Ospedale di Comunità a Palazzolo,seduta pubblica del consiglio comunale: “Regione pronta a dire si”

Una seduta aperta del consiglio comunale per fare il punto sulla questione ospedale di comunità, che l’Unione dei Comuni degli Iblei vorrebbe collocare a Palazzolo nell’ambito delle previsioni legate all’utilizzo dei fondi del Pnrr.

Il presidente Francesco Tinè ha convocato il consiglio comunale per le 18:00 di domani.

La premessa è quella secondo cui “la “Missione 6″ del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha stanziato per la Regione Siciliana circa 800 milioni di euro per il settore della sanità, destinati principalmente alla realizzazione di strutture sanitarie con diverse specifiche caratteristiche. Nell’ambito dell’assegnazione territoriale delle strutture l’area della zona montana è risultata, in prima battuta, penalizzata dalla mancanza di un’adeguata struttura sanitaria per rispondere alle esigenze dei cittadini di questa zona provinciale comunque penalizzata dalla posizione interna e distante dai diversi principali centri sanitari provinciali”.

Secondo quanto trapela da Palermo, il governo regionale non vedrebbe male l’ipotesi, analogamente a quanto sarebbe emerso per l’ospedale di comunità di Pachino. Temi che torneranno al centro dell’attenzione martedì, durante una seduta della commissione Sanità dell’Ars.

Il consiglio comunale di domani, dunque, servirà anche per portare avanti il pressing avviato dai sindaci dei Comuni dell’Unione della Valle degli Iblei nei giorni scorsi.  La convocazione è stata richiesta dai consiglieri del gruppo di minoranza, con una mozione specifica. In teoria, fanno notare dal Municipio,il regolamento impone termini superiori ai due giorni per la convocazione. Il tema, tuttavia, vista l’importanza, ha indotto all’accoglimento immediato dell’invito dell’opposizione.




Progetti di recupero a Marzamemi: dall’antica chiesetta agli scieri

Accelerare i tempi verso l’ultimazione dei lavori in corso nell’antica chiesetta della Tonnara di Marzamemi, cosicchè possa, una volta restaurata, resa fruibile. E’ una delle richieste avanzate dalla sindaca di Pachino, Carmela Petralito al Soprintendente ai Beni Culturali di Siracusa, Savi Martinez. Accompagnata dal portavoce Salvo Sorbello, la prima cittadina è stata ricevuta per esaminare alcuni aspetti relativi al borgo.
All’incontro erano presenti anche Alessandra Ministeri, dirigente della sezione per i beni architettonici e storico-artistici, Giuseppe Armeri, coordinatore dell’unità operativa paesistica ed etnoantropologica e Giuseppe Implatini e Carlo Cicero, esperti catalogatori.
Tornando alla chiesetta, Petralito ha sollecitato l’ultimazione dei lavori e la realizzazione dell’allestimento interno, trovando piena disponibilità in tal senso. La convinzione unanime è che la chiesetta possa “costituire un’importante attrattiva per un turismo di qualità, legato ai temi della cultura e della riscoperta della millenaria storia e delle tradizioni di quei luoghi”.
“Si” anche all’ipotesi di avviare i lavori di restauro degli scieri della tonnara, da tempo in attesa di interventi di salvaguardia,a tutela dell’intero borgo marinaro.
Nel corso di successivi incontri, secondo quanto annunciato, saranno  presi in esame gli altri beni culturali presenti nel territorio pachinese, per favorire la loro corretta fruizione.




Nascondeva droga in casa, la consegna ai carabinieri:arrestato 42enne

Nascondeva in casa 15 bustine di hashish e marijuana suddivisa in dosi. Un 42enne è stato per questo arrestato ieri dai carabinieri di Priolo Gargallo. L’uomo, vedendosi messo alle strette, ha consegnato spontaneamente ai militari la droga. Lo stupefacente era occultato in diverse stanze della casa assieme ad un bilancino di precisione ed al materiale per confezionare le dosi. I militari hanno sequestrato, dunque, nel dettaglio, 15 bustine di hashish per un peso di 17 grammi e 8 grammi di marijuana anch’essa già suddivisa in dosi. La droga e il materiale usato per il confezionamento e la pesatura è stato sottoposto a sequestro e l’uomo recidivo arrestato nuovamente.




Transizione energetica, approvata in Parlamento mozione per la zona industriale di Siracusa

E’ stata approvata nella serata di ieri, a Roma, la mozione unitaria riguardante l’impatto della transizione ecologica sul settore dell’industria pesante, con particolare riferimento al settore della raffinazione, petrolchimico e bioraffinazione. Il documento condiviso da diverse forze politiche di maggioranza è stato redatto nella sua formulazione originaria da Stefania Prestigiacomo (FI) ed ha trovato l’appoggio di esponenti parlamentari siracusani di diversi partiti.
In aula a Montecitorio, prima della votazione, è intervenuto – ad esempio – Paolo Ficara (M5s). “Dobbiamo ridurre le emissioni che contribuiscono a produrre il surriscaldamento del Pianeta e dobbiamo farlo al più presto. Quest’azione, però, porta con sé un cambiamento radicale nel nostro modello economico e produttivo: le attività più impattanti devono riconvertirsi e questo processo non è né automatico né indolore”, ha affermato in Aula l’esponente del MoVimento 5 Stelle. a margine della discussione sulle linee generali della mozione presentata da Stefania Prestigiacomo e condivisa dalle forze politiche di maggioranza.

“La transizione ecologica ed energetica – ha proseguito – è urgente e necessaria e non più rinviabile, ma per arrivare a una sua definizione e a una totale decarbonizzazione dobbiamo accompagnare quelle attività, quelle imprese classificate hard-to-abate, cioè difficili da gestire e da trasformare, come quello della raffinazione. In Sicilia, ad esempio, insistono tre poli produttivi e assorbono quasi il 46% della capacità di raffinazione dell’Italia. Rischiamo, senza una transizione efficiente, equa ed inclusiva la perdita di migliaia di posti di lavoro”. E qui si inseriscono i contenuti della mozione con cui vengono chiesti al governo impegni precisi affinchè “la transizione sia orientata allo sviluppo e alla crescita, aiutando le imprese a riconvertirsi e salvando le eccellenze del nostro Paese, guardando, soprattutto, al futuro nell’interesse delle nuove generazioni”, ha concluso il suo intervento Paolo Ficara.
Subito dopo la votazione, il parlamentare siracusano ha confermato le interlocuzioni in corso per l’attivazione un tavolo tecnico-operativo al Mise, al quale definire le linee di intervento per la zona industriale di Siracusa. “Si deve evitare che il costo della non rinviabile transizione ecologica ricada su occupazione ed economia del Sudest siciliano”.
L’ex ministro Prestigiacomo si mostra soddisfatta per il risultato. “Il testo è divenuto unitario a seguito di un grande lavoro di mediazione tra tutti i gruppi parlamentari della maggioranza”, ha spiegato nei giorni scorsi. Si tratta di un atto particolarmente importante e che rafforza la zona industriale di Siracusa in ottica di green deal e transizione ecologica. La mozione impegna il governo a favorire gli investimenti nelle regioni del Meridione da parte delle imprese operanti nel settore della raffinazione e bioraffinazione, “al fine di perseguire gli obiettivi della transizione energetica e dello sviluppo sostenibile”, con la contestuale attivazione di risorse da destinare all’operazione. Tra queste, l’istituzione di un fondo per la decarbonizzazione, “finalizzato a uno specifico sostegno per quei settori produttivi che, per le specifiche caratteristiche produttive, hanno oggettive evidenti difficoltà ad abbattere le emissioni di anidride carbonica e a riconvertirsi, con conseguenze negative in termini economici e occupazionali, con particolare riguardo ai settori dell’autotrasporto, dell’agricoltura, della pesca e dei settori maggiormente energivori”. Il senso del provvedimento è chiaro: sostenere e agevolare le imprese nella ristrutturazione produttiva e per la riconversione ai fini della transizione energetica, attraverso anche una valutazione circa la possibilità di utilizzare allo scopo una quota delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.




Covid, il bollettino: 763 nuovi positivi in provincia, tutti i numeri del capoluogo (-16)

Sono 763 (+2) i nuovi casi di covid19 in provincia di Siracusa, rilevati nelle ultime 24 ore. Il dato è contenuto nel bollettino quotidiano del Ministero della Salute. Uno sguardo in dettaglio ai numeri del capoluogo, dove per il quarto giorno consecutivo si registrano più guarigioni che nuovi casi. E così può continuare la discesa del numero degli attuali positivi. Sono oggi 2.019, 16 in meno rispetto a ieri. Lieve aumento nel numero delle persone in isolamento fiduciario a Siracusa città: sono oggi 15 (ieri 13).
Situazione ricoveri, nuovo aumento: sono 44 (-2) i siracusani del capoluogo all’Umberto I per covid. Per 41 (-2) ricovero in regime ordinario, 3 (-) in terapia intensiva.
In Sicilia, sono 5.594 i nuovi casi di covid19 a fronte di 35.259 tamponi processati. Gli attuali positivi sono 250.096 (-1.179). I guariti sono 6.845, 32 i decessi. Negli ospedali siciliani sono 1.297 (-46) i ricoverati, 97 (-7) in terapia intensiva. Questi i numeri nelle singole province Palermo con 1.292 nuovi casi, Catania 1.079, Messina 861, Siracusa 763, Trapani 463, Ragusa 386, Caltanissetta 295, Agrigento 424, Enna 135.




Fumo nero dalla zona industriale, il fuori servizio in Igcc: “cambio di gassificatore”

Una nuvola nera si è levata nel pomeriggio dalla zona industriale ed è stata chiaramente avvistata anche a chilometri di distanza. Si è trattato di uno sfiaccolamento, il cosiddetto fuori servizio, registrato all’interno dell’impianto Igcc di Lukoil. L’azienda ha informato le autorità competenti, spiegando che il fenomeno è avvenuto in occasione dell’avviamento del gassificatore 2 e fermata del gassificatore 1. Il fumo nero dal camino industriale, secondo quanto riferito dalla società, sarebbe da imputare “ai prodotti che durante l’avviamento e la fermata possono essere convogliati in torcia con possibili residui presenti nel b.d. delle torce”.
Il cambio di gassificatore era stato comunicato questa mattina ad Arpa, Protezione Civile e Comune di Priolo con la segnalazione preventiva di possibili “episodi di attivazione della torcia”.




Navarra e Castilla: due navi militari spagnole a Siracusa, impiegate in esercitazioni Nato

Due unità militari dell’Armada Spagnola in porto a Siracusa. Sono arrivate questa mattina con ormeggio alla banchina 3, nei pressi della Capitaneria di Porto. Si tratta della fregata Navarra (F85) e della nave d’assalto anfibia Castilla (L52). Secondo quanto si apprende, sono impegnate in esercitazioni internazionali programmate e ce non sarebbero riconducibili alla tensione crescente tra Russia ed Ucraina.
La “Navarra” è la quinta delle sei Fregate che formano la 41^ Squadriglia di scorta della classe “Santa Maria”. E’ entrata a far parte della Marina Militare spagnola nel maggio del 1993. Ha una lunghezza di 138 metri ed una larghezza fuori tutto di 14 metri ed un peso di oltre 4 mila tonnellate. E’ equipaggiata con tutti i sistemi ed armamenti utilizzati per la scorta e la vigilanza marittima. Ha un equipaggio di 226 persone.
La Castilla appartiene al Gruppo 2 della Flotta, con sede presso la base navale di Rota. Di classe “Galizia”, oltre ad essere una nave d’assalto anfibia, funge da piattaforma di comando per il quartier generale marittimo altamente disponibile che la Spagna mette al servizio della Nato.




Resti umani in una grotta della Pillirina, forse una antica sepoltura preistorica

In una grande grotta della Pillirina, a Siracusa, i Carabinieri hanno rinvenuto dei resti umani, probabilmente risalenti all’età preistorica. Allertati da un cittadino, hanno raggiunto l’antro al cui interno hanno notato
una calotta cranica, due conchiglie e altri presunti minuscoli frammenti di cranio.
E’ stato consultato un archeologo e, secondo una prima ipotesi, potrebbe trattarsi di una antica sepoltura come lascerebbero intendere le conchiglie.
Tutto il materiale oggetto del ritrovamento è stato preso in consegna dai Carabinieri della sezione tutela del patrimonio culturale e da un antropologo della Soprintendenza di Siracusa. In corso più approfondite indagini.




Spese all’Inda: assolti ex funzionari, dirigenti e imprenditori. “I fatti non sussistono”

Il Tribunale di Siracusa ha assolto sette tra ex funzionari dell’Inda ed imprenditori finiti sotto processo con l’accusa di associazione a delinquere e truffa. La formula è quella piena, “perchè il fatto non sussiste”. Le motivazioni della sentenza saranno rese note tra trenta giorni.
Si chiude così una vicenda iniziata nel luglio del 2015, quando i sette finirono coinvolti in un’inchiesta della Procura di Siracusa sulle spese sostenute dal 2005 al 2012 dalla Fondazione che organizza gli spettacoli al teatro greco di Siracusa. Per l’accusa, i contratti relativi alla pubblicità sarebbero stati conclusi favorendo società riconducibili a parenti o coniugi di funzionari dell’Inda.
Adesso l’assoluzione per Enza Signorelli, Vanessa Mascitelli e Corradina Riccioli (la prima ex consigliere delegato Inda, le altre due responsabili operative), e per gli imprenditori Angelo Renato, Renato Renato, Laura Scandurra e Giampiero Parrinello. Caduta anche la contestazione dell’associazione a delinquere perchè, come si legge nella sentenza, “i fatti non sussistono”.




L’ex sindaco Visentin: “Contento per assoluzioni vicenda Inda, chi paga per la gogna?”

“Il processo si conclude come non poteva che concludersi vista la assurdità delle accuse rivolte e analogamente a come si è concluso, tempo addietro, l’altro processo relativo ai finanziamenti ottenuti dalla Fondazione Inda”. Così l’ex sindaco di Siracusa, ed ex presidente del Dramma Antico, Roberto Visentin commenta l’assoluzione dei sette imputati coinvolti in una inchiesta del 2015.
“Per gli accusati di entrambi i processi sono stati anni pesanti vissuti in modo traumatico con sofferenza personale. Oggi finalmente con questa ulteriore sentenza si chiude un capitolo non certo edificante che ha gettato fango gratuito su una Fondazione come l’Inda, vanto della nostra Città. Non è mia intenzione polemizzare – continua Visentin – ma non può disconoscersi che anche questi processi iniziano in un periodo particolarmente buio e fanno il paio con altri procedimenti anch’essi finiti nel nulla”. Riferimento neanche troppo velato ai veleni che hanno attraversato la Procura di Siracusa negli anni scorsi.
“Spero che tutti quei politici che all’epoca si prodigarono con numerose e generose dichiarazioni animati da un giustizialismo d’accatto puntando l’indice accusatore contro tutti gli imputati, sicuri della loro colpevolezza e asserendo che l’Inda era stata gestita male e da un pugno di gente dedita all’imbroglio, ora che chiarezza è stata fatta su tutta la linea, abbiano il coraggio di ammettere di essersi clamorosamente sbagliati”. Poi Visentin si pone una domanda aperta: “chi paga per tutto questo?”.