La Borgata continua a fare acqua: guasto in via Trapani, riparato in serata

Nuovo problema sulla rete idrica della Borgata, a Siracusa. Una perdita è stata rilevata in via Trapani, con acqua che fuoriusciva dall’asfalto e da un vicino tombini. Per i residenti nell’area, mattinata segnata da riduzione della pressione idrica in casa se non addirittura, in alcuni casi, rubinetti a secco.
Il guasto è stato segnalato a Siam, la società che gestisce il servizio idrico integrato a Siracusa. Sul posto le squadre tecniche hanno avviato le operazioni propedeutiche all’intervento di riparazione, completato poco prima delle 19. L’erogazione idrica dovrebbe tornare alla normalità entro la prima parte della serata, assicurano i tecnici.
Non è la prima volta che lungo quella linea idrica si verificano rotture e guasti. I residenti ricordano la lunga lista di disagi patiti a causa di una rete in buona parte oramai ammalorata. Più che continue riparazioni, serve ammodernamento e nuove tubazioni. Siam ha presentato al Comune di Siracusa alcuni progetti in tal senso. Se ne sta discutendo insieme all’assessore Raimondo, alla ricerca soprattutto di fondi per il finanziamento di operazioni extracapitolato.




Covid, l’analisi settimanale in Sicilia: contagi sempre giù, a Siracusa sempre piano piano

Nella settimana dal 23 al 29 maggio, in Sicilia, continua a ridursi la curva epidemica. L’incidenza di nuovi soggetti positivi è pari a 15.569 (-7,27%), con un valore cumulativo di 347,35/100.000 abitanti. Il tasso di nuovi casi più elevato rispetto alla media regionale si è registrato nelle province di Catania (429/100.000 abitanti) e Siracusa (428/100.000), quest’ultima da settimane la più “lenta” nell’assestarsi sotto la media regionale. Nel corso dei sette giorni in esame, sono stati 1.641 i nuovi casi registrati nel siracusano (incidenza 427,63) a dispetto però dei 2.041 (531,87) della settimana precedente. Le fasce d’età maggiormente a rischio risultano quelle tra gli 11 e i 13 anni, (525/100.000), e tra i 6 ed i 10 anni (375/100.000). In calo anche le nuove ospedalizzazioni.
Per quanto riguarda la campagna vaccinale i dati riportati fanno riferimento alla settimana tra il 25 e il 31 maggio. Nella fascia d’età 5-11 anni, i vaccinati con almeno una dose si attestano al 27,19% del target regionale. Sono 73.632 i bambini che hanno completato il ciclo primario, con una percentuale pari al 23,38%. Gli over 12 anni vaccinati con almeno una dose si attestano al 90,10% del target regionale mentre la percentuale di chi ha completato il ciclo primario è dell’ 88,82%. Sono 941.938 i soggetti che possono effettuare la somministrazione booster ma non l’hanno ancora fatta. Complessivamente i vaccinati con terza dose sono 2.729.746 pari al 74,35% degli aventi diritto.
Dal primo marzo è iniziata la somministrazione della quarta dose per gli over 12 con marcata compromissione della risposta immunitaria e che hanno già completato il ciclo vaccinale primario con tre dosi da almeno 120 giorni. Dal 12 aprile è stata estesa la somministrazione della quarta dose agli over 80, ospiti dei presidi residenziali per anziani e ai soggetti tra i 60 e 80 anni affetti da condizioni di particolare fragilità. Hanno diritto alla quarta dose i soggetti che hanno ricevuto la terza dose da oltre 120 giorni senza intercorsa infezione da Covid-19. Dal primo marzo sono state effettuate complessivamente 24.092 somministrazioni di quarta dose di cui 17.221 ad over 80.




Pesca illegale in area marina protetta, arriva la Guardia Costiera: denunce

Una imbarcazione intenta alla “cala” di reti da pesca all’interno della zona “A” (zona di massima restrizione) dell’Area Marina Protetta del Plemmirio è stata sorpresa dalla Guardia Costiera di Siracusa. Le telecamere di videosorveglianza avevano fatto scattare l’allarme, così è tempestivamente arrivata sul posto la motovedetta della Capitaneria.
Sulla barca c’erano due persone a bordo, impegnate con l’attività di pesca illegale. Sono stati identificati e segnalati alla Autorità Giudiziaria per la violazione delle norme vigenti poste a tutela dell’ambiente marino.




Marina di Priolo, il Ministero pubblica i risultati delle analisi: “balneabilità eccellente”

Saranno migliaia anche in questa stagione i bagnanti a Marina di Priolo. E come ogni anno non mancheranno ironie e dubbi sulla qualità delle acque del litorale vicino, vicinissimo alla zona industriale (ed ai sistemi di depurazione). Per prevenire ricorrenti messaggi virali sui social, il Comune di Priolo ha deciso di pubblicare anche questa volta i dati del Ministero dell?Ambiente relativi alla qualità delle acque di marina di Priolo.
“E’ eccellente”, spiegano il sindaco Pippo Gianni e l’assessore all’ambiente, Santo Gozzo. A certificare la balneabilità, i risultati delle recenti analisi di campionamento svolti dalla struttura ministeriale. Il grafico, di seguito, è disponibili anche sul Portale Acque del Ministero della Salute.




Anche a Priolo partono i Puc con i percettori del reddito di cittadinanza: 22 i coinvolti

Dal 6 giugno partono a Priolo i progetti di utilità collettiva che vedono coinvolti alcuni dei percettori del reddito di cittadinanza. Il Puc sono stati avviati dall’amministrazione comunale della cittadina industriale. L’iniziativa è stata presentata oggi, presso la sala conferenze del Polivalente. Presenti il sindaco Pippo Gianni, gli assessori Giarratana e Margagliotti, i presidenti delle cooperative “Il Sorriso” e l’”Albero”, che gestiranno il servizio, e i percettori del reddito di cittadinanza destinatari del progetto.
Per 6 mesi, 22 cittadini residenti a Priolo, che percepiscono il reddito di cittadinanza, saranno occupati in questi interventi di utilità collettiva.
Nel dettaglio, si occuperanno della pulizia dell’area cimiteriale, a sostegno della PrioloinHouse. Il sabato mattina offriranno un servizio di accompagnamento ai cittadini, aiutandoli nella pulizia dei loculi, nel cambio delle fioriere e altro.
Il secondo progetto riguarda la manutenzione e la cura delle aree a verde e degli spazi gioco per bambini, compresa la raccolta di rifiuti abbandonati.
Tutte le indicazioni saranno fornite dagli uffici comunali, in base alle esigenze del territorio.
“In questo momento così difficile per la nostra zona industriale e per tutto il territorio – ha sottolineato Diego Giarratana, assessore alle Politiche Sociali – l’Amministrazione Gianni continua la programmazione. Ringrazio l’ufficio, le cooperative e voi cittadini che avete accettato di lavorare per i PUC. Iniziamo con due progetti, in collaborazione con l’assessorato ai Lavori Pubblici; ne seguiranno altri, in quanto tutti i percettori del reddito di cittadinanza dovranno lavorare. Siamo sicuri che questi progetti daranno lustro al Comune di Priolo, in quanto renderanno il paese più pulito. Questo è un segnale tangibile del fatto che l’Amministrazione cerca di fare sempre di più e sempre meglio per il nostro territorio”.
“Il risultato dell’esperimento dei PUC – ha affermato l’assessore ai Lavori Pubblici, Tonino Margagliotti – è frutto del lavoro e dell’impegno dell’assessore Giarratana e di tutto l’ufficio. Voi sarete protagonisti di un servizio che renderete alla comunità; una prova di civiltà e di integrazione sociale, un’esperienza nuova che vi darà anche l’orgoglio di aver contribuito a migliorare la città. Mi vedrete spesso vicino a voi”.
Il sindaco Pippo Gianni ha parlato della situazione della nostra zona industriale. “Questo – ha detto – è il momento più grave degli ultimi ottant’anni per questo territorio e per tutta la regione. Ringrazio voi percettori del reddito di cittadinanza per la sensibilità e la disponibilità. Vi sentirete utili e il vostro lavoro sarà visibile a tutti, la gente dovrà farvi i complimenti e dire che avete lavorato bene. Per voi sarà motivo di grande orgoglio. E se il reddito di cittadinanza dovesse essere abolito o in qualche modo rivisto, vi troverete già inseriti in un contesto che in futuro potrebbe portare benefici dal punto di vista occupazionale”.




Premiato l’arbitro eroe, Franzò ha salvato una vita in campo. “Siracusano orgoglioso”

Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, ha ricevuto stamattina nella sala “Raffaello Caracciolo” di Palazzo Vermexio l’arbitro siracusano di calcio Fabio Franzò che, lo scorso 8 maggio, mentre dirigeva la partita di serie D tra Casertana e Rotonda ha salvato la vita al portiere della squadra ospite andato in blocco respiratorio dopo uno scontro di gioco.
Il sindaco Italia ha voluto consegnare a Franzò – un ventisettenne che nella vita lavora come infermiere in sala operatoria – una targa in segno di riconoscenza da parte di tutta la città, per la prontezza di spirito e la professionalità dimostrate in una situazione difficile e con pochi strumenti a disposizione. L’arbitro, appena si è reso conto della gravità della situazione, ha praticato le manovre necessarie a riattivare la normale respirazione dell’atleta così da consentire all’ambulanza presente nello stadio il trasporto all’ospedale in tutta sicurezza.
«Provo una forte simpatia per gli arbitri – ha detto il sindaco Italia – e quando ho saputo che un siracusano si era reso protagonista di un gesto così importante salvando una vita umana durante una partita di calcio che rischiava di trasformarsi in tragedia, ho voluto incontrarlo per manifestargli personalmente la gratitudine di tutti. Spero che il suo esempio di uomo, di sportivo e di professionista sia apprezzato dai nostri giovani».
Soddisfatto, Fabio Franzò: «Sono molto orgoglioso di essere siracusano – ha detto – e ricevere un targa dal sindaco della città mi ha reso felice».
L’arbitro era accompagnato dal presidente della sezione provinciale della sezione Aia, Stefano Di Mauro, dal papà Luciano Franzò (ex calciatore), dalla mamma Roberta Rizza e dalla sorella Federica, giocatrice di pallavolo.




L’embargo ora c’è, zona industriale di Siracusa: Bivona, “Nessuno dorma sonni tranquilli”

I Ventisette hanno trovato l’accordo. Da gennaio 2023 scatta l’embargo dell’Ue al petrolio russo via mare. E per Isab-Lukoil è un colpo durissimo, in assenza di altre fonti di approvvigionamento del greggio, a causa della stretta al credito verso la società che opera nella zona industriale di Siracusa.
Da settimane si parla di rischio chiusura per Isab-Lukoil. Una prospettiva concreta con lo stop da gennaio al petrolio russo. Senza quello, che arriva in Sicilia con le navi petroliere, gli impianti sud e nord non avrebbero che raffinare. Quali prospettive a questo punto?

“Nessuno adesso può dormire sonni tranquilli”, dice il presidente di Confindustria Siracusa, Diego Bivona. “Le prospettive sono veramente preoccupanti e lo andiamo dicendo da tempo”, confida in diretta su FMITALIA. “Adesso è il momento che qualcuno inizi seriamente ad occuparsi di questa vicenda. Mi preoccupa l’atteggiamento del territorio non che crede che sia possibile la chiusura della zona industriale o di una sua grossa parte. Il rischio c’è ed è concreto. E qui si fa melina, non si prendono decisioni”, analizza Bivona. Il numero uno degli industriali siracusani ha una sua profezia: “quando ci accorgeremo della gravità della situazione, sarà troppo tardi”.
Quali sono le ipotesi sul campo per scongiurare la chiusura? In sintesi, due le opzioni: un intervento statale o l’acquisto di Isab Lukoil a prezzi da speculazione da parte di un altro gruppo industriale.
Diego Bivona si sofferma sulla prima ipotesi, da non confondere con una poco probabile nazionalizzazione. “Il governo garantisca alle banche che le aziende del polo siracusano sono affidabili, solide e pagano. Ora gli istituti di credito non si sentono tranquilli a trattare con Isab, per timore di sanzioni verso Lukoil. Basterebbe questo…”. Una mossa richiesta già settimane addietro dai parlamentari siracusani del M5s e rimasta senza seguito al Mise.
L’altro piano B è quello che prevede un gruppo industriale pronto a subentrare, speculando sul prezzo d’acquisto a causa delle difficoltà di Isab Lukoil. “Questo rientra nella logica del mondo degli affari e della finanza. Ci sono momenti favorevoli per acquistare e momenti favorevoli per vendere. Rischio taglio di personale da parte di chi subentra? Cito il caso Esso Augusta, con il passaggio a Sonatrach: non c’è stato alcun depauperamento in termini di qualità o di personale, anzi parlerei di rilancio dell’attività di raffinazione”, le parole del presidente Bivona. “Certo, poi bisogna vedere a chi si vende e chi compra. Se è una operazione solo speculativa, c’è da preoccuparsi. Se si tratta di un operatore che lavora nel settore, avrà fatto i suoi conti per investire”.




Isab, le sanzioni, l’embargo, il futuro: che confusa la Regione, polemizza per un tavolo

Mentre l’attualità imporrebbe altre riflessioni ed altri interventi, l’assessore regionale alle attività produttive, Mimmo Turano, riporta indietro le lancette e polemizza con il governo per i ritardi sulla dichiarazione di area di crisi complessa. Piuttosto stizzito, Turano dice di aver appreso da un0agenzia di stampa che “dopo sette il Mise sarebbe pronto a valutare la dichiarazione di area di crisi complessa per il petrolchimico siracusano”. Una situazione che “lascia sgomenti”.
Turano ricorda che “il Governo Musumeci ha presentato ben sette mesi fa, dopo un lavoro di oltre un anno con imprese e sindacati e altri attori istituzionali, la richiesta di area di crisi. Purtroppo nessun tipo di risposta ci è stata data nonostante abbia personalmente scritto ben quattro volte al ministro Giorgetti”. I sindacati, in verità, hanno bocciato quel lavoro definendolo una “scatola vuota”.
L’assessore regionale probabilmente equivoca sul tavolo tecnico di questo pomeriggio, con la presenza della sottosegretaria del Mise Alessandra Todde, dedicato ad una prima analisi della situazione del polo siracusano sotto il peso delle sanzione Ue alla Russia che stanno per stritolare la principale raffineria, ovvero Isab.
“Non è più tempo di massimi sistemi”, sbotta Turano. “Il Governo nazionale ci deve dire cosa vuole fare, che progetti ha sul petrolchimico siracusano”, le sue parole.
Invero, nel siracusano, non si è ancora capito quali siano le idee ed i piani del governo regionale, apparso non esattamente a conoscenza delle tematiche e delle dinamiche che investono una delle principali realtà produttive siciliane. Qui si rischia di chiudere e far esplodere una crisi sociale senza precedenti e la preoccupazione della Regione è per una agenzia ed un incontro con il sottosegretario del Mise arrivato, peraltro, senza che da Palermo nessuno muovesse un dito. Peraltro, il punto non è più solo la dichiarazione di area di crisi industriale complessa. La storia è andata avanti. E la Regione?




Industria a Siracusa, il tempo è scaduto? La Cgil chiama alla mobilitazione: venerdì 10 giugno

Il rischio che “salti” l’intera zona industriale siracusana è sempre più concreto. Le ultime sanzioni decise dall’Ue, con l’embargo al petrolio russo via mare a partire da gennaio 2023, sono un colpo durissimo per Isab e di rimando per tutto il sistema industriale locale. “E’ giunto il momento di inasprire la lotta, battere i pugni sul tavolo e gli scarponi per terra come si faceva una volta. Non vorrei che qualcuno scambiasse la buona educazione, il buonsenso e il forte richiamo alla responsabilità sociale fin qui dimostrati, per debolezza”. Sono le parole con cui il segretario provinciale della Cgil, Roberto Alosi, annuncia una prima mobilitazione. Appuntamento aperto a tutti, non solo ai lavoratori direttamente coinvolti, dalle 8 del 10 giugno, davanti alla portineria Nord di Isab, nel cuore della zona industriale. “Invitiamo tutti, lavoratori, sindaci, rappresentanze politiche, istituzioni, imprese e l’associazionismo civico ad unirsi a noi venerdì 10 giugno dalle ore 8 in poi”, dice Alosi.
Non è la mobilitazione generale annunciata mesi fa, appare piuttosto un primo tentativo di organizzare una prova di resistenza e compattezza del territorio e delle sue rappresentanze.
Ma non c’è più tempo, per il sindacato. “La nostra realtà industriale è sempre più vicina alla deriva. Abbiamo chiesto invano al presidente Draghi un tavolo di confronto autorevole, dove venga tracciato un percorso condiviso. A Priolo il rischio che salti l’intero sistema di raffinazione si fa ogni giorno sempre più concreto. C’è bisogno di Politica e la Politica ha bisogno di pensiero, di dibattito, di ricerca, di contatti, di confronto e di ipotesi. In una parola dell’intelligenza degli avvenimenti e non certamente dell’ antica dimensione del silenzio più ingombrante e deflagrante di qualunque parola. Siracusa merita una risposta da parte del Governo Draghi. Migliaia di lavoratori potrebbero perdere il lavoro e questo è socialmente ed economicamente impensabile e insostenibile”, lo sfogo di Alosi.




Embargo al petrolio russo, Prestigiacomo (FI): “Rischio chiusura Lukoil, serve piano B”

Tra le prime reazioni della politica, alla notizia della conferma dell’embargo al petrolio russo da gennaio, c’è quella della parlamentare Stefania Prestigiacomo (FI). “La decisione dell’UE di porre a fine anno l’embargo al petrolio russo trasportato via mare rischia di avere conseguenze drammatiche sull’economia siciliana e gravi ripercussioni su tutto il sistema degli approvvigionamenti energetici nazionali. Infatti la raffineria Isab di Priolo (di cui è proprietaria la Lukoil), che lavora praticamente solo idrocarburi russi che giungono via mare, in queste condizioni fra sei mesi, se non prima, sarà condannata a chiudere, facendo perdere al Paese una quota significativa di derivati dal petrolio e innescando una crisi ‘di sistema’ dalle gravissime conseguenze occupazionali (e quindi sociali) ed economiche”.
La Prestigiacomo conferma le stime sin qui circolate: la chiusura dell’Isab “farebbe perdere alla Sicilia 1 punto di Pil per un valore di oltre un miliardo di euro ma, soprattutto, avrebbe un devastante effetto sull’occupazione nel siracusano, con circa 3000 posti di lavoro fra diretti ed indiretti compromessi nella sola Isab-Lukoil che però, per l’effetto domino, produrrebbe conseguenze su Erg, Air Liquide, Priolo Servizi e in parte Versalis. Una caporetto sociale dalle proporzioni che non si possono ignorare e che è ampiamente annunciata”. Così, in una nota, la deputata di Forza Italia, Stefania Prestigiacomo.
“Il Governo – aggiunge – ha un ‘piano B’ per salvare migliaia di posti di lavoro e un quarto della capacità di raffinazione italiana? Il governo prima di assumere questa decisione avrà certamente valutato le conseguenze sul nostro paese ma nulla leggiamo relativamente alla messa in sicurezza produttiva dell’impianto siciliano. La macelleria sociale ed economica annunciata in Sicilia è un prezzo che l’Italia può pagare sull’altare della guerra? Ho chiamato stamattina il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani per chiedere un intervento energico presso il governo. Al premier Draghi chiediamo risposte chiare, e rapide, ma soprattutto soluzioni convincenti. La chiusura dell’Isab va scongiurata a tutti i costi. Sarebbe un ‘effetto collaterale’ della guerra che l’Italia, e la Sicilia in particolare, non può permettersi”.