Furto di cosmetici al supermercato, rossetti nascosti nel body e in borsa: arrestata

Arrestata in flagranza di reato Dorina Mariana Constantin, poiché ritenuta responsabile di un furto ai danni di un supermercato di Carlentini. I Carabinieri sono intervenuti presso il “Conad” di contrada Madonna Marcellino, dove era stata segnalata una donna che, dopo essersi aggirata lungamente con fare sospetto nei pressi degli scaffali adibiti alla vendita di prodotti di cosmetica, ne aveva sottratti diversi occultandoli abilmente.
La donna si era infatti ben preparata per effettuare il furto, apponendo del nastro per imballaggio all’interno della borsa che portava con sé per cercare di “schermarla” ed evitare quindi che la merce sottratta fosse rilevata dai dispositivi antitaccheggio. Indossava anche un body elastico, al centro del quale aveva predisposto un foro per inserirvi e nascondere all’interno la merce rubata, tenendola aderente al corpo.
La merce sottratta, del valore stimato di circa 140 euro, è stata prontamente restituita al legittimo proprietario.
La donna è stata invece arrestata ed anche sanzionata per la violazione delle norme anticovid: residente a Catania, senza giustificato motivo fuori dal comune di residenza.




Trasportava generi alimentari ma anche droga: tre chili di hashish nel suo furgone

Circa 3 chili di hashish nel suo furgone. I Carabinieri della Stazione di Priolo Gargallo hanno tratto in arresto, in flagranza del reato di detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio un incensurato siracusano.
Nel corso di un normale servizio di controllo del territorio, la pattuglia dei Carabinieri  ha intimato l’alt ad un furgone che trasportava generi alimentari, che  procedeva a velocità sostenuta lungo  Contrada Biggemi. I Carabinieri hanno verificato la bolla di accompagnamento della merce e la patente del conducente, peraltro  illeggibile a causa del suo stato d’usura. La pattuglia ha accompagnato l’uomo in caserma per gli accertamenti del caso e per appurare se il soggetto fosse o meno in possesso del previsto titolo di guida.
La patente risultava scaduta dal 2018. Nonostante si trattasse di una violazione amministrativa, il nervosismo dell’uomo appariva eccessivo rispetto alla circostanza, atteggiamento notato anche quando, durante il primo controllo, i militari avevano sommariamente dato uno sguardo al furgone. Questo ha indotto i carabinieri ad approfondire l’ispezione. Nel furgone, tra gli  scatoloni di patatine e caramelle, i militari hanno rinvenuto una busta di carta contenente trenta panetti di hashish da 100 grammi ciascuno, per un peso complessivo di ben tre chilogrammi.
Il conducente del furgone è stato arrestato e condotto nel carcere di Cavadonna.




Siracusa. Sorpreso a tagliare palme da un giardino: denunciato per tentato furto

E’ stato sorpreso a tagliare palme da un giardino pubblico di via Montebianco. Sorpreso da una pattuglia delle Volanti, un uomo di 33 anni, siracusano, è stato denunciato per tentato furto. Al 33enne sono anche stati sequestrati una scala ed un coltello da cucina.Non è escluso che l’intento fosse quello di procurarsi delle palme da vendere in occasione della Domenica delle Palme per il consueto rito della benedizione.




White Mountains, 7 arresti tra Melilli e Siracusa per traffico e spaccio

Nuovo blitz antidroga dei Carabinieri, è
l’operazione White Mountain. Nelle prime del mattino, sono state eseguiti 7 arresti a Melilli e Siracusa, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catania. I 7 avrebbero costituito un sodalizio criminoso operante nel comune ibleo, ritenuto responsabile di traffico e spaccio di cocaina. Il gruppo criminale aveva costituito una piazza di spaccio nel comune di Melilli l, rifornendosi dello stupefacente nella vicina frazione di Villasmundo e nella frazione di Belvedere di Siracusa.
Numerose le perquisizioni con l’ausilio di cani antidroga. All’attività, eseguita da circa 50 militari, concorrono assetti specialistici dello Squadrone Eliportato Carabinieri Cacciatori “Sicilia” di Sigonella, nonché un elicottero dell’Arma.




Operazione “White Mountains”, sgominato sodalizio criminale: i dettagli, i nomi e le immagini

Alle prime luci dell’alba di oggi, su delega della Procura della Repubblica di Catania – Direzione Distrettuale Antimafia, i Carabinieri della Compagnia di Augusta hanno sgominato quella che è ritenuta una fiorente piazza di spaccio attiva a Melilli.
Con un dispositivo composto da oltre 50 Carabinieri, tra cui quelli dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia” di Sigonella, del Nucleo Cinofili di Nicolosi e del 12° Nucleo Elicotteri CC di Catania Fontanarossa, i militari dell’Arma hanno dato esecuzione, nei comuni di Melilli e Siracusa, a 7 provvedimenti cautelari in carcere emessi dal Tribunale di Catania – Ufficio GIP, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, nei confronti di altrettanti soggetti ritenuti responsabili di aver preso parte ad un sodalizio criminoso dedito al traffico, trasporto, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
I reati contestati a vario titolo sono quelli di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e traffico di sostanze stupefacenti.
Le indagini nei confronti del sodalizio criminale, avviate dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Augusta a maggio 2019 e condotte mediante servizi di osservazione, controllo e pedinamento con fotoriprese ed intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno permesso di acclarare l’esistenza di un sistema criminale, capeggiato da Rosario Vinci, che dopo essersi approvvigionato di cocaina nella frazione Villasmundo di Melilli e nella frazione Belvedere di Siracusa, avrebbe gestito  un gruppo di spacciatori al dettaglio nel comune ibleo.
Lo spaccio organizzato sarebbe stato capillare nel territorio, dove venivano utilizzate cassette della posta ed autovetture in disuso parcheggiate sulla pubblica via come nascondigli per lo stupefacente. Vinci avrebbe diretto  gli spacciatori alle proprie dipendenze nel soddisfare le richieste di stupefacente, insegnando loro le tecniche di taglio ed espedienti utili ad eludere i controlli da parte delle Forze dell’Ordine, come ad esempio quello di rispettare il Codice della strada – obbligando i propri spacciatori all’utilizzo del casco protettivo quando erano alla guida di scooter – o, nel caso di spostamenti in autovettura, quello di posizionare la cocaina sfusa sul tappetino dell’auto tenendo sempre a disposizione dell’acqua da versarvi sopra per scioglierla – anziché gettarla dal finestrino – se fermati dalle Forze dell’Ordine.
Avrebbe anche avuto l’abitudine di redarguire i propri “dipendenti” quando non conferivano in tempo le somme di danaro ricavate dalla vendita, o quando “tagliavano” male la cocaina, ricevendo lui stesso le lamentele dei clienti ed occupandosi di spacciare in prima persona solo in favore di amici stretti.
L’operazione è stata denominata “White Mountains” dal nome di chi è ritenuto il principale fornitore di cocaina del sodalizio, Antonino Montagno Bozzone, attinto  dall’ordinanza, nei confronti del quale i sodali avrebbero nutrito un profondo timore reverenziale, conoscendo la sua indole violenta in caso di ritardi nei pagamenti e quindi di mancanza di fedeltà. Un atteggiamento, questo, tuttavia mitigato in altre occasioni connesse ad “incidenti del mestiere”, come quando, per permettere al gruppo di continuare a lavorare, si sarebbe dimostrato comprensivo cedendo gratuitamente una quantità di cocaina per così dire “da appoggio” agli spacciatori che si erano disfatti frettolosamente dello stupefacente in occasione di controlli dei Carabinieri.
A Montagno Bozzone è  contestato anche il reato di estorsione, atteso che quando i suoi debitori non avevano la possibilità economica di pagare lo stupefacente acquistato, secondo gli inquirenti, era uso farsi consegnare le loro autovetture.
Sequestrati circa 50 grammi di marijuana e 5 di hashish, rinvenuti nella disponibilità di due dei soggetti. A Montagno Bozzone il provvedimento è stato notificato nella casa circondariale di Caltagirone, dove si trova ristretto per altra causa.
Gli altri arrestati sono stati tradotti presso la Casa Circondariale di Catania e presso la Casa di Reclusione di Augusta-Brucoli.
Si tratta di Salvatore Aresco, siracusano di 28 anni, Christian Crucitti, siracusano di 33 anni, Nicolò Minardi, siracusano di 31 anni; Alfonso Sollano, augustano di 25 anni, Rosario Vinci, siracusano di 29 anni, Montagno Bozzone, 31 anni, di Augusta. Marianna Mandragona, 30 anni, di Siracusa.




Rottami ferrosi pronti per essere spediti: "Ma erano rifiuti", scatta il sequestro

Cumuli di rottami ferrosi, destinati alla spedizione, per 3.700 tonnellate circa, ammonticchiate su aree di estensione complessiva di mille e 800 metri quadrati al porto di Augusta. Sono stati sequestrati dalla Capitaneria di Porto-Guardia Costiera di Augusta.
Si trovavano all’interno di un tratto in concessione ad un operatore portuale, ma anche su un tratto di banchina pubblica il cui uso è stato temporaneamente autorizzato.
Gli Agenti della Guardia Costiera hanno riscontrato delle irregolarità, poiché tali ammassi di rottami sono stati ritenuti essere costituiti da rifiuti, e quindi non conformi a quanto riportato nella documentazione di accompagnamento.
Ciò ha comportato il blocco della spedizione e le consequenziali attività di polizia giudiziaria.
Altresì, all’interno della predetta area in concessione sono state ravvisate sia delle difformità demaniali rispetto a quanto consentito, per ciò che attiene alcune strutture ivi presenti, e sia delle violazioni per quanto concerne talune zone destinate a deposito incontrollato di rifiuti. Ciò ha comportato il sequestro sia delle strutture che dei depositi, per un totale di circa 120 metri quadrati.
Il responsabile delle attività di movimentazione dei rottami, ed il concessionario dell’area, sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria.
Nel corso dei controlli, altri due soggetti, che si sono abbandonati a condotte irriverenti ed intimidatorie, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per oltraggio e minaccia a Pubblico Ufficiale.




Siracusa. Piazze dello spaccio: marijuana addosso a due donne, denunciato 42enne per evasione dai domiciliari

Ancora controlli antidroga per contrastare le principali piazze dello spaccio siracusane. Nella mattinata di ieri, gli agenti delle Volanti hanno segnalato alla competente Autorità Amministrativa una donna, di 39 anni, trovata in possesso di 4,7 grammi di marijuana e una giovane marocchina, di 20 anni, trovata in possesso di 0,55 grammi della stessa sostanza stupefacente.
Gli agenti, inoltre, hanno denunciato un uomo, di 42 anni, sottoposto agli arresti domiciliari ed assente al controllo.




Lite con l'ex sotto casa, 32enne strattona gli agenti intervenuti: denunciato

Aveva raggiunto l’ex compagna sotto casa e ne era scaturita una lite. Intervenuti gli agenti del commissariato di Lentini, l’uomo, un 32enne, avrebbe proseguito ugualmente, inveendo e strattonando i poliziotti. L’uomo, già sottoposto all’obbligo di presentazione, è stato adesso denunciato per resistenza a pubblico ufficiale.




Rifiuti e mafia, disposta l'amministrazione giudiziaria per la Tech Servizi

L’azienda siracusana Tech è stata posta dal Tribunale di Catania ad amministrazione giudiziaria. La misura di prevenzione patrimoniale antimafia è stata richiesta dalla Procura di Siracusa ed eseguita dalla Guardia di Finanza. La Tech srl opera nel settore dello smaltimento dei rifiuti.
Il provvedimento giudiziario arriva a conclusione di approfondimenti investigativi svolti dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Siracusa, partiti su input dello Scico (Servizio Centrale di Investigazione sulla Criminalità Organizzata) della Gdf poi integrati con una serie di “evidenze” acquisite nell’ambito delle attività del Gruppo Interforze Antimafia attivo presso la Prefettura di Siracusa. Gli investigatori spiegano che sono stati raccolti “elementi idonei a delineare l’agire della società in regime di contiguità con diversi ambiti della criminalità organizzata e, pertanto, tali da far ritenere l’impresa esposta al rischio di infiltrazioni e condizionamento di stampo mafioso”.
Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, l’amministratore di fatto e di diritto della società, Christian La Bella – allo stato incensurato e nei cui confronti non risultano giudizi pendenti – avrebbe intrattenuto rapporti con diversi esponenti della criminalità organizzata, “che hanno funzionato da volano all’espansione degli interessi economici e alla crescita del fatturato dell’azienda di titolarità”. Effetto di questi rapporti – secondo la Gdf – il crescenti volumi d’affari della società, passato dai poco più di 6 milioni e mezzo di euro del 2008 agli oltre 42 milioni di euro del 2018. “Proprio nel 2014, allorquando si sono consolidati i rapporti con taluni esponenti della criminalità organizzata catanese, il fatturato è sostanzialmente raddoppiato rispetto alla precedente annualità, attestandosi oltre i 15 milioni di euro”, illustrano ancora gli investigatori.
L’attività dalla Guardia di Finanza avrebbe fatto emergere “rapporti di affari” tra l’amministratore della Tech e Giuseppe Guglielmino, ritenuto vicino a esponenti di primo piano del clan mafioso catanese “Cappello – Bonaccorsi”; rapporti di affari realizzati anche attraverso la creazione di apposite Associazioni Temporanee di Imprese (A.T.I.) tra soggetti economici rientranti nella titolarità di fatto e/o di diritto degli stessi. Anche grazie all’intermediazione del Guglielmino, “emergono rapporti tra la Tech. Servizi S.r.l. e l’organizzazione criminale denominata clan ‘Mormina’, operante nel ragusano”, si legge ancora nelle carte delle indagini.
Pure nel palermitano si registrano attività della Tech “connesse alle organizzazioni criminali ivi operanti. Emerge infatti, dagli atti d’indagine acquisiti al presente procedimento di prevenzione, come La Bella realizzasse affari anche nella Sicilia occidentale ovvero nel comprensorio del capoluogo regionale con il beneplacito delle organizzazioni criminali operanti in quel territorio”.
Non solo, le relazioni particolari sarebbero state intessute anche con “organizzazioni ‘ndranghetiste”. In particolare, “ricorrono rapporti tra il La Bella ovvero suoi dipendenti/collaboratori e tale Francesco Barreca, appartenente, per vincolo familiare alla ‘ndrina Barreca, storica famiglia malavitosa reggina alleata del clan, parimenti operante a Reggio Calabria e provincia, dei De Stefano”.
La Guardia di Finanza evidenzia anche, come ulteriore elemento denotante l’esposizione della Tech Servizi al rischio di infiltrazione mafiosa, come “diversi dipendenti della società risultano pregiudicati o comunque vicini ad ambienti malavitosi”.
Ne risulterebbe una esposizione al condizionamento “confermata anche dalle evidenze rilevanti dalla ‘informazione interdittiva antimafia’ emessa dal Prefetto di Siracusa, nel mese di febbraio dello scorso anno”.
Quella interdittiva e l’attuale sottoposizione ad amministrazione giudiziaria producono come effetto “la bonifica dall’inquinamento mafioso” permettendo però il prosieguo dell’attività d’impresa. Il controllo diretto dei beni correlati alle attività economiche passa allo Stato, allo scopo di blindarli dalla influenza delle consorterie criminali e di controllare l’attività economica nel suo concreto operare.
L’attività investigativa, accurata ed articolata, si è avvalsa dei più moderni sistemi informatici di ausilio alle investigazioni patrimoniali come il software “Molecola”, creato dallo Scico, nonché della “Dorsale Informatica”, ulteriore software realizzato secondo i moderni canoni di ingegnerizzazione informatica, di recente rilasciato dal Comando Generale della Guardia di Finanza.




Pesca di frodo al Plemmirio, due interventi sventano attività dei bracconieri

Nell’area marina protetta del Plemmirio alta è la vigilanza per prevenire attività illecite di pesca. Due gli interventi nelle ultime giornate: sul versante nord e poi anche nella parte opposta della riserva naturale, attraverso la messa in opera di una vera e propria task force di vigilanza.
Al consueto presidio, svolto con l’ausilio della videosorveglianza sempre attiva, il Consorzio Plemmirio ha aggiunto il supporto continuativo di un istituto di vigilanza privato, al fine di realizzare una ulteriore stretta al bracconaggio nella riserva naturale siracusana.
Ieri, alla Pillirina, nel cuore del versante nord dell’area marina, varco 34 e 35, è stata proprio una ronda dei nuovi vigilanti a fare scattare il fermo per un bracconiere del mare che aveva già raccolto circa 400 ricci di mare, attività vietatissima tutto l’anno nell’intera area marina.
Dopo la segnalazione si è subito proceduto a puntare le telecamere sul pescatore di frodo e, sul posto, sono subito intervenuti congiuntamente agenti della polizia ambientale di cui è responsabile Romualdo Trionfante e motovedette della Capitaneria di Porto, guidata dal comandante Luigi D’Aniello.
Nessuno scampo per l’uomo che è stato colto sul fatto dagli agenti e denunciato, mentre i ricci, fortunatamente ancora vivi, sono stati ributtati in mare.
Stamani, questa volta all’altezza del varco 12 e quindi in zona Terrauzza, nel versante sud della riserva naturale siracusana, sono stati intercettati ben tre individui, di cui uno già in mare intento nella attività di pesca illecita che ha poi invano tentato di sbarazzarsi del “bottino”.
In questo caso, dopo la segnalazione giunta al Consorzio Plemmirio, sul posto è invece intervenuta la Polizia Provinciale di cui è responsabile Sergio Angelotti, e gli agenti hanno proceduto a tutte le operazioni di rito previste nel caso, ai danni dei tre pescatori di frodo.
“L’attenzione in tutti i confini dell’Area Marina Protetta è massima, giorno e notte – afferma la presidente Patrizia Maiorca – è in atto una straordinaria sinergia di tutte le forze dell’ordine preposte al monitoraggio della riserva naturale, che ringraziamo per la attiva e sollecita partecipazione. Al consueto controllo della videosorveglianza, il Consorzio Plemmirio ha aggiunto l’attività di un istituto di vigilanza che coadiuva e incrementa il presidio del territorio e le segnalazioni di illeciti in tutto il perimetro”