L’intervento immediato del ministro dell’Agricoltura e Pesca, Francesco Lollobrigida sulla questione Tonno Rosso. E’ quanto chiede Carlo Auteri, deputato regionale che ricorda come “sulla vicenda siamo al giro di boa. Più volte il ministro ed il sottosegretario hanno rilasciato dichiarazioni in merito- ricorda Auteri- Anche in occasione delle comunali di Pachino. A parte un buon utilizzo della comunicazione, però- fa notare Auteri- nulla è cambiato”.
Il deputato regionale, ormai ex FdI, parla dell'”assurdità che una marineria rappresentata da una classe imprenditoriale sia costretta ogni anno a conoscere le condizioni della pesca del tonno solo a valle di un decreto che ogni anno contiene condizioni diverse, la mancanza di una regolamentazione stabile impedisce investimenti nel settore. Eppure la pesca e il commercio del tonno e dei prodotti di tonnara rappresentano un vero volano per l’occupazione, ad esempio a Portopalo e nelle aree di pesca in Sicilia. La seconda assurdità- dice ancora Auteri-riguarda il numero e la qualità delle imbarcazioni che godono della quota tonno legata alla pesca accidentale. Non è pensabile che possano averne diritto tutte le imbarcazioni della piccola pesca, è doveroso che si intervenga con una selezione più rigida. Non è sufficiente il solo possesso della licenza di pesca con il palangaro, è necessario che le imbarcazioni per praticare la pesca del tonno debbano essere in possesso di requisiti precisi, stazza, celle frigorifere, attrezzi adeguati, etc, tutti requisiti che servono, tra l’altro, a garantire non solo la sicurezza dei pescatori in mare aperto ma, soprattutto, un ciclo di trattamento del pescato che impedisca l’arrivo sul mercato di tonni che mettono a rischio la salute dei consumatori, l’idea per porre un primo taglio al numero di imbarcazioni potrebbe essere quella di consentire la quota accidentale si soli possessori della licenza della pesca del pesce spada e così si passerebbe dalle attuali 2.000 imbarcazioni a circa 700″. Per Auteri bisogna intervenire anche sulla pesca sportiva “evitando di fare proclami che poi non si traducono in norme – sottolinea il deputato all’Ars – Attualmente i pescatori sportivi, pur avendo a disposizione una quota minima per tutta l’Italia, possono comunque pescare un esemplare al giorno in tutto il periodo che il decreto dà loro il diritto alla pesca del tonno, considerato che i pescatori sportivi debbono ottenere il permesso di pesca del tonno dalle capitanerie sarebbe il caso che il sistema cambiasse dando ad ognuno di loro un limite massimo di esemplari da poter catturare nel corso dell’intero anno, ad esempio 10 a permesso, consentendo quindi loro, come giusto che sia, di praticare la pesca quando desiderano e non nei circa 40 giorni concessi attualmente per decreto. Se non si interviene su questi temi la pesca professionale non potrà programmare uno sviluppo delle imprese della marineria di Portopalo e di quelle di tutta Italia, cosa più grave si alimenterà la pesca di frodo, perché i pescatori debbono pensare alle loro famiglie le quali non possono sopravvivere con le sole 48 ore di pesca concessi con il decreto di quest’anno, bisogna dire le cose come stanno, nonostante rischiano una sanzione di 4.000 euro e tenuto conto che il mare è pieno di tonni hanno tutta la possibilità di guadagnare molti più soldi di quanto sia il valore della sanzione, stessa, di conseguenza qualcuno continuerà a pescare oltre i due giorni concessi, praticando la pesca di frodo e immettendo tonno nel mercato nero senza le minime garanzie sulla qualità e sulla bontà del tonno che finisce nei mercati e nei ristoranti, è il caso di ricordare che il tonno avariato mette a serio rischio la salute dei consumatori, come spesso sentiamo dalle notizie relative alle intossicazioni derivanti da tonno non trattato adeguatamente”. In ultimo, la richiesta è che il Ministro dia “una migliore organizzazione agli uffici che si occupano della burocrazia, emergono alcune incongruenze inaccettabili secondo le quali alcune aree dell’Italia, non si capisce come e perché, ottengono risposte e provvedimenti in tempi molto celeri come avvenuto per le Organizzazioni dei produttori campane rispetto a quelle siciliane”.
Intanto a Siracusa, è stata protocollata questa mattina una mozione rivolta al vice sindaco, Edy Bandiera, con delega allo Sviluppo Economico e Competitività (agricoltura, pesca, mercati e fiere), per impegnare l’amministrazione a farsi parte attiva nel promuovere azioni concrete a sostegno del comparto pesca, con particolare attenzione alla questione delle quote del tonno rosso.
Ad annunciarlo è il consigliere comunale Ivan Scimonelli.
“La mozione -spiega- prende spunto dalle forti criticità emerse negli ultimi giorni, a seguito delle dichiarazioni pubbliche delle marinerie siracusane, che hanno denunciato il grave squilibrio tra l’abbondanza della risorsa ittica e le attuali limitazioni normative, che penalizzano fortemente le marinerie siciliane e in particolare quelle della provincia di Siracusa. Il sistema attuale di quote tonno rosso, pensato in un contesto in cui la specie era in pericolo-entra nel merito Scimonelli- oggi si dimostra del tutto inadeguato: i tonni abbondano nel Mediterraneo, ma ai nostri pescatori è vietato pescarli. A ciò si sommano le lungaggini burocratiche sul pagamento del fermo pesca e l’assenza di un piano di sviluppo della filiera locale. La mozione protocollata chiede all’Amministrazione di attivarsi su più fronti:
Sollecitare il Governo nazionale per una revisione del sistema delle quote, affinché la Sicilia riceva una ripartizione più equa in base alla storicità e al reale stato dello stock ittico; proporre l’introduzione di una quota dinamica nazionale per le catture accidentali, così da non obbligare i pescatori a rigettare in mare il pescato non pianificato, oggi sempre più frequente; avviare una strategia comunale di contrasto alla pesca illegale e a favore della legalità e della tracciabilità, anche attraverso la richiesta di rafforzamento dei controlli sulle imbarcazioni extra-UE; intervenire presso le autorità competenti per lo sblocco immediato delle indennità relative al fermo pesca 2022 e per l’attivazione dell’iter per gli anni successivi; promuovere progetti pilota per la valorizzazione della filiera del tonno rosso in ambito locale, favorendo investimenti in trasformazione e commercializzazione, in sinergia con i fondi PNRR e FEAMP; chiedere formalmente l’istituzione di un tavolo permanente presso il Ministero dell’Agricoltura, con la partecipazione delle marinerie siciliane, per l’aggiornamento delle normative sulla pesca. “L’Amministrazione comunale-conclude- ha il dovere di agire e di dare voce al grido d’allarme lanciato da chi vive il mare ogni giorno.
Con questa mozione, il Consiglio comunale intende richiamare l’attenzione politica sulla necessità di sostenere concretamente un comparto in crisi, fondamentale per l’economia costiera e per la tenuta sociale del territorio.
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