Ospedali, la deputata Cannata (FdI): "inizi la fase due anche per la Sanità"

“Occorre restituire ad Augusta l’ospedale nella sua interezza, con i reparti di Medicina e di Chirurgia, e iniziare la fase di dismissione del Covid center del Muscatello. A Noto si proceda contestualmente con il graduale ripristino dei reparti di Geriatria e Lungodegenza”. Lo chiede la deputata regionale di Fratelli d’Italia, Rossana Cannata.
“Il sistema sanitario regionale ha retto alla diffusione del Covid-19. E mentre ci si avvia alla fase della ripartenza economica – aggiunge la Cannata – è giusto che anche la sanità torni gradualmente ad avere le strutture ospedaliere funzionali nell’interezza dei reparti”.
La vicepresidente della Commissione regionale Antimafia continua: “Il virus purtroppo non è ancora sparito ma i numeri ci dicono che a Siracusa, come nel resto della Regione, è in ritirata. Le postazioni Covid, che in base ai criteri scientifici rapportati alla popolazione dovrebbero essere un centinaio, potrebbero quindi essere collocate nel padiglione allestito a Siracusa, individuato proprio per questa patologia ma anche su Noto, consentendo comunque anche il ripristino dei reparti di Geriatria e Lungodegenza nonché l’avvio dei servizi da implementare secondo le disposizioni della rete e la partecipazione dei privati. Così come su Siracusa occorre procedere a riallocare il reparto di Oncologia e su Avola proseguire il graduale processo di rifunzionalizzazione che già ha consentito l’apertura del reparto di Pediatria, così come, appunto, negli altri presidi”.
Rossana Cannata aggiunge anche che “a breve, l’assessore regionale della Salute diramerà le linee guida regionali con l’apertura dei presidi ambulatoriali prevista dal 25 maggio. La sanità regionale deve uscire rafforzata dopo questa fase di emergenza e, di conseguenza, tutti gli ospedali della provincia devono poter contare sull’implementazione di servizi sanitari e risorse umane necessarie per garantire cure di qualità nella sua totalità. È questo l’unico obiettivo che deve continuare a perseguire la sanità siciliana che non può e non deve identificarsi con chi si macchia di gravi reati”. Rossana Cannata fa riferimento all’ultimo episodio di corruzione che ha coinvolto la sanità in Sicilia. “Una vicenda che merita la massima attenzione – conclude la vicepresidente della Commissione Antimafia – per continuare con fermezza, da parte della Regione, l’azione di contrasto e prevenzione della corruzione nei bandi di gara di sanità e in qualsiasi altra procedura e settore che possa prestarsi a deviazioni anomale”. 




Parchi acquatici siciliani, a rischio la stagione: audizione in Commissione Ars il 20 maggio

Dall’associazione Parchi permanenti italiani e dal Comitato Parchi Acquatici e Tematici Siciliani parte un disperato SoS. Difficile che queste strutture riescano ad aprire entro i termini utili per sfruttare la stagione estiva, con il rischio di un danno economico ed occupazionale. Simili impianti, denunciano dalle associazioni di rappresentanza, sarebbero stati esclusi da ogni forma di aiuto economico.
Il prossimo 20 maggio, una delegazione di titolari di parchi acquatici siciliani sarà ricevuta in audizione in Commissione Parlamentare Attività Produttive all’Ars. A richiedere l’incontro è stato il deputato regionale di Forza Italia, Mario Caputo. “La lunga e forzata chiusura a causa del Coronavirus, il divieto di gite scolastiche, la totale chiusura delle imprese oltre che l’incertezza sulle direttive ministeriali relative alle misure da adottate per programmare l’apertura, stanno ponendo in gravissima crisi tutte le strutture siciliane che gestiscono i parchi acquatici. Oramai per queste aziende la stagione estiva è praticamente finita in quanto servono almeno 70 giorni per programmare il funzionamento degli impianti”.
Unica soluzione possibile sarebbe quella di prevedere un sistema di aiuti da parte della Regione. “Servono delle direttive che in prima battuta diano la possibilità di aprire, almeno nell’ultimo mese della stagione estiva e salvare il salvabile. In subordine debbono essere subito verificati quali aiuti economici possano essere destinati a tali categorie. Stiamo parlando di centinaia di posti di lavoro a rischio, oltre al fatto che le aziende, anche se chiuse, devono sostenere i costi di manutenzione, collaudi, sanificazione e pagamento delle utenze: una beffa insostenibile alla quale occorre porre fine”.




Ex Provincia Regionale, 3 milioni di euro dalla Regione, liquidato saldo accise

La Regione liquida il saldo per le accise, una somma che supera i 6 milioni di euro. Di questi, poco più di 3 milioni saranno destinati all’ex Provincia di Siracusa, mentre la restante parte verrà destinati ai 21 comuni dell’area. “Il Dipartimento regionale delle Autonomie Locali ha emesso il decreto (DDG 132/2020) con il quale viene
trasferito, dalla Regione, il saldo accise al Libero Consorzio di Siracusa e ai 21 comuni della provincia aretusea”, conferma l’assessore Edy Bandiera, unico siracusano della compagine di governo.
Le risorse economiche erogate saranno così ripartite: Augusta € 317.542,42; Avola € 343.246,65; Buccheri € 24.100.98; Buscemi € 6.608,55; Canicattini Bagni € 54.114,92; Carlentini € 165.140,54; Cassaro € 5.470,94; Ferla € 16.181,29; Floridia € 161.308,77; Francofonte € 162.453,07; Lentini € 244.922,20; Melilli € 107.277,03; Noto € 244.817,48; Pachino € 211.729,51; Palazzolo Acreide € 58.589,41; Portopalo di Capo Passero € 45.220,85; Priolo Gargallo € 93.296,02; Rosolini € 175.613,20; Siracusa € 912.847,05; Solarino € 59.589,96; Sortino € 69.165,77.
“Una importante boccata di ossigeno – aggiunge Bandiera – che servirà a far fronte al pagamento degli stipendi del personale dipendente e ad altre esigenze degli enti beneficiari”.




Baraccopoli di Cassibile e lavoratori stagionali, due interrogazioni del Movimento 5 Stelle

Due interrogazioni sulla vicenda della baraccopoli di Cassibile, una a Roma e l’altra a Palermo. A presentarle il deputato nazionale Paolo Ficara e il deputato regionale Stefano Zito (M5S). Ficara ha chiesto un intervento urgente dei Ministeri della Salute e dell’Interno per verificare “la sicurezza e la tutela del diritto alla salute dei lavoratori e di tutti i residenti nella frazione di Cassibile, verificando anche il rispetto del protocollo tra il Comune di Siracusa e la Prefettura”, mentre il deputato regionale Stefano Zito ha posto il problema in Ars, con una interrogazione dedicata alla “situazione dei lavoratori stagionali nelle campagne di Cassibile e le necessarie soluzioni da adottare per risolvere le questioni legate alle carenze igieniche e la regolarizzazione dei rapporti di lavoro”.
Nei loro interventi, Paolo Ficara e Stefano Zito sottolineano la duplice natura del problema: “lavoratori extra comunitari impiegati per pochi euro al giorno e in condizioni igienico sanitarie al limite della decenza, ormai da anni”. E sullo sfondo c’è anche la crescente tensione sociale con i residenti, una insofferenza che non ha nulla di derivazione razzista.
Da decenni si ripete la stessa situazione, senza che nessuno degli attori in campo paia disporre della capacità di risolvere il problema. “Nel maggio dello scorso anno, il Comune di Siracusa ha siglato un protocollo d’intesa con la Prefettura, che ha ceduto al Comune 17 unità abitative. La gestione sarebbe dovuta essere affidata ad enti del privato sociale o organizzazioni di volontariato a cui sarebbe stato demandato anche il compito della verifica dei contratti di lavoro dei braccianti, oltre che della custodia e pulizia dell’area”, ricorda Ficara. In più, “a novembre dello scorso anno è stata firmata in Prefettura, alla presenza del Sottosegretario Sibilia, la Convenzione di cooperazione per il contrasto al caporalato e al lavoro sommerso irregolare in agricoltura a seguito della quale si sarebbe istituito uno sportello mobile multifunzionale con specifica missione di supporto ed assistenza sanitaria, legale, psicologica a tutte le persone che arrivano o che si trovano già in Italia e vogliono lavorare in regola”.
Nonostante questi interventi datati 2019, nulla è cambiato. E se si considera l’emergenza Coronavirus, la situazione assume connotazioni di gran lunga più gravi, considerando che non sussistono le condizioni igienico-sanitarie per ospitare i lavoratori; una situazione diventata insostenibile per la sicurezza e la salute non solo dei lavoratori ma anche dei residenti, preoccupati anche dagli assembramenti che spesso si creano”. Da qui la richiesta di intervento ai Ministeri dell’Interno e della Salute.
Mentre il deputato regionale Stefano Zito chiede anche l’intervento della Protezione Civile regionale e dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro di Siracusa, al fine di verificare eventuali irregolarità nelle assunzioni degli stagionali. “Questi sono temi su cui il nostro impegno è costante, a più livelli. I protocolli ed i progetti devono ora lasciare la carta per diventare realtà, senza ulteriori tentennamenti”.




Regione, votata risoluzione a sostegno dell'imprenditoria: "Musumeci ci ascolti"

Approvata la risoluzione che impegna il Governo regionale ad assumere decisioni “concrete e coraggiose” a sostegno dei settori economici danneggiati dal lockdown. Soddisfatto il segretario della commissione Attività Produttive dell’Ars, Giovanni Cafeo.
“Nello specifico – spiega – la risoluzione chiede al presidente Musumeci e agli assessori alle Attività Produttive e all’Economia di porre in essere le misure utili al fine di garantire liquidità per gli operatori economici che nel corso del 2020 abbiano avuto una riduzione del fatturato di almeno il 30% rispetto all’anno precedente, mediante la concessione di un contributo a fondo perduto commisurato alla perdite”.
Inoltre, viene chiesto al governo regionale “di avviare un’interlocuzione con l’Anci, al fine di rispondere alle necessità delle imprese, sia attraverso l’esenzione o riduzione dei tributi locali, sia mediante una velocizzazione delle istruttorie relative ai procedimenti amministrativi di autorizzazione”.
Vanno intanto definite le linee guida per sostenere la ripresa delle attività “conformemente alle misure di sicurezza necessarie – continua Cafeo – anche alla luce della decisione del governo nazionale di affidare maggiore autonomia alle regioni proprio in tema di riaperture. Nonostante le distrazioni legate all’imminente rimpasto di giunta, adesso tocca al presidente Musumeci assumersi la responsabilità di ascoltare finalmente la voce degli operatori economici siciliani al collasso”.




Coronavirus, l'allarme dei sindaci siciliani: "Senza adeguato sostegno, Comuni al default"

Il sindaco di Avola, Luca Cannata, lancia l’allarme. “I Comuni, così come ogni azienda devono essere sostenuti o saremo tutti destinati al default e dunque alla mancata erogazione dei servizi essenziali. Se lo Stato in queste ore non interverrà come richiesto dai sindaci con l’Anci a livello nazionale, con la previsione per i Comuni di risorse adeguate a fondo perduto e anticipazioni di liquidità per compensare le minori entrate che si stanno verificando a seguito dell’emergenza coronavirus, ci sarà una catastrofe”. E’ un intervento accorato quello del primo cittadino avolese, vicepresidente vicario di Anci Sicilia, atteso da una assemblea straordinaria dei sindaci isolani. “Al momento la stima è di un minor gettito per i comuni tra i 5 e gli 8 miliardi a fronte di un fondo statale di 3 miliardi previsto nel decreto rilancio che dunque non basta”, spiega poco prima della riunione nel corso della quale andranno definite le proposte del sistema delle autonomie locali da sottoporre alle istituzioni regionali, nazionali ed europee per evitare il disastro dei Comuni e conseguentemente dei servizi locali.
“Il Comune di Avola non è andato in default perché abbiamo messo in campo un piano di riequilibrio appena insediatomi nel 2012 – sottolinea – Abbiamo lavorato giorno e notte con sacrificio e scelte strategiche severe per realizzare un piano di riequilibrio finanziario che stiamo seguendo con attenzione e verificato con la Corte dei Conti ogni sei mesi. È chiaro, però, che oggi la situazione è cambiata per tutti i Comuni e tutte le programmazioni con le misure previste in precedenza rischiano di saltare e dunque in questo momento tutti gli enti locali rischiano il disastro se non si interviene con i giusti correttivi”.
Proprio su questo versante, come vicepresidente vicario di Anci Sicilia, Cannata sta lavorando in sinergia con i colleghi affinché possa esserci in queste ore una adeguata compensazione delle minori entrate da Roma per contribuire a fare ripartire il tessuto sociale e produttivo garantendo i servizi essenziali, dalla raccolta dei rifiuti al controllo del territorio all’assistenza sociale.




Siracusa. "Ciapi abbandonato dalla Regione", interrogazione di Cafeo

“La Regione abbandona il Ciapi”. Questa la conclusione a cui il segretario della commissione Attività Produttive dell’Ars, Giovanni Cafeo arriva dopo le scelte compiute nell’ambito dell’approvazione della nuova Finanziaria. Il deputato regionale ha presentato un’interrogazione specifica. Parla di “incognite presenti in questa Finanziaria appena approvata, tra cui spiccano alcune decisioni di difficile interpretazione, tra le quali il destino che il Governo regionale ha previsto per il Ciapi”.
“Ho chiesto al Presidente Musumeci e all’assessore Turano come pensano di sopperire ai tagli certificati in Finanziaria – continua l’On. Cafeo – considerando che mancano almeno 300 mila euro soltanto per il pagamento degli stipendi dei dipendenti, un chiaro segnale di abbandono verso questo strumento di formazione nel nostro territorio dal grande potenziale ma che appare oggi esemplificativo delle priorità di questo Governo”.
“Inoltre, nell’interrogazione ho espresso chiaramente i miei dubbi sul bando indetto per la direzione dell’ente – prosegue Cafeo – nel quale è prevista una posizione equiparata a quella di un dirigente regionale, quindi decisamente onerosa e incompatibile con la scelta dei tagli fino ad oggi effettuati”.
“Quello che chiedo ma che soprattutto auspico è la massima trasparenza nella scelta della governance del Ciapi – conclude Giovanni Cafeo – onde evitare che i particolari requisiti richiesti dal bando pongano le premesse per un ritorno su quella poltrona di chi in questi ultimi anni ne ha determinato il lento e inesorabile declino”.




Siracusa. Divieto di rientro per i siciliani, "Italia Viva" chiede scelte coraggiose

“Un novello Ponzio Pilato”. Non usa mezzi termini il co-coordinatore provinciale di Italia Viva, Tiziano Spada che in questo modo definisce il presidente della Regione, Nello Musumeci dopo la decisione di bloccare il rientro dei siciliani fuori sede, nell’ambito della gestione della pandemia legata al Covid-19. “Quella che si manifesta plasticamente è l’inadeguatezza di questo Governo regionale – continua Spada – che avrebbe potuto intervenire con scelte precise e coraggiose al fine di favorire il rientro dei nostri corregionali, come ad esempio effettuare tamponi e test sierologici a tutti”.
“In questo modo – prosegue Tiziano Spada – si sarebbe potuto salvaguardare sia il diritto alla tutela della salute pubblica sia il sacrosanto diritto da parte dei siciliani di rientrare presso la propria residenza, cosa peraltro chiaramente permessa dall’ultimo DPCM in vigore”.
“Siamo ancora in tempo per intervenire e far cessare questa palese ingiustizia – conclude il coordinatore provinciale di Italia Viva Siracusa – Musumeci si ravveda e autorizzi i rientri con tutte le necessarie procedure di sicurezza, ripristinando così lo Stato di Diritto e i valori costituzionalmente garantiti a tutti i cittadini”.




Il senatore Faraone al Ministro della Sanità: "Umberto I di Siracusa, accertare responsabilità"

Anche il senatore Davide Faraone (Italia Viva) ha presentato una interrogazione al Ministro della Salute per attenzione il “caso” Siracusa. La settimana scorsa, il deputato Paolo Ficara (M5s) aveva richiesto l’invio degli ispettori ministeriali nell’ospedale del capoluogo. Adesso anche l’ex sottosegretario “punta” l’Asp aretusea.
Faraone ricorda “la diffusione del contagio da COVID-19 presso alcuni reparti del presidio ospedaliero e l’infezione di una trentina di persone, tra medici, infermieri e personale sanitario” fatti che “stanno destando molta preoccupazione nell’opinione pubblica, non solo siracusana”. Si sofferma poi su quelli che apparirebbero come indicazioni incongruenti (dalla mascherine sconsigliate ai ricoveri delle persone in attesa di tampone al pronto soccorso) per soffermarsi sulla morte di Calogero Rizzuto, episodio “tragico ed emblematico delle tante incongruenze e superficialità”, scrive ancora Faraone.
Per l’esponente di Italia Viva, “la situazione è assai grave e necessita di essere affrontata con massima urgenza” e quindi sollecita il ministro della Salute ad “accertare eventuali responsabilità nella gestione ed il coordinamento dell’emergenza COVID-19 nel presidio ospedaliero Umberto I di Siracusa, e assicurare misure efficaci a garantire la tutela della salute dei cittadini”.




Il parlamentare Ficara: "ispettori ministeriali all'ospedale di Siracusa"

(c.s.) Il parlamentare del Movimento 5 Stelle, Paolo Ficara, ha chiesto al ministro della Salute di valutare la possibilità di inviare gli ispettori all’ospedale Umberto I di Siracusa. “Lo ritengo utile per la fiducia e la sicurezza dei siracusani, anche nell’ottica di una verifica più generale dell’operato dell’Asp di Siracusa nel garantire il diritto fondamentale alla salute che troppo spesso in questa provincia, negli ultimi anni, sembra essere stato messo in secondo piano”, spiega Ficara che ha depositato una articolata interrogazione parlamentare.
“Abbiamo portato all’attenzione del Ministero la situazione e quelli che appaiono come errori o criticità nella gestione della emergenza da parte dell’Asp di Siracusa, anche attraverso l’analisi dei piani e dei documenti predisposti. Purtroppo l’ospedale Umberto I è divenuto un focolaio di contagi da covid-19, specie nelle prime e delicate settimane dell’epidemia in Sicilia. La gestione degli spazi, degli ambienti e dei pazienti, in particolare i cosiddetti grigi, è apparsa piuttosto dubbia. Lasciano perplessi i casi di pazienti dimessi e rimandati a casa o, peggio, in residenze anziani pur senza avere precedentemente effettuato il tampone. Con gravi conseguenze, come quanto avvenuto nella Rsa di Canicattini. E poi c’è il caso dei tamponi di fine quarantena”, dice Paolo Ficara (M5s).
Negli ultimi giorni sono stati adottati correttivi, purtroppo non cancellano una prima fase di gestione parecchio dubbia. “Servono, da parte del management Asp, trasparenza e informazioni chiare fornite costantemente ai siracusani. Bene la ritrovata voglia di parlare. Ma è solo un primo e timido passo in un cammino tutto in salita per ricucire lo strappo di fiducia con i siracusani”.