Cambio al vertice dei commissariati di Avola e Augusta: arrivano Consoli e Marletta

Un ritorno in provincia di Siracusa per il neo promosso Vice Questore Giancarlo Consoli che in passato aveva lasciato la direzione del Commissariato di P.S. di Avola per assumere il comando dei Commissariati catanesi di Nesima e di Adrano, prima di frequentare il corso di alta formazione interforze a Roma. Il dott. Consoli si è sempre contraddistinto per una spiccata propensione investigativa testimoniata dalle tante operazioni di polizia giudiziaria portate a termine con successo soprattutto nel contrasto alle organizzazioni criminali di stampo mafioso.

La dott.ssa Marletta, dal 2014 alla direzione del Commissariato di P.S. di Augusta, dopo aver ricoperto incarichi nella Squadra Mobile catanese, andrà a dirigere l’Ufficio Immigrazione della Questura aretusea, portando con se tutta l’esperienza acquisita in tanti anni di direzione dell’ordine pubblico in occasione degli sbarchi di migranti presso il porto megarese. Anche il Vice Questore Marletta è un Funzionario di comprovata esperienza che si è sempre distinto per professionalità e competenza.
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Priolo. Brucia cartoni nel condominio, denunciato 40enne

Un 40enne è stato denunciato dalla Polizia di Priolo. All’interno di un’area condominiale, nell’atrio della sua abitazione, ha bruciato cartoni ed altro materiale. La situazione, che ha richiesto l’intervento dei vigili del fuoco, avrebbe potuto potenzialmente creare più di un pericolo per le abitazioni circostanti. Intervenuti i poliziotti che hanno segnalato l’uomo all’autorità giudiziaria.




Siracusa. Botte e minacce alla moglie: arrestato marito violento

La picchiava, perseguitava, minacciava. Un uomo di 33 anni, siracusano, è stato arrestato dagli uomini delle Volanti con l’accusa di atti persecutori, maltrattamenti in famiglia e minacce aggravate. Vittima della violenza del giovane, la moglie, di 28 anni, siracusana come lui.  L’arrestato, dopo le incombenze di rito, è stato condotto in carcere.




Tragico incidente in Scozia, tra le vittime ci sono anche siracusani

Una donna e un bimbo siracusano di 4 anni hanno perso la vita in un drammatico incidente stradale in Scozia. Lo scontro è avvenuto nel nord-est della Scozia, lungo la A96. Le vittime si trovavano a bordo di un minibus che trasportava un gruppo di turisti italiani. Nell’incidente sono rimasti uccisi anche i tre passeggeri dell’auto (due donne di 69 e 70 anni e un uomo di 63 anni).
Altre cinque persone, tra cui un altro bambino italiano di tre anni, sono state portate in ospedale per le cure del caso.
Un’indagine è in corso per la ricostruzione della dinamica dello scontro tra il bianco Fiat Talento con i turisti a bordo e la Nissan X-Rail. Lo scontro nel pomeriggio di ieri.




Lentini. Era sfuggito al primo arresto, bloccato nella notte "soggetto pericoloso"

Nella nottata scorsa è stato arrestato Sebastiano Scandurra, lentinese, considerato “soggetto pericoloso” dalle forze dell’ordine. Il 28 giugno si era sottratto all’esecuzione dell’ordinanza, riuscendo a fuggire.
Il fuggitivo, nel corso della notte, è stato sorpreso dalla Polizia mentre si intratteneva all’interno dell’abitazione di un noto pregiudicato, in compagnia di altre due persone.
Scandurra in passato è stato tratto in arresto per i reati di estorsione e furto, continuando negli anni ad accumulare numerosi precedenti di per reati contro il patrimonio e contro la persona. La propensione a delinquere del giovane trova il suo apice il 5 maggio del 2013 quando, per futili motivi, avrebbe organizzato una spedizione punitiva inseguendo con la sua autovettura un giovane, esplodendo al contempo numerosi colpi di arma da fuoco all’indirizzo della parte posteriore dell’autovettura guidata dalla vittima senza fortunatamente riuscire a colpirlo. Il bersaglio si salvò scappando nel nel cortile del Commissariato di Polizia.




Siracusa. Sorpresi all'opera dentro un appartamento, arrestati in due

Alle 4 di questa mattina, agenti delle Volanti sono intervenuti nei pressi di via Temistocle per la presenza di ladri in azione all’interno di un appartamento. Circondata l’abitazione e bloccate tutte le vie di fuga, i poliziotti hanno tratto in arresto, nella flagranza del reato di tentato furto aggravato in abitazione, Antonino e Danilo Casto, 67 e 35 anni. I due, dopo aver forzato una porta utilizzando strumenti di effrazione, si erano introdotti nella casa ed avevano sradicato dal muro una cassaforte.




Siracusa. Spaccio di droga al party, arrestato 23enne con diverse dosi di MD

Arrestato per spaccio il 23enne Antonino Giuffrida. Nella notte, due agenti della Polizia di Stato liberi dal servizio lo hanno notato durante un party in Ortigia, al Maniace, mentre scambiava un involucro contenente una dose di MD in cambio di denaro. Sono prontamente intervenuti e lo hanno bloccato, chiedendo l’immediato ausilio di un equipaggio delle Volanti. Al ragazzo sono state sequestrate altre 4 dosi di MD, simile all’ecstasy. E’ stato posto ai domiciliari. Il consumatore dello stupefacente, un 27enne di Bergamo, è stato segnalato all’Autorità Amministrativa competente.




Minorenne col vizio del furto, identificato anche grazie alle videocamere

Dopo indagini iniziate nel mese di maggio scorso, eseguita dalla Polizia un’ordinanza di accompagnamento in struttura per minori nei confronti di un 17enne. Il giovane è accusato di furto con strappo di una collana con monili in oro avvenuto il 19 maggio via Castello Maniace. Inoltre, a suo carico sono emersi gravi indizi in ordine al furto aggravato di una mountain bike marca KTM, commesso il 20 maggio scorso in via Della Giudecca.
Entrambi i reati sarebbero stati commessi in concorso con altro soggetto, ancora ignoto. Le immagini dei vari sistemi di sorveglianza hanno contribuito all’identificazione del giovane.

foto archivio




Omicidio di Pippo Scarso, dato alle fiamme in casa: 10 anni per Marco Gennaro

Il gup del Tribunale di Siracusa ha condannato a dieci anni di reclusione Marco Gennaro, 21 anni, accusato di omicidio pluriaggravato e stalking. Il giovane, giudicato con rito abbreviato, era accusato dell’omicidio di Giuseppe Scarso, 80 anni, aggredito e dato alle fiamme nella sua abitazione in ronco II di via Servi di Maria a Siracusa nella notte tra il 1 e il 2 ottobre del 2016.
“Don Pippo”, così lo chiamavano nella zona, morì all’ospedale Cannizzaro di Catania dopo oltre due mesi di agonia. Secondo la ricostruzione del legale difensore, avvocato Aldo Ganci, Gennaro si sarebbe introdotto nella casa con Andrea Tranchina, 19 anni. Ma sarebbe stato quest’ultimo a gettare del liquido infiammabile e a dare fuoco. Tranchina ha scelto il rito ordinario. Il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a dodici anni di reclusione. Il gup ha inoltre condannato a 4 mesi di reclusione Sebastiano Amorelli, amico dei due, che però non aveva partecipato quella sera alla spedizione contro l’anziano, ma rispondeva solo di stalking.

Marco Gennaro a destra in foto; Tranchina a sinistra




Noto. "Il cannolo di ricotta dietro la porta", frasi criptate per gestire lo spaccio:12 indagati

Avviso di conclusione delle indagini preliminari a carico di 12 persone. La notifica, ieri, al termine di un’articolata  attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa. Gli agenti del commissariato di Noto hanno denunciato i 12,  alcuni dei quali già noti alle forze di polizia, in quanto in concorso tra loro, in tempi diversi ed in esecuzione del medesimo disegno criminoso, detenevano ai fini della cessione a terzi sostanze stupefacenti del tipo hashish e marijuana, con la recidiva reiterata ed infra-quinquennale per diversi di loro. Si tratta di un 40enne, un 41enne, un 33enne, un 28enne, due 27enni, un 29enne, tutti netini, un uomo di 43 anni, di Catania, un 34enne ed un 39enne di Portopalo e ancora un 32enne e un 26enne netini. L’indagine, avviata con la Procura Distrettuale Antimafia di Catania, poi trasmigrata a quella ordinaria di Siracusa , espletata dal Commissariato di Pubblica Sicurezza di Noto e supportata da attività tecnica di intercettazione sia telefonica che ambientale, ha permesso  di acquisire riscontri oggettivi e ritenuti inequivocabili a carico dei 12 soggetti gravitanti nel settore dello spaccio di stupefacenti. Più nel dettaglio, nell’ottobre 2010, personale di Polizia dipendente, ha appreso della proficua attività di spaccio di droga da parte di due cognati, per cui si avvalevano di giovani pusher che erano soliti frequentare luoghi di concentramento giovanile .I sospetti sono stati confermati da attività di appostamento, osservazione e pedinamento. Zona di spaccio, piazza Mazzini e il centro storico, nei pressi di corso Vittorio Emanuele, nonchè sul sagrato della Basilica del S.S Salvatore. Ricostruiti legami con la mala catanese, per la compravendita di droga. Circa 10 i sequestri di stupefacente effettuati in sequenza dal personale di Polizia, tra il 2010 ed il 2012, oltre ad alcuni deferimenti in stato di arresto e di libertà, in riscontro all’attività di detenzione finalizzata allo spaccio sia di marijuana (per complessivi grammi 250,00) che di hashish (per complessivi grammi 110) destinata ai più giovani. Nelle conversazioni telefoniche, nel corso delle quali vengono concordati i numerosi appuntamenti tra gli indagati e gli assuntori di droga, gli interlocutori utilizzavano volutamente un linguaggio criptico finalizzato ad eludere i controlli delle forze di Polizia del tipo “Portami i jeans”…. “L’hai portati i documenti?”…”Vai a prender due schede”…Il cannolo di ricotta fammelo trovare dietro la porta”…Il Cornetto e le chiavi della camera sono tra la persiana e la porta bianca “Sto andando a Catania a prendermi un caffè…Se dobbiamo giocare alla play station devi prendere il joystik”. Tra tutti emerge la figura di M.R. quale vero e proprio organizzatore e controllore dell’attività di spaccio e di C.G. , noto pregiudicato netino vicino al clan Trigila come acclarato in altre indagini di Polizia attualmente ristretto presso la casa circondariale di Cavadonna, che M.G. chiama con altro nome fittizio, segno di familiarità dovuta a pregressi accordi, dei fratelli A., questi ultimi di Portopalo con numerosi precedenti penali per reati contro la persona ed il patrimonio nonché di G.E., tra tutti il più accorto nelle conversazioni con gli altri indagati utilizzando sempre utenze cellulari intestate a persone non direttamente riconducibili a lui. Nella giornata di ieri, pertanto, gli indagati convocati in Commissariato, venivano deferiti per i reati di detenzione ai fin i di spaccio di stupefacenti come disposto dall’Autorità giudiziaria competente con la notifica degli avvisi conclusione indagini, stante il lasso di tempo trascorso. Per alcuni, la notifica è avvenuta in carcere, dove si trovano detenuti per altre vicende sempre legate allo spaccio.