Siracusa. Barca in fiamme, le persone a bordo si salvano gettandosi in acqua

I Vigili del Fuoco di Siracusa sono intervenuti questo pomeriggio in zona Isola per l’incendio di una imbarcazione. Le fiamme sono state spente direttamente da terra, da una scogliera. Le persone a bordo si erano allontanate a nuoto in precedenza, raggiungendo in sicurezza la riva.




Siracusa. Blitz antidroga in via Algeri, operazione della Squadra Mobile: tre arresti. VIDEO

Ancora un colpo assestato alle piazze di spaccio dalla Questura di Siracusa. Operazione antidroga della Squadra Mobile aretusea che ha concentrato le sue attenzioni su via Algeri. Sono tre le persone arrestate. Si tratta di Sebastiano Genovese, di 22 anni, già conosciuto alle forze di polizia, Federico Pugliara, di 24 anni, e Christopher Colombo, di 23 anni. Sono stati colti in flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.
Assistiti da unità cinofile antidroga, gli agenti della Mobile hanno arrestato i tre all’interno di un complesso immobiliare di via Algeri. Due erano intenti a trasportare, all’interno di un paniere di vimini, un cospicuo quantitativo di marijuana, parte della quale già confezionata in dosi pronte per essere commercializzate.
Le attività di osservazione da parte del personale di polizia hanno consentito di individuare, contestualmente, un terzo giovane che, alla loro vista, si sarebbe disfatto dalla finestra della propria abitazione di un bilancino di precisione nonché di un involucro contenente cocaina.

La perquisizione all’interno dell’abitazione in uso ai tre ha consentito di rinvenire altra sostanza stupefacente, materiale idoneo al confezionamento della droga nonché denaro contante (1.500 euro), ritenuto provento dell’attività illecita.

Nel complesso sono stati sequestrati 300 grammi di marijuana, in grado di esprimere circa 600 dosi per un valore commerciale di 5.000 euro, e 15 grammi di cocaina, per un valore di circa 1.000 euro.




Siracusa. Cancellata abusiva all'ingresso di un condominio di via Italia, denunciato 28enne

Agenti delle Volanti e della Squadra Mobile di Siracusa, con l’obiettivo di contrastare le piazze di spaccio, hanno individuato una cancellata abusiva all’ingresso di un’area condominiale, nella zona di via Italia 103. Il cancello in ferro, secondo gli investigatori, sarebbe stato allestito per garantire “libertà” di azione ad eventuali spacciatori lì operanti.
Individuato il committente dell’opera, un 28enne già noto alle forze di Polizia. Sottoposto a perquisizione domiciliare è stato denunciato per detenzione abusiva di munizionamento nonché per la violazione edilizia (cancellata abusiva).




Siracusa. Meno denunce e furti, invariato il numero delle rapine: il bilancio annuale dei carabinieri

Diminuiscono i reati denunciati ai carabinieri: a 9940 a 9080, con un decremento del 9 per cento in provincia di Siracusa (il 68 per cento dei reati denunciati alle forze dell’ordine). Sono i numeri del bilancio dell’attività svolta nel corso dell’ultimo anno, sciorinati durante le celebrazioni , questa mattina al comando provinciale, del 206esimo anniversario della fondazione dell’Arma. Il numero di reati scoperti è stato pari al 30 per cento di quelli per cui i carabinieri hanno proceduto, come nell’anno precedente. Invariato il numero di rapine, 63. Particolarmente positivo il dato inerente ai furti denunciati, passati da un totale di 4.503 a 4.012 (-11%), nonostante le preoccupazioni inerenti al possibile incremento di furti che si sarebbe potuto scoprire a conclusione del lockdown.
Dall’inizio dell’anno (periodo gennaio – maggio 2020), le persone denunciate a piede libero dai Carabinieri aretusei per reati di vario genere sono state 1.908, con un incremento del 28,4% rispetto all’omologo periodo precedente, mentre il numero degli arresti, nonostante le difficoltà riscontrate nel lockdown, è comunque stato notevole: 223 in totale (con un calo di appena il 10% rispetto ai primi cinque mesi del 2019), di cui 129 in flagranza e 94 su disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
L’attività antidroga ha ancora una volta dato risultati importanti, consentendo il sequestro di complessivi kg. 42 di stupefacenti di vario genere e l’arresto di 113 soggetti, consentendo, altresì, di individuare 448 soggetti dediti all’assunzione di droghe (+25% rispetto ai 359 del periodo in comparazione), per lo più giovani, segnalati alle Prefetture di residenza.
Il contrasto ai reati in materia di violenza di genere, con particolare riguardo ai maltrattamenti in famiglia ed agli atti persecutori (stalking), dopo l’adozione del Codice rosso e le discendenti disposizioni della Procura della Repubblica di Siracusa, ha visto un consolidamento dell’attività operativa che si è concretizzata, negli ultimi 12 mesi, nell’arresto di 14 soggetti e nel deferimento in stato di libertà di altri 12 resisi responsabili di odiose condotte in danno di fasce deboli.

Tra le attività di polizia giudiziaria piu’ rilevanti. A luglio del 2019, rapina con sequestro di persona sventata,  presso l’ufficio postale di Belvedere, con un uomo armato di pistola che, per sfuggire all’arresto, prendeva in ostaggio alcuni dipendenti e clienti; l’operazione, dopo estenuante trattativa, si concludeva, senza alcun ferito, con l’arresto del rapinatore ed il recupero dell’intero provento del reato, pari a circa 13.000 euro.

L’arresto di 4 persone a Catania, lo scorso due maggio,  mentre, a bordo di due autovetture in una via cittadina di Siracusa, in orario notturno, stavano dando corso ad uno scambio di sostanza stupefacente:sequestrato, diviso in due confezioni, 1,1 kg. di marijuana nonché  400euro in contanti;
La Compagnia di Noto a giugno dello scorso anno ha arrestato due giovani, accusati di un efferato omicidio commesso 4 giorni prima ad Avola; poi l’operazione Bugs Bunny, con 5 arresti per spaccio di droga. A Pachino, il mese scorso, sette arresti, sempre per spaccio di stupefacenti, con l’operazione  TA-TA.; l’arresto di ieri, per un caso di lupara bianca del 2015, a Pachino. • il 16 settembre 2019, unitamente alla Compagnia Carabinieri Aeronautica Militare di Sigonella, a conclusione dell’indagine denominata Black Gold, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. del Tribunale di Siracusa, su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica, il Nucleo Operativo e Radiomobile di Augusta e la Stazione di Lentini hanno sottoposto all’obbligo di dimora 7 persone responsabili dei reati di associazione per delinquere, furto aggravato, ricettazione, inquinamento ambientale e distruzione o sabotaggio di opere militari, per aver sottratto in più occasioni carburante dall’oleodotto servente il locale aeroporto militare per un quantitativo pari a circa 212.000 litri di carburante, del valore orientativo di
€ 170.000,00, causando danni all’amministrazione militare quantificati in € 800.000,00.
L’aliquota Carabinieri della Sezione di Polizia Giudiziaria presso la Procura di Siracusa, il 6 febbraio 2020, ha concluso l’operazione convenzionalmente denominata Povero Ippocrate, che ha fatto emergere il diffuso malaffare esistente da tempo nel campo sanitario da parte di alcuni soggetti coinvolti nelle procedure di concessione delle pensioni di invalidità, conclusasi con l’arresto di 2 persone (la responsabile di un patronato abusivo ed un medico), l’esecuzione di 2 misure cautelari di obbligo di dimora e di 5 misure interdittive professionali a carico di altrettanti medici, per un numero complessivo di denunciati 71 a piede libero e beni sequestrati del valore totale di circa € 600.000,00. Molteplici i reati contestati a vario titolo agli indagati: corruzione aggravata, abuso d’ufficio, falso materiale ed ideologico, sostituzione di persona, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Il Nucleo Investigativo del Reparto Operativo, nel mese di febbraio 2020, ha dato corso all’operazione Barrakan, con cui sono stati sequestrati ai fini di confisca, su disposizione del Tribunale etneo, Sezione Misure di Prevenzione, susseguente a proposta della D.D.A. di Catania, nr. 2 società, conti correnti, nonché circa 410 tra camion, rimorchi ed autoveicoli, tutti beni riconducibili a soggetti legati al clan mafioso Nardo, per un ammontare di € 50.000.000,00 (cinquanta milioni), colpendo duramente la mafia dei trasporti su gomma degli agrumi.

Sulle strade, sanzioni per 3,5 milioni di euro a utenti indisciplinati con oltre 2700 verbali per violazioni al Codice della Strada.




Siracusa. Gasolio in mare, procedure antinquinamento nel Porto Piccolo

Procedura antinquinamento nelle acque del Porto Piccolo. E’ stata necessaria per via della presenza di gasolio in mare. La Sala Operativa della Guardia Costiera, una volta ricevuta la segnalazione, ha inviato le squadre sul posto. Al via, quindi, le procedure antinquinamento e l’impiego dei dispositivi previsti per “contenere effetti pregiudizievoli all’ambiente marino”. Il gasolio si trovava nella zona portuale di Riva Forte Gallo. Forte e persistente l’odore tipico. Avviata l’attività ispettiva, essendo sera e mancando, pertanto la luce naturale, inizialmente solo le molestie olfattive erano percepibili. E’ seguito un sopralluogo dell’area segnalata, da cui risultava la presenza di un’iridescenza sulla superficie dell’acqua dell’estensione di circa 40 mq, riconducibile, per odore, ad idrocarburi.
Al fine di circoscrivere l’inquinamento e contenere gli effetti pregiudizievoli per l’ambiente marino, si attivava l’intervento immediato della locale ditta concessionaria del servizio antinquinamento che, con l’utilizzo di un mezzo nautico, posizionava panne assorbenti in mare, a contenimento dello sversamento esistente, procedendo alla rimozione del prodotto inquinante.
Dopo qualche ora , terminate le operazioni di bonifica e ripristino dello stato dei luoghi. Non è stato possibile, nell’immediatezza, risalire alle cause dell’inquinamento e sono in corso verifiche ed accertamenti in merito all’individuazione dei fatti e dei responsabili della condotta illecita.

 




Revenge porn, indagata donna di 38 anni per diffusione illecita di immagini hot

Ancora un caso di revenge porn a Siracusa. Una 38enne è indagata dalla procura per diffusuone illecita di immagini sessualmente esplicite.
Agenti di Polizia Postale hanno eseguito una perquisizione nei confronti della donna.
L’indagine è stata avviata a seguito della denuncia della attuale compagna dell’ex fidanzato della 38enne. Quest’ultima aveva installato sul dispositivo del suo ex un
cloud a cui lei aveva accesso. L’uomo, pertanto, in modo inconsapevole, archiviava i suoi file in quell’archivio. Ottenute le immagini intime, l’indagata le aveva inviate
alla vittima ed al fratello di questa.
Le attività investigative, svolte con tempestività da personale specializzato della Polizia Postale, hanno permesso di risalire alla indagata ed evitare l’ulteriore diffusione delle immagini.
Il pubblico ministero ha immediatamente disposto la perquisizione domiciliare ed
informatica che ha consentito di sequestrare le apparecchiature informatiche dove erano contenute le immagini e confermare l’utilizzo dello spazio virtuale del cloud.




Blitz nella più grande discarica della Sicilia: 9 indagati e sequestri milionari

La Guardia di Finanza di Catania, in collaborazione con lo Scico e il gruppo aeronavale di Messina, sta eseguendo un’ordinanza di misure cautelari nei confronti di nove persone (2 in carcere, 3 ai domiciliari e 4 sottoposti a obblighi di Pg) per una presunta illecita conduzione della discarica di Lentini (Siracusa), la più estesa della Sicilia, gestita dalla Sicula Trasporti, dove peraltro conferisce parte dei suoi rifiuti anche il Comune di Siracusa. “Mazzetta Sicula” il nome dato all’operazione.
Secondo le accuse, i reati ipotizzati a vario titolo vanno dall’associazione a delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, alla frode nelle pubbliche forniture sino alla corruzione continuata, rivelazione di segreto d’ufficio e concorso esterno all’associazione mafiosa.
Ordinanza di custodia cautelare in carcere per l’amministratore della Sicula Trasporti srl, il 57enne Antonino Leonardi, peraltro amministratore di fatto della Gesac Srl ed amministratore di diritto della Sicula Compost Srl. E’ accusato di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti, corruzione e frode nelle forniture. In carcere anche Filadelfo Amarindo, 68 anni, dipendente della Sicula Trasporti Srl che dovrà rispondere di concorso esterno all’associazione mafiosa.
Disposti i domiciliari per Salvatore Leonardi, 57 anni, fratello di Antonino, socio della Sicula Trasporti Srl e della Gesac Srl; Vincenzo Liuzzo, 57 anni, dirigente di unità operativa semplice della sede di Siracusa dell’Arpa Sicilia, addetto ai controlli ed ai monitoraggi ambientali; e per Salvatore Pecora, 63 anni, istruttore tecnico impiegato presso il Libero Consorzio Comunale di Siracusa, addetto al controllo sulla gestione dei rifiuti.
Le imprese destinatarie del sequestro preventivo sono la Sicula Trasporti Srl (ora Sicula Trasporti Spa) di Catania, società con fatturato annuo di circa 100 milioni di euro e oltre 120 dipendenti; Sicula Compost Srl, con sede a Catania, con circa 20 dipendenti e fatturato di 3,6 milioni di euro; Gesac Srl, con sede a Catania, con oltre 20 dipendenti e fatturato annuo medio di circa 2 milioni di euro. Sequestrato preventivamente oltre 6 milioni di euro, ritenuti illecito profitto.




Omicidio Emanuele Nastasi, caso di lupara bianca nel 2015: arrestato il presunto killer

I Carabinieri della Compagnia di Noto hanno arrestato un uomo di Pachino, ritenuto responsabile dell’omicidio e dell’occultamento del cadavere di Emanuele Nastasi, all’epoca 35enne, avvenuti nel 2015. Il corpo della vittima, la cui autovettura fu ritrovata bruciata nelle campagne del siracusano, non è mai stato ritrovato, ma le indagini, pur a distanza di cinque anni, hanno permesso di arrestare il presunto assassino, noto spacciatore del luogo, con cui la vittima, per un banale debito di droga, aveva avuto delle discussioni e si era ribellato, pagando l’affronto con il sangue. Il fatto risale alla sera del 4 gennaio 2015, quando il cellulare di Nastasi smise di funzionare e in contrada Campo Reale fu rinvenuta la sua auto in fiamme. Voci artatamente messe in giro per depistare le indagini dicevano che si fosse allontanato volontariamente. Nessuna lettera di addio, né altri indizi che potessero fare pensare alla sua fuga o ad un gesto autolesionistico. Le indagini sono state dirette dal Sostituto Procuratore  Gaetano Bono e coordinate dal Procuratore Aggiunto della Repubblica  Fabio Scavone. L’omicidio sarebbe stato commesso da  Raffaele (Rabbiele) Forestieri e Paolo Forestieri (ucciso nel 2015).
Questa mattina, i Carabinieri della Compagnia di Noto, coadiuvati da quelli del Nucleo cinofili di Nicolosi (CT) e con l’ausilio di un elicottero del 12° Elinucleo di Catania, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Siracusa  Salvatore Palmeri  hanno tratto in arresto Raffaele Forestieri, pachinese, 42 anni,  e lo hanno condotto presso la Casa di Reclusione di Noto. Durante le perquisizioni eseguite al momento dell’arresto, i Carabinieri hanno sequestrato una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa, 77 proiettili del medesimo calibro, 16 grammi di cocaina e ben 900 grammi di marijuana, oltre a circa € 1200 in banconote di vario taglio, tutto materiale rinvenuto nelle pertinenze delle case popolari dove vive Forestieri.  Saranno ora svolti specifici accertamenti volti ad attribuire la riconducibilità del materiale sequestrato ed in particolare l’arma sarà inviata al RIS di Messina perché su di essa siano svolti specifici accertamenti dattiloscopici e balistici utili a stabilire chi ne fosse il detentore e se essa sia stata già utilizzata in qualche evento delittuoso in passato.
La storia della morte di Nastasi si interseca con il suo stato di tossicodipendenza.
Le indagini hanno evidenziato che l’uomo comprava l’eroina dai Forestieri .  Ed è proprio da un debito di droga di appena 80 euro che trarrebbe origine la vicenda.Una settimana prima della sua scomparsa, Nastasi avrebbe acquistato un quantitativo di droga per 80 euro, ma si trattava di eroina di scarsa qualità e di quantità inferiore rispetto al prezzo pattuito. Nastasi avrebbe fatto delle rimostranze agli spacciatori. Questa sua “irriverenza” sarebbe stata alla base della sua uccisione. Forestieri, infatti, sarebbe solito  sottomettere i suoi debitori incutendo timore con la sola presenza, specie nel complesso delle case popolari di Via Mascagni, dove si atteggerebbe a piccolo boss forte del suo  curriculum criminale e della sua pericolosità sociale, ben nota ai  residenti, traendone profitto. Del corpo, nessuna traccia, nonostante le attente ricerche, anche con l’ausilio di personale specializzato del Nucleo Speleo-Alpino-Fluviale del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Siracusa.




Priolo. Identificato il presunto autore del furto al Palazzo Municipale: denunciato

Identificato e denunciato il presunto autore del furto perpetrato all’interno del palazzo comunale di Priolo. Si tratta di un giovane di 26 anni, accusato di furto aggravato .Il presunto ladro si sarebbe impossessato del denaro contenuto all’interno della macchinetta del caffè. Nei giorni precedenti si sarebbe introdotto anche all’interno  della biblioteca comunale . Era pertanto destinatario di un avviso orale e sottoposto all’obbligo di dimora. Adesso, l’aggravamento della misura cui è destinatario.




Operazione Gold Trash: 14 indagati, 5 persone ai domiciliari, sequestri per 11 milioni

Quattordici indagati, cinque persone ai domiciliari, due soggette all’obbligo di dimora e poi provvedimenti interdittivi a vario titolo per altri 7 soggetti e sequestri per circa 11 milioni di euro. Sono i numeri dell’operazione Gold Trash. Questa mattina la Guardia di Finanza di Siracusa, su disposizione della Procura, ha eseguito un’ordinanza emessa dal gip aretuseo.
Sequestrata anche una società operante nel settore del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti per numerosi Enti comunali (tra cui quello di Siracusa) dal valore stimato in oltre 45 milioni di euro.
Il provvedimento chiude ampie indagini di natura economico–finanziaria che hanno portato alla luce ipotesi di bancarotta fraudolenta ad opera di diverse società riconducibili a un noto gruppo imprenditoriale di carattere familiare. Le frodi hanno anche portato, su richiesta dei sostituti Salvatore Grillo e Vincenzo Nitti, coordinati dal Procuratore Sabrina Gambino, al fallimento di 3 società.
Le investigazioni sono partite principalmente dall’esame della contabilità di alcune imprese del gruppo che versavano in una situazione di sostanziale dissesto. Dall’attività sarebbero emerse criticità e alert che portavano i militari all’esecuzione di ulteriori approfondimenti su aziende che erano subentrate negli appalti dopo che la società aggiudicataria, improvvisamente, veniva pilotata verso uno stato di decozione. Scoperto così che tutte le entità costituivano un vero e proprio sistema di “scatole vuote” che, in modo programmato, ha “assorbito”, non onorandolo, il carico fiscale e contributivo dell’attività nel suo complesso; tutto questo grazie alla compiacenza di persone con precisi ruoli e di uno staff tecnico, formato da commercialisti, nonché da “prestanomi”, tra cui un avvocato, regolarmente stipendiati dal gruppo.
In sintesi, le frodi si consumavano seguendo un modus oeprandi ricostruito dagli investigatori: le società che svolgevano l’attività di gestione dei rifiuti mantenevano, nel corso del tempo, una stessa denominazione comune, al fine di far apparire che il servizio venisse svolto da un’unica impresa. In realtà, quando l’esposizione debitoria di una delle entità diventava insostenibile, l’azienda produttiva era trasferita (mediante contratti di affitto, cessione di azienda o scissione) ad altra società del gruppo, sino a quel momento rimasta inattiva, che proseguiva nelle attività. Le società “svuotate”, oberate di debiti e private degli asset produttivi, erano quindi avviate, con la compiacenza di meri prestanomi, alla inesorabile liquidazione e/o cancellazione, con insolvenza dei debiti erariali.
Il gruppo imprenditoriale sarebbe riuscito così a perseguire costantemente un unico disegno criminoso: gestire l’azienda di famiglia senza onorare i pregressi debiti con lo Stato (circa 130 milioni di euro), lucrando grandi profitti dagli appalti con le pubbliche amministrazioni per sottrarre, nel contempo, risorse indispensabili all’integrità contabile e patrimoniale delle varie società.
Nei fascicoli di indagine ci sono intercettazioni telefoniche e ambientali, interrogatori, riscontri attraverso banche dati, perquisizioni domiciliari, locali e informatiche, acquisizioni documentali anche nei confronti di alcuni professionisti, oggi chiamati a rispondere per le proprie responsabilità. La mole degli elementi raccolti e acquisiti agli atti ha reso evidente che i componenti della famiglia avrebbero gestito direttamente personale, appalti e rapporti con le banche dell’intera rete societaria, della quale conoscevano dettagliatamente la situazione finanziaria ed economico-patrimoniale.
In tale contesto investigativo, peraltro, il gruppo familiare compariva in ruoli formali laddove le società erano in bonis, deliberando compensi che venivano elargiti dalle bad company al fine di riversare su quest’ultime gli oneri fiscali e contributivi in modo da aumentarne l’esposizione debitoria. Le attività hanno inoltre dimostrato che il drenaggio di risorse sarebbe avvenuto sfruttando il paravento giuridico offerto dall’intestazione fittizia delle imprese decotte a soggetti che non avevano alcun potere decisionale o strategico, i quali si limitavano ad eseguire ordini firmando “carte a richiesta”. Significativa e determinante, sotto questo particolare aspetto, l’opera dei professionisti relativamente agli aggiustamenti contabili e agli istituti giuridici tesi a svuotare le imprese decotte in frode ai propri creditori.
Nel corso delle indagini è stata anche individuata una società priva di dipendenti, finanziata con il denaro delle imprese del gruppo confluito nella realizzazione di una pregevole villa a uso esclusivo dell’esponente di spicco della famiglia, nonché “regista” dell’associazione. Grazie al meccanismo di compensazione dei crediti I.V.A. della società, per l’immobile non sono stati mai versati i tributi, quali l’I.M.U. e, tra i costi di esercizio, risultavano anche annotati acquisti di champagne e altri beni di consumo personale.
L’attività, condotta dalla Fiamme Gialle in via trasversale con i poteri di polizia tributaria e poi, sotto l’egida della Procura, con quelli di polizia giudiziaria, conferma la perniciosità della criminalità economico-finanziaria, in grado di alterare, per il soddisfacimento di interessi personali, le regole del sistema produttivo.