Rapine ai supermercato, c'è il fermo di un sospettato 24enne

Ha 24 anni ed è sospettato di essere l’autore delle rapine commesse in danno di due supermercati della zona nord della provincia. Secondo l’accusa, la sera del 13 ottobre, unitamente ad altri tre complici, in rapidissima successione, avrebbe fatto irruzione dapprima all’interno dell’esercizio commerciale “Penny Market” di Francofonte e, subito dopo, al “Conad” di Carlentini. In entrambi gli episodi criminosi, con volto travisato ed armato di pistola e cacciavite, avrebbe minacciato i rispettivi cassieri facendosi consegnare la somma complessiva di 3.000 euro, dileguandosi, immediatamente dopo, per le vie limitrofe, unitamente ai complici a bordo di un’autovettura a lui in uso.
Le immediate ricerche, attivate a seguito di acquisizione di informazioni testimoniali e da un’attenta analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza posti a sicurezza delle attività “colpite”, hanno permesso l’individuazione del responsabile e del veicolo utilizzato.
Nel corso delle perquisizioni domiciliari, i carabinieri di Lentin hanno trovato altro materiale probante, sottoposto a sequestro. Il fermato, espletate le prescritte formalità rito,è stato tradotto presso la casa circondariale “Cavadonna” di Siracusa. Questa mattina la convalida del fermo.

Foto archivio




Vicenda Bingo, Gennuso: "Tutto regolare, accordi firmati con il sindacato"

“Nel 2015, né io, né mio figlio, eravamo proprietari del Bingo Magic di Palermo, quindi non abbiamo avuto nessun rapporto con i dipendenti dell’epoca”. Così il deputato regionale Giuseppe Gennuso fa alcune puntualizzazioni in merito alla notizia secondo cui avrebbe fatto delle pressioni ai lavoratori del Bingo Magic in una fase di transazione nel passaggio tra le vecchia e la nuova società. “ Quello che affermano i tre dipendenti non riguarda il “Gruppo Gennuso” – prosegue l’imprenditore – Non c’è stata nessuna minaccia perché tutti i lavoratori, hanno firmato l’accordo assistiti dal sindacato. La trattativa sindacale è stata fatta dagli ex proprietari, nella fattispecie da Leonardo Burgio, sindaco di Serradifalco e dalla madre, Daniela Faraoni, direttrice amministrativa dell’Asp di Catania. In questa storia siamo completamente estranei e vorrei ricordare a quanti hanno memoria corta, che noi le minacce le abbiamo sempre subite, pure dalla mafia palermitana e le abbiamo tempestivamente denunciate all’autorità giudiziaria”.
Sulla vicenda del Bingo Magic di Palermo, interviene anche l’avvocato Nino Caleca che difende il gruppo imprenditoriale Gennuso. “Su questa vicenda – ha detto il penalista – ci riserviamo di denunciare per calunnia i tre lavoratori che accusano l’onorevole Gennuso ed uno dei figli, di minacce. I miei clienti nel 2015 non erano proprietari dell’attività commerciale di Palermo, pertanto non avevano alcun titolo per sedersi ad un tavolo di trattative con i sindacati, sui tagli al personale. La trattativa interessò i vecchi proprietari del Bingo Magic, Daniela Faraoni, direttrice amministrativa dell’Asp di Catania, e Leonardo Burgio, sindaco di Serradifalco, e la rappresentanza sindacale dei lavoratori”, ha concluso l’avvocato Caleca.




Operazione Xiphonia: il porto turistico di Augusta "occasione" per frodi e truffe

L’operazione Xiphonia parte da un controllo fiscale e dall’intuito delle fiamme gialle di Siracusa. Insospettiscono i numeri ma insospettisce anche il coinvolgimento di una ditta edile che costruisce villette e palazzi in lavori per un porto turistico. E’ il punto di partenza dell’indagine che, coordinata dalla Procura di Siracusa, ha portato ai domiciliari due imprenditori augustani: Alfio Fazio, amministratore della PXA srl e Antonino Ranno, amministratore di fatto di Edil Tiche srl.
Sarebbero loro, secondo l’accusa, i promotori di un’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e alla truffa per la percezione di contributi pubblici. Altre cinque persone sono state colpite da misura cautelare interdittiva per dieci mesi. Un’ottava persona risulta al momento indagata ma senza applicazione di misure. Sequestrate somme per equivalente per un importo vicino agli 8 milioni di euro.
Al centro di tutta la vicenda, la realizzazione del porto turistico nel golfo Xifonio di Augusta. Il progetto è stato destinatario di un contributo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per 8 milioni di euro. La somma era stata parzialmente erogata (2,6 milioni), il resto – due ulteriori tranche – è stato interrotto a causa dell’avvio del procedimento penale.
Le indagini hanno portato alla luce quello che per gli investigatori è un sodalizio criminoso, organizzato in un reticolo di società che avrebbero emesso e utilizzato fatture per operazioni inesistenti dirette a rendicontare una serie di lavori in realtà mai realizzati. Le prestazioni, effettivamente eseguite dalle società della stessa famiglia, avevano quindi un valore molto inferiore rispetto a quello presentato a finanziamento.
Il “castello di carte” è crollato quando gli investigatori hanno vagliato la sussistenza delle ragioni economico – imprenditoriali di vari impegni contrattuali, formalizzati solo per gonfiare artificiosamente i costi di realizzazione del porto in modo da determinare il quantum dell’erogazione pubblica concessa.
L’impresa marittimo era la destinataria del contributo pubblico, con l’amministratore titolare di numerose cariche nelle altre “società di famiglia”, tutte operanti nel medesimo settore e in qualche modo coinvolte nel giro che avrebbe dovuto cancellare debiti con l’Erario e procurare indebiti vantaggi fiscali e contabili, fino al contributo pubblico.
La realizzazione di rilevanti opere infrastrutturali nel costruendo porto turistico di Augusta era stata affidata alla Edil Tiche che – non essendo in grado di operare con autonome risorse umane e materiali – subappaltava i lavori a lei affidati a ulteriori società che, in molti casi, sono risultate riconducibili alla stessa famiglia dell’impresario marittimo. Queste società fatturavano alla committente, che a sua volta “girava i costi” alla titolare del finanziamento, dichiarando nei documenti valori notevolmente gonfiati rispetto a quelli reali.
Pertanto, nella sostanza, la società edile, operante nel ramo delle costruzioni residenziali, avrebbe assunto solo formalmente il ruolo di appaltatrice delle opere, così costituendo il “paravento giuridico” perché il progetto criminoso si avviasse e realizzasse. Una tipica interposizione fittizia soggettiva che consentiva di “gonfiare” sensibilmente costi sostenuti solo sulla carta, creando un considerevole disallineamento tra il reale impegno economico sostenuto dalla famiglia realizzatrice dell’opera portuale e quello – artificiosamente superiore – documentato dalle fatture presentate alla Regione Sicilia per l’erogazione del contributo pubblico.
Complessivamente, le opere infrastrutturali interessate dal sistema di false fatturazioni sono state quantificate in quasi 22 milioni di Euro e riguardano sostanzialmente l’acquisto di palancole, la fornitura di blocchi di cemento e di pali – tubi camiciati in acciaio, nonché le operazioni relative al nolo a caldo dei mezzi marittimi ed i contratti di dragaggio.
Attorno alle figure dei due imprenditori, ruoterebbero i gregari: gli amministratori di diritto delle società coinvolte che, attraverso l’emissione e l’utilizzo delle fatture false, hanno reso possibile la realizzazione del disegno delittuoso.
Agli indagati, a vario titolo, vengono contestati i reati di associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e indebita compensazione.




Operazione Xiphonia: due imprenditori ai domiciliari, parlano gli investigatori

La Guardia di Finanza di Siracusa ha eseguito due arresti domiciliari e 5 misure interdittive disposte dal gip del Tribunale di Siracusa nei confronti di alcuni imprenditori locali. E’ l’operazione Xiphonia che ha portato anche al sequestro di quasi 8 milioni di euro.
Le fiamme gialle hanno svelato un articolato sistema di fatture false per ottenere illeciti vantaggi fiscali e finanziamenti pubblici destinati alla costruzione del porto turistico di Augusta.
Le accuse vanno dall’emissione e annotazione di fatture false alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dall’indebita compensazione all’associazione a delinquere. Parlano gli investigatori. Le interviste, in alto.




Lavoro nero, 15 ispezioni in provincia: sospese 5 aziende

I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro hanno eseguito nuovi controlli per arginare il dilagante fenomeno del lavoro nero, del caporalato e delle violazioni sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Sono state 15 le ispezioni eseguite in altrettante aziende di Priolo Gargallo, Melilli, Augusta, Cassibile, Rosolini, Avola e Pachino. Sono state esaminate 62 posizioni lavorative, di cui 22 sono risultate irregolari sotto il profilo contributivo e retributivo.
I 15 lavoratori in nero sono individuati nel corso dei vari controlli: 2 in un supermercato; 1 in un cantiere edile; 12 in tre diverse aziende agricole.
Per 5 aziende è scattato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale: si tratta di un supermercato, di una impresa edile e di tre imprese agricole.
Nei confronti di 6 datori di lavoro è anche scattata la denuncia in stato di libertà per diverse violazioni in materia di sicurezza sul lavoro, che riguardano la mancata redazione del Documento di Valutazione dei Rischi, i ponteggi costruiti in modo non conforme alle norme e l’omesso coordinamento tra lavori eseguiti nello stesso cantiere da più imprese.
In tutti i casi, anche inibendo parzialmente l’attività di cantiere, sono sempre state impartite precise disposizioni ai datori di lavoro e sono state ripristinate le condizioni di sicurezza imposte dalla legge.
Le sanzioni amministrative irrogate ammontano a oltre 55 mila euro e le ammende contestate ammontato a quasi 19 mila euro.




Siracusa. Formosa, istanza in Procura: presunte omissioni denunciate già a gennaio

La Procura ha deciso di acquisire il servizio trasmesso da Le Iene (Italia 1) ed incentrato sui punti oscuri nei rilievi sull’incidente che costò la vita al 15enne Renzo Formosa. I magistrati vogliono verificare l’eventuale sussistenza di omissioni, incrociando i documenti mostrati e alcune dichiarazioni da parte degli agenti della Municipale intervenuti.
L’avvocato difensore della famiglia Formosa, Gianluca Caruso, depositerà oggi una istanza per comunicare al procuratore aggiunto Fabio Scavone – che segue il caso – come gli stessi fatti venuti alla ribalta con il servizio tv erano già stati oggetto di denuncia il 10 gennaio scorso, nove mesi fa. Ed a quella denuncia erano allegati i documenti integrali poi apparsi in alcuni estratti durante la ricostruzione operata dalla trasmissione Le Iene e da cui si evincerebbero presunte omissioni. In tutti questi mesi, però, non ci sarebbe stato alcun riscontro ad una denuncia presumibilmente all’epoca contro ignoti. Una istanza che vale come pro-memoria, insomma. Intanto lievita in città il malcontento dell’opinione pubblica per quanto accaduto e mostrato dalla trasmissione tv. Nelle prossime ore, sul tavolo del primo cittadino Francesco Italia ci sarà la relazione sull’accaduto del comandante della Municipale, Enzo Miccoli (non in carica all’epoca dei fatti, ndr). Dopo il sindaco incontrerà in forma privata la famiglia dello sfortunato Renzo. Ci sono voluti due anni, ma forse ci si è accorti della gravità di quanto accadde quel maledetto pomeriggio di aprile in via Cannizzo.




Siracusa. Rapina in tabaccheria, arrestati i presunti autori: uno è minorenne

Rapina aggravata. Con questa accusa gli uomini delle Volanti hanno arrestato Mirko Lo Manto, 18 anni e un minore di 17 . I due sono stati bloccati ieri intorno alle 13 dopo che, con il volto travisato da passamontagna e armati di taglierino avrebbero fatto irruzione in una tabaccheria di via Grotte. Si sarebbero impossessati del cassetto de registratore di cassa, contenente circa 300 euro. Dopo il “colpo”, si sono dileguati. La tempestività dei poliziotti avrebbe consentito di bloccare i presunti rapinatori ancora in possesso della refurtiva. Ai giovani sono stati sequestrati il taglierino e il passamontagna utilizzati. Il maggiorenne è stato condotto nel carcere di Cavadonna, mentre il 17enne è stato accompagnato al Centro di Accoglienza per Minori di Catania.




Siracusa. Rinviata l'udienza, slitta la partenza del processo a Rita Frontino

Rinviata al 26 ottobre l’udienza del processo a carico dell’imprenditrice Rita Frontino. Uno slittamento tecnico, reso necessario dall’astensione per incompatibilità di due giudici del collegio penale nella convocazione del 12 ottobre scorso.
Insieme ad altri tre imputati, la Frontino – in carcere a Catania – è accusata in concorso ed a vario titolo di bancarotta fraudolenta, truffa e frode fiscale. Entro la data della nuova udienza, il presidente del Tribunale dovrà nominare altri due giudici a latere.
Nelle prossime settimane, intanto, la Cassazione si pronuncerà sul ricorso presentato dai difensori di Rita Frontino contro l’ordinanza di custodia in carcere, confermata invece dal Riesame di Catania.




Augusta. Borseggiatore seriale, "avviso" per un 54enne catanese

Agenti della Polizia di Augusta, al termine di una laboriosa attività di indagine diretta dalla Procura di Siracusa, hanno notificato ad un catanese di 54 anni un avviso di conclusione di indagini preliminari per furto aggravato e indebito utilizzo di carte di credito o di pagamento.
L’indagato è accusato di essere un borseggiatore seriale che agiva presso un mercato rionale di Augusta. L’uomo, dopo essersi impossessato fraudolentemente dei portafogli di due ignare vittime, riusciva, in entrambi i casi, ad utilizzare le carte bancomat, poco prima sottratte, per prelevare somme consistenti di denaro.




Carlentini. In tre fanno irruzione al supermercato: bottino da 674 euro

Rapina in un supermercato di Carlentini, ieri sera, poco prima dell’orario di chiusura. Poliziotti intervenuti in via Gramsci dove, poco prima, tre individui con il volto travisato da passamontagna ed armati di pistola, dopo aver fatto irruzione nei locali dell’esercizio commerciale, si impossessavano di 674 euro in contanti e si dileguavano. Indagini in corso.

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