Pachino. Mille euro per due telefoni mai consegnati, denunciati per truffa on line due catanesi

Truffa in concorso è l’accusa di cui dovranno risponder due catanesi, uomo e donna, di 24 e 20 anni. Secondo la polizia di Pachino avrebbero venduto on line, attraverso un social network,  due telefoni cellulari , facendosi versare la somma di mille euro da parte dell’ignara vittima, lo scorso settembre.  Trascorsi alcuni giorni dal versamento e non pervenendo alcunché, la vittima ha ricontattato i venditori ricevendo assicurazioni sul presunto imminente invio della merce acquistata. Promessa rimasta tale.  Gli accertamenti, esperiti sull’utenza telefonica e sulla carta prepagata hanno consentito l’individuazione dei due denunciati.




Pachino. Accoltella un proprio connazionale, fermato 25enne marocchino

Avrebbe accoltellato un suo connazionale. Gli agenti dei commissariati di Pachino e Avola hanno fermato per questo Ismail Atik, 25 anni, marocchino residente a Pachino. Ieri mattina, il giovane, a seguito di una lite con un uomo , sempre originario del Marocco, ha estratto un coltello ferendo la vittima tanto da procurargli ferite che lo hanno costretto a ricorrere alle cure dei medici del Pronto Soccorso del “Di Maria” di Avola.




Pachino. Cavallino di ritorno dopo il furto di mezzi agricoli, torna in libertà Salvatore Midolo

Scarcerato Salvatore Midolo, arrestato in quanto ritenuto uno dei responsabili della richiesta di pagamento di 10 mila euro come “cavallino di ritorno” per restituire all’azienda agricola del deputato regionale Pippo Gennuso dei mezzi precedentemente rubati. Il Gip del Tribunale di Siracusa, Andrea Migneco ha accolto l’istanza di scarcerazione avanzata dai difensori, gli avvocati Luigi e Paolo Caruso Verso, disponendo l’immediata liberazione dell’uomo. I legali, dopo avere contestato il quadro indiziario e avere sostenuto che le dichiarazioni dell’uomo erano più lineari, hanno evidenziato come comunque, pe l’indagato, incensurato e privo di pendenze, non fosse applicabile, dal punto di vista procedurale, alcuna misura cautelare detentiva, “essendo improbabile che in caso di condanna gli venisse irrogata una pena superiore a tre anni”. Lo stesso pm, Di Mauro ha espresso parere favorevole all’accoglimento dell’istanza. Midolo, che si trovava ai domiciliari, ha adesso l’obbligo di presentazione alla polizia di Pachino.




Augusta. Arrestato anziano "sporcaccione": palpeggiava le minorenni all'interno di supermercati

Erano state diverse negli ultimi tempi le segnalazioni giunte ai carabinieri di Augusta. E tutte riferivano di “particolari” attenzioni a minorenni all’interno di vari supermercati di una specifica zona della cittadina. Responsabile, un anziano. Approfittando di momentanee distrazioni dei genitori o degli accompagnatori -queste le accuse – palpeggiava giovani e giovanissime.
I carabinieri allora hanno predisposto un mirato controllo dell’area, concluso ieri quando l’anziano – di 76 anni – veniva sorpreso a palpeggiare il lato b di una ragazzina. E’ stato arrestato in flagranza di reato, per aver posto in essere condotte idonee e dirette a compiere atti sessuali con minorenne. E’ stato posto ai domiciliari.




Siracusa. I Nas chiudono un ristorante in Ortigia: gravi carenze e autorizzazioni mancanti

I carabinieri del Nas di Ragusa, accompagnati da uomini della Capitaneria di Porto di Siracusa, hanno notificato ad un ristorante di Ortigia l’ordinanza di chiusura attività siglata dal sindaco. Il provvedimento è scaturito a seguito di un controllo effettuato nei mesi scorsi e durante il quale era stato riscontrato come il ristorante operasse in condizioni di gravi carenze igienico–sanitarie e senza le autorizzazioni previste a norma di legge.
Le forze dell’ordine non hanno fornito specifiche circa l’identificazione del ristorante.




Pachinesi arrestati a Pozzallo per droga, rimesso in libertà Diego Chiaramida

Si è svolta davanti al Giudice monocratico del Tribunale di Ragusa, Elio Manenti, la prima udienza del processo a carico di Diego Chiaramida, imputato, in concorso con Amerigo Cultraro, di detenzione a fini di spaccio di sostanza stupefacente.
I due, come si ricorderà, mentre si apprestavano a partire per Malta, furono fermati al porto di Pozzallo il 4 marzo scorso e, nel bagaglio del Cultraro, fu rinvenuta e sequestrata la droga (marijuana e hashish).
I difensori degli imputati, avvocati Luigi e Paolo Caruso Verso, hanno optato per il giudizio abbreviato per il reo confesso Cultraro (udienza il prossimo ottobre), mentre hanno scelto il rito ordinario per il Chiaramida.
Gli avvocati difensori hanno rivolto al Giudice istanza di revoca dell’obbligo di presentazione ai carabinieri, imposto al Chiaramida, che, come si ricorderà, era stato scarcerato dal gip. Il Tribunale, accogliendo la richiesta della difesa, ha revocato la misura per l’imputato che rimane, pertanto, in libertà senza obbligo alcuno.




Pachino. Hashish in casa e nascosto in negozio, denunciato 33enne smascherato dal cane antidroga "Sky"

Deteneva 4, 10 grammi di hashish, nascosti addosso e, in casa, 17, 71 grammi di marijuana e 6,38 ancora di hashish, oltre ad un bilancino di precisione. Per questo è stato denunciato un giovane di 32 anni, di Pachino, già noto alle forze dell’ordine. E’ accusato di detenzione ai fini di spaccio. Il rinvenimento è stato effettuato dagli agenti del locale commissariato, coadiuvati dal cane antidroga “Sky”.




Ragazzo scomparso a Catania, ricerche anche nel siracusano: famiglia originaria di Noto

Sono in corso anche nel siracusano le ricerche del 18enne Corrado, di cui non si hanno notizie dalla sera del 4 luglio. La Questura di Catania – città dove il ragazzo risiede – sta coordinando le ricerche. Attivato il piano per le persone scomparse. Corrado si sarebbe allontanato la sera del 4 luglio senza poi fare ritorno a casa.
Si guarda anche alla provincia di Siracusa non solo per contiguità territoriale ma anche perchè il papà del giovane è originario di Noto.
Sui social network è subito scattato il tam tam per invitare chiunque avesse notizie a contattare la famiglia o le forze dell’Ordine.




Avola. Tentata estorsione a un'impresa impegnata nella costruzione di una clinica, indagini della Dda: due arresti

Dovranno rispondere di tentata estorsione in concorso e detenzione illegale di arma Paolo Zuppardo, 41 anni e Giuseppe Capozio, 31, entrambi già noti alle forze dell’ordine, arrestati  a seguito di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimagia di Catania. Ad eseguire l’ordinanza di misura cautelare emessa dal Gip del tribunale di Catania, i carabinieri della Compagnia di Noto. .
I due uomini, a conclusione di mirata e complessa attività investigativa, sono stati individuati quali autori di un tentativo di estorsione in danno di un imprenditore siracusano incaricato della costruzione di uno stabile da adibire a clinica privata nella prima periferia di Avola.
L’attività d’indagine è partita lo scorso febraio di quest’anno quando i Carabinieri del N.O.R.M. della Compagnia di Noto hanno appreso dell’esplosione di colpi di fucile in direzione di un container utilizzato come deposito per gli attrezzi all’interno di un cantiere edile.
Pochi giorni dopo, il titolare dell’impresa avrebbe ricevuto una telefonata da una cabina telefonica in cui un uomo, presentatosi come colui il quale aveva sparato contro il container, invitava il titolare dell’impresa a cercarsi un “amico”.
L’attività investigativa, condotta con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali nonché con metodiche investigative tradizionali basate sulla conoscenza del territorio e dei soggetti di interesse operativo, ha consentito  di identificare l’autore della telefonata in Capozio: fondamentale, al riguardo, l’analisi delle telecamere di videosorveglianza presenti sul territorio di Avola nei pressi della cabina telefonica utilizzata per la telefonata.
Pochi giorni dopo la telefonata,  il secondo episodio delittuoso in danno del cantiere: la notte tra il 12 ed il 13 marzo, infatti, dopo essersi introdotti nel cantiere, alcuni soggetti hanno dato alle fiamme le porte del deposito attrezzi.
Il 20 aprile,  ulteriore episodio di particolare rilievo: un uomo si presentava all’interno del cantiere e, dopo aver avvicinato un operaio, gli consegnava il proprio numero di telefono cellulare riferendo di essere al corrente di quanto stava accadendo, invitandolo a riferire al titolare della ditta di contattarlo. L’uomo in questione veniva identificato in Zuppardo. Sua, infatti, era l’utenza cellulare riportata sul biglietto manoscritto lasciato agli operai.
Infine, nei primi giorni di maggio, all’interno dell’autovettura utilizzata dai due indagati veniva captata una intercettazione ambientale dal contenuto inequivocabile effettuata mentre si stavano recando dall’imprenditore ad offrire la loro “protezione”. Tale dialogo disvelava  l’intenzione di commettere un ulteriore atto intimidatorio, consistito addirittura nel far cadere un ponteggio, finalizzato a costringere l’imprenditore a cedere alle richieste estorsive corrispondendo delle somme di denaro o, in alternativa, sottostando alle indicazioni di personale da assumere.
Gli arrestati, espletate le formalità di rito, sono stati associati presso la casa circondariale “Cavadonna” di Siracusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
Sono in corso ulteriori indagini al fine di acclarare il coinvolgimento di altri soggetti nonché accertare eventuali collegamenti tra gli odierni arrestati e sodalizi criminali di stampo mafioso operanti nella zona sud della provincia di Siracusa.




Siracusa. Inchiesta Mose della Procura di Venezia, scarcerato l'ufficiale della Guardia di Finanza Nicchiniello

Il Tribunale del Riesame di Venezia,ieri in tarda serata,si è pronunciato sul ricorso proposto in difesa del tenente colonnello Massimo Nicchiniello,che era stato raggiunto da un ordine di carcerazione nell’ambito di una “costola” dell’inchiesta sul MOSE”.
Il Tribunale della libertà, accogliendo in la richiesta dei difensori,ha annullato l’ordinanza ,disponendo l’immediata scarcerazione dell’ufficiale della Guardia di Finanza.
“Il collegio-commenta l’avvocato difensore Aldo Ganci-  è quindi andato oltre la semplice valutazione delle esigenze cautelari,restituendo dignità al tenente colonnello Nicchiniello che si è sempre protestato innocente sin dal suo interrogatorio avanti il Gip di Siracusa che lo ha sentito per rogatoria”. Nicchiniello era  una delle 16 persone
indagate nell’ambito della inchiesta Mose della Procura di Venezia legata alla concessione di denaro, doni in cambio di sconti nelle sanzioni per evasioni fiscali. Nel caso specifico, durante il periodo di servizio a Udine.