In centro con molotov, accetta e acido muriatico: arrestato

Poteva avere esiti drammatici la vicenda che si è consumata nei giorni scorsi a Floridia, quando due abitanti  che avevano assistito al furto di una bicicletta, sarebbero  stati minacciati da  Leewuruge Dhammika Prasantha Peiris, cittadino Sri Lankese  45 anni, residente a Floridia, già noto alle forze dell’ordine per reati contro la persona ed il patrimonio. L’uomo infatti, vistosi scoperto, avrebbe affrontato i due testimoni intimando loro di restare in silenzio  minacciandoli di sfigurarli ustionandoli con dell’acido.
I due hanno chiamato i Carabinieri, che sono intervenuti bloccando ed identificando l’uomo, che deteneva, occultato nello zaino, tutto il necessario per mettere in pratica le sue minacce: una bottiglia molotov già assemblata, piena quindi di liquido infiammabile e dotata di stoppino, 2 bottiglie contenenti acido muriatico ed un’accetta. Sequestrato tutto il materiale, i carabinieri hanno denunciato  Peiris, riservandosi tuttavia di approfondire le indagini e fornire all’Autorità Giudiziaria un quadro più completo sulla sua personalità.
Gli accertamenti hanno evidenziato come l’uomo non fosse nuovo a tal genere di azioni: poco tempo fa infatti è stato denunciato per aver danneggiato un furgone sempre tramite l’utilizzo di bottiglie incendiarie. Acclarata la sua pericolosità sociale, i Carabinieri hanno quindi prospettato alla Procura della Repubblica di Siracusa un quadro fortemente allarmante sulla sua propensione a delinquere, e l’Autorità Giudiziaria ha subito preso provvedimenti. L’ufficio G.I.P. di Siracusa ha  emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. E’ stato condotto nella casa circondariale di Ragusa.




Rapina perpetrata a Siracusa, trentenne condannato a un anno e dieci mesi

Un anno, 10 mesi e 26 giorni . E’ la pena che dovrà scontare Diego Blanco, trentenne siracusano ritenuto colpevole di una rapina commessa a Siracusa il 7 maggio del 2012. L’ordine di carcerazione, emesso dal Tribunale di Siracusa,  è stato eseguito ieri sera dagli agenti della Squadra Mobile.
Dopo le formalità di rito, Blanco è stato  condotto nel carcere di Cavadonna.




Dramma ad Ancona: operaio 43enne di Augusta precipita nel vuoto, è suicidio

Secondo le indagini della Polizia di Frontiera di Ancona, si è trattato di un suicidio. A togliersi la vita lanciandosi da un parapetto del cantiere Fincantieri, un capocantiere di 43 anni, originario di Augusta. Le testimonianze di quanti presenti al momento della tragedia confermano la tesi del gesto estremo.
La magistratura ha disposto l’autopsia. Il telefono dell’uomo è stato sequestrato e le ultime chiamate, come gli ultimi messaggi, verranno analizzati nel dettaglio.
Secondo quanto emerso, il 43enne augustano sarebbe stato al telefono prima di salire sulla ringhiera del parapetto di un traghetto in costruzione e lanciarsi nel vuoto. Lascia una compagna ed un figlio.
Nonostante i disperati tentativi di rianimazione sul posto, per l’uomo non c’è stato nulla da fare. Non ha lasciato nessun messaggio. L’azienda, con una nota, si è stretta al dolore dei familiari e dei colleghi del cantiere.

foto Ancona Today




Siracusa. La droga nascosta nel barattolo delle proteine in polvere, arrestato 34enne

All’interno di un barattolo di proteine in polvere, aveva nascosto 108 grammi fi marijuana e 7 grammi di hashish. A scoprire lo stupefacente sono stati i Carabinieri di Siracusa che hanno arrestato il 34enne Emanuele Baiardo, già gravato da precedenti specifici per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio.
Nel corso di una perquisizione domiciliare nella sua abitazione, i militati hanno prima rinvenuto diverso materiale tipicamente utilizzato per tagliare e confezionare lo stupefacente, come un bilancino di precisione. Il sospetto che l’uomo detenesse anche altro ha preso corpo immediatamente dopo quando, all’esito di un’accurata ricerca, nascosto in un mobile in camera da letto, hanno trovato un barattolo di proteine in polvere, all’interno del quale erano abilmente occultati 108 grammi di marijuana e 7 grammi di hashish.
L’uomo è stato a quel punto tratto in arresto per detenzione illecita di sostanze stupefacenti e dopo le formalità è stato posto a disposizione dell’Autorità Giudiziaria in regime di agli arresti domiciliari.
Tutto il materiale è stato ovviamente sequestrato.




Rifiuti, traffico illecito nella Sicilia orientale: tra gli indagati anche un augustano

C’è anche un siracusano tra gli indagati coinvolti nell’operazione Eco Beach. Ai domiciliari è finito il 64enne Giovanni Longo, di Augusta. I Carabinieri del comando per la tutela ambientale e del comando provinciale di Messina hanno dato esecuzione questa mattina all’ordinanza del gip del Tribunale di Messina, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Messina. Le misure (2 arresti, 9 domiciliari, 4 obblighi di firma, 1 interdizione dai pubblici uffici e 2 sequestri di aziende) sono scattate nei confronti di 14 persone tra imprenditori e dipendenti operanti nel settore dello smaltimento dei rifiuti e di 2 funzionari pubblici della Città Metropolitana di Messina.
Lunga la lista delle accuse, a vario titolo, a carico dei soggetti coinvolti: associazione per delinquere, attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, combustione illecita di rifiuti, “invasione di terreni” e “deviazione di acque”, abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale e corruzione.
L’indagine è stata condotta dai Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catania e della Sezione di Polizia Giudiziaria Carabinieri della Procura di Messina. Ha preso il via nel dicembre del 2016, a seguito del controllo eseguito dai militari del NOE e della Compagnia di Taormina presso un impianto di trattamento rifiuti di Giardini Naxos (ME) che, nella circostanza, risultò essere stato realizzato in maniera abusiva, in un’area sottoposta a vincoli di varia natura (tra cui quello di carattere idrogeologico), con l’illecita trasformazione di un lungo tratto dell’alveo di un torrente che lo fiancheggia, attraverso riporti di terreno, in una strada carrabile utilizzata per far giungere al sito i mezzi pesanti trasportanti i rifiuti.
Una situazione che ha comportato – spiegano gli investigatori – seri e reali rischi di possibili inondazioni anche del centro abitato posto a vale dell’impianto, poiché la trasformazione dell’alveo del torrente “San Giovanni” in strada a fondo battuto avrebbe notevolmente ristretto la larghezza naturale del corso d’acqua, “determinando il difficoltoso deflusso naturale delle acque in caso di precipitazioni particolarmente avverse, fatto peraltro già verificatosi in almeno due occasioni negli ultimi tre anni”.
Lo sviluppo delle indagini ha poi fatto emergere il coinvolgimento, nell’ipotesi di traffico illecito di rifiuti, di più soggetti e più società direttamente collegate alla prima (Eco Beach) ed al suo titolare di fatto. Così, nel maggio del 2018, la direzione delle indagini fu assunta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina.
Nel dicembre 2018, l’impianto della società Eco Beach s.r.l. di Giardini – Naxos (ME) è stato sottoposto a ispezione da parte del Noe di Catania e, per le gravi violazioni contestate, sequestrato. Un provvedimento poi convalidato dal gip ed ulteriormente confermato dal Tribunale del Riesame.
Nell’ambito delle indagini sono emerse “reiterate condotte illecite da parte dei numerosi indagati, in ordine alla compilazione e ricezione di formulari di identificazione contenenti dichiarazioni non veritiere, all’occultamento, distruzione e l’incenerimento illecito di rilevanti quantità di rifiuti, fino al rilascio di autorizzazioni illecite lungo una lunga filiera che va dal livello della Pubblica Amministrazione locale fino ai vertici provinciali del settore ambientale”.
L’attività illecita, secondo gli investigatori, si sarebbe sviluppata attraverso le consumazione dei reati di gestione illecita, discarica abusiva, occultamento ed incenerimento di rifiuti, anche di natura pericolosa, tra cui spiccano percolato di discarica; residui della lavorazione meccanica di plastiche, carte e cartone; sfalci di potatura e scarti della lavorazione del legno; rifiuti elettronici contenenti sostanze pericolose – cd. RAEE – (frigoriferi); fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane; rifiuti biodegradabili da cucine e mense; rifiuti provenienti dal trattamento meccanico di altre tipologie di rifiuti; rifiuti ingombranti (materassi).
Il quantitativo è stato stimato in svariate decine di migliaia di tonnellate, con un illecito profitto di qualche milione di euro per gli indagati.
Sul fronte dei reati contro la pubblica amministrazione, rilevanti prove sono state raccolte in ordine ai reati di abuso ed omissione di atti d’ufficio, falso materiale, falso ideologico, finalizzati al rilascio di autorizzazioni illegittime, necessarie a “coprire” le illecite operazioni di smaltimento, nonché anche in ordine ad un episodio di corruzione di un pubblico funzionario della Citta Metropolitana di Messina, addetto al controllo, attraverso la cessione di somme di denaro e ricezione di altre regalie (cene e altre utilità), che compensassero un documentato atteggiamento “compiacente” nel corso dei controlli.
Nel provvedimento cautelare viene contestato il reato di associazione per delinquere a 8 indagati. Un gruppo “volto alla commissione di una serie indeterminata di reati contro la pubblica amministrazione e in materia ambientale, quali il traffico illecito e lo smaltimento illecito dei rifiuti speciali, anche pericolosi, con il fine di consentire a taluni imprenditori operanti nel settore ambientale di massimizzare i profitti, attraverso una considerevole riduzione dei costi che avrebbero dovuto sostenere, qualora avessero proceduto a smaltire i rifiuti in modo lecito”, illustrano ancora gli investigatori.
Complessivamente sono 21 gli indagati tra cui 16 persone direttamente riconducibili alla gestione illecita di diverse società operanti nel settore della gestione dei rifiuti di varie province della Sicilia; 5 persone appartenenti a pubbliche amministrazioni e enti di controllo locali e provinciali della P.A., coinvolti nel rilascio di attestazioni non veritiere, autorizzazioni illegittime ed altro.
Nello stesso contesto il Giudice per le Indagini Preliminari ha disposto anche il sequestro dei 2 più importanti impianti di trattamento rifiuti coinvolti nell’indagine, riconducibili alle società ECO BEACH s.r.l. di Giardini Naxos e OFELIA s.r.l. di Catania, per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro.




Siracusa. Piazze di spaccio, marijuana e "pizzini" in via Italia 103: scatta il sequestro

Alcuni grammi di marijuana e un foglio riportante nomi e cifre riconducibili ad un’attività di spaccio. Gli agenti delle Volanti li hanno rinvenuti in via Italia 103, durante un’attività di contrasto alle principali piazze di spaccio della città. E’ successo nella notte. Durante la stessa attività condotta anche per verificare il rispetto delle misure restrittive, i poliziotti hanno denunciato un uomo di 28 anni per evasione dagli arresti domiciliari cui era sottoposto.




Controlli anti-covid a Noto su strada e nei pressi dei locali pubblici: elevate sanzioni per 8 mila euro

Sanzioni per circa 8 mila euro. Sono state elevate nel territorio di Noto dagli agenti del locale commissariato, guidati dal vice questore aggiunto Paolo Arena. Identificate 100 persone, controllati 65 veicoli ed elevate 17 sanzioni amministrative per il mancato rispetto del Codice della Strada.
Durante i controlli effettuati anche in prossimità di locali commerciali, gli agenti hanno invitato i molti giovani presenti al rispetto delle norme vigenti per l’emergenza sanitaria in atto con particolare riguardo all’uso dei dispositivi di protezione individuale.




Immobili, auto e un'azienda: sequestro a presunto esponente del clan Trigila-Pinnintula

Su delega di della Procura della Repubblica di Catania, personale della Divisione Anticrimine e della Squadra Mobile della Questura di Siracusa hanno dato esecuzione al provvedimento di Sequestro di beni emesso dal Tribunale di Catania nei confronti di Giuseppe Crispino, 42 anni, originario di Noto, ritenuto affiliato da vent’anni al clan Trigila-Pinnintula, di cui sarebbe stato capo indiscusso. Le articolate attività eseguite e i complessi accertamenti effettuati hanno consentito di dimostrare “la “qualificata” pericolosità sociale dell’uomo, sorvegliato speciale dichiarato dal Tribunale di Siracusa “soggetto di elevata pericolosità per la sicurezza pubblica, dotata di manifesta personalità proclive al delinquere”.  Nel 2018, era  stato arrestato  in flagranza di reato, dalla Squadra Mobile di Siracusa in quanto, a seguito di perquisizione domiciliare eseguita presso alcuni immobili nella sua propria diretta ed esclusiva disponibilità, era stato trovato in possesso di quattro pistole in perfetto stato di conservazione, cospicuo munizionamento comune e da guerra, 640 grammi circa di cocaina (di elevato grado di purezza per un valore di oltre 100 mila euro), un bilancino di precisione con tutto l’occorrente per frazionare anche in singole dosi la sostanza stupefacente rinvenuta.
Gli immobili presso cui erano state rinvenute le armi e la sostanza stupefacente sono alcuni fra quelli che rientrano nella misura di questa mattina. A luglio 2018, Crispino era stato raggiunto da un’altra misura cautelare nell’ambito dell’operazione Araba Fenice.
Le indagini patrimoniali esperite hanno consentito di acclarare, “l’assoluta sproporzione tra i redditi e le entrate ufficiali riferibili al nucleo familiare di Crispino rispetto all’effettivo patrimonio immobiliare, mobiliare e imprenditoriale seppur formalmente intestati a terzi .
Oggetto del sequestro sono quattro veicoli, tra i quali un’auto di lusso, una villa ubicata nella zona periferica di Noto, quattro appartamenti, quattro garage e due cantine, tutti compresi in un medesimo stabile sedente in una zona residenziale nella città di Noto, ed inoltre il 100% delle quote societarie di un’impresa edile a lui riconducibile, per un valore stimato di oltre 500.000€.
In particolare, con riferimento al sequestro delle quote societarie, le attività di indagine scaturite dalle verifiche di una impresa presso cui Crispino risultava  ingaggiato, hanno ricostruito come invece il proposto avesse sempre agito da capo, avendo la personale gestione delle attività che si sono succedute nel tempo.




Siracusa. Turista derubata, i Carabinieri "captano" e ritrovano il suo i-phone

Termina con un lieto fine la disavventura di una turista napoletana. In vacanza lo scorso agosto a Siracusa, si era recata sulla nota spiaggetta di Calarossa, in Ortigia, sperando di trascorrervi un’intera giornata di relax.
Purtroppo però, mentre faceva il bagno, qualcuno aveva deciso di approfittare della sua buona fede sottraendole lo zainetto lasciato sull’arenile. Un danno non da poco, visto che all’interno vi erano diversi effetti personali ed anche un costoso cellulare “I-Phone X”. Amareggiata per l’accaduto, alla giovane non era rimasto che rivolgersi ai Carabinieri per denunciare il furto, lasciando poi la città con un ricordo meno dolce del previsto e forse con poche speranze di recuperare il maltolto.
La caparbietà dei Carabinieri ha permesso di “captare” a mesi di distanza l’avvenuta riattivazione del telefono. È stato così possibile rintracciare il presunto ricettatore ed eseguire una perquisizione nell’abitazione dell’uomo, durante la quale è stato rinvenuto il cellulare rubato alla denunciante.
Per il soggetto, un romeno di 43 anni, già noto per altri precedenti di polizia per reati contro il patrimonio è scattata così la denuncia in stato di libertà per ricettazione.
Il cellulare verrà ora restituito alla vittima, cercando così di cancellare quello che è stato probabilmente l’unico ricordo negativo della sua permanenza a Siracusa.




Armi e munizioni in auto e nella stufa di casa: 45enne ai domiciliari

Detenzione di arma clandestina, porto illegale di munizioni e ricettazione. Ieri, gli uomini del Commissariato di Noto, al termine di una celere attività investigativa, hanno arrestato in flagranza di reato Corrado Calafiore, avolese di 45 anni. L’uomo, bloccato sulla Statale 115 Noto /Rosolini, a bordo di una Fiat Panda, mal celava un certo nervosismo. Il suo atteggiamento ha spinto i poliziotti a perquisire l’auto, dove hanno rinvenuto e sequestrato un caricatore monofilare con 5 cartucce calibro 9. Gli investigatori hanno esteso il controllo nell’abitazione dell’uomo, rinvenendo e sequestrando, all’interno di una stufa a pellet, una pistola giocattolo modificata Bruni mod 92, considerata un’arma clandestina modificata, in quanto priva di tappo rosso e senza occlusione della canna appunto per renderla pienamente funzionante ed idonea ad esplodere cartucce. Dopo le incombenze di legge, l’uomo è stato posto ai domiciliari.