Siracusa. Pistola, coltelli e tirapugni in auto: scatta la denuncia per un 51enne

Un 51enne è stato denunciato per il reato di detenzione abusiva di armi ed oggetti atti ad offendere. A chiedere l’intervento della Polizia è stata la moglie – peraltro separata – stanca delle continue vessazioni, minacce e prepotenze subite. In Questura ha raccontato anni di sofferenza, violenze psicologiche e intimidazioni subite.
Perquisizioni a casa dell’uomo e nella sua autovettura hanno permesso di sequestrare delle armi e degli oggetti atti ad offendere che lo stesso deteneva senza averne titolo. C’era anche una pistola calibro 8 con canna alterata e priva di tappo rosso poi una mazza da baseball, alcuni coltelli e un tirapugni in metallo.




La morte di Corrado Leone, parla la mamma: "chiedo giustizia, mai più lutti così"

Non trova consolazione Placida Basile, 54 anni, la madre di Corrado Leone il centauro di 34 anni che ha perduto la vita nei giorni scorsi a causa di un incidente stradale insolito: lo scontro con una mucca che aveva invaso la sede stradale. La donna ha sporto querela presso la stazione dei carabinieri di Noto, chiedendo con forza che vengano individuati e puniti i responsabili e riservandosi di costituirsi parte civile nel futuro processo.
L’incidente il 4 novembre scorso, lungo la Statale 287 in contrada Lenzavacche. All’improvviso, dopo una curva, sulla strada si è materializzata la sagoma di un bovino: il primo centauro della fila (in tutto erano in cinque) è riuscito ad evitare l’ostacolo paratosi davanti, Corrado Leone, che lo seguiva, purtroppo no.
La Procura della Repubblica di Siracusa ha aperto un procedimento penale, per ora contro ignoti, in attesa che i carabinieri di Noto, che stanno conducendo le indagini, individuino con certezza e comunichino all’autorità giudiziaria il proprietario di quel bovino, di colore beige a quanto riferito dai testimoni.
La mamma della vittima, per essere assistita, attraverso il consulente Alessio Tarantino si è affidata a Studio 3A, società specializzata a livello nazionale nella valutazione delle responsabilità in ogni tipologia di sinistro. E ha ritenuto di presentare un ulteriore esposto per rafforzare e sollecitare l’azione degli inquirenti e anche per denunciare una situazione inconcepibile che si protrae da troppo tempo.
“Non è il primo incidente che si verifica in quel luogo a causa di una mucca al pascolo e questa volta, purtroppo, c’è scappato il morto, mio figlio” lamenta la signora Basile. Dieci anni fa una coppia di ventenni perse la vita lungo la Provinciale 193 ad Augusta. “Non c’è nessuno steccato a dividere il terreno dove pascolano i bovini dalla strada, anzi, ci sono addirittura dei passaggi aperti nella bassa massicciata: è inevitabile che gli animali invadano la strada se non vengono controllati a custoditi. Ma qui non siamo in un sentiero di montagna, ci troviamo lungo una Statale”.
La mamma di Corrado, però, non punta il dito solo nei confronti del o degli allevatori che lasciano allo stato brado i loro capi di bestiame, in totale spregio della sicurezza e della vita altrui, ma anche verso gli Enti gestori di quel tratto di strada: “mille volte è stato segnalato questo grave problema – aggiunge -, ma nessuno ha mai mosso un dito. E anche dopo l’incidente in cui ha perso la vita mio figlio è rimasto tutto com’era. Chiedo giustizia per Corrado – conclude infatti la mamma – e mi batterò con tutte le mie forze anche per evitare che altre famiglie debbano sopportare il dolore che sto provando io e con cui dovrò convivere per il resto dei miei giorni. Mio figlio aveva tanti amici motocilisti, che conosco bene e che percorrono abitualmente la Statale di Noto: più nessuno dovrà mai morire in questo modo, travolto da una mucca, per colpa di chi considera la strada come un proprio podere. E di chi non è colpevolmente intervenuto”.




Siracusa. Cocaina per 5.000 euro nelle mutande, arrestato 35enne

Arresto in flagranza di reato per il siracusano Giuseppe Rinaldi. Il 35enne stava percorrendo in auto a velocità elevata la strada di Targia. Fermato e sottoposto a controllo, è stato trovato in possesso di 50 grammi di cocaina pura ancora da tagliare, nascosta nelle mutande. E’ stato condotto in carcere a Cavadonna.
Lo stupefacente sequestrato, venduto a piccoli spacciatori locali, avrebbe consentito un ricavo di circa 5.000 euro.

foto archivio




RevolutionBet: sequestrati anche centri scommesse di Siracusa e provincia

Ci sono anche diversi centri scommesse della provincia di Siracusa tra quelli sequestrati nell’ambito dell’operazione RevolutionBet. Eseguiti 28 fermi, anche nei confronti di esponenti dei clan mafiosi Santapaola-Ercolano e Cappello, dediti al controllo illecito del mercato delle scommesse sportive e dei giochi esercitati attraverso rete telematica e raccolte da banco. Tra loro anche il pachinese Nino Iacono, candidato sindaco della cittadina alle ultime amministrative ed ex consigliere comunale. Siracusa, Augusta e Floridia le cittadine aretusee nelle quali sono avvenute i sequestri di centri scommesse.
I reati contestati – a vario titolo – sono quelli di associazione mafiosa, associazione a delinquere, a carattere transnazionale, finalizzata all’illecito esercizio sul territorio nazionale di giochi e scommesse sportive; di riciclaggio; di autoriciclaggio; di intestazione fittizia di beni; di truffa a danno dello Stato; di omessa e infedele dichiarazione dei redditi, reati aggravati dalla finalità di agevolazione dell’associazione di stampo mafioso, per avere consentito ai due sodalizi mafiosi summenzionati l’infiltrazione e la connessa espansione nel settore dei giochi e delle scommesse on line, nonché l’autoriciclaggio dei proventi derivanti dalle attività criminose delle stesse associazioni.
Contestualmente all’esecuzione dei provvedimenti di fermo, sono stati eseguiti in via d’urgenza sequestri preventivi di beni per un valore di circa 70 milioni di euro, in Italia che all’estero e 46 agenzie di scommesse/internet point nelle province di Catania, Messina, Siracusa, Caltanissetta e Ragusa.
In particolare, la Guardia di Finanza di Catania, con l’ausilio del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (Scico), ha dato esecuzione a sequestri preventivi finalizzati alla confisca, anche per “sproporzione”, di un patrimonio complessivo dell’ingente valore sopra indicato in virtù di approfondite indagini economico-finanziarie condotte da questa stessa Forza di Polizia e con l’attivazione dei canali di cooperazione
internazionale giudiziaria e di polizia che hanno consentito di individuare e sequestrare circa un centinaio di rapporti bancari e conti correnti accesi in Italia e nelle Isole di Man, mentre altrettanti conti correnti e depositi bancari sono stati individuati in altri Paesi.
Sempre la Guardia di Finanza ha inoltre sequestrato venticinque centri scommesse attivi nelle province
di Catania, Messina e Siracusa; i Carabinieri ne hanno sequestrata uno a Misterbianco (Ct) mentre altre venti sono stati individuati e sequestrati dalla Polizia di Stato, riconducibili direttamente o indirettamente al clan Cappello.
Le indagini si sono avvalse tutte, oltre che di attività tecniche e dinamiche, del contributo di un collaboratore di giustizia che era stato, grazie alle proprie competenze tecniche specifiche, l’ideatore della struttura organizzativa utilizzata dai sodalizi mafiosi per operare nel settore. E’ stato lui a fornire la chiave di lettura che ha permesso di svelare il sistema illecito che procurava alle organizzazioni criminali ingenti profitti derivanti da un volume di scommesse quantificato dalla Guardia di Finanza di Catania, solo per il sito web “revolutionbet365.com in circa 20 milioni di euro da ottobre del 2016 a giugno del 2017. Un volume di scommesse del tutto sconosciuto all’Erario. Una simile attività criminale avrebbe assicurato ai sodalizi mafiosi catanesi un profitto complessivo di oltre 50 milioni di euro tra il 2011 e il 2017.
Le agenzie di scommesse controllate direttamente o indirettamente dai clan simulavano un’attività di trasmissione dati per la raccolta “on line” di scommesse, ma in realtà operavano la tradizionale raccolta “da banco” per contanti. La riconducibilità ai sodalizi mafiosi di tali agenzie è stata schermata attraverso un reticolo di società estere (localizzate principalmente nelle Antille Olandesi a Curaçao) amministrate da prestanome, che ha permesso di riciclare i guadagni illecitamente conseguiti.
Per il versante siracusano dell’operazione, figura di spicco è ritenuta dagli investigatori quella dell’imprenditore pachinese Antonino Iacono che avrebbe curato gli interessi del clan Cappello.
La Guardia di Finanza ha sequestrato 42 unità immobiliari e 36 società commerciali (tra le quali oltre a società nazionali ed estere attive nel gaming anche un autosalone, una società di rimessaggio di barche e noleggio di moto d’acqua, una palestra, una squadra di calcio militante nel campionato di Promozione). Tra i beni di particolare pregio, vi sono una villa sul mare, edificata ad Augusta e non censita al catasto e un lussuoso appartamento di 11 vani sita a Castelnuovo di Porto a Roma (fittiziamente intestato a un Gruppo Europeo di Interesse Economico maltese) nonché 5 appartamenti in Austria (Vienna e Innsbruck).
Attive ed interessate al sistema illegale erano due distinte associazioni a delinquere, dedite all’esercizio del gaming on line clandestino, “socie” in interessi coincidenti con quello della compagine mafiosa di riferimento.




Pachino. Incendio di un'auto in via De Pretis, arrestato presunto autore

Arrestato a Pachino, nella flagranza di reato, Pasquale Falco. I carabinieri sono intervenuti in via de Pretis, dove era stata segnalata un’autovettura in fiamme. Giunti sul posto hanno constatato che le fiamme avevano invaso l’abitacolo dell’autovettura ed hanno notato una persona sospetta aggirarsi nelle vie limitrofe.
Bloccato l’uomo hanno provveduto, assieme ai Vigili del Fuoco del distaccamento di Noto ad accertarsi che non ci fosse nessuno all’interno dell’autovettura e quindi a spegnere le fiamme. Accertata la natura dolosa dell’evento, il fermato è stato tratto in arresto in attesa della celebrazione del rito direttissimo previsto per la giornata odierna presso il Tribunale di Siracusa.




Siracusa. Altra auto in fiamme nella notte, incendio in via Mosco

Altra auto in fiamme nella notte a Siracusa. Poco dopo le 2 della notte, in via Mosco i vigili del fuoco sono intervenuti per domare il rogo che aveva avvolto una Fiat Grande Punto parcheggiata. Le fiamme avevano anche attaccato un’altra auto vicina. Sul posto sono intervenuti anche gli agenti delle Volanti. Indagini in corso. Al momento non sono chiare le cause dell’incendio.

foto archivio




Siracusa. Sindacalisti arrestati, disposti i domiciliari per Getulio e Faranda

Lungo interrogatorio di garanzia per i sindacalisti Roberto Getulio e Marco Faranda,arrestati sabato scorso dalla Squadra Mobile di Siracusa con l’accusa di estorsione.
Davanti al gip del Tribunale di Siracusa hanno professato la loro estraneità ai fatti contestati, fornendo la loro versione circa il presunto accordo di pagamento di una somma di denaro richiesta alla Synergo per evitare “problemi” con i lavoratori nel subentrare in commesse nella zona industriale.
Disposta la meno afflittiva misura dei domiciliari per i due, in carcere da sabato.




Siracusa. Smart a fuoco in via Grottasanta, danneggiate altre tre auto

Auto in fiamme nella notte in via Grottasanta. Gli agenti delle Volanti sono intervenuti per l’incendio di una Smart. Ancora in fase di accertamento le cause all’origine del rogo. Danneggiati altri  tre veicoli ivi parcheggiati nei pressi dell’auto. Sul posto i Vigili del Fuoco.




Siracusa. Interrogatorio di garanzia per i sei arrestati nell'operazione Port Utility

Giornata dedicata agli interrogatori di garanzia delle sei persone raggiunte nei giorni scorsi da un’ordinanza cautelare (una in carcere, cinque ai domiciliari) nell’ambito dell’indagine della Guardia di Finanza ribattezzata Port Utility. Secondo l’accusa, le gare pubbliche bandite dall’Autorità Portuale di Augusta sarebbero state “turbate”. I bandi e i disciplinari, infatti, non venivano direttamente predisposti dai funzionari dell’Ente pubblico appaltante, bensì da professionisti titolari di una società di progettazione siracusana. Inoltre in alcune circostanze, alcuni commissari di gara, dopo aver svolto l’incarico di componente della commissione aggiudicatrice, ricevevano – anche con lo schermo di terzi soggetti – incarichi di consulenza dalla società che si era aggiudicata l’appalto. Una sorta di “ricompensa” per l’attività svolta a favore di chi aveva tutto l’interesse ad “indirizzare” le gare.
Particolarmente lungo, fino alla serata, l’interrogatorio dell’ingegnere Nunzio Miceli, ritenuto il regista dell’operazione e attualmente in carcere. Hanno risposto alle domande i fratelli Pietro e Giovanni Magro, per loro due di confronto ciascuno con i magistrati. Hanno avuto modo di chiarire la loro posizione, in particolare relativamente al contenuto di una conversazione whatsapp e ad una intercettazione telefonica del 2017. Hanno inoltre spiegato di essere soci dello studio di progettazione coinvolto e con quali percentuali e ruoli. Il loro difensore, l’avvocato Aldo Ganci, domattina depositerà istanza di scarcerazione ma preannuncia anche il ricorso al Riesame. Si è avvalso, invece, della facoltà di non rispondere Antonino Sparatore. Interrogatorio di garanzia anche per Giovanni Sarcià e Venerando Toscano.
I sei sono accusati di corruzione e turbativa d’asta. Gli appalti ritenuti “pilotati” rientrano in quelli previsti nella “Scheda Grandi Progetti – Hub porto di Augusta”. Le opere sono finanziate nell’ambito della programmazione 2007/2013 con fondi Pon e ammontano a circa 100 milioni di euro. Gli utili – illeciti – sarebbero stati “pagati” attraverso “consulenze”, per un volume totale di quasi 8 milioni di euro. Quanto ai due funzionari dell’Autorità Portuale, incaricati di gestire le gare di appalto, avrebbero incassato circa 500 mila euro ciascuno a titolo di incentivi per le relative attività d’istituto in realtà, rivelano le indagini, svolte dai tre professionisti titolari dello studio di progettazione.




Siracusa. Aggredisce la moglie ed il suocero: arrestato dai carabinieri

Il 48enne siracusano Martino Amata è stato arrestato dai carabinieri di Cassibile per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. In evidente stato di ebbrezza alcolica, da poco uscito dal carcere per reati della stessa indole, si è recato a casa della moglie aggredendola fisicamente con calci e pugni. Aggredito anche il padre della donna, intervenuto per difendere la figlia.
Le vittime hanno deciso di chiamare il 112 per richiedere il soccorso delle Forze dell’Ordine. I carabinieri si sono frapposti fra aggressore e vittime, venendo a loro volta aggrediti. A questo punto l’Amata è stato dichiarato in stato d’arresto e condotto presso il carcere Cavadonna, come disposto dall’Autorità Giudiziaria di Siracusa.