Augusta. Denunciata titolare di un esercizio pubblico: carenze igienico-sanitarie

Denunciata la titolare di un esercizio pubblico di via Turati. La misura è stata notificata dagli agenti del commissariato di Augusta. Destinataria, una donna di 46 anni, augustana, per inosservanza della sospensione dell’attività. Il provvedimento era stato emesso lo scorso 18 ottobre ma la somministrazione di bevande e alimenti




Ossicodone per potenziare gli effetti della droga: arrestati

Circa 600 pasticche di ossicodone, un potente oppiaceo reperibile in farmacia sequestrate e due persone arrestate. E’ il bilancio di un’attività di intelligence svolta dalla Guardia di Finanza ad Augusta. L’ossicodone , se utilizzato con cocaina ed eroina, ne potenzia a dismisura gli effetti, con danni devastanti per il sistema nervoso.  I due soggetti individuati dalle Fiamme Gialle si erano muniti di pasticche del potente oppiaceo con l’intento di smerciarle. Se le erano procurate in una farmacia di Catania e in parte occultate in casa di uno dei due arrestati.
Un primo intervento è stato portato a termine nelle immediate vicinanze di una farmacia
del capoluogo etneo. I finanzieri, al termine di un serrato pedinamento, hanno fermato per
un controllo un 40enne augustano appena uscito dall’esercizio.
L’uomo teneva in mano una confezione di Ossicodone, di circa 100 pezzi, che aveva
ottenuto grazie alla presentazione di una ricetta riportante il timbro falsificato di un
medico chirurgo. Le indagini hanno poi condotto anche al presunto complice, con precedenti specifici. Nella sua abitazione, all’interno di un’intercapedine ricavata in bagno, rinvenute due buste di plastica con 500 pasticche del farmaco. Le Procure di Catania e Siracusa hanno convalidato gli arresti.




Augusta. Furto di gasolio dalla Esso, ingegnoso piano via mare: un arresto

Ordinanza di custodia cautelare in carcere per il 41enne augustano Domenico Stelo. Deve rispondere di numerosi furti pluriaggravati di ingenti quantità di gasolio, illecitamente asportati dalle tubature della raffineria Esso di Augusta. Gli episodi si sarebbero consumati tra dicembre 2017 ed febbraio scorso.
La complessa ed articolata attività investigativa condotta dai carabinieri di Augusta, svolta anche mediante la visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza posti a sicurezza dello stabilimento industriale, hanno permesso di acclarare che, in cinque occasioni almeno, l’ arrestato avrebbe adoperato uno studiato e  ingegnoso modus operandi. Approfittando delle ore notturne, quando l’impianto era meno frequentato da operai e impiegati, raggiungeva il pontile dello stabilimento via mare, a bordo di un’ imbarcazione di sua proprietà. Dopo aver assicurato il suo natante al molo, entrava all’interno della raffineria, manometteva i sigilli applicati alla valvola di intercetto della conduttura del gasolio inserendovi una lunga manichetta flessibile, apriva la valvola appena forzata, asportando così il prodotto petrolifero poi convogliato in grandi taniche all’interno della barca.
Il combustibile complessivamente asportato è stato quantificato in 80.000 litri circa.      
Il Gip del Tribunale di Siracusa, a seguito della richiesta avanzata dalla Procura, ha emesso la misura cautelare in carcere. Stelo è stato quindi tradotto presso la casa circondariale di Siracusa “Cavadonna”.




Francofonte. Viveva negli Usa ma incassava l'assegno sociale in Italia, denunciato

Da 20 anni dimorava negli Stati Uniti d’America ma ha continuato ad incassare l’assegno sociale, la somma che viene erogata a persone bisognose con redditi al di sotto di soglie minime che hanno però stabile ed effettiva residenza sul territorio nazionale.
I finanzieri della Tenenza di Lentini, al termine di una indagine in collaborazione con i colleghi statunitensi, hanno accertato che un 68enne di Francofonte, anziché risiedere e vivere nel Comune siracusano come fraudolentemente dichiarato all’Inps, viveva continuativamente e da oltre 20 anni negli Usa.
Al momento della presentazione della domanda il soggetto non era fisicamente in Italia. Le false dichiarazioni relative alla propria dimora gli hanno consentito di percepire illecitamente la prestazione assistenziale attraverso l’accredito della pensione su di un libretto postale.
E’ stato denunciato alla Procura di Siracusa per falso e truffa aggravata ai danni dello Stato. La Corte dei Conti quantificherà il danno erariale causato.




Spazzatura abbandonata: tessera sanitaria "identifica" sporcaccione

Continua la caccia agli sporcaccioni seriali che abbandonano i sacchetti della spazzatura agli angoli delle strade. E il nuovo sistema di apertura a campione dei sacchetti, alla ricerca di “tracce” che possano rivelare l’identità di chi li abbandona, continua a produrre frutti. In tre giorni sono circa una trentina le persone identificate che si vedranno recapitare a domicilio una multa da 100 euro.
Clamoroso un caso avvenuto questa mattina, sempre tra le vie della Borgata. All’apertura di un sacchetto abbandonato, gli operatori hanno rinvenuto una tessera sanitaria scaduta che ha fornito tutte le indicazioni che servivano sul soggetto da sanzionare.
Per il momento appare una battaglia impari. Si effettuano le maxi bonifiche, si da la caccia agli evasori/sporcaccioni ma non diminuisce il volume di spazzatura abbandonata sulla pubblica via. La prossima settimana, pertanto, si intensificherà ulteriormente il contrasto con una determina dirigenziale che porterà a 400 euro il massimo sanzionabile, introducendo in caso di recidiva la denuncia penale.




Siracusa. Cocaina in casa, scatta l'arresto per un 31enne

Una perquisizione domiciliare ha permesso di rinvenire in casa di un 31enne siracusano 5,8 grammi di cocaina, tre bilancini di precisione, 50 euro in contanti e vario materiale utilizzato per il confezionamento dello stupefacente.
Gli agenti della Mobile hanno arrestato Giuseppe Mauro, già conosciuto dalle forze di polizia, per il reato di detenzione ai fini dello spaccio di droga.




Siracusa. Nelle loro auto 10 quintali di limoni, arrestati in tre

Arrestati in flagranza di reato Cristopher Rizza (25 anni), Antonino Quadarella (39) e Giovanni Basile (48) per tentato furto aggravato. I tre sono stati sorpresi nei pressi di una campagna lungo la strada Pilicelli, in possesso di circa 1.000 chilogrammi di limoni già caricati all’interno delle proprie autovetture. Sono stati posti ai domiciliari.




Rapine ai supermercato, c'è il fermo di un sospettato 24enne

Ha 24 anni ed è sospettato di essere l’autore delle rapine commesse in danno di due supermercati della zona nord della provincia. Secondo l’accusa, la sera del 13 ottobre, unitamente ad altri tre complici, in rapidissima successione, avrebbe fatto irruzione dapprima all’interno dell’esercizio commerciale “Penny Market” di Francofonte e, subito dopo, al “Conad” di Carlentini. In entrambi gli episodi criminosi, con volto travisato ed armato di pistola e cacciavite, avrebbe minacciato i rispettivi cassieri facendosi consegnare la somma complessiva di 3.000 euro, dileguandosi, immediatamente dopo, per le vie limitrofe, unitamente ai complici a bordo di un’autovettura a lui in uso.
Le immediate ricerche, attivate a seguito di acquisizione di informazioni testimoniali e da un’attenta analisi delle immagini dei sistemi di videosorveglianza posti a sicurezza delle attività “colpite”, hanno permesso l’individuazione del responsabile e del veicolo utilizzato.
Nel corso delle perquisizioni domiciliari, i carabinieri di Lentin hanno trovato altro materiale probante, sottoposto a sequestro. Il fermato, espletate le prescritte formalità rito,è stato tradotto presso la casa circondariale “Cavadonna” di Siracusa. Questa mattina la convalida del fermo.

Foto archivio




Vicenda Bingo, Gennuso: "Tutto regolare, accordi firmati con il sindacato"

“Nel 2015, né io, né mio figlio, eravamo proprietari del Bingo Magic di Palermo, quindi non abbiamo avuto nessun rapporto con i dipendenti dell’epoca”. Così il deputato regionale Giuseppe Gennuso fa alcune puntualizzazioni in merito alla notizia secondo cui avrebbe fatto delle pressioni ai lavoratori del Bingo Magic in una fase di transazione nel passaggio tra le vecchia e la nuova società. “ Quello che affermano i tre dipendenti non riguarda il “Gruppo Gennuso” – prosegue l’imprenditore – Non c’è stata nessuna minaccia perché tutti i lavoratori, hanno firmato l’accordo assistiti dal sindacato. La trattativa sindacale è stata fatta dagli ex proprietari, nella fattispecie da Leonardo Burgio, sindaco di Serradifalco e dalla madre, Daniela Faraoni, direttrice amministrativa dell’Asp di Catania. In questa storia siamo completamente estranei e vorrei ricordare a quanti hanno memoria corta, che noi le minacce le abbiamo sempre subite, pure dalla mafia palermitana e le abbiamo tempestivamente denunciate all’autorità giudiziaria”.
Sulla vicenda del Bingo Magic di Palermo, interviene anche l’avvocato Nino Caleca che difende il gruppo imprenditoriale Gennuso. “Su questa vicenda – ha detto il penalista – ci riserviamo di denunciare per calunnia i tre lavoratori che accusano l’onorevole Gennuso ed uno dei figli, di minacce. I miei clienti nel 2015 non erano proprietari dell’attività commerciale di Palermo, pertanto non avevano alcun titolo per sedersi ad un tavolo di trattative con i sindacati, sui tagli al personale. La trattativa interessò i vecchi proprietari del Bingo Magic, Daniela Faraoni, direttrice amministrativa dell’Asp di Catania, e Leonardo Burgio, sindaco di Serradifalco, e la rappresentanza sindacale dei lavoratori”, ha concluso l’avvocato Caleca.




Operazione Xiphonia: il porto turistico di Augusta "occasione" per frodi e truffe

L’operazione Xiphonia parte da un controllo fiscale e dall’intuito delle fiamme gialle di Siracusa. Insospettiscono i numeri ma insospettisce anche il coinvolgimento di una ditta edile che costruisce villette e palazzi in lavori per un porto turistico. E’ il punto di partenza dell’indagine che, coordinata dalla Procura di Siracusa, ha portato ai domiciliari due imprenditori augustani: Alfio Fazio, amministratore della PXA srl e Antonino Ranno, amministratore di fatto di Edil Tiche srl.
Sarebbero loro, secondo l’accusa, i promotori di un’associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale e alla truffa per la percezione di contributi pubblici. Altre cinque persone sono state colpite da misura cautelare interdittiva per dieci mesi. Un’ottava persona risulta al momento indagata ma senza applicazione di misure. Sequestrate somme per equivalente per un importo vicino agli 8 milioni di euro.
Al centro di tutta la vicenda, la realizzazione del porto turistico nel golfo Xifonio di Augusta. Il progetto è stato destinatario di un contributo del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale per 8 milioni di euro. La somma era stata parzialmente erogata (2,6 milioni), il resto – due ulteriori tranche – è stato interrotto a causa dell’avvio del procedimento penale.
Le indagini hanno portato alla luce quello che per gli investigatori è un sodalizio criminoso, organizzato in un reticolo di società che avrebbero emesso e utilizzato fatture per operazioni inesistenti dirette a rendicontare una serie di lavori in realtà mai realizzati. Le prestazioni, effettivamente eseguite dalle società della stessa famiglia, avevano quindi un valore molto inferiore rispetto a quello presentato a finanziamento.
Il “castello di carte” è crollato quando gli investigatori hanno vagliato la sussistenza delle ragioni economico – imprenditoriali di vari impegni contrattuali, formalizzati solo per gonfiare artificiosamente i costi di realizzazione del porto in modo da determinare il quantum dell’erogazione pubblica concessa.
L’impresa marittimo era la destinataria del contributo pubblico, con l’amministratore titolare di numerose cariche nelle altre “società di famiglia”, tutte operanti nel medesimo settore e in qualche modo coinvolte nel giro che avrebbe dovuto cancellare debiti con l’Erario e procurare indebiti vantaggi fiscali e contabili, fino al contributo pubblico.
La realizzazione di rilevanti opere infrastrutturali nel costruendo porto turistico di Augusta era stata affidata alla Edil Tiche che – non essendo in grado di operare con autonome risorse umane e materiali – subappaltava i lavori a lei affidati a ulteriori società che, in molti casi, sono risultate riconducibili alla stessa famiglia dell’impresario marittimo. Queste società fatturavano alla committente, che a sua volta “girava i costi” alla titolare del finanziamento, dichiarando nei documenti valori notevolmente gonfiati rispetto a quelli reali.
Pertanto, nella sostanza, la società edile, operante nel ramo delle costruzioni residenziali, avrebbe assunto solo formalmente il ruolo di appaltatrice delle opere, così costituendo il “paravento giuridico” perché il progetto criminoso si avviasse e realizzasse. Una tipica interposizione fittizia soggettiva che consentiva di “gonfiare” sensibilmente costi sostenuti solo sulla carta, creando un considerevole disallineamento tra il reale impegno economico sostenuto dalla famiglia realizzatrice dell’opera portuale e quello – artificiosamente superiore – documentato dalle fatture presentate alla Regione Sicilia per l’erogazione del contributo pubblico.
Complessivamente, le opere infrastrutturali interessate dal sistema di false fatturazioni sono state quantificate in quasi 22 milioni di Euro e riguardano sostanzialmente l’acquisto di palancole, la fornitura di blocchi di cemento e di pali – tubi camiciati in acciaio, nonché le operazioni relative al nolo a caldo dei mezzi marittimi ed i contratti di dragaggio.
Attorno alle figure dei due imprenditori, ruoterebbero i gregari: gli amministratori di diritto delle società coinvolte che, attraverso l’emissione e l’utilizzo delle fatture false, hanno reso possibile la realizzazione del disegno delittuoso.
Agli indagati, a vario titolo, vengono contestati i reati di associazione a delinquere, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti e indebita compensazione.