Siracusa. Approvato il bilancio consuntivo 2017: sono 16 i “si”, tra le polemiche

Approvato il bilancio consuntivo 2017 ed evitato così lo scioglimento del Consiglio comunale. Tra la perplessità di alcuni consiglieri, è arrivato (l’atteso) via libera allo strumento finanziario preparato ma non approvato dalla passata consiliatura.
I voti favorevoli sono stati 16, tra cui anche quelli di Forza Italia e del gruppo che fa riferimento a Michele Mangiafico. Sono stati 4 i no (Castagnino, Reale, Russoniello e Trigilio) e una sola l’astenuta, ovvero la presidente dell’assise Moena Scala.
Molto critico con l’aula ed alcuni suoi componenti è Salvo Castagnino. “Non ho mai condiviso quel documento e dalla sua redazione all’approvazione ha sempre votato contro. Purtroppo però oggi ha vinto l’attaccamento alla poltrona e qualche non troppo chiaro accordo politico”. Parole che sembrano far riferimento al voto favorevole di Forza Italia ed alla decisione di astenersi della presidenza.




Anno 2019, da approvare c’è il consuntivo del 2017: “un assurdo da non ripetere”

Dovrebbe essere il giorno “buono” per l’approvazione del bilancio consuntivo 2017. Consiglio comunale chiamato a pronunciarsi, in seconda convocazione, ma c’è malumore tra i 32 di aula Vittorini. La lettera del commissario ad acta è stata chiara, se non provvede l’assise ci penserà lui in sostituzione con un atto che causerà la sospensione prima e lo scioglimento poi del civico consesso.
Consiglieri comunali con le spalle al muro, quindi. E non tutti hanno “digerito” la situazione. A dar voce ai contrariati è Carlo Gradenigo. “Il consuntivo 2017 è stato prodotto ma non approvato da 40 consiglieri dei quali il 90% non siede più nell’attuale Consiglio Comunale. Un’eredità di responsabilità sulla quale siamo chiamati a esprimerci noi. Approvare il bilancio di un sindaco, di un’amministrazione e di un consiglio non più in carica è un assurdo che ritengo non possa mai più ripetersi”, si sfoga.
“Confido in un nuovo modo di operare che parta dalla presentazione entro marzo del bilancio preventivo 2019. Un segnale forte di discontinuità verso un modus operandi assolutamente sbagliato, portato avanti negli anni da sindaci di destra e di sinistra che hanno abdicato al loro compito fondamentale: programmare insieme il futuro della città. A cominciare proprio dallo strumento più importante che è il bilancio comunale”, il messaggio che Gradenigo rivolge all’amministrazione.




Siracusa. Consuntivo 2017, tensioni in consiglio comunale: “M5S incoerente”

Tensioni in consiglio comunale dopo il rinvio della seduta di ieri a questa mattina per l’approvazione del Bilancio consuntivo 2017. I Democratici per Siracusa sono convinti che non si possa più perdere tempo e Salvatore Costantino punta l’indice contro i due consiglieri del Movimento 5 Stelle, che ieri hanno abbandonato l’aula facendo venir meno il numero legale. “Non avere la maggioranza-commenta Costantino- è stato solo un fatto legato ad uno schieramento politico, una strategia che posso rispettare ma non comprendere, in quanto credo fortemente che le forze politiche, in questo momento, dovrebbero costruire un punto di partenza che possa tracciare la mappa di un consiglio comunale che punti alla programmazione. E’ chiaro – proseguono gli altri consiglieri del gruppo Democratici per Siracusa,  Michele Buonomo e Andrea Buccheri – che ciascuno di noi mantenga la propria posizione, ma astenersi o non votare all’unanimità o quanto meno con una larga maggioranza, soprattutto di quelle forze politiche che oggi esprimono cariche istituzionali in consiglio comunale, un bilancio che appartiene alla vecchia amministrazione non fa altro che posizionare uno scoglio per ciò che invece dovrebbe essere un consiglio comunale volto alla programmazione. In questo momento storico la città ha davvero bisogno che si lavori bene>. La scelta compiuta da Chiara Ficara e Francesco Burgio che hanno abbandonato l’aula, secondo la lettura di Costantino, potrebbe essere legata “al rischio emerso di scioglimento del consiglio.




Siracusa. Anche il Consiglio comunale chiede un ospedale di Secondo Livello

Con un atto di indirizzo approvato all’unanimità, il Consiglio comunale di Siracusa ha giudicato “insoddisfacente” la rete ospedaliera regionale ed ha chiesto per Siracusa un nosocomio di secondo livello. Il documento è l’esito di un lungo dibattito su una richiesta del consigliere Franco Zappalà per l’istituzione di un Osservatorio incaricato di seguire la vicenda, richiesta che poi è stata momentaneamente ritirata per dare spazio, appunto, ad un atto su quelle che sono le reali aspettative della comunità siracusana.
Rispetto agli altri punti all’ordine del giorno, la seduta proseguirà domani (in seconda convocazione) per discutere il bilancio consuntivo del 2017: è infatti mancato il numero legale al termine di un lungo confronto su una pregiudiziale di trattabilità della proposta sollevata da Cetty Vinci. Ritirato invece dalla proponente, Chiara Catera, l’ordine del giorno dedicato ai controlli sulla qualità dell’aria perché – come detto dalla stessa consigliera – l’argomento in questo momento è oggetto di un approfondimento nella commissione competente.
La riunione è iniziata con l’osservanza di un minuto di raccoglimento, chiesto dal presidente Moena Scala, per ricordare l’ex consigliere comunale Sergio Claudio, recentemente scomparso a causa di una lunga malattia.
Poi ha preso la parola Ferdinando Messina che ha annunciato la presentazione di un’interrogazione sulle modalità di utilizzo dell’Urban center, che sarà oggetto di una successiva seduta.
Sempre in fase preliminare, di contenuto più politico è stato l’intervento di Giuseppe Impallomeni che ha annunciato l’abbandono di Cantiere Siracusa per passare al Gruppo misto. Impallomeni ha lamentato un distacco della politica locale da quella nazionale: “Una forza locale priva di un respiro nazionale e regionale e privo di riconoscibilità ha un’azione limitata”, ha detto.
Sul tema del nuovo ospedale, la proposta di Zappalà era per la costituzione di un Osservatorio formato da tre poche persone che, “senza spreco di tempo e di denaro”, seguisse la vicenda e avesse il preciso mandato di incontrare il presidente della Regione e il ministro della Salute. La proposta ha dato però l’opportunità di aprire un dibattito sul nuovo nosocomio con la partecipazione di diversi consiglieri. Per Ezechia Paolo Reale, che ha proposto di organizzare un presidio davanti la Regione, siamo in una fase molto fumosa, sulla quale ha chiesto al sindaco di fare chiarezza; Mauro Basile ha evidenziato le responsabilità della rappresentanza politica siracusana nei ritardi accumulati e la preoccupazione che altri se ne possano accumulare; Salvatore Castagnino ha chiesto la conferma dell’area della Pizzuta perché ha le caratteristiche necessarie e ha bollato come sperpero di soldi il nuovo incarico dato dalla Regione a un tecnico per valutarne l’idoneità; Salvatore Costantino Muccio, Federica Barbagallo e Curzio Lo Curzio hanno insistito sulla necessità di avere un ospedale di secondo livello tenendo anche conto della presenza di uno dei petrolchimici più grandi di Europa; per Michele Mangiafico l’Asp è tenuta a produrre un progetto che tenga conto delle caratteristiche dell’area, avanzando il sospetto che qualcuno non voglia far fare il nuovo ospedale; per Andrea Buccheri la decisione sul progetto deve comunque tenere conto della decisione del consiglio comunale sull’area.
Anche l’amministrazione è interventa sull’argomento. Il sindaco, Francesco Italia, ha detto che in tutte le sedi ha sempre sostenuto la necessità di avere un ospedale di secondo livello, evidenziando come l’Asp non abbia finora detto cosa pensa dell’area scelta e non abbia mai mostrato un progetto; l’assessore Fabio Moschella ha invitato tutti a concentrarsi sulla procedura più breve da seguire, poiché la caratteristica modulare del nuovo nosocomio consentirà di adattarlo ai reparti che si deciderà di attivare e poiché ci sono i margini finanziari per dotare la struttura della viabilità necessaria.
Dopo il dibattito, il presidente Scala ha concesso una breve pausa per consentire una sintesi e la stesura dell’atto di indirizzo che poi è stato approvato dall’aula. Il documento affronta tre questioni. Innanzitutto dichiara “insoddisfacente” la destinazione a Siracusa di un ospedale di primo livello e “rivendica la necessità che nel territorio sia individuata una struttura di secondo livello”. Chiede, dunque la modifica della rete ospedaliera regionale e, intanto, l’immediata previsione di “reparti ospedalieri aggiuntivi” che tengano conto della presenza del più grande polo petrolchimico di Europa con tutte le ricadute in termini di salute e di sanità”. Infine, che la progettazione da parte dell’Asp abbia caratteristiche idonee alla classificazione di secondo livello e “abbia caratteristiche di modularità”.




Ex Province siciliane, Stefania Prestigiacomo (FI): “cosa vuole fare il governo?”

“Sull’emergenza finanziaria nella quale versano le province siciliane il governo nazionale dica in commissione Bilancio, alla Camera, dove stiamo discutendo la proposta di legge di Forza Italia a firma Germanà, cosa intende realmente fare per risolvere la drammatica situazione”. Così, in una nota, la deputata di Forza Italia Stefania Prestigiacomo. “Il tempo degli annunci estemporanei, vaghi – aggiunge – di cui leggiamo in Sicilia da parte di esponenti del governo nazionale è abbondantemente scaduto. Le province siciliane hanno subito una intollerabile e grave disparità di trattamento dal punto di vista dei tagli finanziari rispetto alle altre regioni d’Italia che si ripercuotono pesantemente sulla fruizione di servizi essenziali costituzionalmente rilevanti. Scuole cadenti e senza riscaldamento e strade dissestate. Forza Italia non arretrera’ di un solo millimetro su questo tema e chiediamo con forza che l’esecutivo e la sua maggioranza si pronuncino al piu’ presto per scongiurare vere e proprie sollevazioni popolari”.




Siracusa. Consuntivo 2017, falsa partenza: i consiglieri tornano in aula domani

Rimandata a domani, in seconda convocazione, la discussione in Consiglio comunale sul consuntivo 2017. E’ mancato il numero legale al termine di un lungo confronto su una pregiudiziale di trattabilità della proposta sollevata da Cetty Vinci che ha lamentato carenza negli allegati. In sostanza, la consigliera ha evidenziato come non ci fossero i bilanci 2017 di due società partecipate, il Consorzio Universitario e l’Ato Idrico, chiedendo anche come fosse stato possibile per i revisori dei conti esprimere un parere.
Per i revisori, Sebastiano Brancati ha chiarito che il parere era stato rilasciato sulla base dei documenti disponibili, che per le due partecipate sono i bilanci 2016. Il ragioniere generale, Giorgio Giannì ha spiegato che i bilanci 2017 non sono stati approvati dalle due società ed è per questo che mancano dagli allegati.
La presidente Scala ha, quindi, messo ai voti la trattabilità della proposta ma è mancato il numero legale.
Prima che si sviluppasse il confronto sulla trattabilità, il presidente della commissione Bilancio, Castagnino, aveva abbandonato l’aula per l’assenza dei revisori dei conti e del ragioniere generale, giunti a dibattito iniziato. Castagnino aveva sostenuto che in loro assenza i consiglieri non avrebbero potuto avere i chiarimenti necessari per votare la proposta sollevando in particolare tre criticità: com’era stato possibile che, a dicembre 2017, il doggy park di piazza Adda fosse stato realizzato con 25mila euro prelevati dal fondo di riserva del sindaco; la corrispondenza della spesa sociale rispetto a quanto previsto dalle norme; l’attinenza tra preventivo e consuntivo 2017 vista che il primo era stato votato allo scadere dell’anno anno.




Melilli. Sospeso anche il trasporto studenti dopo la refezione scolastica: “caos”

“Si avvisa che da domani, 27 Febbraio 2019, il servizio di trasporto scolastico comunale a favore degli alunni delle scuole materne e dell’obbligo delle frazioni di Villasmundo e Città Giardino, residenti nei centri abitati e contrade sparse, è temporaneamente sospeso, causa assenza di adesione delle ditte invitate all’espletamento del servizio”. Con questa parole pubblicate sulla pagina facebook del Comune di Melilli viene comunicata la sospensione del servizio di trasporto scolastico. Sospensione temporanea per assenza di adesione delle ditte invitate. Sarà solo una coincidenza, ma proprio il trasporto degli studenti era uno di quegli affidamenti finiti nell’indagine della Procura di Siracusa soprannominata Muddica. Ai domiciliari è finito il sindaco, Giuseppe Carta.
Nei giorni scorsi era stato sospeso anche il servizio di refezione scolastica. Non un gran momento per il Comune di Melilli. Con l’opposizione che torna a ruggire. “E’ l’ennesima prova del caos che ormai si percepisce e si tocca con mano nella nostra comunità”, dice il consigliere di Ritorniamo al Futuro, Pierfrancesco Scollo. “Stiamo attraversando una indubbia crisi politica a cui l’attuale amministrazione non riesce a dare risposte adeguate.
Insieme al mio gruppo consiliare abbiamo chiesto da giorni un Consiglio comunale per affrontare le problematiche che purtroppo si presentano quotidianamente nel nostro territorio. Da parte nostra c’è la massima attenzione ai bisogni di tutti, ma di fronte a questi fatti rimaniamo basiti”.




Il deputato siracusano Stefano Zito abbatte l’Ars: “costa quanto la Casa Bianca, ma…”

L’Assemblea Regionale Siciliana non è esattamente un modello di produttività. Anzi, a spulciare i numeri contenuti del dossier preparato dal deputato siracusano Stefano Zito (M5s) è proprio l’opposto. Non solo, “costa” anche tanti soldini ai contribuenti.
I numeri sono stati illustrati questa mattina nel corso di una conferenza stampa convocata a palazzo d’Orleans. Zito ha analizzato le ore e i giorni in cui si è lavorato in aula e in commissione durante il 2018. I calcoli statistici riservano sorprese oltre l’immaginabile: in totale i deputati hanno “lavorato” per 246 ore e 33 minuti in aula, 7,25 giorni al mese, 87 giorni complessivi nel periodo esaminato. Ma il costo complessivo dell’Ars è di 1.000 euro al minuto che in un anno ammonta a 137,5 milioni di euro contro i 136 milioni della Casa Bianca.
“Il dato aiuta dare un’idea del come e del perché la nostra regione si trovi ancora 20 anni indietro rispetto ad altre parti d’Italia”, ha spiegato Stefano Zito. “I numeri che abbiamo elaborato provengono da fonti ufficiali, non si tratta di considerazioni personali. Sono dati che riguardano i verbali delle sedute in aula, a cui si aggiungono anche quelli della commissione, delle presenze e, soprattutto delle assenze dei deputati, dei decreti legislativi e di atti parlamentari di vario genere che sono stati presentati e approvati durante il periodo esaminato. Quel che salta all’evidenza dai dati esaminati è il mese di maggio 2018, il caso più emblematico, in cui abbiamo lavorato 4 ore e 34 minuti. Fatta eccezione per il mese di agosto 2018, che si potrebbe definire anche quello meno produttivo in quanto è quello in cui ci sono le vacanze e l’assemblea è chiusa, il mese di maggio 2018 è senza dubbio quello più improduttivo. Dopo il mese di aprile 2018 in cui abbiamo lavorato una media di circa 66 ore, dopo l’approvazione del bilancio, magicamente la media delle ore si abbassa arrivando a un calcolo effettivo di 246 ore e 33 minuti di lavoro in aula. Se consideriamo che un operaio impiegato full time accumula quel monte di ore solo in un mese e mezzo, è un dato davvero sconcertante”.

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Elaborata anche la quantità dei decreti legislativi: su 394 presentati solo 21 hanno visto la luce e sono diventati legge. “Non si tratta di leggi che produrranno effetti di rilancio della nostra terra. Abbiamo fatto anche un’analisi delle presenze dei deputati, da cui è venuta fuori una parte del servizio di Stefania Petyx andato in onda su Striscia la notizia, durante la puntata del 23 febbraio. L’articolo 36 del regolamento prevede la decadenza del deputato quando si verificano più di 3 assenze consecutive non giustificate, in questi 6 anni non è mai applicato”. A sala d’Ercole alcuni parlamentari hanno partecipato a meno della metà delle già poche sedute. A “salvarli” sarebbero le presenze automatiche che li considera sempre sugli scranni anche quando non ci sono. Per correggere alcune falle del sistema i deputati del M5S stanno mettendo a punto alcune proposte di modifiche al regolamento che prevedono, oltre all’abolizione delle presenze automatiche, anche multe o altre sanzioni per gli assenteisti ingiustificati.




La politica siracusana spinge per il riconoscimento dello stato di calamità naturale

“Nessuno sarà lasciato da solo e, come già fatto per i danni dovuti alle alluvioni di ottobre e novembre, siamo pronti ad affiancare le istituzioni locali nella richiesta del riconoscimento dello stato di calamità naturale”. I deputati siracusani del MoVimento 5 Stelle (Paolo Ficara, Filippo Scerra, Maria Marzana, Pino Pisani, Stefano Zito e Giorgio Pasqua) hanno seguito nelle ore scorse l’evoluzione della situazione legata al maltempo che ha flagellato la provincia di Siracusa. In continuo contatto con la Prefettura ed i sindaci dei Comuni maggiormente colpiti, confermano oggi la volontà di sostenere in Regione ed a Roma la giusta richiesta di supporto e assistenza avanzata in queste ore da tutti quei settori colpiti e gravemente danneggiati dall’eccezionale maltempo: attività commerciali, aziende agricole e ortofrutticole, privati. “Stiamo compiendo diversi sopralluoghi nei territori colpiti e sosterremo in Regione ed al Governo centrale le richieste della provincia di Siracusa. L’arrivo dell’Assessore regionale all’Agricoltura e alla Pesca, Edy Bandiera, dovrebbe garantire l’attenzione della Regione sui danni provocati dal maltempo, condizione imprescindibile per il riconoscimento dello stato di calamità nazionale. Solo un lavoro sinergico, a difesa di tutte le componenti del nostro territori o, potrà portare ad un miglioramento della situazione”, concludono i deputati siracusani del MoVimento 5 Stelle.
Anche il deputato regionale del Pd, Giovanni Cafeo, spinge per il riconoscimento dello stato di calamità. “Sarà mia premura sollecitare il governo regionale affinché chieda di far riconoscere al più presto al governo nazionale lo status di calamità naturale per i Comuni vittime del maltempo, fornendo immediato sostegno a imprenditori e cittadini, per salvaguardare le nostre produzioni d’eccellenza e soprattutto tutelare i posti di lavoro”.




Industrie sotto esame, Ficara e Zito: “i miasmi non erano allucinazione collettiva”

“Avere riportato al centro delle attenzioni la salute dei cittadini ed il controllo di un fenomeno così impattante sulla qualità della vita come l’inquinamento sono fattori positivi, dopo decenni in cui si è guardato maggiormente ad altri indicatori”. Sono le parole con cui il parlamentare nazionale Paolo Ficara ed il deputato regionale Stefano Zito (MoVimento 5 Stelle) commentano l’indagine No Fly della Procura di Siracusa ed i sequestri preventivi eseguiti.
“Significativa l’attenzione della magistratura siracusana che ha saputo ascoltare le decine di esposti di associazioni e cittadini. I miasmi sembrava fossero una sorta di allucinazione nasale collettiva ma forse, come pare indicare questa inchiesta, ci sarebbero elementi per giungere a ben diverse conclusioni. Posto che sarà compito della magistratura individuare quelle conclusioni, come parlamentari del Movimento 5 Stelle solleciteremo nelle prossime ore il ministero dell’Ambiente, chiamato in causa con le Aia, e la Regione, proprietaria del depuratore consortile, soggetti da cui ci aspettiamo elementi per far chiarezza, ciascuno per le proprie competenze, su quanto contestato dalla Procura”, aggiungono Zito e Ficara.
Sostanze inquinanti da normare, processi autorizzativi da uniformare e controlli univoci per monitorare le emissioni sono le richieste a cui vent’anni di politica italiana non hanno saputo fornire adeguate risposte.
E le industrie? Anche loro – come sistema – hanno bisogno di regole certe e uguali su tutto il territorio nazionale per operare correttamente, come avviene in gran parte dei paesi occidentali. “Lo sviluppo industriale ha anche prodotto benessere, incidendo sullo sviluppo complessivo del Paese. Questo deve continuare ad avvenire però in maniera rispettosa delle leggi, dell’ambiente e della salute dei cittadini”, la chiosa finale dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle.