Siracusa. Controlli anti-Covid, città al setaccio. Sequestrati 100 kg di ortaggi ad abusivo

Controlli anti-Covid ieri a Siracusa. Sono stati condotti dagli uomini delle Volanti, che hanno identificato 146 persone, controllato 48 veicoli e 8 esercizi commerciali.

Nell’ambito di tali servizi, i Poliziotti hanno denunciato un uomo di 42 anni per evasione dai domiciliari ed hanno segnalato all’Autorità Amministrativa competente un giovane di 30 anni per possesso di una modica quantità di cocaina per uso personale.

Infine, gli agenti della Divisione di Polizia Amministrativa e Sociale, nel corso di routinari verifiche amministrative, effettuate insieme a personale della Polizia Municipale, hanno individuato nei pressi di Via Piazza Armerina una postazione abusiva per la vendita di prodotti ortofrutticoli con la predisposizione di un bracciere per la cottura di alcuni ortaggi. Il titolare dell’attività era privo di licenza e di qualsiasi altra autorizzazione per l’occupazione del suolo pubblico e, pertanto, veniva sanzionato.
Gli oltre 100 chilogrammi di merce sono stati sequestrati e, secondo quanto disposto dall’ASP di Siracusa, distrutti perché privi di adeguata tracciabilità.

 




Noto. Controlli nel centro storico e in periferia: sanzioni per 16 mila euro

Nelle giornate del 27 e del 28 febbraio e dell’1 marzo, agenti del Commissariato  di Noto hanno effettuato dei servizi straordinari di controllo del territorio in tutto il centro storico netino, esteso anche ai quartieri macchina del ghiaccio, crocifisso e alle aree periferiche costiere e collinari. In totale sono state identificate 65 persone, controllati 43 mezzi ed elevate 17 sanzioni amministrative per violazioni al codice della strada e 7 per violazioni alle norme anti covid per un totale di oltre 16.000 euro.
20 sono stati i soggetti sottoposti ad obblighi controllati e 5 i sequestri di autoveicoli.




Noto. Messaggi di minacce a presunto rivale in amore: denunciato 41enne

Minacce gravi e molestie telefoniche continuate. Denunciato con questa accusa dagli uomini del commissariato di Noto un uomo di 41 anni.
La sera del 10 febbraio  un uomo di 40 anni si era presentato in commissariato, denunciando di aver ricevuto numerosi messaggi vocali di minacce tramite una nota piattaforma social da parte di un altro individuo di sua conoscenza.
Il movente di tale condotta era da ricondurre al presunto tentativo della vittima di mettersi in contatto con la ex convivente dell’uomo che proferiva le gravi minacce. A nulla valevano i chiarimenti della persona offesa sul fatto che non intrattenesse alcuna relazione con la donna, tanto che le minacce continuavano con maggiore enfasi e violenza.
Svolte attente indagini, gli investigatori di Noto individuavano il molestatore e lo denunciavano, diffidandolo a non reiterare tali condotte.




Il Magazzino, l'Ufficio, le vedette, le donne manager: come operava il gruppo di via Algeri

Dovranno rispondere di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, aggravata dall’uso delle armi, dall’impiego di minori di anni 18 e dal fatto che lo spaccio avveniva nei pressi di un istituto scolastico della zona, nonché detenzione e porto abusivo di armi da sparo anche clandestine. Sono le accuse a carico, a vario titolo, delle 31 persone coinvolte nel blitz di questa notte dei Carabinieri. L’operazione, diretta dalla Dda di Catania, è stata ribattezzata “Algeri”, dal nome della via teatro delle operazioni.
Arriva a breve distanza temporale da altre simili (Euripide, Aretusa, Bronx e Tonnara) che hanno a più riprese colpito i gruppi egemoni in città nello spaccio di droga.
Le indagini sono state avviate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo a novembre 2018 e si sono protratte fino al luglio 2019 con servizi di osservazione, controllo e pedinamento con riprese ed intercettazioni telefoniche ed ambientali.
A capo del sodalizio, secondo gli investigatori, c’era Maximiliano Genova. A completare il vertice, tre nuclei familiari “che gestivano un lucroso traffico di stupefacenti spacciando cocaina, hashish, marijuana, crack e metanfetamine” hanno illustrato i Carabinieri in conferenza stampa. Il cospicuo flusso di denaro generato (si parla di 25mila euro al girono, ndr), veniva utilizzato per nuovi approvvigionamenti e per la costante remunerazione delle figure minori come custodi, corrieri, staffette e spacciatori al dettaglio.
Lo spaccio avveniva all’interno dei portoni e negli androni interni alle scale delle case popolari di via Algeri. Gli accessi erano protetti da cancelli costruiti abusivamente dagli spacciatori, così da impedire o ritardare irruzioni da parte delle Forze dell’Ordine. La capacità intimidatrice del gruppo era tale da imporsi anche sugli altri residenti nelle palazzine che, estranei alle attività illecite, non erano in possesso delle chiavi dei cancelli abusivi ed erano così costretti, per entrare ed uscire, a chiedere il “permesso” alle sentinelle armate che, a turno, presidiavano il territorio ininterrottamente, per l’intero arco delle 24 ore.
I luoghi di operatività della piazza sono le palazzine di via Algeri poste sul lato mare, situate ad Est del centro abitato di Siracusa, luogo molto favorevole per gestire attività illecite: grazie alla loro particolare conformazione urbanistica, l’accesso delle Forze dell’Ordine è infatti particolarmente problematico e subito evidente; la topografia della zona ha poi permesso a vedette ben posizionate sui tetti dei palazzi di avvisare tempestivamente gli spacciatori al dettaglio dell’arrivo di pattuglie delle Forze dell’Ordine, tramite ricetrasmittenti, individuandole anche grazie a videocamere collocate in punti strategici.
“Tali caratteristiche della piazza di spaccio hanno agevolato il gruppo di “via Algeri” a concentrare su di sé l’attività del traffico di droga, acquisendo in tal modo la maggiore fetta di mercato rimasta scoperta, soprattutto dopo la chiusura delle piazze Bronx e Tonnara”, ha aggiunto il colonnello Giovanni Tamborrino, comandante provinciale dei Carabinieri.
Le indagini hanno permesso di accertare che la zona era costantemente presidiata, giorno e notte, da spacciatori e vedette ed era organizzata con più turni di lavoro, una vera e propria “centrale” dello spaccio aperta 24 ore su 24.
I guadagni erano così fiorenti che il sodalizio di Via Algeri aveva aperto addirittura delle vere e proprie trattative per la “vendita” tout court della piazza di spaccio ad altri gruppi criminali della città. Trecentomila euro per la “Piazza”, 50mila per entrare in “società”.
Per gestire l’attività, venivano utilizzati specifici locali che erano stati denominati “Ufficio” e “Magazzino”. Il primo era una vera e propria base logistica, ossia il luogo dove avvenivano le riunioni del gruppo e la ricezione dello stupefacente da parte dei fornitori, dove si effettuava la cottura della cocaina, dalla quale veniva ricavato il crack, dove si procedeva al confezionamento della sostanza ed alla distribuzione delle dosi (di diverse tipologie) agli spacciatori incaricati della vendita al dettaglio. L’ufficio era ubicato presso le abitazioni delle famiglie Cacciatore e Linares che – secondo l’accusa – si sono avvicendate nella gestione.
Presso l’Ufficio gli addetti ricevevano i proventi delle vendite da parte degli spacciatori e tenevano i ‘registri contabili’ sui quali rendicontavano le attività quotidiane.
Il gruppo disponeva anche di un “Magazzino” che era il luogo (ubicato presso le abitazioni dei magazzinieri incaricati) dove venivano stipate ed occultate le forniture di stupefacente, o le quantità in eccesso che transitavano dall’ufficio per essere trattate e contabilizzate. Tale strategia era finalizzata ad evitare il rischio di ingenti sequestri in caso di perquisizioni presso l’ufficio.
Un altro particolare emerso nel corso delle investigazioni è stato il ruolo attivo svolto, in seno al gruppo, dalle donne che rivestivano compiti operativi precisi: gestivano gli approvvigionamenti di droga e si occupavano del confezionamento, fino alla consegna della sostanza ai pusher. Per le abilità manifestate dalle indagate nella gestione delle attività, le stesse sono da considerarsi vere e proprie “donne manager” della droga, in grado di sostituire gli uomini negli affari criminali.
Anche i figli minori degli indagati assistevano puntualmente a tutte le operazioni relative al traffico degli stupefacenti o venivano impiegati nei turni di spaccio o vedetta, come riscontrato da riprese video ed intercettazioni e come confermato dalla presenza dei loro nomi all’interno dei registri contabili sequestrati.
Sulla base di quanto documentato nel corso dell’indagine, si è potuto stabilire come si svolgeva l’attività giornaliera del gruppo. In particolare, lo spaccio al dettaglio era svolto in tre turni di lavoro: mattina (dalle 6 alle 14), pomeriggio (dalle 14 alle 22) e notte (dalle 22 alle 6); gli spacciatori di turno si rifornivano nell’ufficio dove avveniva anche la consegna del denaro provento dello spaccio; gli addetti all’ufficio annotavano i movimenti sul quaderno (libro mastro), riportando sia la quantità consegnata, con a fianco il nome dello spacciatore di turno, sia i soldi ricavati dalla vendita della sostanza; gli spacciatori si rifornivano ad inizio turno e tornavano nell’ufficio ogni volta che esaurivano la sostanza per rifornirsi nuovamente; talvolta gli spacciatori dal luogo di spaccio, individuato in Via Algeri 118, raggiungevano l’ufficio di via Algeri 112 passando dai tetti delle palazzine, riducendo così i rischi di eventuali controlli delle Forze dell’Ordine; in ufficio l’attività era continua e gli addetti lavoravano freneticamente di giorno e di notte. Appena arrivava un carico i coniugi Cacciatore – hanno ricostruito gli investigatori – provvedevano a contabilizzare sul quaderno, trattenevano una parte della sostanza e inviavano al magazzino la parte in eccesso. In caso di carenza di stupefacente in ufficio Mario Cacciatore e Erminia Puglisi chiamavano in magazzino per fare giungere un nuovo quantitativo da confezionare e spacciare; presso l’ufficio si procedeva con la cottura della cocaina per ricavare il crack, si tagliava e si confezionava la sostanza suddividendola in palline, impacchettate in bustine di colore diverso in modo da individuare subito le diverse tipologie di stupefacente e la relativa quantità; in ufficio avveniva settimanalmente il pagamento degli stipendi, prontamente annotato sul quaderno; in ufficio si svolgevano le riunioni con i fornitori GRECO e VISICALE (e i loro corrieri), si contrattavano gli approvvigionamenti, si stabilivano i turni di lavoro, si effettuava la contabilità, si discutevano i problemi del gruppo e si pianificavano le strategie per eludere i controlli ed i sequestri delle Forze dell’Ordine; in ufficio si tenevano anche le riunioni del gruppo nelle quali Maximiliano Genova aveva il potere decisionale per tutto ciò che riguardava il sodalizio, anche se gli addetti all’ufficio godevano spesso di una certa autonomia quando si assentava.
Altro elemento che contraddistingueva il sodalizio malavitoso era il mantenimento economico degli associati detenuti, essenziale per il buon andamento della piazza, al fine di evitare delazioni o collaborazioni da parte degli arrestati. Tutti gli affiliati al gruppo percepivano uno stipendio, parametrato in base alla mansione ed al ruolo svolto all’interno dell’organizzazione. Ad esempio, lo stipendio settimanale di un magazziniere era di 250 euro, 400 a settimana per uno spacciatore.
Le indagini dei Carabinieri hanno permesso di evidenziare l’estrema pericolosità del gruppo, i cui appartenenti non esitavano ad usare la violenza e ad armarsi per regolare le ‘beghe interne’. Sono state anche sequestrate armi, pistole e revolver. Non avrebbero esitato a pestare o minacciare con le armi quanti non pagavano o non si mostravano allineati alla gestione dell’attività criminale.




Operazione Algeri, i nome degli arrestati: 22 in carcere, 6 ai domiciliari e una estradizione

Sono 31 i destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catania e ritenuti tutti facenti parte di un sodalizio criminoso operante a Siracusa, in particolare nella zona di via Algeri. Indagini dei Carabinieri, dirette dalla Dda di Catania.
Il gruppo criminale aveva costituito una piazza di spaccio delimitata anche da cancelli abusivamente collocati e protetta da vedette, capace di produrre incassi fino a 25.000 euro al giorno. Lo spaccio avveniva anche in prossimità di scuole ed avvalendosi di minori. Tra gli appartenenti al sodalizio finiti nell’indagine, in 17 sono risultati indebiti percettori del reddito di cittadinanza. Verrà avanzata richiesta di perdita del beneficio economico concesso.
Dei 31 arrestati, 22 sono destinatari di ordine di custodia cautelare in carcere.

1. ALI’ Francesca, nata a Siracusa il 19.01.1981 (art. 74 DPR 309/90);
2. CACCIATORE Gabriele nato a Siracusa il 08.05.1997 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
3. CACCIATORE Giovanni, nato a Siracusa il 19.08.1992 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
4. CACCIATORE Mario nato a Siracusa il 15.01.1972 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196 – legge 110/75);
5. CAPPUCCIO Alessio, nato a Siracusa il 27.11.1987 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
6. COSSU Sara Lice, nata a Assisi (PG) il 26.04.1992 residente Siracusa (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
7. FORTEZZA Danilo, nato a Siracusa il 26.04.2001 (art. 74 DPR 309/90);
8. FORTEZZA Carmelo, nato a Siracusa il 20.11.1997 (art. 74 DPR 309/90);
9. GENOVA Maximiliano (inteso Massimo), nato a Siracusa il 21.08.1981 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
10. GRECO Corrado, nato a Siracusa il 27.10.1983 già detenuto presso la casa circondariale di Caltanissetta (art. 74 DPR 309/90);
11. GUGLIOTTA Alfredo, nato a Siracusa il 08.04.1979 (art. 73 DPR 309/90);
12. LINARES Giovanni, nato a Siracusa il 15.07.1997 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
13. LINARES Massimo, nato a Siracusa l’11.02.1975 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196);
14. MOLLICA Damiano, nato Siracusa il 02.09.1990 (art. 73 DPR 309/90);
15. NOTTURNO Decio Massimiliano (inteso “Flipper”), nato Siracusa il 15.10.1995 (art. 74 DPR 309/90);
16. PIAZZESE Dario (inteso “fagiolino”), nato a Siracusa il 10.11.1981 (art. 74 DPR 309/90);
17. PUGLISI Concetta (intesa Cetty-Cettina), nata a Siracusa il 18.04.1980 (art. 74 DPR 309/90);
18. PUGLISI Erminia, nata a Siracusa il 28.10.1974 (art. 74 DPR 309/90 – L. 895/196 – legge 110/75);
19. Soggetto minorenne – in istituto penale minorile (art. 74 DPR 309/90);
20. SCARIOLO Gaetano (inteso “Gorilla”) nato a Siracusa il 28.03.1989 (art. 74 DPR 309/90);
21. TORRICELLINI Umberto (inteso “Calatosto”), nato a Siracusa il 09.01.1979 (art. 74 DPR 309/90);
22. VISICALE Alessio, nato a Siracusa il 06.04.1997, già detenuto presso la casa circondariale di Siracusa (art. 74 DPR 309/90).

In 6 sono stati posti ai domiciliari.

23. AGGRAZIATO Antonio, nato a Siracusa il 16.09.1999 (art. 73 DPR 309/90);
24. CAIA Tullio, nato a Siracusa il 14.02.1984, già detenuto presso la casa circondariale di Catania (art. 73 DPR 309/90);
25. CASSIA Davide, nato a Siracusa l’11.08.1984 (art. 73 DPR 309/90);
26. CORTESE Lorenzo nato a Siracusa il 28.07.1995 (art. 73 DPR 309/90);
27. GISANA Gaetano, nato a Siracusa il 27.05.1990 (art. 73 DPR 309/90);
28. LINARES Davide, nato Siracusa il 9.12.2000 (art. 73 DPR 309/90).

Disposto l’obbligo di dimora per Paride Quattrocchi, nato a Siracusa il 17.01.1963 (art. 73 DPR 309/90).

A Malta è stato arrestato il presunto capo dell’organizzazione, Maximiliano Genova, in esecuzione di un mandato europeo. Verrà richiesta l’estradizione.




Blitz nella notte, "liberata" via Algeri: "ci siamo riappropriati di un pezzo della città"

“Ci siamo riappropriati di un pezzo della città che qualcuno pensava di possedere”. Così il colonnello Giovanni Tamborrino, comandante provinciale dei Carabinieri, commenta l’importante blitz notturno con cui è stata “liberata” via Algeri. Era diventata una piazza fortificata dello spaccio, con una pesante cappa creata dal sodalizio criminale abbattuto dall’ordinanza di cu stodia cautelare eseguita dai militari aretusei.
“Un colpo importante inferto alla criminalità organizzata”, conferma il comandante Tamborrino. “Abbiamo colpito un sodalizio capace di garantirsi profitti ingenti ma che soprattutto ha tentato di impossessarsi del territorio: vedette sulle palazzine, cancelli per interdire l’accesso nei condomini dove ignari cittadini hanno vissuto limitati nella loro quotidianità”. Ed emerge anche un ulteriore dettaglio: avrebbero tentato di “vendere” ad altro gruppo la piazza di spaccio, considerata “cosa loro”.

Le immagini del blitz:




Colpo allo spaccio, i Carabinieri spazzano via sodalizio criminale: 31 arresti

Vasta operazione antidroga dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Siracusa. Sgominata una organizzata specializzata nello spaccio di stupefacenti, in particolare di ingenti quantitativi di cocaina, crack, marijuana, hashish e metanfetamine.
Sono 31 i destinatari di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Catania e ritenuti tutti facenti parte di un sodalizio criminoso operante nel capoluogo, finito nelle indagine dirette dalla Dda di Catania. Il gruppo criminale aveva costituito una piazza di spaccio delimitata anche da cancelli abusivamente collocati e protetta da vedette, capace di produrre incassi fino a 25.000 euro al giorno.
Lo spaccio avveniva anche in prossimità di scuole ed avvalendosi di minori. Tra gli appartenenti al sodalizio finiti nell’indagine, in 17 sono risultati indebiti percettori del reddito di cittadinanza.
Sono in atto numerose perquisizioni con l’ausilio di cani antidroga e di ricerca armi ed esplosivi. All’attività, eseguita da circa 150 militari, concorrono assetti specialistici del 12° Reggimento Carabinieri “Sicilia” di Palermo e dello Squadrone Eliportato Carabinieri “Sicilia” di Sigonella, nonché un elicottero dell’Arma.




Siracusa. Arsenale di armi e droga in via Italia e fortino dello spaccio alla Mazzarrona: doppio blitz della polizia

Un edificio popolare trasformato nell’ennesimo fortino. All’interno, armi, droga e soldi. Un vero e proprio arsenale quello scoperto dalla Squadra Mobile e dagli uomini delle Volanti in via Italia. Celati nelle manichette antincendio, e in terrazza, gli agenti hanno rinvenuto un fucile a canna mozzata, tre pistole semiautomatiche,  decine di cartucce. C’erano armi con matricola abrasa, altre costruite artigianalmente.

I poliziotti hanno arrestato Sebastiano Violante, 37 anni. L’uomo avrebbe tentato la fuga e di lanciare dal terrazzo uno zaino all’interno del quale nascondeva 50 dosi di cocaina, per  11 grammi, 93 dosi di hashish e 13 di marijuana, oltre a denaro per 1.600 euro circa e materiale per il confezionamento. L’uomo avrebbe anche portato con sè un candelotto esplosivo.

Le inferriate poste a protezione del “fortino” sono state rimosse dai vigili del fuoco, intervenuti al termine dell’operazione antidroga.

Successivamente, gli agenti hanno raggiunto un altro stabile alla Mazzarrona. Anche in questo caso,come in altri precedenti rinvenimenti, il palazzo era dotato di telecamere di videosorveglianza. In flagranza di reato è stato sorpreso Salvatore Barbiera, siracusano. L’uomo aveva gettato nello scarico del water e nella condotta fognaria della cocaina, pari a due grammi. Il sistema di videosorveglianza è stato posto sotto sequestro. Rinvenuti anche 280 euro, presunto frutto dell’attività di spaccio.

In più occasioni, analoghi manufatti posti a presidio delle piazze di spaccio, sono stati rimossi a seguito di provvedimenti di sequestro preventivo emessi dalla Procura della Repubblica di Siracusa, tuttavia, nonostante l’azione di contrasto della polizia, erano stati nuovamente installati portoni, grate e cancelli abusivi che limitavano l’accesso alle scale condominiali.




Siracusa. In giro per la città con un coltello nel bagagliaio: denunciato 71enne

Viaggiava a bordo della sua auto con un coltello a serramanico con lama di sette centimetri. I carabinieri hanno denunciato per questo un uomo di 71 anni. Dovrà rispondere di porto abusivo di arma da taglio.
Erano da poco passate le 20, quando l’autovettura su cui l’uomo viaggiava è stata fermata a un posto di controllo all’entrata sud di Siracusa. I militari operanti, hanno subito notato l’atteggiamento nervoso del soggetto ed i suoi numerosi precedenti di polizia, hanno deciso di effettuare una perquisizione personale e veicolare. Nel vano portaoggetti dell’autovettura è stato rinvenuto un coltello a serramanico con lama di sette centimetri, immediatamente posto sotto sequestro.




Per 30 volte non si presenta all'obbligo di firma: arrestato e condotto a Cavadonna

Per 30 volte non si era presentato alla Stazione dei carabinieri di Rosolini, nonostante l’obbligo cui era sottoposto. I Carabinieri della Stazione di Rosolini hanno arrestato Fabio Rubbera, 34enne di Pachino, sottoposto alla misura dell’affidamento ai servizi sociali e, appunto, obbligo di presentazione .
L’uomo, inizialmente accompagnato presso i locali della Stazione Carabinieri di Rosolini per le formalità, è stato associato presso il Carcere di “Cavadonna” dove rimarrà a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.