Siracusa. Ladri di melanzane in un’azienda agricola della Fanusa: bloccati e arrestati

Sono stati bloccati subito dopo aver rubato oltre 100 chili di melanzane da un’azienda agricola di contrada Fanusa. Due uomini, entrambi di 42 anni, sono stati sorpresi dagli uomini delle Volanti. Quando gli agenti sono arrivati, i due avevano già portato a compimento il loro intento, impossessandosi dell’ingente quantità di melanzane coltivate dall’azienda. Arrestati, dovranno adesso rispondere di furto aggravato in concorso. In attesa del rito per direttissima, i due 42enni sono stati posti agli arresti domiciliari, su disposizione dell’autorità giudiziaria.




Donna uccisa a Lentini, il marito ha confessato

Alla fine ha confessato . Massimo Cannone ha ammesso di avere ucciso la moglie, Naima Zahir, 35 anni, nella loro casa di Lentini. L’uomo, che fin da subito aveva dato versioni poco convincenti dell’accaduto, è stato messo alle strette dagli inquirenti ed infine ha raccontato tutto. Il tappezziere ha ricostruito la sera della tragedia, sabato scorso. Prima la cena, una pizza, poi l’accoltellamento, quando la donna si è seduta sul divano.

Cannone usciva spesso la sera, tornava tardi, spesso ubriaco. Questo sarebbe stato motivo di litigi con la moglie, che lo avrebbe più volte redarguito.
Una prima versione dei fatti fornita dall’uomo e subito poco convincente, aveva parlato della possibilità di un suicidio o di un incidente. Nulla che reggesse, così come altre dichiarazioni rese dall’uomo ai giornalisti.  L’esame autoptico, affidato al medico legale Giuseppe Ragazzi, su incarico della Procura della Repubblica di Siracusa ha poi confermato la compatibilità del decesso della donna con un omicidio.
Gli investigatori della Mobile di Siracusa rivelano che la segnalazione di soccorso è giunta alle 20.15 dello scorso 12 marzo. A dare l’allarme sarebbe stato il cognato che ha raccontato agli operatori del 112 che a casa del fratello vi era il corpo della donna, ormai esanime.
La donna, quando la Polizia è arrivata in casa, era adagiata sul letto, ormai esanime a causa di ferite inferte mediante un’arma da taglio. La brutalità e l’efferatezza dell’episodio delittuoso sono stati poi confermati anche grazie all’attività investigativa della Scientifica. Fin da subito, si è capito che la scena del crimine era stata inquinata verosimilmente dal marito.Tra i primissimi sospettati, subito il marito della vittima che ha raccontato di essere stato il primo a rinvenire il cadavere della moglie. Tuttavia, troppe erano le incongruenze nella versione fornita dall’uomo che, a suo dire, avrebbe prima di ogni cosa, “dato una ripulita alle tracce ematiche conseguenti ai colpi che la moglie si sarebbe auto-inferta”.
Ancor più anomalo il comportamento tenuto dopo il rinvenimento del cadavere della moglie. Anziché chiamare il personale sanitario, il marito sarebbe andato a bere una birra per poi sopraggiungere sul luogo del delitto quando i soccorsi erano già sul posto. Il singolare racconto dell’uomo è stato chiaramente confutato dalle prove raccolte dopo serratissime indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica. Sarebbero stati raccolti “gravi indizi di colpevolezza” a suo carico. Secondo la Polizia, il tappezziere lentinese stava progettando di darsi alla fuga. Si trova adesso in carcere.




Ancora armi a Siracusa,nuovi rinvenimenti e sequestri: tre denunciati

Ancora rinvenimenti di armi a Siracusa. Nel pomeriggio di ieri, agenti della Squadra Mobile, a seguito di specifica attività d’indagine mirata alla ricerca di armi e materiale esplodente, hanno denunciato un uomo di 65 anni per aver acquistato, per corrispondenza, un’arma senza le previste autorizzazioni, detenuta illegalmente e rinvenuta a seguito di perquisizione domiciliare.
L’arma, una carabina ad aria compressa, era stata acquistata da un sito spagnolo.

Inoltre, gli agenti della Squadra Mobile hanno denunciato per ricettazione e detenzione illegale di armi, due uomini, di 59 e 57 anni, trovati in possesso di due carabine rinvenute e sequestrate nelle rispettive abitazioni a seguito di perquisizione.




Siracusa. Estorsione commessa nel 2006:in carcere 37enne,sconterà 3 anni

Ordine di Carcerazione, emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa, nei confronti di un uomo di 37 anni, siracusano, ritenuto responsabile del reato di estorsione commesso a Siracusa nell’agosto del 2006.
L’uomo è stato portato ieri, nel Carcere di Cavadonna per espiare una pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione.




Donna aggredita dall’ex compagno, attivato il Codice Rosso. L’uomo ai domiciliari

Ancora una donna aggredita dall’ex convivente, a Siracusa. E’ intervenuta la Polizia, con immediata attivazione del cosiddetto codice rosso.
La vittima, trentenne, era stata aggredita e colpita dall’ex convivente, un uomo di 26 anni di origini serbe. Durante le fasi dell’intervento – spiegano gli intervenuti – l’uomo rivolgeva la sua ira anche contro i poliziotti. Bloccato e riportato a fatica alla calma, è stato denunciato per oltraggio, resistenza e minacce a pubblico ufficiale.
Al termine delle incombenze di legge, e su disposizione dell’autorità Giudiziaria competente, l’arrestato è stato posto ai domiciliari in attesa del rito per direttissima.

foto archivio




Una carabina ad aria compressa illegale in garage, denunciato un 50enne

Un 50enne è stato denunciato a Siracusa da agenti della Squadra Mobile per possesso ingiustificato di armi. A seguito di una perquisizione domiciliare, gli investigatori hanno rinvenuto e sequestrato una carabina ad aria compressa, con potenza pari a 17 Joule, illegalmente importata e detenuta dall’indagato. L’arma era in un garage di pertinenza dell’immobile dove risiede il cinquantenne.




Furto in una abitazione ed un vicino laboratorio, denunciato un 45enne

Un uomo di 45 anni, già conosciuto alle forze di Polizia ed attualmente sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora, è stato denunciato a Pachino. Secondo quanto ricostruito dalla Polizia, nella serata del 13 marzo scorso, dopo aver forzato la finestra di una abitazione nei pressi di corso Nunzio Costa, ignoti entravano all’interno dell’immobile asportando numerosi oggetti in argento nonché banconote e monete del vecchio conio. Analogamente, si introducevano nel vicino laboratorio di analisi chimiche, asportando la somma di 140 euro.
Gli accertamenti di Polizia hanno consentito di acquisire elementi di prova a carico del quarantacinquenne, incastrato dalle immagini riprese da un impianto di videosorveglianza della zona.
La perquisizione effettuata presso l’abitazione dell’indagato, ha consentito di rinvenire gli indumenti indossati per commettere il reato. Inoltre è stata recuperata la refurtiva, compresa la somma asportata dal laboratorio di analisi. E’ stato denunciato per il reato di furto in abitazione e furto aggravato in danno del laboratorio di analisi, entrambi gli eventi legati dal vincolo della continuazione. E’ stato anche segnalato alla Prefettura di Siracusa in quanto deteneva una modica quantità di sostanza stupefacente, del tipo cocaina.




Siracusa. E’ ai domiciliari ma esce per fare una passeggiata: 28enne arrestato dai carabinieri

Era ai domiciliari per spaccio e furto ma quando i carabinieri hanno raggiunto la sua abitazione per i controlli previsti, non era in casa. Così un siracusano di 28 anni è stato nuovamente arrestato dai militari della sezione Radiomobile di Siracusa con l’accusa questa volta di evasione dai domiciliari .

Quando il personale della pattuglia non lo ha trovato in casa, ha avviato delle veloci ricerche, rintracciandolo nei pressi dell’appartamento, passeggiando per le vie, senza alcuna autorizzazione ad allontanarsi. Una volta scattato il nuovo arresto, il 28enne è stato nuovamente posto ai domiciliari.




Corpo senza vita in mare, il ritrovamento in contrada Isola: è di un 41enne siracusano

E’ di un 41enne siracusano il corpo senza vita rinvenuto poco prima di pranzo nelle acque di contrada Isola. E’ stata una motovedetta della Guardia Costiera ad occuparsi del recupero, non molto distante dalla spiaggetta di via La Maddalena. Secondo quanto si apprende, l’uomo era vestito e non sarebbero stati riscontrati elementi tali da far pensare ad una eventuale colluttazione.
Prova ne è che il magistrato di turno ha disposto la riconsegna della salma alla famiglia, senza far ricorso all’autopsia. E questo potrebbe lasciare pensare allora ad un gesto estremo dell’uomo che lavorava come operatore ecologico.
Già i militari intervenuti hanno tentato sul posto una disperata rianimazione cardiopolmonare. Si è andati avanti per trenta minuti abbondanti anche dopo l’arrivo del 118. Ma per l’uomo non c’era più nulla da fare.




La morte di Naima Zahir, la versione del marito in tv: “Suicidio o qualcuno è entrato”

Ha raccontato la sua verità in tv, il marito di Naima Zahir, la 45enne trovata senza vita in casa a Lentini. L’uomo è indagato ed è stato ascoltato a lungo dagli inquirenti. Alla trasmissione Ore 14 di Rai Due ha confermato che la moglie era già priva di vita al momento del suo rientro in casa. “Ho trovato il corpo senza vita di mia moglie e l’ho coperto con una vestaglia di colore blu”.
Mercoledì sarà effettuata l’autopsia sul corpo della donna, che presentava una ferita alla gola. “Io l’ho detto alla polizia: o si è tolta la vita o qualcuno ha bussato ed entrato. Non lo so. Il coltello lo aveva dietro al collo, lei era sdraiata sul letto. Non abbiamo ricevuto minacce, la porta non era sfondata, il coltello è quello di casa nostra, ho provato a toglierlo per aiutarla. Non so cosa sia accaduto, mia moglie aveva dei problemi ma non so cosa sia accaduto. Ho coperto mia moglie con vestaglia mia blu”, ha detto tra le altre cose l’uomo secondo cui la moglie avrebbe fatto tutto da sè.
All’inviato della trasmissione, il 45enne tappezziere ha raccontato di essere uscito insieme al figlio per delle commissioni. E quando è rientrato ha trovato la moglie in quelle condizioni. Con uno straccio, “un mocio”, ha pulito e chiamato i soccorsi.
Dall’esame autoptico gli investigatori si attendono elementi utili all’indagine. Il medico legale dovrà accertare le cause del decesso e stabilire se sul corpo della vittima ci sono lesioni o segni di una colluttazione. La tesi del suicidio non sembra convincere in questa fase di indagine.