Siracusa. Omicidio Scarso, arrestato il presunto complice di Tranchina: bloccato a Fiumicino

Arrestato questa mattina a Roma, all’aeroporto di Fiumicino, il presunto complice di Andrea Tranchina nell’omicidio di Pippo Scarso, l’anziano che, nella sua abitazione di Grottasanta, è stato arso vivo.Si tratta del diciannovenne Marco Gennaro. Secondo indiscrezioni, tornava dagli Stati Uniti, dove sarebbe stato ospitato da familiari della madre. Un lavoro certosino quello condotto dalla Squadra Mobile di Siracusa, che subito dopo l’efferato omicidio ha condotto indagini ad ampio raggio, anche analizzando ogni singolo frame catturato dalle telecamere di videosorveglianza della zona. Scarsa, invece, la collaborazione delle persone che,nel quartiere, avrebbero potuto fornire indicazioni utili. Il gruppo di giovani che, da tempo, aveva preso di mira l’anziano, morto dopo una lunga agonia all’ospedale Cannizzaro di Catania, per altri episodi sarebbe stato composto da tre ragazzini. Solo due, però,sarebbero responsabili del macabro gioco che ha condotto alla morte di Don Pippo. L’operazione è stata condotta con la collaborazione dello Sco, il servizio centrale operativo e del Servizio di cooperazione internazionale, nonchè con l’Fbi. Gennaro aveva lasciato l’Italia pochi giorni dopo il grave fatto, agli inizi di ottobre, utilizzando un visto per turismo per fare ingresso negli Stati Uniti. Fino alle prime ore di questa mattina è rimasto a Phoenix .Attraverso il Servizio Centrale Operativo e il Servizio di Cooperazione di Polizia, Divisione Interpol, era stato localizzato e monitorato fino al momento dell’imbarco sul Volo New York-Roma Fiumicino prenotato da Gennaro per rientrare in Italia alla scadenza del permesso per turismo. Ad attenderlo c’era la polizia, che lo ha subito bloccato appena sbarcato. Il giovane è stato condotto nella Casa Circondariale di Civitavecchia a disposizione dell’autorità giudiziaria competente.




Augusta. Primo sbarco del 2017: al porto 360 migranti mentre si parla dei nuovi Centri di espulsione

Primo sbarco del 2017 sulle coste della provincia. Ad Augusta sono arrivati 360 migranti, salvati al largo del Canale di Sicilia dalla nave Aquarius del Ngo italofrancotedesca SoS Mediterranee. I migranti erano a bordo di due gommoni, in uno erano presenti anche dei bambini. Complesse le operazioni di soccorso. All’arrivo dei soccorsi, alcuni si sono lanciati in acqua, altri si sono aggrappati alle cime della nave. Entrambe le lance di salvataggio sono state impiegate allo scopo di fronteggiare la difficile situazione. Caos e panico tra i migranti. Il salvataggio è andato, comunque, a buon fine senza incidenti. I bambini sono stati affidati ai volontari di Medici senza frontiere. Augusta rimane uno dei porti maggiormente utilizzati nella gestione dell’accoglienza. Nel corso del 2016 sono stati oltre 25 mila gli arrivi, a fronte dei 181 mila e 200 circa che rappresentano il dato nazionale. Segue il porto di Pozzallo. Numeri che vengono evidenziati nell’ambito del dibattito partito dopo l’annuncio, da parte del Governo, con il ministro Marco Minniti, della volontà di aprire un piccolo Cie, da un centinaio di posti, in ogni comune, così da “spalmare” le presenze nel territorio nazionale e gestire meglio il fenomeno, soprattutto in tema di espulsioni, visto che le strutture dovrebbero essere destinate ai soli soggetti ritenuti pericolosi e non semplicemente “irregolari”. Continuano a non mancare le polemiche, sia da parte di quanti rifiutano la creazione di centri di espulsione nel proprio territorio, sia da parte di quanti, come il Movimento 5 Stelle, ritengono che si possa tradurre in un incentivo per l’illegalità e per gli affari delle mafie.




Pachino. Espulso estremista islamico ritenuto pericoloso

Sarebbe stato componente di un sodalizio ispirato al radicalismo islamico, di “fondata pericolosità sotto l’aspetto dell’ordine e della sicurezza pubblica” e viveva a Pachino. Al termine di una lunga attività info- investigativa, ieri mattina, gli uomini della Digos e dell’Immigrazione della questura di Siracusa hanno accompagnato Jilani Ben Mahmoud, nato a Sfax, in Tunisia, al “Cie” di Caltanissetta per la successiva espulsione dal territorio nazionale per motivi di sicurezza. L’uomo, 47 anni, non in regola con le norme del soggiorno in Italia, è risultato far parte di un gruppo di estremisti islamici. Da dicembre dello scorso anno era stato segnalato dai servizi dell’intelligence in ambito di cooperazione internazionale, visto che alcuni componenti del sodalizio individuato, sarebbero stti in contatto con un minorenne francese, di origine italiana, già noto alle autorità d’oltralpe perché molto attivo in forum di discussione jihadista e intenzionato a raggiungere in teatro siro-iracheno. Jilani era già sotto controllo anche dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria perché, durante il periodo di espiazione di un residuo di pena per violazione delle norme sul soggiorno nel territorio nazionale aveva assunto, secondo quanto ricostruito, all’interno del carcere, una rilevante posizione di leadership tra i detenuti di fede islamica.




Siracusa. Moto rubate nascoste in un furgone: due denunciati

Custodivano in un furgone di loro proprietà diversi ciclomotori, sia a scoppio, sia con motore elettrico, risultati di provenienza furtiva. Denunciati due siracusani, di 30 e 45 anni, accusati di ricettazione. I veicoli sono stati posti sotto sequestro per accertarne la proprietà. Chiunque avesse subito furti di veicoli, può verificarne l’eventuale rinvenimento rivolgendosi agli uffici della questura.




Siracusa. Operazione anti-degrado sociale, sgomberate le grotte della balza Akradina

Nuova operazione congiunta di carabinieri, polizia municipale e personale Igm. Un servizio capillare in funzione antidegrado sociale, per mettere in sicurezza e bonificare alcune aree “occupate” e trasformate in rifugi di fortuna da extracomunitari e senzatetto. Condizioni minime di igiene assenti motivo per cui i circa dieci stranieri identificati sono stati affidati ai servizi sociali del Comune ed invitati a trascorrere qualche notte in strutture protette, in attesa di nuova sistemazione. Nelle aree controllate trovate decine di materassi, coperte, focolai e cucine improvvisate, il tutto in assenza di servizi igienici. Particolarmente drammatica la situazione in alcune grotte della balza Akradina trasformate in rudimentali abitazioni, invase anche dalla spazzatura.




Visite in carcere a Totò Cuffaro, anche due politici siracusani rischiano il processo

Ci sono anche due politici siracusani tra i 28 per i quali è stato chiesto dalla Procura di Roma il rinvio a giudizio. Si tratta dell’ex parlamentare Pippo Gianni e dell’ex deputato regionale Nunzio Cappadona. Udienza fissata il 14 marzo per valutare se la vicenda meriti un processo o meno. Ecco, la vicenda è legata alle visite in carcere a Rebibbia all’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro. Secondo l’accusa, i 28 (per 13 è stata richiesta l’archiviazione) avrebbero prodotto dichiarazioni false per entrare in carcere utilizzando la facilitazione che permette ai parlamentari in carica di accedere alle strutture penitenziarie facendosi anche accompagnare da un assistente che dichiara la sua qualifica in un apposito modulo, senza richiesta di colloquio necessaria per i “comuni mortali”. I giudici romani hanno il sospetto che non sempre gli assistenti fossero davvero semplici assistenti degli onorevoli in visita. Da qui l’indagine per falso.




Botti di fine anno: uomo perde tre dita a Siracusa, incidente anche a Lentini

Il bilancio dei botti di mezzanotte parla purtroppo di due gravi incidenti. Dopo la mezzanotte, a causa dell’uso improprio di materiale pirico, un 49enne di Lentini ha subito la perdita del polpastrello di un dito della mano sinistra. A Siracusa, un 64enne ha perso tre dita della mano destra in seguito all’esplosione di un petardo.
Altri due incidenti , per fortuna senza grosse conseguenza, ad Avola e ancora Siracusa.




Lentini. Tentato furto in un capannone, arrestati in due dopo breve fuga

Tentato furto in concorso, arrestati da agenti del Commissariato di Lentini Gaetano Palermo (35 anni) e Biase Gesù Dragonetti (21). Nei pressi della via Porta Siracusana era stato segnalato un furto ad opera di due giovani incappucciati che si erano introdotti all’interno di un capannone che custodiva mezzi d’opera edili appartenenti a un piccolo imprenditore edile. I poliziotti hanno subito fermato i due, su di ciclomotore che procedeva in senso vietato e rispondenti alla segnalazione giunta al numero di emergenza.
I due sono stati riconosciuti dalla persona offesa e da altro testimone come coloro che, con in mano un piede di porco, si sarebbero introdotti all’interno della proprietà, per poi fuggire con il sopraggiungere del proprietario del deposito.




Siracusa. Targia, auto avvolta dalle fiamme: tanta paura ma nessun ferito

Auto avvolta dalle fiamme questa mattina in contrada Targia, in direzione Siracusa nord. Poco dopo la stazione di servizio Agip, una Renault Clio ha preso fuoco per cause ancora in fase di accertamento. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, poco dopo le 7.20. Intervento concluso pochi minuti dopo le 8. Nessun ferito, il conducente della vettura ha avuto il tempo di allontanarsi e mettersi in salvo. Riflessi sul traffico con pesante rallentamento nella zona.




Rosolini. Droga in auto, i carabinieri arrestano un 29enne

Arresto in flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti a Rosolini. I carabinieri hanno bloccato Carmelo Lorefice, classe 1987, già noto alle forze dell’ordine per i suoi precedenti di polizia.
Ad un posto di blocco, hanno intimato l’alt all’autovettura condotta da Lorefice, procedendo ad un normale controllo di polizia nei suoi confronti. Nel corso del controllo, nonostante i documenti di guida e circolazione fossero in regola, l’uomo è apparso stranamente agitato ed insofferente nei confronti dei militari i quali, insospettiti da tale atteggiamento, hanno dato corso a perquisizione personale e veicolare conclusasi con esito positivo: occultato nel vano porta oggetti dello sportello destro dell’autovettura è stato rinvenuto un frammento di hashish, debitamente avvolto in un foglio di carta d’alluminio, dal peso di circa 15 grammi, del materiale necessario per il confezionamento dello stupefacente, un flacone di metadone di cui Lorefice non è autorizzato alla detenzione nonché la somma contante di 125 euro in banconote di vario taglio, denaro ritenuto provento di pregressa attività di spaccio.
Lo stupefacente rinvenuto è stato sottoposto a sequestro in attesa di esperire le analisi di laboratorio del caso. Condotto in caserma, Lorefice Carmelo è stato dichiarato in stato di arresto e, al termine delle formalità di rito, tradotto presso la propria abitazione al regime degli arresti domiciliari in attesa della celebrazione del rito direttissimo presso il Tribunale di Siracusa.
A conclusione dell’udienza, durante la quale il GIP ha convalidato l’arresto, è stata disposta nei confronti di Lorefice Carmelo la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Rosolini.