Furti in negozi di Ortigia, in carcere 36enne siracusano

Si era reso responsabile di una serie di furti ai danni di attività commerciali di Ortigia nel 2020. Un siracusano di 36 anni, su cui pendeva una condanna residua di cinque mesi di reclusioni, è stato arrestato dai carabinieri su ordine dell’Autorità Giudiziaria. All’uomo, pregiudicato, era stato concesso il beneficio dell’affidamento in prova ai servizi sociali, ma i Carabinieri hanno accertato che non rispettava le prescrizioni della misura e che almeno in una circostanza aveva fornito false generalità per eludere un controllo. Vista la sua condotta, l’Autorità Giudiziaria ha disposto la revoca dell’affidamento per scontare il resto della pena in carcere. I militari lo hanno così rintracciato e condotto a Cavadonna.




L’allarme: oltre 300 imprese a rischio fallimento nel siracusano per via dei bonus edilizi

Oltre 300 imprese artigiane a rischio fallimento, con la conseguente perdita di mille posti di lavoro nella filiera delle costruzioni. E tutto a causa del blocco della cessione dei crediti legati ai bonus edilizi. È l’allarme che lancia CNA Siracusa sulla base dei risultati di una indagine presso un campione “altamente rappresentativo” dei comparti dell’edilizia, delle costruzioni e dei serramenti. La Confederazione sollecita il Governo a trovare rapidamente una soluzione per disinnescare una bomba economica e sociale, generata da una serie di provvedimenti normativi che hanno alimentato confusione e profonda incertezza.
I crediti fiscali stimati delle imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura e non ancora monetizzati attraverso una cessione, ammontano a quasi 26 milioni di euro. La consistenza dei crediti bloccati sta mettendo in crisi migliaia di attività.
“Oltre 500 imprese artigiane si trovano con cassetto fiscale pieno di crediti ma senza liquidità e con impatti gravissimi. Quasi metà delle imprese parla di rischio fallimento mentre i due terzi prospettano il blocco dei cantieri attivati”, spiega il segretario provinciale, Gianpaolo Miceli.
Per non essere schiacciate dalla mancata cessione dei crediti, quasi un’impresa su due sta pagando in ritardo i fornitori e rinvia tasse e imposte e una su quattro non riesce a pagare i collaboratori.
Per la cessione dei crediti, le imprese della filiera si sono rivolte in egual misura alle banche, a seguire Poste, poi società di intermediazione finanziaria.
“Davanti a norme incerte e continui stop and go gli intermediari finanziari hanno bloccato gli acquisti e ad oggi i crediti in attesa di accettazione si riferiscono a prime cessioni o sconti in fattura. Occorre ricordare che attraverso lo sconto in fattura l’impresa ha anticipato per conto dello Stato un beneficio al cliente, facendo affidamento sulla possibilità, prevista dalla legge, di recuperare il valore della prestazione attraverso la cessione a terzi. Il quadro molto preoccupante deve sollecitare un intervento straordinario da parte dello Stato per scongiurare una gravissima crisi economica e sociale”, insiste Miceli.
Inoltre, i bonus per l’edilizia hanno offerto un contributo molto rilevante al rimbalzo del Pil l’anno scorso e oltre il 90% delle imprese intervistate è convinta che senza una soluzione per svuotare i cassetti fiscali si determinerà il mancato avvio di nuovi cantieri con ripercussioni negative sull’intera filiera e sull’economia nel complesso nonché sul programma di riqualificazione energetica degli immobili.
“Si tratta di una situazione con forte rilevanza nazionale, ma che evidentemente coinvolge pesantemente anche le imprese operanti nella nostra provincia, figlia di tutte le modifiche normative intervenute negli ultimi mesi con l’obiettivo di limitare le truffe, accadute però, è bene ribadirlo, soprattutto con la misura legata al bonus facciate 90%, ideata senza le minuziose attività di controllo presenti invece con il superbonus 110%, e nella stragrande maggioranza dei casi senza il coinvolgimento delle piccole imprese del territorio”.
Per Miceli “non bisogna sacrificare centinaia di imprese che vantano crediti per lavori regolari combattendo il malaffare alla cieca ma, al contrario, incrementare i controlli e le verifiche, agevolando il lavoro di chi, ossia la maggioranza delle imprese e dei professionisti, ha investito in questa misura per favorire i clienti fidandosi dello Stato”.
La soluzione? “Sbloccare al più presto i crediti maturati, sia per scongiurare una nuova crisi del settore sia per evitare il rischio sociale di una chiusura a raffica delle imprese. Un danno che specialmente il nostro territorio non può più permettersi di subire e per questo stiamo predisponendo una mobilitazione che partirà dal territorio e, se necessario, avrà anche rilevanza nazionale”.

foto dal web




Crisi dei rifiuti in Sicilia orientale: la Regione nicchia e Siracusa rischia un nuovo stop

La crisi dei rifiuti in Sicilia orientale non è destinata a rientrare a breve. Le soluzioni di emergenza messe in campo dalla Regione lasciano il tempo che trovano e, ancora una volta, scatta il limite di conferimento in discarica a Lentini per tutti quei comuni (tra cui Siracusa) che lì portano i loro rifiuti indifferenziati. Si torna alle 500 tonnellate al giorno, alle file dei camion all’esterno dell’impianto ed all’impossibilità di riuscire a svuotare tutti i mezzi.
Il che significa che il rischio che la spazzatura possa rimanere sulle strade, a Siracusa come a Catania e Ragusa, è concreto. Nel capoluogo aretuseo, torna in forse la raccolta di giovedì.Non a caso, in questi giorni il volume di immondizia sulla pubblica via cresce. Non c’è dove conferire i rifiuti e con i mezzi pieni non si riesce più a garantire neanche la raccolta puntuale delle frazioni. L’unico soggetto che può scongiurare il peggio è la Regione, ma trent’anni di immobilismo in materia di sistema di gestione dei rifiuti dicono tanto della possibilità di attendersi un colpo di coda improvviso.
Per scongiurare il peggio, la Regione aveva chiesto lo scorso 1 giugno la disponibilità di altre tre discariche per i rifiuti di quei Comuni che non riescono più a conferire in Sicula Trasporti. Il piano straordinario, della durata di 90 giorni, prevedeva 2.000 tonnellate a settimana presso Catanzaro Costruzioni, 2.300 tonnellate a settimana a Gela (Ato CL4) e 1.500 a settimana a Oikos. Ma ieri l’impianto di Gela ha comunicato la propria indisponibilità a ricevere i rifiuti concordati, rispedendo i camion indietro. Catanzaro Costruzioni ha ridotto il limite a 500 tonnellate a settimana fino al 22 giugno e solo dopo quella data alle previste 2000 a settimana. Infine, Oikos ha dato disponibilità per 15 giorni. La palla torna di nuovo alla Regione. Ma senza impianti pubblici e con le discariche private sature, cosa saprà tirare fuori dal cilindro?
Intanto le città rischiano di ritrovarsi sommerse dai rifiuti, anche per colpa dei ritardi con la differenziata di Catania. La crisi dei rifiuti del capoluogo etneo grava anche sulle nettamente migliori performance della differenziata nelle province di Siracusa e Ragusa. Ed anche in questo caso, la Regione si mostra benevola verso chi invece ha sino ad ora seguito regole tutte sue e poco rispettose degli altri. Eppure il presidente Musumeci potrebbe utilizzare i poteri sostitutivi contro il comune di Catania. Ma politicamente non ne ha interesse. Meglio lasciare le altre province sotto la monnezza?




La sparatoria davanti alla Martoglio, le indagini rivelano un’altra verità: due arresti

Nuovi sviluppi nelle indagini sulla sparatoria dello scorso 30 maggio a Siracusa, nei pressi dell’ingresso della scuola Martoglio. I Carabinieri hanno arrestato anche il 36enne rimasto ferito ad una gamba, ritenuto in un primo momento il bersaglio di un possibile agguato per motivi sentimentali. Poco dopo l’episodio, era stato arrestato e posto ai domiciliari un 42enne che aveva ammesso le sue responsabilità e fatto ritrovare la pistola, detenuta illegalmente, con cui aveva esploso un colpo alla gamba destra del cugino.
Gli approfondimenti compiuti per chiarire tutti i dettagli della vicenda, hanno permesso di accertare la vera dinamica dell’accaduto e le responsabilità anche del 36enne e di un altro uomo, un 50enne siracusano, anche lui adesso arrestato.
Stando alla nuova ricostruzione scaturita dalle attività investigative, il 30 maggio il 42enne si sarebbe recato sotto casa del cugino di 36 anni per un chiarimento, a seguito di asseriti dissidi di natura passionale. I due si sarebbero ritrovati per strada a bordo di due scooter, entrambi armati di pistola.
Poco dopo, il 42enne. avrebbe esploso un colpo ferendo il cugino Questi avrebbe risposto al fuoco, sparando almeno quattro colpi in direzione della schiena e della testa del rivale e, non potendosi dileguare in quanto rimasto ferito, avrebbe dato incarico al 50enne di allontanarsi con lo scooter portando con sé la pistola calibro 22 utilizzata, al fine eludere le indagini e di accreditare la versione della aggressione poi fornita agli investigatori.
Durante il conflitto a fuoco, anche il 42enne è stato ferito in modo lieve alla gamba sinistra, riportando lesioni giudicate guaribili in 10 giorni.
Al termine delle formalità, il 36enne è stato condotto in carcere a Cavadonna, mentre il 50enne è stato posto ai domiciliari.




“Tutelare gli interessi dell’Italia, evitare chiusure nella zona industriale”: il M5s scrive a Draghi

Dopo il vertice convocato dal Mise ieri a Roma e dedicato ad una nuova analisi del caso Isab-Lukoil, in attesa di quelle che saranno le mosse del governo, il M5s torna ad incalzare l’esecutivo Draghi ed i ministeri competenti. I parlamentari siracusani Paolo Ficara, Filippo Scerra, Maria Marzana e Pino Pisani apprezzano la nuova attenzione “ma non basta” per risolvere la delicata vicenda. Per questo hanno inviato una nuova nota al premier Draghi ed ai ministri Giorgetti e Di Maio. Si tratta di un secondo appello dopo quello dello scorso 30 aprile, recapitato sempre al presidente del Consiglio dei Ministri.
“Con il blocco delle importazioni via mare di petrolio dalla Russia, rischiamo di avere conseguenze disastrose per la Sicilia e non solo. Con la chiusura di Isab collasserebbe l’intera zona industriale di Siracusa, si avrebbero gravi perdite per il porto di Augusta che movimenta ogni anno milioni di tonnellate di merci, in cui i prodotti Isab hanno un peso determinante, per non parlare delle pesanti ripercussioni sul futuro occupazionale dei circa 10.000 lavoratori del settore”, sottolineano nella loro lettera i parlamentari pentastellati.
Per questo, la deputazione cinquestelle siracusana chiede a Draghi ed ai ministri Di Maio e Giorgetti “la massima attenzione per la vicenda”, insieme all’indicazione “di una strategia chiara con soluzioni tecniche adeguate per salvaguardare la zona industriale di Siracusa” attraverso le necessarie “misure concrete che scongiurino una vera e propria emergenza sociale”.
Come rappresentanti del territorio siracusano, i parlamentari pentastellati hanno poi chiesto al Governo “misure per salvaguardare in ogni sede gli interessi del nostro Paese e che permettano all’Italia di mettere in sicurezza il polo siracusano ed assicurarne la continuità produttiva”.




Il futuro della zona industriale di Siracusa, parla Salvini: “Operai sono la priorità”

A Palermo per presentare i candidati della lista di Prima l’Italia alle amministrative del capoluogo di regione, il leader della Lega, Matteo Salvini, ha parlato del caso Isab-Lukoil e del futuro a rischio per l’intera zona industriale anche a causa del contraccolpo delle sanzioni internazionali contro la Russia. “Gli operai di Priolo sono una priorità. Per ora le sanzioni danneggiano l’Italia non la Russia. Qui c’è il rischio che restino per strada migliaia di persone che lavorano alla raffineria”, riporta l’Ansa.
Un’altra agenzia, l’AdnKronos, riferisce anche di una ulteriore dichiarazione del leader leghista in risposta a chi faceva presente quanto davvero fosse concreto il rischio di lasciare migliaia di persone senza lavoro. In quel caso, “vanno a mangiare a casa di Renzi, di Letta o Di Maio” la provocatoria risposta di Salvini.
Ieri a Roma, nella sede del ministero dello Sviluppo Economico, nuovo incontro dedicato all’esame della complessa situazione. Fonti vicine alla società petrolifera definiscono l’incontro “interlocutorio”. Non manca chi sottolinea con sorpresa l’assenza del ministro Giorgetti, esponente della Lega. E proprio dal suo partito spiegano però che non era prevista la partecipazione del titolare del Mise che non aveva in agenda alcun incontro sul tema. Almeno, non per il momento. Sarebbero altre le strutture ministeriali incaricate, per ora, di esaminare la vicenda.




L’ex scuola di via Algeri diventa presidio di legalità: punto denunce con i Carabinieri

Nella ex scuola di via Algeri verrà presto aperto un presidio di legalità. A seguito di una intesa tra i Carabinieri ed il Comune di Siracusa, quella struttura ospiterà un punto denunce dove i cittadini del popoloso rione della Mazzarona potranno subito avere una interfaccia diretta con i Carabinieri.
In una prima fase, il punto denunce rimarrà attivo per dodici ore al giorno. Diventeranno così 27 le strutture territoriali dell’Arma nel siracusano. E nulla vieta che quel punto denunce in via Algeri possa diventare una vera e propria stazione, come quella di Ortigia ad esempio.
A dare l’annuncio è stato il comandante provinciale, il colonnello Gabriele Barecchia, nel corso della festa dell’Arma, ieri sera, al teatro greco di Siracusa. L’ufficiale ha ringraziato la prefettura ed il sindaco di Siracusa per il sostegno ed il supporto all’iniziativa.
“E’ un’importante presenza dello Stato e sono certo che sarà accolta dalla Siracusa perbene con entusiasmo e piacere. Non ci sono posti in cui lo Stato non sia e non debba essere presente”, commenta il primo cittadino, Francesco Italia.
La scuola di via Algeri, chiusa da quattro anni a causa delle sue precarie condizioni strutturali, ospitava classi del comprensivo Chindemi. Per il recupero funzionale di alcuni locali desiste un apposito finanziamento regionale.




Siracusa. Per la scuola Giaracà di via Gela finalmente lavori, anche per la facciata

“Inizieranno a giorni i lavori di riqualificazione del plesso centrale dell’istituto comprensivo Giaracà, in via Gela”. Così recita una nota stampa diffusa dal Comune di Siracusa, senza una indicazione temporale precisa. Si sa, però, che si tratta di un intervento di efficientamento energetico che riguarderà l’intera struttura e che prevede anche l’installazione di un impianto fotovoltaico. L’importo dei lavori e di circa 800 mila euro, finanziati con fondi europei dell’asse “Energia sostenibile e qualità della vita”.
Il plesso accoglie oltre 450 alunni e venne realizzato negli anni ‘90 con caratteristiche costruttive che non rispondono più ai parametri e alle norme previsti sul risparmio energetico. “L’intervento, allora, consentirà di riportare entro i limiti la dispersione di calore della struttura ma anche di evitare sprechi e di ridurre il più possibile la bolletta energetica”, spiega la nota.
Nel dettaglio, verrà posato un rivestimento termoisolante “a cappotto” sulle facciate, che saranno interamente rifatte; saranno collocati infissi in vetrocamera al posto di quelli esistenti di vecchia concezione; l’illuminazione di tutti gli ambienti avverrà attraverso lampade a led; ai termosifoni saranno applicate valvole termostatiche di ultima generazione così da consentire la gestione attraverso un’app; sulla terrazza dell’edificio verrà realizzato un impianto fotovoltaico da 20 chilowatt collegato e integrato con l’impianto elettrico.
«L’appalto per la scuola Giaracà – dicono il sindaco, Francesco Italia, e l’assessore all’edilizia scolastica, Vincenzo Pantano – è importante perché segna l’inizio di un percorso che ci porterà in tempi ragionevoli a intervenire su 16 edifici scolastici comunali, pari a circa il 50 per cento delle aule totali, con interventi di efficientamento energetico o semplicemente solo strutturali. Vogliamo che i nostri ragazzi e tutto il personale scolastico possano impiegare il loro tempo in ambienti confortevoli, a tutto vantaggio del rendimento, realizzando allo stesso tempo un risparmio che potrà essere destinato alle attività didattiche».




Siracusa. Torrione del Ponte Umbertino: via al montaggio dei ponteggi per il ripristino

24 ore o poco più per vedere montati i ponteggi sul Ponte Umbertino, laddove devono essere ripristinati balaustra e torrione crollati l’11 settembre dello scorso anno. Subito dopo il problema dovrebbe trovare definitiva soluzione.

Il lavoro di ricostruzione affidato al laboratorio “Edilizia per tutti” è stato completato.

I pezzi danneggiati dall’ondata di maltempo di fine estate, che causò distacchi e cedimenti, a cui si aggiunsero manovre poco accorte che determinarono ulteriori danni, sono stati ricostruiti e tra oggi e domani dovrebbero finalmente iniziare gli attesi interventi di riposizionamento.

L’annuncio dei lavori di ripristino risale allo scorso gennaio. A lungo, a parte la scomparsa delle transenne tutto intorno, non è stato visibile alcun movimento degno di nota in loco. In più occasioni il Comune ha spiegato che il fatto che i lavori non si vedessero non significava affatto che non fossero in corso, vista la fase svolta in laboratorio.

Sono stati riutilizzati molti degli elementi preesistenti. Gli interventi finanziati riguardano però anche la riparazione dei pilastri in muratura del parapetto del Lungomare di Levante e del bordo del marciapiede. Il tutto per un totale di circa 91 mila euro.




La festa dei Carabinieri e il messaggio ai giovani: “Meno social, apprezzate la vita vera”

E’ stato il teatro greco di Siracusa ad ospitare la cerimonia del 208° annuale di fondazione dell’Arma dei Carabinieri, ieri sera. La grande scalinata monumentale, scenografia dell’Edipo Re della Fondazione Inda, ha visto lo schieramento di militari in grande uniforme, rappresentanti delle stazioni dei Carabinieri della provincia e delle varie specialità dell’Arma.
Nel corso della cerimonia, si sono esibiti gli allievi attori dell’Accademia di teatro della Fondazione INDA e gli alunni del 13° Istituto Comprensivo Archimede di Siracusa, mentre l’Inno Nazionale e le marce militari sono state suonate dagli studenti del Liceo Gargallo, diretti dal professore Giovanni Uccello.
Dopo il messaggio di saluto del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e l’Ordine del Giorno del Comandante Generale dell’Arma, generale Teo Luzi – letti dall’attore Giuseppe Sartori e da un alunno dell’Archimede – è stato il comandante provinciale a prendere la parola.
Il colonnello Gabriele Barecchia si è soffermato su tre emergenze sociali che segneranno la qualità del futuro. Rivolgendosi ai tanti giovani presenti, ha evidenziato la necessità di contrastare il cambiamento climatico e l’importanza della protezione dell’ambiente. “Rappresentano la sfida più grande e impegnativa per l’intera umanità, nel perseguimento della quale non è più tempo di ambiguità e di distinguo. Noi Carabinieri siamo consapevoli di non poter risolvere da soli un problema così complesso, ma, fin dal 1986, abbiamo sviluppato reparti e competenze qualificatissime per la prevenzione e le investigazioni nel settore ambientale, che oggi trovano la più alta espressione nei Carabinieri forestali, la cui organizzazione e capacità sono un unicum a livello mondiale e che, proprio per tale motivo, partecipano attivamente a varie iniziative di ‘diplomazia ambientale’ con le Nazioni Unite, la FAO, l’UNESCO, prima fra tutte la task force dei caschi verdi per l’ambiente, con l’obiettivo di supportare proprio l’UNESCO nella gestione e nella difesa delle aree naturali del nostro Pianeta”.
Poi il comandante provinciale ha richiamato l’attenzione sulla violenza di genere, in particolare quella contro le donne. “L’apparato penale di cui disponiamo, peraltro ulteriormente arricchito nel settembre scorso – ha detto – è senza dubbio tra i più avanzati in Europa. Tuttavia, è sotto gli occhi di tutti che il mero approccio repressivo, seppur irrinunciabile, non è risolutivo. Pesano, infatti, fattori di ordine culturale e sociale, che condizionano lo stesso percorso di consapevolezza delle vittime. Per questo motivo, noi ci siamo impegnati nel potenziare la Rete di monitoraggio sul fenomeno attraverso la specifica formazione di ufficiali di polizia giudiziaria, con l’obiettivo di sostenere le vittime nel loro, difficilissimo percorso di denuncia. In quest’opera siamo affiancati e affianchiamo a nostra volta gli Enti e le Associazioni impegnate nella tutela dei diritti delle donne e permettetemi di ringraziare, per la loro costante e premurosa vicinanza, i Soroptmist club, i Centri antiviolenza La Nereide, Ipazia, I colori di Aretusa e l’Associazione Angeli, qui presenti”.
Terzo tema in rilievo, la condizione giovanile. “La cronaca, vicina e lontana, ci restituisce un’onda lunga di disagi, peraltro acuiti dalla pandemia e dall’anomalo isolamento che ne è derivato, che hanno reso più superficiali le relazioni interpersonali, più compulsiva la ricerca di istantanee ed effimere gratificazioni, più frequente il ricorso a forme di violenza, minacce o bullismo. L’uso, quasi esclusivo, dei mezzi digitali ha ormai alterato il modo di fare esperienza, avvicinando a noi ciò che è lontano e allontanando da noi ciò che è vicino, mettendoci in contatto non con il mondo, ma con la sua mera rappresentazione. L’audacia, la prontezza fisica, la solidarietà di gruppo, la volontà di mettersi alla prova nel pericolo e di uscirne da trionfatori, tratti propri della giovinezza, vengono alterati da questo diffuso malessere e riorientati verso sempre più frequenti raid irrazionali, organizzati spesso attraverso i social network, divenuti incomprensibili riti iniziatici o, peggio ancora, meri strumenti per seppellire noia o angoscia. Su questo fronte – ha detto il colonnello Barecchia – da sempre collaboriamo con presidi e insegnanti, con la Procura ed il Tribunale dei minori per diffondere i principi di una buona cittadinanza; su questo fronte, proprio qui a Siracusa, insieme al Prefetto e al Sindaco e alle altre Forze di polizia, abbiamo aperto una riflessione, lavorando per anticipare situazioni di possibile rischio, attraverso nuove e più snelle modalità di ascolto. E proprio per questo motivo, vorrei dedicare a voi alcune parole che rivolgo spesso ai miei Carabinieri. Sono solito dire loro che l’autorità è servizio: autorità significa servire con attenzione e competenza il cittadino che confida nell’intervento dello Stato”.
Uscendo poi dal rigido protocollo della cerimonia, il colonnello Barecchia ha concluso il suo intervento rivolgendosi direttamente ai ragazzi ed alle ragazze presenti al teatro greco: “Essere buoni cittadini significa conoscere i propri doveri e riconoscere i diritti degli altri, significa difendere chi è più debole o fragile e rifuggire sempre da ogni forma di violenza, significa, soprattutto per voi che avete la fortuna di vivere in una Terra così ricca di bellezze naturali e artistiche, apprezzare con mano e non attraverso lo smartphone la magia e l’unicità di questo Teatro, lo splendore delle Chiese e dei palazzi barocchi, la purezza e la profondità dei colori del mare e raccontarlo ai vostri tanti amici nel mondo. Questi temi, ne sono certo, non esauriscono né esauriranno la vostra domanda di sicurezza, ma li ho scelti perché credo siano, più di altri, in grado di condizionare l’ottimismo sociale di cui tutti sentiamo assolutamente il bisogno, proprio ora, nel momento in cui, con difficoltà e sacrifici enormi, stiamo provando ad uscire dalla tristissima esperienza della pandemia. Avvertiamo, infatti, in tutti, e in voi in particolare, forte, fortissima la voglia di riappropriarsi dei propri spazi, della propria vita per tornare a guardare al futuro con fiducia e passione. E, cari ragazzi, proprio in questa rinascita, l’Arma dei Carabinieri, domani come ieri, vorrà essere, anzi, ne sono certo, sarà il vostro sicuro punto di riferimento quale Istituzione delle regole giuste, dell’equità e dell’attenzione ad ogni forma di disagio”.