Ripartizione Ex Province, Ficara e Zito: “Grasso venga a spiegare perchè a Siracusa le briciole”

“L’assessore regionale alle Autonomie Locali venga a spiegare di persona ai lavoratori della ex provincia perché non potranno essere pagati i loro stipendi”. I deputati nazionale e regionale del Movimento 5 Stelle, Paolo Ficara e Stefano Zito replicano così all’assessore Grasso sulle polemiche scaturite dalla ripartizione dei 28 milioni di euro spettanti alle province in difficoltà finanziaria.
“L’assessore Grasso spieghi – proseguono i due esponenti del M5S  – anche perché si dovrebbe ricorrere a un’ulteriore legge speciale per il Libero Consorzio di Siracusa e come dovrebbe fare Siracusa a utilizzare i fondi per gli investimenti, che sono vincolati proprio a quell’uso, per pagare gli stipendi”. Ficara e Zito spiegano ancora che quei fondi “non si possono utilizzare a discrezione del libero consorzio. Sembra davvero curioso come suggerisca tale soluzione. Così come ci sembra strano -osservano – che la maggior parte dei fondi siano andati a Messina. Guarda caso, proprio la città dell’assessore Grasso”. Poi una serie di interrogativi. “Gli 11 milioni al comune Catania? Non dovevano servire solo ai liberi Consorzi e alle città metropolitane?”. Ficara e Zito si chiedono perchè  “cittadini siracusani che pagano le tasse perché non dovrebbero avere stipendi, scuole sicure dove far andare i figli o strade decenti da percorrere”. Le loro supposizioni non sono, ad ogni modo, convincenti per i due rappresentanti del Movimento 5 Stelle- ” Forse solo perché già in passato il libero consorzio ha ricevuto altri aiuti? E di chi è la colpa del fallimento della provincia? Della politica che l’ha amministrata o dei lavoratori e dei cittadini siracusani?”- le osservazioni dei portavoce pentastellati, che chiamano al raccolta gli altri deputati regionali siracusani Rossana Cannata e Pippo Gennuso.”Dovrebbero alzare un polverone per l’ingiustizia che paga Siracusa- tuonano – Facciano sentire anche loro la propria opinione a difesa della ex provincia”




Siracusa vuole diventare una “green city”: alberi e foreste urbane per il clima

L’approvazione da parte del Consiglio dei Ministri del nuovo decreto sul clima costituisce il primo atto del cosiddetto “Green new deal”. Grazie ad esso un cospicuo fondo sarà destinato alla piantumazione e al reimpianto degli alberi e alla creazione di foreste urbane e periurbane. E Siracusa è già pronta ad operare, su questo fronte. Lo assicura il sindaco, Francesco Italia. “La sostenibilità si ottiene attraverso gesti concreti e quotidiani. La piantumazione del Bosco delle troiane, frutto della sinergia tra Inda, Comune, Regione, associazioni, scuole e cittadini ne è un esempio concreto. Ecco perché l’intuizione condivisa con il Soprintendente dell’Inda, Calbi, e con Stefano Boeri assume adesso un significato ancora più pregnante. Studi specifici- dice ancora il sindaco- hanno confermato come la messa in rete di infrastrutture verdi inneschi effetti positivi sul territorio e sulla qualità della vita dei cittadini. Ma la loro efficacia dipende dall’essere parte integrante di un network di aree in grado di fornire servizi aggiuntivi rispetto ad una semplice area a verde”.
Anche l’assessore Giusy Genovesi sposa l’idea di Siracusa green city. E ricordando i primi passi mossi sin dallo scorso anno, individua come obiettivo finale “la costruzione di una comunità di buone pratiche a favore della riforestazione urbana della città, la pianificazione e proposizione di regole ed azioni per una migliore qualità della vita”.
A giugno, peraltro, il Comune ha aderito alla “Dichiarazione di Milano per l’adattamento climatico della green city”, programma che impegna le Amministrazioni a mettere in atto politiche che contribuiscano a limitare i cambiamenti climatici dovuti all’effetto serra: Siracusa è stata tra le prime in Italia ad adottare questo provvedimento. L’adesione ha comportato una dichiarazione simbolica di “stato di emergenza climatica ambientale”, dalla quale scaturirà una serie di atti per arrivare a ridurre entro il 2030, anche a Siracusa, le emissioni di gas serra che sono la causa principale dei cambiamenti climatici.
Conclude l’assessore Genovesi: “Miglioramento della qualità della vita dei cittadini, lotta ai cambiamenti climatici, sussidiarietà orizzontale, ovvero partecipazione dei cittadini alle attività di pubblico interesse: sono i capisaldi di un progetto complessivo che ci permetterà di pianificare e realizzare, anche attraverso linee di finanziamento che sicuramente saranno previste, uno specifico programma di riforestazione. La nostra è una scelta che guarda al futuro e soprattutto alle nuove generazioni. Non a caso uno degli input a prendere questa decisione è giunto proprio dal gruppo di giovani siracusani che da mesi ormai si impegna in iniziative a difesa dell’ambiente”.




Siracusa. Gestione impianti sportivi, affondo del consigliere Favara sul De Simone

“Non può passare inosservata la situazione relativa agli impianti sportivi della nostra città”. Dopo l’episodio di ieri con il Siracusa calcio che si è provocatoriamente allenato in piazza Santa Lucia e quello di qualche giorno fa che ha reso inagibile il campo scuola Pippo Di Natale, il consigliere comunale Gaetano Favara pone l’accento sulla questione. “È una situazione veramente imbarazzante, l’ennesima che mette in discussione un valore importante per l’identità di una città che forse si sta abbandonando a se stessa. Serve maggiore responsabilità da parte di tutti, dal sindaco ai dirigenti, dai consiglieri alle società, affinché si possa lavorare per il bene comune e la soluzione di tanti problemi. Non è più tempo di parole ma di fatti e concretezza. Il Siracusa calcio merita di avere la sua casa, lo stadio Nicola De Simone, come meritano tutte quelle società che oggi fanno sacrifici non indifferenti di avere la possibilità di poter usufruire di impianti a norma e regolamentari”.
Il De Simone è attualmente chiuso per lavori di manutenzione straordinaria. Dovrebbero essere completati nel giro di una decina di giorni. Intanto, il 14 ottobre scade il termine per la presentazione di offerte per la sua gestione. Non è da escludere che, qualora la gara andasse deserta, l’impianto verrà messo a disposizione di tutte le società che ne faranno richiesta, con gli uffici del settore sport a regolare spazi orari e tariffe. D’altronde, l’assenza di una squadra impegnata in un campionato professionistico avrebbe convinto gli uffici del venire meno delle esigenze di “esclusività” del principale impianto calcistico cittadino.




Siracusa. Lealtà e Condivisione conferma il sostegno al sindaco, le condizioni poste: prg e riserva di Murro di Porco

Lealtà e Condivisione conferma il proprio sostegno all’amministrazione Italia. Dopo un’assemblea dei soci, convocata a seguito di un incontro con il sindaco, Ezio Guglielmo, presidente dell’associazione, rende noto quanto concordato con il primo cittadino. Le rassicurazioni ottenute rispetto ad alcuni punti programmatici, avrebbero rasserenato gli animi di quanti avevano ipotizzato un’eventuale uscita del gruppo dalla giunta. Lealtà e Condivisione ha rivendicato il diritto di avere voce in capitolo in merito alle scelte che incidono sulla città. I principali punti su cui il gruppo, rappresentato in giunta dall’assessore Rita Gentile, intende battere riguardano “l’assetto del centro storico,i trasporti, la revisione del piano regolatore generale con il recepimento sia del piano paesaggistico che del parco archeologico di recente istituzione”. Temi di cui Lealtà e Condivisione vorrà discutere con gli assessori competenti. All’amministrazione comunale, il gruppo chiede di intestarsi, inoltre, una battaglia politica per sollecitare la definizione della riserva nazionale di Capo Murro di Porco e Penisola Maddalena, come avvenuto per il Parco Archeologico.




Siracusa? Ci pensi lo Stato. La Regione passa a Roma la patata bollente ex Provincia

Per la Regione, è una causa persa quella della ex Provincia Regionale di Siracusa. Un buco nero che, in passato, ha beneficiato di milioni di euro inviati da Palermo per tenere in vita un ente che dovrà ora dichiarare il secondo dissesto consecutivo. Nell’ultima ripartizione regionale, appena 1 milioni di euro è stato destinato alla ex Provincia aretusea. “Basta appena per pagare gli stipendi fino ad ottobre. Servizi? Neanche a parlarne”, sbotta l’ex presidente della commissione bilancio Ars, Enzo Vinciullo.
Ma la Regione ha deciso. E lo confermano gli assessori regionali all’economia, Gaetano Armao, e alle autonomie locali, Bernadette Grasso. I due incontreranno a Roma, il 22 ottobre, il sottosegretario all’Economia, Alessio Villarosa. Ed a lui chiederanno “un intervento speciale in favore del Libero Consorzio Comunale di Siracusa”.
Come dire che il governo Musumeci passa la patata bollente al governo nazionale. Ma intanto invia copiose risorse a Catania e Messina. Un governo spesso tacciato di essere Catania-centrico e con un’assessore alle autonomie locali di Messina, forse solo casualmente individua negli enti di Catania e di Messina quelli più bisognosi di sostegno. Siracusa? Ci pensi lo Stato. Forse non è più considerata parte della Regione.




L’assessore regionale Grasso: “non abbiamo abbandonato la ex Provincia di Siracusa”

“La complessa situazione finanziaria del Libero Consorzio Comunale di Siracusa ha, e ha sempre avuto, massima attenzione e concreto sostegno da parte del governo Musumeci”. L’assessore regionale alle autonomie locali, Bernadette Grasso, prova così ad allontanare il sospetto che la Regione abbia abbandonato al suo destino la ex Provincia Regionale di Siracusa ed i suoi lavoratori.
“Nello scorso mese di agosto, in sede di ripartizione della prima tranche di risorse derivanti dall’accordo integrativo fra Stato e Regione, Siracusa aveva già ricevuto un’assegnazione pari a più di 7 milioni di euro. La ripartizione degli ulteriori 28 milioni di euro, oggetto della Conferenza Regione-Autonomie locali di mercoledì scorso, non è certo stata fatta in modo discrezionale. La Conferenza ha, infatti, stabilito di ammettere al riparto – prosegue l’assessore messinese – solo gli enti i cui bilanci sono in disequilibrio ma non in dissesto dichiarato. Siracusa, com’è noto, si trova in una condizione di grave dissesto, che non era, purtroppo, risolvibile in quella sede e con quelle risorse. Tuttavia, le è stato assegnato un contributo che ammonta a più di 5 milioni di euro, di cui 4 milioni nell’ambito della prossima tranche dei trasferimenti dell’Accordo sottoscritto con lo Stato a dicembre 2018”. Ma in realtà quelle somme sarebbero vincolate e destinate ad investimenti (strade, ad esempio) e non possono pertanto essere utilizzate per il pagamento degli stipendi.
“Il caso Siracusa sarà discusso nel dettaglio al Mef, durante l’incontro del prossimo 22 ottobre con il sottosegretario Villarosa. Questo non significa disinteressarsi delle sorti dell’ente, semmai l’esatto opposto. Significa chiedere il rispetto dell’accordo raggiunto sulle ex Province, con l’eliminazione del prelievo forzoso, che ha messo in ginocchio i nostri enti, unitamente alla previsione di adeguati strumenti di perequazione”.




Siracusa. Il centrodestra: “no sanatoria per il catafalco del Maniace, attendere il Tar”

Nessuna sanatoria per il bar del Maniace prima che si pronunci il Tar. Lo ribadiscono con forza gli esponenti del centrodestra siracusano. Stefania Prestigiacomo, Vincenzo Vinciullo, Ezechia Paolo Reale e Bartolo Lentini hanno posto con forza l’accento sulla necessità di attendere il pronunciamento dei giudici amministrativi prima di concedere eventuali sanatorie a quello che definiscono il “catafalco” del Maniace.
“Riteniamo che gli Uffici regionali, che già hanno accertato la violazione e la difformità dalle autorizzazioni concesse, si astengano dal procedere con il rilascio di sanatorie e attendano invece, correttamente, il pronunciamento del Tar. Qualora dovesse essere respinto il ricorso, è evidente che le autorizzazioni a suo tempo concesse sono nulle e prive di efficacia”, la posizione del centrodestra.




La Regione condanna la ex Provincia di Siracusa a nuovo default, M5s e Cafeo all’attacco

La Regione volta clamorosamente le spalle alla ex Provincia Regionale di Siracusa ed ai suoi dipendenti. La nuova ripartizione di risorse decisa dal governo di Palermo (1 milioni di euro per l’ente siracusano in default) sembra ignorare persino i criteri che la stessa Regione aveva stabilito ad agosto. Le somme dovevano essere distribuite tenendo conto anche della situazione economica delle ex Province. E Siracusa, tra tutte, è certo quella messa peggio. Non a caso è l’unica in dissesto dichiarato.
“La Regione ha abbandonato la ex provincia di Siracusa e soprattutto ignora la sorte dei lavoratori”, sbotta il deputato regionale del Pd, Giovanni Cafeo. “Oggi apprendiamo che i criteri utilizzati dal governo regionale sono cambiati e che Siracusa è stata considerata una partita ormai irrecuperabile in quanto in dissesto, situazione peraltro condivisa con il comune di Catania al quale però vengono riconosciuti ben 11 milioni”.
La sensazione è che si sia giocata una strana partita, nella quale nessuno ha fatto gli interessi di Siracusa.
Dura la presa di posizione del Movimento 5 Stelle che attacca l’assessore regionale Edy Bandiera (“anche lui ha voltato le spalle alla sua Siracusa?”). “La Regione inanella l’ennesima decisione folle e con una sorta di consapevolezza che quasi spaventa, penalizza ulteriormente la ex Provincia di Siracusa. Il governo Musumeci è riuscito a vanificare i risultati prodotti dall’impegno dei parlamentari nazionali del Movimento 5 Stelle che avevano ottenuto più fondi per gli enti nel Decreto Crescita. La ripartizione operata dalla Regione non risponde ad alcuna logica reale se non creare un caso ad hoc anche a rischio di giocare sulla pelle delle centinaia di lavoratori della ex Provincia Regionale di Siracusa. Una mossa sporca che puzza tremendamente di quella politica sorda ai bisogni delle persone ma sensibilissima al tornaconto elettorale”, dice il parlamentare nazionale Paolo Ficara insieme al deputato regionale Stefano Zito.
“Ci chiediamo se l’assessore regionale Edy Bandiera, siracusano, si sia reso conto di aver voltato le spalle al suo territorio, votando favorevolmente quella ripartizione. E’ questa la posizione di tutto quel centrodestra che sbandiera difese a spada tratta di Siracusa in Regione? E ci chiediamo perchè i deputati regionali siracusani si siano smarcati, senza sostenere la posizione di Stefano Zito che pure aveva permesso di inserire come criterio di ripartizione delle risorse quello delle necessità delle ex Province, in relazione alle loro condizioni economiche. E’ giusto attendersi da parte del commissario straordinario dell’ente siracusano una mossa di orgoglio e dignità: impugni l’atto regionale”.




Portopalo. Parterre politico di primo piano per la nascita del gruppo consiliare di Fdi

Nasce in Consiglio comunale a Portopalo il gruppo di Fratelli d’Italia. Anche l’assessore regionale al turismo, Manlio Messina, la deputata regionale Rossana Cannata e l’eurodeputato Raffaele Stancanelli hanno saluto la costituzione del gruppo di cui fanno parte i consiglieri Lupo, Chiaramida e Giuliano. A loro potrebbe presto aggiungersi anche Paolo Campisi, di Prospettiva Portopalo.
“Il passaggio a Fdi rappresenta una chiara scelta di valori in cui ci rispecchiamo nello smarrimento del panorama politico nazionale, a cominciare dalla famiglia, dalle nostre tradizioni e dal lavoro che deve essere un diritto garantito a tutti”, afferma Paolo Giuliano con accanto alla capogruppo Mary Lupo che rilancia l’impegno per la città: “vogliamo valorizzare il nostro territorio e rispondere concretamente alle tante problematiche che sono rimaste nell’ombra negli ultimi anni”.




La crisi di Floridia: l’ex sindaco Scalorino, “Quante bugie contro di me. Ma non gioisco”

Ha atteso l’esito della votazione della mozione di sfiducia. Poi Orazio Scalorino, ex sindaco di Florida, rompe gli indugi e risponde alle accuse a lui indirizzate da Giovanni Limoli anche nel momento delle dimissioni. “In questi anni ho ascoltato la barzelletta delle colpe di chi c’era prima. Ho più volte invitato l’ex sindaco ad un confronto pubblico, senza mai ricevere risposta. Oggi leggo che scappa anche dalla seduta di Consiglio, dove si sarebbe potuto difendere in contraddittorio con i gruppi politici. Ha preferito nascondersi dietro una conferenza stampa solitaria e sterile, lontano dai cittadini. L’ex sindaco è stato abbandonato da tutti, soprattutto dai suoi assessori”, dice Scalorino.
“Comprendo lo stato d’animo del fallimento personale, è un intimo stato di solitudine che può portare alle farneticazioni che ho ascoltato, ma merita rispetto. Per questo credo che non ci sia da gioire in un giorno in cui si celebra la morte della Politica. Semmai è un giorno utile per riflettere su quello che è accaduto. Lo sapevano in molti che sarebbe andata a finire male. Avrò commesso degli errori, ma continuo a camminare a testa alta e con dignità nelle piazze e nelle vie del luogo in cui sono nato e cresciuto. Era, il loro, un progetto nato contro qualcuno, e non per la città. Non poteva che avere breve respiro”, analizza ancora Scalorino che ha guidato Floridia nei cinque anni che hanno preceduto la (breve) esperienza della sindacatura Limoli.
“Ci lasciano una Floridia in ginocchio, in frantumi, senza prospettive. Mi dispiace, ma non si amministra una città con le bugie e dando le colpe agli altri. Ci vuole coraggio, il coraggio di assumersi le proprie responsabilità, ci vuole una squadra competente, ci vogliono umiltà, equilibrio e sacrifici e, soprattutto, ci vuole lealtà e rispetto verso i propri concittadini. Tutto ciò è mancato in questi anni e il risultato politico e sociale è sotto gli occhi di tutti. Buona fortuna a chi verrà dopo”.
Ed è una frase, l’ultima, che lascia pensare che Scalorino non abbia in animo una nuova candidatura a sindaco quando – verosimilmente in aprile – a Floridia si tornerà a votare.