L’area della ex tonnara di Santa Panagia affascina per le sue bellezze paesaggistiche. Ma chi non si sofferma solo sul blu del mare e sui colori della natura, non può fare a meno di notare che tutta quella grande area è purtroppo una zona franca dove l’illegalità regna sovrana.
Vogliamo parlare dell’abitudine quasi industriale di buttare lì rifiuti di ogni genere, anche speciali ed inquinanti? Non servono le telecamere, non servono i controlli, non servono i blocchi in cemento che chiudono i varchi.
Vogliamo parlare dei furti e delle ruberie consumate a più riprese nel cantiere della ex tonnara? E della incapacità, o forse impossibilità, di recuperare quel complesso nonostante fiori di milioni pubblici investiti negli anni? E che dire della semplicità con cui è possibile introdurvi una moto, verosimilmente rubata o forse utilizzata in chissà quale azione criminale, e poi darvi fuoco. Tutto nell’assoluta e piena tranquillità che solo una grande area divenuta depandance di interessi e azioni illecite può garantire.
Tra terreni di proprietà privata abbandonati e non recitanti e una azione degli enti pubblici purtroppo sempre a corto raggio e mai finalizzata, si è consegnata quella grande zona, incastonata tra la costa ed i palazzi, alla prepotenza ed alla forza intimidatoria.
Senza una reazione anche dei residenti, non basteranno i controlli ciclicamente operati dalle forze dell’ordine per “riconquistare” quella porzione di Siracusa che, sulla tavola di un immaginario Risiko, oggi non è possibile definire nel pieno controllo dell’armata della legalità.