Doppia perdita riduce pressione in Ortigia. Caldo anomalo, Siam mette in guardia

Una doppia perdita, riscontrata su due condotte di approvvigionamento del serbatoio poste lungo la SS124, sta creando problemi di riduzione o mancanza di acqua nell’area di Ortigia. Lo cinica Siam, la società che gestisce il servizio idrico a Siracusa.
Squadre tecniche a lavoro per riparare il guasto. “Per quel che riguarda i tempi, in assenza di imprevisti, il servizio dovrebbe tornare alla normalità nella tarda serata di oggi”, specifica l’azienda che mette in guardia sul fatto che “il caldo anomalo di questi giorni potrebbe creare ulteriori problemi, provocando fermi e guasti non di poco conto. I macchinari, infatti, a causa delle elevate temperature, sono roventi e al limite della funzionalità”.

Foto archivio




Costa del Sole: “Ancora impossibile raggiungere la spiaggia, si pensa solo agli yacht”

“Ancora estremamente difficoltoso raggiungere Costa del Sole, una delle poche spiagge di libero accesso”. La protesta è di Pierluigi Chimirri dell’Udc, che ricorda come tra qualche giorni inizierà il mese di luglio senza che si intraveda una soluzione per il punto di balneazione dell’Arenella.

La domanda che Chimirri pone contiene un suggerimento. “Ma la nostra amministrazione -dice- non potrebbe prendere il solenne impegno di ripristinare la discesa al 75% come già accaduto, e con risultati eccellenti  per la sistemazione delle buche stradali? O forse il nostro primo cittadino ritiene che la gran parte dei siracusani che frequentano tale incantevole parte del litorale siracusano, abbiano la possibilità di attraccare con i loro mega yacht?

A Italia., l’esponente dell’Udc suggerisce di dedicarsi anche ai piccoli accorgimenti, “che poi vanno ad incidere sulle annuali classifiche (impietose per la nostra città) della vivibilità anche in termini di servizi”




Petrolchimico, Recano (Fiom): “Un progetto per la transizione, al centro lavoro e occupazione”

“Il sequestro del depuratore consortile IAS, di Siracusa, insieme alla crisi generata dalla guerra, rende evidente la debolezza strutturale di un Petrolchimico ormai irriformabile che rischia inesorabilmente di implodere”.

Sono parole del segretario provinciale della Fiom Cgil, Antonio Recano.

“Non voglio entrare nel merito di un provvedimento della magistratura che tende correttamente a tutelare “la salute pubblica” -prosegue il segretario del sindacato dei metalmeccanici – ma non posso ignorare che fermare il conferimento dei reflui, significherebbe fermare tutto il petrolchimico con la
conseguente perdita di migliaia di posti di lavoro. Lasciando quindi lavorare la magistratura, perché la tutela della salute pubblica è una priorità, occorre però trovare soluzioni tecniche che permettano la continuità produttiva del petrochimico nell’ottica di un ambizioso e strategico piano di riconversione attento alla sostenibilità ambientale e sociale”.
Recano chiede “di rimettere in mani pubbliche il futuro di Priolo”. Chiede, per questo, che “il Governo faccia la propria parte e rimetta in mani pubbliche il futuro di Priolo. In questo complesso quadro sociale -prosegue Recano- il rapporto tra lavoro, ambiente, salute e territorio è tema che pone, in tutta la sua drammaticità, a noi tutti una domanda: quale costo sociale, ambientale e umano si è disposti a pagare per lavorare?-la domanda che pone-  Sono convinto che realizzare veramente la transizione energetica in un territorio dove si è  generato negli anni una profonda frattura tra industria e territorio, può risultare non semplice  e dolorosa in termini sociali e ambientali. Un tema di cui il Governo e la politica dovrebbero  farsi carico, con la consapevolezza che la vera questione non è gestire gli effetti della crisi con
l’istituzione di un’area di crisi complessa ma occorre sottoscrivere un accordo di programma vero che preveda investimenti e progetti per la riqualificazione e il rilancio sostenibile del petrolchimico”.

Il segretario della Fiom mette in evidenza un aspetto fondamentale del dibattito politico montato in questi mesi intorno alle sorti del Petrolchimico.

“E’ mancato- fa notare- il punto di vista dei lavoratori, il loro disagio, la paura per il loro futuro, in realtà il  destino di 10.000 lavoratori e delle loro famiglie è stato sbandierato per qualche giorno a favore dei media e dei talk show per poi ripiombare nell’oblio dell’indifferenza”.

Poi l’esponente del sindacato fa altre considerazioni e lancia precise sollecitazioni.
“Può un territorio con un alto tasso di disoccupazione, come il nostro,
perdere altri posti di lavoro? A Gela dopo la chiusura della raffineria, dei 2500 lavoratori  occupati, ne sono rimasti poche centinaia. Con qualche differenza però, perché mentre i lavoratori diretti sono stati accompagnati alla pensione o trasferiti in altri siti Eni, l’indotto è precipitata in una “guerra tra poveri” a contendersi con i lavoratori siracusani, tra degrado e precarietà, il poco lavoro che ancora c’è a Priolo. Una guerra che i lavoratori continuano a
perdere in ogni caso, perché anche nella situazione attuale, mentre da una parte si chiede unità d’azione e responsabilità per salvare il Petrolchimico, LUKOIL ed ENI continuano a polverizzare, con gare al massimo ribasso, in nome del profitto aziende e lavoratori, alzando la tensione sociale e aumentando la distanza dal territorio”.

L’input è chiaro.  “Come metalmeccanici-dichiara Recano-  pensiamo occorra il coraggio di abbandonare “quell’impronta fossile” che ha caratterizzato per 70 anni la presenza industriale a Siracusa, di pretendere un cambio
di paradigma verso un modello industriale moderno, sostenibile che a partire dalle bonifiche e dalla rinascita di un distretto manifatturiero, crei sviluppo e nuovi posti di lavoro”.

Il tema torna ad essere quello delle bonifiche , ripartendo dalle aree in abbandono, da riconvertire per sviluppare progetti  “e utilizzando il know-how acquisito dalle maestranze realizzare un polo metalmeccanico moderno e sostenibile, capace di dare lavoro migliaia di metalmeccanici”. Un progetto che secondo la Fiom può essere attuato se scendono in campo “i sindacati, le forze sociali, le istituzioni e l’intero territorio in un contesto di unità e
condivisione per provare a trasformare la crisi del Petrolchimico in un’opportunità di riscatto per tutto il territorio”.




Progetto EfficientaMENTE, domani la premiazione degli elaborati

Si chiama EfficientaMENTE il progetto di Onda Più (Gruppo  Eneron) e del mondo dell’università e dell’alta formazione. Una scommessa su innovazione e ricerca.  In questo contesto nei mesi scorsi ha visto la luce il progetto EfficientaMENTE che ha coinvolto studenti, ricercatori, dottorandi e laureati – in ambito accademico e non – che si sono misurati nella messa a punto di idee progettuali innovative che possano aiutare a fare la differenza nel campo dell’energia o della mobilità sostenibile.
Due, alla fine, gli elaborati che hanno riscosso il plauso della commissione di valutazione e che saranno premiati con un assegno di studio.
Le idee progettuali verranno illustrate, alla presenza dei due autori vincitori, nel corso di un incontro che si svolgerà domani, martedì 28 giugno, alle ore 11,30 nella sede di Onda Più (via Savoia, Siracusa). All’incontro prenderanno parte l’ing. Luigi Martines, CEO del Gruppo Eneron, l’ing. Luca Puzzo, general manager di Onda Più, il prof. Gaetano Zizzo, professore associato all’Università di Palermo, la professoressa Eleonora Riva Sanseverino, ordinario dell’Università di Palermo, l’assessore all’Università del Comune di Siracusa Fabio Granata.
La giornata sarà completata da un tavolo tecnico sull’Erasmus che si svolgerà, nella stessa sede di Onda Più, a partire dalle 14,30.




Alloggi alla Borgata per gli indigenti (per un anno), 15 case contro l’emergenza

Nuovi alloggi alla Borgata in favore delle persone in difficoltà. Continua l’impegno del sindacato degli inquilini che trova riscontro favorevole nell’amministrazione comunale e nello Iacp. La settimana scorsa si è svolto un nuovo incontro tra i rappresentanti di Sicet Cisl, Sunia Cgil e Uniat Uil, rispettivamente Paolo Gallo, Salvatore Zanghí e Nuccio Greco, insieme con l’assessore ai Servizi sociali, Conci Carbone e la presidente dello Iacp, Marilisa Mancarella. L’incontro è stato caratterizzato dalla problematica sulla carenza di disponibilità di alloggi popolari che sta precludendo la possibilità di poter avere una casa, ad un numero di famiglie sempre maggiore.
“E ciò – sottolineano i rappresentanti di Sicet, Sunia e Uniat – aggravato dalla sempre più scarsa disponibilità di affitti a Siracusa. A tutto questo si aggiunge anche il problema degli sfratti che vede avvicinare sempre più la data di esecuzione dello stesso, aggravando di fatto la situazione già di per sé al limite della classica soglia della tenuta sociale. Abbiamo ribadito, trovando effettiva disponibilità, della necessità di effettuare un rapido censimento delle case che potranno essere adibite verso le famiglie in difficoltà”.
Nei giorni scorsi è stato redatto anche un documento da parte del sindacato nazionale degli inquilini, affinché il Governo inserisca nei prossimi provvedimenti di natura finanziaria e comunque nella Legge di bilancio, oltre al rifinanziamento del fondo sociale e del fondo morosità incolpevole, le misure necessarie e connesse a rendere effettiva ed efficace l’azione degli enti locali e delle cabine di regia per far fronte ad un livello di povertà sempre maggiore.
“Nel recente incontro con il Comune di Siracusa – aggiungono Sicet, Sunia e Uniat – ci è stato comunicato che è stata accettata la missione del Pnrr per quanto riguarda lo sblocco di fondi che dovranno essere spesi entro il 2026 per la ristrutturazione di alloggi destinati alle famiglie in difficoltà. Grazie ad un programma della Caritas con la Fondazione “Massimiliano Kolbe” questo finanziamento sarà destinato già alla ristrutturazione di un immobile alla Borgata, nel quale verranno realizzati 15 appartamenti per alloggi provvisori per altrettante famiglie per un anno. Ci sarà una graduatoria comunale e tutto ciò sarà importante anche per una questione di riqualificazione sociale; i bambini di queste famiglie, inoltre, saranno seguiti anche nell’ottica di un percorso educativo e scolastico. Bisogna dire, dunque, che Comune, Iacp e sindacato stanno facendo squadra: noi cercheremo di fare attenzione sul censimento delle case, fra quelle vuote e dunque disponibili, in modo da poter essere assegnate perché purtroppo il livello di povertà è sempre alto. Restiamo in allerta”.




Auto prende fuoco sulla provinciale 5, salve le tre persone a bordo

Forse a causa di un guasto tecnico, un’auto con tre persone a bordo ha preso fuoco questa mattina, intorno alle ore 11.00. La vettura era nei pressi di Buccheri (lungo la provinciale 5) quando le fiamme si sono sviluppate dal vano motore. In pochi istanti si sono propagate all’interno dell’abitacolo.
Le tre persone a bordo si sono messe in salvo, dopo aver fermato l’auto a lato della provinciale. Sono state ospitate in una struttura ricettiva di Buccheri.
Dai primi rilievi, effettuati dai Vigili del fuoco, coadiuvati dai Carabinieri di Buccheri e dalla Polizia Locale di Buccheri, pare si sia trattato di un guasto tecnico.
Sul posto, in via precauzionale, anche una squadra antincendio del Corpo Forestale, che si è accertata che l’incendio non si propagasse nel bosco immediatamente vicino al luogo dell’accaduto.
L’incendio è stato domato intorno alle ore 12.30 e la strada è stata bonificata è riaperta alla viabilità.




Ore di paura a Tivoli, vasto incendio lambisce le abitazione e blocca le strade

Paura questa mattina in contrada Tivoli, dove intorno alle 9 è divampato un vasto incendio, che ha tenuto con il fiato sospeso per ore i residenti della zona.

Allertati i vigili del fuoco, alcune strade sono risultate impercorribili per via delle alte fiamme, che di fatto le sbarravano.

Ad alimentare il fuoco, il vento, tanto da arrivare a lambire alcune abitazioni.

L’incendio è tornato sotto controllo quando i vigli del fuoco del comando provinciale di via Von Platen sono arrivati sul posto. Le operazioni di spegnimento sarebbero risultate più complesse del previsto. Le alte temperature di questi giorni non hanno di certo agevolato. Come sempre, in ogni caso, ad appiccare le fiamme, questo il sospetto, sarebbe stata la mano dell’uomo.

Quello di oggi è il primo caso serio di questa stagione estiva che, come sempre, diventa anche la stagione dell’emergenza incendi.

Foto: generica, repertorio.




I riti pasquali di Ferla sono eredità immateriale della Sicilia. Le foto

I riti pasquali tipici della settimana Santa di Ferla sono stati inseriti tra le eredità immateriali della Regione Siciliana. Nei giorni scorsi la comunicazione ufficiale al Comune di Ferla ed alla parrocchia San Giacomo Apostolo.
La tradizione pasquale ferlese è stata inserita nel Libro delle Celebrazioni, Feste e Pratiche Rituali per la persistenza dei suoi elementi connotativi nel tempo. Il rito pasquale si pratica, infatti, da oltre 150 anni.
“Grande soddisfazione”, commenta il sindaco, Michelangelo Giansiracusa. “Un riconoscimento meritato per quello che rappresenta, un unicum in termini di tradizione e di cultura che viene tramandato con accorata partecipazione da parte di tutta la comunità”.




Incendi notturni a Fontane Bianche: “Abbiamo respirato diossine, colpa dei rifiuti abbandonati”

Il rischio che scelte sbagliate diventino pericolose per la salute pubblica sembra esserci. Questo quanto segnala una residente di Fontane Bianche, che denuncia la “probabile combustione di plastica, insieme al degrado ambientale derivante dall’abbandono di spazzatura lungo viale dei Lidi, a Fontane Bianche”. La segnalazione riguarda, nel dettaglio, un episodio che si sarebbe verificato due notti fa, quando incendi in terreni che costeggiano il viale avrebbero comportato lo sprigionarsi di forti odori, probabili emanazioni di diossina, secondo la cittadina.
“Presumo -racconta- che i fuochi siano stati applicati per eliminare le sterpaglie, ma essendoci una notevole quantità di spazzatura comprendente plastiche abbandonate indecentemente lungo le strade, pure queste vengono bruciate. È ben nota la tossicità della diossina per tutti gli esseri viventi che la respirano e soprattutto per bambini e donne in gravidanza”.

Spazio all’amarezza nel racconto della donna, che abita a Fontane Bianche dal 2016. “Ho notato-il suo sfogo-  con enorme dispiacere che la spazzatura abbandonata lungo le strade aumenta in modo scandaloso.Sono una semplice cittadina motivata dal senso civico di decenza. La trascuratezza nella quale si trova Fontane Bianche è un insulto per chi ci vive e lascia inorriditi i turisti che oltre ad ammirare le meraviglie paesaggistiche si scontrano con il lerciume che si trova ai margini delle strade”.

Le sue non sono solo parole, non solo indice puntato. Nel suo piccolo, infatti, cerca di rendersi utile, dai fare il possibile.
“Sistematicamente-spiega infatti-  per quanto le mie forze me lo permettono, raccolgo i rifiuti non biodegradabili lasciati lungo il Viale e li differenzio come da indicazioni della società Tekra, ma è ovvio che ciò è esiguo. È necessario un intervento delle autorità, qualsiasi cittadino non può che essere disgustato dinanzi a tale degrado. Invio questo urlo di dolore con il cuore spezzato perché amo questi luoghi è fin oggi i miei rapporti con i siciliani sono sempre stati positivi”.




Tutti con gli ombrelloni in viale Tisia, flash mob per dire “si” agli alberi: “E’ un bisogno”

Non era una protesta, ma la volontà di dimostrare quanto sia opportuna la presenza di alberi in viale Tisia. A questo è servito il flash mob di ieri mattina, quando un folto gruppo di persone (esponenti di associazioni a tutela dell’ambiente, singoli, famiglie) ha dato vita ad un momento, appunto, dimostrativo. Con ombrelloni, in tarda mattinata, sfidando le alte temperature di questi giorni, hanno raggiunto la via commerciale di Siracusa, interessata dai lavori di riqualificazione e, con ombrelloni a ripararli dal sole, si sono posizionati in vari punti dell’area. Cittadini di tutte le età, dai bimbi agli anziani.

A spiegare il senso dell’iniziativa è, tra gli altri, l’ex assessore Carlo Gradenigo, convinto sostenitore dell’idea di piantumare, lungo il viale, alberi che consentano di ombreggiare la zona. Diversa l’opinione di una parte di commercianti, convinti che rappresenterebbe un disagio per i cittadini, con meno posti auto a disposizione, e dei negozianti, costretti ad occuparsi delle piante e della pulizia dei marciapiedi.

“Abbiamo voluto dimostrare- spiega Gradenigo- quanto necessarie siano le chiome degli alberi accanto ai marciapiedi per garantirne l’ombreggiamento. Alberi come infrastruttura di salute pubblica, oggi più che mai necessaria soprattutto nei confronti dei soggetti fragili quali anziani e bambini, al fine di mitigare gli effetti negativi del caldo torrido. Non una iniziativa contro qualcuno ma PER qualcosa, a vantaggio di tutti, residenti e commercianti, convinti che un filare centrale di aranci amari non possa svolgere nessuna di queste funzioni.
Non siamo noi a chiederlo, lo chiedono i tempi, l’emergenza climatica, l’opportunità oggi di godere di un finanziamento e di un progetto in esecuzione che non si ripeterà mai più.
Non è una guerra tra fazioni-puntualizza Gradenigo, che oltre ad essere presidente di Lealtà&Condivisione, è un imprenditore di quella zona-  e chi la pone in questi termini, arrivando ad augurare la chiusura delle attività commerciali del CENACO, non ha capito ne il senso, ne il fine della proposta.
Una variante suggerita all’amministrazione da circa un anno che mira a impreziosire un progetto nel quale i nuovi e più ampi marciapiedi, la nuova illuminazione, la strada a schiena d’asino, le nuove canalette a raso per la raccolta delle acque piovane, i percorsi tattili per non vedenti, gli attraversamenti rialzati e la zona 30, rappresentano un grande passo in avanti, una rivoluzione per la zona, ma che senza adeguate alberature lungo i marciapiedi, rischia di rimanere ancorato ad una concezione del verde quale oggetto ornamentale, oggi assolutamente obsoleta e superata.
Abbiamo tutti bisogno degli alberi (cittadini, residenti, commercianti) e di chiederne insieme la messa a dimora, ora o mai più ”