Rogo alla Ecomac, la Procura indaga 4 persone: le accuse sono di incendio e inquinamento

Sono quattro le persone iscritte nel registro degli indagati dalla Procura di Siracusa a seguito dell’incendio avvenuto lo scorso 5 luglio nell’impianto Ecomac. Le accuse contestate sono di incendio e inquinamento.
Il procuratore di Siracusa, Sabrina Gambino, ha spiegato che, nel corso delle indagini, “questo ufficio avvalendosi del personale di Polizia Giudiziaria del Nictas e della Guardia di Finanza di Augusta ha provveduto alla restituzione delle aree interessate dal rogo alla società Ecomac Smaltimenti nonché all’effettuazione di campionamenti sui rifiuti interessati alle  fiamme. Le attività sono state poste in essere anche con l’ausilio dei tecnici dell’Arpa e dei vigili del fuoco di Siracusa”.
L’impianto di stoccaggio, situato in contrada San Cusumano ad Augusta, è già stato protagonista di tre incendi; l’ultimo, verificatosi il 24 agosto scorso, è stato rapidamente circoscritto. Più gravi furono invece quello del 5 luglio 2025 e il precedente del 2022, quando si sprigionò una densa nube nera con ricadute di diossine e furani in diversi centri limitrofi.
In merito alle iscrizioni nel registro degli indagati, la Procura sottolinea che “le iniziative investigative sono state svolte con la partecipazione degli indagati 4 debitamente informati delle incolpazioni al loro carico riguardanti nello specifico i delitti di incendio ed inquinamento. I soggetti destinatari degli avvisi necessari per la partecipazione alle attività sono ad oggi stati individuati in ragione delle posizioni rivestite, individuazione resa necessaria al fine di garantire i diritti di difesa”.




La morte di Calogero Giuliana, depositata opposizione alla richiesta di archiviazione

E’ stato depositato quest’oggi l’atto di opposizione avverso la nuova richiesta di archiviazione in ordine alla posizione processuale dell’unico indagato per la morte della guardia giurata Calogero Giuliana. La richiesta di archiviazione è stata, questa volta, avanzata dal Procuratore Generale di Catania secondo cui l’indagato non avrebbe partecipato attivamente all’omicidio – oramai acclarato ed accertato – ma sarebbe stato soltanto responsabile dei reati di favoreggiamento personale (in favore di un terzo, rimasto però non identificato) e di omissione di soccorso nei confronti del Giuliana, quando questi era ancora vivo ed agonizzante, dopo la sparo subito – per mano diversa dalla sua – ad opera della sua stessa pistola, poi ripulita di ogni impronta digitale.
L’opposizione mira, invece, a dimostrare – come spiegano fonti vicine ai familiari, difesi e assistiti dall’avvocato Alessandro Cotzia – che l’indagato avrebbe avuto un ruolo primario e diretto, non solo nel compimento dell’azione omicidiaria posta in essere, ma anche in ordine a tutte le altre condotte volte ad agevolare ed accelerare la morte della guardia giurata, a simularne l’auto-sparo, a depistare le indagini ed a manipolare la scena del delitto.
Si attende, ora, la decisione del Gip di Siracusa, previa fissazione dell’udienza camerale da dedicare alla trattazione della proposta opposizione.




Stop ai cellulari in classe, Giuffrida (ANP): “Non basta togliere il problema, serve educazione”

Il ritorno in classe in Sicilia si avvicina e il primo settembre per chi lavora a scuola rappresenta una data importante.
L’anno scolastico 2025/2026 avrà inizio lunedì 15 settembre 2025 e terminerà martedì 9 giugno 2026. A stabilirlo, nei mesi scorsi, è stato un decreto firmato dall’assessore regionale all’Istruzione Mimmo Turano, che riguarda tutte le scuole di ogni ordine e grado operanti nell’Isola e che regolamenta le attività didattiche per l’intero anno scolastico 2025/2026.
Questo nuovo anno scolastico segna un’importante novità: l’utilizzo degli smartphone sarà vietato in tutti gli ordini di istruzione, comprese le scuole superiori. La misura è stata comunicata nei mesi scorsi dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. L’obiettivo è quello di ridurre le distrazioni, aumentando così l’attenzione durante le ore di lezione.
Sul tema è intervenuta questa mattina ai microfoni di FMITALIA Pinella Giuffrida, referente provinciale dell’Associazione Nazionale Presidi.
“Quello che è davvero preoccupante è che è sempre più crescente questa forte dipendenza dei ragazzi dal telefono. Dipende tantissimo comunque dall’educazione che loro hanno avuto in famiglia e da quanto i genitori sono riusciti ad evitare questa sorta di dipendenza. Ma un ragazzino che non ha il telefono, o che non usa alcuni giochi o roba di questo genere, a volte resta anche escluso dal gruppo”.
Sulla circolare Valditara, la Giuffrida precisa: “Noi dirigenti spesso abbiamo imposto, tra virgolette, questa sorta di divieto quando soprattutto ci siamo accorti che appunto esistono situazioni molto gravi. Non dimentichiamo che il cyberbullismo inizia tra i banchi di scuola e abbiamo esempi preclari di studenti, di ragazzi giovanissimi, che hanno problemi e difficoltà a causa dell’uso distorto che si fa di questo mezzo. È che il Ministero si preoccupa per una situazione di questo genere ed è chiaro anche che questa situazione che noi vediamo adesso in Italia è stata molto prima affrontata in altri Paesi del mondo, pensiamo all’America, per esempio, dove queste cose, se non vengono arginate, se non viene posto un freno, possono portare a situazioni veramente pesanti”.
Adesso la questione è capire come verrà applicata nella scuole siracusane la circolare del Ministero: “È chiaro che ogni collegio dei docenti e ogni dirigente ha il suo modus operandi e quindi non tutti faranno la stessa cosa. Sicuramente c’è un’industria che sta partendo sugli armadietti dei telefonini che però, dal mio punto di vista, lascia il tempo che trova, perché quando tu vai a togliere il problema alle radici, eliminandolo, non l’hai risolto. Se lo studente è dipendente e devi togliergli un telefono per non farglielo usare, non hai assolto al tuo compito educativo”.
“È chiaro poi che con gli studenti più grandi diventa ancora più difficile. Quello che è molto importante è dare delle regole e fare in modo che gli studenti possano rispettarle, comprese anche le sanzioni nel caso in cui queste regole non dovessero essere rispettate”.
Per la referente provinciale dell’Associazione Nazionale Presidi la questione non è la punizione, quanto il fatto che lo studente deve capire che ha infranto una regola e che c’è comunque una sanzione.
“Quello che noi diciamo alle famiglie è: aiutateci a fare crescere bene i vostri figli e a tutelarli tutti, perché da un gioco stupido, da un gioco innocente, possono venire fuori dei problemi per alcuni studenti, o per tanti studenti, che poi è difficile recuperare”.




Ispettorato del Lavoro in un’azienda e in un cantiere edile del siracusano, sanzioni per 7mila euro

Sanzionati per circa 7mila euro azienda e cantiere edile nel siracusano per violazioni in materia di sicurezza. È il bilancio dell’attività di controllo che nei giorni scorsi ha visto impegnati gli ispettori del Contingente INL Sicilia in servizio a Siracusa.
Due le ditte sanzionate, un’azienda che produce pitture e un cantiere edile, operanti in due diversi comuni della provincia.
Nella prima sono state accertate la presenza di parapetti non correttamente chiusi a termine attività lavorativa in quota, vie di emergenza non sgombre, circolazione dei mezzi d’opera e dei pedoni non regolamentata da segnaletica orizzontale, insufficiente abbattimento delle polveri prodotte durante il confezionamento. La sanzione inflitta è di poco inferiore ai 2.000 euro.
Nel cantiere sono stati riscontrati scavi non delimitati perimetralmente e materiale di risulta inadeguatamente posto presso il ciglio dello stesso scavo. La sanzione è pari a poco meno di 3.000 euro. Nello stesso cantiere è stata accertata una violazione prevenzionistica a carico del coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione per non aver correttamente adeguato il Piano di Sicurezza e Coordinamento, non contemplando, di fatto, il rischio microclimatico da severo caldo a cui sono esposti i lavoratori. Quest’ultima violazione ha comportato un’unica sanzione per un importo di poco superiore a 2.000 euro.

Foto dal web.




Analisi del sangue, la protesta dei laboratori: “Da oggi solo a pagamento”

Stop alle analisi del sangue in esenzione a partire da oggi. “Dall’1 settembre si lavorerà esclusivamente in regime privatistico”. E’ la comunicazione che ha fatto la propria comparsa in alcuni laboratori della provincia di Siracusa. Il problema non è nuovo, al contrario, si ripropone ciclicamente, con il relativo braccio di ferro tra le strutture convenzionate e la Regione Siciliana. Per spiegarla in breve, “i budget assegnati annualmente dalla Regione alle strutture sanitarie private si sarebbero dimostrati insufficienti a garantire l’esecuzione delle prestazioni di analisi cliniche”, secondo quanto spiegato negli avvisi affissi. “Negli ultimi anni abbiamo operato in regime di convenzionamento, anche oltre il limite del budget assegnato, assumendoci il rischio di non avere rimborsate tutte le prestazioni eseguite. Questa politica, tuttavia- il messaggio è chiaro- non può più essere mantenuta perché le norme attuali hanno confermato con assoluta certezza che le prestazioni eseguite oltre il budget mensile non saranno rimborsate dal Sistema Sanitario Regionale”. Per questa ragione da oggi e fino al 31 dicembre prossimo, le analisi saranno- nelle strutture che hanno deciso di adottare la linea dura- esclusivamente a pagamento, eccezion fatta per le prestazioni esenti con codice 048 e quelle prenotate con prescrizione cumulativa. Una scelta che penalizza certamente gli utenti ma che, proprio per questo, rappresenta il tentativo di costringere la Regione a riaprire il confronto con i rappresentanti dei sindacati e delle strutture sanitarie convenzionate siciliane. A prescindere dai percorsi portati avanti dalle sigle di categoria, in realtà, le singole strutture adottano da tempo le proprie decisioni, a seconda del budget mensile di cui dispongono e del momento dell’anno in cui questo viene esaurito. “In effetti- spiega Alessandro Costa, responsabile di un noto laboratorio analisi della zona via di via Tisia- nel nostro caso, in media, il budget si esaurisce a giugno. Abbiamo scelto di far pagare 5 euro agli utenti, per evitare di penalizzarli ma non sappiamo se in futuro saremo costretti ad adottare provvedimenti più drastici, come hanno fatto altre strutture del territorio. Il problema è sempre lo stesso. La Regione Siciliana è perfettamente a conoscenza dei flussi, che mensilmente vengono comunicati dai laboratori. Significa che le esigenze sono note, ma non si agisce comunque di conseguenza. Consideriamo anche che le domande di prestazione aumentano, cresce il numero di cittadini che hanno diritto all’esenzione, sia per patologia e sia per reddito. A fronte di tutto questo, non abbiamo ancora nemmeno il contratto del 2025. Una situazione sempre più difficile- conclude Costa- di cui si deve necessariamente tenere conto”.




Azzerata la giunta comunale di Pachino, Gurrieri: “Mesi intensi, esperienza importante”

La settimana politica si apre con il rimpasto di giunta a Pachino. Più che una messa a punto della squadra di governo cittadino, un vero e proprio azzeramento con gli assessori chiamati a rassegnare le dimissioni per dare vita alla giunta Gambuzza 2. Anche il vicesindaco Giuseppe Gurrieri ha protocollato le dimissioni. “Sono stati mesi straordinari, nel corso dei quali ho imparato molte cose, arricchendomi sul piano personale e professionale”, scrive nella lettera in cui definisce “un’esperienza straordinaria” l’esperienza amministrativa partita lo scorso giugno. “Sono molto soddisfatto ed orgoglioso, consapevole di essermi dedicato con competenza, lealtà ed impegno al Comune, senza risparmio in termini di tempo e di sforzo organizzativo, con l’unico obiettivo che è stato quello di ben amministrare la cosa pubblica, ricevendo la collaborazione di tutti gli uffici che sempre hanno saputo rispondere prontamente alle singole esigenze che si sono presentate”, aggiunge.
Poi i ringraziamenti al partito (Forza Italia), agli elettori ed ai sostenitori tutti e tra questi anche il sindaco Gambuzza che lo ha voluto fortemente al suo fianco. “Sarò sempre disponibile a fornire la mia esperienza anche dall’esterno – conclude Gurrieri – per un dovere di continuità e di presenza nel territorio a favore di Pachino e dei Pachinesi”.




Cambiano i vertici della Polizia in provincia di Siracusa: nuovi incarichi ad Avola e in Questura

Cambiano i vertici di due Uffici della Polizia di Stato in provincia di Siracusa. Il dott. Pietro D’Arrigo, dal luglio 2022 dirigente del Commissariato di Avola, è stato chiamato a ricoprire l’incarico di dirigente della Squadra Mobile della Questura di Siena. In questi anni alla guida del Commissariato avolese ha conseguito significativi risultati sia sul fronte della prevenzione che della repressione dei reati. Nonostante la giovane età e i pochi anni di servizio come funzionario della Polizia di Stato, si è distinto per le spiccate doti professionali e umane, che hanno permesso agli operatori del Commissariato di lavorare in un clima di serenità e proficuità. Rilevante anche il suo impegno nel dialogo con la società civile, i cittadini e le autorità scolastiche e comunali, sempre improntato a una collaborazione sinergica con le istituzioni del territorio.
A sostituirlo ad Avola sarà la dott.ssa Roberta Corsaro, già dirigente dell’Ufficio Volanti della Questura di Siracusa. In questi anni ha acquisito una solida esperienza nel controllo del territorio che metterà a disposizione del nuovo incarico con lo stesso entusiasmo e la stessa professionalità già dimostrati.
Alla guida delle Volanti della Questura subentra invece il dott. Giuseppe Garro, Commissario Capo, proveniente da Licata, dove ha diretto il Commissariato dopo aver ricoperto l’incarico di responsabile della Squadra Investigativa del Commissariato di Gela.
Il Questore Roberto Pellicone questa mattina ha ricevuto la dott.ssa Corsaro e il dott. Garro per augurare loro un proficuo lavoro a servizio della cittadinanza ed ha ringraziato il dott. D’Arrigo per il lavoro svolto in questa provincia augurandogli ulteriori risultati per il suo nuovo incarico.




Infermieri di comunità, la Regione si attiva. Gennuso (FI): “Bene lavoro avviato, ma serve di più”

“Prendo atto delle dichiarazioni dell’assessore Faraoni sulla formazione degli infermieri di famiglia e comunità, ma è fondamentale che la Regione investa in questa figura professionale strategica per il benessere delle nostre comunità”. A dirlo è Riccado Gennuso, deputato regionale di Forza Italia, che commenta le parole dell’assessore alla Salute Daniela Faraoni, che ha comunicato l’avvio dei percorsi formativi al Cefoas per gli infermieri di famiglia e comunità.
Gli infermieri di famiglia e di comunità, come sottolineato nelle ore scorse dall’assessore Faraoni, svolgeranno il proprio ruolo nei distretti sanitari (case di comunità, cot, ospedali di comunità e unità di continuità assistenziale) e rappresenteranno una figura professionale centrale nel processo di assistenza a livello territoriale.
“Ricordo che già nel marzo 2023 ho presentato un disegno di legge specifico per istituire formalmente questa figura, regolandone ruoli, competenze e funzioni. – commenta Gennuso – Su questo tema occorre maggiore energia e un atteggiamento più propositivo da parte di tutti.
Per questo auspico che il Governo sostenga in Assemblea Regionale un approccio operativo che porti ad approvare il disegno di legge già presentato, una proposta concreta per dare struttura normativa a un servizio essenziale.
L’infermiere di comunità rappresenta un pilastro importante per una sanità di prossimità efficace, lavorando insieme ai medici di famiglia, ai pediatri e alle altre figure sanitarie territoriali.”




Completati ad Avola i lavori edili della prima Casa della Comunità in provincia di Siracusa

Sono stati completati, nella sede dell’ex ospedale “G. Di Maria” di Avola, i lavori della prima Casa della Comunità realizzata sul territorio della provincia di Siracusa.
Si tratta della prima infrastruttura completa degli interventi previsti dal PNRR, mentre è a pieno regime dallo scorso anno il progetto sperimentale della Casa della Comunità e dell’Ospedale di Comunità negli spazi esistenti del presidio ospedaliero “G. Trigona” di Noto.
L’intervento, nel vecchio ospedale di Avola, ha interessato una superficie di circa 920 mq al piano terra dell’edificio, con opere di ristrutturazione e rifunzionalizzazione volte a restituire al territorio spazi moderni, sicuri ed efficienti.
“Si tratta di un traguardo storico per la sanità locale grazie all’impegno dell’Ufficio Tecnico aziendale, del RUP e dell’impresa esecutrice dei lavori – commenta il direttore generale dell’ASP di Siracusa Alessandro Caltagirone -, la nuova struttura sarà un punto di riferimento per cure e servizi di prossimità, avvicinando l’assistenza sanitaria ai cittadini e rafforzando la rete di presidi territoriali.
Sono in corso gli accertamenti e le attività di collaudo che presumibilmente saranno completate entro 30 giorni circa, mentre sono state avviate le procedure per l’acquisto di arredi e attrezzature e per il reclutamento del personale così da programmare l’entrata in esercizio della struttura di Avola ancora prima della scadenza del 31 marzo 2026 prevista dal PNRR. Confidiamo di poter dare presto notizia di ulteriori completamenti relativi alle altre 11 Case della Comunità attualmente in corso di esecuzione e ai quattro Ospedali di Comunità distribuiti sull’intero territorio provinciale, interventi fondamentali per ampliare l’offerta sanitaria e garantire strutture di prima cura, pilastri del potenziamento della sanità territoriale secondo i più recenti modelli e standard ministeriali”.




“Compro oro” a Siracusa, il Codacons denuncia possibili pratiche scorrette

Il Codacons denuncia possibili pratiche scorrette a Siracusa da parte di alcuni negozi appartenenti a una nota catena di “compro oro” operante in Sicilia.
“All’interno di questi esercizi commerciali – spiega l’avvocato Bruno Messina, presidente del Codacons Siracusa – la pratica che ci è stata segnalata è la seguente: il negoziante indicherebbe alla persona un corrispettivo di 65 euro al grammo per l’oro conferito, cifra che corrisponde alla quotazione dell’oro puro a 24 carati. Tuttavia, una volta conclusa la transazione, al consumatore verrebbe comunicato che i propri gioielli (collane, bracciali, orecchini, ecc.) non sono in oro puro, bensì a 18 carati, e quindi l’importo effettivamente riconosciuto sarebbe pari a soli 59,40 euro al grammo”.
Il Codacons sottolinea che se quanto denunciato venisse confermato, si tratterebbe di un comportamento fuorviante. “Il contesto economico attuale – prosegue Messina – ha spinto sempre più siciliani a monetizzare i propri beni di valore, come i gioielli, per far fronte alle spese quotidiane. Molte famiglie, non potendo attendere i tempi bancari o accedere ai prestiti delle finanziarie, si rivolgono ai “compro oro”. L’oro, avendo un valore intrinseco relativamente stabile, può essere convertito rapidamente in denaro, rendendo questi negozi un punto di riferimento nelle emergenze. È chiaro: non tutti gli operatori del settore agiscono in questo modo, ma taluni – purtroppo – parrebbero adottare pratiche ingannevoli che ledono i diritti dei consumatori, sfruttando le difficoltà economiche delle persone. Sempre più siciliani, anche per fronteggiare emergenze sanitarie familiari, si rivolgono ai compro oro per monetizzare vecchi oggetti custoditi in casa”.