Mazzarona, pochi controlli e mille discariche. Cavallaro (FdI): “Sindaco, avii percorso di riscatto”

Un ampio tratto di via Algeri versa in un grave stato igienico-sanitario. “Ci sono diverse discariche abusive, in parte sui marciapiedi e in parte sulla carreggiata, e poi ancora su un terreno incolto e non edificato in fondo alla strada. Non viene risparmiato neanche l’edificio scolastico oramai dismesso”, denuncia il dirigente regionale di Fratelli d’Italia, Paolo Cavallaro. In questi giorni ha incontrato alcuni residenti e visto con i suoi occhi quello che è il quadro di disagio igienico per chi vive da quelle parti.
“Diversi cittadini mi riferiscono che i rifiuti abbandonati sulla strada vengono spesso trasportati da soggetti provenienti da altre zone della città. Indisturbati, li gettano sulla strada confidando nell’assenza di controlli. E così gli abitanti della zona si trovano a subire le condotte illecite di quanti si recano in via Algeri solo per realizzare e alimentare discariche, lì dove i controlli sono allentati, come avviene spesso nelle periferie”, analizza Cavallaro.
Il quadro generale, anche dando uno sguardo alle condizioni delle palazzine popolari, è tutt’altro che idilliaco. “Sembra di vivere ai confini del mondo, in una zona franca. Le periferie sono spesso prive di servizi e in stato di abbandono, soprattutto quando prive di attività commerciali e luoghi di attrazione e di aggregazione. Senza servizi, peggiorano sempre più le condizioni di queste aree che ora devono subire anche l’onta delle discariche”, il pensiero dell’esponente siracusano di FdI.
Per Paolo Cavallaro il Comune dovrebbe subito istituire un tavolo tecnico permanente, con il coinvolgimento del Prefetto e delle forze dell’ordine, “perché si avvii un percorso difficile e lungo, ma possibile, di riscatto di tutte le periferie della città e di coloro che vi abitano e che cercano di combattere, spesso senza alcun aiuto delle Istituzioni, una battaglia di riscatto sociale”.
Intanto, oggi, è stata condotta una prima operazione di bonifica di ampie aree di Mazzarona sepolte dai rifiuti. “Ma senza controlli e senza servizi tra pochi giorni saremo di nuovo punto e accapo”.




Canale Galermi colabrodo, gli agricoltori in piazza: protesta sotto la Prefettura di Siracusa

Nuova protesta a Siracusa degli agricoltori utenti del canale Galermi. Le continue perdite ed i problemi di approvvigionamento idrico sono continui. In piazza, con loro, il referente provinciale della Lega, Vincenzo Vinciullo, e Mauro Basile.
“Bisogna ricordare, a scanso di equivoci, che non si tratta di un servizio che viene fornito gratuitamente, ma di un servizio pagato profumatamente e che non viene però onorato da parte di coloro i quali devono fornire acqua agli agricoltori che, per l’ennesimo anno consecutivo, rischiano di perdere il frutto del proprio lavoro, cioè il raccolto”, ha ricordato Vinciullo..
Dal 2012 diverse le proteste perchè, nonostante le somme stanziate ciclicamente dalla Regione, non si avvertono miglioramenti sostanziali nella qualità del servizio. “Gli agricoltori, in tutti questi anni, si sono scontrati contro una burocrazia insensibile ai problemi della gente, anzi con atteggiamento vessatorio nei confronti degli utenti paganti, che ha mortificato l’azione della politica, che invece si è spesa a tutela del territorio e degli agricoltori”.
Il prefetto di Siracusa ha mostrato la sua attenzione verso il caso, “e la ringraziamo. Ma sul canale Galermi lo Stato non ha alcuna competenza perchè esclusiva della Regione. Siamo stati costretti a rivolgerci alla Prefettura proprio perché abbiamo dovuto subire però l’indifferenza della Regione che è pronta a pretendere il pagamento di un servizio che, invece, non fornisce più”.




Siracusa. Servizio 118: “Gestione carente, lavoratori sotto stress e cittadini a rischio”

“La gestione del servizio di emergenza/urgenza del 118 in provincia penalizza lavoratori e cittadini”. Il segretario generale della Fp Cisl Ragusa Siracusa, Daniele Passanisi, interviene così sul tema della sanità pubblica nel territorio.

“Registriamo i – spiega  Passanisi – anomalie e disfunzioni del sistema a discapito della cittadinanza, a cominciare dalle cosiddette ambulanze “medicalizzate”, dove la preoccupante carenza di medici a bordo dei mezzi di soccorso non consente un servizio adeguato agli standard richiesti, con gravi ripercussioni sull’utenza e sugli stessi operatori”. Le ambulanze medicalizzate, infatti, sono costituite da un team formato da tre unità: autista soccorritore, infermiere e medico.Secondo il sindacato, l’assenza di questa figura “non permette di espletare il servizio in condizioni di sicurezza, costringendo gli infermieri ad assumersi responsabilità oltre a un sovraccarico di mansioni non previste dalle normative che disciplinano il sistema di emergenza/urgenza sanitaria”. L’altra categoria in sofferenza sarebbe quella degli autisti soccorritori, dipendenti della società a partecipazione pubblica Seus. “La significativa carenza di personale e una età media che si aggira intorno ai 54 anni, sta stressando sempre di più la categoria-segnala la  Cisl- così come va rilevato il fatto che  le postazioni di alcuni Comuni registrano l’assenza di  ambulanze per lunghi periodi, senza le dovute sostituzioni, a causa di guasti tecnici dei mezzi che arrecano disservizi e incolumità alla comunità, soprattutto delle zone montane. Lanciamo un forte grido d’allarme rispetto a quanto sta accadendo – ha sottolineato Passanisi – ricordando che, dopo due anni di pandemia, i lavoratori del comparto hanno sempre svolto con abnegazione e professionalità le proprie mansioni per garantire nel migliore dei modi un buon servizio all’utenza. Ecco perché rivolgiamo un accorato appello alle istituzioni e alle forze politiche presenti sul territorio al fine di dare risposte urgenti e concrete per garantire un servizio di emergenza/urgenza di qualità a vantaggio dei cittadini e, di conseguenza, garantire migliori condizioni lavorative a tutela della salute e della sicurezza di tutti gli operatori coinvolti”.




Autorità del Mare, Di Sarcina non piace a Forza Italia: continua il pressing sul ministro

Non si arresta il pressing di Forza Italia sul ministro Giovannini. Dopo la parlamentare siracusana Stefania Prestigiacomo, anche il coordinatore regionale Gianfranco Miccichè ha chiesto la revoca della indicazione di Francesco Di Sarcina per la presidenza dell’Autorità del mare di Augusta e Catania. “Consideriamo un grave precedente politico, da parte del ministro Giovannini, la scelta del presidente dell’Autorità Portuale di Catania-Augusta senza la consueta condivisione da parte di tutti i gruppi parlamentari e, segnatamente, senza aver prima consultato Forza Italia, che fa parte della maggioranza di Governo e senza aver tenuto conto poi delle giuste rimostranze del gruppo che gli ha chiesto di rivedere la sua scelta”, scrive in una nota Miccichè richiamando così le motivazioni ripetute anche in aula nei giorni scorsi dall’ex ministro Prestigiacomo.
“Altrettanto grave – rincara Miccichè – appare il concerto che il Presidente della Regione Musumeci ha dato per una nomina in cui la Sicilia viene relegata a innocua e irrilevante provincia dell’impero al punto di mandare da noi un dirigente che bisognava spostare per lasciare libero un posto a La Spezia. Questa vicenda segna un vulnus di affidabilità nei rapporti fra Forza Italia e il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e della Mobilità sostenibile e una pagina triste e grigia per la Presidenza della Regione siciliana che non ha colto il valore di questa battaglia”.




Siracusa. Contrasto alle piazze di spaccio, blitz in via Algeri: arresti e sequestri di droga

Azione di contrasto allo spaccio di stupefacenti ieri notte a Siracusa. Gli agenti delle Volanti sono entrati in azione in via Algeri, sottoponendo a controllo due uomini, di 41 e 45 anni, già noti alle forze dell’ordine per reati specifici.
La perquisizione ha dato esito positivo. I poliziotti hanno rinvenuto 313 euro in contanti, probabile provento dell’attività illecita, circa 5 grammi di marijuana, 0.40 di hasish e 0.23 di cocaina nonché un bilancino di precisione ed alcuni fogli di carta nei quali era annotata dettagliatamente la fruttuosa attività di spaccio.
I due uomini, dopo gli adempimenti di rito, sono stati sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
Nella stessa giornata, gli agenti della Squadra Mobile, con la collaborazione dei cinofili della Questura di Catania, nell’ambito di servizi di controllo del territorio mirati a contrastare il traffico di sostanze stupefacenti, hanno eseguito una perquisizione nell’abitazione di un giovane di 27 anni e lo hanno tratto in arresto poiché trovato in possesso di sostanza stupefacente e di una pistola a salve.
La perquisizione ha permesso di rinvenire 381 grammi di marijuana e 8,6 grammi di cocaina nonché un bilancino di precisione ed altro materiale per il confezionamento.

Indagini anche sul rinvenimento della pistola a salve modificata, con annesso caricatore contenente quattro cartucce rinvenuta. Anche il giovane è stato posto ai domiciliari. L’accusa è di  detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente e detenzione di arma clandestina.
Infine, gli agenti della Squadra mobile hanno eseguito un ordine di carcerazione, emesso dal Tribunale di Siracusa, che revoca la precedente misura degli arresti domiciliari, nei confronti di un uomo di 54 anni.
Quest’ultimo è stato condannato a 4 mesi di reclusione poiché riconosciuto colpevole del reato di tentato furto aggravato commesso a Floridia nel 2017.
Al momento dell’esecuzione dell’ordinanza di carcerazione, l’uomo è stato trovato in possesso di 14 grammi di cocaina e 6 grammi di marijuana, già suddivisi in dosi, nonché di materiale per il confezionamento. Per questo è stato arrestato in flagranza di reato per detenzione ai fini di spaccio di stupefacente. E’ stato condotto nel carcere di Cavadonna.




Controlli in un bar di Noto,scatta la chiusura per 30 giorni:troppe regole violate

Chiusura per trenta giorni.Il provvedimento è stato adottato a carico di un bar di Noto. L’esercizio pubblico si trova in via Pergolesi, nella zona periferica del centro barocco. Gli agenti del commissariato, guidati dal dirigente Arena, hanno notificato al titolare il provvedimento emesso dal questore a seguito di accertamenti espletati. Numerosi erano stati gli esposti presentati dai residenti della zona, che lamentavano non solo urla, schiamazzi e turpiloqui per tutta la notte, ma anche abbandono di rifiuti, soprattutto bottiglie di birra,  nonché episodi di ubriachezza e soddisfacimento delle esigenze fisiologiche in pubblico. Musica ad altissimo volume ed auto danneggiate avrebbero fatto da ulteriore elemento di fastidio. Ad agevolare il lavoro della polizia, anche le immagini degli impianti di videosorveglianza della zona. In effetti, hanno appurato gli uomini delle Volanti, sono state diverse le liti e più volte gli eccessi. Quel bar sarebbe polo di attrazione per “gente poco ligia al rispetto delle regole”:
Nel mese di novembre 2021 il titolare dell’esercizio commerciale è stato sanzionato per violazione della normativa sul contenimento epidemiologico, insieme ad altri quattro avventori identificati all’interno dei locali, tutti privi di green pass.
Il 15 gennaio , gli agenti del Commissariato, insieme  all’Agenzia delle accise, dogane e monopoli di Siracusa (ADM), hanno effettuato un controllo amministrativo, constatando che il titolare , pur non essendo in possesso della tabella dei giochi proibiti, che deve essere obbligatoriamente esposta all’interno del locale, aveva installato e posto a disposizione degli avventori del bar apparecchi da gioco che non erano collegati alla rete statale di raccolta del gioco.
L’uomo era stato denunciato e sanzionato amministrativamente per un totale di 44.000 euro.
Nella giornata di ieri, infine, è stato emesso, appunto, il provvedimento di chiusura e sospensione della licenza per 30 giorni.

 

 

 

 

 




Riaprono i cancelli del Castello Eurialo,visite gratuite per la Giornata della Guida Turistica

Il Castello Eurialo torna aperto al pubblico. Con la nuova stagione turistica, lo sforzo del Parco Archeologico sarebbe quello di garantirne l’apertura per almeno tre giorni a settimana.

Prima che il piano venga definitivamente messo a punto dalla direzione, la Giornata della Guida turistica, sabato e domenica, consentirà un anticipo di quello che successivamente dovrebbe rientrare a pieno regime nell’offerta turistica della città.

Apertura straordinaria, dunque, domani e dopodomani. Per la giornata di sabato, visite gratuite dalle 11:30 alle 16: 30. Domenica, invece, dalle 9:30 alle 12:30.

La giornata sarà celebrata anche a Palazzolo con Mascia Gallitto (sabato alle 10:00, alle 12:00 e alle 16:00 e domenica alle 10:00 e alle 12:00) e a Sortino con Paolo Cavarra (solo domani alle 10:00 e alle 15:30 con visite e degustazioni).

Tornando al Castello Eurialo, il presidente dell’Associazione delle Guide Turistiche, Carlo Castello ricorda quanto il sito sia importante, per una serie di ragioni.

“Stiamo parlando della madre di tutte le fortezze- commenta- in cui per la prima volta si vedono i fossati, qul ponte levatoio, i percorsi sotterranei. Costruzione straordinaria non solo dal punto di vista difensivo ma anche offensivo. Da quel punto, inoltre- ricorda Castello- si può godere di un panorama straordinario, soprattutto quando il cielo e terso”.

La giornata della guida turistica si festeggia in tutto il mondo, con visite guidate gratuite e la possibilità di accedere a monumenti altrimenti non accessibili.

A Siracusa le visite guidate si susseguiranno senza soluzione di continuità. Ogni giro durerà circa un’ora e un quarto. “Il castello è stato ripulito- ricorda Castello- e certamente va ringraziato il direttore Carlo Staffile per averci concesso la possibilità di organizzare queste due giornate. Tra i luoghi in cui si potrà tornare, una galleria di circa 180 metri prima non percorribile”.

I partecipanti dovranno essere in possesso di Green Pass. Ci si muoverà in gruppi di 20 persone al massimo.




Covid, il bollettino: 761 nuovi positivi in provincia, tutti i numeri del capoluogo (-65)

Sono 761 (-108) i nuovi casi di covid19 in provincia di Siracusa, rilevati nelle ultime 24 ore. Uno sguardo in dettaglio ai numeri del capoluogo, dove per il terzo giorno consecutivo si registrano più guarigioni che nuovi casi. E così può continuare la discesa del numero degli attuali positivi. Sono oggi 2.034, 65 in meno rispetto a ieri. Crolla il dato relativo alle persone in isolamento fiduciario a Siracusa città: sono oggi appena 13 (ieri 44).
Situazione ricoveri, nuovo aumento: sono 46 (+6) i siracusani del capoluogo all’Umberto I per covid. Per 43 (+5) ricovero in regime ordinario, 3 (+1) in terapia intensiva.
Sempre bassi i numeri delle vaccinazioni: sono state 535 nel solo capoluogo nelle ultime 24 ore. Prime dosi 89, 161 seconde e 285 booster.
In Sicilia, sono 5286 i nuovi casi di covid19 registrati a fronte di 33.074 tamponi processati. Gli attuali positivi sono 251.275 (-2.175). I guariti sono 7.632, 36 i decessi. Negli ospedali siciliani sono 1.343 (-58) i ricoverati, 104 (-6) in terapia intensiva. Questi i numeri del contagio nelle singole province: Palermo 1.258 nuovi casi, Catania 1.327, Messina 559, Siracusa 761, Trapani 335, Ragusa 389, Caltanissetta 323, Agrigento 424, Enna 117.




Gianni e l’incarico a Musco: “Il tecnico che serviva per un progetto ambientale da 40mln”

“Ho scelto una persona con le opportune conoscenze da giurista ambientale e capace di far si che il Comune di Priolo potesse partecipare ad un bando importantissimo, con fondi del Pnrr. Se per il PD e per Italia Viva non ha più diritto di lavorare perchè è stato destituito dalla magistratura, sono problemi loro…”. Senza mai nominarlo, il sindaco di Priolo Pippo Gianni risponde così alle critiche mosse per la decisione di nominare l’ex pm Maurizio Musco consulente del Comune, per la redazione di un progetto per un nuovo impianto di riciclo dei rifiuti urbani. “Non è un mio consulente, gli è stato assegnato un incarico una tantum per fornire la dovuta assistenza tecnico-giuridica per il nostro progetto innovativo”, spiega ancora il primo cittadino priolese.
Il “progetto innovativo” per il quale Musco ha fornito la sua assistenza tecnico-giuridica è quello relativo alla costruzione a Priolo di un impianto di biogas. Per la sua realizzazione, il Comune di Priolo sta partecipando ad un bando del Pnrr con la richiesta di 40 milioni di euro. La somma dà la dimensione dell’impianto, destinato nei piani dei suoi progettisti a servire l’intera provincia di Siracusa. L’area su cui potrebbe sorgere – qualora venisse finanziato – è stata già individuata: si tratta di un terreno ex Asi, acquistato dal Comune di Priolo negli anni scorsi. Si trova poco fuori il centro abitato e presenterebbe già le caratteristiche necessarie per ospitare un simile impianto. Tutti i Comuni della provincia di Siracusa potrebbero conferire qui la loro frazione organica, tagliando i costi di trasporto e conferimento del rifiuto e – di rimando – il costo del servizio in bolletta.
Il rifiuto organico verrebbe trattato all’interno di un sistema chiuso che utilizza due processi, la digestione anaerobica e il compostaggio. Il biogas prodotto viene sottoposto a upgrading, un trattamento di “purificazione” per eliminare CO2, impurità ed inquinanti. Il biometano, per fare un esempio, è un combustibile rinnovabile usato oggi per produrre elettricità, calore o per l’autotrazione.
Per la sua collaborazione come esperto esterno, a Maurizio Musco è stata riconosciuta dal Comune di Priolo la somma di 4.900 euro.




Due termoutilizzatori in Sicilia, sette imprese pronte a costruirli. “Basta discariche”

Sono sette le manifestazioni di interesse arrivate al 31 dicembre per la realizzazione di due termoutilizzatori, uno per l’area occidentale e uno per quella orientale della Sicilia, così come previsto dal Piano regionale dei rifiuti. Tre proposte hanno indicato un sito nella parte occidentale dell’isola e quattro in quella orientale. Secondo le stime, il costo di un singolo impianto può arrivare fino a 570 milioni di euro, in base alle caratteristiche previste dal progetto di fattibilità, con una capacità di trattamento fino a 450 mila tonnellate all’anno. Le sette proposte sono allo studio del Nucleo tecnico di valutazione, composto da otto dirigenti generali di altrettanti dipartimenti regionali competenti in materia, che si esprimerà entro i prossimi 15 giorni per le valutazioni di competenza. Il progetto di fattibilità approvato sarà quindi posto a base di una gara per l’affidamento della concessione, alla quale verrà invitato il proponente, e che dovrebbe richiedere circa sei mesi. I tempi di realizzazione di un impianto sono in media di tre anni, si va da un minimo di 6 a un massimo di 57 mesi.
Sono i dati emersi durante la conferenza stampa di questa mattina a Palazzo Orleans, sulla gestione dei rifiuti. “Siamo sulla buona strada per liberare la Sicilia dalla schiavitù delle discariche, una situazione che è resa ancora più pesante per la contiguità con ambienti spesso mafiosi e spregiudicati”, ha detto il presidente della Nello Musumeci. Il governatore ha ricordato anche che “in Sicilia ci sono 511 discariche dismesse, nonostante il significativo aumento della raccolta differenziata portiamo ancora troppa spazzatura negli impianti di smaltimento esistenti. Per questo abbiamo bisogno di trasformare i rifiuti in risorsa con i termoutilizzatori. Raggiungere l’obiettivo della realizzazione dei due termoutilizzatori sarebbe un risultato storico, ma la nostra prima preoccupazione è vigilare sulla correttezza della procedura, cercando di essere quanto più celeri possibile. Non ci deve essere spazio per intrusioni criminali”.
All’inizio della legislatura la raccolta differenziata era ferma al 19 per cento, oggi supera il 47 per cento grazie anche all’impegno dei Comuni. I più virtuosi, infatti, superano il 70 per cento, sebbene il tasso di differenziata si riduca drasticamente nelle tre città metropolitane. A oggi, secondo gli ultimi dati ancora in attesa di certificazione, Catania è passata dal 22 al 40 per cento, Messina sfiora il 50 per cento, mentre Palermo si attesta al 18 per cento.
Numeri che l’assessore regionale dell’Energia e dei servizi di pubblica utilità, Daniela Baglieri, giudica con grande positività: «Il modello della discarica è obsoleto, dobbiamo avviare una transizione verso un modello di economia circolare. Abbiamo investito più di 350 milioni per gli impianti di compostaggio e le best practices che stiamo seguendo puntano a creare un sistema moderno di gestione dei rifiuti, che consente la riduzione delle tariffe e un vantaggio per i cittadini».
Per Calogero Foti, direttore generale del Dipartimento regionale Acqua e Rifiuti, “i termoutilizzatori sono l’ultimo tassello di una politica portata avanti nella direzione del recupero e riciclo dei rifiuti. Oggi le discariche sono quasi tutte sature, l’alternativa non può che essere la trasformazione dell’indifferenziato in recupero di materia o di energia, che costituisce un’utilità per i cittadini e un risparmio per l’amministrazione rispetto ai costi di trattamento dei rifiuti, di conferimento in discarica e di eventuale bonifica delle stesse. Infatti nel Pnrr abbiamo inserito 60 milioni per bonificare le discariche dismesse. Somme che sarebbero state risparmiate se negli anni precedenti si fosse perseguita una politica diversa da quella delle discariche”.
Critiche le opposizioni. “Gli inceneritori di Musumeci? Campagna elettorale di chi ormai sente franare il terreno sotto ai piedi, fatta, tra l’altro, in un mare di contraddizioni. Il presidente della Regione aveva tutto il tempo per farli prima e li tira fuori ora solo adesso, ben sapendo che vedranno la luce, se mai la vedranno, ben lontano dall’emergenza che stiamo vivendo adesso”. Lo afferma il capogruppo del M5S all’Ars, Nuccio Di Paola, assieme ai componenti 5 stelle della commissione Ambiente di palazzo dei Normanni, Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito”.
“Intanto – dice Di Paola – sgombriamo il campo dagli equivoci e chiamiamoli col loro vero nome: inceneritori. Non è giocando sulle parole che se ne modifica la natura. Noi siamo sempre stati contro e sempre lo saremo e non siamo certamente malavitosi. É vergognoso e gravissimo infatti il concetto espresso oggi dal presidente, secondo cui chi è contro gli inceneritori sta dalla parte della malavita. Ma questo fa parte del personaggio Musumeci: insultare e offendere pesantemente chi non la pensa come lui, o peggio, osa addirittura criticarlo”. Di Paola sottolinea le numerose contraddizioni di Musumeci sul versante inceneritori. “L’emergenza – dice – è adesso. É ora che la Sicilia non ha dove mettere i rifiuti. Nell’attesa che si realizzino, che faremo?”. Le numerose contraddizioni sono messe in evidenza anche da Trizzino, Campo e Zito.
“Affermare – dicono – di volere sottrarre i rifiuti dalle mani dei privati (proprietari di discariche) e poi fare costruire termovalorizzatori sempre attraverso il ricorso ai privati è un ragionamento così ridicolo che non ha bisogno di essere commentato. Se davvero vuoi sottrarre i rifiuti dalle mani dei privati, perché ancora la Sicilia è il fanalino circa gli impianti pubblici per la raccolta dell’umido, che rappresenta il 40% dei rifiuti?”.
“Sempre in tema di grandi contraddizioni – continua Trizzino – va sottolineato che costruire due inceneritori va contro il ragionamento dello stesso Musumeci, il quale propone di dividere la Sicilia in 9 ambiti territoriali e di garantire ad ognuno di essi l’autosufficienza”.
“Musumeci – continua Trizzino – tranquillizza dicendo che nei termovalorizzatori, pardon negli inceneritori, non finiranno rifiuti pericolosi? Bene, possiamo tranquillizzarlo noi a sua volta: non è lui che decide cosa va ad incenerimento, ma le leggi. Queste affermazioni dimostrano che c’è forse un po’ troppa approssimazione quando si parla di temi così delicati”. Nel discorso di Musumeci secondo il M5S ci sono tante altre grosse imprecisioni, tra queste il fatto che gli inceneritori non sono previsti nel piano rifiuti. “Il piano dei rifiuti, quello pubblicato ad aprile del 2021 (e non al primo anno di legislatura, come afferma Musumeci) – afferma Trizzino – rinvia ad un altro piano per la determinazione delle frazioni da inviare in eventuali inceneritori. Dunque, gli inceneritori non sono previsti”.
Anche Claudio Fava mostra tutte le sue perplessità. “Gli inceneritori così cari al Presidente della Regione Nello Musumeci non servono a nulla se non ad alimentare il business dei signori dei rifiuti. Non risolveranno nessun problema nell’immediato visto i tempi di realizzazione e saranno superati quando, e se vedranno mai la luce.
Musumeci sa bene che la realizzazione di questo tipo di strutture non rientra nelle strategie europee sui rifiuti e sa bene che entrerebbero in servizio in un quadro normativo che punta alla produzione zero dei rifiuti quindi in assenza, o quasi, di combustibile. Non è un caso che modelli tanto sbandierati, come Germania, Danimarca e Olanda stiano dismettendo i propri impianti proprio perché metodologia superata ed oramai antieconomica. Avevamo le discariche mentre nel resto d’Europa si eliminava il conferimento in discarica e ora rischiamo di avere i termovalorizzatori mentre il resto di Europa li dismette. Una regione sempre 30 anni indietro. A tutto.”