Maltempo e neve, interventi dei carabinieri in tutta la provincia

Numerosi interventi anche per i carabinieri del comando provinciale di Siracusa, da ieri pomeriggio, a causa delle avverse condizioni meteo. I militari hanno soprattutto prestato assistenza ad automobilisti in difficoltà per via della neve fioccata nelle zone montane. Inoltre, in diversi casi, i Carabinieri sono intervenuti per la caduta di alberi, tabelloni pubblicitari e pali a seguito delle forti raffiche di vento.
In particolare pattuglie dei Carabinieri sono intervenute: sulla provinciale 25, tra Melilli, Villasmundo e Sortino, dove per alcune ore il transito è stato consentito solo con catene a bordo; sulla Sp 9 Sortino-Carlentini, per un pulmino per trasporto disabili rimasto in panne. I Carabinieri hanno atteso l’arrivo dei familiari per poi proseguire con altri interventi richiesti dai cittadini rimasti bloccati; ad Augusta – presso un’abitazione, dove due persone anziane avevano chiesto aiuto, quest’ultimi all’arrivo dei militari oltre ad essere impauriti, raccontavano di non riuscire a chiudere le finestre dell’abitazione a causa delle fortissime raffiche di vento.




Traffico di stupefacenti: si nascondeva a Siracusa un ricercato 40enne tunisino

Si nascondeva a Siracusa, nel suo centro storico, il 40enne tunisino Hichem Salah. Sul suo capo pendeva un ordine di carcerazione ed era ricercato attivamente. Sono stati gli agenti della Mobile aretusea a dare vita al blitz che lo ha assicurato alla giustizia: deve infatti scontare 8 anni di reclusione.
Salah nel 2006 finì coinvolto nell’operazione antidroga “Tetrix” della Questura di Ascoli Piceno. Venne colpito un importante traffico di sostanza stupefacente: un gruppo di cittadini magrebini si riforniva di eroina a Napoli per poi immetterla al dettaglio lungo la costa marchigiana-abruzzese. Vennero sequestrati grossi quantitativi di droga ed arrestate numerose persone in flagranza di reato ed in applicazione di varie custodie cautelari emesse dalla Procura di Ascoli Piceno. L’ordine di carcerazione per Hichem Salah è stato emesso dal Tribunale di Napoli.




Le indagini: cosa sappiamo del drammatico incidente di via Montessori?

A distanza di tre giorni da quel maledetto scontro notturno in via Montessori, a Noto, non è ancora chiara la dinamica dell’incidente. Da una parte lo scooter con Gabriele alla guida e Manuel seduto dietro, dall’altra la Golf con a bordo due fratelli di 33 e 31 anni. Tutto il resto dovrà essere chiarito dalla perizia sui mezzi che la Procura di Siracusa ha fissato per questo pomeriggio alle 15. Consulente tecnico di parte è l’ingegnere Chiarenza. Toccherà a lui ricostruire cosa è accaduto. Dovrà stabilire il punto d’impatto esatto, la velocità dell’auto e dello scooter, le direzioni di marcia, l’avvenuto utilizzo dei dispositivi di sicurezza previsti (il casco, ndr).
Anche sulla scorta di questi elementi il pm deciderà le prossime mosse. I due fratelli che si trovavano dentro l’auto sono a Noto, nella loro abitazione. Denunciati a piede libero, hanno affidato la loro difesa all’avvocato Aldo Ganci. “Siamo di fronte a fatti dalla gravità inaudita, il dolore è di tutti”, premette il legale prima di ogni valutazione. “Anche i miei assistiti sono addolorati”, spiega cercando di non urtare sentimenti altrui. I due fratelli si sono presentati in commissariato alcune ore dopo l’incidente. “Erano spaventati, presi dal panico. Non volevano sottrarsi, tant’è che hanno lasciato la macchina lì. Non hanno messo in moto l’auto e non sono scappati. Forse hanno vagato per Noto terrorizzati, prima di presentarsi in commissariato. Non volevano nascondersi. Ma vedremo di chiarire al momento debito”.
Alla guida dello scooter c’era Gabriele Marescalco. Nell’impatto, sarebbe finito contro l’autovettura, infrangendo il parabrezza e rimanendo incastrato tra lo scooter e il portellone del vano motore della Golf. Manuele sarebbe invece stato sbalzato oltre il parapetto che costeggia la strada, un volo concluso sul selciato di un piccolo dirupo. Le gravissime lesioni non gli avrebbero lasciato scampo.
Agli inquirenti, i due fratelli hanno raccontato la loro versione dei fatti. “Eravamo vicini al ciglio destro della strada e l’impatto è avvenuto sulla parte anteriore della nostra auto, lato passeggero”, hanno detto assistiti dal loro legale. Dovranno però chiarire anche perchè non abbiano chiamato i soccorsi, nè dopo l’incidente e neanche nei minuti seguenti. Intanto, nessuna relazione o perizia tecnica parla di alcol. Ci vorranno trenta giorni circa per conoscere i risultati degli esami tossicologici a cui si sono sottoposti anche i due denunciati.




Augusta. La Dia sequestra beni per 300mila euro a imprenditore vicino al clan Nardo

E’ ritenuto vicino al clan Nardo di Augusta l’imprenditore Giuseppe Petullà a cui la Dia di Catania ha sequestrato beni per 300mila euro. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del direttore della Dia, Giuseppe Governale, in sinergia con la procura distrettuale Antimafia. Sono state sequestrate tutte le quote del capitale sociale della società Agenzia del Centro S.r.l. con sede ad Augusta.
Accertamenti patrimoniali hanno evidenziato una netta sperequazione tra il valore dei beni a vario titolo posseduti, il tenore di vita mantenuto e le fonti di reddito documentate dal nucleo familiare.
Il ruolo di Pedullà era già emerso nelle indagini Morsa 2 e Nostradamus: in quest’ultima l’uomo è stato arrestato con Fabrizio Blandino, Renzo Vincenti Marcello e Massimiliano Rizzo, accusati di di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione e altro.
Le intercettazioni, svolte dal Reparto Operativo dei Carabinieri di Siracusa, hanno fatto emergere come Blandino, sottoposto ai domiciliari, avrebbe mantenuto contatti con i vertici del clan “Nardo”, attraverso Giuseppe Petullà e Renzo Vincenti.




“Sistema Siracusa”, altri arresti per corruzione: c’è anche l’imprenditore Bigotti

Ancora sviluppi nelle indagini che si allacciano con il cosiddetto sistema Siracusa. Sono stati arrestati per corruzione in atti giudiziari e falso ideologico commesso da pubblico ufficiale l’imprenditore piemontese Ezio Bigotti e Massimo Gaboardi, ex tecnico petrolifero Eni. Sono stato posti ai domiciliari.
La vicenda si intreccia con l’operazione “Sistema Siracusa” diretta sempre dalla Procura di Messina e che, nel mese di febbraio dell’anno scorso, ha portato all’arresto di 13 persone sospettate di far parte un “comitato di affari” capace di condizionare il buon andamento della gestione della giustizia nella provincia aretusea e che, successivamente, sulla base delle dichiarazioni rese dai principali indagati (i legali Piero Amara e Giuseppe Calafiore) ha portato a diversi ed importanti sviluppi investigativi.
Nel provvedimento cautelare odierno, in sintesi, sono state ricostruite diverse modalità illecite poste in essere dagli avvocati siracusani con l’obiettivo di favorire – con la loro “rete” – Ezio Bigotti nell’ambito degli accertamenti condotti a carico di imprese a lui riconducibili presso le Procure di Torino, Roma e Siracusa nonché in sede tributaria. Inoltre, è stata messa in luce una complessa operazione giudiziaria che sarebbe stata ordita dall’avvocato Amara e poi realizzatasi grazie alle condotte dell’ex pm Longo per ostacolare l’attività di indagine svolta dalla Procura di Milano nei confronti dei vertici dell’Eni.




Avvocatessa aggredita in studio: “non mi hai difeso bene”

Aggredita alle spalle, nel suo studio. È la brutta avventura occorsa all’avvocato Coletta Dinaro. Un cliente non contento per come la sua separazione era stata gestita, ha affrontato a muso duro il legale. Parole pesanti, nello studio di Francofonte dell’avvocato. Poi l’aggressione, pare un pugno alla nuca. L’episodio si è verificato, giovedì pomeriggio, nello studio del legale a Francofonte. La donna ha dovuto far ricorso ai medici dell’ospedale che hanno riscontrato lesioni guaribili in 12 giorni. Del caso si stanno occupando i carabinieri.
Il consiglio dell’Ordine degli avvocati di Siracusa ha condannato con una nota l’accaduto, manifestando solidarietà alla collega.




Versalis, Sasol e Ias: sequestri nella zona industriale, 19 indagati

Nella mattinata odierna, su delega della Procura della Repubblica di Siracusa, i carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa e i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Siracusa, insieme al Noe di Catania ed al Nictas dell’Asp di Siracusa, stanno dando esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip del Tribunale di Siracusa nei confronti degli stabilimenti Versalis, Sasol e dei depuratori Tas di Priolo Servizi e Ias.
Le indagini coordinate dalla Procura hanno consentito di accertare come, nel periodo tra il gennaio 2014 e il giugno 2016, agli impianti siano da ricondursi emissioni in atmosfera di natura inquinante e molesta. Nel medesimo contesto sono stati notificati anche 19 avvisi di garanzia nei confronti di altrettante persone che hanno rivestito incarichi di responsabilità nelle realtà interessate.
I dettagli saranno divulgati nel corso di una conferenza stampa che sarà tenuta, alla presenza del Procuratore della Repubblica, del comandante provinciale dei Carabinieri e del comandante Provinciale della Guardia di Finanza presso la caserma dell’Aeronautica militare sita in via Elorina 23/25, Siracusa, alle ore 11 di oggi.Le indagini sono state coordinate dal Procuratore della Repubblica, Fabio Scavone e dirette dai Sostituti Tommaso Pagano,Salvatore Grillo e Davide Lucignano.
Le attività investigative coordinate dalla Procura di Siracusa, scaturiscono da una serie di esposti e denunce pervenuti, nel tempo, all’ufficio di Procura, alle Forze di Polizia e ad altri organi, a seguito dei quali, un collegio di consulenti tecnici nominati dalla Procura ha accertato la natura inquinante e molesta, sotto il profilo odorigeno, delle immissioni aeree degli stabilimenti di VERSALIS s.p.a. di Priolo e SASOL s.p.a. di Augusta, e dei depuratori TAS di PRIOLO SERVIZI s.c.p.a. di Melilli e IAS s.p.a. di Priolo Gargallo che, pertanto, sono stati sottoposti al sequestro.
I dati di analisi raccolti dai consulenti tecnici hanno, nella sostanza, rilevato:
concentrazioni stabilmente elevate delle sostanze prese in considerazione nei rilevamenti effettuati presso le centraline di San Cusumano, Ciapi e Priolo centro;ripetuti eventi di picchi elevati di concentrazioni delle sostanze prese in considerazione nei rilevamenti effettuati presso le centraline di Melilli, Siracusa e Augusta; mancata utilizzazione delle “migliori tecniche disponibili” da parte dei responsabili degli stabilimenti.
In sintesi, gli stessi consulenti tecnici hanno evidenziato di avere raccolto elementi che “inducono a ritenere che la qualità dell’aria nel territorio interessato si sia fortemente degradata”…… rilevando come “nei comuni di Priolo Gargallo, Augusta e in parte Melilli si registra una qualità dell’aria nettamente inferiore a quella degli altri Comuni della provincia, avuto riguardo ai vari inquinanti presi in considerazione”.
Il provvedimento, di carattere preventivo, prevede il mantenimento della facoltà d’uso degli impianti e, quindi, la continuità di esercizio delle unità in sequestro, previa disponibilità dei gestori a produrre, entro 90 giorni, un programma attuativo per ricondurre nei limiti le emissioni in atmosfera nonché il versamento di una garanzia fideiussoria pari al costo delle opere di adeguamento che dovranno essere completate entro i prossimi 12 mesi.
Le notifiche, con contestuale informazione di garanzia, saranno eseguite nei confronti delle suddette persone giuridiche, nonché di 19 persone fisiche che hanno rivestito incarichi di responsabilità nelle realtà interessate, nell’arco temporale ricompreso fra gennaio 2014 e giugno 2016, periodo nel quale sono stati rilevati valori di immissioni nell’aria poi esaminati dai consulenti tecnici nominati dalla Procura.




Noto. Lesioni e minacce, denunciato marito violento

Denunciato a Noto un 42enne per i reati di lesioni personali e minacce. A lui è stato notificato anche un provvedimento di ammonimento emesso dal Questore di Siracusa.
I fatti. Il 20 gennaio scorso, a seguito di segnalazione telefonica, un equipaggio del Commissariato di Noto interveniva al pronto soccorso dell’Ospedale Trigona dove, poco prima, si era presentata una donna vittima di violenza domestica. La donna avuto un acceso litigio con il marito, a causa della morbosa gelosia di quest’ultimo. Durante il diverbio, l’uomo minacciava la moglie con un coltello e la spintonava con veemenza in presenza dei figli minori. La donna, in preda ancora alla crisi nervosa, veniva accompagnata presso il pronto soccorso dalla sorella.




“Paura, siamo scappati”: i due pirati della strada e quella versione che non convince

Sarà lutto cittadino a Noto in occasione dei funerali di Manuel e Gabriele. La conferma arriva dal sindaco Corrado Bonfanti, all’indomani di una festa di San Corrado segnata dal lutto e dalla decisione di non dar luogo alla tradizionale processione e ad ogni momento di festa. Sarà la cattedrale ad ospitare il triste rito, con la comunità netina pronta a stringersi alle famiglie colpite dal tragico, duplice lutto. Dovrebbero essere celebrati domani pomeriggio. La conferma si avrà in giornata, subito dopo l’autopsia disposta dalla Procura di Siracusa che sta indagando sul sinistro che ha coinvolto lo scooter su cui viaggiavano i due ragazzini e un’auto. A bordo della Golf bianca c’erano due fratelli di 33 e 30 anni. Il più grande era alla guida ed è accusato di omicidio stradale ed omissione di soccorso.
Si tratta di due “caminanti” con una lunga lista di precedenti di Polizia. Volti noti in commissariato a Noto, anche ieri mattina quando si sono presentati. Prima il 33enne e poi il fratello minore, 30enne. Si sono costituiti perchè ormai braccati. Per tutta la notte, subito dopo l’incidente, i poliziotti di Noto li hanno cercati nella zona dove abitano. Ma subito dopo l’incidente, si erano dati alla fuga, rendendosi irreperibili. “Si erano nascosti”, raccontano a mezza bocca gli investigatori.
Gabriele e Manuel sono stati abbandonati così, soli. In agonia, dopo uno scontro terribile che li ha sbalzati a metri di distanza. Il loro scooter incastrato tra le lamiere dell’auto, irriconoscibile. Li hanno lasciati morenti e soli. “Abbiamo avuto paura”, hanno tentato di giustificarsi i due fratelli una volta costituitisi. Nessuna parola sui due giovani che hanno perso la vita, pare. Ed hanno fornito una versione dell’incidente che non convince però gli inquirenti. Le indagini continuano e non sono esclusi ulteriori sviluppi a breve.
Con perizia, il commissariato di Noto ha raccolto tutta una serie di elementi nell’abitacolo dell’auto. Repertato, con rilievi scientifici, centimetro per centimetro.




Siracusa. Omicidio di Pippo Scarso, vent’anni di reclusione per Andrea Tranchina

Vent’anni di reclusione per l’omicidio dell’80enne Pippo Scarso. I giudici della Corte d’Assise hanno riconosciuto il 20enne Andrea Tranchina colpevole di omicidio volontario. Il difensore del ragazza ha optato per il rito abbreviato.
L’80enne morì dopo giorni di agonia a causa anche delle ustioni riportate a causa delle fiamme sprigionate dall’imputato che ha ammesso di aver cosparso il capo dell’anziano con del liquido (alcol, ndr) e di aver poi usato un accendino per appiccare il fuoco.
Il processo si è incentrato sull’analisi di due aspetti: se la morte sia stata conseguenza delle ustioni, che hanno interessato il 13% del corpo della vittima; e se Tranchina fosse consapevole del cosiddetto nesso di casualità ovvero della possibilità che dal suo gesto potessero scaturire conseguenze ben peggiori come, appunto, la morte.
Su questi due punti si è incentrato il processo, concluso con la pesante condanna a 20 anni. Il pm ne aveva chiesti 16, quattro meno di quelli poi comminati. Attesa adesso per le motivazioni, intanto l’avvocato Gianpiero Nassi – difensore del giovane – anticipa la volontà di voler ricorrere in appello.
In precedenza, era stato condannato anche un altro dei ragazzi che prese parte a quella notte di follia, a Grottasanta, tra il 30 settembre ed il 1 ottobre di due anni fa: Marco Gennaro. Per lui, condanna a 10 anni.