Escursionisti siracusani soccorsi sull'Etna: sorpresi da una bufera di neve

Due escursionisti siracusani ed un ucraino sono stati soccorsi nel pomeriggio di ieri dai militari del soccorso alpino della guardia di Finanza di Nicolosi. Lo hanno tratti in salvo sul versante Sud dell’Etna. Erano stati sorpreso da una bufera di neve.
Partiti dal rifugio Sapienza, avevano risalito le pendici del vulcano fino a quota 2.500 metri. La bufera ha impedito loro di ritrovare il sentiero di discesa verso valle. Si sono allora rifugiati in un casotto ed hanno contattato il gestore del rifugio richiedendo aiuto.
Sul posto, con l’ausilio di un pulmino fuoristrada della Funivia dell’Etna, sono arrivati i soccorsi. C’è voluta un’ora per raggiungerli, a causa delle condizioni meteo e del terreno reso pericoloso. Infreddoliti ma in buone condizioni, sono stati accompagnati al Rifugio Sapienza da dove hanno poi fatto ritorno a casa.




La mafia a Siracusa: le famiglie, i rapporti di forza e gli interessi nella relazione della Dia

Presentata in Parlamento la relazione della Dia sulla presenza della mafia in Sicilia. Un’analisi dettaglia, provincia per provincia, con l’attento studio e ricostruzione dei gruppi malavitosi presenti e delle loro attività. Per quel che riguarda Siracusa, operano e coesistono diverse organizzazioni mafiose. Si registra così l’attivismo dei Bottaro-Attanasio e del gruppo Santa Panagia. “I primi si rapportano stabilmente al clan etneo dei Cappello – si legge nelle relazione della Dia – mentre i secondi rappresentano un’articolazione della compagine dei Nardo-Aparo-Trigila, vicina a Cosa nostra catanese ed in particolare alla famiglia dei Santapaola”.
Nella parte nord della provincia (Lentini, Carlentini, Francofonte ed Augusta) è presente la famiglia Nardo, “il cui boss è attualmente detenuto e che è stata raggiunta, nel semestre in esame, da un sequestro di beni a carico di un affiliato”.
A sud (Noto, Avola, Pachino, Rosolini) egemone è la famiglia dei Trigila, “il cui attuale reggente è stato colpito da un’indagine che ne ha rivelato la forte caratura criminale ‘che gli permetteva di atteggiarsi ad assoluto boss del territorio, quantomeno con riferimento alla città di Noto'”.
A Floridia, Solarino e Sortino si avverte l’influenza criminale degli Aparo. A Cassibile “opera il sodalizio dei Linguanti, articolazione dei Trigila, mentre il territorio del comune di Pachino vede l’egemonia del clan Giuliano, del quale sono stati accertati, anche in seguito ad un’indagine eseguita nel luglio 2018, radicati legami con i Cappello di Catania”.
Forte è l’interesse della criminalità organizzata, anche nella provincia di Siracusa, “per il traffico di stupefacenti e per le attività estorsive”.




Venditore di caldarroste con 50 dosi di cocaina: inseguimento e arresto

Un venditore ambulante di caldarroste è stato arrestato nella piazza antistante la Villa Comunale di Sortino. Sono intervenuti i carabinieri, impegnati in un servizio di controllo. Alla vista delle divise, il 51enne Luigi Fontana è fuggito correndo verso un vicino chioschetto, dove la consorte gestisce una panineria. Ha tentato di disfarsi della droga che nascondeva gettandola nel sottostante piazzale. L’involucro è però caduto proprio nelle mani di altri carabinieri che si trovavano nel piazzale per controllare altri soggetti, che a loro volta cercavano di dileguarsi.
Per Fontana è scattato l’arresto in flagranza: l’involucro lanciato conteneva ben 26 grammi di cocaina suddivisa in 50 dosi. All’uomo è stata sequestrata anche la somma di 2.900 euro, presunto provento dell’attività di spaccio.
Nel corso della stessa operazione, i Carabinieri hanno denunciato un 18enne sorpreso con 13 grammi di marijuana, suddivisa in 3 involucri; hanno segnalato all’Autorità Amministrativa per uso personale di stupefacenti un 41enne trovato con indosso un’ulteriore dose di analoga sostanza.




Siracusa. Droga e Mafia, processo Aretusa: chieste condanne per 216 anni di carcere

Formulate le richieste di condanna nei confronti dei 20 imputati del processo Aretusa. Sono accusati di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Secondo la ricostruzione dell’accusa, avrebbero fatto parte di tre gruppi criminali, capaci di spartirsi il territorio per la gestione della droga. Le richieste sono partite dal pm della Direzione distrettuale antimafia di Catania, Alessandro La Rosa. Sono in totale 216 gli anni di carcere presentati dal pm ai giudici della Corte di Assise . La  pena più pesante, 30 anni, è stata sollecitata per Gianfranco Urso, figlio di Agostino Urso, “u prufissuri”, storico capo clan assassinato il 29 giugno del 1992 al Lido Sayonara, a Fontane Bianche. Per i magistrati della Procura distrettuale antimafia, Gianfranco Urso, era il capo della cellula operante nella zona di via Bartolomeo Cannizzo, a nord di Siracusa, e proprio sotto casa sua che, secondo polizia e carabinieri, sarebbero avvenuti i summit per appianare gli scontri o prendere decisioni. Nel dettaglio le richieste del pm della Dda di Catania prevedono: 30 anni di reclusione per Gianfranco Urso; 22 anni per Luigi Urso; 15 anni per Andrea Abdoush,; 19 anni per Salvatore Catania; 11 anni di reclusione ciascuno per Agostino Urso e Gianfranco Bottaro; 12 anni per Daniele Romeo; diciannove anni per Lorenzo Vasile; nove anni per Franco Satornino; 15 anni per Massimiliano Midolo; 12 anni per Maria Christian Terranova; undici anni di reclusione per Lorenzo Giarratana; tre anni e sei mesi per Francesco Fontana; tre anni per Massimiliano Romano; due anni e sei mesi per Sebastiano Recupero; due anni per Angelica Midolo; cinque anni ciascuno per Salvatore Quattrocchi e Umberto Montoneri; tre anni e sei mesi per Concetto Anthony Magnano e sette anni per Salvatore Silone.




Siracusa. Denunciato posteggiatore abusivo, in "servizio" violando il daspo urbano

Ancora una volta sorpreso a svolgere attività di posteggiatore abusivo, denunciato dalla Polizia un 38enne all’opera in viale Romagnoli, in violazione di un provvedimento di Daspo urbano emesso dal Questore di Siracusa per analogo motivo.




Siracusa. Processo Fantassunzioni, le difese: assoluzione per gli ex consiglieri comunali

Nel processo Fantassunzioni è stata oggi la volta delle difese. In aula, i difensori degli imputati – sei ex consiglieri comunali di Siracusa (Adolfo Mollica, Piero Maltese, Franco Formica, Riccardo Cavallaro, Riccardo De Benedictis) ed altrettanti imprenditori (Giuseppe Serra, Sebastiano Solerte, Roberto Zappalà, Paolo Pizzo, Marco Romano e Maurizio Masuzzo)- hanno contestato le accuse, chiedendo l’assoluzione per i loro assistiti.
Sono chiamati a rispondere di truffa aggravata in un procedimento nato da una indagine scattata nel 2013. Secondo l’accusa, gli ex consiglieri furono fittiziamente assunti dai datori di lavoro per incassare i rimborsi erogati dal Comune.
Gli avvocati difensori, a più riprese, hanno rimarcato la legittimità dei rimborsi come previsto dalle norme. Dubbi sono stati poi avanzati sulle indagini, definite in aula “lacunose” dall’avvocato Sebastiano Ricupero difensore di Piero Maltese.
Nel caso dell’ex consigliere Mollica, il suo legale Graziano Siringo ha sottolineato come l’assunzione del suo assistito risalga al mese di novembre del 2011, un mese prima della nomina a consigliere comunale di Siracusa avvenuta in seguito alla rinuncia di chi lo aveva preceduto in lista. Inoltre, l’incarico affidatogli (direttore sanitario di una azienda) sarebbe legato al merito ed alle competenze personali.




Barricato in casa con la nonna, lancia mobili e minaccia i carabinieri: paura a Priolo

Arresto in flagranza per resistenza a Pubblico Ufficiale per Michele Cunsolo, 20 anni, siracusano, disoccupato. Il giovane sarebbe andato in escandescenza dopo una lite con i familiari , distruggendo i mobili e anche suppellettili della casa della nonna materna. Giunti sul posto, i Carabinieri hanno cercato di riportare il ragazzo alla ragione, ma ogni tentativo si è rivelato vano. Infatti, dopo i primi tentativi di dialogo,  Cunsolo avrebbe iniziato a lanciare contro i Carabinieri, dal balcone dell’appartamento, i resti dei mobili che poco prima aveva distrutto e a minacciare di morte i militari. Successivamente ha impugnato un taglierino e si è barricato in casa con la nonna, continuando a minacciare atti violenti nei confronti dei militari e della nonna stessa.
Dopo una lunga negoziazione, i militari operanti sono riusciti a convincere il giovane ad aprire la porta di casa e, una volta entrati, lo hanno disarmato e tratto in arresto.




Siracusa. Si arrampica al primo piano di un palazzo per rubare: bloccato e arrestato

Si era arrampicato al primo piano di una palazzina di Ortigia e, infrangendo il vetro di una finestra, si era introdotto in un appartamento, rubando un televisore. E’ stato interrotto dall’arrivo dei carabinieri della stazione di Ortigia e arrestato. Rosario Parentignoti, 36 anni, dovrà rispondere di furto aggravato. La refurtiva recuperata è stata restituita al legittimo proprietario, mentre all’uomo sono stati concessi i domiciliari.




Si cosparge di liquido infiammabile e si da fuoco: grave un 39enne

Si è dato fuoco nel cortile della sua casa, a Floridia. Un gesto disperato, ancora senza un perché. Protagonista della triste vicenda è un 39enne, trasferito al reparto Grandi Ustiomati del Cannizzaro di Catania. Le sue condizioni sono gravi. I carabinieri hanno avviato le indagini del caso.
Il trentanovenn, secondo una prima ricostruzione, dopo esserci cosparso di liquido infiammabile avrebbe usato un accendino per trasformarsi in una torcia umana.
A prestargli soccorso sono stati i vicini di casa, scesi in cortile per spegnare le fiamme che avevano coperto il corpo della vittima.




Uccise un giovane di 23 anni: medico condannato a 21 anni di carcere

I Carabinieri della Stazione Siracusa  hanno eseguito un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Catania, arrestando Michele Privitera, catanese, 60 anni, medico. Privitera ,condannato in via definitiva per l’omicidio di un giovane 23enne commesso nelle campagne di Paternò il 02 gennaio del 2008, è stato condotto presso la Casa circondariale “Cavadonna” dove  sconterà una pena di 20 anni, 11 mesi e 11 giorni.