Siracusa. Tre nuove classi per il comprensivo Chindemi, oggi taglio del nastro

Tre nuove aule, con relativi servizi, per il comprensivo Chindemi di via Basilicata, a Siracusa. Questa mattina la consegna. Le nuove classi permetteranno un incremento degli spazi dedicati alle attività didattiche ed ai laboratori, con benefici per gli alunni.
“Un intervento importante ed atteso – ha detto il sindaco, Francesco Italia – su uno degli istituti in maggiore espansione della città”. Hanno partecipato alla veloce cerimonia, tra gli altri, gli assessori all’Edilizia scolastica, Vincenzo Pantano e al Patrimonio, Agata Bugliarello, il dirigente dell’istituto Dorotea Monaca, il funzionario Paolo Rizzo ed il dirigente scolastico Daniela Frittitta.




“Siracusa: visioni di una città senza tempo”: mostra fotografica con ingresso gratuito

Ha per titolo “Siracusa: visioni di una città senza tempo” ed è la mostra fotografica che dal 24 giugno sarà ospitata nel salone della Camera di Commercio di Siracusa. In esposizione, gli scatti di 21 fotografi dell’associazione Alfa, guidati da Marcello Bianca e Massimo Tamajo.
Nel dettaglio, si tratta di 69 immagini di Siracusa: visioni personali della città e delle emozioni che riesce a provocare. A firmare gli scatti sono Salvatore Bandiera, Graziella Basile, Marcello Bianca, Giovanni Bove, Liliana Carrubba, Salvo Di Giorgio, Maurizio Di Pace, Rossana Di Vita, Marco Floridia, Laura Marchetti, Cristina Martin, Vincenzo Miconi, Dario Monzù, Simona Motta, Licia Passalacqua, Antonio Pica, Barbara Pindo, Massimo Tamajo, Cristina Tudisco, Alessandra Turlà ed Emma Volpe.
L’ingresso alla mostra è gratuito. Potrà essere visita fino al 3 luglio, tutti i giorni dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 20.00. L’associazione Alfa è nata due anni fa con l’obiettivo di promuovere cultura fotografica. Ne fanno parte fotografi amatoriali e professionisti, che si dedicano a diversi generi con diversi stili. L’associazione organizza incontri in sala ed escursioni all’aperto, a cadenza almeno settimanale, nonché mostre ed eventi per condividere un comune percorso di crescita dell’arte fotografica.




Mazzarona, una domenica dello sport per tutti in via Foti: rugby, basket, volley e tiro con l’arco

Continua il calendario di appuntamenti della manifestazione “Mazzarona… REstate sotto casa”, promosso dalla Fondazione di Comunità Val di Noto in collaborazione con Syrako Rugby, associazione Zuimama, Legambiente Siracusa e associazione Rifiuti Zero.
Domenica 19 giugno, in via Luigi Foti, nello spazio antistante la Chiesa di San Corrado Confalonieri, dalle 10 alle 13, sarà possibile praticare gratuitamente rugby, pallacanestro, pallavolo, tiro con l’arco. Possono partecipare all’appuntamento adulti e piccini, anche dalle zone limitrofe e senza alcun vincolo o limite.




Corpus Domini, domenica 19 giugno la processione dal Santuario al Pantheon

Celebrazione della solennità del Corpus Domini domenica 19 giugno, l’unica appuntamento liturgico del pomeriggio a Siracusa si terrà alle ore 18.30 alla Basilica Santuario della Madonna delle Lacrime e sarà presieduta dall’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto. Al termine, processione sino al piazzale del Pantheon.
Come è tradizione, ogni singola comunità cittadina si organizza per un’unica celebrazione eucaristica pomeridiana, con la partecipazione di tutti i sacerdoti insieme ai gruppi, associazioni e movimenti presenti in loco e a manifestare pubblicamente la propria fede anche con la processione per le vie della città.
Quella del Corpus Domini è una festa profondamente radicata nella nostra storia secolare. Si celebra il giovedì successivo alla festa della Santissima Trinità, e la domenica successiva si tiene la processione. Venne istituita da papa Urbano nel 1264 per affermare la divinità di Gesù e del Suo Corpo vivo e vero nell’ostia consacrata, per ravvivare nei fedeli la fede nel Signore. Nell’occasione di questa solennità si porta in processione in un ostensorio un’ostia consacrata sotto al baldacchino per permettere alla comunità di fedeli di unirsi nell’adorazione di Gesù presente nel Sacramento.




Giustizia, il presidente dell’Ordine degli Avvocati commenta le novità allo studio

In parlamento si discute di due importanti riforme per la giustizia italiana. Il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Siracusa, Carmelo Greco, si è soffermato su alcuni aspetti di novità che dovrebbero investire il processo civile ed il processo penale. “Alcune misure messe in campo nel processo civile appaiono idonee al raggiungimento degli obiettivi quali l’Ufficio del processo, l’assunzione di personale amministrativo, l’implementazione della telematizzazione dell’attività processuale e un maggior impiego delle procedure alternative di risoluzione delle controversie. Altre rischiano di determinare solo ulteriori e gravosi oneri alla classe forense e forti limitazioni all’accesso del cittadino al servizio giustizia, come ad esempio l’ennesima ed inutile modifica del rito civile di primo grado e l’ampliamento dei filtri di ammissibilità nelle impugnazioni”, spiega il presidente dell’Ordine siracusano.
“Anche le riforme del processo penale sono caratterizzate da aspetti positivi ed altri negativi, come è emerso dalle tre recenti sessioni congressuali, rispettivamente dedicate alla fase delle indagini preliminari, all’udienza preliminare, alle impugnazioni e alle improcedibilità, e, in ultimo, ai profili in tema di trattamento sanzionatorio e giustizia riparativa. Al termine della manifestazione è stato tributato al Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Siracusa un plauso unanime da tutti i partecipanti”.




Rifiuti, rallenta la raccolta. File in discarica, otto compattatori bloccati fino a domani

L’ormai arcinoto problema legato alle discariche sature ed alle limitate quantità di spazzatura che i Comuni possono conferire ha prodotto un inatteso slow down nella raccolta dell’indifferenziato a Siracusa. Servizio oggi a macchia di leopardo, con quasi mezza città rimasta ancora scoperta.
Dopo due giorni di riassetto, con interventi sulle micro-discariche, oggi doveva tornare il sereno anche per l’ordinario turno di indifferenziata. Così non è stato e con gli attuali limiti in discarica ci vorrà almeno una settimana per ripulire tutta la città.
Al momento, gli autocompattatori partiti da Siracusa con il loro carico di spazzatura sono ancora in fila lungo la strada che conduce alla discarica di Sicula. E lì passeranno la notte. Le porte saranno infatti aperte solo nel primo mattino di domani, venerdì 17. Gli otto mezzi pesanti siracusano hanno davanti altri 41 compattatori, provenienti da diversi comuni siciliani che conferiscono a Lentini. La paura è quella che si possa raggiungere il limite delle 500 tonnellate prima che sia il loro turno. Basti pensare che solo i mezzi pesanti partiti da Siracusa – uno in fila dalle due del mattino di ieri – trasportano in totale poco meno di 200 tonnellate di spazzatura.
Dal numero dei compattatori che riusciranno a scaricare in discarica nelle prossime ore, dipende come proseguirà il riassetto cittadino, ovvero la raccolta e soprattutto il recupero delle montagne di spazzatura che da oltre due settimane giacciono su strade e marciapiedi. Una misura di emergenza è allo studio poco fuori la cinta urbana di Siracusa, per evitare che le strozzature in discarica possano di nuovo compromettere la raccolta. Ma l’emergenza rifiuti è ormai una costante, in assenza di impianti.




Il sequestro del depuratore consortile, il quesito: perchè Ias non ha (ancora) l’Aia?

Non è la prima volta che il depuratore consortile e la sua società di gestione (Ias) finiscono in una inchiesta della Procura di Siracusa. Era, ad esempio, successo nel febbraio del 2019 quando l’impianto finì sotto sequestro (preventivo) nell’ambito dell’operazione No Fly, sempre in materia ambientale. In quel caso si contestava la compartecipazione in fenomeni odorigeni che avrebbero reso meno salubre l’aria dei centri abitati circostanti. Vennero stabiliti tempi e modalità per interventi che avrebbero dovuto ridurre le emissioni.
Non è da escludere che da quel filone di indagine abbia poi preso le mosse quella attuale che ha portato ieri al sequestro dell’impianto, finito in amministrazione giudiziaria, e delle quote societarie. Nel registro degli indagati finiscono i vertici della società di gestione e, secondo quanto si apprende, i responsabili di gestione degli impianti industriali che utilizzavano quel depuratore per il trattamento dei loro reflui. A loro carico – secondo alcune fonti – sarebbe stata disposta anche l’inibizione di 12 mesi dalle funzioni, in attesa di un momento destinato a chiarire le eventuali responsabilità. L’accusa, per tutti, è di disastro ambientale aggravato.
In attesa degli sviluppi giudiziari della vicenda, si spalancano alcuni interrogativi. Dove conferiranno le industrie i loro reflui? Si rischia un blocco o, addirittura, qualche cessazione di attività? E che fine faranno i dipendenti Ias? Su tutti, poi, una domanda centrale: perchè il depuratore consortile non era ancora dotato di Aia ovvero l’autorizzazione integrata ambientale?
Cominciamo con ordine. Per avere una proporzione chiara di quello che potrebbe succedere all’operatività delle aziende attive nell’area industriale – e rispondere quindi alle prime due domande – bisognerà capire la portata esatta del provvedimento della Procura di Siracusa. Vale a dire: il sequestro del depuratore, con il divieto di conferirvi, comporta la chiusura immediata e totale dei collettori di scarico o verranno imposte delle limitazioni? E’ chiaro che, nel primo caso, sarebbe come immaginare un corpo umano in funzione senza il fegato che depura. Non dura a lungo. Nel secondo, sarebbe minore il rischio di ritrovarsi con impianti fermi (o chiusi) e lavoratori a casa (cassa integrazione, licenziamenti?).
E allora ecco l’altro quesito: che cosa succederà adesso ai dipendenti Ias? “Oggi la primaria esigenza è quella di tutelare i posti di lavoro dei dipendenti che rischiano seriamente, perchè la mancanza degli introiti da parte degli industriali farà mancare la stragrande maggioranza dei soldi che Ias incassa. E le poche decine di migliaia di euro che sono garantite dai comuni di Priolo e Melilli non riusciranno mai a coprire le spese del personale e quelle correnti dell’IAS”, dice Beniamino Scarinci (Fratelli d’Italia). Per la gestione ordinaria dell’impianto è stato nominato un amministratore giudiziario.
Scarinci offre poi una riflessione per soppesare meglio il dato fornito sulle sostanze inquinanti che sarebbero state immesse in atmosfera e in mare. “Il depuratore consortile è un impianto di trattamento di seconda categoria e questo aspetto gli consente di stabilire le concentrazioni degli inquinanti in ingresso. Chiaramente si può disquisire sull’enormità o meno di queste concentrazioni che però rimangono a discrezione del gestore dell’impianto”, spiega ancora Scarinci. “Altro aspetto importante è che, dalle notizie stampa, si apprendono le quantità assolute in tonnellate/anno di inquinanti e non le loro concentrazioni: 77 tonnellate all’anno devono essere divise sulla quantità di acqua che IAS carica a mare ed è quello il dato più importante. Questi due aspetti, se discussi per tempo e inquadrati all’interno di una autorizzazione, sarebbero stati di garanzia per il funzionamento regolare dell’impianto. Ma il fatto che manchi proprio l’autorizzazione rende oggi ininfluenti questi fattori sul procedimento della Procura”.
La colpa, secondo Beniamino Scarinci, è tutta della politica. “Se si fossero presi l’onere di occuparsi dell’autorizzazione, oggi non ci troveremmo a parlare di questo e la Procura non avrebbe dovuto sostituirsi a loro”. Chi? “La Regione e le istituzioni locali hanno avuto tutto il tempo di sistemare le cose. E’ assurdo essere arrivati al punto in cui la magistratura, di fatto, si è dovuta sostituire agli enti che non hanno fatto il loro dovere”.
L’autorizzazione è la già citata Aia, Autorizzazione Integrata Ambientale. Ed eccoci quindi all’ultimo dei quesiti posti: il depuratore consortile doveva già esserne provvisto? “Gli impianti come il depuratore gestito da Ias sono soggetti a rilascio di AIA dal 2006, con l’avvento del codice unico ambientale. Sono passati 16 anni, per cui il provvedimento della Procura, a mio avviso, appare più che legittimo”.
Non è da escludere che la soluzione di questa vicenda debba passare dal Ministero. “Può intervenire celermente, considerato che è l’istituzione che determina tutti i limiti degli scarichi degli impianti. Potrebbe mettere in campo un sistema che intanto garantisca la verifica continua e costante dei dati di concentrazione dello scarico a mare di IAS e nello stesso tempo avvii immediatamente e di concerto con la Regione la procedura di rilascio dell’AIA. Non vedo altre possibili soluzioni”, conclude Scarinci.
Intanto, il dibattito si concreterà adesso sul regolamento da applicare per valutare l’eccedenza dei conferimenti da parte delle industrie. Ias è depuratore industriale o civile? Materia da avvocati. Nel primo caso, si utilizzerebbe un regolamento fognario, nel secondo un altro (per reflui industriali in impianti civili). Ed in base a questo, variano i limiti e – di rimando – le cosiddette eccedenze. Non è da escludere che, se avesse avuto l’Aia, i citati limitati sarebbero già stati indicati e normati senza dubbio alcuno. L’assenza, rende inevitabile il corretto intervento, quasi in sostituzione del pubblico, della magistratura.




VIDEO. Vicenda Isab-Lukoil, alla Camera il deputato Ficara richiama attenzione del governo

Il parlamentare siracusano Paolo Ficara (M5s) è intervenuto alla Camera per richiamare l’attenzione del governo sulla vicenda Isab-Lukoil che da settimane preoccupa i lavoratori della zona industriale aretusea. “L’Italia ha responsabilmente condiviso con l’Unione Europea la necessità di rigorose sanzioni alla Russia. Con la stessa responsabilità, chiedo ora con forza al governo di intervenire per mettere in sicurezza un asset produttivo ed energetico strategico del nostro Paese, che rischia di finire travolto da un paradossale effetto boomerang di quelle sanzioni”, ha detto Ficara in Aula.
E poco dopo: “chiedo al governo, ed in particolare a quei ministri sin qui apparsi spettatori disinteressati di una vicenda cruciale che riguarda lo sviluppo economico del nostro Paese, la comunicazione urgente di una strategia chiara, con soluzioni tecniche adeguate per salvaguardare la zona industriale di Siracusa, comprese le necessarie e concrete misure che permettano di scongiurare una vera e propria emergenza sociale in un territorio che ha già pagato molto negli anni, da un punto di vista ambientale e sanitario. Apparirebbe, viceversa, strano – conclude il deputato cinquestelle – comprendere perchè questo autorevole governo non voglia mettere in campo ogni azione possibile per salvaguardare, in tutte le sedi, gli interessi produttivi, economici ed occupazionali del nostro Paese”.




Mafia, colpito anche il clan Nardo: eseguite 56 misure cautelari, 26 capi d’imputazione

E’ stata battezzata Agorà la maxi operazioni antimafia scattata all’alba, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Catania, a carico di 56 persone. Sono tutti ritenuti affiliati o contigui alla famiglia Santapaola-Ercolano, alla famiglia di Caltagirone, a quella di Ramacca e al clan Nardo di Lentini.
Il provvedimento è stato eseguito da oltre 400 Carabinieri, nei territori delle provincie di Catania (Catania, Ramacca, Vizzini, Caltagirone e San Michele di Ganzaria) e di Siracusa (Lentini, Carlentini e Francofonte).
Gli arrestati sono gravemente indiziati (con 26 diversi capi d’imputazione) di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo smercio di stupefacenti, nonché di numerose estorsioni pluriaggravate, di illecita concorrenza, di turbata libertà degli incanti e di trasferimento fraudolento di beni, reati tutti aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose.
Contestualmente, è stato notificato anche un decreto di sequestro preventivo di beni (9 società attive nei settori dell’edilizia, della logistica e dei servizi cimiteriali nonché dei beni e conti correnti ad esse riconducibili) per un valore di oltre 10 milioni di euro.
Le indagini (avviate nel 2016 come naturale prosecuzione del procedimento “CHAOS”) hanno portato gli investigatori a scoprire i nuovi rapporti di forza e gli equilibri raggiunti tra le famiglie di cosa nostra operanti nei territori di Catania, Caltagirone e Siracusa. È stata documentata “la riorganizzazione interprovinciale del sodalizio mafioso che è riuscito a mantenere l’operatività nei tradizionali settori delle estorsioni, del recupero crediti e della cessione di stupefacenti. Ancora, è stata accertata la capacità dei clan di infiltrarsi nell’economia lecita (nel settore dei trasporti su gomma e in quello dell’edilizia) e di influenzare i processi decisionali degli enti locali (come nell’ipotesi dell’alterazione delle procedure per l’affidamento dei servizi cimiteriali nel comune di Vizzini e nelle ipotesi degli affidamenti per la manutenzione stradale curati dal comune di Caltagirone)”.

Gli accertamenti – spiegano ancora gli investigatori coordinati dalla Dda di Catania – hanno portato a identificare i vertici dell’organizzazione ed a ricostruire la rete di relazioni e la struttura della famiglia Santapaola-Ercolano, di quella La Rocca di Caltagirone, quella di Ramacca e del clan Nardo.
Una officina del catanese era diventa il centro della rete mafiosa, colpita dai provvedimenti delle recenti operazioni e per questo “nervosa” nella sua struttura in cerca di riorganizzazione e nuovi referenti. Le intercettazioni hanno permesso di ascoltare i momenti di forte conflittualità tra i sodali (dovuti proprio all’assenza della investitura ufficiale di un nuovo reggente).
L’officina era anche il luogo dove avvenivano le riunioni con esponenti della famiglia di Caltagirone e del clan Nardo e questo ha consentito di aprire ulteriori filoni investigativi che hanno permesso di acclarare l’operatività delle due compagini nel territorio calatino e siracusano.
In merito al clan Nardo di Lentini, in questo provvedimento sono confluiti gli esiti di tre distinti filoni di indagine, condotti dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Siracusa. Traggono origine sempre dalle intercettazioni operate presso l’officina di Salvatore Rinaldi. E’ stata così ricostruita quella che sarebbe l’attuale struttura del clan siracusano: Antonino Guercio il reggente operativo, subordinato solo a Giuseppe Furnò, che – sulla scorta del materiale raccolto – sarebbe il successore di Pippo Floridia, già reggente del gruppo Nardo fino al 20 aprile del 2016, come documentato dall’indagine Kronos del Ros.
Il clan Nardo e la famiglia Santapaola erano in affari anche per il traffico di droga. Dalle indagini è infatti emerso un fiorente smercio di sostanze stupefacenti (nel corso delle indagini, in tempi diversi, si è proceduto al sequestro di 108 kg di marijuana, di 2,6 kg di cocaina e 57 kg di hashish). In questo contesto, un ruolo centrale era quello di Tiziana Bellistri che, di fatto, organizzava la rete.
Gli interessi congiunti dei due clan erano rivolti anche al controllo del tessuto imprenditoriale. Nel dettaglio Guercio e Rinaldi avrebbero pianificavano un’azione ai danni dell’A.T.I. Società Consortile Bicocca-Augusta Scarl, aggiudicataria dell’appalto bandito da Italferr Spa, che stava svolgendo i lavori presso il cantiere della stazione ferroviaria di Lentini. I due, all’esito di più interlocuzioni, non solo avrebbero imposto alla società di cedere materiale ferroso di risulta a soggetti da loro individuati, ma – spiegano gli investigatori – anche i servizi di guardiania al cantiere.
Nell’indagine documentati diversi tentativi di estorsione attuati da esponenti del clan Nardo e della famiglia Santapaola-Ercolano. L’azione criminale investiva anche il settore dei trasposti su gomma con il sequestro preventivo di ditte di fatto riconducibili agli indagati (Logitrade srl, Tlog srl e Lg srl). Questo monopolio determinava un momento di forte attrito quando il titolare della Ecotrasporti si sarebbe opposto all’apertura a Francofonte di un’altra agenzia di trasporti, senza il benestare e l’autorizzazione di cosa nostra catanese. Il potenziale conflitto – condito da episodi di aggressione e lesioni – veniva ricomposto nel rispetto della “tradizionale” alleanza tra le due compagini mafiose: la nuova ditta avrebbe aperto ma corrispondendo delle somme ad entrambi i gruppi criminali.
Dopo l’esecuzione delle misure cautelari, nel contraddittorio procedimentale gli indagati avranno la facoltà di fornire la loro versione dei fatti e indicare eventuali prove a discolpa.




Quattro location per gli appuntamenti da sogno con Dolce&Gabbana: vip e privacy al top

Quattro luoghi per quattro eventi super-esclusivi e blindatissimi: Castello Maniace, piazza Duomo, area archeologica della Neapolis e lido Kukua a Fontane Bianche. Gli stilisti Dolce & Gabbana hanno scelto Siracusa per la loro settimana dedicata ai clienti più esclusivi: presentazioni, party, sfilate e spettacolo. Ma se pensavate di poter curiosare da dietro una transenna o di incrociare vip internazionali come l’attesa Sharon Stone, Celine Dion o i chiacchierati nomi di Jennifer Lopez e Ben Affleck o Beyonce, in mezzo ad uno stuolo di personaggi del belmondo storicamente vicini al brand D&G, riponente nel cassetto la speranza.
La grande festa di Dolce & Gabbana a Siracusa, tra il 7 ed il 14 luglio o il 5 ed il 12 secondo altre fonti, non prevede appuntamenti aperti al pubblico. Anche piazza Duomo, ad esempio, sarà off-limits con tanto di varchi agli accessi e sguardi indiscreti tenuti a distanza.
Chi sta lavorando agli appuntamenti, anche a Siracusa, è tenuto alla massima riservatezza per via di accordi legali rigidissimi che non permettono di far girare il benchè minimo dettaglio. Si sogna con i grandi nomi, ma a rigorosa distanza. Ed anche questo aumenta la curiosità verso lo stuolo di vip in arrivo a Siracusa. Massiccio, poi, il dispositivo di sicurezza affidato non solo ai bodyguards ma con il necessario coinvolgimento delle forze dell’ordine. Privacy è la parola d’ordine.

foto di Christian Chiari