dapprima parte offesa in quanto vittima dell’usura dei Calafiore e, successivamente, mandante di una tentata estorsione nei confronti di un netino che lo aveva truffato.




Migranti a Portopalo, in 7 sbarcano in spiaggia: bloccati, in attesa del tampone

Hanno raggiunto la costa di Portopalo a bordo di un gommone. Una volta a terra, hanno cercato di fare perdere le loro tracce. Sono stati intercettati e bloccati da Carabinieri e Capitaneria di Porto, poco distanti dal centro urbano. La loro imbarcazione è stata posta sotto sequestro.
Condotti in un piazzale nei pressi degli uffici della Guardia Costiera, sono in attesa di essere sottoposti a tampone e test sierologico rapido.
Secondo le disposizioni di una recente ordinanza regionale, dovranno osservare 14 giorni di quarantena obbligatoria. Da decidere però dove. La Prefettura di Siracusa è stata informata dell’accaduto. Si attendono anche disposizioni ministeriali.
“Appaiono in buone condizioni. Sono stati rifocillati e attendiamo ora i tamponi. Ma qui a Portopalo non possono restare, non abbiamo strutture attrezzate”, dice il sindaco della cittadina, Gaetano Montoneri.




Operazione San Paolo: usura, estorsione e traffico di droga. I nomi degli arrestati

L’operazione San Paolo ha portato 19 persone in carcere e 5 ai domiciliari. Vasto il campionario delle accuse mosse dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania. All’alba gli arresti, con un blitz condotto da oltre 100 Carabinieri. Di seguito i nomi degli arrestati e le contestazioni a loro carico.

Misura cautelare in carcere:
Antonio Aparo, classe 1958, disoccupato, pluripregiudicato, già ristretto presso il carcere di Opera (Milano), per associazione di tipo mafioso.
Massimo Calafiore, classe 1968, disoccupato, pluripregiudicato, per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, spaccio di sostanza stupefacente in concorso e aggravato dal metodo mafioso, associazione per delinquere finalizzata all’usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria.
Giuseppe Calafiore, classe 1968, disoccupato, pluripregiudicato, per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, spaccio di sostanza stupefacente in concorso e aggravato dal metodo mafioso, associazione per delinquere finalizzata all’usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria.
Salvatore Giangravè, classe 1963, operatore ecologico, pluripregiudicato, per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, spaccio di sostanza stupefacente in concorso e aggravato dal metodo mafioso.
Angelo Vassallo, classe 1963, operatore ecologico, pluripregiudicato, per associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, spaccio di sostanza stupefacente in concorso e aggravato dal metodo mafioso.
Massimo Privitera, classe 1973, disoccupato, pregiudicato, per spaccio di sostanza stupefacente in concorso e aggravato dal metodo mafioso.
Francesco Liotta, classe 1989, disoccupato, con precedenti di polizia, per associazione di tipo mafioso.
Salvatore Mazzaglia, inteso “Nino”, classe 1957, disoccupato, pluripregiudicato, già ristretto presso il carcere di Catania Bicocca, per associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, spaccio di sostanza stupefacente in concorso e aggravato dal metodo mafioso.
Victor Andrea Junior Mangano, classe 1991, disoccupato, con precedenti di polizia, per associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, spaccio di sostanza stupefacente in concorso e aggravato dal metodo mafioso.
Paolo Nastasi, classe 1978, disoccupato, con precedenti di polizia, per spaccio di sostanza stupefacente in concorso e aggravato dal metodo mafioso.
Antonio Amato, inteso “cappellino”, classe 1986, operaio, pregiudicato, per spaccio di sostanza stupefacente in concorso e aggravato dal metodo mafioso.
Maurizio Assenza, classe 1964, autista, pregiudicato, per associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanza stupefacente in concorso e aggravato dal metodo mafioso.
Sebastiano Carmelo Assenza, classe 1994, disoccupato, con precedenti di polizia, per associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanza stupefacente in concorso e aggravato dal metodo mafioso.
Jacopo De Simone, classe 1993, disoccupato, pregiudicato, per associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanza stupefacente in concorso e aggravato dal metodo mafioso.
Angelo Aglieco, classe 2001, disoccupato, con precedenti di polizia, per associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanza stupefacente in concorso e aggravato dal metodo mafioso.
Joseph Valenti, classe 1992, operaio, con precedenti di polizia, per associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanza stupefacente in concorso e aggravato dal metodo mafioso.
Antonio Privitera, classe 1996, disoccupato, con precedenti di polizia, per associazione finalizzata al traffico e spaccio di sostanze stupefacenti e spaccio di sostanza stupefacente in concorso e aggravato dal metodo mafioso.
Giuseppe Crispino, classe 1978, disoccupato, con precedenti di polizia, già ristretto presso il carcere di Terni, per tentata estorsione in concorso e aggravata dal metodo mafioso.

Agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni:
Antonia Valenti, classe 1946, pensionata, incensurata, per associazione per delinquere finalizzata all’usura.
Clarissa Burgio, classe 1982, impiegata, incensurata, per associazione per delinquere finalizzata all’usura.
Andrea Occhipinti, classe 1989, operaio, incensurato, per spaccio di sostanza stupefacente in concorso e aggravato dal metodo mafioso.
Domenico Russo, classe 1964, veterinario, incensurato, per tentata estorsione in concorso e aggravata dal metodo mafioso.

Ulteriori due soggetti destinatari di misura risultano in atto irreperibili sul territorio nazionale.
Nel corso delle odierne attività di polizia giudiziaria, è stata data esecuzione all’ordine di sequestro preventivo di un’autovettura Audi Q5 di proprietà di una delle vittime di usura, ma nella disponibilità di Massimo Calafiore, da lui “requisita” alla stessa vittima come pegno per i mancati pagamenti.
Presso le abitazioni degli arrestati sono stati, invece, sequestrati vari assegni e bancomat, sostanza stupefacente del tipo hashish per 5 grammi, 1 grammo di cocaina e denaro in contante per quasi 13 mila euro.




Finta assicurazione on line: truffato 52enne netino, denunciate fantomatiche assicuratrici

Aveva stipulato un contratto on line con una nota società assicurativa, trovando una vantaggiosa offerta. O almeno di questo era convinto. Nella realtà si è ritrovato vittima di una truffa. Si tratta di un uomo di 52 anni che, non appena si è reso conto di essere caduto in un tranello, si è rivolto al commissariato di Noto, denunciando l’accaduto. E’ accaduto lo scorso giugno. Ieri, gli agenti hanno denunciato due donne, di 66 e 26 anni, entrambe napoletane. Dovranno rispondere di truffa in concorso. La polizia è arrivata a loro dopo un’attenta attività investigativa.
Dopo aver pagato tramite carta Postepay il premio assicurativo, l’uomo non ha mai ricevuto il contrassegno ed il contratto . Le due donne erano soltanto due millantatrici. Non hanno mai lavorato per alcuna compagnia assicuratrice, nonostante sempre pronte a fornire rassicurazioni al “cliente”- vittima.




Siracusa. Droga a Fontane Bianche, inseguimento nella notte: 19enne arrestato

Tentava di sottrarsi all’arresto e, messo alle strette, avrebbe anche colpito con calci e spintoni il carabiniere che l’aveva bloccato . Inutile il tentativo di un giovane siracusano di 19 anni, incensurato, accusato adesso di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. La notte scorsa i carabinieri di Cassibile erano impegnati in un servizio di controllo del territorio specifico, soprattutto nelle zone balneari e costiere. A Fontane Bianche, il giovane, appena ha notato la presenza dei militari , ha assunto un atteggiamento sospetto, cercando velocemente di allontanarsi, per guadagnare la fuga, a piedi,  verso la spiaggia. Invitato invano a fermarsi, è stato  bloccato dai Carabinieri e fatto salire a bordo dell’auto di servizio in considerazione, anche, del sempre più consistente capannello di curiosi che si stava creando intorno alla pattuglia. Il giovane, vistosi alle strette, ha cercato inutilmente di darsi alla fuga, venendo bloccato da un carabiniere, verso il quale, ha opposto resistenza con spintoni e calci. Il carabiniere ha riportato lievi lesioni  su tutto il corpo, giudicate guaribili in 15 giorni .
L’arrestato, illeso, è stato sottoposto al regime degli arresti domiciliari.




Sorpreso con 5 dosi di cocaina: denunciato 43enne siracusano

Controlli notturni degli agenti delle Volanti impegnati nel contrasto allo spaccio di stupefacenti nel capoluogo. Sorpreso un uomo di 43 anni  con cinque dosi di cocaina addosso. Si trovava in via Italia 103. E’ stato denunciato.




Furto in un supermercato di contrada Spalla: arrestato 56enne

Merce, soprattutto prodotti per l’igiene personale e per la casa, per un valore di circa 500 euro. E’ quanto rubato da un uomo arrestato dai carabinieri della stazione di Priolo. Si tratta di Sebastiano Moscuzza, 56 anni, già noto alla giustizia. L’uomo si sarebbe  introdotto all’interno di un supermercato di  Contrada Spalla, chiuso al pubblico, e dopo aver forzato l’accesso posto sul retro dell’esercizio commerciale avrebbe tentato di trafugare numerose confezioni di prodotti per igiene personale e della casa, per un valore di oltre 500 euro. All’esterno, tuttavia, ad attenderlo c’erano i carabinieri. Bloccato, è stato condotto in caserma e poi arrestato e posto ai domiciliari. La refurtiva, già posta nel bagagliaio della sua auto, è stata riconsegnata al proprietario.




La morte di Licia Gioia: assolto il marito poliziotto

Il 46enne Francesco Ferrari è stato assolto dall’accusa di aver ucciso la moglie Licia Gioia, maresciallo dei Carabinieri. Così ha disposto il gup del tribunale di Siracusa, perché il fatto non sussiste.
Licia Gioia venne trovata senza vita la notte del 28 febbraio del 2017, all’interno della casa dei due, in zona Isola.
Anche il pm, Gaetano Bono, aveva chiesto l’assoluzione al termine della sua requisitoria.
Sorpresa espressa dai genitori del maresciallo dei Carabinieri attraverso le parole dell’avvocato Aldo Ganci.




Cade dentro un pozzo profondo 8 metri, salvato dai Vigili del Fuoco

Nel tentativo di recuperare dei giocattoli dei suoi figli, un 38enne è precipitato all’interno di un profondo pozzo. I giochi erano finiti dietro ad una siepe.
Sono stati i Vigili del Fuoco di Noto a prestare i primi soccorsi, ieri pomeriggio a Morghella, nel comune di Pachino.
nel pomeriggio del 22 luglio, sono intervenuti a pachino, località Morghella, in soccorso di un uomo precipitato all’interno di un pozzo. Lo hanno recuperato con l’ausilio di una scala calata fino al fondo del pozzo, ad 8 metri di profondità, al cui interno vi era uno strato d’acqua. L’uomo fortunatamente non ha riportato alcuna lesione.