La rapina, l’inseguimento: i tre catanesi arrestati avevano gioielli per 3600 euro

Sono tre catanesi rispettivamente di 41, 37, e 35 anni gli arrestati per la rapina ai danni di una gioielleria di corso Gelone, a Siracusa. Tutti già conosciuti alle forze di polizia, sono stati bloccati dopo un inseguimento che ha visto protagonista anche la Polizia Municipale, insieme alla Polizia di Stato (leggi qui). A loro viene contestata la rapina aggravata dall’uso di un’arma da sparo e dalla circostanza di essere travisati.
Secondo quanto ricostruito, i tre erano entrati all’interno dell’attività commerciale pistola in pugno e con i volti coperti. L’arma si è poi rivelata essere a salve. In pochi istanti si sono impossessati di preziosi del valore commerciale di circa 3.600 euro.
Dopo il colpo sono stati bloccati dagli uomini della Polizia Municipale in collaborazione con gli agenti della Squadra Mobile aretusea.




Rimossa rete “fantasma” a largo di Avola, operazione coordinata dalla Guardia Costiera

Una “rete fantasma” che giaceva impigliata nel relitto di una nave mercantile affondata nel 1979, poco distante dal litorale nord di Avola, è stata rimossa al termine di una delicata operazione. Con il coordinamento della Capitaneria di porto di Siracusa, sono intervenuti i subacquei del nucleo Guardia Costiera di Messina, il personale subacqueo di “Sea Shepherd” e del diving “Marina di Ognina”.
La rete è stata dapprima monitorata con l’impiego del Rov (Remotely Operated underwater Vehicle) pilotato dai sub della Guardia Costiera. Successivamente è stata assicurata dal personale di Sea Shepherd e del Diving Marina di Ognina. Il successivo recupero è avvenuto con un verricello “salpa rete” dell’imbarcazione Sea Eagle dell’associazione ambientalista intervenuta.
Questo intervento rientra nella più ampia operazione nazionale denominata “reti fantasma”, svolta dalla Guardia Costiera su mandato del Ministero della Transizione Ecologica. Dal 2019 ad oggi, sono state rimosse circa 50 tonnellate di reti abbandonate sui fondali marini, pericolose per la sicurezza in mare e, ancora peggio, altamente dannose per il suo ecosistema.




Compra online una piscina fuori terra ma non la riceve: denunciato truffatore

Un calabrese di 49 anni è stato denunciato per truffa dal Commissariato di Noto. Il 14 giugno scorso aveva venduto online una piscina fuori terra ad una donna residente nella città barocca. Effettuato il pagamento, pari ad euro 479, la donna non ha però mai ricevuto quanto acquistato. Si è allora rivolta alla Polizia.
Gli accertamenti investigativi, espletati sull’intestatario del conto corrente e sulle utenze cellulari usate dal truffatore, hanno consentito agli investigatori di risalire all’identità dell’uomo e di denunciarlo.

foto generica dal web




Bollette luce e gas, 306.000 siciliani hanno saltato almeno un pagamento

A causa dell’aumento dei prezzi energetici, negli ultimi 9 mesi 306.000 siciliani hanno saltato il pagamento di una o più bollette luce e gas. Per almeno 1 su 2 era la prima volta che accadeva. Mai accusato in passato difficoltà simili. Il dato emerge dall’indagine commissionata da Facile.it agli istituti mUp Research e Norstat. Evidenziato dall’indagine anche come il numero di morosi sia destinato ad aumentare se i prezzi continueranno a crescere. L’analisi ha individuato in 219.000 il numero di residenti in Sicilia che potrebbero trovarsi nell’impossibilità di pagare le prossime fatture, oltre ai già segnalati 306.000.
Un fenomeno che riguarda anche le spese condominiali: sempre secondo l’indagine, infatti, sono 219.000 i siciliani che hanno saltato una o più rate del condominio. E se i rincari dovessero continuare, 263.000 potrebbero non pagare le prossime.
Dato nazionale: 4,7 milioni di italiani hanno saltato il pagamento di una o più bollette luce e gas negli ultimi 9 mesi.

Foto: PhotoIron (c)




Flashmob in piazza Euripide per le donne iraniane: velo nero e Bella Ciao in farsi

Sabato alle 18, in piazza Euripide a Siracusa, flashmob di solidarietà verso le donne iraniane. L’idea parte da un gruppo di cittadine impegnate nel sociale raccolte nella Brigata Rosa, un nome che evidenzia la sensibilità e l’impegno per le politiche di genere.
Velo nero sul capo e passi di danza sulla versione di “Bella ciao” in farsi, ovvero la canzone che le
donne iraniane hanno scelto come inno della loro protesta, contro la polizia morale. Tutto parte dalla tragica fine di Masha Amini, morta per una ciocca di capelli che sfuggiva all’hijab.
“Al flashmob hanno già aderito una quarantina di associazioni del territorio, sigle sindacali e partiti politici. Segno che la rete di solidarietà e il desiderio di manifestare è vivo e non solo per le donne”, spiegano le organizzatrici.
Di seguito, l’elenco delle associazioni che hanno aderito: Accoglierete- Ad Gentes-Angolo Siracusa-ARCI-Arci Gay Siracusa-Arciragazzi Siracusa 2.0-Astrea in memoria di Stefano Biondo-Auser Augusta- Auser Territoriale -Azione Siracusa e provinciale-Banca Etica Sud -Est-Centro antiviolenza e antistalking La Nereide-Centro Antiviolenza Ipazia-CGIL Siracusa- CNA Impresa Donna-CNA Siracusa-Comitato Pari Opportunità dell’Ordine degli Avvocati di Siracusa-Consulta comunale femminile di Siracusa-Coordinamento donne CGIL-Dahlia-Europa Verde -Verdi Siracusa-Fondazione Assistenti sociali Regione Sicilia -Giosef Siracusa-Italia Viva-Lealtà e Condivisione-Movimento Cinque Stelle-No all’odio- Oltre Frontiere-Opera-Ordine professionale degli Assistenti sociali Regione Sicilia- Partito Democratico -Prometeo-Rifiuti Zero Siracusa-Salute donna sezione Siracusa- San Martino cooperativa – SiciliAntica Siracusa -Sinistra Italiana-Siracusa Città Educativa-Stonewall -UIL Camera Sindacale Territoriale Siracusa-Un’altra storia-Zuimama.

foto da asianews.it




Covid in Sicilia: settimana con nuovi casi in aumento (+3,54%), tiene Siracusa (-0,66%)

Nella settimana dal 10 al 16 ottobre si registra un ulteriore incremento delle nuove infezioni Covid-19 in Sicilia, con un’incidenza di nuovi casi pari a 9186 (+3.54%), con un valore cumulativo di 191/100.000 abitanti. Il tasso di nuovi positivi più elevato rispetto alla media regionale si è registrato nelle province di Messina (265/100.000 abitanti); a seguire Siracusa (235/100.000) e Trapani (197/100.000). Le fasce d’età maggiormente a rischio risultano quelle tra i 60 e i 69 anni (280/100.000), tra i 70 e i 79 anni (283/100.000) e tra i 45 e i 59 anni (236/100.000). Nonostante questo dato, la provincia di Siracusa è in realtà una delle tre che presenta una contrazione di nuovi positivi rispetto alla settimana precedente: sono stati 900 contro i 906 di sette giorni addietro (-0.66%).
Anche le nuove ospedalizzazioni sono in lieve aumento. Più di metà dei pazienti in ospedale nella settimana di riferimento risultano al sistema non vaccinati.
I dati relativi alla campagna vaccinale fanno riferimento alla settimana dal 12 al 18 ottobre. Nella fascia d’età 5-11 anni i vaccinati con almeno una dose si attestano al 25,44%, mentre 67.445 bambini, pari al 21,88%, risultano aver completato il ciclo primario. Gli over 12 anni vaccinati con almeno una dose si attestano al 90,80% del target regionale. La percentuale di chi ha completato il ciclo primario di vaccinazione è pari all’ 89,47%. I vaccinati con terza dose sono 2.766.002 pari al 72,32% degli aventi diritto.
Dal 13 luglio è stata autorizzata la quarta dose di vaccinazione per gli over 60 anni e gli over 12 anni con elevata fragilità. Il Ministero della Salute ha autorizzato dal 7 settembre la somministrazione della dose booster, con i vaccini m-RNA bivalenti Original/Omicron BA.1, agli over 60, alle persone di elevata fragilità e alle fasce di età over 12 anni in attesa della terza dose includendo anche operatori sanitari, operatori e ospiti delle strutture residenziali per anziani e donne in gravidanza.
Dal 23 settembre è consentito l’utilizzo dei vaccini m-RNA per la variante Original/Omicron BA.4-5 per la quarta dose, su richiesta dell’interessato, a tutti i soggetti over 12 anni dei vaccini m-RNA, aggiornati alle varianti BA.1 e BA.4-5, che abbiano ricevuto la terza dose di richiamo da almeno 120 giorni. In Sicilia, dal 1 marzo sono state effettuate 137.561 somministrazioni di quarta dose di cui 129.512 a soggetti over 60.




Problemi respiratori: neonato di 30 giorni in elisoccorso a Catania

È ricoverato al Cannizzaro di Catania il bimbo di poco più di 30 giorni per il quale si è mobilitato oggi l’elisoccorso. Il neonato si trovava nella sua casa di Priolo quando, nella tarda mattinata odierna, i familiari si sono accorti di evidenti problemi respiratori.
Immediata la chiamata di soccorso al 118. In pochi minuti, nella zona di via Salso, sono arrivati un’ambulanza, Carabinieri e la Polizia Municipale che si è prodigata ad allestire anche il trasporto in elicottero.
Il piccolo è stato stabilizzato sul posto e poi condotto in ambulanza nella piazzola dove era atterrato il mezzo aereo, non distante dalla portineria nord della zona industriale.
In pochi minuti è stato trasferito al Garibaldi di Catania. Dopo le prime cure del caso, è stato disposto il trasferimento al Cannizzaro, dove si trova ricoverato nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale dove è in continua osservazione da parte dell’equipe sanitaria.

Foto archivio




Rapina in corso Gelone, Municipale e Polizia arrestano i tre fuggitivi

Sono stati arrestati i tre rapinatori che questo pomeriggio sono entrati in azione in corso Gelone, a Siracusa. Hanno preso di mira una gioielleria e una volta messo a segno il colpo, arraffando vari oggetti, hanno tentato di darsi alla fuga.
Sono stati però intercettati da una pattuglia della Municipale, a cui una passante aveva segnalato movimenti sospetti.
Ne è nato un inseguimento, concluso in via Costanza Bruno dove gli agenti della Municipale hanno arrestato uno dei fuggitivi. Nel frattempo, anche una Volante della Polizia ha dato manforte all’intervento, bloccando nei pressi di Piazza San Giovanni gli altri due uomini in fuga.
I tre sono stati condotti in Questura e dichiarati in arresto. Si tratta di rapinatori in trasferta, originari della provincia di Catania. Addosso, secondo quanto si apprende, avevano alcuni preziosi precedentemente trafugati.




I poliziotti arrestati, il pentito: “Sequestravano droga e la consegnavano a noi”

“Mi disse di preparare 10 buste da 50 grammi di mannitolo per poter fare lo scambio di droga dopo le analisi condotte a Catania sullo stupefacente sequestrato”. Il mannitolo (una sorta di diuretico) sarebbe poi stato utilizzato al posto dello stupefacente sequestrato che veniva, così, “recuperato”.
E’ solo uno dei passaggi delle rivelazioni di Cesco Capodieci sui rapporti con i poliziotti indagati a Siracusa, con l’accusa a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti e psicotrope, corruzione, peculato e falso in atto pubblico.
Nello specifico, la frase pronunciata dall’ex “re del Bronx” si riferisce ad uno dei poliziotti soprannominato “Occhi di Ghiaccio” e alle volte anche “Savastano”.
Nelle sue dichiarazioni, il collaboratore di giustizia riferisce di “appartenenti alle forze che sottraevano droga sequestrata, anche corpi di reato e si rendevano complici dello spaccio. Sequestravano stupefacente e lo consegnavano a noi”.
Vengono citati anche singoli episodi. In un caso, ad esempio, dopo un operazione antidroga, i poliziotti avrebbero consegnato al gruppo criminale 500 grammi di cocaina, dietro corresponsione di 20 mila euro. “In totale avrò dato 100 mila euro”, stima ancora Capodieci riferendosi a due dei poliziotti arrestati.
A loro carico, è stato disposto un sequestro preventivo di beni pari, rispettivamente, a 209.908 euro e 374 mila euro, cifre calcolate a seguito di indagini patrimoniali, prendendo in considerazione le entrate complessive dal 2001 al 2021 ed effettuando una serie di controlli incrociati con le banche dati a disposizione. A proposito di uno degli indagati, scrivono gli investigatori “risorse finanziare eccedenti a quelle frutto di redditi dichiarati”.
Un altro collaboratore di giustizia, Massimiliano Mandragona, con le sue dichiarazione lascia intendere che per i poliziotti infedeli vi fosse una sorta di stipendio. “Dal 2015 a 2017 ogni quaranta giorni consegnavamo 2000 euro. (…) Ci conveniva visto che ci avvisava di tutte le attività della polizia, dei carabinieri e della finanza riferendoci le informazioni che aveva in merito e che potevano danneggiare noi o il gruppo del Bronx”.




I poliziotti arrestati, nelle indagini il contestato legame con il boss dello spaccio

Un rapporto stretto, consolidato, fatto di rivelazioni, “consigli”, consegne di quantità di droga sottratta a quella sequestrata, soldi in cambio. Questo il quadro che emergerebbe dalla lettura dell’ordinanza del Gip del Tribunale di Catania, relativa alle misure cautelari adottate a carico  di tre poliziotti siracusani ed un cinquantenne netino
Le indagini della Direzione Distrettuale Antimafia hanno preso le mosse dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Cesco Capodieci, ma la Procura della Repubblica di Siracusa stava già conducendo approfondimenti sugli indagati. Capodieci, considerato il “re del Bronx”, collabora con la giustizia da gennaio 2021, poco dopo il suo arresto.
Dall’attività investigativa della Procura era emerso, nel biennio 2019-2020, il presunto stretto rapporto di vicinanza che legava due dei poliziotti indagati ai familiari di Capodieci che, in un primo momento si sarebbe rivolto ai due per tramite dello zio, allo scopo di essere informato sull’esito della promessa che gli avrebbero fatto, riguardo ad un possibile intervento dei magistrati per attenuare, nel giudizio d’appello, la pesante condanna ricevuta in primo grado nell’ambito del processo “Bronx”. Il tutto si basava sul presupposto che i due poliziotti avrebbero “passato” adeguate informazioni, anche in considerazione del contributo reso da Capodieci come fonte confidenziale alle indagini della Squadra Mobile.
Aspettative che non si sarebbero poi realizzate, tanto che Capodieci avrebbe iniziato a maturare l’intenzione di collaborare con la giustizia, venendo scoraggiato dagli stessi poliziotti, preoccupati – secondo gli investigatori – delle possibili conseguenze per loro stessi.
In quel periodo, allora, i due indagati avrebbero tentato di dissuadere, tramite la compagna, un altro capo del sodalizio criminale del “Bronx” che voleva iniziare a collaborare con la giustizia. Per evitare di perdere il controllo della situazione, i poliziotti arrestati avrebbero rivelato al gruppo criminale di intercettazioni in corso, telefoniche ed ambientali. E per essere ancora più convincenti, avrebbero persino “avvisato” uno dei loro interlocutori, detenuto nel carcere di Cavadonna, spiegando che se avesse collaborato lo avrebbero “buttato” e “dimenticato”, come già fatto con altri collaboratori.
Uno dei poliziotti, in particolare, si sarebbe proposto di gestire in prima persona la collaborazione di Capodieci sostenendo che avrebbe raccolto le sue dichiarazioni, presenziando agli interrogatori e attuando una strategia già possa in essere nel 2013 con un altro collaboratore di giustizia. Nel frattempo,  gli indagati pensavo di potersi così garantire il tempo necessario per predisporre una loro strategia “difensiva”, nel caso in cui qualcosa fosse andato “storto”. Ad esempio, iniziando a spiegare che Capodieci, ex confidente, era animato da intenti vendicativi per non avere ricevuto da loro l’aiuto su cui contava. Avrebbero, dunque, fornito spiegazioni “convincenti” per giustificare i contatti con l’uomo, in quanto loro informatore, avvicinando i colleghi della Squadra Mobile per carpirne notizie relative alle indagini in corso e sconfessare le voci che iniziavano a girare sul loro conto.
Intanto, un maresciallo dei carabinieri della Compagnia di Siracusa (non indagato), avendo buoni rapporti con la compagna di Capodieci, sarebbe riuscito ad indurlo alla scelta della collaborazione che, a causa di riferite intromissioni degli indagati e dei familiari, si sarebbe perfezionata solo nel gennaio 2021, poco prima dell’udienza finale del giudizio d’appello del processo “Bronx”.

foto archivio