Larissa non ce l'ha fatta, è la seconda vittima del tremendo incidente sulla Noto-Rosolini

A cinque giorni dal tragico incidente stradale avvenuto sulla statale tra Noto e Rosolini, è deceduta anche la 30enne ricoverata in elisoccorso al Cannizzaro. Larissa Venezia, questo il suo nome, era sulla moto guidata da Diego Lauria, morto dopo il violento impatto con un’autovettura guidata da una 72enne.
La donna era stata sbalzata dalla moto. Le sue condizioni sono subito apparse gravi, tanto da rendere necessario il trasferimento in elicottero al Cannizzaro di Catania. Ricoverata nella struttura specializzata etnea, non ce l’ha fatta nonostante qualche timido segnale di ripresa. Questa mattina la commissione medica apposita ha dichiarato la morte cerebrale della giovane, originaria di Piazza Armerina.




Si è dimessa la sindaca di Pachino, l'amara lettera di commiato: "situazioni incredibili"

Pachino “rinverdisce” la sua nomea di cittadina difficile da governare, in questi ultimi anni. E dopo la lunga fase commissariale, arrivano oggi le dimissioni della sindaca Carmela Petralito. “Una decisione che maturavo da tempo”, scrive nella sua lettera la Petralito. “Ho trovato un Comune disastrato e ho cercato, in poco tempo, di mettere in sesto i numeri di un bilancio che neppure i commissari erano riusciti, in parecchi anni, a far quadrare”.
L’elevata evasione dei tributi locali, oneri di urbanizzazione andati prescritti, un bilancio in continuo disavanzo: sono alcuni dei problemi che attanagliano da anni Pachino. “Ho smosso situazioni incredibili”, scrive l’ex sindaca.
“Spero che chi verrà dopo di me abbia lo Stato e la Regione più attenti di quanto siano stati finora”, è poi l’ìamaro finale della lettere di dimissioni di Carmela Petralito. Il Comune di Pachino, ad esempio, non ha un segretario generale a tempo pieno.




La morte di Salvatore Eroe, "sostegno legale alla famiglia". I sindacati rilanciano sulla sicurezza

“Morire di lavoro non si può, non si deve. Eppure in Sicilia come nel resto del Paese si allunga sempre più l’elenco degli incidenti, che spesso incidenti non sono ma veri e propri omicidi provocati dal mancato rispetto delle norme sulla sicurezza”. Lo afferma la segretaria generale della Uil Sicilia, Luisella Lionti. “Per la morte di Salvatore Eroe ad Avola chiediamo oggi verità e giustizia. Ai familiari dell’operaio, intanto, assicuriamo massimo sostegno offrendo loro assistenza sindacale e legale. Questo è il poco che possiamo fare per esprimere solidarietà concreta dinanzi a una tragedia tanto grande, che ci impone di ricordare la nostra campagna per la vita #ZeroMortiSulLavoro e il nostro appello, la nostra sfida delle cose concrete, al presidente Renato Schifani perché gli organici negli Ispettorati regionali del Lavoro siano adeguati all’emergenza in corso. Almeno questo va fatto, subito”.
Fanno sentire la loro voce anche le sigle sindacali degli edili che tornano a porre il tema della sicurezza. “Risulteremo stucchevoli, retorici e, probabilmente, anche inopportuni nei confronti del doveroso silenzio che andrebbe riservato per rispetto del dramma famigliare che si vive a causa dell’ennesima vita che non fa ritorno a casa dopo una normale giornata lavorativa, strappata all’affetto dei propri cari. Ma abbiamo il dover di affermare alcune cose”, spiegano Saveria Corallo (Feneal UIL), Nunzio Turrisi (Filca Cisl) e Salvo Carnevale (Fillea Cgil).
“Non basta più il cordoglio e l’attendismo perché qualcuno possa pensare che sarà sempre compito di altri quello di affrontare un problema che va oltre i cantieri e i luoghi di lavoro. Siamo dinanzi a una questione di civiltà. I dati su infortuni e morti bianche continuano a essere inequivocabili e drammatici, come confermato da Inail. Scelgano le istituzioni cosa fare: girarsi dall’altra parte o tentare di affrontare con noi il tema della sicurezza”.
Nel 2019 i sindacati proposero alle amministrazioni locali, con regia della Prefettura, la creazione di una piattaforma informatica che in tempo reale permetta il controllo della situazione attraverso l’analisi di semplici dati: il settimanale di presenze in cantiere in tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati, l’avvio dei lavori in tempo reale indicando preliminarmente importo, impatto della manodopera utilizzando i criteri di congruità e caricando tutti i DVR sul portale.
“Partiamo da questi elementi per avviare una nuova stagione di legalità e sicurezza che con il contributo di tutti generi un percorso di idee condivise. Noi ci siamo, le istituzioni?”, si chiedono i tre sindacalisti.




Isab a Goi Energy, verso il closing: firmato il contratto di vendita, cauti i sindacati

Il contratto di vendita della raffineria Isab al gruppo Goi Energy è stato firmato. Lo ha comunicato il direttore generale Isab/Lukoil, Eugene Maniakhine, dopo un incontro con i sindacati siracusani. “Adesso ci aspettiamo che il governo applichi la golden power, lo strumento che potrebbe di fatto avviare le procedure per il passaggio della raffineria a Goi Energy”, commentano in una nota congiunta Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil.
I segretari provinciali Fiorenzo Amato, Alessandro Tripoli e Seby Accolla si mostrano cauti circa le rassicurazioni sulla tutela dei posti di lavoro e sul piano di investimento a medio-lungo termine con vista sulla transizione energetica. “Attendiamo un confronto con il nuovo insediamento societario, al fine di appurare l’autenticità delle azioni intraprese e di visionare in maniera condivisa le fasi di chiusura delle operazioni di vendita. Se dovessero venir meno le condizioni, non esiteremo a manifestare concreto dissenso per anteporre la tutela dei livelli occupazionali e la sacralità del lavoro come bene necessario per il prosieguo ed il buon esito del closing contrattuale”.
Il closing – che riguarda tutti gli asset di Isab Lukoil e quindi gli impianti nord, sud e Igcc – è atteso entro il 31 marzo 2023, “ma la data verosimile – sostengono i sindacati – potrebbe essere quella del 30 aprile, tenendo conto della gestione dei passaggi di tutti i contratti con le aziende dell’indotto”.




Verso le elezioni: centrodestra, lo strappo dell'Mpa. "Antidemocratico escludere liste civiche"

La linea dettata da Fratelli d’Italia per la scelta del candidato sindaco di Siracusa non piace agli alleati. E causa il primo strappo. L’Mpa si chiama fuori. Il referente provinciale degli autonomisti, Mario Bonomo, annuncia che il suo partito – “per una totale differenza di opinioni sulle scelte democratiche ed inclusive” – “non parteciperà ad alcuna altra riunione” di coalizione, a meno che non vengano “coinvolte tutte le forze, comprese quelle civiche, che a vario titolo sono state presenti sino ad oggi nel tavolo di centrodestra”.
Motivo del contendere è la volontà, annunciata dal commissario provinciale di FdI, Giuseppe Napoli, di estromettere le liste civiche dalla fase di scelta del candidato sindaco del centrodestra. “Ci saremmo aspettati che il centrodestra ponesse al centro del suo dibattito come priorità la concertazione di un programma serio e completo di governo della nostra città. Ad oggi, invece, assistiamo stupiti ad un balletto di posizioni difficili da capire, fondate solo su nomi di candidati sindaco e su proposte astratte di schieramenti”, attacca ancora Bonomo.
“Avendo come unico obiettivo il bene di Siracusa, non comprendo, come coordinatore del Mpa, chi vorrebbe emarginare in questa fase le compagini civiche”.




FdI ricuce lo strappo nel centrodestra: "condivisione e apertura alle liste civiche"

“Nessuna intenzione di escludere qualcuno dalla coalizione di centrodestra che andrà unita alle prossime amministrative, con un candidato sindaco comune”. Il commissario provinciale di FdI Siracusa, Giuseppe Napoli, precisa il senso della recente nota con cui “si è soltanto voluto indicare un metodo, condiviso tra i partiti della coalizione, consistente nel confronto iniziale tra i partiti che in Sicilia hanno sostenuto la candidatura del presidente Renato Schifani, in modo da comprendere quali siano i nomi rappresentativi della coalizione partitica”.
E le liste civiche? “La coalizione di centrodestra sarà allargata a tutte quelle liste civiche che condividono i principi, valori e programmi del centrodestra e con tali movimenti si aprirà un confronto costruttivo per poter tutti insieme decidere il progetto comune ed il candidato Sindaco più rappresentativo che faccia da sintesi sia tra i partiti nazionali e regionali che tra i movimenti civici”.
Un chiarimento ed una mano tesa dopo lo strappo con l’Mpa di Siracusa che aveva annunciato di disertare gli incontri futuri del tavolo del centrodestra, in segno di protesta contro la decisione di lasciare fuori il civismo dalle scelte di coalizione.




Concerti al teatro greco? Il fronte del no: "Ripensateci, il monumento va tutelato"

Non si arresta il dibattito sulle condizioni del teatro greco di Siracusa ed il suo utilizzo come contenitore per spettacoli. In attesa di uno studio tecnico che possa definire oltre ogni dubbio quale sia lo stato di salute dell’opera scavata nella roccia del Temenite, si confrontano gli schieramenti dei favorevoli e dei contrari.
A quest’ultima fazione si iscrive anche Italia Nostra, con la presidente nazionale Antonella Caroli e la presidente della sezione siracusana dell’associazione, Liliana Gissara. “Occorre un ripensamento sull’utilizzo improprio del principale monumento della città, tra i più conosciuti al mondo, patrimonio di tutti. Non è possibile che un così ragguardevole retaggio del passato diventi palcoscenico sistematico dei big del pop-rock, alla ricerca di sempre nuove e prestigiose allocazioni per le loro esibizioni, finalizzate ad accrescere il loro richiamo e i loro profitti. Il Patrimonio archeologico appartiene a tutti e va tutelato in nome delle future generazioni. La sua fruizione deve essere la più congrua ed attenta possibile; in nessun caso può essere altro”, la loro decisa presa di posizione.
E ancora: “il turismo che consuma il patrimonio non è buona cosa. Si ricorda che, proprio a Siracusa, fu firmata nel 2005 la Carta di Siracusa per la tutela e la fruizione sostenibile delle architetture teatrali antiche”. Anche per questo, Italia Nostra chiede “una diversa allocazione della sfilza di concerti 2023 previsti al Teatro Greco, sia per l’incongruità storico-culturale, sia per l’impatto antropico, sia per liberare le gradinate al termine delle rappresentazioni classiche, consentendo in tal modo ai visitatori di godere del Teatro nella sua magnificenza ed alla pietra di respirare”.
Il nodo centrale rimane quello delle condizioni del monumento. “Il teatro greco presenta il conto del tempo. Ma c’è chi non se cura. Il vulnus secondo archeologi, storici, petrografi è l’alveolatura della roccia: in essa ristagna l’acqua piovana che, lentamente ma inesorabilmente, intacca il calcare. Inoltre, tra alveoli e fessurazioni si insedia una rigogliosa vegetazione spontanea. Tuttavia, mentre gli specialisti (archeologi, storici, petrografi) esprimono preoccupazione e sollecitano interventi di restauro conservativo e di più puntuale manutenzione, gli amministratori pensano solo a quanti concerti pop-rock potervi ospitare”, argomenta Italia Nostra.
L’associazione affronta anche il tema dell’allestimento protettivo che, ogni anno, “ingabbia” il teatro. “Gli allestimenti andrebbero ricondotti alla peculiarità del teatro: la sua mirabile, perfetta acustica che consente l’ascolto senza artifici anche dalle ultime gradinate. Le persone avanti negli anni ricordiamo bene la straordinaria magia della voce degli attori che si levava chiara e forte nel silenzio perfetto che calava nel teatro al loro ingresso in scena”.
Il giudizio sui concerti è netto: il teatro greco, “testimonianza delle più alte vette culturali che l’Antichità ha espresso in Occidente, non è certo il più congruo ad ospitare i concerti pop-rock, tanto cari all’amministrazione. Concerti che, proprio per il forte impatto antropico, vengono usualmente allocati in stadi e grandi piazze. Purtroppo, la valutazione storico-archeologica sta in capo ad organi politici, piuttosto che tecnici. In tal modo, eventi ed indotto valgono per quanto rendono alla Città. L’usura e i rischi strutturali del teatro passano in seconda linea”.




Controlli su bus e mezzi pesanti, sanzionato il 60% dei veicoli sottoposti a verifica

La Polizia Stradale di Siracusa ha predisposto, nel corso dell’intera settimana, controlli specifici su autobus e mezzi pesanti. Posti di blocco sulla Siracusa-Catania e sulla Siracusa-Ispica per una serie di verifiche tecniche. Sono stati complessivamente controllati 74 veicoli adibiti al trasporto di merce, 45 dei quali sono stati sanzionati; tra i sanzionati vi sono, pure, alcuni veicoli pesanti che trasportavano un quantitativo di merce superiore al peso massimo consentito e, quindi, in sovraccarico. Inoltre, vi erano altri veicoli commerciali con la “cattiva” sistemazione del carico che avrebbe messo a rischio la stabilità sia della merce trasportata che del veicolo stesso.
Sono stati, inoltre, controllati, 7 autobus, tre dei quali adibiti al trasporto scolastico. Sono stati sanzionati per infrazioni relative ai dispositivi meccanici e di sicurezza non efficienti e, pertanto, sospesi dalla circolazione con divieto di proseguire il viaggio.
I controlli rientrano nella campagna europea congiunta denominata Truck & Bus. Roadpol è la rete di cooperazione tra le Polizie Stradali, nata sotto l’egida dell’Unione Europea, alla quale aderiscono tutti i Paesi Membri, tranne la Grecia e la Slovacchia, oltre alla Svizzera, la Serbia, la Turchia ed in qualità di osservatore la Polizia dell’Emirato di Dubai (Emirati Arabi Uniti). L’Italia è rappresentata dal Servizio Polizia Stradale del Ministero dell’Interno.
L’obiettivo è quello di elevare gli standard di sicurezza stradale, armonizzando l’attività di prevenzione, informazione e controllo, anche attraverso campagne di comunicazione e operazioni congiunte i cui risultati vengono poi monitorati dal Gruppo Operativo Roadpol.

foto archivio




Il Csm conferma a maggioranza Sabrina Gambino a capo della Procura di Siracusa

Sabrina Gambino confermata dal Consiglio Superiore della Magistratura alla guida della Procura di Siracusa. L’anno scorso, il Consiglio di Stato aveva annullato la sua nomina accogliendo il ricorso di uno dei candidati, il magistrato Antonino Favara, sostituto alla Procura nazionale antimafia e antiterrorismo.
Adesso il “nuovo” Csm con una nuova delibera, a maggioranza, ha confermato la scelta dei precedenti consiglieri. La delibera della commissione per gli incarichi direttivi che conferma la Gambino a Siracusa è stata approvata dal plenum a maggioranza, con 3 astensioni.




Alluvioni, vertice in Regione: subito interventi per gli argini e la pulizia dell'Anapo

Una mappatura urgente degli oltre ottomila corsi d’acqua presenti in Sicilia e un Piano straordinario di interventi per la loro manutenzione. È quello che il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha chiesto agli uffici, dopo l’ennesima alluvione che ha colpito la zona Sud-Est dell’Isola.
Il governatore ha riunito attorno a un tavolo a Palazzo d’Orleans i dirigenti generali dei dipartimenti regionali coinvolti: Programmazione, Agricoltura, Sviluppo rurale e Protezione civile. E ha dato una scadenza ben precisa: dieci giorni. Il coordinamento delle attività è stato affidato al segretario generale dell’Autorità di bacino della presidenza della Regione, Leonardo Santoro.
Nell’immediato, la Regione interverrà sui quattro fiumi (Gornalunga, Anapo, Dirillo e Ficuzza) che sono stati la causa degli allagamenti recenti nelle province di Catania, Siracusa, Ragusa e Caltanissetta. I lavori, per un impegno complessivo di circa 20 milioni di euro – ricostruzione degli argini, risagomatura dei canali centrali e rimozione del materiale vegetale accumulatosi – verranno effettuati “in house” con l’utilizzo di mezzi e personale della Regione (operai forestali ed Ente di sviluppo agricolo). Subito dopo è prevista l’attivazione di ulteriori interventi strutturali per la messa in sicurezza di altri corsi d’acqua sempre dell’area sud orientale della Sicilia, per un importo stimato di 180 milioni di euro.
L’obiettivo del presidente Schifani, però, guarda più al lungo periodo: una manutenzione complessiva di fiumi e torrenti in tutta l’Isola. Un progetto al quale stanno già lavorando gli uffici dell’Autorità di bacino, ai quali è affidata l’alta sorveglianza idraulica, in collaborazione con i dipartimenti Agricoltura, Sviluppo rurale e Protezione civile. Archiviata questa fase di emergenza, Schifani però ha chiesto una manutenzione ordinaria annuale dei corsi d’acqua.
«In appena cento giorni di governo – sottolinea Schifani – il mio governo ha già dovuto affrontare diversi eventi alluvionali in svariati territori dell’Isola. Il primo, nel Trapanese, addirittura, il giorno della mia proclamazione. Nei giorni scorsi è stata la volta del Sud-Est. Le mutate e mutabili condizioni climatiche complessive ci impongono di intervenire con immediatezza per non farci trovare impreparati. Solo prevenendo possiamo arginare la forza della natura e limitare i danni a persone e cose. Non possiamo limitarci a intervenire solamente quando il danno è fatto. In decenni, infatti, non è mai stata mai fatta una serie e ragionata manutenzione sugli interi corsi d’acqua, limitandosi a lavori su brevi tratti. Non appena avremo la mappa e il quadro complessivi delle opere da fare, il governo individuerà le fonti di finanziamento europee e nazionali per fare ciò che non è assolutamente più rinviabile».