Siracusa per l’Ucraina,farmaci e prodotti per l’Infanzia inviati da un gruppo di associazioni

Farmaci da banco e prodotti per l’infanzia pronti a partire per l’Ucraina. Iniziativa di solidarietà “Siracusa per l’Ucraina”, condotta dalle associazioni A Regola d’arte progetti e Ricerca, Mamme a Siracusa, Ambiente e Salute Onlus, Gruppo Donne e Mamme, Angeli in Moto Siracusa, a cui si sono uniti cittadini singoli ed esercenti. Unico l’intento: aiutare il popolo ucraino . Ieri, i primi colli sono stati inviati alla Croce Rossa Italiana di Donoratico, in Toscana, per essere successivamente smistati in Ucraina. La raccolta proseguirà ancora nei prossimi giorni.




Covid, il bollettino: 497 nuovi positivi in provincia, 75 a Siracusa città. Vaccinazioni pediatriche al palo

Sono 497 i nuovi casi di covid19 in provincia di Siracusa, rilevati nelle ultime 24 ore. Il dato è contenuto nel bollettino quotidiano del Ministero della Salute.
Uno sguardo in dettaglio ai numeri del capoluogo. Sono 75 i nuovi casi di contagio, dopo settimane contraddistinte da un numero di guariti superiore ai nuovi casi. Il totale degli attuali positivi torna così sopra 1.200: sono oggi 1234. Quanto alle persone in isolamento fiduciario, a Siracusa città sono oggi 17.
Situazione ricoveri, sono 31 i siracusani del capoluogo all’Umberto I per covid. Per 29 ricovero in regime ordinario, 2 in terapia intensiva.
Campagna vaccinale, nelle ultime 24 ore sono state 126 le inoculazioni a Siracusa città. Sono state 6 le prime dosi, 39 le seconde e 81 quelle booster. Le vaccinazioni in età pediatrica non superano il 26,42% quanto a prime dosi ed il 22,09% come ciclo completo.
In Sicilia sono 4.884 i nuovi casi di covid19 registrati a fronte di 36.532 tamponi processati. Gli attuali positivi sono 220.062 (-6.410). I guariti sono 12.609, 26 i decessi. Negli ospedali sono 960 (+1) i ricoverati, 66 (+3) in terapia intensiva. Quanto alle singole province, questi i numeri di oggi: Palermo 1.676 nuovi casi, Catania 996, Messina 779, Siracusa 497, Trapani 595, Ragusa 421, Caltanissetta 318, Agrigento 710, Enna 233.




Covid in Sicilia: per la quinta settimana contagi in calo, Siracusa quinta provincia per incidenza

Curva epidemica in discesa per la quinta settimana consecutiva in Sicilia. E prosegue il trend degli ultimi due mesi, con la flessione costante delle nuove ospedalizzazioni: circa trequarti dei pazienti ricoverati risultano non vaccinati o con ciclo di vaccinazione incompleto.
Nella settimana dal 28 febbraio al 6 marzo, l’incidenza di nuovi casi è stata pari a 31.257 (-4.86%), con un valore cumulativo di 646.65/100.000 abitanti. Siracusa scende dal podio (è quinta) mentre Messina, Agrigento e Ragusa sono le province che negli ultimi sette giorni hanno fatto registrare il maggior numero di positivi, mentre le fasce d’età più a rischio restano ancora quelle più giovani: tra gli 11 e i 13 anni, (1315/100.000 abitanti), tra i 6 e i 10 anni (1255/100.000) e tra i 14 ed i 18 anni (1300/100.000). Nel dettaglio, a Siracusa sono stati 2.708 i nuovi positivi nella settimana dal 28 febbraio al 6 marzo, con un tasso di incidenza pari a 701,43/100.000 abitanti (-20,63% rispetto ai sette giorni precedenti).
Sul fronte della campagna vaccinale i dati in esame riguardano la settimana dal 2 all’8 marzo. Nella fascia d’età 5-11 anni, i vaccinati con almeno una dose si attestano al 28,15% del target regionale, mentre 71.546 bambini, pari al 22,72%, risultano con ciclo primario completato. Nel target over 12 anni, i vaccinati con almeno una dose sono l’89,74%. La percentuale di chi ha completato il ciclo primario è dell’88,13%. Resta ancora da vaccinare, quindi, il 10,26% del target.
Sono 873.405 i siciliani che, pur potendo sottoporsi a somministrazione, non hanno ancora ricevuto la dose “booster”. Complessivamente, infatti, i vaccinati con dose aggiuntiva/booster sono 2.577.833, pari al 74,69% degli aventi diritto. Inoltre, è disponibile dal 28 febbraio presso i centri vaccinali di ogni provincia anche il vaccino Nuvaxovid (Novavax). A marzo è iniziata anche la somministrazione della dose di richiamo per gli over 12 con marcata compromissione della risposta immunitaria, che abbiano già completato il ciclo vaccinale primario con tre dosi da almeno 120 giorni. Dall’inizio del mese sono state eseguite 183 somministrazioni di quarta dose e 553 del vaccino Nuvaxovid (Novavax).




Violenza nel centro storico, il racconto di Roberto: “Pensavano solo a picchiare”

Hanno profondamente colpito l’opinione pubblica siracusana le ultime notizie relative ad aggressioni e pestaggi nel centro storico. Nel giro di poche settimane, tra febbraio e questi primi giorni di marzo, diversi gli episodi (poche le denunce) che hanno spinto a parlare di baby-gang in azione e violenza giovanile, ricostruzioni che non hanno però trovato elementi di conferma in sede di analisi durante la settimanale riunione del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica.
Roberto (il nome è di fantasia per tutelare la sua privacy) è il ragazzo pestato da un branco composto da una ventina di giovani, a metà febbraio. Tutto è avvenuto poco distante da Ortigia, in via Crispi, nei pressi della stazione.
“Siamo finiti in ospedale in quattro, due ragazzi e due ragazze. Eravamo andati a bere una cosa in un locale. Non abbiano provocato nessuno. Anzi, abbiamo chiesto di essere lasciati in pace. Loro, invece, si sono accaniti. Eravamo due coppie, tranquilli. Senza motivo, questi sono passati alle mai. Cercavano l’aggressione”, racconta in diretta su FMITALIA. “Tutto nasce perchè uno di quel gruppo ha sferrato senza motivo due pugni in volto ad una delle ragazze. Io sono intervenuto, ho detto le ragazze no, lasciatele perdere. Ed a quel punto sono partiti tutti contro di me. Io ho avuto la peggio perchè sono anche caduto e hanno cominciato, in cerchio, a colpirmi in testa. Cercavano di farmi più male possibile. Non volevano il telefono, il portafoglio, niente. Non avevano lo scopo di rapina. Dovevano solo picchiare. Sapete cosa ha fatto ancora più male? Non è intervenuto nessuno per aiutarci. Nessuno ha chiamato la polizia. Tutti andati via senza far nulla”, continua il suo racconto Roberto. “Io ho denunciato. Quella stessa sera ci sono stati altri aggrediti, in maniera meno violenta, sempre dallo stesso gruppo. Ma anche nei giorni successivi altri episodi”.
L’ultimo nel fine settimana, quando uno studente in Erasmus a Siracusa è stato persino accoltellato. Le sue condizioni sono in miglioramento. “Se non si fa qualcosa subito, questi arrivano a sentirsi invincibili e pian piano aumenteranno frequenza e gravità dei pestaggi”, commenta Roberto.
Ma le forze dell’ordine non sono rimaste a guardare. Molti degli autori dei pestaggi sono stati individuati e raggiunti dai poliziotti. Ma la legge non prevede misure detentive ma solo sanzioni alternative. E questi ragazzotti malati di criminalità non paiono curarsi per nulla di rimbrotti e denunce.

foto dal web




Da Kharkiv a Siracusa, il viaggio di Natalia e dei suoi figli in fuga dalla guerra

Natalia ha 35 anni e con i suoi due figli, un bambino ed una ragazzina di 8 anni, è in fuga dalla guerra in Ucraina. Saranno accolti tra pochi giorni da una famiglia-rifugio di Siracusa, una delle oltre 140 che ha formalizzato la domanda per ospitare stranieri al consolato Ucraino di Napoli, tramite la Consulta Civica. Il presidente, Damiano De Simone, cura i contatti, non semplicissimi. Le linee sono intasate e solo giorno 14 Natalia ed i suoi figli arriveranno a Siracusa.
“Sto scappando da Kharkiv, la mia città. La nostra casa è stata danneggiata e siamo costretti a fuggire. Vi chiedo aiuto”, ha scritto nei giorni scorsi Natalia in un commovente messaggio indirizzo al referente della Consulta Civica di Siracusa. “Alloggio, cibo, aiuto linguistico. Cercherò d’imparare l’italiano prima possibile e di trovare un lavoro. Sono un infermiera, aiutatemi per favore. Prima possibile”, scriveva mentre scappava da una città bombardata.
“Natalia ed i suoi bambini saranno i benvenuti, come tutti i 222 profughi che saranno ospitati dalle 144 famiglie-rifugio che a Siracusa hanno risposto di cuore all’invito. La solidarietà qui non passa mai di moda, sono contento e ringrazio tutti”, dice De Simone.
Per supportare le famiglie-rifugio sono stati raccolti generi alimentari, prodotti per l’infanzia e farmaci che saranno distribuiti gratuitamente dalle associazioni che hanno aderito all’iniziativa.
La Croce Rossa Italiana accompagnerà le donne ed i bambini ucraini presso l’abitazione-rifugio, mentre i volontari di Carovana Clown si occuperanno dell’accoglienza cercando di regalare i primi sorrisi. In prima linea anche l’Associazione Nazionale Carabinieri.
Intanto, si moltiplicano nel capoluogo le iniziative di solidarietà internazionale grazie ad una splendida mobilitazione di tutto il terzo settore. Si muove anche la Chiesa: il 13 marzo, durante l’esposizione straordinaria del simulacro di Santa Lucia, in Cattedrale, saranno raccolti fondi da inviare in Ucraina. La richiesta di denaro è stato formalizzata dalle Caritas ucraine, in raccordo con la Cartias diocesana diretta da padre Marco Tarascio.

foto: Kyiv Independent




Villaggio di Cassibile: si ai profughi ucraini, no ai migranti. “Non siamo razzisti, accoglienza è nobile”

Utilizzare il villaggio dell’accoglienza di Cassibile per i profughi ucraini. La proposta avanzata dal Comitato No Villaggio, composto da residenti contrari da sempre all’apertura del centro per i braccianti stagionali, ha diviso il mondo politico e l’opinione pubblica. A giorni di distanza, la posizione espressa in una lettera inviata al presidente della Regione ed al prefetto di Siracusa è stata oggetto di interpretazioni che hanno scorto del razzismo di fondo, come se – si è ipotizzato – il Comitato No Villaggio volesse destinare l’area ai profughi ucraini per evitare l’arrivo dei braccianti extracomunitari. Una posizione vicina a quella politica dei “profughi buoni e dei profughi cattivi” che tanto sta facendo discutere anche a livello nazionale.
Il portavoce del comitato, Paolo Romano, però non ci sta. E replica a brutto muso. “Con la nostra contrarietà al villaggio abbiamo voluto evidenziare le irregolarità dei lavori, gli evidenti conflitti di interesse tra persone e società coinvolte, l’ubicazione del villaggio in una zona già fortemente penalizzata in quanto priva di servizi pur in presenza di soluzione alternative più efficienti e a costo zero. Il tutto è stato sempre fatto a tutela dei lavoratori extracomunitari stagionali che – denuncia -a nostro avviso e con prove evidenti venivano sfruttati come mezzo di sporco business da persone e società che celano dietro maschere di filantropismo interessi puramente economici”.
Il razzismo? “Non c’entra nulla. Cassibile è storicamente aperta all’accoglienza, il comitato dei cittadini #novillaggio ha proposto la disponibilità per i profughi di guerra, in vista delle iniziative nazionali e regionali, di accoglienza nel villaggio per lavoratori extracomunitari stagionali nato lo scorso anno perchè è ormai semivuoto e in disuso nonostante costi di gestione, a spese dei cittadini, elevati. Accogliere profughi è un fatto per noi nobile”, la presa di posizione di Romano.




Profughi ucraini,canale di solidarietà a Melilli: “Ospitalità nelle nostre case”

Un canale di solidarietà e accoglienza con la Protezione Civile, per ospitare in abitazioni private o alloggi liberi i profughi ucraini in fuga dalla guerra.
Anche il Comune di Melilli si attiva in tale direzione. In queste ore, l’amministrazione comunale è impegnata ad organizzare la macchina dell’accoglienza e fronteggiare l’emergenza.
“Melilli vuole fare la sua parte per supportare le famiglie che stanno lasciando il proprio paese verso un futuro incerto- commenta il sindaco, Giuseppe Carta- Intendiamo dare aiuto a quelle donne che si sono messe in cammino, da sole o con i propri figli, per raggiungere confini di luoghi che non conoscono, lasciando i propri uomini a combattere per la libertà”.
I cittadini che abbiano la disponibilità di alloggi e vogliano metterli a disposizione dei profughi in arrivo, che sia casa propria o che siano locali liberi, possono comunicare la propria volontà di offerta di ospitalità. Per farlo, occorre contattare il  Centro di Protezione civile comunale.
Ai volontari dovrà essere comunicata “la disponibilità a offrire ospitalità in casa propria, disponibilità a offrire alloggi (già arredati e con regolari certificazioni di conformità), richieste di accoglienza di cittadini e profughi”.




Caro energia, richiesta al ministro Cingolani: “burocrazia zero” per installare impianti di autoconsumo

Un più vigoroso ricorso a forme di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, per l’autoconsumo domestico.

Questa la sfida da vincere, quella dell’ emancipazione energetica. Dato che risulta evidente in questo momento, segnato dalla pandemia che condiziona ancora la quotidianità e adesso dalla guerra in Ucraina, con l’incessante lievitare dei costi di carburante, gas per il riscaldamento ed energia elettrica. Dati che minano la stabilità di aziende e famiglie, secondo il CEO del Gruppo Onda,l’ingegnere Luigi Martines. La strada sarebbe già tracciata ma rallentata dal peso di una burocrazia di non agevole gestione.
Martines ha deciso, dunque, di rivolgersi, attraverso una lettera aperta, al Ministro per la transizione ecologica, Roberto Cingolani e all’Assessora dell’energia e dei servizi di pubblica utilità della Regione Sicilia, Daniela Baglieri, per proporre possibili soluzioni volte ad arginare il caro-energia. Prima fra tutte la richiesta di azzerare per nove mesi, sino alla fine di quest’anno, la burocrazia legata alle autorizzazioni oggi necessarie per procedere alla realizzazione di
impianti fotovoltaici per la produzione autonoma di energia da destinare alle
utenze domestiche.
L’iniziativa è stata presentata questa mattina a Siracusa nel corso di una
conferenza stampa dallo stesso numero uno del Gruppo che è presente in
tutta Italia attraverso le due aziende controllate, Onda Più con sede a Siracusa
ed Energit con sede a Cagliari. Assieme al presidente del Gruppo Onda ad
illustrare i contenuti della lettera aperta e ad analizzare gli attuali scenari
energetici è stato il Direttore generale di Onda Più , l’ingegnere Luca Puzzo.
Martines, richiamando anche quanto scritto nella lettera aperta, ha
voluto subito chiarire che l’ipotizzato regime “burocrazia zero” dovrebbe
avere solo una durata contenuta: “Una misura eccezionale e temporanea – ha
detto tra l’altro – per rispondere adeguatamente all’eccezionalità del
drammatico momento che stiamo vivendo”.
La moratoria invocata opererebbe solo “a valle della inequivocabile demarcazione di un perimetro operativo con la “preventiva individuazione di una serie di confini invalicabili, perché nessuno di noi auspica di vedere, ad esempio, l’ambiente e il paesaggio violentati da distese a perdita d’occhio di pannelli”.
E’ toccato, invece, al Direttore generale richiamare l’attenzione
“su tutta una serie di piccoli comportamenti, concreti e quotidiani, che
consentono a ciascuno di contribuire ad alleggerire la bolletta energetica di
casa propria, del proprio ufficio, negozio, laboratorio e, con questa, anche
quella collettiva che come Paese siamo chiamati a pagare – ha detto l’ing.
Luca Puzzo -. Un risultato che passa attraverso la scelta di sistemi di
illuminazione adeguati alle diverse esigenze e che richiede un oculato utilizzo
di elettrodomestici con annessa puntuale verifica dei loro consumi e, cosa
sempre assai utile, presuppone l’adozione di comportamenti in linea con il
concetto di consumo responsabile e consapevole delle risorse energetiche”.
Infine, i riflettori sono stati puntati anche sulle comunità energetiche. L’idea è che con la diffusione di piccoli sistemi di produzione di energia elettrica per l’autoconsumo domestico, anche chi non ha la possibilità di realizzare un
impianto fotovoltaico sulla sommità del proprio stabile, possa egualmente
fruire di quanto prodotto dalla “comunità” (si pensi a un grosso condominio o
a una serie di edifici che si affacciano su di una stessa strada).
“Il protagonismo di Stato e Regione in questo percorso è decisivo – ha
concluso il presidente del Gruppo Onda Martines – Occorre fare qualche
passo ulteriore in avanti con minore timidezza”.




Autorità del Mare, voto ok in Commissione: Di Sarcina presidente della Sicilia Orientale

Dopo il voto in Senato, anche la Commissione Trasporti della Camera ha espresso voto favorevole alla nomina di Francesco Di Sarcina quale nuovo presidente dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale. Tutti a favore, tranne Forza Italia astenuta. “Col voto di oggi alla Camera si completa l’iter parlamentare, adesso manca la firma del ministro dopodichè il nuovo presidente potrà prendere incarico. Auguro buon lavoro al nuovo presidente Di Sarcina. Oggi più che mai servono manager che conoscano le dinamiche portuali internazionali, che sappiano sviluppare i nostri porti in concorrenza con il resto del Mediterraneo e non per difendere interessi o contrapposizioni locali che non permetto di guardare, invece, allo scenario internazionale in cui devono proiettarsi una volta e per sempre porti proprio come quello di Augusta”. Così il vicepresidente della Commissione, il parlamentare siracusano Paolo Ficara (M5s), al termine della votazione odierna. “Un dovuto ringraziamento per l’ottimo lavoro svolto va al commissario Alberto Chiovelli che lascia una importante eredità di lavori avviati ed altri già finanziati, insieme a nuove iniziative come il collegamento in catamarano Augusta-La Valletta”.
Aspre erano state nei giorni scorsi le polemiche sulla indicazione di Francesco Di Sarcina, con Forza Italia contraria e piccata soprattutto per il metodo non condiviso per la scelta. Divisi anche i sindaci del territorio, con il primo cittadino di Melilli allineato alle posizioni degli azzurri mentre Augusta e Priolo si sono smarcate condividendo l’indicazione ministeriale. Il presidente della Regione ha poi condiviso l’intesa con il ministro e con il voto odierno delle Commissioni si conclude l’iter.

foto: Di Sarcina (dal web)




Capitale della Cultura, l’assessore Samonà tifa Siracusa. “E se vince, contributo dalla Regione”

A fine mese si conoscerà quale città italiana riceverà il titolo di capitale italiana della cultura per il 2024. Tra le città finaliste c’è Siracusa che ha incassato in queste ore il sostegno incondizionato della Regione. L’assessore Alberto Samonà, intervenuto su FMITALIA, è stato chiaro: “Dobbiamo fare il tifo e lavorare affinchè Siracusa possa ottenere questo riconoscimento. Sia perchè arriverebbero quattrini in Sicilia per migliorare ancora l’offerta culturale regionale e sia perchè Siracusa ha potenzialità di assoluto valore”.
A chi, però, ha criticato il poco supporto manifestato sino ad ora, il responsabile dei Beni Culturali regionali replica sereno. “Noi abbiamo dato disponibilità per collaborare alla candidatura. Se dovesse essere raggiunto il traguardo, ci sarebbe anche un impegno economico da parte della Regione, come è stato fatto in passato con Palermo. Per il progetto daremmo un importante contributo che si aggiungerebbe a quello del ministero”. Dopo il chiarimento, Samonà incrocia le dita per Siracusa. “Lavoriamo tutti in questa direzione. Anche se alla fine le dinamiche per la scelta della capitale della cultura sono tante e alcune di geopolitica….”.