Siracusa. Contrasto allo spaccio, due arresti in via Eumelo

Contro lo spaccio di droga continui i controlli della Questura di Siracusa.
Anche ieri, l’impegno degli agenti ha dato i suoi frutti. I poliziotti delle Volanti sono intervenuti in via Eumelo per segnalazione di spaccio di sostanze stupefacenti ed hanno arrestato due cittadini stranieri: Fernando Mahamalage Anton Jagath Milroj, di 54 anni, nato in Sri Lanka, e Iadahosa Uji, di 20 anni, nato in Nigeria.
I due arrestati sono stati trovati in possesso di 370 grammi di marijuana nascosta in uno zainetto occultato nella loro autovettura.
I due sono stati posti agli arresti domiciliari su disposizione dell’autorità Giudiziaria.
Nell’ambito dei servizi antidroga, gli agenti delle volanti hanno rinvenuto e sequestrato, in via Santi Amato, 8 dosi di marijuana, 7 dosi di cocaina e 19 dosi di Crack.




I Nas in una casa di riposo di Canicattini, riscontrate e sanzionate carenze

I Nas di Ragusa, collaborati dai carabinieri di Canicattini Bagni, hanno effettuato un controllo in una casa di riposo per anziani per verificarme le condizioni igienico-sanitarie, organizzative e di lavoro sia degli ospiti sia del personale della struttura. Attenzioni anche sulle misure di contenimento del covid19.
I Carabinieri, al termine dell’ispezione, hanno deferito in stato di libertà l’amministratore della struttura, per omessa comunicazione delle persone alloggiate nella struttura e per l’omessa predisposzione del documento di valutazione dei rischi (DVR), obbligatorio per le aziende.
Contestualmente, è stata riscontrata la mancata predisposizione di misure idonee a contenere la diffusione della pandemia da covid-19, nonché carenze riferite alla dotazione organica di figure professionali. Violazioni queste che saranno comunicate alla competente Autorità amministrativa.




Oggi è il Pi Greco Day dedicato ad Archimede: "Siracusa distratta"

Il 14 marzo si celebra il Pi greco Day. Istituito nel 2009 negli Usa, sensibilizza i giovani allo studio della matematica ma è anche un omaggio ad uno dei siracusani più illustri di sempre: Archimede.
Nella città natale del genio matematico da poco più di tre anni sorge un momumento dedicato al Pi Greco, poco distante dalla statua di Archimede sul rivellino dell’Umbertino. A donare alla città quel simbolo, il Pi greco di largo Calipari, è stata l’allora deputata regionale Marika Cirone Di Marco. Recentemente manutenzionato, sottolinea il legame tra Archimede, i suoi studi e la sua città.
“Sorprende che questa iniziativa ormai diffusasi in molte nazioni del mondo sia nata in una terra così lontana dalla patria di Archimede e che in Italia come in Sicilia vi si conceda un’attenzione così distratta”, commenta a proposito del Pi Greco Day proprio la Cirone Di Marco. “Peccato davvero che un giacimento culturale così a portata di mano non sia al centro delle scelte dei decisori politici e delle istituzioni culturali”, aggiunge con una riflessione sui social.
La pandemia, poi, non ha aiutato portando alla cancellazione dei pochi appuntamenti solitamente organizzati da scuole ed enti culturali.




Vaccino AstraZeneca, domani ispettori del Ministero a Siracusa ed Augusta

Prima il 118 di Catania, poi l’Asp di Siracusa e quindi la base della Marina Militare di Augusta. È il programma di massima della visita degli ispettori inviati in Sicilia dal Ministero della salute. Arrivano domani, per alcune verifiche collegate al caso della morte del sottufficiale della Marina militare Stefano Paternò, 43 anni, deceduto nella sua casa di Misterbianco, ad alcune ore di distanza dalla somministrazione del vaccino.
Intanto, il sostituto procuratore di Siracusa, Gaetano Bono, ha spiegato su Rai 3 che “le risposte sulle cause del decesso sono attese a conclusione dell’autopsia”. Intervenuto nella trasmissione Titolo V, ha anche aggiunto che le indagini saranno spedite ed accurate.
Si è anche soffermato sulle ragioni del sequestro del lotto di Astrazeneca finito nelle indagini. Lo stesso Bono ha rivelato di essersi vaccinato con inoculazione di quel prodotto ma “la dose somministratami non è del lotto sequestrato”.




Dipendente comunale vittima del covid, dolore a Solarino

Il covid ha spezzato un’altra vita in provincia di Siracusa. Non ce l’ha fatta un dipendente comunale di Solarino, Francesco Munafò. A dare la notizia, “con triste sbigottimento”, è lo stesso Comune di Solarino. “Il dipendente comunale Francesco Munafó è deceduto, non ha purtroppo vinto la sua battaglia contro il covid-19. Francesco, ricoverato già da diverse settimane proprio per il coronavirus, è stato un dipendente sempre garbato e gentile, disponibile. Lo ricorderemo con tanto affetto”, si legge nella nota ufficiale dell’ente.
L’uomo, cinquantenne, era ricoverato all’ospedale di Avola. Gli ultimi giorni avevano lasciato intravedere dei miglioramenti, poi il triste epilogo. “La Giunta ed il Consiglio comunale, tutti i dipendenti comunali, si associano e si stringono con profonda commozione, al dolore della famiglia di Francesco”.




L'imprenditore Moschella: "difendo la nostra agricoltura, stagionali necessari. Cassibile sia risarcita"

In questi giorni si è molto dibattuto di Cassibile e dell’annuale arrivo di manovalanza straniera per lavorare nelle campagne della provincia. Un fenomeno che ha generato anche problemi abitativi e di civile convivenza. Per risolverlo, la Prefettura di Siracusa ha indicato una nuova via che chiama in causa – ognuno con le proprie responsabilità e ruoli – aziende agricole e sindaci. Ad oggi, solo due Comuni hanno seguito l’invito: il capoluogo e Lentini.
Quanto agli imprenditore agricoli, riportiamo di seguito un interessante intervento di Fabio Moschella.

Il recente intervento di sgombero a Cassibile di ventisette lavoratori stagionali stranieri da parte delle forze dell’ordine e dell’amministrazione comunale di Siracusa continua a suscitare notevoli polemiche talvolta attraverso l’uso di termini e punti di vista che andrebbero usati con più parsimonia: razzismo, caporalato, agricoltura di rapina, migranti che rubano lavoro, no al centro di accoglienza.
Si può dire che Cassibile è razzista? No. A Cassibile vivono 6617 persone, molte provenienti dal messinese per via di precedenti flussi di migrazione agricola, seicento sono cittadini stranieri, arrivati più recentemente e in gran parte di origine africana. Quasi tutti integratesi negli anni senza particolari tensioni sociali e in un clima di sostanziale convivenza civile. Hanno tutti alloggi, lavorano regolarmente, pagano le tasse, consumano localmente, gran parte dei loro figli sono nati a Cassibile, i loro bambini frequentano tranquillamente le nostre scuole e giocano con tutti i loro coetanei. Questa è Cassibile, una cittadina tranquilla, economicamente vivace grazie all’agricoltura e più recentemente al turismo. La protesta rumorosa di un ristretto gruppo di cittadini ha dunque, a mio avviso, un carattere marginale ed una matrice chiaramente politica.
Dall’altra parte ci sono lo Stato, la Chiesa, le istituzioni locali, i sindacati, le associazioni di impresa, il volontariato e migliaia di cittadini silenziosi che hanno un forte attaccamento a valori autenticamente solidaristici.
L’agricoltura di Siracusa è legata al caporalato? No. Cassibile non è Rosarno, non è la piana della Capitanata.
Il sindacato dai fatti di Avola in poi ha affermato nel nostro territorio un sostanziale e prevalente rispetto dei diritti.
Le imprese hanno intrapreso, attraverso le loro associazioni, un percorso positivo di regolarizzazione, prima con i contratti di riallineamento poi con contratti di lavoro che sono tra i più avanzati di tutto il mezzogiorno. La figura del caporale a Siracusa è pressochè scomparsa. Dismesso il collocamento pubblico le imprese hanno con i propri dipendenti rapporti continuativi o abituali, vengono assunti per chiamata diretta, senza intermediazioni.
Questo non vuol dire che da noi non esistano lavoro nero, sottosalari, evasione contributiva, differenze di salario di genere. In questi casi non bisogna però fare di tutta l’erba un fascio ma occorre accertare responsabilità individuali senza esprimere giudizi sommari.
Questo ha spinto sindacati, associazioni di impresa, ASP, Ispettorato del Lavoro, Inps, Inail, Consulenti del lavoro, Forze dell’ordine, Misericordie, CRI a sottoscrivere in Prefettura nel 2019 una convenzione di cooperazione per combattere i suddetti fenomeni presenti da noi come in tutta Italia. Sono atti che non possono essere sottaciuti e che definiscono il profilo di un settore proteso alla modernizzazione.
La nostra è una agricoltura di rapina? No. L’immagine della agricoltura siracusana va difesa e tutelata. E’ un asset strategico. Produce ricchezza, lavoro per migliaia di imprese, per quindicimila addetti, per tutto l’indotto, insieme a tutta la sua straordinaria ricchezza immateriale.
I lavoratori stagionali stranieri sono indispensabili? Si. Il lavoro degli stagionali stranieri è diventato fondamentale per l’esercizio dell’agricoltura, in tutto il mondo. Siracusa non fa eccezione. Le grandi campagne di raccolta non possono essere più affrontate dalla sola manodopera locale.
No al centro di accoglienza in via dei Timi a Cassibile? Il no al centro di accoglienza non è una soluzione è, nei fatti, la continuazione di quanto accade ormai da vent’anni con in mezzo anche la vicenda giudiziaria di Alma Mater. La nascita del centro stagionale avviata nel 2018 dall’amministrazione comunale segna l’avvio di un percorso virtuoso e potenzialmente risolutivo. Un percorso costruito insieme al sindacato, alle associazioni di impresa, al volontariato sociale, alla Prefettura, la Camera di Commercio, l’Ente bilaterale agricolo.
E’ un progetto di civiltà che comincerà a mettere fine alla disumanità degli accampamenti. Offrirà a lavoratori con regolare permesso di soggiorno, attraverso i moduli prefabbricati in comodato d’uso gratuito messi a disposizione della Prefettura un alloggio temporaneo, servizi igienici, assistenza sanitaria, mediazione linguistica, assistenza legale.
Bisognerebbe che nascessero più centri nella nostra provincia, ad Avola, Pachino, Lentini, ovvero nei territori agricoli più importanti. Insomma Cassibile può aprire una strada nuova verso una soluzione civile, moderna.
Perché Cassibile va risarcita? Perché è stata mortificata da tutte le amministrazioni, di tutti i colori politici. Dai bilanci comunali solo briciole. I Piani regolatori non ne hanno consentito uno sviluppo urbano moderno, via Nazionale è congestionata tutto l’anno da un traffico di mezzi pesanti che penalizza le attività commerciali e la vita quotidiana dei cittadini.
Non sono state completate la rete idrica, fognaria, la metanizzazione. Non si è proceduto all’acquisizione al patrimonio pubblico di strade private ancora oggi non asfaltate. Il collegamento viario al mare passa da un imbuto.
La Guardia medica non offre un servizio adeguato. Non esiste un centro culturale per attività teatrali, musica, arte, cinema. Mai politiche dedicate di promozione turistica per Cava Grande del Cassibile, la Pineta del Gelsomineto, la Grotta del Monello, la Necropoli ( la più importante della Sicilia dopo quella di Pantalica ), il borgo, la chiesa, il castello del Marchese. Non c’è una villa comunale. Non si è dato vita alla Municipalità partecipata, agli sportelli decentrati dei servizi pubblici ( acqua, rifiuti, salute ).
Cassibile non è “ razzista “ è inc… o più educatamente, “su tutte le furie”.




Sicilia arancione da lunedì: Musumeci morbido e un accenno appena all'amarezza

Da lunedì la Sicilia si ritrova arancione. Pur avendo numeri da zona gialla, il decreto nazionale stabilisce il passaggio a maggiori restrizioni. Il presidente della Regione, Nello Musumeci, quasi allarga le braccia rassegnato senza lo smalto battagliero che lo ha contraddistinto in precedenza di fronte a simili provvedimenti governativi. “Il provvedimento del governo nazionale che porta in arancione tutte le regioni in giallo, ha creato un sentimento di comprensibile amarezza in molti siciliani. Ci aspettiamo che vengano finalmente disposti quegli indennizzi che troppi operatori stanno ancora aspettando. Utilizziamo questi giorni per far procedere velocemente la campagna vaccinale perché tutti hanno diritto a tornare il prima possibile alla normalità”. Un riassunto delle sue parole, condensate in un video social che, però, acuisce i contrastanti sentimenti dei siciliani, sorpresi da una decisione che molti non giudicano equa.




Zona Arancione, il sindaco della piccola Buccheri non ci sta: "Politica inadeguata, sto con i cittadini"

“Nonostante l’indice di contagio tra i più bassi d’Italia, dal giorno 15 si torna in zona arancione e a Pasqua rosso alterno, grazie alla decisione del governo dei “migliori” ed il tutto senza che nessun Presidente di Regione faccia il minimo cenno di protesta”. Da un piccolo comune della provincia di Siracusa, Buccheri, lo sfogo del sindaco, Alessandro Caiazzo, che decide di prendere le distanze, almeno su questo tema, dalla politica, dalle decisioni assunte dalle istituzioni, per schierarsi al fianco dei cittadini.

Caiazzo lo dice in maniera chiara, fuori dai denti, non nascondendo la delusione per la gestione della situazione Covid-19 in Sicilia, a dispetto di numeri che- sottolinea- avrebbero consentito all’isola di restare in zona Gialla.
Caiazzo fa subito una puntualizzazione, per evitare fraintendimenti. “Come sempre- assicura- da rappresentante delle istituzioni, farò quanto possibile per garantire il rispetto delle regole, ma mi permetto di dire che mi sento ancora più vicino ai cittadini ed alle attività economiche piuttosto che alla politica”.

Dure le sue parole, quando parla di “una politica che sta determinando irrimediabilmente l’impoverimento morale, sociale ed economico del popolo, per la sola colpevole incapacità di garantire i controlli, scegliendo invece la strada della chiusura”.

Caiazzo si mostra visibilmente deluso e  – ancor di più- adirato.
“Troppo facile, troppo comodo, troppo ingiusto – lo sfogo del sindaco di Buccheri- dopo un anno a disposizione per potersi organizzare. I vostri ristori “elemosina”, ovviamente inesistenti, non servono più a nulla”.

 




Siracusa. Covid-19: 108 positivi in città, tante rinunce al vaccino e la ricerca di volontari "al volo"

Sono 108 i positivi al Covid-19 nella città di Siracusa. Questi gli ultimi dati relativi all’andamento dei contagi, aggiornati alla giornata di ieri. Uno il nuovo positivo. Ci sono, però, 43 contatti aggiunti. Sono numeri che vanno interpretati, ovviamente. Cifre che, in ogni caso, da parecchie settimane restano a tre cifre.

La campagna di vaccinazione era partita con un piccolo “boom” di prenotazioni ma nelle ultime ore sembra che il trend sia in discesa. Evidente la preoccupazione emersa, anche in quanti avevano già prenotato la propria vaccinazione con AstraZeneca e che, invece, ha preferito disdire, alla luce dei decessi sospetti, il ritiro del lotto Abv2856  del vaccino da parte di Aifa e le decisioni assunte da alcuni Paesi europei, che hanno messo in stand-by le vaccinazioni con questo tipo di vaccino.

Circa 7 mila, nelle scorse ore, le disdette in Sicilia, secondo quanto ha annunciato, non nascondendo preoccupazione, l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.

Caso singolare si starebbe proponendo in provincia di Siracusa, dove sono partite le vaccinazioni destinate agli avvocati. A causa delle rinunce, e per non dover sprecare vaccini, che andrebbero altrimenti a male, capita che l’Asp telefoni agli studi degli avvocati per cercare, al volo, volontari che vogliano sottoporsi alla vaccinazione. Il punto di somministrazione va raggiunto velocemente. E’ successo, ad esempio, a Pachino e Portopalo. Ieri avrebbero rinunciato in sette. Altrettanti volontari sono stati recuperati tra il comune della zona sud e Siracusa.

L’impegno dei sanitari per evitare di sprecare le già non numerose dosi di vaccino a disposizione, secondo le testimonianze di chi tutto questo l’ha vissuto, sarebbe evidente. Altrettanto l’atmosfera di timore che si è venuta a creare intorno ai vaccini AstraZeneca. Aspetto che rischia di modificare le previsioni e le aspettative su questo versante.

Intanto la Procura di Siracusa ha aperto un fascicolo per omicidio colposo e iscritto nel registro degli indagati,  l’amministratore di AstraZeneca, Lorenzo Wittum. Atto dovuto dopo il decesso del militare 43enne di Augusta, Stefano Paternò, poche ore dopo avere ricevuto l’inoculazione del vaccino . A guidare le indagini è il procuratore capo Sabrina Gambino, insieme al sostituto Gaetano Bono. Tra gli indagati anche il medico del 118, l’infermiere che ha somministrato la dose del vaccino ed il medico dell’ospedale militare di Augusta. Nelle scorse ore è inoltre, emersa l’ipotesi che il ministro della Salute, Roberto Speranza possa ispettori  a Siracusa per verificare, tra gli altri aspetti, le modalità di conservazione dei vaccini.




Siracusa in zona Arancione, l'allarme di Cna: "Colpo forse definitivo alle aziende"

“La Sicilia in zona arancione rappresenta l’ennesimo e forse definitivo colpo alle aziende della ristorazione, dei pubblici esercizi e dell’intera filiera primaria e secondaria”. Il presidente provinciale di Cna Siracusa, Innocenzo Russo interviene con questa premessa su un tema che desta fortissime preoccupazioni dal punto di vista economico ma che rientra nell’ambito del piano del Governo per limitare il numero di contagi da Covid-19 che, a livello nazionale, continuano  a preoccupare. “A distanza di un anno dal l’avvento della pandemia di Covid- commenta il presidente dell’associazione degli artigiani- l’azione di contrasto al contagio continua a seguire lo stesso copione, con l’aggravio delle continue spese a carico di chi non riesce più ad alzare la testa.”

Per Russo, “il ritorno delle chiusure lascia attoniti gli operatori che dopo aver guardato con stupore la crisi di governo, oggi registrano un ritardo insopportabile nell’adozione di misure a loro sostegno, così come nell’erogazione di quelle già messe in campo negli scorsi mesi.”

“Nessun riscontro reale neanche da parte del governo regionale, con il presidente che aveva preso solenne impegno nel corso della sua apparizione in quel di Palazzolo Acreide – ricorda ancora Innocenzo Russo – adesso però, con la campagna di vaccinazione in evoluzione e lo scenario sempre più vicino di un miglioramento generale della situazione, non possiamo perdere di vista la necessità di salvaguardare moltissime imprese soggette a restrizioni e altrettante impegnate nella fornitura di materie prime e servizi.”

“Abbiamo letto ipotesi che abbiamo rispedito immediatamente al mittente, adesso ci aspettiamo concretezza e celerità – continua Russo – se così non sarà, se non si adotteranno cioè ristori veri e blocchi di imposte e adempimenti, si metterà a rischio seriamente la coesione sociale, dando uno schiaffo ai tanti piccoli imprenditori che hanno dato e stanno dando tutto per resistere.”

“Un anno di crisi sanitaria ed economica ha piegato la nostra serenità ed è giunto il momento di dare risposte immediate e concrete – insiste Russo – risposte che riguardano il governo nazionale ma anche quello regionale che non può assistere da spettatore reclamando solo l’intervento di Roma.”

“Si sta lavorando infatti ad una finanziaria regionale senza alcuna risposta, con tante misure della precedente norma ancora inattuate – conclude il presidente Russo – ma adesso è tempo di responsabilità e di serietà, quella che le imprese hanno sempre dimostrato.”