Figli snobbati per guardare il cellullare, Gilistro (M5S): “Informare sui rischi del phubbing”

“Snobbare i figli perché si è impegnati a prestare la massima attenzione al proprio cellulare può costituire un pericolo enorme per lo sviluppo neuronale dei propri bambini. Il phubbing (da phone+snubbing, snobbare a causa del telefono, ndr) può costare carissimo alla salute dei nostri ragazzi, ma la stragrande maggioranza dei genitori non lo sa e per questo continua a praticare questa pessima abitudine, apparentemente innocua, ma in realtà potenzialmente dannosissima. Occorre fare subito qualcosa”. Lo afferma il deputato-pediatra del M5S Carlo Gilistro, che per questo ha preparato un emendamento alla Finanziaria, che si accinge a sbarcare a Sala d’Ercole, per finanziare una campagna di informazione attraverso i media sui pericoli per lo sviluppo psico-fisico dei nostri ragazzi costituiti da questo fenomeno, ma anche dal ritiro sociale (hikikomori) e dal disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
“Phubbing, ADHD e hikikomori – dice Gilistro – sono poco conosciuti e proprio per questo subdoli e pericolosissimi. Mai come in questo caso vale lo slogan ‘se li conosci li eviti’; per questo è fondamentale informare correttamente e capillarmente la collettività per evitare che questi fenomeni e le patologie ad essi associate proliferino e facciano danni irreparabili, con costi sociali ed economici notevoli per la collettività”.
“Il phubbing – continua Gilistro – è un potentissimo sprogrammatore comportamentale ed emozionale. Le sue conseguenze possono essere molto preoccupanti, soprattutto nei primi mille giorni del bambino, quando la disattenzione del genitore crea in lui quel senso di abbandono, solitudine e frustrazione che poi influenzeranno i suoi comportamenti successivamente nella crescita, determinando ansia, scarsa autostima e perfino aggressività”.
“Su altri due fenomeni – spiega Gilistro – va posta l’attenzione della collettività. L’ADHD e il ritiro sociale possono essere prevenuti istruendo genitori, insegnanti e medici di famiglia a coglierne i campanelli d’allarme, gli alert che possono indicare che il bambino o il ragazzo si stanno avviando a percorrere strade pericolose. Occhio, quindi, per quanto riguarda l’ADHD, all’iperattività, all’impulsività, all’irrequietezza, alla tendenza a distrarsi facilmente, all’incapacità di stare seduti e di aspettare il proprio turno. Per quanto attiene al ritiro sociale, invece, alla richiesta dei bambini, sempre più frequente, di andarli a prendere a scuola anzitempo, alle assenze scolastiche ripetute, alla tendenza ad abbandonare lo sport e i contatti con amici e conoscenti. Se si presta attenzione a queste spie, si può intervenire in tempo ed evitare conseguenze che possono essere anche veramente preoccupanti”.




Errori e mugugni in Consiglio comunale, FdI: “Bene Buccheri, l’assise torni centrale”

Il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia interviene con una nota in merito a quanto accaduto durante l’ultima seduta del Consiglio comunale di Siracusa, lo scorso 10 novembre, dedicata alla gestione del servizio di trasporto pubblico locale. “Leggiamo con piacere le parole del consigliere Buccheri (clicca qui) – scrive Paolo Cavallaro – perché dimostrano libertà e onestà intellettuale, ma è doveroso chiarire la gravità di quanto accaduto”.
Secondo FdI, alla proposta sarebbe stata allegata una versione superata della relazione illustrativa e non quella definitiva sottoposta al parere delle commissioni consiliari. “Solo dopo due ore di dibattito ci si è accorti dell’errore. E questo dopo che era stata bocciata la proposta di rinvio in commissione. Sarebbe stato gravissimo approvare un testo non aggiornato. Fortunatamente ci sono consiglieri che leggono con attenzione ogni documento”.
FdI ha presentato due emendamenti alla proposta: uno per correggere un errore materiale e rendere continuativo il servizio della navetta Von Platen ed un altro per estendere la tratta balneare fino a Ognina, Fontane Bianche, Cassibile e contrada Spinagallo, mantenendo invariati i chilometri complessivi.
“Condividiamo l’affidamento esterno del servizio per i prossimi nove anni – spiegano – ma vogliamo essere parte attiva del percorso, non semplici spettatori”. Il gruppo consiliare denuncia però un metodo di lavoro giudicato “impositivo”, con proposte portate in aula “all’ultimo momento, costringendo i consiglieri a votare in fretta in nome dell’urgenza”.
FdI chiede al sindaco e alla giunta di rispettare “la centralità del Consiglio comunale” e di evitare decisioni calate dall’alto. “L’intervento del consigliere Buccheri – concludono – è la punta dell’iceberg di un malcontento diffuso anche tra la maggioranza. È tempo di tornare al dialogo e alla condivisione delle scelte”.




Malumori al Vermexio dopo la seduta sul Tpl, Buccheri: “Il consiglio riacquisti centralità”

Una chiara manifestazione di amarezza ed un giudizio negativo su come il consiglio comunale, nello specifico la maggioranza, ha affrontato la questione trasporto urbano durante la seduta dedicata all’approvazione della relazione illustrativa sulla gestione del Tpl di Siracusa, propedeutica al nuovo bando per l’affidamento pluriennale del servizio. Andrea Buccheri, consigliere a capo del gruppo Francesco Italia Sindaco non ha digerito la bocciatura, da parte della maggioranza, della sua proposta di rinvio della discussione e ne spiega le ragioni sostenendo che “quanto accaduto durante la seduta di lunedì 10 novembre non rappresenta una bella pagina politica per la città di Siracusa. È necessario-la sua sollecitazione- che il consiglio comunale torni a esercitare appieno il proprio ruolo centrale nella vita democratica dell’ente”. Secondo Buccheri,l’episodio non può essere liquidato come semplice dialettica politica o come una normale divergenza di vedute tra maggioranza e opposizione – dichiara Buccheri -. Ciò che è accaduto è, piuttosto, la plastica rappresentazione di una tendenza pericolosa: considerare il consiglio comunale come un inutile passaggio burocratico, un mero organo ratificatore, il sigillo con la ceralacca su decisioni già prese altrove”.
Sul punto, Buccheri manifesta il proprio disaccordo sul ruolo riservato alla commissione consiliare competente e successivamente all’aula, ai quali “non era stata concessa la possibilità di proporre emendamenti, ma solo di prendere atto e ratificare la proposta degli uffici”.
“È bene ricordare che emendare non significa demolire un provvedimento – continua il consigliere comunale -. Spesso le modifiche proposte dagli eletti contengono contributi utili e concreti, più aderenti alle esigenze reali dei cittadini. Durante la seduta consiliare sono emersi elementi nuovi. Dopo il chiarimento, da parte del Segretario Generale, sulla possibilità per l’aula di modificare l’atto, le opposizioni hanno chiesto il rinvio in commissione della delibera, ma la richiesta è stata respinta dagli uffici a causa dell’urgenza del provvedimento”.
Alla luce di quanto successo, Buccheri ha assunto la sua posizione sulla questione: “Comprendendo che lo svolgimento della seduta fosse compromesso, ho ritenuto doveroso assumere una posizione scomoda ma coerente: le minoranze hanno il compito di controllare, vagliare e interrogare la maggioranza; la maggioranza, a sua volta, ha il dovere di governare senza negare alle opposizioni le prerogative che il Testo unico degli enti locali riconosce loro. Ho proposto di differire la trattazione di 48 ore, per consentire alla commissione competente un’ulteriore analisi, con immediato successivo passaggio in aula. Nonostante le rassicurazioni dell’assessore al ramo, l’aula ha infine deciso di bocciare la richiesta di rinvio”.
Sulla centralità e sul ruolo del consiglio comunale, il consigliere comunale aggiunge: “Questa prova di forza segna un arretramento nella centralità che il Consiglio deve recuperare, poiché rappresenta i cittadini, i quartieri, i rioni e le contrade della città. Solo chi ha ricevuto il consenso popolare può conoscere, interpretare e tradurre le istanze del territorio in atti concreti”.
Il punto in oggetto è stato successivamente ritirato per carenza documentale e gli uffici provvederanno a integrarlo.
“È auspicabile – conclude Buccheri – che da questo episodio si tragga una lezione chiara: il Consiglio comunale non abdichi alle proprie prerogative e torni a essere protagonista, migliorando i provvedimenti e garantendo un confronto vero, trasparente e costruttivo”.




Parco Archeologico, Dracma chiede chiarezza: “Gestione nebulosa”

“Un’immagine quantomeno impietosa su come venga gestito il Parco Archeologico di Siracusa quella che emerge dall’accesso documentale richiesto dall’associazione Dracma, a cui l’Anac ha dato seguito”. Giovanni Di Lorenzo, che guida l’associazione entra nel merito della vicenda che ha condotto al ritiro in autotutela del bando per l’affidamento dei servizi integrati per il Parco Archeologico di Siracusa, Akrai e Tellaro.
“Non uno ma cinque punti di formali rilievi- evidenzia Di Lorenzo- ed il goffo tentativo di difesa del Direttore Bennardo, con argomentazioni che – nella replica per definizione, discendente dal ritiro in autotutela –
l’ANAC ha seppellito, unitamente alla Centrale Unica di Committenza, con le proprie argomentazioni. E potrebbe non essere tutto”. Poco chiari sarebbero, a suo dire, alcuni passaggi sui contratti, anche precedenti. L’associazione Dracma ritiene che ci sia “poca chiarezza e approssimazione” e che “una cortina fumogena avvolga il parco. Per questo abbiamo ritenuto opportuno mettere a conoscenza di molti fatti sia l’autorità giudiziaria che la magistratura contabile perché facciano luce su quanto da noi esposto”. Di Lorenzo torna a puntare l’indice contro la stagione all’Ara di Ierone, “costata una fortuna per pochi intimi” e intanto “il biglietto d’ingresso al Parco archeologico, tra affidamenti diretti di mostre e percorsi chiusi, è tra i più cari d’Italia”. Assordante, per Di Lorenzo, il silenzio della politica regionale “che non si accorge di nulla. Le condizioni in cui versano i nostri Beni Culturali – Paolo Orsi su tutti – gridano vendetta, ma
l’importante è apparire, non essere. Insomma, non chiedere, non disturbare il conducente.Le recenti inchieste palermitane ci restituiscono un quadro a tinte molto fosche sulla Sanità
nella nostra Regione. Non mi meraviglierei se gli stessi colori, prima o poi, riguardassero la gestione dei Beni Culturali in Sicilia, con particolare riferimento ai Parchi.Il Parco Archeologico, come tutte le strutture dallo stesso dipendenti, abbisognano di una grande operazione di trasparenza, che restituisca a cittadini e fruitori il quadro chiaro di quanto
è accaduto, e continua ad accadere, da tre anni ad oggi. Attendiamo, anche per questo, la risposta all’accesso documentale già richiesto al Direttore del Parco, per continuare nella ricostruzione dei fatti.DRACMA ci sarà-conclude Di Lorenzo- come c’è sempre stata, affinché l’attenzione sia altissima”.




“Decuffarizziamo la Sicilia”, le opposizioni in piazza chiedono le dimissioni di Schifani

Sit-in delle opposizioni davanti Palazzo d’Orleans nel giorno in cui iniziano gli interrogatori degli indaganti coinvolti nell’indagine su appalti pilotati nella sanità. Una vicenda che vede coinvolta anche l’Asp di Siracusa, finita commissariata. Il collegamento è diretto: la manifestazione, infatti, è stata indetta subito dopo l’esplosione dell’inchiesta che ha coinvolto l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro, il parlamentare Saverio Romano e altri 16 indagati. Un nuovo terremoto per la sanità e la politica siciliana. “Decuffarizziamo la Sicilia” è la scritta che campeggia sullo striscione mostrato dagli esponenti dal fronte progressista che sono tornati a chiedere le dimissioni del presidente Schifani.
In prima linea c’erano Ismaele La Vardera (Controcorrente), Nuccio Di Paola e Carlo Gilistro (M5S), Anthony Barbagallo (PD), Davide Faraone (IV), Montalto (SI) e Oddo (Psi).
Nelle ore scorse, il presidente della Regione ha tagliato i rapporti con la Dc di Cuffaro. “Alla luce del quadro delle indagini che sta emergendo, riguardanti l’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, ritengo doveroso riaffermare la necessità che il governo regionale operi nel segno della massima trasparenza, del rigore e della correttezza istituzionale. In questa prospettiva – ha detto – e fino a quando il quadro giudiziario non sarà pienamente chiarito, ritengo non sussistano le condizioni affinché gli assessori regionali espressione della Nuova Democrazia Cristiana possano continuare a svolgere il proprio incarico all’interno della Giunta regionale”.
Una mossa che non ha placato le opposizioni che hanno parlato di semplice “mascheramento”.




Gilistro (M5S): “Il Pronto Soccorso del Trigona deve essere attivo 24 ore al giorno”

“È emersa in maniera netta la necessità di rafforzare il presidio ospedaliero Trigona di Noto. Le tante voci che si sono confrontate durante la seduta straordinaria di Consiglio comunale hanno ribadito, come sostengo da tempo, che non è tollerabile un Pronto Soccorso a tempo, attivo dalle 8 alle 20. Più e più volte ho segnalato all’assessorato regionale alla Salute come non sia umano che un territorio così vasto, che in estate accoglie migliaia di turisti, abbia un Pronto Soccorso con orari da centro commerciale. Non ci si può trincerare dietro le definizioni di struttura, Pte mascherato da Pronto Soccorso: il tema è solo uno, il PS di Noto deve essere operativo 24 ore su 24”. Lo ha detto il deputato regionale del Movimento 5 Stelle, Carlo Gilistro, intervenuto al Consiglio comunale straordinario di Noto, dedicato al tema della sanità nella zona sud della provincia.
“E visto che per il Trigona si stanno investendo circa 10 milioni di euro in lavori di adeguamento strutturale – ha aggiunto – ritengo che debba esserci un piano chiaro di valorizzazione della struttura, con la certezza del ritorno del reparto di Ortopedia e di ulteriori servizi sanitari fondamentali. Altrimenti non si comprenderebbe perché destinare una simile quantità di risorse del Pnrr. E certo non servirebbe un altro scandalo alla sanità sicilia”.
Durante la seduta, diversi interventi in Aula hanno espresso apprezzamento per l’impegno di Gilistro, da sempre schierato a difesa del diritto alla salute dei cittadini della zona sud, troppo spesso penalizzata dallo spostamento di reparti e servizi verso l’area centrale della provincia.
Una situazione che – ha ricordato il deputato – “costringe molti pazienti a ricorrere alla mobilità sanitaria verso la provincia di Ragusa per ricevere cure e accertamenti che dovrebbero essere garantiti anche nel territorio netino. È tempo che la sanità pubblica torni a essere un presidio di prossimità, efficiente e accessibile per tutti. Il Trigona può e deve tornare a esserlo”.




Mistero autodromo di Siracusa. Forza Italia: “È stato venduto o no?”

Forza Italia chiede chiarezza sull’autodromo di Siracusa. Lo fa con un’interrogazione consiliare, accompagnata da una richiesta di accesso agli atti. Tutto per fare luce sulla vendita dell’autodromo di Siracusa. I consiglieri provinciali di Forza Italia, Cosimo Burti, Luigi Gennuso, Rosario Cavallo e Giuseppe Lupo, chiedono al presidente del Libero Consorzio, Michelangelo Giansiracusa, di chiarire lo stato dell’iter amministrativo legato all’alienazione del complesso sportivo.
Nel documento, indirizzato anche al segretario generale Giovanni Spinella, i consiglieri azzurri ricordano come la procedura di vendita rientri nelle competenze dell’Organismo di liquidazione presieduto dal prefetto Filippo Romano, il cui mandato è ormai prossimo alla conclusione. Tuttavia, sottolineano, “poco o nulla si sa sull’iter seguito per l’aggiudicazione dell’autodromo”.
Il riferimento è alla proposta d’acquisto presentata nell’agosto del 2023 da parte di un gruppo di investitori guidato dalla Metaphor Corporation Pty, fondo australiano interessato a rilevare il circuito per una cifra superiore ai tre milioni di euro, prezzo base ribassato dopo tre aste andate deserte. Quella trattativa, però, non è mai decollata: il fondo, dopo settimane di annunci e articoli sulla stampa locale e nazionale, avrebbe rinunciato alla formalizzazione dell’acquisto.
Da allora il bene è tornato nella disponibilità dell’ente provinciale, con la gestione affidata nuovamente al commissario e all’organismo di liquidazione. Secondo quanto riportato dagli stessi consiglieri, le regole di gara consentirebbero, a partire da questa fase, la presentazione di nuove offerte libere a condizione che superino il valore economico dell’ultimo ribasso.
Ultimamente si sono rincorse voci su nuovi interessamenti da parte di cordate di investitori, fino alle indiscrezioni secondo cui la struttura sarebbe già stata acquistata e si attenderebbe soltanto la formalizzazione dell’atto notarile.
“Vogliamo sapere — scrivono Burti, Gennuso, Cavallo e Lupo — se l’autodromo è stato venduto o se la procedura è ancora in itinere, a quale azienda o fondo sia stato eventualmente aggiudicato e a quale prezzo. Inoltre, chiediamo di conoscere se siano stati versati depositi cauzionali”.




Dc fuori dalla nuova giunta Schifani: “Necessaria la massima trasparenza”

La Dc non sarà rappresentata nella nuova giunta regionale. Il presidente, Renato Schifani lo dice a chiare lettere e ne spiega anche la ragione, dopo il terremoto giudiziario che riguarda l’ex presidente della Regione, Totò Cuffaro, Saverio Romano ed esponenti del mondo della sanità pubblica regionale (cinque gli indagati in provincia di Siracusa).
«Alla luce del quadro delle indagini che sta emergendo, riguardanti l’ex presidente della Regione Salvatore Cuffaro, ritengo doveroso riaffermare la necessità che il governo regionale operi nel segno della massima trasparenza, del rigore e della correttezza istituzionale-dichiara Schifani- principi che rappresentano il fondamento stesso della buona amministrazione. In questa prospettiva, e fino a quando il quadro giudiziario non sarà pienamente chiarito, ritengo non sussistano le condizioni affinché gli assessori regionali espressione della Nuova Democrazia Cristiana possano continuare a svolgere il proprio incarico all’interno della Giunta regionale». Schifani prosegue con ulteriori dichiarazioni.  «La nostra – prosegue il presidente – vuole essere una decisione improntata al senso di responsabilità, alla tutela della credibilità dell’istituzione e al rispetto dei siciliani, che confidano in un’amministrazione trasparente e coerente con i valori di correttezza e rigore che devono sempre ispirare l’azione pubblica. Questi valori costituiscono il cardine etico e politico su cui si regge il fondamento della mia azione politica per rappresentare l’interesse collettivo con autorevolezza e trasparenza».
«Non si tratta – aggiunge Schifani – di una decisione di parte, né di un giudizio sulle persone, alle quali va il mio personale ringraziamento per l’impegno, la dedizione e il contributo offerto finora, ma di un atto di responsabilità politica e morale. In momenti come questo, chi ha l’onore e la responsabilità di rappresentare i cittadini deve saper anteporre il bene collettivo e la credibilità delle istituzioni a ogni altra considerazione».
«Ringrazio i parlamentari della Nuova Democrazia Cristiana per la loro consolidata lealtà politica e parlamentare – conclude – ed auspico che essi continuino a sostenere i provvedimenti dell’esecutivo regionale, nell’interesse superiore della Sicilia e dei cittadini che rappresentiamo, nella convinzione che la responsabilità e la coesione istituzionale debbano prevalere su ogni altra considerazione. Solo così sarà possibile proseguire nel lavoro di governo con la necessaria serenità, chiarezza e coerenza rispetto ai valori di legalità e buon governo che tutti siamo chiamati a difendere». Le funzioni degli assessorati della Famiglia e della Funzione pubblica sono state assunte ad interim direttamente dal presidente Schifani.



Pd, M5S, Avs e Controcorrente: “Rimozione assessori DC è solo maquillage”

Per le opposizioni la mossa con cui Schifani ha rimosso dirigenti e assessore della DC dal governo regionale “Non può bastare”. Lo sostengono in una nota congiunta Pd, M5S, Avs e Controcorrente. Per le opposizioni si tratta “di un’operazione di maquillage”. E attaccano: “Rimuovere dirigenti e assessori che si sono rivelati politicamente poco più che prestanome è l’ennesimo tentativo di Schifani di non assumersi mai fino in fondo le proprie responsabilità. È lui il capo del governo regionale che ha proceduto ad una vergognosa spartizione dei manager della sanità. È sotto i suoi occhi che gli assessorati si sono trasformati in centrali per favoritismi indecenti e i concorsi sono stati decisi a tavolino. Per questo deve andare a casa e liberare la Sicilia dalla cappa di inchieste, scandali e ruberie in cui la sua giunta l’ha fatta precipitare. È la sola possibilità per salvare questa Regione e darle un futuro. Per questo, ancora con più convinzione, saremo in piazza domani alle 15 sotto la presidenza della Regione in piazza Indipendenza, a Palermo per chiedere a gran voce che Schifani e il suo governo vadano a casa subito”.
La decisione del presidente della Regione arriva a pochi giorni dall’inchiesta sulla sanità siciliana con il coinvolgimento – tra gli altri – di Totò Cuffaro, del deputato regionale DC Pace e di altri personaggi vicini. Tra gli indagati, anche dirigenti e funzionari dell’Asp di Siracusa. Sotto la lente dei magistrati palermitani, la gara d’appalto per i servizi di ausiliariato dell’Azienda aretusea. Il sospetto è che l’aggiudicazione sia stata pilotata.

In foto da sx a dx: Carlo Gilistro (M5S), Nuccio Di Paola (M5S), Ismaele La Vardera (Controcorrente)




Reinserimento di giovani che superano la dipendenza da droga: Ddl all’Ars

Un piano straordinario per offrire una reale possibilità di rinascita ai giovani che hanno superato la dipendenza da sostanze. È questo l’obiettivo del disegno di legge presentato all’Assemblea Regionale Siciliana dal deputato Carlo Auteri, primo firmatario, assieme ai colleghi Pace, Abbate, Giuffrida e Marchetta.
Il provvedimento nasce dalla consapevolezza che la cura dalla dipendenza “non può considerarsi completa senza un vero reinserimento nel tessuto sociale e produttivo. Troppo spesso, infatti, i giovani che riescono a portare a termine un percorso di disintossicazione si trovano a dover affrontare un nuovo ostacolo: la difficoltà di essere accettati dal mondo del lavoro. Una barriera che alimenta marginalità, stigma e, in molti casi, il rischio di ricadute”.
“Chi ha avuto il coraggio e la forza di uscire dal tunnel della dipendenza – afferma Auteri – non può essere lasciato solo nel momento più delicato, quello del ritorno alla vita normale. Questa legge vuole costruire un ponte tra il percorso terapeutico e il mondo del lavoro, offrendo strumenti concreti e dignità a chi ha scelto di ricominciare”.
Il disegno di legge prevede un insieme di misure volte a incentivare l’assunzione di giovani tra i 18 e i 40 anni che abbiano completato con successo un percorso di recupero in strutture accreditate. Le imprese che decideranno di accoglierli potranno beneficiare di sgravi contributivi e crediti d’imposta, ma anche di percorsi di tutoraggio e formazione dedicati, in collaborazione con i Ser.T. e con la rete regionale sulle dipendenze. Allo stesso tempo, la norma sostiene la creazione e l’ampliamento delle strutture di riabilitazione attraverso contributi a fondo perduto, con l’obiettivo di ridurre la migrazione sanitaria e garantire un sistema territoriale più efficiente.
Per Auteri, si tratta di un passo avanti che dà piena attuazione alla legge regionale 26/2024, che ha istituito il sistema integrato di prevenzione, cura e inclusione sociale in materia di dipendenze. Il nuovo disegno di legge ne rappresenta un’estensione operativa, capace di trasformare la riabilitazione in una vera opportunità di reinserimento.
“Il recupero non deve fermarsi alla disintossicazione – sottolinea Auteri – ma proseguire con l’inclusione lavorativa, che è la chiave per restituire autonomia, fiducia e prospettiva a chi vuole ricostruirsi una vita. È un investimento sociale, prima ancora che economico, che riduce le recidive, alleggerisce i costi pubblici e restituisce alla comunità cittadini attivi”.
Il piano proposto, spiega ancora il deputato siracusano, è sostenibile sul piano finanziario, in quanto cofinanziabile con il Fondo Sanitario Nazionale e con fondi europei, e perfettamente coerente con le competenze regionali in materia di sanità, politiche sociali e lavoro.
“Dietro ogni dipendenza c’è una persona, una storia e una possibilità di riscatto – conclude Auteri –. La Sicilia deve farsi carico di queste vite non solo con l’assistenza sanitaria, ma con la fiducia. Restituire dignità attraverso il lavoro significa credere davvero nella seconda possibilità, ed è questo il cuore di questa proposta di legge”.