Un protocollo d’intesa per difendere il petrolchimico, insieme industriali e sindacati

Un fronte comune per sostenere una economia rilevante per la Sicilia come quella legata alla zona industriale siracusana. L’idea, da concretizzare con un protocollo d’intesa, è nata quest’oggi nel corso di un incontro tra gli industriali ed i rappresentanti dei sindacati provinciali e regionali (Cgil, Cisl e Uil).
Il presidente di Confindustria Sicilia, Alessandro Albanese, ha subito illustrato il momento. “Siamo davanti ad una seria presa di coscienza: intervenire per il nostro futuro, salvare un pezzo di Paese che ha bisogno di aiuto per raggiungere l’obiettivo legato alla sfida della transizione energetica”.
Il numero uno degli industriali siracusani, Diego Bivona, non ha nascosto le difficoltà. “Occorre incentivare le imprese ed i loro progetti di investimento. Ed è quello che chiederemo al tavolo del Governo e al presidente Draghi. Lo sforzo comune già chiesto alla politica tutta, riguarda anche le massime espressioni della società per sostenere una causa giusta che non è di settore né locale ma riguarda il Paese”.
Dal canto loro, i rappresentanti dei sindacati provinciali e regionali, hanno mostrato di condividere gli obiettivi. “Sosteniamo le aziende per le ricadute per i lavoratori e la società tutta. Occorre aprire un tavolo di confronto permanente con il Governo, dove responsabilità e volontà comune consentano di raggiungere l’obiettivo di difendere le nostre aziende per accompagnarle verso la transizione energetica con gli investimenti programmati e salvaguardare i lavoratori e l’intera economia provinciale”.
All’incontro, nella sede di Confindustria Siracusa, hanno partecipato anche il vicepresidente con delega alle relazioni industriali, Claudio Geraci, e i rappresentanti delle aziende del polo industriale Lukoil, Sonatrach, Sasol, Air liquide, Versalis-Eni, Erg Power.

Al centro dell’incontro la necessità di fare




Siracusa. Lite fra amici,giovane spara contro il portone:l’arma è una pistola d’ordinanza

Una serata conviviale degenerata fino alle minacce  e all’esplosione di colpi di arma da fuoco. Questo l’episodio ricostruito dalla polizia e che fa seguito al rinvenimento, nella notte del 21 ottobre scorso, di alcuni bossoli e delle cartucce, oltre a  segni compatibili con degli spari sia sulla finestra dello stabile in cui la vicenda si sarebbe sviluppata, fra l’ingresso ed il primo piano e sul portone. Tutto era partito dalla segnalazione di colpi d’arma da fuoco esplosi in uno stabile del Bronx. In un appartamento stavano trascorrendo la serata  il proprietario di casa e due amici suoi ospiti. Ad un certo punto, l’arrivo di una coppia di amici, un uomo ed una donna.  Nel bel mezzo della conversazione, però, si sarebbe sviluppato un alterco tra i presenti, seguito da minacce effettuate anche con l’uso dell’arma, ad opera della coppia, quindi messa alla porta. Tuttavia, l’uomo, per vendetta, prima di lasciare il luogo avrebbe esploso dei colpi verso il palazzo, miracolosamente senza colpire alcuno, per poi darsi alla fuga con la donna, rintracciata in mattinata in casa di un altro amico, dove fu rinvenuta l’arma utilizzata. Le indagini, coordinate dalla  Procura della Repubblica, hanno consentito di acquisire gravi indizi a carico dell’uomo che effettivamente avrebbe esploso i colpi di pistola all’indirizzo dello stabile . L’arma era in dotazione ad un appartenente alle forze dell’ordine. Circostanze su cui proseguono le indagini, per comprendere come ne sia venuto in possesso. Nei confronti dell’uomo è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare. Si tratta di un  trentenne siracusano . Deve rispondere di detenzione illegale e porto in luogo pubblico di arma, minacce aggravate dall’uso dell’arma e danneggiamento aggravato.




Buoni Spesa:contributi per le utenze e i canoni d’affitto, pubblicato l’avviso

Pubblicato il bando per l’ottenimento di contributi per i canoni di locazione e le utente domestiche. Fa parte dei Buoni Spesa, concessi per il 40 per cento per gli acquisti di beni necessari e per il 60 per cento per le utenze. La cifra stanziata ammonta a 800.810 euro.
Potranno beneficiare delle somme messe a disposizione i nuclei familiari e le persone che versano in stato di difficoltà economica legata all’emergenza Covid-19, in possesso dei requisiti.
Secondo quanto riporta l’avviso pubblicato sul sito istituzionale del Comune di Siracusa, possono presentare domanda per questa linea di intervento quanti, residenti o domiciliati a Siracusa, hanno subito “una significativa variazione del reddito a causa della situazione economica
determinatasi per effetto dell’emergenza COVID – 19. Si parla di perdita o riduzione del lavoro, o mancata riconferma dell’impiego a tempo determinato o stagionale; chiusura, sospensione  o riduzione dell’attività dell’esercizio commerciale o altra attività di lavoro autonomo o libero professionale o di collaborazione; aver usufruito di istituti di integrazione salariale previsti dalle norme emesse per l’emergenza. Riguarda inoltre “nuclei familiari o persone singole in situazioni di criticità, fragilità, multi-problematicità che non beneficiano di misure di sostegno al reddito pubbliche;  nuclei familiari beneficiari di Reddito di Cittadinanza, Reddito di Emergenza o di altre forme di sostegno pubblico con priorità per coloro che fruiscono di un minore beneficio. Occorre avere un Indicatore della situazione Economica Equivalente (ISEE ordinario in corso di
validità), non superiore agli importi stabiliti calcolati per numero componenti. Per la concessione dei contributi a sostegno del pagamento delle utenze domestiche (Gas, Luce, Acqua, Tari) sono richiesti i seguenti ulteriori requisiti: il richiedente deve essere residente nell’immobile a cui si riferiscono le spese sostenute per il pagamento delle utenze domestiche che si pongono a sostegno economico.
Le bollette possono anche essere intestate ad uno dei componenti il nucleo familiare.
L’importo che il Comune attribuirà varia dai 200 ad un massimo di 600 euro (nel caso di famiglie particolarmente numerose), ma si calcola in base all’Isee ed anche alle soglie reddituali mensili.




Sanità e Pnrr, il Pd boccia il governo regionale: “Naviga a vista, subito confronto nei territori”

“Sulla sanità, il governo regionale sembra navigare a vista”. Marika Cirone Di Marco (Pd) sintetizza così gli umori in casa partito Democratico dopo un incontro dedicato, durante il quale è stata analizzata anche l’occasione offerta dal Pnrr.
“Gli incontri e le audizioni in Commissione Sanità dell’Ars hanno reso evidenti una serie di criticità che si sono accumulate per la scarsa e incompleta condivisione di un percorso comune che avrebbe di certo accelerato la definizione delle problematiche e reso più completi i dossier e la documentazione da caricare sul portale di Agenas e al Ministero della salute per ottenere i finanziamenti”, è la posizione della segreteria provinciale del Pd. Già negli scorsi giorni era stata critica la decisione del governo regionale di procede senza consultarsi con i sindaci dei territori, gli ordini professionali dei medici e degli infermieri, le organizzazioni sindacali e quelle del terzo settore.
“Mancano i riferimenti all’implementazione delle piante organiche del personale medico e infermieristico e mancano notizie precise per quanto attiene ai finanziamenti che riguardano l’ammodernamento antisismico della strutture, l’acquisizione di nuove tecnologie e la formazione del personale”, si legge in una nota della segreteria del partito inviata alle redazioni.
“Il venir meno di queste condizioni – spiega Marika Cirone Di Marco – rischia di produrre una nulla di fatto. Si è preferito procedere senza confronto con chi, conoscendo il territorio e le condizioni dei lavoratori, poteva mettere sul tavole proposte avanzate e attuabili. Grave è il mancato riferimento all’integrazione sociosanitaria, pilastro di qualsivoglia medicina territoriale e l’assenza di concertazione con gli ordini professionali dei medici di medicina generale che sono il puntello fondamentale in particolare delle case di comunità.”
Da qui la richiesta di un tavolo tecnico che possa “stilare un documento che evidenzi le carenze del piano regionale e proponga soluzioni immediate, capaci di porre rimedio alle differenze territoriali in qualità di standard di servizi sociosanitari e di rimettere al centro della sanità i cittadini”.




Presidenza dell’Autorità Portuale, scintille Forza Italia-M5s. Ficara: “Veti strumentali”

Si scaldano i toni nella complessa vicenda della nomina del nuovo presidente dell’Autorità di Sistema Portuale della Sicilia Orientale. Forza Italia ha mostrato i muscoli, con uno schieramento in forze contrario alla ultima indicazione che punta verso Francesco Di Sarcina. Come ha spiegato la parlamentare Stefania Prestigiacomo, non è piaciuto il modo (“Cancelleri non ne ha parlato con Forza Italia, nessuna condivisione”) e non piace a Forza Italia che si tratti di “una personalità completamente avulsa rispetto al territorio di riferimento”.
Nelle ultime ore ha incassato il sostegno del sindaco di Melilli, Giuseppe Carta. “Apprezzo e condivido la posizione assunta dall’On. Stefania Prestigiacomo e dalla deputazione nazionale e regionale di Forza Italia in difesa del territorio”. Ed a proposito di Di Sarcina ha parlato di “scelta di carattere autoreferenziale, dettata secondo i criteri di mera appartenenza politica e non condivisa. Un errore che il nostro territorio non può e non deve permettersi di fare”.
La deputata regionale Daniela Ternullo (FI) si appella al ministro Giovannini “affinché ascolti il territorio. Serve una decisione definitiva ma condivisa, con chi magari il territorio lo calpesta e frequenta quotidianamente piuttosto che per sentito dire. Il presidente Musumeci non accetti imposizioni e si schieri pubblicamente in difesa di una maggiore condivisione”, chiede la deputata.
Dallo schieramento opposto, il vicepresidente della commissione Trasporti, Paolo Ficara (M5s), si dice “basito di fronte a polemiche sollevate ad arte per rallentare, ancora una volta, la scelta del presidente dell’Autorità di Sistema portuale della Sicilia Orientale”. Ficara non usa mezzi termini: “trovo stantio questo ricorso ostinato al veto strumentale, che rischia solamente di ritardare e allontanare il porto di Augusta dalla possibilità di agganciare quelle grandi opportunità che il mondo della portualità ha davanti a sè nei prossimi anni, anche grazie al Pnrr. Senza una governance in grado di agire a medio e lungo termine, impossibile ragionare del futuro prossimo, nonostante i buoni risultati ottenuti negli ultimi anni”. E richiama tutti a maggiore concretezza, perchè “ora servono più che mai manager che conoscano le dinamiche portuali internazionali, che sappiano sviluppare i nostri porti in concorrenza con il resto del Mediterraneo e non per difendere interessi locali e di bottega, come purtroppo la vecchia politica ha fatto per anni. E come non vuol rassegnarsi neanche oggi, con la scusa del territorio di provenienza. Come se competenza e capacità in materia di porti e mercati dipendessero dalla nascita in questo o quel Comune. Fosse bastato questo – affonda il parlamentare pentastellato – i famigerati anni del 61-0 ci avrebbero dovuto consegnare in eredità una Sicilia migliore e competitiva in infrastrutture. Cosa che, purtroppo, non è”.
Nnei minuti scorsi, il presidente della Regione ha firmato l’intesa con il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, per la nomina di Francesco Di Sarcina. Ingegnere, è attualmente segretario generale dell’Autorità del Mare Ligure orientale (La Spezia e Marina di Carrara). Un passo avanti deciso verso la nomina del nuovo presidente dell’Autorità del Mare della Sicilia Orientale (Augusta e Catania).




Siracusa Capitale della Cultura,il comitato si prepara al momento decisivo:l’audizione del 4 Marzo

Meno di un mese all’audizione pubblica con il Ministero della Cultura del 4 Marzo, alla quale Siracusa, candidata al titolo di Capitale Italiana della Cultura 2024 parteciperà in qualità di città finalista. Per mettere a punto i contenuti di un appuntamento che risulterà decisivo, a palazzo Vermexio si svolgerà sabato 12 Febbraio, alle 10:00, l’assemblea generale del comitato cittadino. Nel corso dell’assemblea saranno anche illustrate le linee guida del “Dossier per Siracusa 2024” con il dettaglio degli eventi e degli interventi programmati. Coordineranno i lavori il sindaco Francesco Italia, l’assessore alla Cultura Fabio Granata, il direttore di Federculture Umberto Croppi e l’amministratore delegato di Civita Sicilia Renata Sansone.
“Il nostro-commentano in una nota congiunta il sindaco Italia e l’assessore Granata-  e’ un bel progetto, raccontato attraverso un dossier frutto di un lavoro sapiente e di oltre 150 audizioni . Questo grande lavoro di elaborazione e proposta resterà, comunque vada, patrimonio di contenuti e metodo per l’avvenire della città, frutto di una visione coerente e organica declinata in 15 interventi infrastrutturali, 11 mostre itineranti, 20 tra festival e eventi di alto profilo culturale, 12 meeting culturali e Premi, 9 progetti multidisciplinari, l’apertura di 6 nuovi contenitori culturali. E in questa complessa dinamica di rigenerazione del tessuto sociale, urbano e culturale della città saranno investii oltre 40 milioni di euro-concludono- per porre le basi di una città che abbia finalmente una prospettiva all’altezza della sua storia”.




Riapre l’asilo nido comunale Baby Smile: taglio del nastro, dopo la ristrutturazione

Dopo anni di attesa ed una serie di intoppi burocratici che hanno rallentato l’iter in diverse sue fasi, riaprirà domani anche l’asilo nido Baby Smile di via Regia Corte. Terminati i lavori di ristrutturazione, domattina alle 10:30 sarà il momento del taglio del nastro, affidato al sindaco, Francesco Italia e all’assessore Concy Carbone. L’asilo nido comunale è rimasto chiuso a lungo a causa delle sue precarie condizioni strutturali. Gli interventi, per circa mezzo milione di euro, sono stati finanziati con il Fondo Sviluppo e Coesione dell’Unione Europa, somme specificatamente destinate a interventi strutturali pubblici per l’Infanzia. Una vicenda, quella del recupero dello stabile che ospita il nuovo Baby Smile, che si trascina almeno dal 2019, quando la giunta comunale approvò il progetto esecutivo, trasmettendo tutto alla Regione. Mesi e mesi, poi, per arrivare a decreto, poi la gara d’appalto, l’affidamento dei lavori, lo svolgimento. L’immobile è stato sottoposto ad una ristrutturazione radicale e all’adeguamento degli impianti antincendio con l’acquisto di nuove attrezzature ed arredi e con un impianto di videosorveglianza.




Dad solo per i non vaccinati, tutela o discriminazione? Rispondono i dirigenti scolastici siracusani

Le nuove regole per la scuola, entrate in vigore ieri, stanno alimentando un acceso dibattito. Nella gestione dell’attività didattica sono state previste azioni diverse per gli studenti vaccinati e quelli non vaccinati, unici ad andare in dad. E’ una distinzione discriminatoria? Attorno a questa domanda si interrogano presidi e famiglie, anche nel siracusano dove, intanto, già in alcune scuole ci sono classi con studenti non vaccinati che seguono le lezioni da casa, mentre gli altri compagni sono regolarmente in presenza.
“E’ bene precisare che noi, in questo momento, le regole le subiamo”, esordisce Lilly Fronte, dirigente del liceo Corbino di Siracusa e di un istituto comprensivo di Noto. “Per evitare quella che può apparire come una discriminazione, io sarei dell’idea di rendere il vaccino obbligatorio. Oggi peraltro c’è una delicata questione di privacy: sono i genitori che devono comunicare lo status vaccinale dei loro figli. Controllo green pass in classe? Lo facciamo a tutti. Ma certo è un complicarsi la vita, specie nella scuola primaria”.
Pinella Giuffrida, dirigente scolastica del comprensivo Vittorio e rappresentante dell’associazione nazionale presidi, invita a considerare l’aspetto di tutela sanitaria del principio introdotto con le nuove norme. “I non vaccinati sono tecnicamente più a rischio e pertanto la norma tende a proteggerli, lasciandoli a casa a seguire le lezioni in presenza di un rischio contagio più elevato. Da questo punto di vista, la norma potrebbe anche non essere discriminatoria. Ma certo complica l’attività didattica”.
Teresella Celesti, dirigente del comprensivo Giaracà di Siracusa e di un istituto superiore del capoluogo, è netta. “Nessuna discriminazione. In tempi di necessità, fare confusione con presunte lesioni di diritti è delitto. Abbiamo avuto cura e dovere di salvaguardare la salute. E questo sì è diritto di tutti”.




Covid, il bollettino: 1.111 nuovi positivi in provincia, +58 a Siracusa. Frenata a rilento

Sono 1.111 (+805) i nuovi casi di covid19 in provincia di Siracusa, rilevati nelle ultime 24 ore. Un dato pesantemente in rialzo rispetto a quello di ieri (306) ma su cui influiscono diverse positività rilevate nei giorni scorsi ma – come spiega la Regione – finite solo adesso nei conteggi ufficiali.
Uno sguardo in dettaglio ai numero del capoluogo. A Siracusa, in questo martedì, lieve aumento nel numero dei positivi: +58 rispetto ad ieri. Sono ora sono 2.519 (ieri 2.461) gli attuali positivi. Scendono a 61 (-26) le persone in isolamento fiduciario a Siracusa città.
Diminuiscono i ricoveri: sono 43 (-3) i siracusani del capoluogo all’Umberto I per covid. Per 40 di loro ricovero in regime ordinario, si riducono a 3 (-3) le terapie intensive.
In Sicilia sono 7.248 i nuovi casi di covid rilevati nelle ultime 24 ore, a fronte di 47.948 tamponi processati. La Regione ha comunque spiegato che sul numero complessivo dei casi confermati comunicati oggi ben 580 sono relativi a giorni precedenti. Gli attuali positivi sono 277.811 (+3.818). I guariti sono 3.959, 51 i decessi (diversi relativi ai giorni precedenti e solo adesso computati). Negli ospedali siciliani sono 1.509 i ricoverati (-30), 124 in terapia intensiva. Quanto alle singole province, questi i numeri del contagio oggi: Palermo 1.432 nuovi casi, Catania 1.499, Messina 890, Siracusa 1.111, Ragusa 683, Trapani 881, Agrigento 670, Caltanissetta 458, Enna 204.




Caos energia e transizione ecologica: “La nostra zona industriale può ancora essere centrale”

Le raffinerie che operano nella zona industriale siracusana hanno preparato la loro risposta alla sollecitata transizione energetica. Ed è una risposta che passa dalla progettazione di nuovi impianti che possano catturare co2, oppure produrre biocarburanti da idrogeno e, più in generale, nuovi fuel a basso impatto ambientale. Basterà per superare indenni la sfida del cambiamento?
Le perplessità, sul tema, sono molteplici. E partono proprio dal management dei grandi gruppi presenti nel polo petrolchimico siracusano. “La raffinazione si sente un settore demonizzato dalla politica industriale italiana. Eppure oggi è fondamentale, fornisce energia a tutto il Paese. La sensazione, però, è che nessuno voglia che partecipi al processo di conversione, pur avendone la capacità e la volontà”, dice Diego Bivona, presidente di Confindustria Siracusa. “Le aziende hanno progettato il percorso di decarbonizzazione e il governo deve permettere un cammino mirato a ridurre le emissioni di co2. L’errore più grande che si possa commettere – dice Bivona – è prendere decisioni senza capire se ci sono o meno le condizioni per realizzarle”.
Ad esempio, produrre biocarburanti se poi nel 2035 si metteranno al bando i motori a scoppio rischia di equivalere ad imboccare un vicolo cieco. Lo stesso puntare ad una conversione rapida verso nuove produzioni per le quali, oggi, non c’è mercato.
La conversione energetica, vista dagli industriali, è una scommessa. Una scommessa peraltro molto costosa. “Servono fondi e per la raffinazione ce ne sono davvero pochi. Il governo si assuma la responsabilità di guidare il cambiamento”, aggiunge Bivona che ricorda il know how di operai e aziende siracusane maturato in 60 anni di industrializzazione. “Sono tutte risorse del Paese e invece sembrano quasi un problema”, commenta amaro.
“Ma il costo della transizione energetica non lo pagheranno mica solo le aziende. La transizione toccherà le tasche di tutti. E’ un processo che cambierà le abitudini di vita. Pensate, ad esempio, se dovremo tutti sostituire le nostre auto con quelle elettriche oggi disponibili. E pensate alle prestazioni che offrono: autonomia, velocità, costo. E poi alla disponibilità ridotta di colonnine. E ancora, come la si produce l’energia per ricaricarle? Con il fotovoltaico? Ma se qui assistiamo a polemiche infinite davanti alla proposta di realizzazione di impianti di questo tipo ed i territori non li vogliono?”, analizza Diego Bivona con riferimento, in questo ultimo passaggio, al progetto della Lindo srl.
“Sta cambiando tutto. La nostra zona industriale può ancora essere centrale in questo caos dell’energia. La nostra provincia – ribadisce Bivona – è incentrata economicamente sulla produzione di energia. Ma di fronte a questo bivio non abbiamo più la possibilità di subire scelte non scelte”. Ancora una volta, ecco la chiamata alla responsabilità rivolta alla politica che tende a muoversi sul filo di un delicato equilibrio. “La disponibilità delle imprese c’è, sono pronte al cambiamento ed alla conversione. Il che vuol dire passare alle fonti alternative attraverso un processo di riduzione graduale nel tempo, abbandonando il petrolio. Le industrie siracusane hanno progettato questo percorso, ma deve essere guidato dal governo e deve permettere un cammino mirato a ridurre le emissioni di co2”.
Al di là della diplomazia di Diego Bivona, intervenuto nei giorni scorsi su FMITALIA, l’umore non è sereno tra gli industriali siracusani. “Il mondo ambientalista sta già chiedendo di anticipare al 2030 la messa la bando dei motori a scoppio. Non avremo tempo di adattarci e riconvertire, anche volendo. La raffinazione deve sparire, hanno deciso al governo. La transizione? Sarà macelleria sociale…”, profetizzano da uno dei management più in vista nel quadrilatero industriale Siracusa-Augusta-Priolo-Melilli.