Siracusa. Pasticcio scioglimento dell’assise, la Scala rassicura: “spazio per discuterne”

Chiamata in causa da una lettera del consigliere Ezechia Paolo Reale, subito ribaltata sui social, la presidente del Consiglio comunale, Moena Scala, non si tira indietro. E, stesso mezzo, invia la sua risposta a poche ore da quella che potrebbe essere l’ultima seduta del civico consesso siracusano. Il tema è la discussione in aula, pur se non all’ordine del giorno, del momento politico e delle cause del probabile scioglimento dell’assise dopo il no al conto consuntivo 2018.
“Ho sempre sostenuto la forte ed assoluta necessità di un dialogo costruttivo tra le forze politiche. Ho tentato di ricondurre nei binari di un corretto e pacato dialogo istituzionale le continue ed immature bagarre di un’aula che spesso ha disatteso ciò che questa città grida ancora a gran voce, ovvero maturità politica”, ricorda la presidente Scala prima di rivolgersi direttamente al consigliere Reale. “La richiesta non può che trovarsi in perfetta sintonia con quanto da sempre messo in atto dalla scrivente, mantenendo tempi e modi fin qui concessi nel rispetto delle tematiche trattate e ricordando a tutti che esiste un ordine del giorno fissato e sul quale ognuno di noi è responsabilmente tenuto ad esprimersi”. Moena Scala ricorda di essere stata proprio lei ad introdurre “uno spazio iniziale dedicato alle comunicazioni su argomenti considerati rilevanti per la città”.
La presidente Scala, però, non nasconde l’amarezza nel riscontrare solo ora tanta attenzione verso certi meccanismi e comportamenti d’aula a dispetto della precedente e “quasi totale indifferenza, soverchiata da una dialettica urlata ed incapace, alla resa dei fatti, di rappresentare questa città come meriterebbe”.
E’ innegabile che siano stati 16 mesi difficili per il Consiglio comunale di Siracusa, stritolata da una composizione politica che non ne ha potuto garantire l’equilibrio. “Auspico che questa dolorosa pagina politica cittadina possa spingere tutti a dare finalmente concreta attuazione a quel ‘cambio di passo’ tanto sperato, quanto necessario”.




Siracusa. Ultima seduta di Consiglio comunale, Reale: “non si può far finta di niente”

Quella di oggi potrebbe essere l’ultima seduta del Consiglio comunale di Siracusa. Il commissario ad acta Giovanni Cocco è arrivato in città ed inizierà a muovere i primi passi per approvare in supplenza del civico consesso il bilancio consuntivo 2018 per poi aprire le procedure di scioglimento dell’assise.
“La seduta odierna non può, a mio avviso, essere limitata alla trattazione dell’ordine del Giorno. Non possiamo certo fingere che non siano accaduti fatti di profondo rilievo istituzionale, quali il voto negativo sulla proposta di rendiconto, che con ogni probabilità comporteranno un’ingiusta sanzione sulla base di una norma iniqua”. Lo dice il leader di Progetto Siracusa, Ezechia Paolo Reale che ha inviato una lettera alla presidente del Consiglio comunale, Moena Scala, chiedendole di consentire di analizzare in assemblea gli ultimi fatti e le loro conseguenze. “La gente non capirebbe se noi restassimo oggi in silenzio e non dibattessimo anche questo rilevantissimo tema in quella che potrebbe essere l’ultima seduta di questo Consiglio Comunale”, insiste Reale.
“Non evidenziare i veri motivi che hanno condotto all’attuale situazione e non sottolinearne gli aspetti di anomalia che minano autonomia del Consiglio e democraticità del sistema sarebbe un’omissione vile, soprattutto a fronte di molte valutazioni errate, inique ed a volte offensive che, nel forzato silenzio tenuto sino ad oggi dal Consiglio Comunale, sono state veicolate all’opinione pubblica”, l’analisi di Reale che rimane in pressing sull’amministrazione Italia, anche in previsione della data del 5 dicembre quando – dopo un paio di rinvii – il Tar dovrebbe pronunciarsi sul ricorso elettorale presentato proprio da Reale contro il risultato dello spoglio delle amministrative 2018.




Siracusa. L’ultima mossa per salvare il Consiglio comunale: nota inviata alla Regione

L’ultima carta da giocare per evitare lo scioglimento del Consiglio comunale di Siracusa porta la firma del gruppo consiliare di Siracusa Protagonista. Con una articolata nota inviata nelle ore scorse all’assessorato regionale alle Autonomie Locali, viene chiesta una proroga al 27 novembre per l’approvazione del rendiconto di gestione. In quella data scadrebbe, secondo Siracusa Protagonista, il termine di trenta giorni decorrente dalla nota di “avviso” del commissario ad acta, protocollata il 28 ottobre. In alternativa, viene richiesta una convocazione urgente ad hoc del Consiglio Comunale di Siracusa direttamente a cura del Commissario ad acta.
A motivare una simile richiesta di tempi supplementari è la mancata pubblicazione del bilancio di alcune società partecipate. Nel consuntivo non c’è traccia del bilancio del Consorzio Universitario Archimede. Lo aveva segnalato nella seduta dell’8 novembre la consigliera Cetty Vinci e quel suo documento scritto è stato allegato alla richiesta di proroga o nuova convocazione.
“Contestiamo le anomalie che vi sono state nell’approvazione del consuntivo. All’assessorato regionale chiediamo di verificare quanto da noi dichiarato, prima di procedere ad un probabile ed eventuale scioglimento del Consiglio Comunale”, dice Enzo Vinciullo insieme ai consiglieri comunali Salvatore Castagnino, Fabio Alota e Mauro Basile. “Per dimostrare che non vi è alcun attaccamento alle poltrone da parte nostra, rinunciamo al gettone di presenza fino al termine del mandato nel caso in cui il Commissario, ascoltate le nostre ragioni e le nostre considerazioni, dovesse riconvocare il Consiglio Comunale”.
Lunedì il commissario ad acta, Giovanni Cocco, sarà a Siracusa per avviare le procedure che porteranno alla probabile approvazione del conto consuntivo sostituendosi al Consiglio comunale. “Sbobini la seduta, ascolti gli interventi di tutti i consiglieri e verifichi le criticità e solo dopo valuti a mente serena se ci sono i termini per una riconvocazione del Consiglio comunale”.




Siracusa. Cade il consiglio, Italia: “Non mi dimetto, nuove soluzioni per governare la città”

Il sindaco, Francesco Italia si prepara a governare la città con la sua giunta e ipotizzando nuovi soluzioni che “garantiscano la pluralità”. Questo sembra trapelare dalle dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino questa mattina su FMITALIA. Italia non usa mezzi termini e respinge con forza le accuse di quanti sostengono che dietro la bocciatura del conto consuntivo 2018, che avrebbe ormai determinato lo scioglimento del consiglio comunale, possa esserci un chiaro piano, magari architettato proprio da Italia. Un’ipotesi che il sindaco giudica assurda. Parla di chi descrive simili scenari come di chi “da tempo non ha il senso del ridicolo. I consiglieri- tuona Italia- avrebbero dovuto dire subito la verità e cioè che hanno sbagliato. Un clima di contrapposizione inaccettabile quello che si è venuto a creare- prosegue- con conseguenze purtroppo molto gravi per la città e il fatto che adesso tentino in tutti i modi di trovare appigli e scuse è molto spiacevole”. Italia rincara poi la dose.  “Bastava dire che si sono pentiti-ribadisce-  chiedere scusa e di votare, se possibile,  il consuntivo 2018, che non è, del resto uno strumento di programmazione. Ci siamo insediati a luglio del 2018, quando le risorse erano già spese. Il consuntivo è solo la fotografia di quanto già fatto. Singolare che il Bilancio di previsione, che è invece, lo strumento politico che caratterizza una giunta, sia stato approvato in prima convocazione da 13 consiglieri comunali, per la prima volta dopo circa 10 anni, lo scorso Aprile”. Il sindaco utilizza parole forti.  “Ci sono momenti in cui bisognerebbe avere dignità e senso di rispetto per i cittadini, tacendo- dice ancora- tentando di recuperare, se si può”. L’atteggiamento del primo cittadino, a questo punto, non sembra affatto di apertura nei confronti di chi “ha determinato questa grave frattura”. “Ho sempre cercato di creare un clima di unità, con tutte le forze politiche- assicura- ma mi sono trovato di fronte ad un comportamento politico irresponsabile, che dimostra come queste persone siano interessate solo a posizioni di potere”. I nuovi scenari sono quindi chiaramente allo studio. Il sindaco non si sbilancia ma assicura che “se la questione consiglio comunale dovesse chiudersi con lo scioglimento, metteremo  la città nelle condizioni di continuare a svilupparsi, progredire e dare senso al  lavoro svolto in un anno e mezzo, nonostante il clima avvelenato”. Italia è intanto pronto a pubblicare i nomi di quanti hanno votato il consuntivo 2017 ma non il consuntivo 2018,  “per dimostrare che non c’è nulla di politico. E’ stato semplicemente un errore in consiglio comunale. L’intenzione – il primo cittadino non ha dubbi – era quella di fare cadere il numero legale”. Del futuro dell’amministrazione della città, Italia lascia intuire quindi la volontà di avviare confronti con quanti hanno sostenuto la sua amministrazione e con le categorie produttive della città. Infine un riferimento alla sua squadra. “Sono tutte persone- conclude Italia- che lavorano 16 ore al giorno”. Nella giunta Italia, attualmente composta da 8 assessori, potrebbe ancora essere inserito un componente, secondo quanto consente la legge.




Siracusa. Addio al consiglio comunale, dopo lunedì vuoti i 32 scranni: arriva il commissario

Addio al consiglio comunale di Siracusa. Quella di ieri, in un clima per certi versi sospeso, con nervosismi, sorrisi tirati, qualche sguardo di fuoco, è stata  la penultima seduta dell’assise cittadina, l’ultima pienamente operativa. La bocciatura del Bilancio Consuntivo, qualunque sia stato il motivo che l’ha determinata; che si sia trattato di un errore di calcolo da parte di qualcuno, di una volontà precisa da parte di altri, di una conoscenza superficiale del diritto amministrativo, da parte di altri ancora, non ha lasciato alcuno spiraglio di recupero, nonostante i febbrili , frenetici, nervosi tentativi degli ultimi giorni. Il commissario nominato dalla Regione, il funzionario Giovanni Cocco, si sostituirà al consiglio comunale, ormai dunque sciolto, e approverà lunedì lo strumento finanziario. Da quel momento la giunta, con a capo il sindaco, Francesco Italia, lavorerà senza contraddittorio, rapportandosi solo con il commissario. Subito dopo il “no”, di cui alcuni non avevano ben valutato le conseguenze, era partita la corsa contro il tempo, il tentativo di studiare una soluzione che in corner potesse salvare consiglio (e consiglieri). Colloqui, approfondimenti, dialoghi, pare, anche con l’assessorato regionale agli Enti Locali, che in un primo momento sembrava aver mostrato delle aperture. Nessuna delle ipotesi valutate, tuttavia, sarebbe stata supportata dai criteri previsti dalla legge. Insomma, nulla da fare. Restano, tuttavia, degli elementi politici emersi proprio in questa circostanza. L’atteggiamento assunto da molti all’indomani di quanto accaduto, l’accanimento, la preoccupazione, l’ira perfino in qualche caso, oppure, all’opposto, la gioia incontenibile. Tutti fattori che hanno lasciato emergere una serie di dati politici e di obiettivi . Quello che sarà, dunque, lo si vedrà a partire da lunedì. A prescindere da tutto questo, ieri sera, il consiglio comunale ha affrontato alcuni dei punti all’ordine del giorno. Lunedì alle 18 darà, invece, il “via libera” all’acquisizione gratuita e l’accorpamento al Demanio Stradale comunali di terreni di proprietà privata utilizzati ad uso pubblico, tema che ieri è rimasto in sospeso.Saranno a carico dell’Ente le eventuali spese di frazionamento e gli atti catastali. Per il resto, “ok” ad un debito fuori bilancio di 42 mila euro per i lavori di ristrutturazione della scuola di via dei Mergulensi. “Si” anche alla proposta di Sergio Bonafede, per impegnare l’amministrazione comunale a predisporre corsi di preparazione per i sorteggiati a ricoprire l’incarico di presidenti di seggio, segretari e scrutatori, con il coinvolgimento della Prefettura e l’Ordine degli Avvocati, valendo come credito formativo obbligatorio. E questo, a quanto pare, è tutto.




Siracusa. Salvate il Consiglio comunale, pressing su Palermo per rivotare il consuntivo

Il tentativo appare disperato ma è l’ultima carta rimasta. Per salvare il Consiglio comunale di Siracusa c’è una via. Tortuosa, tirata per i capelli e dalle non poche conseguenze. Questa mattina partirà, direzione Palermo, la delibera bocciata venerdì sera. Quel no al conto consuntivo che farebbe decadere il civico consesso.
Ma dopo ore di riunioni notturne e contatti serrati Siracusa-Palermo, specie da parte di alcuni pezzi importanti dell’opposizione, non sarà quella l’unica comunicazione a muoversi su quell’asse. Questa mattina, infatti, i capigruppo dovranno mettere la loro firma sulla richiesta di proroga dei termini da inviare all’assessorato regionale agli enti locali. Il salvagente è stato individuato nella assenza dei bilanci delle partecipare per cui ecco qui il fatto nuovo di diritto che – a termine di regolamento comunale – potrebbe portare ad una nuova convocazione per rivotare un atto già bocciato. Serve però il placet (non scontato) del segretario generale del Comune.
La Regione, dal canto suo, potrebbe acconsentire e derogare ai termini perentori per legge. Una eccezione per Siracusa, con il commissario ad acta chiamato a convocare il Consiglio comunale al posto della presidenza e procedere con la nuova votazione che cancella la precedente.
Dovesse filare tutto, come nei piani di chi spera si possa salvare il Consiglio comunale, cosa faranno i 15 assenti alla seduta di venerdì? I 5 “si” potranno lievitare?
Attenzione però. Si gioca con responsabilità che potrebbero andare oltre la politica e chiamare in causa la magistratura, contabile e ordinaria. E il primo monito parte dal quarto piano di Palazzo Vermexio: i bilanci delle partecipate ricadono nel bilancio consolidato e non nel consuntivo. Per anni sono stati approvati consuntivi senza bilancio delle partecipate (alcune non presentano i bilanci dagli anni 90) per cui se si sana il presente, cosa dire del passato?
Da ogni punto si guardi la vicenda, è proprio un gran bel pasticcio. Generato da un errore e, forse, sanato da un altro. “Non si può lasciare una giunta così senza il controllo e il pungolo di un Consiglio comunale”, ripetono alcuni tra i decani dell’assise per i quali quel voto al consuntivo vale quasi quanto una sfiducia.




Siracusa. Ultimi tentativi per “resuscitare” il Consiglio comunale, ma l’opposizione è divisa

Riunioni su riunioni. E telefonate che chiamano altre telefonate. Da ore, sottotraccia, sono in atto le grandi manovre per “resuscitare” il Consiglio comunale di Siracusa dopo l’harakiri di venerdì sera. Con quel “no” al bilancio consuntivo, l’assise si è condannata allo scioglimento, dando via libera al commissario.
Le richieste di chiarimento indirizzate da più parti al segretario generale del Comune non hanno alimentato grosse speranze. Il regolamento comunale prevede, infatti, che una deliberazione non approvata possa tornare in aula, ma solo in adunanza successiva e qualora siano mutati i presupposti di fatto o giuridici. Ecco, come mutare i presupposti “di fatto o giuridici” per tornare a votare il conto consuntivo (ed evitare la decadenza)? Per un emendamento urgente non c’è tempo. La strada individuata è quella dell’annullamento della seduta dello scorso venerdì.
Secondo una parte dell’opposizione, i motivi non mancherebbero. Anzitutto perchè la seduta avrebbe dovuto essere convocata dal commissario ad acta Giovanni Cocco e non dalla presidenza del Consiglio comunale; poi perchè non erano trascorsi i 5 giorni dalla notifica della relazione dei revisori dei conti; ed infine a causa della promiscuità dell’aula (Urban Center e non aula Vittorini) che non avrebbe consentito una comunicazione chiara anche durante le operazioni di voto.
Ma su questo non tutti concordano. Cetty Vinci (Progetto Siracusa), ad esempio, si smarca. “Abbiamo già votato. La responsabilità non è nostra ma di chi ha lasciato l’aula. Non si può tornare indietro. Non si può mica dire ai siracusani che abbiamo sbagliato. Io di sicuro no, ho votato con convinzione. Le conseguenze? Ricadono su tutti. Certo, per dignità dovrebbero dimettersi sindaco e giunta, dopo aver sbrigato gli affari urgenti. Quel no al conto consuntivo vale infatti come una sfiducia al sindaco”.
Per Forza Italia parla la parlamentare Stefania Prestigiacomo. “La bocciatura del bilancio consuntivo da parte del Consiglio Comunale è, di fatto e politicamente, una dichiarazione di sfiducia nei confronti del sindaco e della giunta che dovrebbero dimettersi e consentire alla città di eleggere nuovi amministratori, anche in considerazione delle molte ombre che gravano sul voto del 2018 e che sono al vaglio del Tar”, esordisce. “La decadenza del Consiglio Comunale a causa della legge ‘salvasindaci’ è un’eredità avvelenata della disastrosa presidenza Crocetta e della sua polemica con l’Anci di Leoluca Orlando. Una norma priva di senso logico prima che giuridico che sanziona i controllori e non i controllati, che abroga la democrazia nei Comuni, anche per anni come accadrebbe a Siracusa, che ridicolizza l’autonomia regionale. Probabilmente l’esito della decadenza del Consiglio Comunale è anche frutto di inesperienza di chi ha guidato la seduta, ma ciò non sposta il disastro politico della giunta Italia e il danno che ne sta derivando alla città. Un ringraziamento invece ai consiglieri di Forza Italia e del centrodestra che hanno dimostrato la loro forza ideale e il loro amore per la città e non certo per la poltrona che non hanno esitato a mettere in gioco dimostrando ancora una volta rispetto verso gli elettori”.
Nessuna nota ufficiale da parte del Movimento 5 Stelle. Ma la posizione dei consiglieri pentastellati rimane quella del “no” al conto consuntivo, senza pastrocchi peggiori per riesumare quanto – anche per ragioni di credibilità – non potrebbe essere riesumato.
Domani, intanto, i consiglieri tornano in aula. Non una sorpresa, si tratta di seduta già calendarizzata. Per gli annali, potrebbe risultare l’ultima dell’attuale Consiglio comunale di Siracusa.




Siracusa. Consiglio comunale, corsa contro il tempo.Torres: “Si pensi alla città”

Ore e giorni carichi di tensione a palazzo Vermexio per i consiglieri comunali dopo la.bocciatura del Bilancio Consuntivo che di fatto ha causato la decadenza del consiglio comunale con una possibilità di tornare indietro che è attualmente allo studio. Si verificano, insomma, gli aspetti giuridici per comprendere se è possibile riconvocare davvero la seduta entro il 13 novembre e a quali condizioni potrebbe essere approvato lo strumento economico per scongiurare il rischio di scioglimento. Nelle prossime ore il nodo dovrà necessariamente essere sciolto. Nel frattempo, febbrili colloqui tra i consiglieri e i rappresentanti istituzionali e politici delle rispettive forze. Con l’uscita dall’aula dei componenti di Amo Siracusa, il “no” è di fatto passato. Una scelta ben precisa, che tuttavia ha gelato,per le sue conseguenze, quanti si trovavano in consiglio comunale. Carlos Torres,che con Michele Mangiafico e Gaetano Favara fa parte del gruppo, spiega le ragioni di tale passo. “Ho scelto, insieme al gruppo Amo Siracusa di condividere e attuare un programma comune per lo sviluppo della nostra città, avallando l’ingresso in Giunta con l’assessore Maura Fontana- premette- Votare Sì a questo bilancio vuol dire prendere atto dell’indirizzo dell’azione amministrativa di questa Giunta e, con un dialogo costruttivo, consentirne l’azione sulle criticità della città lasciando al consiglio comunale le sue funzioni di indirizzo e di controllo, funzioni che dovrebbero essere portate avanti con il confronto ed il buon senso. Al contrario, assistiamo ad un modo di fare opposizione assolutamente strumentale e demagogico, che, invece di portare avanti programmi costruttivi e propositivi, si riduce a meri e pesanti attacchi personali e politici, portando alla paralisi del consiglio comunale e al rallentamento dell’attività amministrativa.
Noi a questo gioco non ci stiamo più e, pur essendo favorevoli alla votazione con il nostro SI, abbiamo deciso di non partecipare alla votazione finale.
La nostra visione di politica è ben altra: è giusto scontrarsi, esporre il proprio dissenso, non condividere determinate scelte, ma alla fine occorre fare sintesi per raggiungere gli obiettivi nell’interesse dei cittadini.I continui attacchi per semplice gioco ostruzionistico penalizzano la città al solo scopo di una mera visibilità di pochi.
Auspico – conclude Torres – in futuro un ritorno alla politica con la P maiuscola, fatta da minori ambizioni e show personali e da maggiore attaccamento al mandato che i cittadini ci hanno delegato”.




Siracusa. “Quel Bilancio andava approvato”: affondo di Lealtà e Condivisione

“A meno di qualche colpo di scena, in base alla legge, il Consiglio Comunale di Siracusa , nella sua ultima riunione, ha votato per il suo auto scioglimento per non avere approvato il rendiconto del bilancio 2018”. Il presidente di Lealtà e Condivisone, Ezio Guglielmo si mostra poco possibilista dopo il voto espresso in consiglio comunale, con il “no” allo strumento economico proposto dalla giunta retta dal sindaco, Francesco Italia. “Con soli 17 presenti in aula su 32 consiglieri e 11 voti contrari dell’opposizione, chi ha causato questo risultato si è assunto la responsabilità gravissima di privare la città della sua rappresentanza democratica, di annullare il voto di migliaia di cittadini e spazzare via il massimo organo di indirizzo e di controllo dell’attività di tutta l’amministrazione comunale. Quel rendiconto andava votato e approvato-tuona Guglielmo- come hanno fatto i consiglieri di Lealtà e Condivisione, senza cedere ai giochini di palazzo che poi sono scappati di mano ai soliti presunti furbi. Andava approvato perché utile alla città e perfettamente regolare, come avevano certificato i revisori dei conti. Ci sono molti modi per fare opposizione o per manifestare il legittimo dissenso anche nella maggioranza. Quello che noi non condividiamo e non faremo mai é farlo giocando allo sfascio e sulla pelle dei cittadini”. Il gruppo esprime, in seno all’esecutivo, l’assessore al Patrimonio, Rita Gentile.




Siracusa. Errori di calcolo e giochi politici, cosa succederà al Consiglio Comunale

Quanto accaduto in Consiglio comunale a Siracusa è qualcosa a metà tra l’autogol e la tafazzata, frutto di errori di calcolo ed in qualche misura anche impreparazione.
Probabilmente il tentativo di far cadere il numero legale non è riuscito, forse qualcuno non ha compreso, forse qualcuno ha forzato la mano. E così, sorpresa: il consuntivo non è stato approvato.
Per la legge, dovrebbe decadere il Consiglio comunale e arrivare il commissario ad acta regionale per l’approvazione dell’atto consuntivo. I 32 consiglieri siracusani potrebbero però salvare il salvabile ritornando in aula per cambiare opinione ed approvare l’atto entro la scadenza del 13 novembre. Attenzione però, non è così scontato. Il regolamento comunale prevede infatti che una deliberazione non approvata possa tornare in aula, ma solo in adunanza successiva e qualora siano mutati i presupposti di fatto o giuridici. Un emendamento urgente potrebbe fare al caso. La valutazione spetta agli uffici di presidenza del Consiglio comunale, con una responsabilità enorme che ricade proprio sulla presidente Moena Scala. Si starebbero valutando con attenzione alcuni precedenti, da Pachino a Sommatino. E recenti pronunciamenti del Tar Sicilia.
Il momento è serio. E cresce sottottaccia la voglia di nuove elezioni. Il vicepresidente dell’assise, Michele Mangiafico, è sibillino. “Andare avanti con questi numeri, con un Consiglio comunale ostile impegnato solo in sterile ostruzionismo, potrebbe anche non avere senso. Il nostro gruppo, Amo Siracusa, è tendenzialmente favorevole all’approvazione del conto consuntivo ma serve uno shock positivo per la vita amministrativa della città. L’amministrazione, nonostante abbia allargato il consenso, non ha i numeri dalla sua parte in Consiglio comunale”. Si dovrebbero prendere in considerazione ipotesi come quella delle dimissioni del sindaco? Mangiafico, sia chiaro, non le chiede però – in via ipotetica – non le esclude neanche.
Sul voto del consiglio comunale di ieri sera, è stato informato via telefono il commissario ad acta già nominato dalla Regione e lunedì partirà la comunicazione ufficiale all’assessorato alle Autonomie locali, cui spettano gli atti conseguenziali, compreso quello dell’eventuale dichiarazione di decadenza dell’assemblea cittadina. Il Consiglio ha tempo fino a mercoledì prossimo (13 novembre) per votare il conto consuntivo ma molte sono le questioni sul tappeto rispetto ai tempi a disposizione.